La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 21 - 24 maggio 1925

b 86 LA RIVOU ZIO'iE LIBERALE nrando <ltw mo, iuwnli. l no. di dif,,..,a dirclla. ('hf' <'onsistc nella ,·lr,·azion<• di barric·r,• o~,po..,tr alla importaz.ion(• di prodotti, ol lPnut1 c·on m<'zzi non ('onfor111i al foir play incluslrialc-. L~altro. di difesa indin•lta ~·hc· si '-.~,-,tan_zia.nf'I diffondersi di rapporti 111l<•rnaz1011al1, fondati ~111 lipo 11nifon11r della monrla aurea: e rlu~ allo11ta11a11o da~,· lutti quei prorer-;si di !-C"ambio a,,ent11rosi, e-li(' i,j appo~giano sul fenomeno df•I ({ ,al111adu111p;11.g >). ~o,_10 jJr<·v<·<kr<· '(IIP-.li dw· ,-i.. 11lta1i: ~q11il1l,no <· df'<'rf'nwnto nr·II,· i11d11-.1rir·a 11u·r,·ah, 1·-(l•ro. ,~ <-r<•..:c·r-nlP -.\ il11ppo 1u·ll,· indu<.lri,, a mr-r,·ato ir1t,·r110: ,. il 111110 in la/,. mi--ura dw ...; ri!-oh,·ra in IIJI \éllllag~io I'''!" riJI .. J{•lJI(' dPll.é.t (·1·011omia prod111li\a. ~011 111011,Jdiv<'1_· ... .1111,•111(o ..,j JH>11<· il prn1,IPma pr-r la irrandP d._1r..,;,,,, d<'i ,·on">1unat,,ri. <·hr-. in sen,o l,·11,·rul,·, <·011qn·<·11d,·,,-vidr•nl<'r11P11lP, lu n,11,·tti, iti1 i111,•111u, 111a, j11 1,wmm <'f'onomir-o, ri~1w,·,·liia '-ùlo l~in"i,·11u• dc•IJ,, <·aLc~orif' di <'ittadini a r<'ddito fi.,S<> o pùt'O ,·la'iLi,·o. Qw·i,L<' si lrov<•r<•hhero arri1·,·hit" del la ri"alorizzazione df'l I.a 111oneta. pofrlw 11011 ,·~ dubbio d1f', per 1111 f,·,H>nwno in part,· !-ìi111il<•a <JUPllo dC'lla alta ,·oag11la!Jilitt1 d<·i salarii. i loro rrddi1i non ~i conlrarrchl,<·ro c•Jip lentarncute. Ma qu-i f.Orgono appunlo le difTicoltit della politil'a df'flnzionistica per la dPmoerazia. Questa può. in via prin"ipaJP, Irasr11rarc gli SJJORta111rntiah11~i\i di ric<'hf'zza cli<' si \erifiea110 tr.a i privuti a hcnPfìf'io dei <·1·rditori <' a danno ,IPi dchitori, ma non può 11011 prendere in eonsidcrazione j prohle1ni deJl'el'onomia pubblica, proprjamenlc statale, che sgorga110 dal def1azionismo. ,.,.J <'rcscenle bcn<'sserc del ,·onsumator(', Ja democrazia nl\ \ isa uno dei propri i obietti\ i, ma essa 11011vuole che, per ciò, lo Stato pericoli; e, poichè lo Stato i--, dal def1aziol1'ismo. minaC'ciato ncJle sue entrat tribularie <'lic calano <' nel"lc• sue uscite coni;:.olidatf' (interessi del debito pubblico. •opratutto) ehe crescono, così due limiti si impongono. Il primo linrite vienP posto dalla necessità che i cespiti <'he lo Stato trae <'On le imposte, tasse, ecc., clall'eeonornia de] paese non vengano, per la climinuizionc generale dei prezzi, assottigliati prima che lo Stato stesso abbia potuto provvedere a ridu.rre le proprie spese. E il secondo limhe riguarda lJueste spese stesse. Alla democrazia, che è eorrente politica esaltatrice delle virtù atti\ .. C, utili e rinnovatrici della economia, contraddice di farsi propugnatrice dei percellori di interessi del debito pubblico, che esprimono, tipicamente, la figura del rentier inerte e passivo; e, oltre a ciò, diminuendoJi 1e entrate, lo Stato sarebbe posto nella impossibilità di far fronte al servizio del debito pubblico e cadrebbe rapidamente in dissesto. Ma il dissesto dello Stato, ossia il riaccentuarsi deJlo sbilancio finanziario, si convertirebbe ancora in quella svalutazione della moneta, che è la rovina appunto delle grandi masse; e, pertanto, la deflazione a favore del consumatore, ossia il basso costo delJa vita, de,·e trovare un limite nella capacità dello Stato a mantenere in pareggio l'azienda finanziaria. IJ che non può poi forse, praticament~, farsi che a un patto: cli 111anclareavanli, di pari passo, l'aumento del valore della moneta e la riduzione clell 'interesse del ·debito pubblico, che è da considerarsi, co1ne in gran parte è, alla stregua di una vera e propria 1nanomorta civile. Vi/a meridionale Note sulla Sicilia J ,a Si,·dia rappn·~·nla NJmc P n,Jtù ri-.p<·ll,J all,· ,d1n· n·gioni una faç,,• di "ifa !!iù '-01·pa'-"-ala, 111w fonrrn <·ui in altri J11o~hi IIIHJ\f' ',(JJl(J !,IH'f'f''-'W. \ila lu n1odc·r11itù ha uv11t,J rleHe inf111f•111.,· ...ul '-LHJ!-!lato di <·or..,, pr•r ,-ui fosservatort· atlf'nto p11ù t[Ìà <·omin,·iar,· a notare 1111a <..:<-ria \ arietà dj fon11a1.ioni ora ,--lr-m,.ntarr· e primùrdial<· in ,,11a11toJJJ·<Jpria ad un popoJo in 1wriudo di infanzia. C)uindi non i- d,--J tuttr, ,·,alto ,-...a111iuan• i11 1,1,w,·rJ 1111a<-ituazfrJne, ,·,111l<·1H·rHlo <''1'-at!ia li,•\ ili ,. f<·rmenti rHHJVj_ ~f1:rna1111·,,. ~irJ<·ld p')ic·oloµ:i,·i di \'ho intcr,•_.,.,,.JH'r l,J -.,t11dio,;,,r1.La ma~"a ,·he forrr1a Ja 111aµ:µiù1·au ✓.a i· d,•dit.a ulla <·ultura della terra fJ viH•n1,. in ~c•Jwral,· <-opra una fac..,--primiLi\a di <·1·011or11iarudinH~ntalr·, ha un r-Pn"" lutto JHtrti,·olarr· dc·ll"e~i~tenza, una <"one<~- zione dd mo11do ,,<'Ila quale conflui&<·ono <li- :.dw..ia -i,·iliana in hlor·1·0 JJ<,11,. jj ,·a-o di parlar<• ,Jj h'H:thr::~ia ,~dun<JUf" 11110 dP,tdi é.l"'JH'lli tJl"~i.iti\i d,-Jre~i-lf--nza ,~ non JJIHJ aH·n~ 1111a-ua -.piritualilà jn 'fUanto man<:ano fH~r r•---a J,. ,-,Jndfz;joni p,femF-nlari di \Ìta. Di ,·nulnJ. 1wr(). m:i pa,----iin ,•uj le--,·ondizion1 --ono tali da JJ<·rmeuerJo. a 'JU<--')taha--.ura rii <·fJJlr·,--pin-- ,. di opeJ"arr; .~i opponçrono J"' a\an- :,!llardj,, 'Jp<·raif! J,. <Juali ri~pond,.JnO r·on la dignitit ,. J"i111ra1l'Sif!enzaalla ,--Ja~ti<·ità ,~ al tra-fonni.,,n,J df"Jlf"' da--~L .. diri~enti <; ,-on ~Ii ,forz;i \:f•T-..<J rautonomia .,forzi jn c•uj !"animo \,ibra ,. ,i f",:,.aha- aJ riformi<,mo df'i pi,·,•<JJi politicanti jn <;cn·a di ,·rori. <.:.<.Jmm,·nd<' ,•. mPdagJiett<--. Bi(;;ù_!!Jlaquindi ,-c.,ntar<'. :-,li di ,-..-e per una ripreç,a m1Jderna. ().uni ahra '-rwranza ;.. iJJu~ic,n,--. È i11 quPslc C'in·o~Wnzr C"he la drmo(·ruziH è <'hiamala a prenclen:· posizione. Es~a non Si orr~1pa dei reti i11du~1riali in sè f> prr ~r, p_er('he. questa funzione, in quanto (' l{•{!:it111na, 11H·o111heai partiti liberali-eo11..,C"natori, ma !--i OC<'t1pa invc-cC' dc-llf' inrh1stri~. come fallo lf'cniro di produzion(' c di <'irrolazionc. E alJora le s-i presenln un bivio. O le industrie eontinuano a g:odr-rC' dcllu loro alluale situazione di relativo privilcp:io 8opratulto per l'esportazione, <" ciò 11011 (' pos~ibiJc che con la CH'S<'C'nlc 111e110111azio11c rlci lavorai.ori e dei consumatori. Oppure esse \ engono private di questa situazione monetaria di fa\'Orc. e, i_n tal ca o, non potranno sopravvivere nel la loro al tua le efficienza che quando tro\ ino dinanzi a sè 1111 merralo ·interno capace di assorbirne i 1)rodotti. Ma la prima ,·ia è ncllamenlc prcrlnsa .alla democrazia: la quale cesserebbe di essere quello che è se (come troppe ,·oltP ha fatto per il passato) dimenticasse ,,l,e il suo eòmpito specifico è proprio quello cli difendere gli interessi e irn s, iluppi deJle granrli masse che lavorano. E non resta pertanto che la seconda ,-ja. La funzione particolare, che incomhc alle correnli democraLichc, è infatti quella di ricostituire, contro il fittizio espansionismo della no tra plutocrazia che conquista i mercati internaz·ionali col sangue e la n1iseria della gran 1nassa dei ciuadini, un solido e sano mercato nazionale di consumo. Si tJ·atta~ in sostanza, di mettere gli strati più numerosi della popolaz~onc in condizione di assorbire urta 1naggiore quantità dei beni che essi contribuiscono a produrre, ossia di rjpartire a loro beneficio una più larga parte del reddito socialP. Così facendo, cioè sostituendo in parte ai ricchi n1ercali esteri il più mao-ro 1nercato interno, si perviene, dal punto di vista della produzione, a questo risultato: che essa tenderà a trasformarsi da produzione di beni a carattere cli lusso in produzione di beni a caratlere popolare. Dal punto di vista del consumo, invece, la conseguenza, evidente, sarà questa: che il tenore di vita delle classi popolari tenderà in tulle le sue manifestazioni a espandersi rapidamente. Solto entrambi gli aspetti questa è la democrazia che si realizza, poichè rappresenta un incremento di benessere e di potere ilirettivo s,1lle industrie da parte delle classi minori; ma essa costituisce anche una salvaguardia e una ulteriore posizione di resistenza per le nostre industrie stesse, a cui gli sbocchi esterj forten1ente re1nunerat-ivi si fanno sempre più difficili. Ma .a tali ohiellivi non ci si può avvicinare, restando sul terreno della politica monetaria, che 1nediante un costante processo deflazionistico. Man mano che esso sj verificherà, i salarli, come anche gli sLipendi, andranno naturaln1ente diminuendo ne11a loro espressione nominale, perchè, se così non fosse, si perverrebbe rapidamente ad w1a situazione assurda e insostenibile. Però la velocità di iliminuzione nominale delle remuneraz_ioni dell~ classi ]avoralrjcj sarà, in conformità al ben noto principio della vischiosilà dei salarii, inferiore alla velocità di auu1enlo del loro valore rale, t, in conclusione, si avTà, nella nuova congiuntura, un vantaggio secco per le classi salariate. Mollo, senza dubbio, dipenclerù dalla libertà cli movimento econon.1ico di cui saranno munite: poichè, in via di ipotesi, si può anche amn1ellere che esse seguano passo passo e anche, maga1·i, anticipino la rivalorizzazione reale del salario; ma questa è appunto una sempJice ipotesi, e il risultato concreto sarà quello che si è d8tto. Conviene, anzi arrc,i1111gere un rilievo. Essendo anche qu~sta 00 questione dell'incrocio della ascesa del salario reale con la discesa del salario nominale una questione di limiti, la democrazia ( nè più nè meno del socialismo che non sia sovversivo, ossia volutamente ignaro di ogni problema di lilniti economici) ha i suoi proprii criterii per stabilire dove questi limiti debbano venire fissati. E il Hmile è la sopravvivenza delle industrie: la sopravvivenza, si intende, nell'altuale ordinamento, che pres,1ppo11e la remunerazione del capitale. Non di ~utte le !ndustrie così come oggi ono, ben1nleso; lnsogna, al contrario, persuadersi che lo viluppo fittizio dell'inflazionismo del dopo guerra deve avere, avrà e sarà bene che abbia le sue vittime, come le ha avute quello dovuto all'inflazionismo bellico; ma delle industrie, nel regime e nell~ logica capitalistici, sì. Ora un limite, delineato in questo termini, non può evidenlen1ente fì.ssa1·si <t priori; 1nuterà, invece, da industria ;i industria, come analog.an1ente, cioè caso per caso, si pongono tu tli i problerni dei coali di produzione, dei quali il salario è apptmto un coefficiente. Però, in via generale, si po~- Ma, oltre a questi effetti interni, una politica deflazionistica non resterà senza ripercussioni, sulle nostre posizioni nell'econon1ia internazionale. Il risanamento monetario ci impedirà, senza dubbio, di continuare nella concorrenza privilegiata sui mercati a valuta pregiata, ma, nello stesso tempo, varrà a stabilire rapporti cli scambio più normali, pacifici e solidi con tutti i paesi. Rivalorizzando la lira usciremmo da quello stato di guerra eco1~om1ca, a caratte1·e aggressivo, in cui ci lror1amo, e si entrerà in nuo stato di pace inte~nazionale alimentata da scambi spontanei. In questo trapasso cla una economia internazionale cli guerra a una economia internazionale di pace, avverranno, inevitabiln1ente, dei dissesti cli alcune industrie e dei più fortunati assetti di altre industrie Ma ne] suo insieme, il bilancio deHe vari~zioni non p~1ò~sserci che favorevole, perchè queste mutaz10111 avvengono nel senso della marrgioL· libertà internazionale di produzione 0e di scan1bio, ossia in accordo al principio dei costi comparati. Ed è anche per questo che la democrazia vi rivolge le proprie pref erenze. Essa ha tra i proprii postulati la crescente solidarietà da nazione a nazione, ma tale solidarietà sarebbe erronea e caduca quando non si fondesse sui rapporti clell'eco11omia~ e lali rapporti, alla loro volta, non s~u-ebbero stabili se non poggiassero su un sistema monetario sano e non avventuroso. Ma, mentre si liquida il periodo postbellico della carta 1noneta, appare se1npre più evidente che l'oro ridiv0nta lo slruniento della C"ircolazione da paese a paese, e iJ conti·assegno dei paesi, che partecipano seriame 11le alla società econon1ica internazionale. Non v:è ?ifferenz.a, su questo punto, fra popoli v:nc1ton e popoli vinti, e .La diffe1·enza è, p1ullosto, fra paesi ricchi e paesi poveri. Inghilterra e Germania nrnrciano sulla sles'3a via; Ja loro moneta, con diversi sistemi riYalorizzata e posta accanto alJ'o1·0, ha,' nello stesso tempo, accresciuto il benessere delle grandi masse interne e noru1aJizzato lutti i rapporti internazionali dei due paesi. L'Europa economica sta rinascendo sulla base dell'oro, ed è verso questa politica che si inizia con la rivalorizzazione della Ji/a, che la de~ mocrazia rivo]ge, per rarrioni realistiche e ideali insieme, i proprli sf·orzi. N. MASSIMOFOVEL. , er'ii el<·111t•111i. Primo: jJ pessimismo. La forza di11arni{'a (•IH• (' in tullf"' Je energi<· della natura non è- av\<·rtita da a1cuno. La tradizio1u· 1na1H·a di punti di partenza ,•-.-.f•wlo --,·nq,r<• uguah• ,·on e.,a~pPrante monotonia a :-1• ,tec;:c;,ae I.a mani<•ra di "i\ere \..i<--nPtran1andata da padre in fì:,rlio identi<·a altra- \ ('l'SO I{' generazioni. Si ha) dUIH-JUC", negli animi una di-,perazionc tranquiUa ,. f'alma. pacala e -.er('11a eh<' non ;.,,<-·c·c•,-zioneod abitr..1 111entale: forma. i,H ec-e, tullo un mondo. tutta una intera r,piritualità csi5tenl<" Fopralullo co1nf' norma ctif'a e- della <Juale f"aspctlo magg-iormente caraueristico è la statica immobilità. In Sicilia Jo stato <l'animo .d~lla p]_ehe perman~ pii:, che nero, grigio. L avvemre esula dalJe considerazioni ed il passato avvince con Ja forza che dànno le cose definite, i posti sicuri. Se si è vissuti :'!c1npre così, perchè cambiare? Questa è la domanda che in ogni cenello fermenta. poiché I.a cognizione della storia, il senso del divenire si trovano assenti. C,n\1f.LO P, 1,uo,1-1. PIERO GOBETTI - Editore To,.ino - \'i~ XX Scttcmh,·c. fMl LE VITE .Vlanca alJ'ltalia una grande ooJlezionP ,Jj J,jografie ...r.;ritte eon serietà di critiea e ,![U-to <i· arte. Le biografie ehe si u~ano --erivf!re tra noi o sono monografie erudite ri~n:ate a porhi SfJf"<•iaJisti o non Pscono dai ,:!POPri deJla Jetteratura pf'r ra~azzj ~ dP-JJa banale voJ~arizzazione. '\,-.,j <·i \<JJ,riamo inve<·e a ...tudfr, ... j F- ...,;ritLori di :icura competenza P ;z,-nialità impeµ--nandoJ, a e~porre i ri~u1tati rf-r-enti deJJa ~-riti,·a s_Lorjca ,. delle loro nuoH; indagjnj rn una -.intesi ~toriC'a ori/;!lnaJe in r:ui Ja Jim~ pidezza dPIJ"e-po ..i,done -i a<"t·ompa~ni <:on un'erudizione -..o-tanziaJe. pjù d1e -arà pQ~- sibile soltinte,a. Tali bioirrafìe sono dirette al ::,ran pubhliro delle persone colte, ma richiedono dal Jetlore la serietà dovuta aU-argomento. . Ogn_i ,olurne de\'e essere di circa 2()/J -pagme m-16'' normale. L'indagine dFIJa , ita e delle opere deve procedere contemporaneamen Le: de\·ono essere eliminate le jndagioj e le analisi particolari. Solo per 5egnare dei termini d_i _co°:fronto non per proporre cle1 modelli s, rnd1cano qui come analo:rbe al nostro proposito, le bio,n-afie cJj Ca~our del Treitzche e il ,Yietzche di Halén·. La collezione si pubblicherà a--ai • rapidament~. I primi ,·olumi impegnati sono i .::eguenll: Bisogna tener conto, perciò, nel considerare il problema meridionale, della resistenza che offre il popolo secondo cui il mutare non appare con1e nece sità di ,-"ita ma come a\- ,·entura cli dubbio esito. In conseguenza gli alleggian1e11t1 \·erso _la , it.a hanno caratteristiche. originali e assolutamente singolari. Si ossen..-i, per fare un caso, l'attegcriamento al fenomeno, religioso. In sostanza O - e non sen1bri_ 1~n paradosso Paffermazione - più che cnstrnno esso è buddisLa. Dio è un ver- B. ALLASO:\: Goethe. tice che brilJa ognora immutabile, una sfinge ;.\1. ASCOLI: Sorel. che bisogna pregar.e perchè conceda qualche C. AYARi\ADI GUALTIERI: Ruggiero Settimo_ allev1amento contingente all'esistenza. Il G. BALSA:\10-CRn"ELLI: Dante. modo di considerare il divino e ]'al cJj là è- G. BERTO:VJ: .lluratori. perciò, perfettamente metafisico e domma: D. Bo:-.ARDJ: Danton. ti~, esprin~e la trascendenza piì1 rigjda per A. CAJUMI: Sainte-Beut:e. cui la fede e una fiamma costante, non esiste U. CALOSSO: JJa;;zini. come problema connesso al divenire',, clun- M. CARDJNI-TLVIPA:\"ARO: Pericle. que, com_ecrisi spi.rituale, ma spesso divampa S. ClRAMELLA: Kant. per raggiungere altezze spaventose nei inohi P. CHIML"VELLJ: Lutero. casi di fanatismo. F. CHABOD: Machiavelli. Ora, poichè non è il caso di illustrarli, pro- G. COSTA: Costantino il Grande. segmamo nella indagine. Si rende necessario A. DELLA CORTE: Verdi. a questo p1mto dire subito che rispetto alla G. DEBENEDETTJ: TG-Sso. massa del popolo si deve tener debito conto G. DE SA:VCTJS: Demostene. delle classi medie, dei piccolo-boro-besi Yi- L. EiIERY: Talleyrand. venti ai margini della industria e del com- M. FERRARA: Sella. ~er~io. nascenti. È n?Lorio come tutti i pe- A. FERRABI~O: Socrate. r10d1 d1 adolescenza sia neo-li individuì come G. FERRERO: Giulio Cesare. nei popoli sono caratterizz.:'ti da malattie psi- G. G~XGALE: Cal-cino. clnche date dal morboso acutizzamento dei E. LEYJ: Dostoievschi. vizi latenti nel primo periodo. Onde 11011 G. LE\'J DELLAVrnA: .llaometto. rechi meraviglia l'enunciare che ali ao-o-rup- A. Luzio: Francesco Giuseppe. pamenti di cui sopra rappresentan';; in Sicilia M. M1s IROLI: Guicciardini. la negazione e l'abbrutimento di orni fa. R. MONDOLFO: J1arx. coltà. Di f '.·?nte alle masse, la cui psi~ologia R. MuccI: Verlaine. abb,amo grn_ cercato di illustrare, esse rap- E. PALMIERI: Chateaubrianc/. presenlano, 111 certo senso, un passo indietro. A. PARINI: Gobi.neau. I primi urti col mondo moderno invece cli G. PIAZZA: Marco Aurelio. far scaturire una visione attualistica della L. SAJ.VATORELLI: Bisniarck. vita, hanno operato iu senso inverso. Così G. SCIOHTINO: De Sa.nctis. anche la c,ùtura. L'idealismo; il criticismo, P. SOLARI: Rabelais. e tulle le teoriche fiorite coll'affermarsi del C. SPELLANZON: Napoleone lii. nuovo, _al posto cli fornire gli inizii di origi- S. TIM:PANARO: Alessandro Volta. nab onentainenti interiori e di lilla nuova S. VTTALE: Cri.spi. mor~le, hanno generato un egois 1110sfrenato, A. VALORI: Carlo Alberto. sord_1do e gretto, privo cli orizzonti spiri- M. VINCIGUERRA: Shakespeare. luah e che dunque non può considerarsi per Z. ZI:VI: Rousseau. md1ce d, sv1luppat.a personalità, svelando ;i 1 . Si prendono in considerazione tutte le ve~e. il contrario: ]a 111ancaoza di ogni di- nuove proposte. gnita personale. Ecco un esempio di ragionamento piccolo borghese: « Se io credo o non credo, ciò è affar 11:110personale. Ma i preti cj sono e se nçm m1 vedono andare in chiesa si guastano con me. D'altro c.anto l'audizione delJa Messa non mi viene a costare alcun sacrificio. Dunque ... "· La conclusione al lettore. _Questa_ logica rigida e tornacontista, ipocn~a e vile_, svela meglio di c1ualunque esegesi 1.:u1as.1tu.azione psicologica che non è pr':'pna ad un solo campo, ma va dalla rehg1one alla politica ed è modo normale di ess~rc _nell~ ~1ita. Così la Chiesa ,·ive in questi ~ast di tac1t1 coinpromessi su tLn terre110 cl-i rndolc_ materiale; cosi il deputato viene eletto a palli e condizioni pil1 o n1eno stabilite con coloro _che tengono gli elettori in mano fornendo loro il mezzo cli vita; e le vicende fluiscono con1c un fruu1e .lululenlo il cui alito non fa che uccidere le inizialive e le ansie delle nuove generazionj. La conclusione? Breve. La piccola borG. B.:PARAVIA & C. Editol'i - Libl'ai - Tipografi TORINO· MILANO- FIRENZE· ROMA-NAPOLI. PALERMO Nella Biblioteca Paravia di Filosofia e Pedagogia abbiamo pubblicato Ja ristampa di G. VIDARI li pensiero pedagogico italiano nel suo sviluppo storico. • . LUJO sguardo sintetic? dato allo sviluppo :;torico ~lel nostro pensiero pedagogico, j} quale, ~ al_lr? parte, rappresenta in maniera molto ~1g~ficati,·a uno degh aspetti più interessanti e importanti dell'anima nazionale ... . Questo volume (guida e ausilio allo slud 1oso) uon_ pnò essere ignorato dai nostri jn- ,e~namentJ. e - come tutti i volumi della Biblioteca· Parc,via di Filosofia e Pedagogia - d?vrebbe far parte ili tutte le Biblioteche "'1ag1strah e scolastiche.

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