La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 24 - 14 giugno 1925

98 LA RIVOL ZIONE LIBERALE pre più vasti e completi per il disarmo e l"arbilrato; realizzazione cl'jnteec- pol-itfrhe ed economiche univPròali ( una Socie là delle Nazioni seria e fattiva, esercitante una funzlonc preminente nel meccanismo della politica internazionale; 1'Ur11one doganale universa1e; ed .anche una lingua ausiliaria internazionale) ecco la sola \ria realistica per giungere, sia pure lentamente e allraverso dlfficoltii innumercvoTi. a queJl'i,kalc di ( manità solìr1alP <·he (lp1,- • <'l'>~f're.Paspirazjonc Jon~ larw di tulle le ,lcmo<"ra,ie, vc,rso Ja <1ual" dcn':Hi orif'ntarc la poi itfra eslf'ra d<'i Gov<·rni lun1.dmiranti, t" jn <·ui soJo si pui, pcnsnrc- di lrovare 1111giorno quel minimo di pace rhe c.arà ,·on~entito alJ\imanitit. LA GIOVINEZZADI MATfEOTTI Gerolamo Malleolli, di una fami!!lia di calderai, era quasi povero, quando, Jasciato il nativo Trentino, si slabi lì a Fralta Polesine e sposò una giovane di condizione modestissima: Isabella Ganzarolli ora sellanlaquatrenne. I coniugi Malleolli ebbero tre figli, vissero sempre u1 perfetlo accordo esercendo un negozio di mercerie e dì fen·arnenla sito in uaa casa - che divenne poi di loro proprietà - al centro del paese. Lavoratori e, 1·isparmiatori tenaci riuscirono ad accu111ulare una forluna cospicua col loro co1nmercio e con speculazioni oculate. Molla parte del loro danaro, a mano a mano, investirono in terreni e fabbricali - sparsi qua e là nella provincia - acquistati a condizioni faYo.revoli .... -lnche raggiunta l'agiatezza continuarono a vivere modestamente e con parsimonia. Rimasta vedov.a, la signora Isabella continuò nell'esercizio del negozio ancora per n1ohi anni. :Nella :-ua bottega t1·ovava sempre cordiale accoglienza Costanlfno Lazzari quando « umile proletario del commercio " (cosi egli .an1ava presentarsi) si recava a Fratta a visitare i suoi clienti e a l'ec-are il conforto della sua fede ai co1npagni. A lui par1ava la vedova con sentimento di orgoglio dei suoi figli che erano la sua adorazione e per i quali continuava a lavorare e a rispanniare inesorabilmente, conforme l'esempio del marito. La sventurata 1n~dre tutti li perdè gi0Ynmss1mi. Il primogenito, dottor professor Matteo, morì per primo a trentun anni. Studioso di problemi sociali aveva pubblicato diversi saggi. L~ope1·a sua più iinportante è forse: « L'.assicurazione contro la disoccnpazione" (Torino, 1901 - Editori F.lli Bocca, pp. 276, in-8°). Silvio, dedicatosi all'amministrazione delle aziende agricole della famiglia, moriva dopo poco a soli ventitrè anni. Entrambi dormono nel campoEanto di Fratta dove li raggiunsero più tardi i miseri avanzi del secon-:logenito, Giaco1no, a loro fratello anche nella fede politica. Giacomo n~"'qV::6. nellii casa paterna il 22 ilaggio [1385. Trascorse l'infanzia a Fratta ini.ziando\i gli studi. Li proseguì a Rovigo nel ginnasio-liceo " Celio "· Anche quando si trasferì in quc_lla città e vi fu collocato a pensione presso ailÙci della sua famiglia, ritprnò frequentemente al suo paese. A Rovigo ìc Yisit2v.a spe:·ssissimo la 1nadre che prende\·a molto intr-resse ai suoi studi. Fratta Polesine è un comunella di forse cp.iattromila anime. Al suo centro (a circa 13 chilometri da Rm igo e a 9 da Lendinara) presso lo Scortico (corso d'acqua che unisce l'Adigetto al Canal bianco) sta un borgo di ridente aspetto formato da grnpJYi di edifici ben costruiti con al L1gui vasti deliziosi giardini. TI borgo ha origini vetuste. Fu già luogo forte. Nessun rudero rimane del castello che i1 vescovo di Adria Isacco II vi fece costruire. Lo possedè e 111unì G1tgliehuo Marchesella nel 1142, lo occuparono i veronesi, lo 1·iprese Salinguerrn cli TorellD (1188) e a lui lo tolse dopo una dura lotta Azzoìino d'Este (1205). Lo rico\lquistò e distrusse, nel 1224, Tisolino Camposampie1"'ù. Giacomo Matteotti amava ricordare le •1icende belliche delle quali era stato teatro il suo borgo e si era interessalo della rita guerresca del coniede Guglielmo Marchese11a, eseguendo ricerche non n10Ito fruttuose in axchivi e hiblioteche. Un giorno un conipa.gno si meravigliò ch'egli si occupasse di siffatte ricerche. Come un socialista si interessava della vita di un signorotto, di un nobile? ... Gli sembrava un alto di incoerenza ... Giacomo sorrise honarian1enle e raccontò come probabilmenle anche h sua famiglia fosse di origini aristocratiche. Difatti un prete trc.t1tino - previo sborso ài una s01nm.:1 di c12naro - si era offr~rlo di documentare con1c la fan1igha .MatteotLi avesse a capostipite nn bastardo dell 'in1peratore di Gerznania: 1\1attia, Hi}JOte di Carlo V. Giacomo a,·cva declinato l'offerta, 111a per burla si compiaceva talora ricordare le sue presunte origini aristocratiche con al'ia scherz.osa di supedorila: - lo che discendo dall'imperatore Mattia ..... La popolazione di Fratta è generalmenie occupata nei lavm:i dei cainpi. L'industria dei co-nL-nni dà lavm:o ad un discreto nuffiero di operai. La vita vl trascorre tranqui1la e monotona. Il bo1·go si aninut alquanto ::il giovedì per iì mercato, che però ha in1portanza locale solLanto. In questo ambiente ristretto visse i primi anni Giaco.:.nò, fra la scuola e ìa bottega paterna, giocherellando per le strade coi suoi coel anei e recandosi talvolta a pescar rane nel vicino :Naviglio Adigetto. La fiera annuale di animali del 30 ginguo ricl,iamando in paese n1olta gente e insie1ne giocolieri e giostre, era attesa dal ra~azzo con desidf'rio. Dei divprtinien.ti da godere i:;i parla\a fra sro·lari in anli.eipo per lunghj mcSj e si rievocavano con nostalgia Jc giornale di fiera dc~di anni precedenti. T-fon erano r1nc!-li j soli svaghi di Giacomo. Sebbene la sua [on,iglia non eccellesse in ze1o 1·eli~joso egli , ( niva condouo "ialvo1ta in rhiesa e , i si recava ancl1e da solo. ln un primo lC'mpo si era interessalo aU~ funY.ioni religiose, poi l'edificio stesso della chiesa aveva finito per .richiamare la sua maggiore attenzione. La chie!-5:lparrocchiale dj Fratta - dedicata ai Santi Pietro e Paolo - è vasta e ricca di 1narmi, di pitture, di decorazioni, <l'intagli. Gjacomo mi condusse un .-,iorno a visitarla e mi fece amm.irare le pil- ~1ue del Tinlorelto e di Paolo Veronese ivi esistenti. Alla porla maggiore sta una 1nagnifica bussola del Brnstolon e nel suo coro esisle un p.arapello in Jegno intarsiato opera dei celebri Voltolina di Lendinara. Questo parapetto era oggel lo della estatica ammirazione di Giacon10 fanciullo. Una volta essendosi recato nel coro fu sorpreso dal sagrestano .a tocc·are gli intarsi e scaccialo a scapaccioni. Anche la chiesa di San Bartolomeo, ridotta a n1agazzino, inleressava il ragazzo pex certi caratteri gotici che vi son scolpiti. Egli a,·eva dll.l·Hto parecchio pri111a dj poterli comprendere e fu felice quando, progredendo negli studi, potè leggerli e apprendere così che il vecchio edificio era stalo erello nel 1338. Molto ammiJ"ati furon sempre da lUi ali antichi uala:,;zi costruiti per le nobili famiglie l\1oìin ~ e Br1doer clal Pallad:o: Egli ayrebbe voluto acquistarne uno, ora d1 proprietà del genera le Guerrini, ma il suo desiderio non potè essere mai soddisfatto. Cosi crebbe Giac0mo co11 spontanee inclinazioni a11e cose d'arte e alle antichità. Doveva poi ancora maggiormente prendervj passione d]- veno,to adulto. Al ginnasio e al liceo si fece :gotare çome alunno studioso e di]igen.te, stimare e benvolere dagli insegnanti e dai condiscepoli. E si faceva benvol~re dalla [an1iglia presso la quale era ospite. Vivace, dotato di fortissima volontà fin d'allora si ùnponeva, si faceva valere fra i co111pagni. Studioso, non sgol:,bone, frequent.iva la biblioteca clell'«Ac: cademia dei Concol·<li >l attendendo .a studt storici e letterari ... SimpatÌ2zante per il partito socialista, era appena qnattordicenne quando partecipò al n10vin1ento giovamile de] partito e alla sezione adulti si insci-isse poi - ventenne - nef 1904,. La buona signora sua ospite .lo trattava di enfant proclige e prevedeva giusto che sarebbe diventato 1ninistro a quarant'anni! Più Lardi, nelPaprile 1919, insierne con lui mi ree.al a far visita all'ottima signora. Lo accolse Cestosa1J1e11tce tenerarne□le. Giacon10 non era solito a sconfinare ncJJe espansioni affettuose, ma quei giorno era vivainente vjsibiln1ente rc,mmos;,:i. Nel sno sgua1·clo hdeu.ava una profonda tenerezza. La nostra ""ospite non si stancava cli lodarlo P gli andava dicendo ]a sua gioi:1 di rived"'do, con un danvio cli parole e aggiungeva che il gion10 più belJo della sua vita sarebbe stato quello in cui egli sarebbe salito r, in quel Palazzo>> (al. ludm·a a Monlecitorio) « dove avrebbe fatto tnnlo bene ... )). Gjaco1110 era creseiuto con la convinzione che i suoi non fos,sero ricchi. A scuola bisognava essere tra i ptiini: non perdere ten1po, 11011 clissipare. Con !"istinto della dura lotta e la dignhà del sagrifi.cio (li.venne uon10. Ottenuta la licenza liceale continuò gli studi a Bologna uell~ facoltà di giu1·i$prudenza. FretFlCillÒ con assiduità le lezioni di dil'hlo penale. Suo maestro predilctlo fu Alessandro Stoppat9. Anche a Bologn.a, sebbe11e vi\·essc signorilmente alJoggiando tnh-olta nei niigliori alberghi, con~en--ò L~ sue <.!bjtndini austere. ri1n8!!Cndo eslraneu all'aiubiente studcnt~sro e non partecipendo alla Yila ~passoaa dei goglbrdi. Si laureò giovanjssimo e frequentò Jo sìuclio dello Stoppato conli1nrnndo negli studi di diritto penale sotto ]a ~ua guida e ,~aicnùosi dei consigli del fratelìo suo n1aggjorc Matteo. Durante le vaw canze scolastiche e dopo conseguita la latffea viaggjò moltoin Italia e alPeslero. Fnron viaggi di svago, nrn anche di sLudio per completare fr1 sua coltura. Viaggiò in Genuauia, in Austria, in IsVizzera, in Francia e InghilLcra e di quelle nazioni apprese l'idioma. L\nglese l'aveva già appreso per legge1·e direttamente le opere di Shakespeare. Nel 1910 - non aveva che Vt-'nLicinque .anni - pubblicò il suo primo lavoro. Un'opera poderosa frutto dei suoi diligenti studì di diri llo penale: « La recidiva» (saggio di revisione critica con dati stalislici) edita in Torino dai F.Jli Bo,-,,a (BihJjotcca antropolo7j,•o-giuridi,·a, SPrir, J, vr,I. XI, p. p. XVJ-139). Jn <Jtt<':-;t'<,p<·ra;~ notevr•lc La <·onc<•zi,Jne socialista ,1,.Jla vita so,,iale e del fr•norneno dPlla dcdinqtwnza. !-t)0::mc·ontjenc du,_; derli('he afft>flllOA·: " Con 111,imo grou; al prof. A lessonrlro Stoppato, r-lu• rni fu semprr• ,, Lenei;o/mente prodigo rii incoraggi"1nmtto e r·onsi14li ,>. << Alla 11wrnorin di Mutlf,o, frate.Ilo rnio ,,:, amù·o, eh<' con occhio affr•lL1lf.JSO prolf!.S-5e il crf'sr;r,r,, rli qnr•.';le JJ"ginr, r!, non polè vNJr,rn<' il cornpi11wnlo n. Inlanto la madre si ritirava daJ neµ:ozio e, per dC'Bidcrio di Giaf'omo, "fasciava la ve<;• c-hia abil.azionP per lrasfcrfrsi in una casa di. campugna r,ul]a $I rada che dal centro ùonducc alla stazione ferroviaria di Fratta. Giacomo vvl-cva rimodernare ,1ue&ta casa ehe scherzosamente chia1nava « il mio palazzo,> e dava onJini inla:ito perchè si rinnova%ero le piante dP] giar<lino annesso vi. Davanti alla ca;a che lo vide nascere e dove lras<'.Orse la sua infanzia ~i Jeva un modesto obelisco dedicr.to ai martiri che il piccolo borgo diede .;I Risorgimento nazionale. Una iserizione dice: "Fratt<L - da Spielberg, Vr,nezia, Lubiana - l'eco doloros(l dei suoi Martiri - del 1821 - rnccoglien,lo in questo marnio - scrive sua storia - 31 gennaio deliberato - 16 giugno 1867 inaugurato "· e sono scoJpiti i num"i: « Antonio Villa--· Antonio Oroboni (1) - Prete Marco Poli -- Federico Monti - Vincenzo Zcrbin - Donienico Grindato )>. I superstiti, i fedeli un altro ne faranno incid.e1·e un giorno: Giuconio JY/alteotti. ALDO PAR!1'(J. (1) .li giovine Conte Oroboni tratto allo Spielberg vi morì <li tisi ne] 18~3. A lui Silvio Pellico dedicò ncJle « Mie Prigioni n una pagina comm0\'entc. Burocrazia Lariformadellepensioni Della riforma dell.a burocrazia da gran tempo si scrive e si parla; oggi poi simno addirittura ad una « svolta >>tragica! Non inlendiamo affalto occuparci qui dell'ultimo così vivacemente clibattulo progetto sulla burocr.azia; vogliamo invece studiare il problema impiegatizio, con tutta serenità, sotto un punto di vista tutto speciale, su cui da anni noi veniamo insistendo e che, a parer nostro, ne agevolerebbe n1assimamente la soluzione; ,·ogliamo dire: I" riforma delle pensioni. L'oclieruo sistema delle pensioni pare a noi la causa fondamentale, o, quanto meno, .una delle principali della esistenza del problen1a buracralico. L'ingaggio quarantennaJe dell\m.piegato, rin1ane qu.asi con1e una triste forma di schiavitil; co1ne una pesante catena, quando si consideri com.e~ spesso, □on sia soltanto lo Stato a volersi ìiberare, anche per ragioni politiche, coc:1e oggidi, dei suoj impiegati. Spesso sono puTe gli stessi i111piegati che, specie nel ritrno così proteiforme della vjta rnoderna, acquisLando cogli. anni nuoYe più proficue attitudini, hanno interesse a mulare ufficio, ma ne sono, i più, Lratteauti dalla non lieve considerazione e i1npedimento dell'abbandono e perdita degli anni trascorsi per la pensione. È tempo, oramaj, che si cambi il vigente sistmna deHe pensioni con quello oggidì più logico e conveniente cleHa libera assicurazione; libera, s'intende, nella scelta delle svariate sue forme, 1na obh]igatoda per ogni persona che entxi nei pubblici in1pieghi. In altri termini ogni pubblico impiegato avrebbe l'obb]igo di assicurarsi, ahneno per un 1ninin10 detenninalo dallo Stato, n1a scegliendosi la formola più gradita e conveniente fra le odierne svariatissin1e, prevident5ssime e sotto ogni aspetlo complete fonne di assicura::;ioni. Col vigente sistema delle pensioni, un iu1piegato che 1nuoia prima di aver f.atto un certo nume1·0 di anni di servizio, lascia nella miseria i propri superstiti. E quand'anche nn1oia dopo a,·er raggiunta la pensione, questa diventa più che gra:na nei riguardi della fa1niglia superstite. Non è certo a pensare, specie coi te1npi che corrono, che l'impiegato, spesso poyero diavolo, possa agginngere aJln previdenza delr aunalc pen!-loue, quella cli una libera, Yo1onlaria, prhata assicnrazione, per meglio prov·,ederc ai casi snoi e della propria fa1niglfo. Ed altri sarebbero ancora i benefici del sistema qu." c-aldcggi~to. Con ]'assicnra::;ione J"i1upiegato potrebbe in ogni u101nento an1pliare e modificare La polizza a suo g:radirnento, secondo i suoi nuovi bisogni (sempre, s 'inlcn<le, entro certi li111iti cla regolarsi dallo Stalo). All'occorrenza l'impiegato potrehbe perfino trovare credito 1nesso la sua Società assicuratrice; si combinerehhe così, assai bene, comodamente e facilmente, il beneficio delrassicurazione cott quello del credito; e non solo per « prendere a credito )>, ma anche per « dare a credito ", in quanto l"Istituto assicuratiYo potrebbe aprire un serdzio bancario c.1i operazioni attiYc e passi\"e con ;:.d·i1npje~ali; P facile pensarne, capin1e i del1ai:di. Infìn,,, dimettcndo•i rimpiegato dal p11hblico uflkio, potrebbe anche risol_vere il li'UO r·ontratto di a"Qicuraz-ione, o <·untJnuarlo a "'110 h~nr.oplaf•itr.,. '\P per raQl,,l)nzione in impjP('O, ~u~sit-te- ..,,1,l,e piu l"osta,·olo ddl"età delfimpi~gato, o.i,la<'.o1or:au;;alo prin<:ipalmente <lai Vll!~nte --i'-olenJa df'Jfa p<~1Eoic1ne uniformr~ di Stato. A rp,ah.ia~i clii JJn ,·ittadino, purd1e (•apace m)Llo 1.di altri rjf!uardi, potrebbe easPre as- 'linto af puhbl;eo impjego, ~ia perr;hè ogni r·ittadinfJ. pen,:iaud,, alla poi;,bjhjJhà di divenir<: imrJ;,~~atfJ ~tatalr-. prfJvvederebhf' in tempo a NJntrarre un· a:--~i<'urazione ( e r;arebhe un utilP stimolo allo e?tenden~i di ,,u,--~ta forma <li previdenza) ria perch<.!, ~ an<:he un dttadino non J'.avc~~e r·ontratta, µ:Ji .sarebbe reJativanJenlf; JH'~"H,;J~~ anzi facile rli C'Jnlrarla al momento in r:u! rlivPni~~P. a qualunque età, pubhliro• impie~ato: appuntrJ per- ('hP Je orivate S<Jf•iPtà ac;~i<.1iratrir-i hann 1J Ja ma7f!jo{·e Jibertà~ facilità ,li prr,\-\.f'dere ad o~ni più e.variata csiµ-enza, e di air~du"Star tutto eon soddisfazione di lntti. Così lo Stalo potrebbe anr::he ;dov·trsi di persone che, talvolta, anche fornite di <Jt~ time capacità, non poswno divenire impie- ~ati pnhblici, '-O]o per avere eurpa'-~ato quel fatale limite di età inconciliahi1P er.,r, l'attuale sistema della pensione di Stai:<,. Ed a7giun~eremo ancora cbe, co"J si;:;tema '{Ui da noi proposlc, l"impieg-ato uscho <1aI servizio di Stato d potrebbe sempre ritornare~ purchè conserYas~e i requisiti ,·oJuti e ,ottopo• nendosi, naluralmcnte, ex no,,;o a! r~lativo concorso con tutti i nuovi aspiranti. Dopo quanto bo succintamente esposto, frutto di lungo e sereno studio, non riesco a intravedere obbiezioni serie alla in,;ocata rjforma, yantagg·iosa per l'impiegato~ per lo Stato, per la intiera collettività. Con essa, sono sicuro, si riuscirebbe, dopo tanto, a dare il micli.ore a,-viamento alla risoluzione del proble'i:na della burocrazia. GIOYA:S':'<r CA&A:-.o-Do:--, ITO. ( 1, Qne~ta tesi è S:t.aLJproposta già ne1la Rivoluzione Liberale del 19 g_.iugno 1923, in un articolo di Observer. Crediamo H~iic insistervi coi nno\·i argomenti di G. Carano Dc.nvito. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembre, 60 JJIJlI.\"E.\"TE: GUIDO ZADEI L'Abate Lamennais e gli italiani del suo tempo Ai prenotatori • L. 10. La figura dell"abate Félicité. de Lamennais {17321854) di Saint• Ialo è una delle più intereHanti fra quante prirncggi3rono in Europa nella prima metà del secolo XIX. L"abate bretone ebbe grande rinomanza in Italia dal 1820 al 18➔ 8, poi le sue opere furono dimenticate ed oggi le nostre bibiioteche 5ono quasi affatto sprov- ,is:e degli scritti suoi e degli studi che nel Lamennais sono u::,ciLi: numerosissiIT'.i, in Francia. Uno studioso bresciano (la cui cultura lamennaisiana è stata recentemente con5:acrata in Francia dalla Bibliograpliie de Lamer111ais del Duine e dalla acco• glienza ch'ebLe a S:iint-Malo una sua r-onmnicazione fatta àinanzi ai migliori storici del Lamennais) si è accit.10 all"opera di far conoscere lo ~uittore francese agli italiani e mostrava quanto sia stata grande l"in• fluenza sua sugli uomini nostri del suo tempo. Nel volume ci saranno alcune delle più belle pagine hmennai:.iane e si leggeranno intere:<:o:mtissimi giudizi sull'Italia. In appo~iti cn.pitoli sar::mno studiati con ampi.ez7.a cli informazioni i rapporti del Lamcnnais con la Saota Sede: con Giuseppe Mazzini. con Vincenzo Gioberti, con Gino Capponi e col Tomma,eo, con Pier Silve5:tro Leopardi e con Giuseppe Moittanelli.. Notizie pres~ochè inedite intorno 3.i reazionari suoi oppositori quali il conte 1lona1do Leopardi e il canonico Borioni di Ancona e ::uìropera del principe di ì\lctternich rende1anno il , olume intcrcss,mte anche l)er i france~i. François Duine, indubbiamente il più profondo CO· noscilore di tullo ciò che si riferi~ce al Lamennais., scri,·e,·a alcw1i mesi fa, dopo aver letto i due articoli che. con lo stesso titolo del nostro ,·olume. Guido Fad1..~ia\c,a puLblic~ri.o in una ri\ista milanese: « Ie cspère bien que vous reprendrez ce mi"me sujet: L".i• bare de Lamemwis e gli ir:cliani del suo tempo, pour le <lé,·elopper en un volume, qui serait trt:s lu. et très précieux pour ]es étrangers comme moi >J. L'abate Cbarles Boutard, autore di tre grossi YOlum..i e di parecchi opuscoli hnnenuah-iani, scrh·e,·a il 25 marzo 1923 a proposito dei due articoli suaccennati: <e Dès le5 pre-mières pages, j'ai \ u que vous possidcz Yotre sujct et t1ue rien ne vous manque pour le u·aitcr avcc compétence ». NOl'rU CARLO A\"AR:-;A DI GliAL'l'IERI IL F,Lt\SCISr;10 250 pagine - L. 10. Indice: Premessa.• Cap. I: L'equi\'oco - II: L'ideologia • III: La Milizia - IV: Le Corporazioni sin• ducali • V: La Riforma cosli,luzionale . Conc-lusione - .Appendice: Circa le recenti indiscrezioni della Riforma costituzionale. ll libro di Avarrw è sopratutto uno studio docu. me11talo. Sulle corporazioni sindacali e sulla 1i;orm,1 costituzionale spe.cialm.ente egli offre delle conclusioni originali. È la prima volta che questi. due lati del fascismo vengono studiati a fondo. L'Avarna presci.nde dai concerti e dalle polemiche più noti. Egli swdia specialmerlle l'opera del fascismo al potere con larghezza. di informazione e incalzante obbietti·vità.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==