La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 17 - 26 aprile 1925

bi LA RlVOLUZlO~E LlJJLRAl.lé LETTERE MERIDIONALI popolaz.ic,ne. Canosa, ,..\1inervino, Rtivo, Santeramo, Cassano, Acquaviva, J-\ltamura, Gravina dei grandi fittuari, ba molto da adoperar le brac. da durante l'annata. Cose arcinote. Pochi t!-nta· tivi di medicai, sicc-ht il bestiame strimenz-ito si nutre gran parte dell'aono·d.i seccume; nes~llllO quasi di rim boschime:nto, anzi quasi ne.ssuna -idea predsa di c.iò nemmeno nei professionaib.ti, &ebbene la quercia, il mandorlo, l'ulivo e tutti gli altri alberi da terreni addi vadano beni$imo anche nella :,turgia più aspra; mandorli ed ulivi dei dintorni non reggono, come quelli della marina, alle brine primaverili. Lenta la ricostruzione del vigneto, per Ja solita mancanza di mezzi nei picooli, per ]'ignavia dei grandi. Mi dicvno che la. Murgia sfa intac-cat:1 più seriamente dalla parte di Andria e di Corato, con arditi t.<.-ntativi di v,iticultura. Si tratta cli lavori coraggiosissimi, fantastic.::a.nH:~ntedispendiosi, ma ben rari; percht il calcare di questa Ylurgia, a differenza di quello di Albernbello, è inciso perpendicolarmente dall'azione sec-olare delle acque e rum si sfalda ed è più difficile a svdle-re eù i, clL,;adatto a costruzioni di c:ampagWl, ~icc:hè f:. c...sato solo per ammassare muretti o per imbrecciare stradt:; dovunque ]'humus i:. così s-c.arso che quasi non vi è traccia di vegetazione. ALTAMURA, ai primi di Apl"ilc '25. Ca.ro Gobelli, "L 1 1tonio non ama la 1Jirlù che a condizione di praticar/a liberamente•. G. HUMUOLDT Nella cronaca clelle ultime cose nostre ti sarà sfuggito che è stato due mesi fa rinviat~ a casa proprio il sindaco massone-socialista-fascista del paese dei trulli, di cui ti ho detto ulLimamente. Chi poteva prevedere nttlla di simile? La realtà che ci ci1·co1Hla è più intelligente di noi. Per protesta egli ba scritto « ai lavoratori » del suo paese una magnifica epistola 1 riboccante di radiosomaggismo, cli d'e111oaraziaed anche di socialisJuo, scomodando Bovio ed Imbtia.ni e Cavalletti ed appellandosi • ai generosi alimentatori del Casci&mo provinciale• ed agli amici delfo .Feclerazione e della Depntaz.ione, contro l'opera d~gli ~ austriaci di dentro~, che significa gli avversari del suo paese. !Guarda un po' novità! Ma i signoti del Circolo di Cisternino, un grosso paese presso il 111ar1e tra Locorotondo ed Ostuu.i1 messi fuori dai locali non so come han. no sc1itto con più franchezza al Prefetto 1 : « Ci r~~e~am.o a commettere l1imperdonabile pueriltta eh protestare presso V. S. contro il deoreto ecc. ecc.». Arguto, vero? Il Circolo, come t~ immagini, serviva per giocare a carte soltanto e la noblesse ha la fierezza di. assicurare che era f01ma_to di_ « galantuomini, forse un po' troppo vecc:luo stile, ma galantuomini», e non faceva della politica, m.a solo innocue partite a scopone ed a tressette; non s'impacciava di dir male del GoverJ.10 o delle_ istituzioni. ·Nihil de Principe. « Era questo u.n. povero Circolo dove si giocava qualche volta lo scopone scientifico e qualche altra volta il tressette senza molio 1 ma in comP:nso con moltissimi eiTori e della santa· politica si parlava quel tanto che bastava a tener desto il nostro buon umore suila pancia tronfia di qualche nostro alto papavero lOC<-ileE. basta,. Con la maggiore serietà non ti pare questa 1a più importante manifestazione politica nostra di questi mesi, appw1to la rivendicazione fatta dai nostri più grossi ambienti, della libeltà d,i gio- .:arc a carte e di ridere innocentemente dei borghesi paesani? O di che altro credi che abb~ bisogno i « cappelli» di quaggiu? Nessun'altra classe ha osato mostrare uguale ar'<lire. Chi confoud'e l'impermeabilità meridionale al fascismo, come a qualsiasi altra concezione e pratica politica, con una determinata ed attiva· volontà antifascista; scambia lucciole per lanterne. Eppure, è questa classe di signori, traruontata da noi una trentina d'anni fa, che si voffebbe. oggi rivalorizzare ; e ne venne a tessere le lodi a Bari tempo fa nientemeno che S. E. Balbino. Dileguò il loro dominio da allora ed essi trasmigrarono via, senza molto chiasso: sotto le ondate elci piccoli con1mercianti dei grandi fittuari e dei professionisti, « le P3~liette », che si erano nel frattempo formati e sognarono la repubblica cli Bovio e l 1in-edentismo di Imbriani, per instau,rare il popolalismo liberale di Giolitti. Anche questi ceti medi erano dovunque spariti, negli ultimi dieci anni stril1ando sotto la ben più ampia marèa, dei c'afòni più ~ meno rossi 1 ed oggi, p-ur di tornare a o-alla vanno abbracciando anche la croce del fascismo'. :Ma erano rimasti n.ei nostri paesi: i primi invece, gli esuli di lviagonza, non son torniti che du.e ann.i fa, quando coraggiosamente occuparono i caffè per vigilare la distribuzione dei rinfreschi alle milizie mov,enti all'assalto dei Comuni. Non ct~edo perciò valga la pena di rioccuparsi di 101·0, c01ne neppure dei nostri ceti medi che a!tri ha già magistralmente esaminati. Se' vuoi che concluda, ti dirò in breve che i signori dei nostri paesi, o piuttosto i ruderi della loro classe, sono cli un'assenza di senso po.litico badiale: _formavano coda già al pacchiano di Troia per istinto cli conservazione 1111alo hanno abbandonato appena anno visto nel fas....."'tsmoe più nel 11az.ionahsmo uno scudo più saldo o piuttosto un'arme p~ù rumorosa. Non sempre personalmente cattivi, nè maldisposti verso o-li umili sebben.e quasi tutti feroci per tirchieria~ paesana~ di taclo quaJt:uno ne esce per largo spirito cli / ~Je11eficen-1..p.ai,ù cli rado per varia cultura, ed l11 tal ca.so nelle lotte paesane era.no buon para- \·en to alle 111alefatte loro: tutti odiano a morte la politica, s-pecie quella dei medi ceti; pells,a un po1 quella dei cafoni. LA MU!lGIA Kcn occorre aUi:i. che c'è att1che tLna Puglia non lette-ra,ria, uoll rettorica, del tutto ignorata, de.solata, tetra, respingente~ disperata, da tutti . per calcolo e •per viltà trascurata, quella del1a .Murgia di nord-ovest e dei suoi anche più rozzi~ contadini. 13isogna che ta impari ad amarla, anche perchè 11011 sanno nè pçssono amarla gli nltri. Se scendi da Da1i per la Bari-Taranto, pren- .denclo la Gioia-Rocchetta, puoi percorrere tutta que~ta zona dalla Sella cli Gioia, dove s'innesta alla ìiiurgia di Alberobel10 1 per tutto il suo centinaio cJi km. di lunghezza, sin.o alla Sella cli :Minervino. Per tutta la sua lw1ghezza cli una cinquantina cli chilon1eh:i s 1iI111alza a tenazze sempre più elevate sino acl un massimo di 6.700 metri con isoipse parallele al mare, talchè chi ascende questa gradiJ1ata per la Bari-Taranto o la Ba.i~i-Altamuta, può, nei vari flwti in cui raggiunge la linoo di displuvio, godere il doppio spettacolo dei due versanli 1 di quello verso l'Adrialico, intensamente alberalo di ulivi e mandoi-li, con. i11i fondo le forti linte az.zu.rrine e viola del ma,·e e qua e là gl 'innumerevoli borghi distesi come i-.trisce bianche, e quello poi della brulla solitudine murgiaua, ùove, a grandi <lislanze, sono1 qua e là sulla dorsale Sante-ramo Altamura, Gravina, Poggiorsin.i, spinazzola, Mi: nervino. Ma è impossihile abbracciarla tutta di uno sguardo, sino all 'indsioue a sud-ovest del Bradano, del Basentiello e del Roviniero sino cioè alla vista del paesaggio 1Y<LSilicates~ ben altrimenti moSSo e vivo; perchè è impos~ibile, tranne per le due ferrovie suddett.e, attraversarlo altro•ve per la su.a lunghezza., 11011 avendo tra Gravina e Minervino alcun altro taglio se non clue provinciali agli estremi, da queste città verso il Jnare. Il paesaggio, nella sua desolata sconfinatezz.a, nella. su.a assenza di linee f01ii, sugge-- stiona ecLinvita l'occhio a (rugai~e con uno struggimento di morte. Nessuna traccia di albed tranne iuton10 ai paesi per due o tre chilometri; sotto Pocec'tllo di luce eguale, perspicua, sotto le grandi nuvole accavallate 1 anche P altopiano nudo è un succedersi di ondate cli grigio e ferruggigno lievemente mosse, all'infinito, con solo lo stacco dei terreni più scuri ru-ati e dei verdoni matti dei prati. Dove finisce tutto ciò? All'oiiz7..onte remoto è qualche lieve linea cli cinereo, appena 011dulato, una pennellata di cilestre più carico-i come un semplice tratto su di trna carta, ii \·eia.rio di un 'omhra lontanissima, talcbè noi Pu.gbesi non abb:iamo· affatto idea cli montagna ... E che ci sasà mai dunque laggiù? Nasce laggiù ln vita? :Ma dall'orizzonte, invanb spiato, ci richiamano qualche lembo di strada e le inn.un1erevoli indicazioni dei solchi, dei mtrretti di pietra a divisione dei poderi, che s'innafaano, si arrampicano, discendono su per le :ìVIurge, dovunque s,intersecano e si arruffano come una capellatu1·a. Che cosa mai questo paesaggno voglia <lire, se no11 suggestione di solidarietà di dis-tl'etta, d.:i tristezza, di dolor'e che non méndica uè aspetta piet~, non saprei, tanto ogni vita è assente di qui : ha os;ito guairdarlo per la prima volta il povero Romano, un pittore moncherino di Gioia, nato di calzolai e-morto povero e tisico recentemente. •A primavera i terreni meno magri diventano enormi riquadrri di verdi 1 tr'.a cui arde qualche fiammata della senapa -in_fiore, e il piano si. l'accende tutto del giallo di narcisi. del rosso di papaveri selvatici, del bianco di ~1nbrel1ine. Ma il resto dovunque non muta., e se i p:rati si tingono di rosa per la fioritur,a dell' ·« auz.zo », l'antico funebre asfodelo, il quadro viene stretto in giro dal calcare cinerino 1 fu.ngaia che dovunque punteggia le alture o lebbra che inva-de e domina qua e 1à qualcosa cli più informe e onido, la stagriatura slabbrata di qualche « b.tna », di qualche asp,ra gravina, qualche abrasione di sanguigno. Appena, di estate, nel giallo pul verulent 0 delle biade, un 'accordata s-infonia cli verdi a valle: un filare di mais tenero 1 qualche quercia, un pino nerissimo in mez.zo, u.n campo di patate in secondo piano, e di cosl poco si fanno i paradisi dei nostri sogni. Le case basse di campagna, così rare, dove nulla spicca nella confusione cl'egl' innumerevoli cortili 1 hanno la malagrazia di chi sempre ha SOffei.io e disdegna di piacere; appena. qu.akhe. inestetico comignolo, qualche piccionaia sporgente. Nessun segno di vita d'inton10: la terra riassorbe i contadini che iru1tunerevoli, 11:-3ttinae sera, percorrono coi loro muli e i 101~0traini le strade di campagna; poche pecore del color del calcare o appena p;ù sudicio, qualche magra vacca o giumenta. Il sL lerfzio- è rotto da due gazz:e appaiate nel volo leggero, da qu·alche stormo di cor'nacchie, da un enorme falco su in alto 1 dai gargheggi virtuosi delle innumerevoli calancla'e. Qualche volta mi viene a mente il Catullocalvos pascoliano: Sit.i campi bru,lfi fJesamo le n11,bi, sopra le ni1,b-i.1.1olm10 i rapac-i, Ma sempre 1.1anle allodole gar-rendo su, qitest-i e quelle. 1\!Iagli uccelli, s.i sa, si contentano cli poco e 110n negano la loro gioia a ness-uno. GIUDIZI DEL GALANTI Si capisce come al centro di questa asprrez.za ripugnante Federico II abbia voh1to la casa del1'incanto, Castelclelmonte 1 e come cli lì mno- . vesse spesso alle sue cacce sin oltre Gravitia chè troppe tlistezze aveva l'uomo. Ma dopo noi; par nata se non pc-r cavale.ate cli b1-iga.nti. Tutta Qttesta zo11a, se pur non ha più i boschi del passato dei qn,ali •è traccia solo nella toponomastica locale, appunto per la sua enonne quantità di pctrame, è sana, tranne nel Gravinese, infestato di malaria; ma se .Gravina muore ogni giorno più di mala.ria gli altri paesi sono tutti vitlime da secoli della desolazione della Mur'gia 1 contro cui gli uomin:i sono soli a lottare in mezzo a mille difficoltà. ~on. oredere che dei nostri problemi non. si cianci da secoli, ma sai bene che non è quistion.e d.i ciance. Nella. « Rela7Jone ufficiale al • Re Fe1dinanclo IV >) 1~eclatta da u.110dei nostri scienziati, Giuseppe 1\1aria Gahmti, il 17221 tro,·o scritto: « Generalmente trovo nelle province che le popolazioni non sono disposte ed allogate con ccouomkt. Siccome s.i. govenrnno con leggi parziali di proprietà, così si osserva.no dappertutto paesi cli gran popolazione con un tistretto territorio, e Yasti tenitori posseduti da una piccola e Taranto, che hanno tra i più va.sti territori <lei regno. , io addurrò ad esempio Alt.amura, fc.-wJo allodiale di V. M. La città si compone di 16,405 persone ristrette in un pugno ùi tc..~ritorio l.he ha 200 circa mila moggi napoletan:i, capaci cli sostenere perlomeno il quadruplo di popolazione nelle circostanze attuali. .. Questa, differenza di economia a me sembra essc.--rela causa fft'inr-i- !Y•ile pcr cui il litorale della provin.cia /; non solo popolata, ma ben coltivata e che tutto l'opposto si vcgga nella interiore. La c:oslitu:d.c.rne delle città è quivi dj ostacolo alle maggivr popolazione cd alla 1nigliorc coltivazione. Esse sono numerose, ma senza villaggi. Questi vi era.. no nei iem1.YÌanùati, m.a, mancata la sicurezza civile, si è stabilita la medesima, eco11CYD1diaei tempi poco sicuri. Forma un altro disordine la genie rustica che vive nella città, per c-ui av~ viene che la\'ori poche ore al giorno. li contadino di Gravina, di Altamura deve portarsi sino a - 15 miglia lontano per lavorare. Quando ciò vidi 11011 mi fece sorpresa cli trovare queste due città poste in mezze ad un deserto •· I BO!lBONI Tu ricordi quale seguito di provviderne abbia dato la monarchia borbonica a questa inchiesta.: due an.ni dopo impiccava un.o studente ventenne, studentesca.mente sognatore di libertà e di miglioramenti sociali, il· quale, quando i suoi compagni tradivano, resse con esaltato coraggio al martirio. Kon a caso Emmanuele De Deo il protomartire della rivoluzione politica, è di ~ui 1 di Minervino Murge: questi uomini non conoscono che il S{lcrifizio più oscuro. Ma, si sa, i Borboni avevano allora perduto la testa per le novelle di Francia : che cosa ha im pedj to al nostro governo di far qualcosa dopo l'inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini ael Mezzogiorno? Dal '63 in poi si può dire senza esage1~azione che l'abband'ono e l'oppressione sieno ~i:ati anche maggiori; solo che all'antico brigan. taggio è succeduto un seguito inip.terrotto di sollevazioni parziali. L'ultimo ministro a pensare a noi, ad una Università di studi da servire per la Murgia e per l'Appennino lucano-calabrese, fu il filosofo e storico Cuoco, e non ebbe il tempo di far nulla. Ma bisogna dire con franchezza che l 'oppressio-ne borbonica fu, per ragione d'impotenza, meno esiziale di que11a unitaria, e se non altro non ci tolse il magro peculio; e qui una borghesia sii formò nel '700 1 ricca di cultm·a e di coraggio civile; quasi non esiste da noi famiglia che non si sia fonnati cosi i suoi titoli di dt)minio. Credo che, se fu capace di affrontare le galei-e, avrebbe avuto anché la forza di avviare la soh.1.~one dei •problemi de11a nostra terra, dei nostri contadinj_ Certo è venuta a mancare dopo il '6o, distratta, sviata, corrotta, depauperata 1 spezzata, distrutta da] centralis-1no stata.le, e, come ti ho detto, da allora la vita uni. taria dei n·osh'i borghi è caratterizzata da sollévazioni periodiche parziali, eternamente rinascenti, tolta con la distruzione dei boschi la possibilità del brigantaggio. Anticamente queste masse erano in continua ribellione, contro i Ramatti e contro r Re di. Napoli, come contro i Francesi : dopo, con lo Stato 1witario, ogn.i città di Puglia, da Foggia. a Na.rdò, ha })agato di tanto in tanto il suo tributo cli sa.ngue di cafoni, ognuna per le sue p-iazze. Poco han progredito le plebi, quai~to a vivere civile, e vi sono città, quali ·Cerignola, A1~dria ed al.tre, dove ancora costituiscono una classe completamente segregata clal resto dei cittadini per usi, costwni e lingua, dedita. all'abigeato, piaga dei nostri paesi, come una volta al brigantaggio; amorfa., impenetrabile. inacceS-Sibile. LE CULTU!lE MU!lGIANE Sai bene le nostre culture muTgiane; grandi masseiie e-on in media uJJa cinquaJ1tina di ettari a gi-an:aglie 2 o 300 a pascolo. Latifondo no, ma ancora la maggior pmie di queste masserie· è nelle niani <li qttei pochi che, come ti ho eletto, non vi.vano in Puglia ed app;.rnfittano della gran lic:hie.sta dj terreni per fitta.rle a gra11 prezzo. C'è poi la classe dei fittu.ari, che, ottenendole a' fatica pel tro~o breve tempo di sei a11ni, paiie vi semina cerea1i, vi ma.nel.a le sue pecore a rnsp,.11·fra le pietre 1 e aspetta. che pioYa. Quest'anuo siuo alla fine di marzo eran caduti solo ip8 111111. di pioggia daJ s-ette111br1e la quale, come &i sa, è convogliata, per lo piiù in imghiottitoi 1;;otte.nanei. Che cosa può ì111porta1·eal fitt'lrario della. progressiva depauperazione del terreno non suo? Gra1JJCleo piccolo che egli sia, dai-à alla terira il meno che può: la legge non gli garentisce il risarcimento delle migliorie. Cercherà anche d_iaffaticarsi il meno possibile, di non torme11tarsi; al m.aggese a leguminose o a coltiYa- ·1.iotJcsarchiata, granturco 1 barbabietola, tabacco, preferirà quello iuqnart.ato, nudo; e lavori di d pu.litura dalle erbacce eseguirà spesso il meno possibik o nulla. i\Ia quando il contadino fit. tuario riesce a diVe11tare lui proprieta1;0 clella te-rra1 allora sì che pJ·odiga a questa tutte.le sue cure e sforzi esfremi e la proverbiale laboriosità e lo sparagno pi ùtirato, tanto maggiori quanto più vi si ii.bella la Murgia; talchè sopra i\1inervino e intorno a Santera1110 quei disperati hauno fatto lavori di scasso fantastici 1 per pia11tan·i qualche sarmento o qalche mandorlo, con risultato economico nullo o quasi. Nia qttesta terza categoria cli piccoli o piccolissimi p(fopiietari diretti è molto scarsa ancora da noi, e il bracciantato forma sempa·e il 70 % della popolazione agiicola, nè1 per l'incuria forzata e volontaria !L NOST!lO CONTADI:-{0 La psicologia passi va dei nostri cont.adini ti• midi, imp--<.1Cciati 1 chiusi, e aPf.lU1Ito f.J'f:T ciò 1 capaci cl.elle esplosioni subitanee, mi ricorda stmpre quel calabrese sergente dei gendarmi che ebbe a dire al Settembrini, arrestato la prima volta : • Profe;sore, voi siete professore, ma io vi voglio insegnare una rosa. Tre cose rovinano l'uomo, cioè la penna, la carta e il calamaio•· Questi contadini, che contro i loro padroni, pre>- prietari assenteisti o grandi fittu.ari sfruttatori, non nutrono se non rancore, si son fatti dovunque in questi anni una lama di bestialità e di violenze, e anche l'uomo metaphysicus che fu qui tempo fa ne ebbe 1'impressione di maggiore rozzezza e primitività. di aspetto, nè qui e' è alcuna vita di studi, se non ad Altamura. Ma tieni presente cbe Ernesto Fortunato li sapeva amare così come sono, e non li trovò nè ostili, nè violenti, nè bestiali. Xaturalmente rl '19 si abl:randonarono qua e là a deplorevoli eccessi, ma i loro padroni furono tutt'altro che cristiani a Gioia come altrove. Si tratta sempre dunqu: di dominio di uomini, di uomini che sappiano dominare, cioè amare e C"Omprendere. Se ti viene per casa qualche vecchio intelligente e sentenzioso, ti farà, per ottenere qualcosa, l 'indovino 1 il profeta, il consigliere, il noveli~tore, il poeta, se pure non si spingerà nelle pratiche più difficili della di\"inazione del futuro. Sempre ti dirà di guardarti dal prossimo di Dio, e che chi ti ba voluto bene ti anarà in faccia _alnaso} e questo significa che non bisogna partecipare alla vita politica, non scriYere, non parlare, perchè da noi quelli che vi parteciparo rovinano sempre sè e le loro famio-lie o-li onesti s'inte?de; sempre sentenzierà che i1 ~;ndo oggi è u.n mondo ... chi serpente, chi leone, chi tigre ... volpi, no; son troppo miti bestiole 1 pel nostro contadino, per entrare nel ceto eh-ile. Poi fa da indovino alle ragazze cli casa dei segreti del loro cuore e cerca di allietarle,_ e interpetra anche i sogni e dà notizia dei morti, e che ha sognato la mamma Yestita di velluto tutto i.ti.fiorato, se. gno di gloiia, che gli portava un regalo di uYa nera, segno di lutto, che però io non. mangiavo, segno che non ci sarà altro morto ma era molto triste e cioè n10le suffragi per Ìa sua anima : e le donne làgrimano, mentre queo-li suo-o-crisce i nume-ii pel lotto. Mescolerà anch; OOCU..:t storie di dia\·oli coi ca\·alli di bronzo, del1 1uomo dalla barba bianca, di Lucifero e delPAnticristo fio-Fo della moruica e del monaco segre:o, dei ~e-tt 1anni d_i buona annata, della fine <iel mondo, quando la terra sarà bruciata sette palmi, e che Id<lio ha creato il povero e il ricco, ed il poYero deve campare di sotto al ricco. Vengono poi le storie della sua vita militare, a lUilano, quando lui faceva le marce portandosi nello zaino un fiasco di vino, ed il suo tenente a,·e\·a sete e lui gli dava da be1·e, ed il suo capitano aveva sete e beve\·a., e beveva il suo maggiore, e così anche il suo colo1111elloe fin il suo generale bevevano tutti uno dopo l'altro, e liultirno gli regala\·a cento lire. ì\1a oggi, oggi è il mondo, oggi è uu mondo.. chi serpente, chi leone, chi tigre ... Il rimedio? Un vespro. l\'Ia, ohè, 11011solo al nostro paese, ma pe1· ogni paese; og11uno si uccicle i suo~, fino ai topi e ai gatti. « 1\Ia non bisogna uccidere, 1nio caro 1 e tu sei un buo11 cristbno; t~on tiravi di coltello nemme30 nel Yino, quando ce n'era». E 1 giusto ciò che dice ,~ossig11oria, ma oggi ognuno vuol essere sopra l'altro: tu non devi far questo, tu non deYi far quest'altro. E siamo noi che gli diamo la forza : sì, ti ;::Juto, perchè mi dai questo e questo. Oggi è p-iù bn1tto del '601 quanclo il pane a.nivò a J.2 g-ra.ni. Così passa alle altre sue glorie, quelle ckllo sciabà elettorale cli una ,·olta, ai tempi dell'on. Abbi uz.zese, che 1 a casa sua, non manCTiYano maccheroni, fonnaggio, aleatico.-e mo:,cato, perchè la moglie era malata, e lui riceYette un ceffone da don l\iiichele Somma, della parte aYYersa, ma glielo restituì; talchè il 1imedi.o vero è pur ~empre quello, un ammazzamento uuiYcrsale dei padroni, s-e non Yogliamo man.giarci l'un l'altro per fame. :i\'Ia tu perchè quando eri Sul -Comune 11011 mi desti quella pezza di terreno comunale? Se si comprende 1'improvvisa uscita finale è difficile scevera.re qualcosa in tutto questo ;ritume psicologico, .dove, in assenza di una religiosità operante e trasfonnanté, la mancanza di dignità civile si colora di rassegnazione con qua e là scop,pi di ira impotente .Nè è a credere che

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