72 i giovani di oggi sieno migliori, e se invece degli antici poemi religiosi popolari cantano le Cigolettes, 1;1onne è mutato il fondo; soprattutto 11011 (:; di versa nè migliore la cl.asse colta; in alto e in basso mancanza di tradizione civile, anarchismo ed abito alla violeina. La legge cominciò a farsi sentire quaggiù uua qu.a1~auliua d'anni f,t soltanto e si capl che certi ammazzamenti, certi sche1·zi1 come dicono, per faida, bisognava pagarli. Ma era solo punizione dell'assassinio. Che cosa altro porta la, legge? Forse ìt p,.,e? Forse la tenra? Dice il Galanti, nella citata rela- :;,,ioue: « Nei feudi i demani sono a pr,;fìtto clei baseni, dei loro agenti e protetti; nelle citl?t cle- 'maniali o allodiali cedono al con1odo tlei più J)Otenti cittadini:&, Allora, come Jggi.. POLITICA TECNICA l!ppure si leggono ancora invocazion~ d 'intervento statale. Poco tempo fa Vitei-bo, anche lui boviM10, cavallot-tiano, meridionalista, decentralista ecc. ecc., tidotlosi a sperare 1 'autonomia dal fascismo, insomma uno di qu.elli che Dorso incHcava come i tecnici del fascismo, scriveva: « In Germania, in Inghili:eITa, forse ndla stessa Francia non sarebbe possibile l'abbandono completò d'intere regioni, come per alcuni de<:eu.ui è avve.nut:o in Italia, ne.i riguardi del Mezzogiorno. Se l'energie sono sopite, se l 'educruz.ione dei ceti dirigenti è manchevole, se i ricchi sono tardri:grad'i, interviene lo Stato, iuterVierre la grande Banca a sveglia.re l' ambieure i·etrivo Jl. Nulla dnn'l_ue ba insegnato la dolorosa esperieuz.a del pas.sato, se siamo ancora a spe:rare nelle' 1frovddenze statàli, Dll11la i recenti esempi delle spogliazioni dell'a1ta banca quaggiù. Gli è che Viterbo, come tanti altri, vanno dicendb a sè stessi che la politica non deve turba.re Ja visione-serena ecl obbiettiva di questi problemi eminentemente tecnici, ultima e strana illusione cli poterli risolvere con un quaJsiasi governo che segua politicamente un qualsiasi iuùirizzo. Kè dive:r6amenre si è rifugiata sotto il manto della apoliticità la Feder"azion-e Agraria Provinciale, che non ·ave- \.-as.ib.o al 6 aprile scorso me1iti fasdsti da vantare, anzi era dal sindacalismo tricolore locale minacciata di continuo di invasione e distruzione, e poi Dnì--per dare il suo t:oonico al listone in persona dell'on. Ricchioni. Ma questi arceg- _g-iamenti di platonismo liberista possono da noi .!Jn-dun-e, quando conduco.no, a tutto, Dbn già alla vittoria contro il centralismo statale e cous<egtiente estir,pazio.tie d'alle rad\<:i dei -nostri mali. Non per altro il fascismo ha attratto in provincia, un dìscreto numero di ottanten.ni in attesa del laticlavio, compreso il minacciato.re de1le stragi nelle elezioni comunali di Trani, sul quale ha scritto Lucìlio : JnsQno vecchio, parodia ciì SiU:a, ' deh, n&n flagiàrlo; 'bevi cainc;milla ! -Non si capisce cfu vvero q u;a le interes.se possano a-véfe le 'burocra1ie dei vari Mirl.isferi (il caso Serpiéri i11for'ù1i) o le oligarchie del 1.NQrdallo ·-sdogHmento.'d~lfu. nostra intricata matassa, se noi ci laillentiaIDo che n'on ·se ne interèssano abbastdn.ia 'i n:dStri di quaggiù, Se i più 1ievi. Provvedimenti agt'a.ri tr6vano anche qui tanti e così vieti itlteressi clie li ronbrastano. IL MOMENTO ETICO Hb voluto tempo fa vedere qualche mio amico ·crei paeisi viciD.i, e sèntir.re come stanno lì le cose. Esiste un momerito etico della nostra viti di quaggiù? E quale? A tavola., da un am.ico ebe fa profesisione tli -vita cristiaun, la mensa . è confortata dalla rreghiera a Gesù. ìlfa il mio amico è anche lui per la violenza, per l'atto risolutivo. Nè c'è modo <li distorgliernelo. L'esasperazione <l"ella guerra, d'urante la quale hU, che pur molto aveva fatto per il nostro paese all'estero e largamente donato del suo lavoro di arti- ~ta in opere di italianità, si t~ovò a soffrire gravi an'gherie per opera di un geometra ba.rese improvvisatosi a. medico e comandante del 12° treruo della Crose Rossa, opera aru::::tn-ai suoi e-fretti. Piiì di tutto operano su di lui e su gli altri capi, com·e sulle masse, gli esempi recenti d'ella vfole!lza stata"le. Si sa che i dirigenti rossi sono nei nostri paesi I'imasti al loro posto, tranne pochi, or'ganfzzatori di professione, passati per fame. Dicono : Come han fatto gli altri, fal•emo noi; violene.a contro violenza. Nessuno li potrà pe1~uadei"e che, nel campo della violenza, le plebi sono semp,'e battute dallo Stato: confondono essi g1i. episodi locali di violenze p,lebee, iH cui i nostri c{)(dtadini hana1o facilmente- ragion:e déi pochi impiegati-comunali e delle guardie campestri camuffane da fascisti, con la violenza costitu.zionale dle.llo Stato moderno, così come fatalmente si è ·venuto organizzando da 3 secoli. Parliamo del fondamento di giu.$tiztia delle rivendicazioni piroletarie: egli accampa un forte . e ben nutrito ed aggtterrito sentimento cristiano; io mi contento di ricordare 1\11achiavelli : , Quello del popolo è più onesto fine di quel dei gu:andi, vofendo questi opprimere e quello non esse.re oppresso». Così si esce, si va a trovare altri amici, c-011ta.dlni, pri.ccoHprofessionisti, rosi tutti dalla stessa esasperaz.i011e. La ~sa dell'ex sindaco cli uno di questi paesi, un c-onta.dino, è qua.si più povera delle altre: la moglie, u.na contadiria dai grandi occhi neri intelligenti, è intenta a risciacqw:ure i panni dei bambini ; e sì che è domenica! Eppure non mancano quagg:tu fu.nzioruu'i dell'alta lta.lia che sognano ancor oggi a.n'esti in massa per un nonnulla, azioni in grande stile, s-perliz.fani punitive conbro i cafoni, come se questi avessero bisogno di nuove riprove per imLA RIVOLUZIONE LIBERALH bestiare dippiù. Si disc-nte, com'è naturale, della terra, del diritto del contadino alla terra, a tutta la terra. Si parla dell'ullima legge ag1'aria votata dal Parlamento e dopo ritirata, se ne esamina il congegno: a me non piace perchè si risolve ad un intervento statale moltiplicato per l'infini(o e pcrchè l'educazione cooperativistica è appena iniziata qnaggiù, ma i contadini, pur di a, ere la terra, anche la Murgia più aspra, non guardano pel sottile. E' incredibile come queste masse, che p,ur da anni sono abituate a scegliersi il deputalo solo in ossequio agli ordini delle loro Orga11Ì7.za7Joni,si lasc-ino attrarre dall'idea. dianche piccole 1 ifOnne agrarie. Domani, in tegime di libertà, il loro atteggiamento dipenderà certo' dai lòro capi. Oggi so110comuniste, o vi tendono, se111pre più esaspemt:amente, non già per matuli(à di concé'L.ioni, ma per indistinta ed invincibile ribellione al presente, qui come in tanti luoghi di puglia, anche nel Le<:cese, dove mai lo fw·ono si110 a due a1111ifa, come a Bari, dove nelle ultime elez.i01d portarono u111 blocco di 12 o 13 mila voti al comunismo, pianamente ingoiàti. !\ifa se è interesse dei ceti plutoc:i11tici detentori del potere creare estremismi e violenze sporadiche, se la pratica della libe1ià altrui richiede ne.i ceti dominanti grande vi1il1 di sac-r.ifizio, di inte11igenza e di movenza, ho l'imprression.e netta e sicura che 10 anni cli libertà effettiva, cioè cli provvidenze sane e niente affatto catasrofiche, darebbero allo Stato facile ragione, sen1.a violen.. ze, di così folle ira e di ogni più pericolsa illusione palingenetica. I conta.din-i non hanno bisogno di libertà? E si.a pure : non essi intendano la libertà (:Ome no1, come vita dello spii;to, da questo inscindibile, a questo corlnatui-ata, anzi una sola con. essa, gioia quindi e sforzo di operare e svolgers.i in qualsiasi campo secondo il i-itmo del proprio spirito, e di veder _g-lialtri opera.re. Ma se le nostre idee sono giuste, la saggezza popola1·e non può, _sia pure ii:i_distintamente, esserne lontana. Non in.i -par·e difficile penetrare nei bisogni cli questi uomini, che non ~ono mutati da secoli. Come ai -temJ)i degli 'Angi◊ini e di tutti gli altri effimeri dòminatori, che, col provvedere a :Kapoli, s'illusero1 come ci si illude oggi, di avei· fohdato Stati s·aldissfrni, anzi n1odelli di Stato per l'Euro_l)a1 le n®e Plebi, In basso o ìu alto, restano completamé11te estranee alla ,,ita dello Stato. Una ri voFuzione nel senso atlspicato da Sorinino, che Spazz.i •via i nastri ceti d01TI.inanti, è un asstudo quaggiù, chè non c'è ·chi la farebbe, e si riSolverebbe nella ripetizione degli antichi briga.n. taggi, e, se non rnancherebbei-o capi, questi Sa- -rebbero troppo facilmente cfrcuiti e s0:1)1-affatti; e dUJ.lque bisogria rimettersi al tein.po e rinullr- :dare una buona volta alle panacee univet'00.1i, ai Provvedimenti, di iegg"e tocC8.Sana.; ed iio.porre voita per volta soluzioni par:.ziali e dar l'esèmp~o di _infri.ngibile resistell~, e sa.per anche morire di faÌne, come il sindaco di Cork. La qui.stie-ne principale in •f011doper questa gente, borihese o prolétaria ,che dove ha abbàn<lonato I ·a,itica passivìtà è attratta e sori-etta da tutte le nuove feùi, da tutte le utopie, è di avere in m.ano il Comtl111e pèr pagare il meno possibile di tasse., di posseder-e la terra. Nè più nè meno. che ai ten1pd di Robe;to cl'Angiò, q"uando il sapientissimo re, ben coonp-t'eso dei suoi doveri cli re, emmiava le famose disPosizioni sulle masserie di Lucern, cosl sagge che 2• .anni dopo ern.110lettera morta, perchè non inqua<lrate nella visione politica della vita dello Stato, che è movimento, as-ceosione, non stasi, che è salire-e rin.novarsi <l'ic. lassi sempre nuove-, non, già investitura di morti: illustre ~empio dell'illusione tecnicistica. Ed anche allora i signori 1 e plebei si azzuffavano per le pinzzc in vista della formazione dei l'lloli delle tasse. Tanto il fiscalismo e la politica d'impotente espansione militare producono gli stessi effetti di tos.sico a distanza di secoli. DEFICENZE STOQICHE Della politica elettorale nel Mezrogiomo dello Stato unita.rio, l'unica cosa di cui si è finora O<'CU!pato,perchè solo il 1"Iezwgion10 dispone ancora non già di n1asse fedeli 1 ,ma di masse amorfe, non occorre parlare cli nuovo. Una politica religiosa manca naturalmente quaggiù. Sorgono, ogni tanto, come in politica ~osì in relig1one ~riformatori plebei, p-ien.i di astruse e biz..- zarre concezioni, a tx-ascinar le plebi, e p,.1re han~ no in sè germi cli fatt:ività e di ri.z.ione e di no~ biltà. '.iVlai nostri Lazzaretti 11011 c'è bisogno di ammazzarli; si ammazzano solo i nostri ignorati Matteotti; è facile seconcl.a,re l'autorità eccles-iastioa e coinvolgerli in sca1"ìclalifittizt e qualche volta reali. Del resto è natu,rale che i faisi santi ed i f.a.lsi profeti uon s-ieno pochi. Per quel che è politica delle tasse, 2 anni fa vennero dal centro ordini di gravare la mano sui. d.azi piuttosto che sug'li accertan1enti sicuri delle imposte! Ogni movimento politico amministrativo cli signori quaggiù, sorretto o addi1;ttura promosso da ogni governo, mira ad alleviare gli abbie11ti da1le va-- rie tasse e a. riversarle in 111~ modo O ne11'altro sulle plebi. Tanto più l'ultimo, quello fascista, dopo gli sperperi amministr'ati vi del 'r9, '20 e '2r. Certo le amministrazioni rosse non sono state perfette, ma quelle che p,recedettero e più quelle che si vanno mettendo su ora sono vere organiz.zazio-ni di bluff e cii truffa, a favote di scarse clientele. Più ~rave la quisticme della 'terra: sotto ogni dibattimento politico-amministrativo locale,· sotto ogni d:ivisione inco!mabile cli parti, è difficile che non ci siano l tenniu.i cli una lotta pe-r la conquista della terra; in ogni nostro p,aese· c'è m1a quistione demaJJiale, ragionevole o assurda, allo stato acuto o latente. P-ensano ancora i contadini che il Re sia il pa<lmne della terra, come nel rlintto pubblico barbarico, e che quei re :Kormanni, Sn!vi ed Angioini concessero loro la terra in piena legittimità. E' noto che le qui- &tioui demaniali si trascinano da noi ùa secoli, sono la storia passata, tutta. Scelgo un esempio fra cento, ]!rendendo appunti dalla , Moaografia storica di C~inosa II di un signore del luogo, Luigi Miani, dd l8ç}8. A Gino-sa, nel Tarentino, 6itJo al 1812, epoca dell'abolizione del feudalismo, la lotta è secolare tra l' Luiversità o Comun.e e i fc.-uilalari, che spogliano quella delle sw, terre e dei suoi diritl.i. lJurante la lotta, nel '500, vje-ne ammaz'l..al.o da guardiani baronali il cartb"n: rk,n Sicola Carculli. JJc,po il 1812 cittadini e contadini ha11110,in varie ripartiz.ioni, molte terre, qua&i 7 mila ettari, ma le divisioni, a testim011ianza del Miani, sono fatte molto parz.ialmente, e a vantaggio ùi chi se non dei borghesi? Non m.a:J1,.. c~no po:i i contadini che, non avendo mezzi per la, orarlc, le rivenderono T.>erpochi soldi o anche meno. Il quadro comporf..a, <::am' è: naturale,, persecuzicmi ,pf'ocessl e condanne a carcere per sobillazione della quiete pubblica e le più arbitrarie sorveglianze speciali. )Jè poteva mancare I'omicidio politico: nel 1854 furono massacra.ti sul posto i due frateUi Battista, di Laterw, che appoggiavano i reclami dei Gin.o5ini, e naturalniente n011 si seppe d~achL Or chi si mara vjglia che, dopo trent'anni, agisca anc-01~ nei contadini il fermento malrngio del P",_,;sato,per quello che loro è stato tolto, per quello che è stato mal dato, sì che l'han presto riperduto, e per le violenze subìte senza una ragione da parte dello Stato compiacente? Peggio dove 1e di visioni demaniali si sono risolte in turlupinatura, dove i demani a1lodiali sono stati ingoiati da secoli da.L la Dorghesia, tlove c' è un qualche fondamenA:o giuridico a pretesa cli qualche grosso boccone, come sehto dire·a Laten.a, anch'essa nel Tarentino. Anche oggidì, sotto la Yernice di fascismo e di antifascismo, inr,molti pa:esi si agitano ardenti quistioni demaniali. Sono oggi i detentori di demani che ·hanno in mano il fascio, domani sono i loro opposito1;, Quando, dopo 30 anni di ricerche e di spese da parte del Comune una quistione è in porto, una definizione è, bene o male, abbozza.ta, una sentenza è stata emessa, vien fuori m1 nuovo pseudomovimento imposto da1,governo ·ad intorbidar le acque, ad appellare, a rimettere i detentori con deliberazioni del.le autOrità comunali in c-ondizione di resistere v'anta'ggiÒsamente. Cooì a Noci, dove il fas'cio è passato cinque o sei volte <lalle mani tI-egli uni, i padroni, in quelle degli altri, i rOSsi due anni fa esecrati. Altro m6do di acquistare la ·tei-ra, neJr pur la petraia mnrgiaua, altra speranza non c'è pel contadino oppresso e taglieggiato in mille 11iodi. Attc"he-i dirigenti degli odierni sindacati ·c1icontadini vannt> affermando da due anì1i che i salali dei nostri b-raccianti sono in.sufficienti del tuh@ nonchè ·a co.nsentir loro di attuare il loro sogno di piccoli prop-ri.etari, a farli vivere passabilmente. Ins01hma la sol_uzione di questi problemi, l'apertura di una .sfogo e di una soddiSfazione a tante aspir-azioni, a tanti bisogni cos-ì a lungo compressi, a mezzo della soluzione delle quistioni demaniali o piuttosto, poichè quelle strn;o pe.r lo })•iù aggrovigliatissime, a mezzo di ri1onne agra1•ie, è ,p-relimillàre ad un qualsias-i serio orientamento dél Melwgiorno-, ad una quaL siasi effet'tfra nostra partecipazione alla vita· unL L.'lr'ia, c:-on. conseguente elimin:azione di pericoli di jacqizt,eries piccole m·a continue, ed i.rrobusti. men-te clelJ'acompagine nazionale. Problema dunque eminentemente politico, se altro ve ne fu mai, di c'ui ~scYlouna la1·ga coucezione politica ' può dettare la soluzi011e: si tràtta di capovolgere in tutto l'in<lirizzc, sin qui seguìto. E le nostre plebi sarebbero state attra,tte due anni fa, nella loro 1kimitiYità, _anche nelle fila del sin.clacalismo rossoniano, se solo i vad dirigenti fossero venuti tra di essi per alt1:o che per razziare da- .n.aro, se avessero fatto a11chepochissimo nel senso della lorb lotta secolare pe1· la terra. Sessantacinque anni fa queste p·lebi del Mezzogiorno si sollevarono, in massa 1'tdtim.a volta, per la conquista della terra in nome <le] Re : « Pto-tème scritte nibronte: e-v-vi-veFràn.gische seconde »; n1.a.non. è detto che1 cggi che hanno più ,;o meno dovu.nque acquistato fioolmente coscienza della lotta Gli classe e che, per i recenti avvenimenti, vi si irrigidiscono sempre poiù, non poos.anò essere riavdate e ragionevolmente contenute in regime di libertà, cioè di gradua]P- :..'aggiu.ugin1ento' clei loro desiderata, meno tasse e più terfa. E' qttesta la libertà cla loro invocata, e mi pru-e che vedano giusto. CONCLUSIONE Per concludere. A me pare che il :Mezzogiorno tion conteuga se non una formidabile massa di risentimenti contro l'intervento statale, contro il centralismo, il buJ"ocraticismo, il dominio bancal'io-industriale del Nord, contro l'immobilismo dei padroni di quaggiù, sorretti dai primi, e che quelli esplocl.eranuo più facilmente, continuando così le cose1 in moti comunisti, a119.-ichèrisolversi in un grandioso, cosciente ed ordinato loss -uon Rom. Urge che lo Stato unitario, se ,·uol. viYet:c di vita robusta ed esser sedamente soccorso nei momenti di crisi e di pericolo, se vuol vedere moltiplicate all'infiuito le sue energie nella lotta per l'espansione mondiale, se nou vuol passare spesso d:a un rivolgimento all'altro col solo vantaggi◊ dei pochi pdvilegiati e alla difesa contro i nemici esterni, ri11U111.iaudouna buona voita ad occuparsi come di educazione, di religione, di eJe-,;ioni, di oppressione degli enti autarichi.ci, di politica di lavoro, cosi di ogni atto che pretenda di influire sui costumi, sull'opinione pubblica, sul carattere della nazione, smantelli gradai:;,_ mente l'oppres~ione fiscale e doganale, per lasciare ai so-li interessati la soluzione dei vari problemi locali, ed assic-nri la continnità del!' indirizzo, per c-osl etcitare la n.65-tra sensibi1ità politica, scarsa p<..--r inveterata esperienza di malvagità sociali, di compressione secolare e per riprovata diJlìd"117,a, e l 'intere,,samento di noi alla soluzione dei nostri problemi tecnici. Questa /; 1a via piana, la via maestra. Ogni altra sr;.Ju;done è: non solo nuova servitù, nuovo ingarbugliamento e as0,oggettamento e spegnimento di ener- :.(i., ma morte definitiva del }fezr..ogiorno. );è i no5tri 50fl(J cosl ciechi da non sentire vl\·acemtnte i loro inten:s.si, ,nè.: cos.i .fiace-hi da non volere, potendo, provvedervi. La Jo:ro fia.cchez,za, più apparent,: che reale, e impossibilità effottiva di spe,.zar le pastoie del servaggio. Qui poi sono le lagrime di venti secoli, che aspettano, Perdonami la lunghezza: l111'altra volta s,u-ò più breve. Tno TOMMASOFIORE PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settembre, 60 Opere di Tommaso Fiore EROESVEGilIAT.ROSGETPHE~fEETO L. 4 UCCIDI L. 10,50 Due opere di lirica ecoezionalL GiudizfO di Giovannl Papini: ...Quest'opera nella desolata r;lacialità dei dolori rattenuta, asci.utta, rtUI.piena di sottintesi e di arti, merita di essere corwsci.uta, .PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX ·settembre, 60 ijna~erni ~ella Rivnlnzioni l ~erale ,"J!:. Ia pi"ù fortunata e la più originale colleziòne di scritti politici che si stampi in Italia .. PRIMA SERIE MARIO MfSSIROLI: Il cd/;p_odi Stato 2°3 .·V. -'Nmr : L'opera di Nit.ti (r9r5-r920) 4· ·.A. CAPPA: Vìlfredo Pareto , L. S 5 G. S. MLLL: La libertà con prefazione di L. Einaudi . . . . . . . . 6-7 L. STURZO : Pensiero a-ntijascista ~-9 A. POGGI: Socìalìsm,o e cultura. 10 G. GANGALE: La Rivoluzione prote_ stante SECONDA SERIE > 12_ :t s 8 • IO, r-2 FRANCESCO NITTr :La Pace . L. 9 3 C. AVARNA DI GUALTIERI: Il JasciSmO :1 IO G. DORSO: La Rì'VOluzione meridionale • 8 5 A. CAVALLI: 111ussolini e la Rom:agna 6 6. L. ì\1AGRINI : In Brasile . . • 8. 7 O. ZuCCARINI: Ricostrui~e _lo Stato & 8, P. NENNI: 1921-1925 Jna5egna:mentì di una. disfatta prolefpria • 10 9 L. STURZO: La libertà in Italia . , 4 10 • A. PARINI: La 'Vìta di G. Niatteotti • 8 La. -seconda serie uscirà tutta entro giugno. I quaderni di -R. L. sono sempre scelti in modo, da offrire al lettore ciò che si scrive di meglio in Italia. Solo in questa collezione spregiudicata si trovano i più grandi scrittori di ogni partito, i giovani più originali, gli spiriti più indipendenti. La s~conda serie si spedirà a man mano che si. pubblica franca di porto agli abbonati di « R.ivolu, zione Liberale» che ci spediranno vaglia di Lire. sessanta. Chi ha già pagato il volume LA PACE di F. Ni.tti mandi vaglia di L. 52. Tutti gli abbonati,_ dovrebbero associarsi alla serie dei quaderni. G. :S. FARAVIA & C. E<litori • Lib1·ai • Tipog1·afi TORINO - MILANO - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERIU); ARNALDO CIPOLLA PER LA SIBERIA IN CINA E GIAPPONE Ptezw L. 40 è il racconto di viaggio de,\ « Kipling italiano», 001ne la critica straniera lo d'efi.nì, nella Russia bolscevica, ch'egli per primo visitò, nella Cina anarchica e nel Giappone imperiale ove egli fu du.ra.nte il grave movimento tellw-ico. Gli usi e i costumi sono illustra.ti da numerosissime. fotogr'afie originali dell'Autore. PIEROGOBETTI- Diretto-re-responsabile 0.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - TORINO..
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