La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 20 - 17 maggio 1925

-8/l qualche cosa di straniero e condanna Ja sua 1nopria essenza ». Questi concelli son cosi ovvii che parrebbe inntile il 1·ipeterli: jnvece non è stato mai l'OSÌ utiJe conle ai tempi nostri, poichè v'è troppa gente jn Italia che ancora 11011 sr· n'è resa conto, 1nentre ]a crisi urge e minaccia dj alJargarsi. Gli unitari son fra questi, pil.1 arretrati ancora di Four-ier, che almeno s'era accorto che per l'operaio ·1a lihertù boTµ:hese è u1ta derisione suprema. Ess·i vivono proprio nell'atmosfera ideai<' <lcll'89; il problema è per essi <li svol!(Cr<' gli immortali pdncipi, « perfezionandoli, a, - vicinandoJi cioè all"cspressjonc assoluta nella quale furono f'or111ula1i n (son parole ciel Honardl). Marx dunque 11011 (' mai esistito, quel .Marx che frustò .a sangue gli immortali principi, che definl i droits de l'ho,nrne « i dirilli del mcmhro della socieLÙ borghese, cioè dell'uomo rgoistico, clc·rl'uo1111,separato da- ~li altri uomini e daJla comunità», che dr-- finì la lib<>rté (( il dirillo della separazione dcJruomo dagli uomiB"i, il diriuo dell'individuo limitato clic si .li111ilò a sè >). Non è rnai esistilo que.l Marx che surlc orme di llegel rlenunz"iava nel citoye11 un vuoto r.antasn1a separalo, con processo d'astrazione, dall'uomo reale: separazione eh 'egli crilil'ava teoricamente come effello de11a contradùizionc esistente nel seno della società borghese e risolveva praticamente superando la contraddizione stessa. SuperandoJa beninteso dia.lctticamcnte, cioè negandola in senso rivoluzionario. E questa rivoluzione è per Marx proprio l'affermazione de11a .libertà, come esigenza spirituale, co61piuta ella] proletk-iriato. È una volontà di palingenesi che si leva contro la società borghese. Gli unitari invece si pongono sul terreno della società borghese, 111a, e qui è il loro equivoco, conservano Je idealità socialiste. Le quali per essi debhonc esser frutto dell'indefinito progresso, di cuj fu teorico il Condorcet nell'epoca della Rivoluzione, e eh 'essi riprendono confortati dalla teoria dcli' evoluzione spenceriana. Donde il principio dell'adattamento, del gradualismo accomodante, e il repudio della lotta di classe come fattore di educazione rivoluzionaria e rigenerazione sphituale. 'J'olto alla lotta proletaria il suo caratl.ere, schiettamente 1narxistico, di rivoluzil1ne ideale, resta il se1nplice conflitto d'interestii, il quale naturahnente giustificherà sempre • la tattica che, ad un dato momento, apparirà più conveniente. Un cotale partito po-' tt·à ben curare l'immediato tornaconto <lei proletariato, magari col protezionis1no dej B.uozzi, contro cui indarno s'appuntano nell'anteguerra gli accorati strali di Salvemini, 1na non potrà contribuire mai ad un 'opera seriamente ed altamente educativa. Non per nulla i tentativi ,di revisione idealistica che esso ci ha dato, portan tutti ["impronta d'un vago umarùtaris1no o d'tm astratto sentimentalismo cattolico-positivista. Come il lettore si sarà accorto, per via ho dimenticato il libro per attaccarmi a) Partito. Tirerò dunque per il partito le conclusioni di questa inia chiacchierata, non senza aver rilevato, per quanto riguarda il libro, che può esser letto assai utilmente, non soltanto per sè, ma anche per il fatto che la sincera ed aperta adesione del Bonardi ai principi dell'89 potrebbe fonùre ottima base agli unitari per una discussione revisio□ista in senso den1ocratico piccolo-borghese, chè solo su tal via il Partito Unitario potrà trovar ragioni di vita. Comunque oggi esso non si mostra adatto ad interpretare il 'disagio morale iu cui versa l'Italia. Esso non s'accorge che libertà vuol dire coscienza della libertà, vuol dire amore della libertà (la libertà bisogna averla amata per poterla difendere, diceva Marx), e quel che manca in Italia è appunto questo amore alla libertà. Amore alla libertà che non J>UÒ nascere se non da una salda educazione spirituale, da un senso della digni Là umana che solo la più intransigente lotta di classe può dare al proletariato. Per questo occorre abituarlo al-vivo senso del contrasto, all'esasperazione delle antinomie, alla drammaticitit della vita. Il Partito Unitario accusa inv.ece j] Fascismo di avere spogliato gli1 Italiani delle Libertà statutarie e sogna di restaurarle. Esso trasforma un problema spirituale in problema di ordinamenti e cli Governo. Esso rimpiange forse i bei tempi giolittiani, che salvavano Ja legalità esteriore e facevano concessioni al proletariato, Esso crede nel democraticismo compromiSsionistico. Per un tale partito io non vedo posto nell'Italia di doman..i. PROMETEO FILODEMO. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembre, 00 Novità A. ANIANTE: Vita di Bellini - L. 10. R. ARTUFF0: L'Isola - Tragedia - L. 10,50. A. BALLIANO: Vele di fortun(L - L. 5. U. RIVA: Passatisnii - .L. 10. G. VACCARELLA: Poliziano - L. 7. a LA RIVOLUZIONE LlBERALE Risorgimenfo BERCHET rituale, il calore deJJa personalità e l'esperienza dcUc.1vi La sveµ.:liano nel dLIO essere un certo fondo cJi urnanità. Lu wliludine nello spirito di lui, vc.r~1t1c11te impulsivo, d.ivent<f allon1 colkra e paHsi,Jn<-; 1,,rl,id.a. Tutta Ja disperazione delle passale sconfiw, e delJ'esilio acecndr· gli estri della fantasja e sfoga nella lirica. La composle,,,.a classica della f'onn..a bi tradu,·<·, JH'1·eiò, in quella <'he Fran• ('esco Dc Sanctis chjama « linea sinuosa J>. E ancl1r- in q_ucsto caso, da u,1 eolremù r;i arriva aJl'opposto (' ':ii precipita nella retori('a e 11clJ'enfasi~ si ritorna aJ Medioevo. L'Ttalia r-osì partorisce un nt11JVO figurino: il tipo delresulc e del <·ospiralorc che ac<:en<lerà in segujto J'entusiasmo e j prurilj dei giovani pall'iOLi idealisti. 0~1 origine ad un nuovo g:enerc di poes"ia nella quale è una sarabanda rli mostri e di streghe, di gnomi e di folletti. Si os~ervi per prccioan· e g-jungcre al conf'rclo una fra le pili compiute poesie di Berchel: t·Es11le. rl molivo fonclamentaJe per sviluprarsi e formarsi ha inderogabile hisogno rli richiami all'amhiente. E la solitudine spirituale:.~ la repulsione verso il mondo antico fanno uscire questo an1biente daJ/a imn1aginazione accesa, Jo pongono nei piani defl'irreale, gli dànno tonalità orride-e scJ. vagge. Sfilano valli, monti e pianure, si rinnova la leggenda deJl'ebreo errante e sj cen- , tnplica nP.Jla anormalità della situ.azioue rin-_ tran'-igenza. Con1e il naufrago che più -i a:rgrappa allo •r·oglio quanto più lr onde lo investono e lo f-Jaf!ellano. r·osì Berdiet ri• mane afferralo a tale sahezza .. Wa la rinnovata forza 1t<1J1 de\,(·· lrarn• in in~a111HJ. E,.~a i- (iu.izia pofrl1'! non pO~S!ia '-~il pe,.,-J111i~mù Jnalurau, l11n~amcJJte~ tulla Lraµ-edia rh~ pf-rman,~ <·osta11l(• in qual<-i\.of.dia ~ituazi1J11e nt-• gatt)cf"'. f~,1...,,-11d,, frl\,P,(·P frullo rii rn111-ia-n1i ~oJitarii ~ di \·ampate improv\<i'-'P. ha g-ia neJl.a ~11a vPc~n,enza -,.e~nato il i;.ur, de_.,tj111,<·h<· f' qtu•Hù di un ahl,a-- ...amento rl~J.wntirH1. mulat,· I,~ <'irn1-,lanz,·. l:f":,Ule B,·1d1çl~ p,·r 'fU"~-to. tornalo in Italia, fini'-<·<~ dc·putat<1 al Parlanwntr, -,11baJpino, fallt~ndo pPr la t<'rza vr.,Jla. f.A1n!f• J,-i. L<'ratr,. f'Ol}lf" pr;Pta ,~ erJmf"; politiN, f;,!!Jj non ,;;.ap"ndo ~ùllrar'-i a! vizio fondanH·ntale del <·arallcre (; dan• e,!ujlihrir, ed nrrn,,nia ali,, forze inlerir1ri~ non rif--n• a ra;a;jung••n~ ri• sultati di -orla e rimanP bempJi.-•,:;mentP un r;aso s<·nza ripi;n·u-sione, prjvo di po!---ihi]ità (fj in'-eµ-namenti. ()~}!i noi non -entjamo di acceuarJo nem:nello c-ùme mae;tro di "·ita. La nor-,tra °"'liturl.inf'" P diverE:ea daHa -ua p,,_ polala di fanta~mi e di vi5joni d'Aµo,·aJ·i,...::i. Ci 1•0111,•ntiamo così deJJa E:piP~azione della tra;te:rlia e di as::)olverlo com,:- vittima di ee5a. fl nostro messianismo non nutre ~v-eran7.,e rii palingr-nesi e l'intimo dramma rifiuta la crrazione di ·larve e rii fantas--je. CARMELO Pucuox1,1. Vifa meridionale Giovanni Berchel (.. l'ispiratore ma sopralutto il poeta della rivolta ronianticu del '2J. Tale defìnizjone può gi:t ei-serc sufTicjent.e a stnhi.ljre quale online di prcoccupazionj gli si svolgono nell'anin10 c·o1ne premessa <le.lJ'alti vi lÙ artistica e ad afferma re a p rioristjcamen LP la in<'iullabiliti, del s11O fallimento. Il selleccnlo ci offre - (' vero - rasi di ar• Listi o rli scrillori che arrivano u rendere pili o meno se stessi. Alfieri e Parini, Vic-0 e Bare I ti: ecco dei nomi. Per tale eo,npiersi però, si rende necessario il rirugio neHa sLoria o nell'ironia, J'avvicinamcnlo a popoli infioitamente più maluri delJ'italiano o J'elaborazione astralla di ideologie tendenti a coglie,e il divenire nel generale. Bei-chel perciò che vuole inserirsi neJla vita battagliando contro il clasicismo in nome di una superiore libertà, di1noslra di obbedire arl esi.genze molteplici la cui incapacilù di acquislare i1tdividuazione e di risolversi nelJa sintesi halza evldenlc pensando alla immaturitù dello spirito. Egli è il patriota d,i Ila p<'rsonalitù ardente e sensibile, esuberante e im1.nediata che avverte per istinto la imposs·ihilità di ader-ire alJa tirannia. Queste virtù, però ,se fanno presentire Jo shocco nel rigoris1no intransigente servono pure a svelare deficienze e 1nanchevolezze profonde e senza rimedio. Rerchet è ] 'uon10 cui il carattere non consenle la severità inflessibile di una disciplina di se stessi. a se stessi diretta a limitare gli sfoghi, ad approfondire le intuizioni, a svolgere le proprie risorse. Resta quindi un artista fallito in q1ia1r_ elabora j dati ~on ~li. elen1elTti de]Pimmaginazione e non cpn que]]i della fantasia, un politico e un filosofo n1a11cato poichè non possiede capacità adeguate e preparazione di studi, il senso del reale, delle sfumature psicologiche, delle proporzioni degli episodii nel quadro de]]'epoca. La sua attività si inizia con gli sforzi del teorico nella polemica de Il conci/iatore ... ,L 'intuizio11e oscura e confusa de1la antitesi fra il proprjo essere e l'ambiente lo obbJ-iga a risalire verso le fonti, a dare assetto e ordine alle jntime sensazioni traducendole in idee, ad ovporre sistema a siste1na. È Qna ironia dei tempi che costringono gH spiriti d'avanguardia ad iinprovvisazioni ed avventure quando si richiede invece una continua ascesi elahorat.iva e la serietà è il presupposto inderogabile dell'esperienza. Così mentre in Germania quasi per lo stesso ordine di cause esteriori nasce la gr.ancliosa rivoluzione kantiana, in Italia Giovanni Berchet n1ette in cattedra e scrive la t< lettera di Grisosto1no >1 che vorrebbe essere il 1nanifesto del nascente romanticis1110 e rappresenta, al contrario, una débacle clamorosa. La insufficienza del pensiero qui è palese. I motivi polemici cohi .a volo lo mantengono nel campo dell'astrallo e della metafisica. Egli invece di dare l'analisi atta a far comprendere la storicità della reazione e del classicismo ci offre un'altra reazione. A]]a formalità aristocratica oppone la popolarità. All'assenteis1no cattolico e ateo le sue siinpatie verso i paesi protestanti. La costruzione, quindi, rimane nllnuscola e senza effetti, conserva il tono e lo stile del tempo, deve ricorrere ad espedienti meschini quale la creazione di personaggi fìttizii - Grisostomo - per potere avvenire. È il destino delle formazioni precoci portate a perire che si• atLua inesorabilmente. Berchet difatti in ultimo non sa far di meglio che rimbi-ottare. Parla agli jtaliani bonario e se1nplice come il classico buon padre di famiglia preoccupato delle sorti della prole: cc Vincete l'avversità con Jo studio, sn1ettete la boria di reputarvi i soli europei che abbiano occhi in Lesta. Rendetevi coevi al secolo vostro e non ai secoli seppelliti"· Il teorico, naufragato qui ,cede il posto all'ideologo che non ha saputo e potuto andare innanzi nell'approfondimento ed esaurisce se stesso nel co11siglio amichevole. Onde la battaglia rimane epi~ sodio solitario e 1nalinconico poichè non è stala capace di scrutare il fondo, di toccare Meridionalismo problema difede iI vivo delle piaghe, di svegliare coscienze. L'unica strada per potere proseguire nella Jolla appare al nostro per tali ragioni la poesia. Abbandonati i conati della rihellione spiVerrà giorno, non v"ha dubbio, in cui il meridjonale avrà dignità di sè stesse., e stima pe] Mezzogiorno, maggiori di <1uel1e che oggi siano. L"accenno all'insufficienza odierna si;.1 avuto per n·on offensivo, chè ciò nota, in buona fede, un meridionale che la tragedia spirituale del Mezzogiorno si sforza di ca• pire, sentendone il trav-aglio volto a meta di infi. nita Lellezza; un meridionale che sinora non è stato sedotto da altri interessamenti, e, voglia il Cielo, così sia anche pt~r i giorni da venire. La sicurezza del· futuro progresso morale delle nostre genti, poi, riposa nell'avvertire sfuma1ure di una nuo;a tendenza slorica che si fa strada, sia pur faticosamente, e per cui si accenna a voler meglio porre (per quanto dipende da azioni umane), perchè siamo cruel che siamo, e che se, r1ella realtù. in qualche cosn al Mezzogiorno è consentilo progr~dirt!, la forza interiore può venirgli soltanto da un appoggiarsi su valori sentimentali suoi, meridionali, domestici. Cosicchè, quando il noslro autoctono vivrà lulla la « poesia » ciel Sud e ne godrà il delirio, (< cafone » e << campanile >) acquisteranno nuovi, non ispregevoli significati traslali, e le venienti generazioni di giovani faran di quel vocabolo, e di questo, attributi alla nobiltà di pensiero, ed espressione delle sane e, preferenze 1> estetiche, dei benemeriti del1a causa meridionale. Nell'attesa che un tanto fatto sia, illustre e venerando sen. Fortunato, operoso ed intelligente professor Azimonti, permettete che un giovane che dalla vostra opera si ingegna di trar tesoro, vi chiami << cafoni », anticipando auguralmente. Di questo titolo non ve ne avrete a male: mi ras• sicura l'elevatezza del vostro intendere. Vogliate essergli indulgenti, però, se con questo o in seguito possa parervi che egli si faccib troppo ardito, o pigli troppo confidenza. Per i terzi, e solo per essi, dirò della ragione di questo avvicinamento ideale. Ciò è percbè ambedue pervenite ad uno stesso nobilissimo att~ggiame1-ito spirituale - che sul terreno concreto, per grande conoscenza di cose e di eventi, è di realismo triste ma dignitoso - pur essendo originari dei due ambienti più tipicamente opposti, ma ugualmente belli, della vita nazionale: quello di terra di Basilicata, ove il bifolco solo con sforzi impensati strappa alla terra qualche grano in più deJ prezioso frumento, e quello lombanlo, cosi fervido di vita moderna. (Il psicologo, a questo punto, dovrebbe meditare, meglio ancora, far la filosofia cli questo fatto, che non tollera smenlitc, pcrchè ha per sè le constatazioni della pratic:1: che le anime benna te ne acquistano in virilità di pemiero, e sono spinte al meglio, sol che e< vivano» il disagio del Mezzogiorno. Di questo concreto fatto, insomma: di una Basilicata, insuperatamente disgraziata, ma feconda delle più belle intelligenze meridionaliste, cd educatrice (Ca egregie cose )>, di q1u.mli le si accostano con animo puro, cioè solo desiderosi di vero). Perciò le ,·ostre due figure, nell'atto in cui si :wvertono compenetrate degli stessi sentimenti, molto favoriscono come una sensazione che !"intuizione dei nostri casi è aperta a quanti hanno cuore, ed è problema di generositù, indi di fede; come un avvertimento che se gli interessi economici regionali. sempre che permangano difierenziati, hanno ed avrnn_no specifiche logiche inderogabili, non per questo può porsi la posta del fotto politico unitario, perchè tra Nord e Snd, oltre le divergenze di interessi, non vi è - grazie a Dio quell'insanabile dissidio mentale. che la ~cuola. prima, enunciò. e cui een.e ama• rezze, poi, inducono a premettere (per bi.:.og.no di .spiegazione). nei momenti delle risorgenti dubbiezze :)u quel che noi meridionali siamo, e .:.u quel c·hP siamo chiamati a rappresentare. Facendo la critica - in Il Mezzogiorno e le Staio Italiano - del suo pensiero di un trentennio, Giustino F'orlunato si prospetta'Va questo dubbio ango• scioso: e, Ne è almeno cosciente (della terribile efficienza della questione meridionale) la borghe'-'i:s intellettuale del Mezzogiorno, che dice e ::.braita. ma un giorno più del.L"alrro agisce non conforme ad essa, anzi in aspra ed. aperta sua opposizione!' )). Quando la gioventù intelletllLale del ~Iezzogiornc,. detta tale solo perchè è ancora o fu universitaria. tra un « puzzle » e ra1Lro: quando. insomma. la no• stra gioventù sedicente migliore, nelle ne...-rasteniche evoluzioni meridionaliste lanch·esse di moda), ~è crede cangiata d'un tratto 1_per as.,;oluta ignoranza in materia) in infallibile diagnostica, ed amenamente-- sentenzia, oh! allora viene 1·amaro accorgimento che i veri antirneridionali sono i nostri gio.,·ani « intdlettuali »; che essi, per primi, banno da essere richiamati al senso morale, alla realtà del problema. La <Juestione preliminare, perciò, è far di co.::tor(.I una generazione dignitosa, di gente che ba fede. di gente che crede, che dovrà poi infondere dignità. credenza e fede alle povere nostre moltitudini. che per noi meridionali possono essere anche plebi (perchè solo noi sappiamo che cosa significhi: plebi meridionali), ma che per i profittatori delle nostre sventure, sempre pronti alla stupida denigra1.ione. pretendiamo che siano quel che interiormente sono: correnti di tuon senso e di sentimenti robusti. Messo così il problema, esso .si piglia tutte le nostre vedute prospettive. Ciò sia detto per i l< politici l> <lei meridionalismo. E credo sia atto di coerenza mentale, il non ram• maricarmi - come mostra di fare, invece, u.n mio colto amico, che pur vive con me lo stesso e: stato d'animo 1> - che il Mezzogiorno non abbia regi• strato conati SO\'versh;. Egli vi è tratto, ben capisco, da una visione rivoluzionaria del problema meridionale, ed è logico nel suo ordine di idee. Io penso, al contrario, che è più bello, elegante ~d anche fruttuoso, andar a cercare il bifolco di Ba~ìlicata, insidiato dalla malaria e dai patimenti. e <,aprirgli gli occhi alla luce ,>, renderlo credente. chè sinora ha veduto e vede in penombra: oella triste penombra dello spirito. Perchè non esaltare, piuttosto, questa gioventÌl vergine di esperienze, e con essa, sentimentalmente. pensar di vivere e lavorare, nell'aspetlazione del meglio? GrnsErPE DELLA CORTE. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via X,'( Settembre, 60 Novità A. RICCIARDI Seri tti teatrali con prefo,eione di G. ~f. Bragalio L. 6. Contiene i più bei profili che siano stati scritti di L. Borelli, di E. Gramatica, di R. H.uggeri, ecc. Studia a fondo il problema della scenografia nel teatro europeo; e dà la prima originale teoria di teatro del colore. Ricciardi è il primo che sia arrivato a una idea originale e completa del teatro moden10.

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