La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 35 - 4 ottobre 1925

144 cartolina p08tale ! come se Marconi non fosse altro che un pirissimo GiulilO y.,,·ne. Tornano in menLe certi hrani di cronaca che i nostri quotidiani ci recano infallibilmente in Lulle le quattro o sci !'dizioni del gio:no: ''. ~omunc <li X. Elezioni del srgretano poht,co. Furono spediti tclrgramn1i d, consolazione al Presidente del Consiglio, a S. M. il Re, al Papa, ecceler.a ... ,,. Un artÌ.sl<t val..lese. Ma .anche se affari urgenti vi chiamino, o anche se la borsa vi dica improvvisamente ~n argomenti calegorici, che la vostra villeggrnLura è finita, è da bestia partirsene da Torrepellice senza aver prima infilato la strada che va a Vill.ar, a Bobbio, e quindi al Sibaud, il luogo dove, dopo il tragico e glorioso rimpatrio daJ.l'esilio, i valdesi giurarono fedeltà agli ufficiali e gli ufficiali giurarono feclelLà .al popolo, invocando le pene della etera.a dmmazione su chi per minaccia cli mari irio o di morlc .abiurasse la feclc o lasciiassc la p.alria. Ed è da beslia tornarsene, senza aver Lattuto v-a] d'A.ngrogn.a e senza aver visto coi propri occhi 1a Chieisa d' la Tan<t. Anche perchè per via potrete incontrarvi con Paolo Paschello, che è piLLore, ai sa, ma soprnlutlo valdese. Dispostissimo quindi a piantare 1nagari il suo cavalletto e a in.i~ zi.are i vostri occhi .ai segreti della montagna. luf alti la casa di Paschetto e il suo sL11dio sono a Roma. Ma la su.a anima è qui. Qui è il suo ciabot, il suo casolare campestre, fatto pezzo a pezzo con le sue mani di artista, e a1;1che di tnuralore, di falegname, di contadmo. Ecco, Paolo si compi.ace di scoprire, dopo tre auui, che .il ciabot fu cosLruito su un terreno Lutlo pietra e spine. Come se fosse scritto nella Bibbia che perfino gli alberelli che ora crescono intorno al ciabot dovevano essere piantati dalle sue mani. L'arclùtetlura del ci.abot, il disegno delle faccia te con le vetrate a rulli, con le ringhiere in legno tornito all'antica, sono una faticà tutta sua. I mobili delle stanze, fino ai gingillÌ', ;alla Lradiziou.ale scatola del pettine, per esempio, ai giocattoli dei bimbi, aali utensili cli cucina, alle mensole, agli araz~i, alle stoffe, alle maniglie e ai lucchetti delle porte, sono frutto delle sue n.azienti rioor~ che, àel suo geloso amore pe; la sua terra. Mentre l'aulica casa valdese, l'antica casa piemontese delle Alpi sta per tramontare, assaltata da ogni parte dai villini borghesi, con le dannate linee del liberty, invasata com'è di tulto ciò che sa d'infame e di forestiero, Paolo Paschetto la difende come un soldato. La casa in cui il soffio mortifero dell!l vita di ciLtà non è .ancor.a penetrato, è l'incarnazione dell'antica razza e dell'antica fede. Bisogna dunque difenderla coi denti e conservarla a prezzo della vita. Ce n'è voluto del buono per piegare il fabbro .a battere le maniglie che non si facevano più da mezzo secolo. Ma il fabbro ha dovuto farle lo stesso. E a certi mobili ha dovuto mettere mano Paolo, non solo con la matiJta, ma col martello e la sega. Ecco, non manca un vecchio arcolaio, uno di quegli arcolai che ricordano i bei tempi in cui tutte le fanciulle vestivano l'abito paesano, e cingevano ie belle cuffie bianche. E non importa che la mogìie di Paolo sappi.~ solo dipingere. Perchè un .arcolaio, in un vero ci..ahot., non pnò, non deve mancare. La Chiesa della Tana. Ancora me--Lz'ora di cam.m.ino, sempre in salita, e siamo alla Clùesa della Tau.a. Vederla dal di fuori soltanto è uno spettacolo tremendo. llua catasla di lasLre gigauLesche che Dio slesso ha estr.aLLo cl.alla montagna. Blocchi enormi, scuri, taglienti, che strapiombano a sghembo gli uni sugli .altri. Sembra che que'. sta massa informe tutta accigliata, tutta stravolta e minacciosa, debba da un· momento all'altro franare .ai tuoi piedi. In fondo e in basso, tra le pieghe di queste pieLre ciclopiche, c'è una piccola apertura. Spèzzati un poco in due, striscia carponi, entra, e accendi il tuo mozzicone di candela. L'anima trema. il respiro manca. Lo spirito, riso~pinto cl.a 1111 turbine diaccia rifà in un attimo otto secoli di storia, di angoscie e di martirii. E i macigni pencolano nel buio sulle Lue ossa. Sei vivo. Ma non sai se di qu.a o di, là dalla Lerra. SenLi facci.a a faccia la Moxte e l'Eterno. Qri:anclo, .assuef atloti all 'incert.a luce, puoi mism·are l'ampiezza di questa Chiesa sorta senza che la mano dell'uomo porgesse una pietra, di questo sacro riufgio che Dio stesso voJle costruire, e puoi palpare il sasso su cui per secoli fu posala la Bibbia, ti senli un groppo all.a gola e un tumulLo oceanico nel petlo. Tu non vedrai u1ai più sulla terra cos.a più tragica di questa volta alta e bui.a in cui, credi o non credi, vedi faccia a faccia Dio. Se indugi a pensare che qui, centinai.a di eretici rimasero chiusi, attorno .alla Bibbjia; mentre i cristiani arm.ali, fuol'i, 1·iempivauo la buca di ram1 verdi di castagni, ta- ~liav.ano in furia 1·amaglia fresca e ve l'accaLI\ HTVOLCZTONF, LfBER LE tasta, ano a montagna <· , i rinvan<, fuo<',,, perrhè l'<>resia brucjass<' con Jr o.,;;.iaatr"ls,~ ,l<·g-Ji ~rctir.i, corri certo i] rìc;rhi.o di strapparti <lal r11ore il maledctLo tarlo ,lp)J' oq:mglio, rii slro✓o7..arf' i) tuo ~risLianr-~irno all'arqua di rnsc, e di farti eretico valde.i·. O almeno intendi tutLa la forza di <1ucsto pir<'olo e rozzo po1,olo <'he .a<T<'llÒ per il suo Cristo, la hcatit11dine suprema: della persecuzione, clcll'csi lio e rlella pii, barbara morLe. E ti persuaderai benissimo com<· un valdese, che abbia pregato un.a soJa volta nella ( .hi,·-m dPlla i ana, non fw:ri.a g-ran ca-.o lf'1 paz;;j venti d<'lla -'taAion,·, ,. tro\-i trmp,, per hdf;.n,i di <·Prti jng<·nui m.Nt rulpa, (•omf" <rw~ lf, affidato d.a GìohPrf1 al Primato: " J\nrh•· i Vald~-i furr,n,, talvolta rrudelrnrn,e perc;<:j!11it.uti, P giova a noi rauo]ir·i N,nf"" ,arlo pubhJi,·amcnfc, a ri(, niun'> <'"i arf'usj di conniV(•n:,;a c·on p;Ji errori dei Pe<;<JJi ,cortsi. giova ric·ordarlo e ripeterlo a noi st~~si, per unimarc·i .a riparare ron tanto più .amon~ veri-so di q1u~Jli i torti dei nostri avj "· Torr('pellif'P., 11 11'!tlf"mhrc, 1921. r,AJ,0(,ERO BO:\"IHA. LeHere o/ Direffore Idee sull'uomo di Stato Caro Gobetti, Ho ricevato e letto con piacere jJ libro Religione e Politica di Vito Giuseppe Calati. Ho letto sovratutto attentamente iJ capitolo su Nitti e a proposito n.ppunlo <li questo saggio sento di dover fare qualche osservazione. Premetto che V. G. Calati, come moltissimi altri popolari, ero un aotinittiano. l popolari meridionali io parte note,·ole sono tuttora poco teneri dell'on. 1'itt.i, sia perchè Lo ritengono, e molto a torto, mnssone, sia per l' iunusso ch'esercita su di loro l'antagonismo spesso ruanilestato da Luigi Sturzo contro il Niui, antagonismo cbe ricorda molto da: vicino quello dell'on. Labriola e ch'essendo in fondo privo di contenuto sostanziale, sa molto di provincia. Constato ora quasi con gioia (:mche pcrchè mi lusingo d'aver io stesso influito per la determinazione) 11 fatto che un giovine battagliero, di buona intelligenza e di buona cultura: come il Calati, abbia voluto rivedere il proprio pensiero su un uomo po• litico come Nitti. Meglio tardi cbe mai! Io non mi soffermo sui vari rilievi che il Galati con molta chiarezza espone nel suo saggio. Non può, a ogni modo, sfuggire come iJ Galati più che all'opera vastissima dell"on. Nitti ha preferito informarsi al libro di Vincenzo Nitti - libro il quale anche a causa del momento in cui apparve, non poteva essere diverso da quello ch'è - e ha preferito altresì attingere agli articoli di critica, nelJa specie forse non troppo serena, di Luigi Sturzo e finanche agli scritti (L'Italia in rissa) di Ciccotti-Scozzese. Fu questi, per es., a muover contro l'on. Nitti l'appunto - che il Calati ripete senza cilare 1a fonte - di eccess}va foq1u.::;itù. Owi,e - n1 ••. • t;. --ic..ssant - se ron. ~"ilti cbp1> quell'appunto fosse di~entato meno loquace, io vedrei in ciò una ragione possibile per spiegarmi come il Ciccotti pubblicista « brillante» sia vissuto l'espace d'un malin. L'osservazione più importante nel saggio che c'interessa, si ha, a mio parere, quando e là dove il Gnlati mette in rilievo la tendenza dell"on. Nitri a sopravalutare l'homo oeco11omicus. L'osservazione non è nuova. Per primo la lece il Mussolini alla Camera nel 1921 in un discorso che per un bei po' fu ritenuto una specie di serenata ..... Il Mussolini notò (ed era nel vero se si propo• neva di mettere in evidenzi! una delle più spiccate caratteristiche dell'opera del Nitti) come l'on. Nitti guardi ogni questione sovratutto dal lato ccono1llico. Attraverso le parole del Galati, quel ch'è un merito, diventa un difetto e purtroppo un difetto grave e caotico ... Afferma egli infatti: « È certo che il Niui attribuisce all'homo oeconomicus - che è poi una entità astratta su per giù pari a quella dell'uomo medio del Quetelet - un'import.anza esagerata e nociva. Ogni 6Ìtuazione nella sua indagine è ridotta in cifre. La capacità <li u.n uomo è in ragione diretta della sua prodnttidtà. La Germania, ad esempio, vale più della Francia pcrchè i suoi prodc,tti sono di consumo largo e vivo - carbone, ferro - mentre quelli dell:1 Francia sono di consumo forza:o e corrotto: profumi e sottoprodotti ... È una constatazione incontestabile ( ! !) ; ma non è un r::igionamento completo o. E dopo aver posta in modo così peregrino la questione, il Calati sente anche il bisogno di spiegare perchè il ragionamenu, non è completo! Stia tranqui1lo l'amico Galati che l'on. Nitti conosce molto ben-e l'Europa e conosce ::incor meglio tutta la ricchezz:1 della Francia e dello spirito democratico francese è un grande ammiratore. L'episodio, diciamo così dell'acqua di Colonia ... J'ho raccontato io stesso al Gnlati, il quale non lo riferisce esattamente. Quando più infieriva l'esosa pel"Sccuzione contro l'on. Niui, persecuzione cui tutti sanno non erano estranei alcuni uomlni politici fro.nce~i, una sen in Napoli, nel suo studio a palazzo Tabler, menlre si parlava in un cerchio di amici tutti molto devoti al Presidente, di non ri<'ordo qu..:le errore com• messo dalla Francia, l'on. Nitti portando per un mom~nto la conversazione dal scrio al faceto e mostrando di non dare alcun peso ::i.ile sue prtrole, os, servò che se l'esportazione ingle~e risultava in prevalenza di carbone, tessuli, ccc., e ee l'esportazione tedesca si manteneva cosrante agli ottimi manufatti, queBa francese spesso e troppo sape\'a d'acqua di Colonia!. .... Come si vede, l'episodio nei :,uoi veri termini cnmbi.a non poco per la forma e il contenuto!... A ogni modo, rim,ane l'osservazione de] Calati, tendente a mettere in cattiva luce la più spiec.1l::i caratteristica delrattivit:"t politica e scientifica dell'on. Nitli, E senza dubbio, !"autore di Politica e Religio11e, nell'esprimere in proposito il suo pensiero, non rifugge nè dal11iperliolc nè dal semplicismo. Ma, ad onor clel vero, il Calati non è il solo a peccare nella fattibpecie d'inc~allczza e d'es:tgcra- ,-:ione. Influiscono molto nel determinarle, sia H fotto che l'on. Nitti ~ notoriamente eultore ,J; sden?..a finanziaria, &ia la drcollaoza dell'avvedata, sorpr~ndente opera ch'egli, quale ministro del Tesoro, esplicò dopo Coporetto, aia fors'anche i numerosi studi - anche se ignorati da <fa.alche filosofo - che l'o• norevole Nitti dedicò alla questione meridionale, alla cui base - come d-Opo di lui abbiamo dimostrato in parecchi e sovratutto un complesso di proble• mi economici. Pert.anto, 6e bi astrae dalle esagerazioni e si guardano le cose con serenità, non si può non convenire ch'è appunto questa tendenza dd Nitti a preo<"cuparsi con persistenza e con pratkita dei fattori economici, ciò che in luj affida e rivela l'uomo politico di primissimo ordine nel senso ingle&e della parola. il vero, l'autentico amministr.:itore. Purtroppo, in Italia, per uo complesso di ragioni (pauperismo, iocoltura, frequente assenza di spirito civico, dominio di cla!)si pavide percbè non del tutlo degne delJa loro posizione sociale, parassitismo burocratico e industriale, ingiustizia del sistema tributario, contingenze monarchiche, ecc.), vengono a prodursi (non sempre i.pontaneamente) situazioni ta1i che a superarle sembra (e a torto!) non possa e non debba esser chiamato se non l'uomo di polizia, il questore di larghe vedute e à poing. La lunga abitudine cli queste bisogne assai tristi e il fatto stesso che in Italia il Presidente del Consiglio è quaSl sempre anche Ministro dell'Interno, han fauo sì che la mentalità media del popolo è portata a identificare l'uomo politico con l'uomo di polizia. La verità si è che di uomini politici, di amminiSi..ratori cioè degni del nome, l"I1alia finora non ne ha avuti eh~ uno solo: Cavour. E quanti conoscono la storia, ben sanno come lo statista piemontese avesse anche lui l'assillo delle questioni economiche, come fosse un grande studioso di economia e come appunto perchè egli volle adeguare l'economia nazionale al ritmo dei paesi più civili, cozzò spesso con• tro l'impopolarità che qualche volta divenne aggres• siva fino al linciaggio! Politica in fondo a:ltro non significa che amministrazione, e nel senso più comune della parola. Una attività cioè da cui emana una serie di provvedimenti apparentemente d'i'ndo 1e varia ma sostanzialmente d'indole economica, vale a dire tutti diretti, vuoi in modo palese vuoi in modo recondito, al raggiungimento dello stesso scopo: il benessere e la ricchezza d'una categori::i sempre più vasta di çittadini. Con le parole tasse e bilancio s'indicano per lo meno i tre quarti di ciò che è la politica d'uno Stato. Gli è per questo che se si mette la 1;>0litica fuori della porta essa rientra dalla .finestra. Gli è per questo ancora che Je preoccupazioni d'indole finanziaria non sono mai troppe per un uomo di Governo. L'amm.inistratorc degno de] nome certo si propone i fini più ,disparati e più difficili, ma che sono anche i più nobili. Ed egli governa. Suscita e guida cioè una lotta politit:a sana. Resiste alle basse tendenze delle classi rapaci e del popolo. Smussa le angolosità. Promuove il benessere~ l'educazione, !'in• civilimento (conseguenza della ricchezza collettiva), le conquiste graduali e sicure della Nazione. Agevola il sorgere d'un'élite politica salda e ben preparata. Ma sovratutto mira alle cifre, perchè sa che il pauperismo aumenta se il disordine finanziario avviene, e ciò, in ispecie in un paese ove gli jstituti liberali non sono molto saldi, significa ancl1e perdit::i della liherrà. Le classi ricche e potenti il cui patriottismo è a due facce sono sempre poco disposte a sopportare gr::indi pesi, ed esse sanno e possono ben resistere a ogni governo legale. D'altra parte, per river• sare quei pesi sui non abbienti è certo più acconcio e più propizio un go, crno cli po1.izia. Così si spiega come uomini di grande intelligenza e di sicura fede democratica, quali Nini, Georges, Rathenau, Caillaux, ecc., dopo la guerra incitavano quasi angosciosamente alle economie: queste in realtà rapprescn• tavano l"uh.ima trincea degl'islituli liberali. I compiti e gli scopi dcli 'uomo di polizia sono invece assai semplici; anzi uno è lo scopo e uno è il compito: 11rom.!lovcre nel campo politico il quietismo stagnante, i:lHendcre nel campo economico e in ogni caso le classi dominanti da qualunque movimento innovatore, d.:i qu:1lsiasi minacci::i seria contro i loro interessi precostituiti; tanto più difenderle con ogni mezzo e senz::i scrupoli, quanto più quelle , classi vanno perdendo in contenuto morale e ideale. Il Governo di polizia, siccome spesso concede una apparente paternalistic::i libertà, di volta in volta :! osservatori di facile contentatura può apparire :mche liberale. In fondo essa è reazionario e ritarda il ritmo del progresso civile e sociale. Rifugge dai grandi problemi economici, nnche se la risoluzione dovesse decuplicare la ricchezza nazionale, affronta e risolve bene invece i piccoli problemi marginali e quasi quotidiani. Anzi che le élites politiche, promuove il sorgere di vaste clientele che divens·:mo potenti e vastissime ~ ad l:1i~ in modo tacito o palese 6niscono ron l'aderirr, anf'he parte degli organi.smi operai. I rompiti del 1-ero amminj11tcatore tanto più rieicono gravi ,.. djffìr:'>lh:,~i, quanto pfo retrogado P indvile è il popo 1o chi'! l!gli governa. La facilità del compito deH'aomo di polizia invece e in ragione diretta dell'ignoranza e deU'aa&enza di spirito c:ivir:,0 d~Jla nazione. E ciò spiega come uomini mo1to medior:ri e d'idee Umitate, pa.uino alla storia per pr,litiri f::minenti_ Quando una nazione, per sw tri-:,i'! e dU!g:razi.ata diMvventura f' r,n~i~tentemente rPtta da un governo cU polizia le-..: Ja P.o.s•ia e l'Ao.striaJ, u a longo andarl! la rivoluzion,. fbe è ,;-empre al.le porte uoppiando nt)n rill!sca a lil:erarla, diventa on an.acro• niamo e preripita, attra-veno le improvvise megalomanie imperialistiche, gli od.i "! le lotte intestine, nell'abbrutimento e nella diswlo.zion.e. Jn Italia l'uomo di polizja per er--eellenza è &tato Gioliui. A lui va ronttappo6lo il .N'itti. 5e io w·n~o alla diverca attività e•plicata dai dne: uomini di Stato, anche se linrho i1 mio campo di osservazione a un IJreve periodo quale qaello che ...a dal 1919 al 1921, trovo eiempi lampanti per chiarire le idee da me sopra espo!te. Il Nitti, affrontando l'impopolarità, odi e maldicenze, inizia .-.enz'aJtro ropera Lendente a redimere lo Stato d.aUe clientele ewi,e e soffocanti e tendenti altresì a portare la 1otta politica in un campo più li.ano, più onesto e più elevato. Uno dei principaH mezzi cui ticorrc, sono le elezioni politiche fatte ( con grave scandalo degli avvocati meridionali !J in piena libertà e a Eistema proporzionale. Giolitti tenta il ritorno al Collegio uninominale e non riuscendovi, procede alle elezioni 11VJrewliw. Sfrutta in ispecie 'e beghe, Pignoranza e l'apatia del popolo meridionale. Il pci mo affronta le basse tendenze del popolo per migliorarlo, per iniziarlo alPesperien.za amministrativa e po'i.tica. li secondo a'imeota e sfrutta per fini di polizia, quanto di più tristo sia nell'animo nostro. Nini, in un i;o)o anno di governo { giu'910 1919giugno 1920), nell"anno più tur'bolento, quando &embnva che la ragione si fosse smarrita, quando 3.J. tresì pe~avano sJll bilancio dello Stato anr~ora gran• dissima parte delle spese di guerra e ,~igeva il prezzo politico del pane, resistendo a:le più pazze e più stra:ne pressioni che partfr:mo da destra e da tjru. stra, dall'alto e dal basso, riusci con iforzi titanici a ridurre il deficit del bU.anc·o, dall'allarmante cifra di 22,775,i milioni 11918-1919), a que1la più tran• quillante ili 7,885,9 milioni fl919-1920J; e non eolo si evitò il tracollo del cambio, ma il valore delle lire (ciò che ora sembra un miracolo!) si mantenne alto, oscillando tra i sessanta e gli ottanta centesimi. Giolitti alimenta le bande armate (fenomeno appunto di polizia), ma nello stesso tempo, per gettar polvere negli occhi alle organfazazioni proletarie, <::i dà arie di demagogo: lascia perdere l"All:,ania, lascia occupare le fabbriche, inizia una politica finanziaria disastrosa (nominatività dei titoli. confisca dei profitti di guerra, ecc.). Importa poco a lui che il deficit torni a salire da sette miliarru (1919-1920) a diciotto miliardi (1920-1921). Ciò, anzi, agevola il suo giuoco aumentando l'allarme. Nitti resiste ad ogni smodata richiesta, sia che parta da banche sia che parta da industriali rapaci. Giolitti concede l'obbrobriosa tariffa doganale del 1921. Che le Isole e il Mezzogiorno filano perciò sacrificati a lui poco importa. Quello che gli import.a invece è l'appoggio degli industriali, che questi cioè aderiscano a una piuttosto che a nn'altra politica ... Quello che gl'importa, gli è che il disagio delle classi ruedie e le lamentele aumentino..... Il resto verrà da sè ... Nitti, in un momento in cu; tutto sembrava sfuggisse al controllo dello Stato, e quando la forza pubblica era del tutto insufficiente (27 .000 carabinieri, elevati poi dallo stesso Nitri a i0.000), sakò la libertà e impedì la rivoluzfone bolscevica. Con Giolitti si crea il fascismo e ... si appresta la marcia su Roma. Quando il giuoco sarà completo, La libertà s:1rà perduta; ma le vecchie caste 3\Tanno modo di riconsolidarsi e molto bene. Dal popolo tutto si potrà p['etendere. Ed ésso tutto pagherQ... :mche i deLiti contratti con g1i anglo-sassoni ... Ogni salmo finisce in gloria! Gli stessi governi di polizia non perseguono quindi - per quanto in senso gramo e w1.ilaterale - che scopi squisitamente economici. E per ora credo h::isti. Come vede, caro Gobetti, ho profittato dell'occasione fornitami dal saggio del Gnlati, an.:he per esprimere il mio pensiero su alcune idee e circostanze su cui forse - e in ispecie per il Mezzogiorno - non si insisterò mai abbastanza. GIUSEPPE CAPPA. Questa leuera, per gli uomini e le questioni che mette in causa, sui quali un giudi=io storico non è ancora fatto, ci sembra destinata a sollevare discussioni interminabili. Commentarla da parte nostra sarebbe dunque prematuro: alcuni rilievi su Sturzo e Giolitti, p. es., non sono completamente accettabili. Noi siamo stati i primi a mos<rare gli errori e le colpe di Giolitti nel 1921: ma un giudizio storico su Giolitti deve pure tener conto della sua opera prima del 1910. Tuttavia la lettera dell'amico Cappa è utile in quanto contribuisce alla necessi,à di giudicare più serenamente la politica del dopo-guerra, sfatando le leggende i! le diffama:ioni di uomini che si sono venute iniquamente accreditando. "L'ECO DELLA STAMPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel 1901, ha sede esclusivamente in l\.Iilano (12) Corso Porta Nuova, 24. PIERO GOUIDTTJ Direttore resp0nsablle. 1.'ipografia Carlo A.ccame - Torino.

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