La Rivista Popolare - anno II - n. 14 - 1 agosto 1894

LA RIVISTA POPOLARE 447 censimento del I 890 aveva una popolazione di 2,239 1000 anime. I Consiglio sanitario enumera le cause della malattia in quello Stato: la mancanza di ventilazione 1 l'umidità del suolo, l'agglomeramento nelle case, certe polveri indnstriali che danneggia-no i polmoni, infine la nutrizione scarsa o cattiva, e gli effetti nocivi degli stimolanti alcoolici. Il Consiglio sanitario del Massachussets farà una statistica ·completa dei tisici; vigilerà per l'avvenire alla disinfezione delle case già occupate da ammalati; pubblicherà I 5,000 esemplari, in inglese, in tedesco, in italiano e in ebraico le « istruzioni ai tisici ». Intanto a New-York alcuni filantropi s1 stanno occupando della fondazione di un ospedale per i tisici. Le fave avvelenate. Nel Congresso tenuto qui due mesi fa, il dottor Montano ha dimostrato che la fava è un veleno, e il solo respirare le esalazioni della pianta in fiore, può far gran male agli organismi afflitti da speciale sensibilità. Ingiallimento della pelle, vomito, prostrazione nervosa, febbre intensa, ematuria, questi sono i sintomi dello strano morbo, che può comunicarsi al bimbo menti-e s:ugge il latte, che talora dà la morte. Per la cura si usi il caffè e i purganti oleosi. Quale la genesi del male? Si tratta di una malattia o di un velenoso alcaloide? Pare di no. Dicesi che si tratti di un'idiosincrasia, d' una repugnanza individuale, d' una di quelle misteriose predisposizioni che fanno sì che questa o quella sostanza, eccellente per gli ebanisti, sia dannosa per i calzolai. Idiosincrasia! La barbara pàrola è assai comoda per dimostrare l' ignoranza della medicina. Ricordiamo che la fava era per i Romani un simbolo funebre. Si ·diceva che il sinistro simbolismo ella doveva a' suoi fiori candidi, listati di nero, che paiono fiori in lutto. O forse gli antichi sapevano essi pure l'affare del veleno. Le piante feroci. Si sapeva da gran tempo che v' hanno le piante carnivore, come la dionea piglia-mosche e le drosere. Un sapiente botanico americano, il signor Harvey, narra che esistono al Canadà certe asclepiadee - p. es. il phisianthus albens che sono non solo carnivore, ma addirittura feroci. La dionea e la drosera si cibano delle loro vittime; il phisianthus le tormenta, le strazia e le uccide pel gusto di ucciderle. Biblioteca Gino Bianco

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