220 LA RIVISTA POPOLARE Egli così scettico e depravato, soggiaceva, non so se per orgoglio o per quella scintilla spirituale che anche debolissima e pallida ognuno di noi ha in sè, soggiaceva in certi momenti al -desiderio di essere amato da quella leggiadra e altera creatura. E in quel mattino, seguendo1a con la sguardo cupo e. avido, anche gli occhi suoi s' illuminarono di speranza. E perchè? Egli non ignorava che gran parte della malinconia della sua giovane sposa proveniva dalla sterilità. Affrettò il passo e la raggiunse per i viali. Ma non appena ella lo vide, sentì come un brivido di odio, e in un istante si dileguò dagli occhi della gentile la vivida fiamma che li nammava. Il duca, abituato a vederla sommessa, rassegnata, umile, notò l' insolito contegno e non seppe darsene spiegazione. Povero duca! Poco conoscitore dell'animo umano, non sapeva che la vittima è rassegnata e schiava del suo tiranno finchè una nuova luce non le dischiuda nuovi orizzonti. E però, prendendo un equivoco intorno alla vera cag10ne di tale mutamento, colse un fiore e glielo offrì dicendole: - Che nuovo sole ti scalda stamane? perchè fosti sì mattiniera? seguisti tu forse i consigli del tuo medico? o riconosci tu oggi come un dovere l'aver cura della tua salute? Bianca dapprima si sgomentò, non comprendendo l'allusione, arrossì, tremò, tentò di giustificarsi, ma il duca, implacabile nel suo egoismo, completò la frase con una domanda più intima. A queste parole che parevano offenderla, la duchessa s1 scosse e ne sentì nell'animo come un fuoco che l'ardesse, poi pallida e sdegnosa indietreggiò, quasi fosse vicina, a propria insaputa, ad una ribellione ... ma subito, per la sua virtù inalterabile e serena e per la immensa bontà del suo animo gentilissimo, trionfò di quel momentaneo risveglio dell'offesa coscienza, e mestamente rispose: - No, signore, non ho doveri che verso voi; mi levai per tempo a caso, e scesi qui in giardino, quasi inconscia di me stessa! Egli nella prima impressione del disinganno parve affliggersi, ma tosto ritbrnò alla sua abituale ironia, ai suoi modi da tiranno e soggmnse: - Passeggiate pure tra i fiori, e siate meno sdegnosa. Fatene un bel mazzo per l'ora del desinare. Io più tardi mi recherò al Circolo a salutare gli amici, avendo intenzione, come vi dissi già, d' imbarcarmi fra giorni per Filadelfìa. BibliotecaGino Bianco
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