386 LA RIVISTA POPOLARE passavan, dentro lucidi cocclti, dtune e signori - i felici, i padroni del 11zondo! -; li aspettava Villa Borghese o il Pincio; passavan sonatori a1nbulanti, soldati, serve e bùnbi; passava una processione di pretonzoli a strani colori; era un fernunto di vita; era un andare e un venire incessante. .. (Si sa ben e/te a1 ro11zani piace darsi bel tonpo, piace bere e 111angiare, più del solito, a i giorni di festa). I due veccltietti guardavano, tacendo. In quella eccoclzepassa la carrozza del Re, tra due filari stretti di gente, e/te si leva il cappello, e/te abbassa la testa, ùmile. Dopo la carro_zzareale passa quella di nota 1neretrice,poi quella di un certo piccoletto, direttor di un giornale, ieri ladro, oggi amico di ministri; poi quella di un deputato, antico servo d'Austria ... I due vece/ii si guardano l'un l'altro in faccia, e un dice a l'altro: - Clzela vista de gli occlziioperda, nzi si secchi la lingua, se nzentz'sco:il 1nondo è del più scaltro! - - Del più birbo, di' nieglio! - l'altro corresse. - O 111io compagno di sventura, o 1niosociopezzente, clze_sciocchif·ummo noi, 1na che sciocchi,perdio! ... Vedi tu come il mondo si gode questa gente clze ci passa davanti? . .. Noi soffriamo la fanze (da due giorni io non 1nangio!) ; co1nebestie da son-za (e sia1npeggio che bestie!) noi dormia1n su lo stranze, se pur non ci offre un letto d'illustri 1narmi Roma, BibliotecaGino Bianco
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