I LA RIVISTA POPOLARE esplodono in n1aggiore o 1ninore proporzione, 1na esplodono inesorabiln1ente. E giornali francesi e italiani ci hanno parlato precisarnente del furore cieco da cui era invasa la plebaglia di Aigues-Mortes, quando si diede alla caccia contro gl' Italiani. La causa del diverso trattamento è diversa e la vedren10. Ma in Francia si dà sempre la caccia all'italiano? Neppur qnesto è vero. Altra volta viçino a Parigi in una raffineria di zucchero si deploravano continui attriti e risse sa11guinose tra operai francesi e operai italiani. Cessarono e non si ripeterono più dopo che gli Italiani s'inserissero nei locali sindacati operai e non fecero più concorrenza nel prezzo del lavoro agli operai francesi. Anche attualtnente nella cava di pietra di Dramont Francesi, Italiani e Belgi lavorano nella massi1na armonia ed hanno aperto un Circolo della industria nel quale essi banno fraternizzato nel n1odo più cordiale e con grande entusiasmo. Mentre scrivo i giornali italiani riferiscono le liete accoglienze che i guantai italiani hanno ricevuto a Grenoble, e la stessa Agenzia Stefani, in data. 8 settembre, cioè a pochi giorni di distanza dalla strage che ha sollevato tanta indignazione, annunzia che gli operai francesi e italiani hanno fatta una dimostrazione entusiastican1ente fraterna al grido di Viva la Francia, Viva l'Italia! A Parigi vive una colonia di 3 5 mila italiani, alla quale il Journal des Débats rivolge i più grandi elogi; e non solleva odii, non solleva querele, non dà da fare o ben poco alla polizia. Or ora il francofobo corrispondente del Corriere di Napoli (n. 2 60) ha riconosciuto che a Parigi gli operai italiani vivono in perfetto accordo con z" francesi e· vi sono anzati; e ciò. scrive a proposito delle voci esagerate sparse in Italia sulla pretesa caccia data agli italiani che lavorano al Ponte Mirabeau. A Parigi, dunque, nel cuore e nel cervello della Francia, in. generale non si dà la caccia all'italiano. E non la si dà in certi altri luoghi dove lavorano gli Italiani; e per convincersene basta riflettere che ben trecentomila nostri connazionali lavorano atdi BibliotecaGino Bianco
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