LA RIVISTA POPOLARE ., .. UNAGITACONMOMMSEN L' illustre ·torico è di nuovo qui fra noi. Ogni giorno egli continua nella biblioteca vaticana le pazienti sue ricerche come ha fallo sempre sino dalla giovinezza, per illustrare la storia della nostra città. Ebbi già l'alto onore di conoscerlo, e cli ammirarne l'altissimo ingegno. Quando l'altro dì, per mia ventura, fu mio ospite, io pensava, vedendo quel vecchio dai lunghi capelli d'argento, pieno ancora di vita e di entusiasmo per la nostra Ron1c1, pensava alla gagliarda potenza del suo intelletto e della ua fibra. Egli ha la mente ancora giovine, fresca, limpida; e lavora come nei giorni della sua giovinezza, quando insegnava in Kiel e quando fu espulso dal poste di professore a Lipsia, allora spirito ribelle, per aver preso parte ai moti del I 848-49. Egli è innamor~to di Roma, di tutte le immortali sue bellezze e delle glorie. Parla delle sue rovine con accento commosso, e ha viva simpatia anche con i pitt sen1plici suoi costumi, con tutto ciò che è romano e che non sa di volgarità moderna. Quando fu presso la porta S. Paolo, espresse all' evidenza la propria sgradevole impressione vedendo il nuovo quartiere del TesUlccio. Cotesta trasformazione banale dell'antica Roma lo disgusta. ì\1a quando, dopo aver fatto a piedi la via delle Sette Chiese, fu sull'altipiano di una mia vecchia vigna, com'era beato e con qual soddisfazione d'artista contemplava Roma che si stendeva innanzi a lui dal Vaticano sino al Laterano, e che pareva ancora l'antica Roma dalle alte mura merlate, con i soli monumenti che grandeggiano e i grigi palazzi severi. Poi fissava la lunga linea della Via Appia; quindi tentava discernere fra la caligine gli alti monti sabini. L'illustre uomo, contemplando la melanconica deserta pianura, atcennò alla sua bonificazione. l\Iolti ne parlano, disse, ma sarà ella possibile? ... E pensava .. Poi le varie domande de' presenti lo distrassero dal suo pensiero. Prima di entrar nella mia casa si recò al tempietto ov' è il busto di I . mio padre, a cui era legato da intima amicizia, lo fissò a lungo quasi interrogandolo, e con accento commosso esclamò: come sarebbe lieto se vedèsse con che fine pietà è qui ricordato! E parlò del fraterno amore che esisteva nel tempo che conobbe mio padre, fra gli artisti tedeschi e gli italiani all'Istituto archeologico. E quel ricordo maggiormente lo commoveva. BibliotecaGino Bianco
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