La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 26 - 28 giugno 1925

b 108 LA RIVOLUZIONEUBER.~LE Uomini e idee e1avarno realmente persuasi, dopo che eravamo stati menati pel Colo,:rneo in lunghe e coraggiose proces• :;if}ni, dopo oumerosi t·ongressi, dopo molte bastona- // mi/ilare. le prese all'uscita clni comizi, ci siamo visti abban<lo• fo; t giuslo riconoscero - scrive Angelo Gatti (1), oare proprio .sul più hcllo dai (lfrjgenti e da quelli imo dei pochi esempi odierni di militari che abbiano rimasU ci siamo 8entitn aus1,urrnrc aJl'or,..r.chi,, unti saputo conquistare una visione politica O storica dellt• prndcnza lre volte prudf'nza ,>. •011e- che l'opera di un vero soldato nella vita ci- I giovani tP PfJrtc guelfa protestano CQntro tJuesto vile {tranne le eccezioni <lei soldati di genio) è moltt• gtisu.itismo, contro questa politica di i;otLomissione al Tolte dannosa. Il soldato, di solito, entra nella vita 1 1i 1 ì forte; vogliono identificare il loro spirito cri• civile come il toro in una ortaglia. La scuola alla stiano coo uno spirjto di libertà, dj audacia disinte• quale è cresciuto è la Scuola dell'assoluto: altri ha ressata, cli lolla contro ogni fìlisteismo e ogni paras• dello dell'onesto j per gli effetti d'intransigenza che. siti6mo politico. producono, J'assoluto equivale all'onesto. Sopn,, di <( li Banco di Romu è un pio istituto che nrm ci lu• g~ ba chi comanda, sotto di aè chi ohhcdisco; non '"i singa; gli ordini cavallereschi al merito della rim• roò esere comando che non sia obbedito, 0 un'ob• bombante salmodia oramai cc li siamo giocati tutti e bedienza che s'imponga tortuosamente a chi comanda; ncn c'è rimedio i dell'approvazione dell'almanacco di le smuSsature, le gradazioni, lo preparazioni, i com• Gotha non &appiamo che farcene, ma proprio sincerapromessi che sono tanta parte, anzi la principal parte mente; aiuti in moneta od in natura non ne vog}fa. della vita sociale, indignano il soldato. Il suo pen- mo perebè non abbiamo bisogno di nulla, meno che siero è sempre semplice. E questa semplicità divento 1ncno di soldi (questo fatto dovrebbe spaventare tut• tanto più scarna, quanto più il militare cresce di Li!); richiami disciplinari da pretese autorità ed auto• ~rado, perchè gli hanno insegnato ed egli ai è con• n:.volczzc non t'e ascoltiamo perehè ci siamo eruditi vinto, che il grado è un formidabile argomento, !"d sulle fonti cd al!'infuori del Papa e della Chiesa non è bene che, magari, di tanto in tanto, manifesti la crediamo quasi a nessuno cd è perciò inutile che ci propria efficacia da sè solo, così, senim contorno <.1i !-Ì vengano a dire certe cose che potrel,hero impres• ragionevolezza o di intelligenza, per il trionfo della sionare tutti fuorchè noi; abbiamo fegato fino al disciplina. Ma la vita civile è invece la scuola del JJUnto da prospettarci cont111nelie1 prigionia e pali• possibile e del relativo. bolo senza l'ombra del panico solito a prodursi negli Il militare vorrebbe comandare a segni al cittadino, azionisti cattolic· del tempo trapassato remoto, a si• il quale è disposto a credere 1.'altro inferiore a sè, mHi leggiadrie dinanzi. ,. questa sua credenza vuole dimostrargli con ragio- « Azionisti cattolici non sono, per intendersi, quclJi 11amenti. 11 primo, quindi, chiama l'altro parolaio, dell'Azione Cattolica; quelli si chiamano mio padre, ,~ l'altro chiama il primo trascinatore di sciabola. rnia m 3 dre, mio zio, mio fratello; gli azionisti sono I.e due menti sono, in re3ltà, diverse; ma la mente quelli che tempo fa detenevano le azioni deH'Azione del sold3to, più diritta, è più ristretta di quella del Cattolica, la quale non si chiamava così, ma era tal borghese. Le manca l'esercizio della vita sociale. f' quale. Ora noi azioni non ne abbiamo e riteniamo Quindi si vedono generali, solenni come monumenti talmente passato i] tempo di quei vecchi, da chiafino a quando la tunica li sosteneva afflosciarsi a terra marlo remoto trapassato; eppure solo oggi l'al:.biamo non appena indossano la giacchetta. Gli intelligenti chiuso cominciando a coniugare il presente i>. soldati sono proprio quelli che rimangono soltanto E altrove: « Accanto al C3ttolicismo romano pasoldati ». rnssiteggia il cattolicismo banco-romano. Quale prefe. Del tecnicismo dei militari e dei vizi del mestiere rite voi? )). È chiaro che solo un movimento anti• h:1 dato un giudizio incisivo Gioliui: « J militari clericale <li cattolici può sa,lvarc la religione da con• sono uomini di coscienza: il che vuol dire, che met• fondersi con reazione: bisogna che l'insegnamento èi tono molto tempo per non vedere che un lato solo SLurzo e l'esperimento del Partito Popolare non va• delle cose, che è il lato militare. Poi sono analitici: dano perduti nella nuova generazione. A guardare il che vuol dire che non sanno mai decidere. Vi le cose serenamente oggi non si può dire se nel clero diranno: da questo punto si può battere qua e là, abbia vinto la destra o la sinistra: ma la battaglia di qui si può andare su e giù. E basta. La conclu- ;: più che mai scatenata anche qui tra ceto privile- ;i~ne del loro discorso (in,. questioni di annessioni) giato e popolo. Parte gu.elfa non ha un compito facile è, che bisognerebbe sempre prendere tutto: Perciò nell'affermazione del suo ~ristiano anticlericalismo. non sono adoperabili che negli affari della guerra; Del resto bisogna riconoscere che una freschezza negli altri sono d'impaccio)). insolita nel movimento cattolico v'è nell 1affermazi.one Il semplicismo del militare non gli lascia vedere internazionalist'l di questi nost ·i amici. in politica altra forma statale che la dittatura. Il suo <eVogliamo cooperare alla europeizzazione della lealismo lo rende sovversivo in ogni ordine der:io- - cultura, n superare cioè, di pari passo che le supera cratico. Jl regime democratico è fatto di esperienza, 1 b scienza, le l:.arriere d'un egoismo, non nazionale. Ji abitudine, di limitazione quotidiana dei poteri al• ma nazionalistico, fomento d'odio nei popoli, periiraverso l'esercizio di tutte le critiche; in regime colo grave per la cattolicità ,(universalit~) stessa>). democratico il pensare ha la stessa dignità del fare; Di colore oscuro invece le parole che seguono: ~i demolisce, mentre si costruisce O si ricostruisce; <' Noi tendiamo agli Stati Uniti d'Europa con mode. il generale invece è abituato all'idea del servire ratore il Papa >>. Dove- si dice più e meno che non lealmente, la Corte è più sentita del parlamento: sia la verità: perchè un'influenza spirituale europea fJn cui stato monarchico vuol dire il Re. il Papa esercita fin d'ora, nè è da creder~ possa E un errore porre l'antitesi tra militare politico esercitarla più ampia nel futuro e perchè gli Stati - come antitesi di uomo d'azione e tribuno. In poli- Uniti d'Europa saranno opera laica de11e democrazie tica il generale diventa facilmente retore, uomo di d'ogni colore, so~ialiste, cattoliche o protestanti. poche idee è tratto a sopravalutarle: è potenzialmente Il fatto è che le nostre simpatie per i guelfi non nn ideologo perchè non iniziato alla discussione mi• v&nno ai loro sogni, assai anacronistici com'è natu• ~urata e all'equi1ibrio della diversità. Nel vecchio r~le, ma a1l'energia con cui essi resistono ai nuovi regime il generale poteva avere dietro di -sè un'espe• e falsi ghibellini, facendo causa comune col popolo. rienza di corte. È in questo caso che si trova il genera-I-e non inesperto di affari di Stato. Nello Stato moderno le cose sono diverse; le ambizioni politiche nei militari diventano un pericolo: nascono da un esagerat~ senso dell'autorità; s'accom11agnano con una mancanza totale di esperienza di ·vita. Il fatto stesso della carriera con il miraggio di promozioni che non Ytngono mai, con la ti.<luziortt di ogni spirito di iniziativa, con 1a fatica delle abitudini, la facilità J: adattarsi a un ambiente mediocre, filisteo, di idee fatte, di pregiudizi, esclude la vivacità di imprevisti della vita industriale, commerciale, politica, mon• <lana. Da Ludendorf a Giardino, da Castelnau n Ca• dorna, abbiamo visto in questi anni gli esempi della inettitudine del militare alla politica. Le democrazie moderne non ammettono accentra• nare proprio sul più bello dai dirigenti e da quelli menti e abusi di potere. In Francia Millerand e Pain• levé sono Slati indispensabili per vincere la guerra accanto ai generali. La democrazia vede nei ge1Jerali dri tecnici, non dei capi. Isolandoli in un mondo chiuso e singolare li sottrae alle responsabilità e alle difficoltà della politica. Così l'ipotesi di un governo di generali resta abolita già nell'atto in cui ai p9ng:ono le prmeesse di una vita moderna. (1) ANGELO GATTI: Uomini e folle rappreJentative. (Mondadori, Milano, 1925' • L. 15). Parfe guelfa. Rivoluzione Liberale ha il compito di tenere il collegamento tra i nuclei di avanguardia di lotti i partiti. Importa che si formino· gruppi di giovani nuovi capaci di vedere le cose modernamente a qua• lunque corrente d'idee si ispirino. La cultura cat• tolica ha bisogno come ~gni 2.ltra di quest'opera di critica e di rinnovamento. Per questo lato è notevole l'esperienza che ci de• .scrivono nella nuova rivista Parte guelfa alcuni gio• l'Sni scrittori cristiani, Giordani, Galati, Cenci, ,che hanno pure in qualche modo partecipato al nostro movimento. « Dopo aver ricevuta una completa e coscicnrioaa formazione cristiana durante la quale a noi ragazzi era stato insegnato ad essere poveri, ad essere umili, ad essere audaci fino alla morte, a non aver paura di nessuno, a stare di fazione giorno e notte armati ~l sacro deposito deJla fede; dopo che di dette cose d Un fribuno. ~ugenio Chiesa fo filofascista nel 1919. Egli direbbe ora che fu « uno di quelli che guardarono con qualche speranZa alle forze giovanili che si avanza. vano e reclamavano rinnovamenti e trasformazioni della vita italiana >). E. Chiesa fu filofascista nel 1922. Durante la marcia su Roma. chiedeva a Mussolini cli fare la CostiLuente e la Repubblica. Il repubblicanismo di Eugenio Chiesa ha questi caratteri di facile sovversivismo, di amore e.,, speranza del colpo e.li scena. E. Chiesa era filofascista perchè antisocialista. Ora il suo libro cli osservazioni: La mano nel sacco (Roma, Libreria Politica Moderna, 1925, L. 8) è Ja onesta confessione della sua colpa: w1 libro coraggioso di documenLi, di denunce contro quelli che egli aveva scambiati per rinnovatori. Ci si trovano le cose più gustose, quelle che i'! pubblico non sa e che i sapienti non dicono i ritratti di De Bono, Balbo, Finzi, Rostoch, Cadorna, ecc. Libro di scandali. Ma. nuale per conoscere come si fam10 i grandi affari. Il libro corrisponde al carattere di Chiesa, ingenuo 1 aggressivo, rumoroso. Egli ha cominciato la sua car• riera con Crispi, con Giolitti, e ba finito per trovare un super.Crispi, un super-Giolitti! Povera questione morale di Cavallotti ! Dicono che nello scorso au• tuono Chiesa fosse contrario a1la denuncia di Donati: si vedeva rubata la parte. ... Di fronte alla storia, Chi"!;sa è ancora in peccato: un bel peccato di anacronismo. La sua arma è il suo schedario: è geloso del1e sue notizie più che delle sue idee. In questa passione c'è una morale: « La casa dell 1uomo pubblico deve essere di cristallo ». « O la prebenda o il mandato parlamentare >l. Il moralista però si giova di una franca esperienza di uomo d'affari; non si tratta di,.un predicatore! L'industriale moralista: ecco il dato spiritua'e più curioso e carat• teristico della sua formazione spirituale. Ora questa chiarezza crudele di uomo d'affari rigoroso dovete trasportarla su un piano eroico e guer• riero. L'ideale di E. Chiesa è Mirabeau; il suo mondo è la Rivoluzione francese, coltivata in tutto ciò che offre di entusiasmo sovversivo. Eugenio Chiesa • non capisce la classe, la rivoluzione del proletariato, la lotta della fabbrica. I~ suo pensiero è il popolo: b sua missione è di tribuno della plebe; e il popolo si dìfeude in Parlamento con le denunce, con l'ostruzionismo, col rovesci~mento delle urne. Questa non è V democrazia moderna: qu1 1:11 corre continuamente ml filo di rasojo della <lemagog.ia: 1o scandalo non basta jjf' non c'è n~lla lotta un'idea. Coaj ad Eugenio Chiesa. paladino del popolo, tocrarono talvolta còmpiti abbastanza ingrati di propagandi8la 'elJ'irredentismo e del dogma della patria. Durante Ja guerra Jr ~rod campagne repuf'iblicanc contro i nemici deJ fronte in• terno, a base di esagerazioni e di intemperan7,e, non furono davvero un m,Jdello cli alta democra,da.. NeJJe htcsbc campag.ne er.onomiche, per ei-., neJl'affare dei petroli, isuccede che Chiesa parH per difendere il nazionalismo economico: tra i doveri del tribuno c?è l'improvvisazi,Jne ! Evidentemente nella politica italiana E. Chiesa e uno degli cbempi più perfetti di mentalità massonica. Ebbene per una volta vogliamo parlare di mentalità massonica senza ira nè disprez.zo. Finchè ci sono i i,anfe<listi è giusto che ci siano dei giacobini. E quando per i giacobini si parla di ghigliottina, noi antimasl!oni stiamo coi giacobini. Leffere inglesi Un Comizio Il vento ha soffiato co1l'ui,ata veemenza sui disci• plinati comignoli delle case «standard». La tempesta si è un po' calmata sull'ondulate plaghe dell'isola potente. E sera. Tramonto scialbo. I magli hanno dato il loro ultimo urto, i torni hanno fatto il loro ultimo giro, si sono arrestate }e gru, le frese, le punzonatrici; i Corni hanno vomitato J1ultima fiammante colata. La sirena ha fìsebj<!tO. Gli operai stanchi, sporchi, forti, tranquilli, escono come u~a marca oscura dalle officine immense. Questa sera Campbe!J - lo scandaloso Campbell -- parla a Town-HalJ. Ci vado. Viene con me un giovane disegnatore~ buono, Limido, edu,·ato. E un piccolo borghese meto• dista wesleiane. Lo conduco sui sentieri della perdizione. La pioggia cade pacifica sui comunisti. I bambini con gli occhiali a stanghetta e gli stivaloni 1ucidi cantano sotto l'acqua uniforme la canzone idiota e apocalittica. Non pioverà mai più! ~Non pioverà m::ii più!! Quando gli Inglesi attendono il tram sotto il rJiluvio permanente si allineano uno ad uno in una paziente e fatalistica fila indiana: tanto è l'unico modo per salir tutti senza lotta greco-romana. I CO· munisti invece no: buonissimi giovanotti, zitelle in• secchite, poche ragazze passabili, essi si differenziano dai loro compaesani perchè non attendono con ultrettanta pazienza. Si pigiano affannosamente contro l'uscio chiuso; ognuno tenta di sorpassare il pros• simo. È cosa saporita trovare proprio tra essi questa fioritura di individualismo continentale. La porta si apre, la folla si divide in due fiotti: quelli che pagano six pence, primi posti; quelli che / non pagano, loggione. - Oh dolcezza dei sogni egualitari! Il tumulto si placa. Vengono venduti giornali di :)inistra (la stampa rossa e rosa in Inghilterra fa pietà; lo stesso Daily Herald di Mac Donald è un foglio che non può competere in alcun modo, dal punto rii vista tecnico, coi grandi quotidiani co'nservatori e liberali). Il publ:.lico eminentemente operaio pare soddisfatto. La fine della -settimana non è lontana ed ,\r• riveranno bene le due sterline e mezzo (SO lire ..1. giorno) che riso1vo!lO ogni problema! Parla il Chairman e, povero uomo, dimostra rapidamente e con efficacia di essere un imbecille. I preludii più o meno oblativi sono finiti. Si leva un giovane piccolo, magro, pallido, coi capelli cor• vini, gli occhi vivacissimi, il viso sofferente. Veste .~i nero. E Campbell. Qualche cosa di intermedio tra l'aposto'o, il criminale e l'attore di teatro. Nella sua. personalità nervosa vi è (scusate la parola di Boehme) la « signalura >> dell'intelligenza. Perciò nonostante tutto riesce simpatico. Campbell, con discutibile inversione di valori, si vanta da un pezzo di non esser stato perseguito in giudizio. Per quanto egli si sforzi a dar fuoco alle polveri rivolu-zionarie, il suo conato è destinato all'insuc• cesso: la classe operaia è ben pagata; mangia }Ji. stecche, prosciutto e riso colla marmellata; i padroni sono degli dei invisibili e potenti. 'I dis2.ccupati sono oltre un milione e dovrebhero costituire la massa di manovra degli estremisti; ma ognuno di essi ha una paga fissa di 18 scellini (oltre 100 lire) alla set• timana, più supplementi ed incerti. Fare il disoccu• palo può anhce essere una piacevole occupazione. Campbell spiega agli Ing:Jesi i pregi del regime russo; nelle sue proposizioni elastiche e vibranti popolo non si traduce in inglese; « neople » vuol dire classe operaia. Vi è uno svantaggio per i rossi in Inghilterra: non si possono declamare i destini del popolo; la parola popolo non si traduce in inglese; <e people « vuol dire gente. Campbell giunge alla solita ed a volte anche plausibile dialettica marxistica; la usa con efficacia; la intramezza con osservazioni ironiche e considerazioni semiliriche. Ormai è il padrone dcl1'assemblea. La sua parola è come un gorgo di fiamme in cui si affisano ipnotici gli occhi dei lavoratori. Ma gli argo• menti sono sempre gli stessi. Eguali per i comunisti di Lutti i paesi. Ciò è un pregio, perchè dà ad essi la dignità fanatica di una logica metapolitica; è un difetto, pcr'chè le ohiezioni spontanee della empiria compromettonQ ineluttabilmente In formarioae eerra-ta degli scaJ]joni mentali. CampheJl !5emhra rendersi conto di qneato Atto. li mio amico metodista mi chiede ie io ereda aeJl• huon,a fode del tribuno. Jr, non so ehe eou ri.eponrJ~rgJi. Vorrei dfrgJi che in una det.erminat.t. "JODdi• zione mentale gli uomini non sono né in fraona nè in mala fede, e:emplieemeote percbè la pare1.t fed~ non ha ii•nificato per esni. Attacco in pieno ai conzervatod. " Se voi ascolterete questi 13ignori, sacete pef!ii!li tu t,reve una sterlina aJJa settimana! ». Uomini, d~mne, bambini scattanù com~ beh-e ferite. ,, Orrore! », orla l'aatembJea. H tribuno ha parlato per ahre doe ore. Il p-.hblic-r, non Bi è stancato. IJ succesw è indi.&C"Otibile. Ma domattina all'alba le donne preparerao»G P1DI· tualmente il g breakfast», i bambini si reebera11Di> alla scuola, gli uomini dallé mani ru.-ride e dal petU> villos.o saranno nnovamente a] tornio, aU. fn:a, •l punzone, al marte11o. I Il foremen .,, saranno nuovamente il }oro WM'ore. La rivolorione alla venuta del MeMi.a. Prore veloci, cannoni po!!enti u.sciranno e.-.e 8'1m>· pre dalle officine immenu. « Role Britannia n. <J Rule the waves "··· AB....-nu. Hisorgiorenfo Proudhoenl'unitàitaliana Il pensierv politico di Proudhon riKu.ardo all'Unità italiana è quelfo comune dei federalisti. Come J"ff loro, anche per lui l'Unità ittiliana era una cosa parculmsale ed illogica, oltre che per la diversità geografica delle varie regioni italiane, per la diversità etnografica e storica dei vari popoli che da ,ecoli le abitan(). Era poi da condannarsi in cor..siderazion€ del fatto eh,· l'Unità doveva fatalmente •fociare nelC accentramento finanziario e burocratico: manifestazioni entrambi della duplice tirannU:Z.econornica e politica cannessa ad ogni regi.me borghese. Sin qui ed in ciò la parte negati.va del suo pensiero. Nella parte posi.ti.va il fatto che nella lotta, secondo i.t Proudhon, ingaggiata in Europa fra il centralismo tirannico e corruttore ed i, federalismo libertario, l'Italia avrebbe dou,to essere la bandi.era di questulti.mo e l'inizi-O della rivoluzi-One moderna. Questa la sua missione: mancando alt .. quale per l'accettato unitarismo monarchico, ogni strale veniva ad essere giusti.ficato. Da questo risentimento si vedono zampillare gli insulti a Mazzini, ai monarchici ed « all'avventuriero nizzardo, ondeggiante e debole di carattere ". Bi.sogna lasciarli cadere col senti.menio cM li ha occasionati, senza indagare •• n.a;n.e stati e si.ano legitti.mi od arbi.trcrri. Interessa solo sapere che il Proudhon opi• nava essere stata sempre l'Italia una composita forniazion,; di libere municipalità, dar,li inizi della sua istoria sino ad Augusto e nonosta,nte il Papato; che secondo il P. n-0n altro sono stati. (sia l'Impero che la Chiesa sulle cui fondamenta s'è innalzata) che gli organi defensionali della federazione dei municipi, ognora sopravvissuti, e dopo il Medioevo novellamente rifioriti, nei magnifici tempi del Rinascimento che fu l'anticipazione, per altri, e per noi la· vera Riforma. In qnesta s,orica nostalgia si ravvisi l'ani. mus inspirandi comune del federalismo nostrano, guelfo e ghibellino egu.alniente, cristiano ed ateo, indifjerenteniente. In ciò alfine si veda il lato comervatore del federalismo repubblicano e del moderno anarchisnio: non meno del neo-guel.fi.snio giobertiano e ros,niniano, rom.antica.niente rettorici e,, svevi» (direbbe l'Heine), in quanto più rivolti al passato che non all'avvenire. Come si risolse la polemica giornalistica col De Girardin è inutile dire: seguì d'altronde la sorte di tutte le polemiche con.generi, e non ad altro val se che a chiarire le idee dei contendenti. L'influenza politica esercitata dal P. ;,. Italia è stala nulla o quasi: giacchè i rivoluzionari e gli anarchici - che non leggon-0 _ non lo conoscono, o lo conoscono male (neppnre Pisacane, che lo cita, fa eccezione alla regola). Solo una. certa notorietà ha avuto presso i {ederalisti e gli spiriti liberi di quei tempi, t qua.li furono, o suoi amici, come il Ferrari. ed il Petruccelli della Gattina, o suoi ammiratori e scolari, quali l'Oria .n. i. Ricordarlo perciò oggi, che anche l'eco della sua pole,nica è sva.nita nel nostro 7j. cardo, sarebbe l'adempimento d'un puro dovere storico, se non ci fosse offerta l' occa- ~ione di raninientare a.gli italiani che pur~ rl Prondhon sentì l'insnfficienza politica del nostro Risorginiento nella storica constatazione eh' esso non fu il resultato d'una cruenta afjennazione rivoluzionaria d'un popolo assurto ai fastigi dell'indipendenza, ma il re:sultato d'una interna cam.arilla governativa e d'un internazionale coniproniesso. ARMANDO CAVALLI. PIIDRO GOBID'.l'l'I Direttore responsabile. Tipozrafia Carlo Acca.me - Tori.ne.

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