La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 19 - 10 maggio 1925

b LA RIVOLUZIONE LIBERALE M • • I • 1ss1ro I l na dialrtlit·a dispcratamenlc tpi:.a (' pronld a lutli µ:li unprf',isti, 1111senso rdip:io~o della .' 1lnr-ia P ~,pratullo quel c,uo..magiro ]ih<·- 1·aliAmo rh<' f'i appare diverso ad ogni svolta di paJ(iria. ,~Ji<' appare ,·ondurci a f'OSÌ varip t· rn:Hra ..lanli <·onc-luc;ionl c-d alla fìnf' non ..j pu(1 11cgan• 1111a intima .- profonda <'OPrt·nza ri ha11110fallo ~empre leggcrr ron amor(> 111i--.to a IÌtuhanza e a diffidf'nza i libri ili M"i~c..ir<Jli.Si aveva paura cli ("i:.~t·rr traditi ad aLhanrlonan·i fìducioBi a Jui, P la n<htr.:1 Ìt1j.!f•111L:"t h11011a f't·rl<' era minar-riata da o~ni puri(•. <,)nc--to c.,en-.o di amore e di diffidenza •• -lai() c·omunr ,t tutta la nuo, a gP11rrazio11f' ,.1,,. non ha potuto passart· indilTcrf'ntr dinanzi ai libri di Missiroli (vedi J'artic·olo di 'forra <li Lavriano ~mila Hivoluzion, 1 tibP1-0/,., anno I f. "· 24). E.ppnrC' .:e o~:ri noi rilq!giamo quC'i libri ...,~11Lia1no <'hf'. ia fo11rlo, quegli in1previsti poLP,-amn a .... pcllar('eli. quelle conclusioni !;0110 ln~id1f>: in f'S!=i<' non C'\; ca,npo per ,·-,pcri<"nze magirht·. Vii~~iro1'i può essere con::idcralo u11 pcnsalore l.Folato nel movi111ento di rinascita irleali$l.ÌC'ain Italia ne~li ultimi anni prima della ~f'-rra. n movimento fiorentino del teonardo e po i della Voce non lo trova tra i suoi. Il prol,le-mis1no dell'Unità saJvcn1iniana 11011polf"va s.u~cilarc le sin1patie dj questo ·innamorato <lella dialettica. Se vo]essimo inquadrarlo in un movi1nento culturalt' {· piuttosto l'idealismo gentiliano che ci vienP -2.lla mente: eppure la posizione di Gentile f'onclucc ~Ila ,!ichiarazione dj fede nell'autorità (arbitraria), mentre anche oggi il liberalismo di '1:issiroli non rinnega i snoi presupposti democratici. i\ta. formatosi cosi in un ~elaborazione solitaria (l'influsso di Orianl ha avuto una importanza più sentimentale che dottrinale), pare che Missiroli ~hhja risentito di questa ~olitudine e sia quasi piegato di fronte allo -ìforzo necessario per affern1are la novità di un pensiero, che si poneva in posizione ori- ~inalissima di fronte alla interpretazione del risorgimento non solo, ma a tutta la tnaniera att11ale <li pensare; e la concezione e l'opera r.he ne consegue noi non la vediarno sorgere armonica - frutto di una attività che ~ appaga in sè stessa - ma ne risentiamo il penoèissimo sforzo teso a riallacciare in una sintesi rU1ù,a quello che le più spietate analisi hanno diviso. Si presenta a noi come un blocco unico~ ma le varie correnti, che pur in essa ,li intravvedono, noi non le scntian10 unite libe.xarnenLe e quasi per confluire oal.urale. ~" nel liberalismo Missiroli ha trovato la for• mula ,·erso cui convergere i vari risultati a cui lo conduceva la sua meditazione sulla storia, questo liberalismo - a ct1i il caratteri- ,tico stile dello scrittore aggiunge qualcosa <li enigmatico - finisce per risentire di que- ..ta costruzione voluta. 'aissiroli è stato definito un'anima religiosa. f' religioso infatti - profondamente religioso - è il suo modo di intendere la storia: nna religiosità fatta di duhbio e cli l.ormcuto, che oscilla tra 1a rivelazione e la disperazione. Ormai disiucantato, non ha più l'ingenua fede per credere alla parola della rivelazione e non sa trovare un altJ..·oelemento di stabjlità nel mondo. fl suo liberalismo forse è tutto qui: una ,lospensione di giudizio, che si an1rnanta di uo pessimismo da Ecclesiaste. E allora si ~piega l'apparente contraddizione e le v.arif' fa<·ce del suo liberalistno, ora inteso come car,acitlt di comprensione <legli avversari (capa;aità di criticare partendo dalla loro logica iuterna le irlee altrui) ed ora più atnpiamcutc co1oe « senso della storia >>; e per cui ora si parla di una t( funzione liberale >> che ne-i tempi moderni il socialismo è chiamato ad assolvere, erede di quella rivoluzione liberale iniziatasi con la riforma; ed infine si allud~ al « metodo liberale )), con cui si intende quell'opera liberale alla quale sono chiamati i governanti: liberalismo come empirismo di 1•overno e illmuinata opera di conservazione. Jlivoluzion2.rlo è apparso Missiroli che viceversa an1a chiamarsi conservatore. D'altronde questo suo liberalismo non pretende essere 11n progrv.mn1a di azione: « pcrchè dovrei scegliere una posizione di comhattimento, dal momento che tutto le posizioni ,,.j P<p1ival(!ono? )). .'ìlr ...so rl,P sarà: ,> q,u•llo rh,~ e stato fotto ,, lo sll'.'iSO rhP si /ara; ,, non , i i~ nulla ,li llllOt ,, .~ol.l() il sole. Tnui i [ì.t1,ni rorrono 111•/ 111,ar,~. ,, il mare 110n s'f'mJ>i, 1 ; i fì,uni rilor- ,rr11H>sr>n11u·,, o co, r('I"< r,/ l1tof,{o dot'f' .imglion,, rorrnt 1 • ·Ma 1-,p a o~ui giorno Ì• ,faln la i..11:1 P''lla. ad owd ~iorno i· dato pu,·,, il .i111, rloVf'l°f' ,. il suo còmpito: ,. a11clif' a ·\i1j.. ..,j,-oJi non i• dato esinu·roenr quando i• di fnH1tt· ali,, ...tudio df"lla vita r della ]olla .11tual1•. ,. :,wri- ,rn• di sto,:ia t\ prf'nd('n~ posizion,· di f'ronlt• ai prol,lerni di cui si srrivr. [nva110 ,,j "ii rifugia dirtro iJ JJaravf'nlo dPlla fi.losofw: il '-ilio lihf"rali-;mo. fallo riirido :-,Ov!'appo"t" alla r<'Ulti,, 11011scatur,~1ll<' da f',"la rim:t1H· '>JH'Z· ;r,ato. s(' il liher.a.lismo infatti j, llll ni,·todo. 'ìf' li lihc-ralismo (' non FZ('llSO della vanitii delle cose ma sen!o storico. « <·osri('nza ,·riti<'a della storia , in·nt<· )>. il lilH'ralismo i· a11clte un principio. E <·0111<· tale> f' hauai:rli<'- ro; 110n si ch.iedr: <( perd1ì· do, rl·1 ~r(•~lir·r<' 11na posizione dj coml,attimrnto. dal mo1111•11. to eh<' tutte le po izioni si cquivalg;ono'? n, ma ;,cende clecisamentf• in campo. JI ,, mctodù >) liberale riafI<'rma i11 sè stesso la <C funzione » liberale nella storia. Qui è il senso vivo della storia, cd è qui@tione di forza moralP e di chiarezza. Se noi risaliamo a] centro del pensiero di Missiroli noi ritrovian10 questa forza e questa chiare:1.za, ma par quasi <'he ]'indagatore si sia arrestato di fronte ai risultati a cui conduceva ]a propria opera. La logica con la quale si è rivolto a rivivere le posizioni altrui non 1'ha rivolta a riaff er1narc le proprie posizioni. Dietro questo paravento, così rigido e schen,atico, c'è sempre posto per la contraddizione e l'equivoco e - più i-n fondo - per il duhhio. Siamo di fronte alla sua « Monarchia socialista >). Bisogna romperne l'involucro schematico e liberare la vera vita che vi fluisce O.entro; altrimenti il porsi problenii storici, la ca~pacità di penetrare nella logica interna degli istituti - delle idee e della storia - sviscerandoli per schemi e tesi ci possono apparire, a suo modo, esercizio retorico. « Non si sfugge alle seduzioni dell'estetica >,, m.a non s-i sfu~ge neppur alle seduzioni della filosofia: credendo risalire ai principii ultimi si cade in sofismi e la propria posizione artificiale si è tentati nascondere entro arbitrarie intrusioni di una falsa filosofia nella stari.a. La « Monarchia socialista » risente cli questo difetto di costruzione. Ci si trova in1pacclati iu questo procedere per tesi e per schemi. Le idee non ci app.aiono limp'ide e naturaln1ente sicure, ma quasi contorte ed affannose in una voluta arida apparenza di sicurezza. Eppure non si riesce a sfuggire a1 fascino di questo libro e di questo pensiero. Centrale vi è il problema dei rapporti tra Chiesa e Stato. Era il problema su cui si era lravagliato il pensiero della Destra e a quel pensiero si riallaccia Missiroli; 1na non 1o accetta: insieme a questo pensiero rivive il pensiero che g.li sta a fronte: il dogma cattolico, di cui Missiroli ci sa dare tutta la grandiosità e potenza d'affermazione trascendente. Pensiero moderno, hegeliano, contro cattolicismo. Ma per chi ben guardi, siamo di frontR ad un prohlc111a psicologico, da cui l'autore non sa ]iberarsi, e che così ci spiega la doppia posizione da cui tutto il libro mai non si scioglie; potre1no anzi notare che ai1cor oggi la nosta1gla cattolica rimane in fondo all'aninw di Missiroli liberale e marxista. Questo problema è stato fatto problema storiro e posto al centro deJ1a vita ilaHana: le due for1.,e in contrasto si chiameranno Chiesa e Stato. Strano Jibro a cui, con agile givco, può essere, dopo die,::1 anni, tolta la chiusa che eredr porre l'ultima parola al dissidio con una improvvisa affermazione d'infallibilità cattolica, ed essere aggiunta una prefazione marxista. Ma se noi lo vorremo rettamente intendere (e con esso tutta l'opera di Missiroli) dobbiamo considerarlo non come libro di filosofia, come vorrebbe l'autore, e neppure come libro di filosofia della storia. Questo è un libro di storia. Un abbozzo schernatico, nta, pili che geniale, profondo delJa storia de] ri!:lorgirnento. E· UJHl revisione di valori che indaga la sioria con l'animo fisso ai proh)Pmi drl U·rn1H> noc.tro. J prf'<'f'<lf·nti 'ij tr,J· nf'lla " ,Wonar<-hia -;,ocialista ": rr,,•dPiò!ia:-:ilr vano i11 V<•rrari ,. Jn Oriani, I(, ha8i rritfr:h<· parr· dimPntirafo. j] pes.simi1-m<J ha arrenni n,•g-li nppo,,,tori <'altol;ci ,. nP,zJi hf'geliani ,1 marxi'-tÌ ,~ il c;;,,,..iali'-mo P intF-'-0 c·.<,m1 • lutPra- "\ap'Jl1. ( na rj,.Jah,,razion,- n,,n parad<J'-"aln11·nh- 1111tn;L JIH.t 1111<1\.an,·1 •'""""' pr'>fo11d,, d,·I 1,·nr1i1u•. J,a lf•"i fìlo"'ofi,·a ,-111nwiaLn1 ,. in n·alt..1 1111;:1 ll'~i ~lorif•a. " I,,, ">tatr, nwrlcTJ1t1. int,.,.,, 1·1,11w ",1a1r, Pljr•o, tlfHl ,. n·alizzal,iJ, •. '-<· n<>11 JH•lh· n.azi1,ni, d,,. ahlda11,, '"IIJlf•J"at,, ridc·a •·attolir·a mr·dia11k la Hif(11ma pn,u~i--tant,-. 'J tllti di altri, tutti ~li Stati, rirw. dw non '-idll'J il prodotto gpn11iuo ,. lr,1.d1•(,d! 1u)a ri• \.Ol11zio11"i-piritualr·, ,.,0,10 L1tal11t<'.nl,· <'onda11nati ad <n•<'illan· fra u11a rl,-111,,c-1.azia aolralla. eh,• lH'll pr<~bt<J d<·µ-r•1w1·a i11 d,·rnaµ-r,µ-ia, nl 1111 aulorita,ismo di r·la1..'--f•,,·lu· ,. la nc~a,r,i,,n,- deJl'ideJ Jihcrafr. Jn <•t1trarnhi i casi è impuh.,ibil,· parlare di lillf'rfà "· J_;er,cmp]ifì"-a- ~io1w "arù tutl'uno <'On la di,n<,-.lrazi<,rw ,. <·on la 11'1,i. Siamo di fro11fr· 110n ad 1111 a",tratto drar;111w tra Staf,, t• Clti,•;,a. rna al vivo r- pa~'-ionaJ,, dramma 1wr r·ui lrJ Sfate, italiano <lf'H' fc,rmar.-.i ,;ul s11oln !-il<·1..-.oiu ,·ui la Chic:--a romana ,·attoliea ha poriLO il CPntrCJ <lena '-Ua secolare affcrnw;r,ion<', <' il problema del risorgimento è t11tlo 11P]lo .,f,,ru, di dare una unità civile aJ1,fLaJia, ,·ò111pito ree.o tanto pii.1 djfficilc dall'eredità <li pc~c;imorti e d'iner,r,ia che dà al nostro popolo Ja mancanza di una salda coscienza indiviclualt~ ,·oJontaria capaC'r· d.i t"l';.nsfonnarsi i11 cosde11za politica. A ragiouc è vista ncllr· nazioni protestanti quesla energia P. questo senso stata"fe~ cioè Jiberale. Più n,rdi M-issiroJi ,edrà come questa rivo1uzione moden1a, questa ri,oJuzione liberale, si pot61 fHre anche in Italia attraverso il socialismo, <( luteranesimo sociale)). 11 dissidio tra Stato e Chiesa, tra protestantis1no e cattolicisrno, portato su] terreno italiano, esce dal du.alismo teorico. L'affermazione ideologica se esaspera le posizioni, per riflesso ilhunioa le oscillazioni e i compromessi: Je pagine su "A.1azzini rivivono le incer!ezue piene di luce del tentativo rivoluzionario, n1entrc nel e<clericalesimo )) di Cavour è indicata la raggiunta soluzione provv·jsoria. A Missiroli pesa come u.o fallimento. In essa sta, è vero, la grandezza di Cavour, ma non è men vero che 1'« eroico sopruso n denuncia il fal1in,cnto ideale e l'insufficienza storica rli una mancata rivoluzione. Lo Stato ital:iauo nasce inferiore al suo còmpito, la monarchia è l'erede di questo fallimento e una perenne e:·isi politica, cui invano cerca ovviare 1a ccdittatura )> giolittiana, ne è la conseguenza; il fall.irnento è politico i,n quanto è si.alo prima fa1lin1ento rnora1e. L'autore osteuta rimanere, più che neutrale, assente; solo s'intravvede a tratti una irrealizzabile nosla]gia reazionaria. Dietro ad essa è costruito vn misterioso liberalismo - arnia dialettica di contrapposjzione reazio• naria - rivoluzionaria - esasperazione di dilem,ni a cattolici e a liLcrali. La crisi della guerra giuuge in un 1nomenlo in cui tutta questa sovrastruttura - elaborazione esasperala - pii1 non reggeva. Col successivi libri si passerà dal1a estrenia destra uIla estrema sinistra. Tutta la critica a] risorg.imento italiano. che pur si rifaceva a Ferrar.i, partiva da unn psicologia conservatrice, alle volte ostent.atameute reazionaria, addolla a questo anche dall'incoinprensione del u1ovimento socialista, ereditala da Ori ani; eppure il pensiero della Destra - conservatore - non era accettato; la critica morale, che discendeva dalla analisi storica, mentre poteva anche lasciar supporre una posizione cattolica, si risolvev.a in accenni troppo autonon1istici. La posizione di Missiroli era chiaramenLe duplice e a lungo andare riusciva impossibile sfuggire ad una chiarificazione. Il dranuna rivoluzionario di Mazzini e di Ferrari era stato troppo sentitamente rivissuto pcrchè le posizioni reazionarie non ne fossero profondamente intaccate, e l'hegelianismo uvesse Lattuto in hn•c• eia il cattolicis1no. La fragile costruzione di un <eliberalismo >, più non soccorreva: « Il papa in guerra », chiude, riducendole al1"assurclo, le posizioni della « Monarchia sociaista », di cui riprende ed esauri5.cc rintcrpreta:1.ionc religiosa, e ne prepar.cl il rovcsciatnento. Anche il 1ibera• lismo di Missiroli òeve sccn<lcrc in ('ampo. Auravcr;:,io le <1 Opinioui 1> si,nno nd una riabililazionf' delle tesi storiche sostenute ni"mn '--ocialF-. Hir-lahorazi,,,w dF-1 pe,n;;.iPro '-ociali~ta. rj- \alulazionc- d<--1-.ocjali'lmo. a ,-uj ,·onduron,, ~li ,.J,·rrwnti~ :ui prima s.nvra,stava una _gitBti- !i,·a;,;j,,nr· r1·azi,,naria. I.A"> flilP-;;."-'> fallimr-:nt,, id,•aJ,. dd ri:.orgjm,;nto. che- par<~.,,a irrjm,·- ,jjafijJ, .. n,,n ,. piu v·i'-lo ,-,,m,· 1,n pn,,..,·~--,, ,·ompiuto. \-fi~'iiro)j p11i, -r•riH;:re J,. M:,. pi11 lwJI,:, pa- ;ri1u• dì '-l<,ri,·<, in un JjhrfJ ,1 r na hatt.aWia rwrduta }J r;hf• ,. lutto una ,, p<,lf-mi<·a libf'- n.dt· "· vi~"uta. ,;.<,n<'rr·ta, or;'.!.anjra. Di frr,ntc- aJ!Ji a"venimf"nfi ,·h,· nf'I dov1;- ;r11r·rra anda\.'ano ,-,u•';f-~u,~nfiryajt,,rhjdj r--:r·ar,- ti,·i <1ua-i <'onvuhioni ~,-nza mPta nf" '-r-.,op<>. iJ lilwrali'"-m,, di \lj~~iroli pr,·nd"" r,,,•izjon<~. Da 1111 latt, la f<-rma r;o~c;.if~nzadeJJ'immaturita irlP,al<'. della vha politica italiana, r-ima•ta •o,·N,mbcnle neIJa lotta tra Stal<J "' prin,·ip;,, ,-attr,Ji<>o: dalJ".altro la cos:cfr-mza anr•hf>' -~ non ne sono ben c·hiari tutti :di -\-iluppi <·hr· la lotta non f"'. Lr-rmjnata. ma ;. -tata portala in un altro campo. II movimento ~<.><·ialista è l'erede della grande rivoluzic,n,- liberalr· iniziatasi c·on la riforma, la ,, funzi<,n'! liberale" è ogf!i data al socialismo. Più concreta9'ente: siamo di frontf' a!J'a- ,,,,.ndere delle rlassi popolari ,.1,,._ -<·<,-,e dal letargo in c-ui erano rimaste r1urante.- tutto il riii,orrrimento, chiedono con violenza il loro posto nello Stato e nella Storia. Il prc,blema è di organizzare e dirigere questa ,-orn-aJ.,i,a af:1.:esa. Jla que!òila a:--cesa de11e ma_i;;S{'"nou potrà essere nè « eroica » nè vio]entement.P- rivoluzionaria. Troppo viva è rimasta !n ~Jj~i;;iroli Ja coscienza dell'iniziale fa1limento dello ~lato italiano, e sempre vigile anche di fronte alla nt;ova interpretazione del movimento socialista. Troppo f>roico era il dii-i;;irJiointuito ed P:::iasperato, tr<.Jppo grave era ia l-Confitta che Misairoli aveva segnato al passivo della vita politica italiana, perché questo atteggiamedto pessimista non influisse su tutta l'interpretazione dei fatti po~teriori. Co!!le nella << Monarchia socialista 1), procedendo per a.;trazione, pareva vagheggiare una soluzione che si richiamasse ai principii della Destra allo Stato forte, allo Stato divinità inso=a; disilluso, ·dsto che ]a realtà è un 'altra, con astrazione contraria riprende, .in un certo modo, in altri termini, il « clerica1esimo > di Cavour, il metodo eroico è ributtato. Il socialismo - erede del liberalismo - è il principio attivo nella vita moderna. ma deve essere collabora:;ioni.sta.. Se noi rileggiamo oggi le pagine che Missiroli scrisse durante il periodo di speranze collaborazioniste, non possiar.10 non esserne prof ondan,ente commossi. Incapacità, irri:;.:)- lu,tezza di uonllni e sopratutto la inferiorità cleHo spirito politico italiano di fronte a problcn1i che solo una piena e cosciente vita politica può supprare, hanno condotto all.:i sconfiua àcgli uo1nini di sinistra. Si tratL'tYa cli inserire nello Stato italiano le nuove forze preparale dal ocialismo e n1alurate nella guerra. Secondo l'indicazione di ì\fi:,siroli. tutto un JJrogran11.u3 di « politica della guerra »: politica di libertà si presentava da risolvere. Còmpito et~onne. L'errore teorico collaborazionista (o n.11;:•· gl io: riformista) era nella mancanza di fiducia nelle forze al.!.tonon1e: Pinferiorità - denunciata da Missiroli - di fronte al dis-idio ideale della storia italiana, non doven condurre ad un at1.eggiamento di rasse~nazione, run ad una cosciente e ferma volontù di :,upcrare roll'azione tJUcsto dissidio. L"errorc pratico era nella irresolutezza, nella degenera• ;r,ion-eoligarchica e nella ingenua fed<' rhe lf• cose unJas~cro per conto'loro. O~f[i noi dian10 a questi uomini tutta la no~lrt1 simpatia. Essi sono stati i primi a fare echeggiare in Italia la parola di wnanità e di elevazione tra il popolo. Tutta una gr.ande opera di elevazione e di autonomia proletaria (' legata al nome del partito socialistJt. Gli errori sono sl.!ti gravi e duramente scontati. Ma la calda uinanità di Turati, l'ironia fatta di precisione di Malleotti, la nobile dialctLica di Treves, la « predicazione evangelica >) <li Prampolini e di tanti altri, la coraggiosa f<'de ùi Serrati, non sono passate invnno: non è passata invano l'opera dei

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