La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 29 - 19 luglio 1925

118 male cd aspettano nPlle loro riunioni d1e lo Spirito ahfria portato l'ac"ordo tra i membri attraverso libere spic!(azioni. Quando impallidì l'entuoiasmo religioso, sottentrò al posto del.l'accordo Ja decisione di maggiora.11za. Ma in una sana clc1norrazia anehe CJllC'bloj,H'iude una speri e cli consenso: la minoranza si sollomelle liberamente al]a maggioranza; ~ssa Sp<'ra un giorno, ron la pcn;11asione <' l'c<lucazione, di. poter diventare 111aggiora11za <' rinuncia a qualuncrue costrizione eé!Lcriorc: respinge la forza deHe armi con Jc qu.al-i 111w minoranza [euda]e o rlema~ogfra \·oµ-·lia stabilire il suo dominio senza curarsi cl!'lla r-oSl'ienza. Gli nomiui rhe erano abituati alla den10crazi.a neJ1e Chiese, hanno esteso ~ueslo principio allo Stato. I padri-pcllcgrin, fondarono la prima organizzazione blaLale demo('ratira con libera co1nersionc J'lJ novC'mbre 1620 a horclo del illay-flower. Così si confonnarono .le ahre costituzioni delle colonie an1cri<'anc. La C'oslituzionc cli Virginia dice:« Ogni puhblico potere deriva dal popolo»; quella di MassachusseL: « Lo Stato è costituito dal liher oconsenso degli individui». Questi democratici dì tipo rc]ig-ioso erano rcpubhlica □ i. I politici 111oclerni 11011devono dimenticare che libertà e de111ocrazia presuppongono questa disciplina storico-morale. Lo Stato democ,·atico ideale di libertà è 1.apii, alta e la più difficile forma cli Stato. È possibile solo qua11do larghi strali di popolo e di dirigenti siano credenti - se non nella Bibbia - nei doveri e nelle responsabilità dei cittadini. La democrazia rnuore dove indifferenza e a111bizione creano cricche religiose e morali. AUora il capitale serve per la compra di elettori ed eletti, la democrazia viene disprezzata dagli intellenuali e odiata dalle masse sfruttale. È straordinario vedere co111equesto spirito della nuova Inghilterra riesca a conquistare aa]i idea1i americani le masse sempre nuove c1:11a inunigrazione. Gli immigranti dell~E~L e del Sud d'Europa non possono organizzarsi. In 1u1 primo ten1po gli am,ici, come commercianti, soffrivano perdite perchè rifiutavano di adulare i clienti e di vantare le merci .. Ma appena il pubblico notò che essi non ingannavano, sì che un ragazzo poteva comprare nella loro bottega altrettanto bene che un ad1ùto, il commercio fu nelle loro mani. Nello stesso modo si cercarono preforibilmente le Banche quacquere. Col motto LA RIVOLUZIONE LIBER -\LE llorwsiy is ifu, b<'sl polù·y si svilupparono il <·ommerf'io e la graude impresa, ,·he. Ai fondano a11C'hroggi largamente nf'lla fi<hwia. Così nf'lla famiglia il runJC•ral ismo <'011fì~ ,lf'11lf' degli spm-i, la "ita famigli;uf' intimu fJ<'r una pili ,·ompleta <'µ;11aglia11za df'i f.,•i;;,~;j, l'cclurazionc dei f'an<'iulli alla lilwrla ,. alla r('sponsubilità io.Ofio bei tralli ,-arall<'risti,•i d('I la 1kmocrazi.a a111eri1·a11a. l\ff'Jla , ita am<'rif'ana la reliµ;ione ha a11~ <'Ora una partf' aR~ai ~randr. L" grandi hPll("' sono an<·ora forze potenti clif' discipJin~u10 1 loro 111<·111hri ,. 11e assicurano il 1·rNJito. Lct loro influenza è• stala grande nclJa lolla ,·011~ tro la !:'Jf'iiiavitì,, contro l'al('oolis1110 <" duranl<' Ja guerra rno11dial<•. as<'ono IHIOV<"1-,i•LL<'.V•· ne sono 1·t•11Lin.aia.La piì:1 pot<·11te 1w1· influenza <' nunlPro (, il Me1odi5mo, padrou<: delle pili grandi Uniw·rsiLà. Il M<"toclismo ~ una protesta eo11tro l"arida int<"llig:c11zadel secolo xv111. Ora i;i è sviluppato romc una delle for,c spirituali dirigenti dell'Arneri",I e s, e assunto il còmpilo di cd1.H'.éHC i negri .a. vita morale e a sentimento <"ivilc. Nel x,x secolo la Chiesa callo I ica ha /'atto gra1uli progressi in America. La presenza del.le sèllc protestanti ·1e ha da Lo un vigo, (,; cli vita ignota nei paesi esclusivamente calloJici. Con1c religione di minoranza si ntffor~u in regime di Jihcrtà; ha una funzione uUlt! nel fenomeno deli'i1nmigrazionc e costituisce un elemento di progresso contro il Ku-KJ~xKlan. Continua Je tradizioni artistiche del passato con magnifiche chiese e costruzioni d·i collegi. Tuttavia grande e sempre crescenle è il nu~ mero deali indifferenti che hanno rollo ogn"J r.ipporto" con la Chiesa. Le credenze religiose, la Bibbia sono sottoposte alla critica storica. Emerson, il capo spirituale dell'America dell '800 si è rivolto alla filosofia classica tedesca, che a lui pare nello stesso tempo scientifica e religiosa. In questa linea t>i svolge ormai i I più alto pensiero an1ericano. Esso cerca in Kant il teorico cli una democrazia federale. ScHULZE-GAEVERNITZ. Schulze-Gaevernitz è uno dei più profondi ricercJ· tori delle origini del lil:.eralismo e del capitalismo. I suoi saggi: Britischer lmperialismus wtd englischer Freihamlelspolitik (Leipzig, 1906) e La gnmde intrri· vresa (trad. it., Bibl. dell'Ec.), sono degni di star accanto alle classiche opere di Max Weber e del Troeltsch. Lo studio qui tradotto è il risultato di u,1 suo recentissimo viaggio in America. affatto J',.ff,.tto. Il ri,,dtato natural" della virata go, <"ruativa avrcbh<> dovuto essere doppio: da 1111 lato far ,,vadcrr, i ,·api tali mobili <laglj i1n-,•..;tj1r1r11ti indu:-.triaJj in /!enere; ,., ,lall'altro, farli affluire n<'llr· vari,.. formP di ,·rNlito Hfff'rt<· daJlo Stato. Ora c..i ,. avuto hf'w:;ì jJ primo ris1d1ato, <"<JmP f'. p,-ovato dalla dPJff<•ssjonc g<>n<·raJ<· dei <·on,i azi<Jna,j; ma non i,i ,. ris<·onlrato affatto J'afTl11fi~ù nei tiloli di Stato, iJ <JUal,·, anzi, JH'r ridiiaman· a ..., . il ri~parmio, ha d,Jv1110 alzar jJ kait~io deJl'inLcrci,~•. Fra J,, d1u• vie dw erano lor<, prrJ. JHJ',I<:, i ,-j_parmjafori n<· hann'> "<·<~ho una t<·rza. J\ "'''ndo 11jf idam,·11t<· riJcvalo~ alt rav<-r- ._o lo 1-1L<•~1io .anla~oni'ìrno d<•j.!lijnH•f;li1nenti. l'insufTi,·i<'nza irlobaJe <h·l risparmio a far fr,H1tc a tulle le ordinarie <•fiiµ-e11u· del Pae~e 1 ne hanno derrnnto ,•IJ<•, in 1,Jo<To, il pa-.~ivo era i;uperiore all"allivo, r- sono ,·orr;i ai ripari. J modi sono stali duf'. Aln111i (f;oJ,ratulto, fHlrP, dPII<"rPµ;ioni nH .. rjdionali ,, .americanizzati J> daJl'<-!mif!razione <· re1ativamente impraticl1iti di <"aml,i: <' deJlc re{_!ioni rPdentP, prima partecipi di un nesso fr1tcrnazionale, e memori del ,·rollo d,:lla <·orona) si son dati agli imp;eghi in valuta e8tera. AJtri, jnvece, provvisti di maggior qu.antità d·i risparmio come è nel Nord e, d'altronde, non sprovjncializzati in nessun senso, hanno sceJto J'in. vestimento del denaro ·in prodotti, in oggetti materiali, in cose; e, tra queste cose, sopratutto e a preff'renza d·i ogn-i altra, in heui immobili. Agrari e speculatori_ Il fenomeno non è affalto nuovo: parecchi altri Paesi, sopralullo dell'Europa centrale, sono passali per questa trafila. Anche l'economia reale, nelle sue posizioni jniz'iali e jn quelle terminali, non è che una questione di psicologia concreta e di orientamento della volontà. L'economia liberale è una economia creativa e produttrice, e per questo essa storicamente si identifica, o quasi, con lo sviluppo industriale, che è specchio e quasi sinonimo di attività. I paesi anglosassoni~ ossia qudJ i economican1enle ricchi, hanno risolto la loro crisi ( del resto molto più leggera) nel senso cleJla azione produttiva :essi soffrono oggl cli un eccesso di attrezzatura industria]e. -Noi viceversa vi abbiamo dato, non solo po• 'liticamente n1a anch~ economicamente, una soluzione antiliberale, e cioè fondata sulla inattività e sulla inerzia: e ci siamo rimessi alla fecouJjtà naturale, uniforme, relativamente illimitata e elementare della terra. Gli in1mobili, urbani e rurali~ sono saliti a prezzi altissin1j. Vi si impiega, anche traverso la rateazione, il modesto risparmio autonomo. Si formano rapidamente Società per l'acquisto, L'l costruzione, la lottizzazione, ecc., di pro• prietà fondiarie di ogni specie. Il fenomeno, che del resto non è recente, ha acquistato in quest'ultimo periodo 1u1 ritmo accelerato, e ha tali proporzioni da farlo rieutrare in quei casi di dinamisino economico a conseguenze sociali, che Maffeo Pautaleoni ha magistralmente illustrato. Si potrebbe cosi dire che il capitale italiano, sorpreso nel1e dure congiunture del dopo guerra, si è abbandonato alla produttività per sè stante della terra, che (almeno provvisoriamente) rende a costi mnani decrescenti. Circa ve11t1cmque anni fa Achille Loria scriveva queste parole: <<Di un'alleanza, per . vero morbosa, fra il lavoro improduttivo e la rendita, fu, in tempi da noi non lontani, te• stimane e vittima una cospicua parte d'Italia: <lacchè il Regno di Napoli altro non era che una n1onarchia assoluta, appoggiata al lavoro improduttivo e alla rend 1 ita, e schiac- , ciante i] capitale e la borghesia con ogni sorta di nequizie e di inf a1uie ... Così avviene oaci nella Spagna, ove il potere è nelle man'i di 0 una tacita coa]izione dei militari e dei proprietari di terre; e, in proporzioni n1inori, ciò avverasi anche in Italia. D'altronde, rnndita fondiaria ed interesse del capitale in1produuivo si raccolgono di consueto nella stessa 1nano, o presso i redditieri superiori: di modo che la fusione politica dei due redditi può compiersi, anche senz 'nopo dj m1a formale alleanza ... Perciò niuno si slupirà se la potenza di questo capitale è oggi prevalente in quei paesi _nei qua~i esso g~1u1_ge a formare alleanza con la rend1La fondiaria, e a dominare, grazie ad essa, i redditi rivali. Cosi in Italia, fino a poco tempo fa, si ceJebi-ano ali scandali enormi della bancocrazia crimiu~e e le Compagnie fen:oviarie sono tiranne del Governo, 1nentre tuttora le Società di navigazione strappano pr~vilegi e sus~idi~ inITT.ustificati, e 1a specnlaz1one preme i;;L.1 po~eri costituiti ~er ot~enere irr~gi~:n1e\7o]i • espansioni della circolazione fiduciaria )>. . Ma questi tratti, debitamente tempera1·1, riproducono abbastanza esattamente la s1tt1azione attuale, o ne indicano, almeno, alcuni lineamenti essenziali. È, infatti, una visione franur.,entaria cp1.e"IJache nella << re<lN zione )> fascista si ljmita a considerare due cose: Ja con1pressio11e politica e i s?prare<l: d'iti, che il partito dominanle assicura ai proprii inen1bri. Anche quest~ asl?etto _sen: za dubbio esiste. Nel linguaggio d1 Lor1a s1 direbbe che il lavoro improduttivo, di coloro che attendono alla difesa del <( regin1e "~ si è conajunto alla rendila fondiaria e al ca• pital~e cli spec~,laz~.o_n~:Però non_ è a~~al_to,an_- che se è Ja p1u vis1b11e, la faccia pnt 1n1po~- 1ante deJla realtà. I'-Jon ogni regin1e coerc1• tivo è un regime di reazione politica, e, se il fascis1no è·reaziooe, nel pieno senso della parola, lo è appunl? perchè esso coincide con l'.assorgere del capitale nnprodutt1vo e dell,, rendita fondiaria. In questo senso, e non ne] se1nplice senso ~olizies_co, si p~~ò trovar ~:iualchc affinità. tr.a 11 fasc1smo e 1.I bolscev:sn10. Entrambi rappresemano, attraverso le mcalcolabili differenze nella distribuzione, un r_,- torno a trna economia quasi naturale: ossia tutti due sono il prodotto del disfarsi o del vacillare clell'eco11omi.a derivata e ·ndustriale. Ma ciò ci dice anche che non tutto, nella reazione econo1nica operata dal fascis1no, è frutto di volontà politica e di arb'itrio partigiano. Venuta a mancare la rivoluzione socialista, che giustamente fu da noi prospettata come w1a rivoluzione di tipo piuttosto russo che anglosassone, non vi era, nelle grandi linee, altra allernativa. Solo 1ma borghesia indust1·iale formidabile, che avesse saputo superare di colpo l.a deficienza delle materie prime, l'inferioi-ità della attrezzatura tecnica, la scarsa attitudiue inventi va e mercantile, avrebbe potuto fare il miracolo. In questa ipotesi, che è assurda, si sarebbe risolto, con la n1aggior produzione, quel problema di , distribuzione, che- è stato il tema essenzi.ale dei movin1enti eversivi del do110 guerra. ~la J'ipotesi non si è, natÙra1n1ente, verificata. Non poteva essere una borahesia industriale, cresciuta sempre all 'on1.hr~ del protezionismo e clel so'vvenzionis1110statale, e che, in sostanza, non conosceva che il mercato inLerno con1e sua bandita di caccia, quella capace di fare il prodirrio. Tale miracolo borghese, della molL1pJ.icazione dei beni, sarebbe stato il vero n1jracolo del [ascismo, il quale infaLLi lo ha anche vagheggiato in questa forma .. IVIa appunto vagheggiandolo e tentando d1 prepa: rargli le condizioni nece5sarie ò g~nnlo !JOl .all'opposto risultato: di portar sngh altan le classi terrie1·e; e, insieme, i loro naturali « fiancheggiatori » (paro1a esatta. ed ~loquenLe), che si trovano, sen1pre, nei cet1 speculatori. Da quatlro 1uesi, _da quando ~ou:in~iò ].a re«olamentazlone del 1uercato elci t1toh pnva~i, la noslra economia è Leatro di una lotta molto serrata. Il n1inistro De Stefani, guidalo da un istln• Lo conservalore e cainpagnuolo un po' corto ma sano, avYertì (troppo tardi, però) una insufficienza e una contraddizione. L 'antago• nismo era questo: che la floridezza dell'economia privala, sopJ.·atullo induslriaJe; non poteva sussistere che a spese della fl_onclczza de11a azienda economica sLalale; e. viceversa. Il risparmio del Paese che per diverse vie accorreva n<""llecasse de11'Ennio, non solo ve• ni.va, naLurahnente, a manca.re in quelle delle in1prese Jiberc, ma vi. ve111vaa 1nanrar~ in ruisura tale da_delern1in,arnc 1u1arresto~]~ sviluppo; e lo stesso nel senso opposto: ~ ò'. qui i'insnfficienza. P_osto ne]fa 1_1ecess1ta.d1 sce«1iere tra ]'una e ]'altra dJI"ez1onc da 1mpri~1ere al risparmio, l'on. ~e Stcfani optò, come era natul'ale attendersi, a favore dcJlo St.ato, ma, però, la sua scelta non raggiunse È un alto fondamentale cli pigrizia coni• piuto dalla nostra economia, ed è esso cbe ci dà, forse, l'ulti1ua chiave per capU:e anche la ineri:e rassegnazione politica del Paese. Ma, co1)1unque si.a, il fatto certo e obiettivo è questo: che dalla 1nenomazione dei celi in• dustriali in senso proprio e degli tsraLi dei risparmiatori, stanno venendo fuori, trioufa. trici, ]e classi agrarie. Riavremo il dazio sul arano. La rendita fondiaria, donde il fasci~ :n10 ]ia preso le prime serie 1nosse, viene tul"la i·nsiemc sul primo piano della politica italiana. E, come accade se1npl'e, la élite clclla classe economicainente egemo11ica di. venLrt iJ µruppo dfrigente dell'intero Paes?, e, più o n1eno, pone dappertutlo la propria in11nonla. Ma il denrezzan1ento crescente della lira ha prodoll~, accanlo alla valo1·izzazione in b.locco della proprietà terriera, anche una clifierenzi.azione profonda nel campo della econo1nia industriale. Questa può, nelle grandi .linee, dh,jders.i in due branche: le grandi industrie, o protellc o che lavorano per l'esportazione, e le industrie 1ui11ori cl1e, in massin1a, producono per i"! 1nercato interno. 0Ta, ffientre queste ultilnc, a conti fau·i, non ne hanno cavato un gran che, le prin1e sono sLale fvaorite in tutti i modi. T..,as,·a]utazione della rnoneta i: stata per esse un danno cessante e un lucro e1nergente. La poverLà del mercato interno _le a~- vantaggiava, perchè ntettcva a loro d1spos~- :tione .La nuu10 d'opera a buon n1ercato. V 1ceversa non recant loro nessun danno, per• chè il lor8 principale 1nercato ili colloca: n1ento era a11'eslero, e~ naturalmente, ne1 paesi a valuta prci:dala. Si.a al~'us~ita che all'entrata questo congegno, cosi chsposto, costituiYa per loro una rendila secca. Il gioco, essendo cvidentemeute forzato, non nrnnca di inconvenienti; i 111crcati cslcri (lo stiamo vedendo) si difendono; ma in complesso si_può dire riuscito, e riuscilo sopTatutlo 111 iorza tlc)ra;-Lificio inouetario. Ora quando un pro- ('CSSO produtti.vo vivC' su quesLi nrnrgini ed <', in sostanza, doppian1ente p1·otetto <lai dazii alti e dalla va"luta bassa, e~so (> molto ,·icinn ai l'alli della pura ,peculazione. Siamo di frr,ntf' ad atti di paraCisitismo pdvato df"terminatj dai potr·ri <'Oercjtivi, fiscali f' mone• tari deJlo Stal<>, P rh,.:: <•e_:. ..erf•hbcro iJ ,ziorno in r,ui il potn,· politir·o ,J,-,i•les<W clal difen- ,1,,,·Ji. Il ,ivi-simo allarmP. <•hf' ha -11,<:itato nPi <·ir<·oJi jn 'JUf"":.tione j} \.entilato propo- ~ito òi dr-flazion<· o di -tahHizzar<· la n1oneta~ nP e Ja prova n,Jn n,~,·e.':saria. ma, però. definitiva. f<~ Ja Jor,J lo~fra n,~,·e:;.;.aria: ,~d ~;;.~i. anzi, "\!anno r·hi,-d,-nd<> di piu: vaono <•hjPd,~ndo <·h,~, fJPJ" 1111 \."f'Cf;-0 O pr~r r aJtro. -i ~Lampi ffr•JJ"ahra <·arta moneta. J.,,-. jndu~trie~ fo~µiatc ~1i lln pi<:d,~ rl"arlificjo. ,-.i,-J,j,-..rlono dr•i dazii di pr<,1'·zio,w aJla frontif'ra ,..,.mp1•p JJi11alti: ,~~~,-.pPr \.iv,•n~. df'.bbono comu<Jniu .. av<·r" un mar,!.dnP di ~po,!!Jiazion,...del N>n.,oruat<Jre int<:.:rn,J. F., nPllo -tec-.~omr.,do 1 <Juando Ja pr<Jtczione P 1wJla valuta, e&<;..f~ e~igono una ~valutazione proµ:J"e~&ivadeJJa moneta: perch,-.., se !l'JJl ,.·;:., vi,-nt; lor<., a mancarf'" qu, .. J margJne <Jj spoµ:JJazionc JnvisibjJ,. deJ JavoraLore jntr,-rn(), dalla q11aJ,.., pre<·i~amf'nt, ... tra2gono i Joro profitti. Da una indu-tria. p-ùsata -u hac-.i f]j 'JUf--l'J :;erwre, aJJa '"per•uJazione pura P ~mplfr·,~~ ;J pas~aggio è hrevis-:;imo. Sott(J un <·erto a.,pf't• LO ~i può anzi dire <·h~ Je due C.fJ{.P di identifi<-ano, e che 'JUcsta .~pecie di pseudo,·apitaJP produttore at!is.<;.eanf'he come <·apitale .-prculativo. In occa,ion<, dell'ultimo precipitoso rihasso deUa lira si è appreso <·hc>le industrie esportatrici non realizzava110 in lfre :J ricavalo dcJJa loro vendita in dollad e ,lerlinc, ma riportavano i Joro crediti in vaJuta este,-a. In sè e per sè roperazione è più ehe normale. Poteva anche essere .~aggia, perd1è queste industrie dovevano pur fornir.si. ~uJJ,-.. piazze estere, di materie prime; però~ in ogni caso, il riporto del ('l'edito in rnluta estera, in tant oaveva un senso i11 quanto Ja lira fosse ribassata. Ma Jl ribasso de1la moneta nostra era, ni parte: determinato dalle esigenze appunto delle industrie e0 portatrici; e queste, quindi 1 guadaf!11a-vano due volte: una prjn1a volta, all~interno~ rome produttrici, e una seconda ,·olla all'eotero. come speculatrici. Del resto è notorio che una vlauta in istato d_j squilibrio continuo ro di discesa iillnterrotta, determina il na.::cere di ceti specificatamente speculatori. Essa fa nascere la possibili là di trasformazioni di ricchezza, nello spazio e nel tempo, le quali non sono mai propriamente accompagnate da lavoro. Anche da noi le Banche, come pure negoziatrici di valute estere e di moneta nazionaJe, si moltiplicano; entriamo sul terreno tipico della speculazione. :'.Ifa questa si estende, d'altronde, a tutti i campi. ~lan mano che ]a lira si deprezza, ,-i è un riaìzo rapido e generale dei prezzi, e, su ogni gra• <lino di questa scala, prende posto un intermediario. Cresce di gio1no in giorno. nelle ciLtà e nelle campagne, la categoria dei cit. tadini che vivono sulle differenze delle compre-vendite successive (e in grandissima parte a vuoto) degli immobili e delle merci. Anche la Borsa si è risentita del fenomeno: si assiste ad operazioni dj portafogli n1inimi: si formano associazioni di operatori minusceli (vere cooperative) per coinprare e ,·endere titoli nei lotti di uso. L'ou. De Stefani ha segnalato ·questo stato di cose, e si è proposto~ fra l"altro, di« moralizzare» la Borsa. L'inte11Lo era, in fondo. lodevole e sano: si tratlaYa di impedire l'epidemia della speculazione di rapina. Ma il risultato è stato questo. La folla di questi specnlaLori minuti è stata dispersa. Vicernrsa la élite dell'alta speculazione in cambi e in titoli è rimasta; e, mentJ·e la moneta oscilla. aiocando al rialzo o a1 ribasso, s1tlla lira o :ulle azioni, indifferentemente. e, in ogni caso, prelevano un u·ibulo sulla ricchezza. La 111oneta è stato uno sLJ:umento potenti~- si1110, meditatamente impiegato. con cui il fitscis1110ha ,·ariato la distribnzione dei red. diti e la stratificazione politica delle classi. in senso nettamente consen·atore: al tipico conservalorisn10 italiano viene regalata una Yigorosa reYh iscenza. . Il mondo a2rario si affaccia, dopo 1] fuoro del napoleoni~u10 industriale espansionistico. a] primo pian.o, aYendo al proprio seguito un corteo multicol01·e di ceti predatori di Banca. di Borsa, di dazii, ecc .. ecc. Man n1ano eh<' le cose si chiarificano, appare che il Paese viene posto a disposizione della manomorta fondiaria e della m1baine finan:;iaria. È questo l'aspetto 5ostanzioso del ri'"olnzionarisn10 istiluzionale. Il pseurlo cancellierato non ha J)er obiettiYo che quello di contenere g:Ji sviinppi, incsorabiìn1enle Hberali, d'una borghesia sana. libera e produttrice. NelJa marchinC< corporatiYistira deve anelar distrutto o(rni srorzo em.ancipatore della classe oper:ia, dei ceti tccn~ri, e. forse, degli t-les~i irruppi jmprcnilitol'l nou sd_1iavizzati. ~ '01~~ nipotenza del potere esecutJ.vo vuol chre i1 priYileg;,io inuuobile assicurato alle rendite non guarlagnate. deriYat-e dalla terra e dalla mera congiuntura. ll sind.acalisu10 di Stato sip:nifichc1:à l'equa cle1nosina, in,·ariata. del la, oratore niansueto. Vi è, una logica in que• sto sisten1a, e una logica correlaliYa deve rivelarsi anche nella Opposizione. È assurdo ,·rcdere ehe le correnti iiherali, anche f.e rap•

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