La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 22 - 31 maggio 1925

b 92 LA LIBERTÀ DJNO BoNABOJ:/.,e fonti della libertà, f0n prefazione di C. Treves. • Editrice la Libreria dc (< La Giust..izia >>• Paa:. 156 • L. 4. es:iun dubbio che i principii <lell'89 siano da eonsiderursi come le fonti genuine della libertà, se t• vero che, in nessun periodo della storia, tutti i più svariati clementi (di carattere filosofico, politico cd economico} si sono trovati così concordi in un irresistibile anelito verso la libertà come esigenza assoluta, come indispensabile premessa per l'affermazione della personalità umana. E che ciò sia, è climostrnto dal fallo che sia pure per un istante -- correnti opposte e finalisticamente discordi confluirono su un comune piano di azione. << Dalla rusione degli clementi di carallere econo• mico e materiale, con altri elementi di caraltcre pu• ramentc pu~sionale e opirituale >1sori,c infatti, come valore a-,oolu10, il concetto di libertà. La (t Dichiarazione dei diritti dell'uomo », vera e immortale for• mulazione di quel concetto, nacque dunque sotto la duplice, concorde presi,ione di due a~piruzioni contraolanti: quella eminentemente idealistica e spirituale del proletariato nascente alle libere competi• zioni polirichc, e quella più calcolata e consapevole, esercitata dalla boqd1csia non ancora costituitasi in clao:.:e, ma conscia Jelfa propria importanza nella forza economica del Paese. In questo sen:,o il .8. giustamente afferma che il concetto di libertà r3ppresenta il punto di contatto sul quale potè esoerc poosibile un comprome::ioO fra le due classi che cercavano la prO(>ria formazione e che insieme negarono e smantellarono le superstiti manifestazioni degli antichi iotituti feudali, inadaui ormai soprallullo al progresso economico raggiunto. Scar::ia dsonanza, o, quanto meno, non deci~iva, ehbero invece le influenze intellettuali. Le cause storiche che condussero alla rivoluzione c1cl1'89 esistevano già o andavano determinandosi praticamente: (, 1 fatti, come Ì.ali, procedevano per sè soli e di per ot' soli anebbero raggi~nto il loro fine positivo». L'opera dei filosofi coordinò ]e cause disperse, dando ad es5e la coscienza del proprio valore e rendendole perciò stesso più feconde di più vasti e notevoli effetti. Grande fu, in tal senso l'influenza dell'Enciclopedia. Diderot, l'artefice di quesro magnifico movimento, distinguendosi dal Rousseau, la cui influenza si era limitata ad una determinazione di modo, spazia in orizzonti più ampii e con un senso \'Cramente uniYersalistico ed umanistico, giunge ad una concezione unitaria della cohura, ossia <l ad un'idea armonica dello spirito umano e dei suoi compiti ,>. Perchè questo concorde affiato si concretasse in una effettiva reazione, alla « ingombrante mole delle statuizion.i medioevali », fu necessario opporre :id esse « un ordine insito nella natura dell'uomo quale es• sere ragionevole» ed enunciatore di un super-dir'tto eterno ed immutabile, in opposizione ai diritti o subdiritti nascenti ne11'ambito di una contingenza. Perciò tull3 l'azione si basò sul diritto naturale, l'unico terreno su cui potessero scendere, di buon grado, le differenti forze che Operarono la formulazione degli umani diritti. Con tali diretti ve, fra il 20 e il 26 agosto 1789 nacc1ue 1a <( Dichiarazione dei diritti dell'uomo)), divenuta poi il vero codjce, lo statuto di fondazione e di trasformazione di quasi tutte le costituzioni moderne. JJei due punti di vista dai quali le Oicl1iarazioni si possono considerare (o alla stregua di sterminatrici del passato, ovvero di edificatrici dell'avvenire) Bonardi sceglie, per coerenza di assunto, il primo. Il valore• di negazione dei principii dell'89, rispetto a tutto il vecchio mondo al quale - in certo senso - essi si sostituivano, vi è quindi profondamente studiato. Ma gli effetti , oltremodo complessi di qu,!i '-. principii non possono scindersi secondo una suddi\isione astratta; essi hanno al tempo stesso uoa forza edificatrice che parla da sè e che ~'intreccia con ciò che vi è in essi di negativo, o da quello scaturisce, potentissima e ineluttabile. Bene lo ha avvertito il B. se egli stesso finisce col farsi vincere la mano e consentire alla indagine sua naturali straripamenti, trasportandola su un piano di maggior n.ttualità. Nè questo nuocè all'armonia della trattazione, chè, anzi, giova più che mai alla comprensione di concetti i quali, per la loro stessa naturale preesistenza ad ogni contingente concretamento, portano in sè caralleri di eterna continuità nel passato e nell'avvenire. E bene è stato anche da un altro punto di vista: chè, appena i1 B. riguarda quel movimento sollo la specie dei suoi effetti rispetto all'avvenire, di colpo la sua fatica esce dalla rievocazione e dalla ricostrustruzione, per assumere la forma di vera e propria costruzione. Così è, per tacere di altro, la sua interpretazione del come il concetto di libertà si sia affermato, grado a grado nei vari Stati; sotto ·1 1aspctto cioè di limite, di reciproca garanzia per tutti gli uomini alla cui osservanza presiede 1o stato liberale. Ma alla compren ...ione diretta di questo limite debhono giungere ess! stessi, gli uomini, sicchè il senso ) estrinseco di limite si muti in una esatta visione di auto-limite. A ciò deve portare, da una parte la stessa evoluzione sociale che agisce spontanerunente « chiamando sempre nuove categorie di individui alla dirigenza delJa cosa pubblica», e dall'altra il fatto deJla cultura, il cui bisogno è sentito da zone sempre più vaste di polo.I .... Con infusioni sempre più permeanti di cultura, intesa nel senso più lato, bisogna accelerare questo moto, sì che, in un tempo non Iontnno i principii dell'89 possano giungere al loro ultimo scopo, e< consentendo le condizioni pec la forma di un , ero governo rappresentativo delle maggioranze >l. ccL'auto-governo e l'auto-limite sono dunque i punti di arrivo che finalisticamente le Dichiarazioni dei diritti tendono ad acquisire alla pratica degli umani ordinamenti. Il che è ,quanto dire che i] gi.' LA RIVOLUZIONE LIBERALE gantc8CO rivolgimento !-itoriro, poJitifO e giuri<li,·o iniziatosi nell'89, ben lungi dall'essere in prof>into di esaurirsi, tende invece a dare alla Bocietà umana una costituzione degna della più alta dignità: quella che abbia come mezzo il sapere e come fine il reciproco rispetto di tutti gli uomini >), 11 reciproco rispetto di tutti gli uomini: non è d.i oggi d1c Ronardi ('i m:rnifcsl.i conu• qucato conccltn i;ia ccntrulc nelJ.'ordinc <lei suo pc111>icropolitico. Egli vede, t·omc molti in quest'ora triste, che, ove mant;a la libcrlÙ, ogni altro mczzQ per raggiungere iJ progresso perde la sua migliore e 1>iù valida efficienz.1 e che, ove sia calpestata la premessa liberale, Ju stessa personalità umuna viene mortificata, umiliata e culpestata. I( ì\on appena la rigidità di quella premessa si allenta, sullo sfondo reso immediatamente cupo, &i delineano torve e furiose figurazioni di cinismo, di cupu medioevalità, di violenza. Ecco il primo <lo•1ere di tutti i citl3dini cd ecco la promessa d1e Jeve essere rinnovata: salvare e tener su altissimi gli insegnumcnti del liberalismo, egualmente nei 1emJ)i ddla sventura, come in quelli del trionfo ... Dove Mare e Come si addice ad un buon provinciale delJa mia specie, mi aggiravo col naso per aria e la barba al oole lungo i marciapiedi del Boulevard St.-Germain: mi fermai ad interrogare come un amante devoto ed a conversare come un amico provato colle vetrine dei librni. Come avviene in :,imjli ca::ii la borsa protestava al fine di non essere distrutta; ne sacrificai qualche franco a favore dc « La bataille du Jutland vue du Der·fflinger di Georg Von Hase i> che mi fu consegnato con gallica :irte da una delle giovani venditrici di Payot. Tra i miei stupidi pudori ed i miej pregiudizi più radicati vi è quello di leggere i libri nell'originale a costo di esprimere tanto sudore da far salire il Mar Morto :il livello del Mediterraneo; mi vergognavo un po' di leggere uno scritto Germanico in versione Franca ma mi accorsi poi che il Servizio Storico dello Staio Maggiore francese si era incaricato di porre a piè delle pagine alcune piccole note che ponevano acc1ua della Senna nelra volle troppo forte ,;no del Reno. Ciò mi fu molto ut.ilc e piacevole realizzando (Jualche cosa come un ec1uiliLrio esoterico del tutto confacente al mio spirito. Ho letto il libro con cura: ne ho riportato una impressione buona - questo ho voluto dire come testificazione iniziale per consigliarne la lettura attenta a chiunque tecnico o meno, sia interessato alla grande lotta per il controllo e la signoria del mare. Il « Derfflinger era un incrociatore da l:.attaglia de] tipo più moderno ed una delle costruzioni più notevoli specialmente sotto il punto di vista difensivo. Esso ebbe una importanza somma nel tragico incontro. Georg Von Hase ne era il direttore di 'tiro. Nelle prime pagine mi son sorbito un pezzo di retorica di Gork Fock in cui imparai come qualmente <( il corruccio tedesco, il corruccio bruciante e "iocoso di un Siegfried ~catenato contro la fel10~1ia dei Sassoni si precipita sopra di te .... >>(tutto questo per John Bull) e come (( Lutti i vecfhi Dei si sono levati e combattono con noi (i Tedeschi) è il \Valhalla del Crepuscolo degli Dei ll ! Ciò mi indispose non poco. Nel seguilo potei respirar meglio poichè il servizio di registrazione e di controllo organizzato da Hase nei diversi posti di artiglieria del ccOerfflinger » funzionò bene; gli incrociatori da battaglia tedeschi seguivano la linea di fila e la loro posizione ed ogni istante era nota dalle abituali ca1colazioni nautiche; d'altra parte Base faceva registrare la distanza telemetrica (elevazione) e l'angolo di tiro deHe salve pervenute all'obielli,o, cosicchè in ogni istante la posizione reciproca delle sc1uadre risulta nota. Dal libro bo imparalo varie cose, p. es., la natural dell'alienamento degli equipaggi tedeschi al tiro pe,· rollio; la bontà dalla loro telemetria e servizio bali- 1 stico generale, ecc.; d'altra parte si dissiparono in me alcune piccole leggende imparate per sentito dire, ossia appresi che: - Non è vero che il Liro di tutta la flotta tedesca fosse concentrato a volta a volta sopra una determinata nave inglese fino alla sua djstruzione e che il tiro inglese fosse disperso. Vi furono da ambe le parti alcune parziali e temporanee concentrazioni di tiro su determinate unità mentre in generale ogni nave si impegnava con ,ma nave avversaria. - Non è vero che gLl inglesi s1;1arassero peggio dei tedeschi. Con riferimento ad tma delle fasi essenziali del comb:1ttimento Base scrive: <e Io vedevo giungere gli obici ed io dovetti ben riconoscere che l':1vversario tirava perfcll.'..mcnte )>; alirove << il tiro nemico era perfett:rn1ente regolato)). Parole estremamente significative. - Non è vero che la protezione orizzontale ed in ispecial modo quella dei cicli delle torri fosse generalmente superiore presso i tedeschi che non presso gli inglesi. La « Derfflinger >> ebbe torri corazzate interamente distrutte, i proiettili penetrarono in esse in modo del tutto analogo n (Juello con cui essi penetrarono nella disgraziata. (< Qneen Mary >>.Se sul « cane di ferro l> (sopra nome della '< Oerfflinger ))) e o11 altre navi di linea tedesche non , i furono esplosioni annichilatrici, ciò è dovuto ad una ::iccurat:l <li:;potiizione delle polveri nei depositi per cui queste bruciavano e non :,coppiavano. Se gli inglesi andarono alla battaglia con imperfezioni di preparazione, i tedeschi non furono scevri di errori del genere capitale fra questi l'aver mantenuto le vecchie reti parasiluri, assolulnmcnle inutili acl alte velocitù, ùunnose per l'acquisto massimo delle medesime - costituenti un permanente pericolo per le eliche. finisce il JiLcralii;.mo, l'arbitrio e il cnmme cominciano. Quc,,to il "en-.o dell'insegnamento che, da Stuart Mili a Cavour, i più sicuri interpreti dell'idea liberale vennern diffondendo 11. " La premes~a liberale vuol esoere considerata come un patrimonio di tutti i partiti e da ciascuno dovrd)be e8Rere fialvaguardat.a allJ r,te,.sa strngua dei pili indi!WU'l!oivalori morali,,. ETTOKt: LATR0."'111(.0. All'articolo di Prmnf'teo Filodemo sullo steuo argomento, che 1>ru.'foprutuLto uria critica Cl8&aifon• data dd Partito SocialiJUL Unitario, facciamo :seguir,, <Juesto del Latrotiic() che vuol es.,ere piuttosto u,w recensione ricostruttiva che ni..eite in, luce quello che t'i è di uccettabile nel libro del Bo,w.rdi per un nvoluziouario libnulc. In .,ùu.ui accett.abile è in parte l'interf)rctazio,ic del St>Ut>cento: quuudo questa in• terpretazione si vuol preseniare come una correziorie cli et~rti indiriz;z;i politici, ,ioi rimaniamo con Marx. Allontanandosi d" Marx il Partito Sociali!ta Unitario non i11contrercì. lt> cla.ssi medie: non incontrerù nif>ntf>. Crifica navale sangue - A meno dellu maggjore rapidità di tiro (compensata pre.!.so ~li ingle:,i dalla completezza ,!elle barcate) non è \ ero che rinferiore calibro tedesco (280-305 mm.J potc:-."e ri\aleggiare per una maggior perfezione tecnica col .!.uperiore calibro ingle:,e (343381 rnm.J. La portata delle arliglierie inglesi era in generale neltumenle superiore a queIIa della squadra tedesca, co:-icchè. p. e;,., , er::io la fine della seconda, tra le cinque fasi del combattimento, la squadra delle superdreadnoughts « Warspite » potè tenere sotto un fuoco « deprimenLe, i,nervunte e penoso nel più alto grado >l una parte della fiotta tedesca senza che questa potesse rispondere percbe gli inglesi si trO\ a- ' ano al di là della portata utile dei pezzi tedeschi. - Le condizioni cli \ii,ibilità non furono costantemente favorevoli ai tedeschi ma \'ariarono spesso duranle le varie fasi del combattimento portando i] favore meteorico or:1 all"uno ora all'altro:> dei contendenti. D'altrn parte ho trornto parecchie vedute che confermano le mie impressioni :.rn1eriori: - gli equipaggi di ambedue le armate si batterono con accanito coraggio, b grande nave potentemente armata e seriamente difesa fu la regina del combattimento; - il siluro fece cattiva prova; - le siluranti furono usale per attacchi in massa quasi come cariche di cavalleria che poterono raggiungere scopi indiretti, forse anche notevoli, per la contingenza del combattimento (effet\,o psichico su Jellicoe ( ?), compulsione a frequenti :nulamenti di formazione e di rolla per le navi di linea) ma in generale furono sfortunate; - i sommergibili servirono presso a poco a niente per la loro scarsa velocità'; - le forze aeree, oserei dire, a niente del lutto. / Ho ,·oluto r.otare queste cose, così alla rinfusa, per mostrare in cose, e per esse nel libro, non solo un valore storico, ma un enorme valore attuale. Lo << Jutland n è forse l'unica essenziale esperienza bellica navale da cui oggi gli uomini possano trarre insegnamento per preparare più terribili stromenti per le lotte future. Così 'la guerra modifica la tecnica e 'la tecnica modifica la guerra, e l'una agisce sull'altra reciprocamente in lin modo che sorpassa di gran lunga le previsioni degli esperti. Così gli uomini continueranno a ::iludiare accanitamente il modo più raffinato di massacrarsi, non ,,-è rimedio: la maledizione di Caino ha un peso insollevabile: bi- .Sogna accettarla come· un dato di fatLo e viverla da forti. Quando chiusi il libro, un'omtra passò nella mia mente; pensai come fu vano l'enorme ed intelligentissimo sforzo germanico per aprirsi le vie del mare, per conquistare con l'ingegno e la perseveranza il primato navale. Poichè essi rimasero secondi cd «,Alla marina più forte, tutto, a quella che viene .in seguito nulla>>. Allo Jutlancl i tedeschi si batterono da leoni: ebbero un ::iuccesso tattico. ma perdettero la guerrn, poichè CtiSi non furono pili in condizione di tentare un'altra sortitu sino alla resa. Poveri Dei del Walhalla! In fondo ad una baia inglese a Scapa-flow è m~rto il C( cane di ferro>) coi suoi potenti fratelli. « Quando la bauagliu è vinta e perduta n sembrano dire le streghe del Macbeth. G. B. PARAVIA & C. Editori - Lil)l'ai - Tipografi TORINO· MILA~O-FIRENZE - ROMA-NAPOLI.PALERMO G. B. BALANGERO / Australia e Ceylan Opera riccamente illustrata con carte geografiche speciali e numerose incisioni. Un volume L. 16. G. B. BALA.'.'.'GEBo, cl1e fu missionario apostolico, hn scritto in questo volume i ricordi dei suoi tredici a,rni di missione. Nessuno ignora l'alto interesse che suscitano i racconti delle spesso emozionanti a.vventure che incontrano i .'.\1issionari nella loro difficile e nobile opera di apOt:òlOlatodella religione e della civiltà. li volume cli studi e ricordi di G. B. Balangero è anche di maggior interesse delle semplici relazioni missionarie, perchè accanto al racconto pone il frutto di sue amorose ricerche e studi accurati sulla storia, geografia, costumi deHe popolazioni da lui evangelizzate. I capitoH che espongono la vita sociale in Australia - l'etnografia del Ccy'lo11., ecc., ecc., sono d~~ I~iù i1~te~e~s~u~tianche\perchè corredati da numero.::;1ss1me rnc1s1om e da chiare cartine geografiche apposita.mente disegnate. Borghesia eMarxismo La replica di Prometeo Filodemo <1 }larxhmo e li• berazione proletaria " alla mia nota « Esege6i mac• :d~te JJ ( N. 15 e N. 17 di R. l.J, risente di on vizio rondamentale che J,i,ogna rilevare sfo dal principio affinche la polemica abbia la jmpostazione esatta. Questo 1,,izio ~La nell'avermi attribuito pensieri che io mai ho &ostenuto ed è dovuto forse ad una <,;operlìciaJe lettura di quanto ebbi a ~<:rivere. Posto ,·io vedfamo di mettere i punti sugli i e '-tahilire le r,osizioni reciproche. Io non mi 60110 mai ;,ognato di liquidare a marxismo come dottrina del proletariato rivoluzionario. Anzi, ho tentato di dimotilrar~, r,Jme il suo valore consista proprio in ciO. La mia critica intendeva riferirsi aJla palingene~i finale ddla "lociet.à futura. Sono perfettamente convinto ,·on Filodem,J che il rovesciamento m.arxiotico della dialettica hegeliana apportò qu~ta conseguen• za: "che gli uominj, i qua1i o.ella filosofia hegeliana '-0no r;oltanto mezzi deU'asrtuzia della ragione, ~· 1;ondo la classica espressione di Hegel, diventano per il marxi:,mo gli autori stessi della storia mosr;i ad agire dai loro bi&og.ni >J. Ma io sostenendo che il Mve:,ciamento di cui !-iOpranon apportò mutazione. mi rirerivo e esclusivamente al procedere dialettico. Ora, in effetti, non si può negare, credo, che il rigori,mo metafisico ahhia condotto llarx ai ri ,uhati che tutti conoocono. Le teoriche della miseria cre.,cente. deJl'accentramento del capitale, dei periodi di cri•i, jJ mito della rivoluzione livellatrice o::onofruttQ di tale orientamento mentale che se ha dato una filc.•ofia atti- }·istica, ha dato pure uno ,,tocco cata~trofico ad e:-oa. Quale è. dunque, il valore del marxi::mo? La -ua funzione storica? Rispondendo a que•te domande avr0 confutato, a mia volta, il mio ,;,mtrad<litttJre. Mi Lr<no d'accordo con lui nel ri t~nere la 4oria <' attività dcg.Ji uomini mossi dai loro bi~ogni ». Penso, però, che que,,ta attività •ia: 1,-.,aria e multiforme e tale da nc,n poter essere inquadrata in ne•• sun sistema: 2° alli,·ità che mai potrà to<"care il vertice :,Upremo, J"ac:.•oluto. La mia concezione cah·iniHa della vita rifiuta di ammettere una nuo, a realizzazione del paradiso terrestre. Rimango, perciù. radicato i,empre nel credere come J"epoca capitaii- ~1ica sia perenne e caratterizzata da un •lk:-~go.ir•i continuo di classi dirigenti ·venienti dal proletariato. Ora che tale susseguin,i sia infecondo. « perpetua al. lernativa tienza mèta )), è idea puramente per:-onale del Filodemo. Secondo me que:,to a\ ._.icendar.•i man mano che avviene tiegna nuo,i punti di arri'\·o dopo i quali, forse, vi sarà la decadenza. Dico cc for•e ,, perchè ritengo che il futuro non si lasci ipotecare. )fa, come queste classi dirigenti si formano? In questa domanda è r:icchiusa la mia visione del marxismo. Le mas::ie per iniziarsi alla vil3 sociale hanno sempre bisogno di un mito, di una fede, di una idea trascendente. La costruzione marxista risponde J. questi bisogni. ;.\fa passato tale momento di inizio t" chiaro che il mito non può rimanere lo --te:=so. Per cui Marx cosi "iene superalo. Restano pi::rciò fissate le seguenti conseguenze: 1° i punti di arrivo clel marxismo sono falsi e antistorici. Fab-7. perch,~ frutto di una dialettica eminentemente metafisica e rigida, a1>plicata ad un processo senza limiti. Antistorici percl.iè segnano un limite all:1 .::,toria ::e è ,·ero che essa è lotta, mito, sussegu.icsi di cont.ra::ti; ::!e> Questi punti di arrivo hanno una loro funzione in quanto hanno a destare gli umili e portarli alla t·ibaha della stori~; 3° Borghesia e marxismo non sono storicamente termini antitetici in quanto runa ha vita dall'altro. Esaurita sinteticamente in qu~:,to modo la discussione. non mi resta che aggiungere un"ultima cosa. Per errore di stampa nel mio articolo rn Mar.x una frase di Croce apparve come di SoreJ. Tullo quanto ii Filodemo disse perciò sul fr::mc~e è cosa che non mi riguarda. CA.R:UELO Pt;GLIO:"<iISI. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Vin XX Settembre, 60 Operedi Luigi Sturzo La libertà in Ilalia L. 4. La. più profonda sintesi delle presenti condizioni italiane. Un pamphlet vigoroso. incalzante~ destinato a rim:1nere come l'oper!l polemica più :.:ignificaliva ispirata dnl fascismo. È uno di quei libri, scritti di getto, i,otlo un'ispir:izione commossa e coerente, cht: caratterizzano un momento storico. Pensiero antifascista 300 pagine - L. 12. • È i;esame analitico del fascismo prima. e subito dopo il delitto Matteotti. L ·ultima parie un originale tentativo di teoria politica. Popolarismo e fascismo 400 pagine • L. 14. Storia e teoria del popolarismo dopo la guerra sino al 1923. Esposizione delle ragioni per cui i popolari sono passati all'opposizione. I tre libri rappresentano ciascuno un mome11to ca• ratleristico della vita italiana: il 1923, Congresso di Torino; il 1924, delitto Matteotti; il 1925, con l'esame complessi\·o t:: storico della situazione. pn;no GOD:b-:TTI Direttore l'C$JlOns:1bill•. 'l'ipo)!rafi:1 Cnrlo .Ace~1111t~ - Torino.

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