4 5 8 LA RIVISTA POPOLARE E sia. Anzi si decreti la grande ovazione su a Monte Cave anche a· chi pel rotto della cuffia, reo confesso, fu assolto. Ma è la giuria popolare quella eh{~ nel caso presente n1eriti dagli uni lode, dagli altri biasi1no? Anzi tutto è davvero e dovunque popolare oggi la giuria? Oh, se tale fosse, e il Governo ne diminuisse l'autorità e il potere, davvero varrebbe la pena di esprimere i sensi delle pit1 fiere proteste. Quando il popolo è tradito la ribellione è santa. Ma non è questo il caso, però che la giuria sia divenuta, qui specialmente, un privilegio di pochi. E oggi ella è strumento in mano a una classe, don1ani in n1ano a un Governo. E siccon1e nulla s'è fatto per l'educazione civile del paese, e anzi s'è fatto molto per corromperlo, e l'an1biente è appestato, così la giuria, che noi vorremmo imparziale, indipendente, austera, ha sn1arrito il suo proprio carattere e l' ufficio. Non ci rivoltiamo a verdetti, nè sentian10 dolore se il Tanlongo od altri sia sfuggito al carcere. Il giudizio del paese è superiore a tutto, ed è più terribile di vent'anni di reclusione. Ma pure, ripensando che si è sì severi contro coloro che pongono la 1nano su oggetti da nulla, contro poveri ignoranti che han fame, e si è sì larghi e generosi cogli accusati d'alto bordo; quando si pensi che si è tanto facili a condannare anche per una vaga aspirazione, il concetto della giustizia e della libertà si perde, e cadon le braccia per la grande sfiducia: - Questo, si dice, è il libero Stato che fu tessuto dalle insanguinate mani degli eroi, in riva al pericolo, nel cospetto della morte, fra la miseria e la sventura? Ma trionfano ora quei ricchi che salutarono la propria patria solo al 1neriggio, non nell'ora del dolore. Trionfano BibliotecaGino Bianco
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