La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 14 - 5 aprile 1925

b i8 ;,A RIVOLUZIONE LillEl<ALt,; VITA MERIDIONALE LETTERA DALLA BASILICATA :S:ella vii.a poliLica clella peujsola la llasilicat.a <: 1111..'1 ipoLesi. ~ou ave11do caratterisliche defiuile du eunfi1Ji precisi che la pongano in una situaz.iunc <li cfficieute autonomia po1itica, essa ~<.:ne bcni&:>imu come amorfa entità qu.a.ntiiatiYa, per ingYossarc queste o quelle cifre calcolale a soddisfa~ione di piccole e grandi va1tilà. J c.1 i si dic~va : il .}lezzogion10 {; in.te1·amente fa:::.ri.sta, 111 cui l'cspTc-ssionc Mezwgioruo abbracci 1,·a, oltre <..:be rcgioui politicamente oo- ~cicnli, anche la Basilicata. Sotlo questo aspetto 11011 :--i può negare alla Ilasilicata una certa impona111..;.1politica. i\la fra le region.i dei Me--/4. z.og-iu1110(.: quella che manca, più di tuLlc, cli una n1,:.;l'i<:nzapolilica. ll:1 bensì uno sfondo p'.iaLLodi patiiolt.i-smo, di ,·ago liberalismo, pjù p.sc-ud<h•OCialcche: vcramc11te politico, fallo di ,: 11011 lt' '11lrirà » di 1< i.ira a campà » ma difetta cli -qHci rilic,·i precisi c definiti che, sbal7...ando, cu11 111 ggio1c o minore e,·ick:nz..a, sai monolono sfot1do, sPg11ino la ,·era c~istcnJ.,a cli uua co- ::--ci..._·11/a politica. Ecco, per l'appuuto non c'è coscietl74 politica, mancando al popolo basilicatese uu.,1.rcliua meulc"lleche gli pennetta di rice,·crc uno ,.,;sione proporzionala di un fen0111eno, e che gl' impedisca di StFra,Ta.lularc, oltre il consentito, comtmi c.·pis(idi di ,;ta locale. Per tLlta iuvolouta.ria illusione, 11atu1rale, del resto, in ..spiriti abbaudo1rnli a .-;e' :')ttSSi e necessariamente individuali- ::-Li, si lì.ui.:;ce col e.lare il nome di vita politica a ciò che solo rientra nel consueto pettegolezzo e nelle incschine çompetizioui personali. Le manifestazioni, per così dire, esemplificali\'<.:, <li que;lo modo d'intendere e di esercita.re la politica in Basilicata, forniscono un'ameuissima me~c cLl episodi e di aneddoti divertenti. Se ·ne possono spigolare in quest'ultimo periodo. « Segretario politico J « fiduciario • • manipoli • 1< centurie • : belle e grandi parole che richialllano aJla. mente quelle ampie e spesse monete luori corso dell'epoca di Frn.nceschiello, cbe emp1 \·auo tutto un taschino e che valevano cinque «grana». oggi anc.ora esse sono 1a gioia del nostro bimbo che giocherella con esse, facendole n.1.Z.zolaresul pavime:nto, in un cautuccio della cucina. llfa è dunque cosi facile la vita politica? E per viverla basta u.n.a tessera? lE qual' è il g1ido cl 'ordine? Abbasso il socialismo? A Noi? 1'1:t a.llora « A .Noi!», « Abbasso il socialismo! J e , ia per le strade vedove, assoluta.men.te vedove per decenni, di socialismo. E' cosi semplice ed è cosi comodo fru-e questa benedetta politica, tutti tutti possono parteciparvi, Non ci si rimette niente, vi sentirete chiamare « segretario politico 'A. o " fiduciario, e tutti ius.ieme sarete, indovinate?.. un manipolo! una centuria! E poi, la domenica, tutti in piazza ·oou l'abito nuovo e il fiore sul cappello. Faremo gli esercl7,i, canteremo « Giovinuezza • e sfileremo così, con aria marziale, sul sagrato. O Lrepidi cuori di fanciulle, fragranti di fieno c di spigonardo, vilJanelli, che v' imporporate quaudo vedete il vostro « moroso J sfila.i-e in parata, ·vivetela anche voi la ·vita politica, questa. vita politica cosi facile, cosi divertente, su, anche voi alternate i vostri passetti risonanti sui ciottoli del sagrato, nnò, duè ! u.nò, duè ! uno, duèl. .. Quando questa maniera arcadica d'intendere la politit..--as1iru1esta con le competizioni persona.li, la cosa è ancora pl.'ù amena. Jn un comune di Basilicata Jn tale prende l'iniziativa per co.stitui1·e una Sezione - poniamo - del P. N. F. Viene a saperlo un suo uemico che, invidioso della fortuna che attende I 'altro, o della potenza cui sta per assurgere, o timoroso del male che potrà venire a lui su.o nemico, o solo per un nativo bisoi.no di fua.· dispetto, s1 dà ad organizzare un 'altra sezione. Poco impo11:a se &'lauoo no fascisti, purc.hè siaiuo suoi fidati. Ognuno loda la bontà della propria sez.ione, come il ciarlata.no callifughivendolo quella della pl'opria merce. Sorgono due sezioni; si portauo all'approvazione: l'una trionfa, l'altra giura od.io eterno e vendetta nel nome del propiio capo. E quirndi bastonate, liti, cause, un ,·ero beu di Dio per gli innumerevoli avvocati delle pretu1re locali, se ogni tanto u.n'amni- !:ti:ia 11011 spazzasse gli incartamenti ~ questi autentici « reati politici • ! Ma non durerà a lungo neppure il. .. vincente e piazzato segreta.- rio politico! Si accorgerà un bel giorno che ha ;peso troppi danari per niente. In paese ancora 1'icorda.no il pranq.() che offri al fiduciario pmt..anlo !i.i o.T11p:1v:1di politka 1 \'o, 110 ! Jl'iÌl nie11tc politica; venga, v<:uga pw·e avanti il SUiJ rivale ;t fare il segretario politico; egli lon1a~ addio!, egli tor11a a \'lgilare la sua «masseria•· E fra quc.-sli robusti cntu:;ia~mi e quesli pladdi :-,;c<ffamcHli,una famiglia ha vissuLo la. sua L1·agcdfa politica. Le spese per il pra11Y.()del fi- <luc:i:u·io co.-;.tituirauno un rico,·do tremL-i1do per t11tli i discclldc,1li di sette gc11C1·azio1ii.Per quanti an11i :i.ncora quella famiglia 11011 si 0CC'Upcrà più di politica? A creare cd a ril1sal<lare questa situazio11c <li isolamento politico ha i11dubbia111cutc concorso 1' cstrc-mo isolamento a.-onomico e sociale nel quale si è sempre trovata e si trova la Basilicala. Scarse le vie di co111t111icazio11eche pcnnetta110 l'incedere della civiltà, lalchè u.clla popobzione <li Basilicata ,·i so110 m1111<.."l·os.issime persone che non han mai visto un tre110, w.ta sta- ;,;io11efenuvioria, uu'aulomobila. E' da meravigliarsi se la loro mcutalità e i loro sistemi di dta si souo :-tlTcslali all'età dei trasporti a dorso di malo? In,sufficcnti e male attrezzale le scuole, l'l1e p11repennettcrebbcro di n,·ere u11'aipprossimaLi,·a idea caleidoscopica del 11101H.loche si agita di là dall'orizzo11le. Misere le c011dizioni economiche, p1·oporzionate allo scarso tendjmento deL h ten-a e ljmilale dalla stciilc avidità del rispannio. Così si d ,·e in un'atmosfera speciale, siochè:: a momenti si l1a il sospe.llo che tutta. la regione sia esclusa da og_nj mo~11nento terrestre cli rotaz.io11e cti rivolnzione, ferma, tcrribiltnc:ntc ferma come le stte paludi sature di feb1Yre. Si capisce come la vita politica che si spiega ill quest'atmosfera sia di tm genere affatto singolare. E sl caplsce a11chc eo11 qualj criteri si giunga all'apprez7..ame11lo cd aJl'i11terp1·et:azione di quella che invece si svolge altrove e cli cui si ha noti;,,ia att.r'averso i giornali. Gli avven:i111e11tidi cui giu11ge l'eco s-i 1/idu'couo, si rimpiccioliscono, si inquadra.no, insomma nei limiti d'ella mentalità locale, tigida, inelastica. unità di. mistu-a di 0~1i fenomeno sociale, anche dei più vasti e comp1i<:2ti. J l p-rimo passo per giangere ad' runa. visione politica ·più lata è quello d'i riportare il concetto di lotta politica al suo sign:ificato più proprio ed originario, sottraendola cioè ad ogni visione personalistica e facendola poggiare invece su motivi prettamente economic:i. Occorre favorire, quindi, il sorgere di partiti cU massa, su salde basi economiche; determinare così la lotta cli classe, che, dando una individu.alità precisa ed accelerando il definirsi delle classi sociali, getti le fondamenta e costituisca i tet'lllini, gli estremi eterni di ogni bene intesa lotta politica. Quando l'elettore <li Basilicata cosciente del. l'esistenza di problemi generali che sopravvan-- • zano e dominano quelli particolari e personali, potrà spostare questo suo ragionamento : « Io di> il mio voto al partito socialista perchè il candidato è Tizio , in quest'altro: • Io dò il mio voto a Tizi,; perchè è il candidato del partito socialista », allora, e solo allora si &.tranno realizzati in lui tutti quegli elementi di valutazione politica e sociale, cbe costituiscòno ap-- pu,nto nella loro somma ciò che si chiama coscienza politii::a. ' Evidentemente un tentativo di educazione sociale e politica ntl senso 'indicato presupporrebbe già in atto llll risveglio economico effettivamente inesistente in Basilicata. Lo stesso complesso di problemi economici e sociali che va sotto il nome di questione ·,neridionale se ha forniito scarso alimento a personali manifestazioni politiche e culturali eia parte di pochi deputati 1 e studiosi 1 non ha ancora trovato la formulazione più appropriata per potersi risolvere in effettivo vantaggio per la Basilicata, sia dal punito cli vista economico-sociale, sia - tanto meno - da quello politico. Tutta via la questione meridionale - anche pe1-chè par giunta l'ora che essa esca dalla sua fase di foi-mtilazione dottrinaria per risolversi in un 'azione - potrebbe essere tllll efficace inizio per un movimento di riscossa mor·ale e politica dei popoli meridionali i111 genere e di quello basilicatese in ispecie. • Bisogna però che i problemi meridionali dive11tino intima e <liretta aspira7.-Ìone del popolo minuto del popolo agricoltore e bracciante. Bisogna 1 che essi diventino l'intrinseco impulso per u:11:'azioneche appassioni e trascini il popolo, non più l'appello estrinseco e dotttin.a.rio che al popolo nou giunge e che non può nel popolo detern1inare alcun moto di rinnovamento. Occorrerà quinicl.i semplificare la questione, volgarizzarla, liberarla di ogni elemento estrinseco e dottrinario; fissare ('bia.ramente i termini per un'attività pratica di fronte al governo; i,nquacLrare, insomma, la questione in termini compirensibili e divttlgai·la con metodi diretti, che giungano, semi.a essere demagogici, vlndale, e poi i mortaretti, la fanfara, 1a bicchiei'a.ta ai musicanti; tutto, tutto a sue spese. Spera.va che il fiduciario non avrebbe « fatto nomina1'e II a p·residente della Congregazlone di Carità il suo rivale, che si vantava di « tenere la nomina in tasca» ; ebbene, lo credereste? La nomina gli era giunta lo stesso. E intanto, chi , a toccare il cuore e la passione del popolo meridionale e basilicatese. lo iimborsava delle spese? No, no, il fiduciario non aveva fatto le cose giuste. Una truffa da far parlare i giornali, senza contare gli strilli della moglie che aveva fatto già da gazzetta in tutte ie case del paese. E intanto gli affari, in campa= andavano a catafascio.' Il massaro lo rubava 0 l~ mucca ei-a scappata; un mulo si el'lfl aw..opp~to; la tosatura delle pecore gli aveva fruttato poco. Si capiscè, senza di lui che tnCosl, mentre, come fine diretto ed immediato, si potrà forse dare nna soluzione ad un problema che tischia di diventare per sempre un. fossile sociale ; si tenderà, in via indiretta a determinare UJll salutare moto nell'atmosfera politica del Me7,zogiomo, Son due fatti come si vede, che - a bene intendersi - a~mettouo una soluzione unica. La questione meridionale, penetrata nella coscienza del popolo, può e deve essere insieme la prima determinante e la principale derivata di una lotta politiaa. nel Mezzogiorno. ETTORE LATRONICO Per la riforma tributaria dei Comuni• Ln. sempHce sguardo ad un b-ilancio romunaJc rcnrh• di colpo chiara J'ent.it.à finanziaria dei triÌJuti 1r..ig-atidai cilla<lini ai Comuni, sotto le diverse fot'me di imposte e sovraimposte dirette reali e sul recidilo, cli imposte iuclirdte per daz.i od allro, e di tasse afTc."rc."11ti o non afferen.li a servizi 1n1bblic-i, Es-~i Ldbuli rapprcsc..-i1tano sempre non meno del 75 'X, delle e11trate comunali, tenenclo prehcnt.c che. il solo dazio consu.m.o va quotato per più della mclà. Le voci che danno un più ampio gcllito so110 oltre le sovrimpc6t.c sui terreni, sui fabbricati e sulla ricchez.za mobile, l'imposta di famig-1ia, quella ~ngli <."S<:fcizie rivendite, sul bestiame, cd infine il dazio sui cons.lUl1i. Non tutti questi l1 ibuli av<:vano l' impmi:anza che hauno attualmente primo del Decreto-Lc.-gg<: 7 ,\prile 1921 n, 374, che p<cr g-li er,li loc:ili fu la manna pro,·vi<k:nziale. E' noto che cc.1J tale Decreto furono allarg-ali del doppio i limiti delle due sovraimposte tradiz.iouali dei terreni e dei fabbricati, mentre fu co11ccssa la facoltà di sovrimporre sulle aliquote statali della ricchezza mobi1e e dei profitti di guerra, nell'istesso tempo che furono ele,·ale le aliquote di altre varie minori tasse precedentemente esistenti, ed altre pure minor-i furono cli 11110vocreate. ' Emettere il sopraricordato decreto-legge fu più che necessario, <lovc-roso, poichè gli Enti locali dopo il surm.euage a cui furono costretti dallo Stato durante la guerra, versavano in condizioni economicameute disastrose. Oberati <li debiti e di mansioni si tro,·avan ridotti a dover far fronte ai loro impegni o colla sistematica accensione di mutui (molti Comuni provvedevano alle spese ordinarie con essi!), o col sempré più eccessivo inasprimento dei clari e delle tasse di famiglia, sul bestiame {nelle zone agricole) e d'esercizio, e sulle are fabbdcabili e sul valor locativo (nei Comuni cli prima e di seconda classe), che andavan generalmente ad incide.re tanto lo scarso reddito çli categorie mediocremente ricche, quanto la indigenza delle classi più misere. Col decreto-legge del 7 Aprile 1921 si può dire che è incominciato il risanamento della finanza locale, la quale ha aumentato di proporzioni tanto nelle entrate che nelle ttscite in modo- spdtacoloso, sì da impressiona.re non solo i profani, ma economisti di alto valore, i quali evidentemente si sono cLimenticati di valutare le ·partite a moneta svalutata; poichè avrebbero sùbi.tò visto (all'infuori che lo spirito <li parte non avesse loro fatto ,.-eJoJ che le spettacolose SOlllrne del r921 sono proporzionalmente identiche a quelle del 1913 e. 14 tanto nelle entrate che nelle uscite, quanldo proprio non gli sono inferiori. Una prova della verità di quanto asseriamo le si potrebbe avere nell'esame degli odierni stipendi degli impiegati che ragguagliati con quelli del 1913-14 sono proporzionalmente iuferiori a motivo dello sYiluppo della carta-moneta nei confronti della, moneta am-ea. ::'1ella consapevolezza dei necessario consolidamento dei bilanci degli Enti locali e nel doveroso desiderio d'iniziare finalmente la tanto auspicata riforma tributaria sono stati formati i successivi a:ecreti-legge del r8 novembre r923, n. 2538 e 3 dicembre 1923, 11, 3o63; seguendo la falsariga che precedenti uomini poÌiti.ci avevano tracciato. I voti dei popola,i formulati da Luigi Sturzo in seno alla Sottocommissione reale il 12 Agosto 192r e da essa approvati, trovano soltanto ora applica7ione, dopo un quadriennale so11110 in fondo al cassetto. Coi decreti-legge sopracitati l'aliquota della SOvraimposta comm1-alc Sulla tassa di ricchezza mobile viene limitata al 5 %, mentre si pToibisce di continuare la sovraimposizio11e stù redditi di guerra. Vengono inoltre abolite le tasse di famiglia (D.-L. 30 Dicembre 1923, u. 3o63), su,! valor loca. tivo, di esercizio e rivendita, sulle ar'ee fabbricabili, e di soggiorno. A sostituire le tasse di fa1niglia e sul vaJor locativo ,;iene istituita un'imposta sul reddito c011smnato a,;ente lo scopo di colpire la ricc;hezza, prendendo quali indizi cli essa le vetture di ogni genere, i cavalli non destinati al lavoro, i domestici, i cani di lnsso, i pianoforti, i biliardi, l'abbonamento e la proprietà di palchi e poltrone nei teatri, ecc. E' in certo modo WI duplicato di altre tasse comunali già esistenti su.lle1 vetture, sui domestici, sul besiame, sui cani, sui biliardi e sul pianoforti. In confronto alla soppressa tassa di • famiglia ha i difetti di essere più odiosa e fiscale, e meno redditizia. A sostilui1"e le sov;ra.impostc sulla 1;cche:1.,za mobile e &ui profitti di guerra e la ~ssa di eserciz.io e dvendita, viene istituita a favore dei Comuni la i111iposta complementare sui redditi superiori alle L. 2000 da applicare a « chiunqae eserciti uu 'industria, un commercio, un 'arte od un.a pcr-ofessione•, accordando alle provincie la facoltà d-i applicare un'addizionale che non dovrà superare l'aliquota cieli' 1 %- A completamento di questa imposta viene in aggiunta istituita, nn.'l tassa annuale di patente ~ carico di chi eserciti w1 'industria, un commercro, un'arte o una professione per cui non possa essere assoggettato all'imposta sulle industrie e i commerci e le professioni, perchè producente un recL dito inferiore alla quota cli L. 2000. Questa tassa è in certo modo un duplicato della tassa sulle insegne e come essa di scarso gettito. A sostitufre l'imposta sulle aree 1abbricabili \'lt;nc istHI.Ut--:iun'imposta. di manute.n7jone stradale avente lo scopo di colpire quelle industrie r.·he in cHpenden.7.adell'esc..·rcizio del loro commercio, producono un deterioramento al] • :,trade; rnt.-ntn- a <;r,stjtuire J 'impo.:.;ta.sul val.on; locativo ,·iene istituita l'impoota chiamata di miglforla c·hc ha lo scopo di colpire il maggi,,r retldito risultante rlag-li stabili in grazie ad 01x:rc pubblich<- <::S<:guitcdal Comun.e, abbian,_• ricr•vuto 1111 miglioramento. .\ -,ostituirc in.fine la ta..s~a di soggiorruJ, \..;tne data facx,Jtà ai Comuni di elevare la tassa su.gli <.~rc-iz.i di rivt--ndit;i. di lx.-'V'andealcoo;j, h<· <: vi110sc fino al y, % ciel valor IIx:ativo f'--ll'eserc1zio (pt."T le bévande alcoolic-he) e dd 2') ., per le bevande vinose. !'..ll.1(::;lc d.hp<_;siziouj non sono state ancora applicale poiché i migli0ri pubblicisti cieli m,,teria e g-li linti interessati essenclo stati concordi nel clc.~1unziarc,lo scarso gettito delle nuove imposte nei ,confronti di quelle abolite, hanno indotto il .\1inistcro a diffc...-rfrel'appli<.:az.ione al f~c-nnaio elci 1926, dopo il qual term'ne quella che ,·,,nside:rata la riforma tributaria fasci.-;ta ,.1c:g-Ji Enti locali dovrà avere sc.-nz'altro attu.azion•·. \."edi j] R. /J.-L. 23 maggiq r924, n. 759)- lA ', -·- di famiglia, sul valor locativo, sugli e5krc.:izi e rivendite, son.o mantenute in ,·ig.ore ~inr., a· v Dicembre 1925 com.e si è detto, colla sola differenza che le aiiqu0te delle tasse di famiglia ,- sul valor locati ve vengono ridotte di un quarto allorch~ sono applicate assieme alla complementare che le dovrebbe sostituire. E' poi portata l'aliquota della tassa di patente al limite massimo dd 3 %, clall' 1 %• che era. Anche questo sino a llù11 oltre il 3r Dicembre 1925. 'Giunti-a questo plUlto noi dobbiamo chiederci: la ,iforma tributaria voluta dal :11:inistrc ,!~ Ste. fani risolve sul serio il problema della •ic'htruzione fina.n,,jaria degli Enti locali o non piuttosto l'aggrava ? ~oi rispondia.Jno settza reticen7..e di no. f>oichè, a parte il minor presunto gettito, a noi ~mbra che il fiscalismo delle' nuove imposte sul reddito consumato, sulle industrie, i rommer6 e le professioni, non possa non far pen.50.Tecon nostalgia alla raziona1ita dell 'impc,sta sugli eser,.·izi e ri- ,·endite che aveva per lo meno il merito di rispettare l'economia comunale, cli essere oggetti va e di non essere eccessivamente coast.atrice. Non parliamo poi dell'imposta di manutewione stradale per nulla razionale e giusta, poichè il maggior cadco di es.sa sarà destinato a cadere sulle industrie pesanti, che non sono di re~ola le più redditizie e da cui è logico derivi un ,·e-spaio iutermìnabile di contese fra gli Enti ed i contribuenti per la ripartizione degli oneri e delle spese. Un'imposta lodevole è in.fine quella cli miglioria che sostituisce quella sulle are-~ fabbric;cbili; allo stesso modo che lodevoli sono gli inasprimenti delle tasse su.Ila rivendita delle bevande alcooliche e vino.se. Ma questi piccoli meriti non possono farci accettare la progettata. riforma che- è contraria. non solo agli interessi, ma all 'autonc:r mia dei comlllJ.1. Per risanare le finanze comllllali è necessario svincolare gli Enti locali dalla pesante tutda dello Stato, per ridonar loro la primi ti n1 e glodosa auton01nia che non de,'essere ·politica. e gitìridica, è inutile dirlo 1 ma finanziaria esciusi ,·amente, meglio, tributaria. Un ritorno puro e semplice alle vecchie id,e;e del Wollemborg (sottoscritte da Son!lÌno e da Bonomi) si impone: ai Comuni dernno fin.,1mente essere devolute le imposte reali, ed allo Stato lasciate quelle pe.i-sonali, poichè così ,·ogliono la ragione e la giustizia E' n€cessario che la politica tr:ibutaria. lni1j1ta d9po il 1902 coll'apertura delle cinte daziarie ,·enga allargata e approfondita, nel sen... c;..o che ai Comuni vengano gradata.iJ1ente lasciati i tributi della propdetà immobiliare e fondiaria, che possono, meglio dello Stato, controllare (questo ~i dice anche in considerazione della necessaria lentezza colla quale pcr-ocedono i lavori LÌi at-cLrtamento Catastale: r6 provincie Stt 72 in 40 anni cli lavoro pagavano - pnima della decret.1la mo!tiplicazione per quattro del red,lito - le imposte in base al nuovo estimo; ed a quest'Wtimo vengano devoluti quelli riferentisi alla ricchezza personale ed ai consumi; in considerazione anche della diversità delle loro funzioui: che sono p:.r1:ico1lri e locali quelle degli ani (i Comuni) e: g-cncsali ed estese quelle dell'altro (lo Stato). Siano inso111111.a l sciale ai singoli Enti le ma•·~ioni ehe ~no nella 101·0 natura e nel loro car.;.th-r , col1'avocare del tntto ::ii Comuni ed agli dtli Enti locali quanto si rifelisce alla vita am ìinistrati,,:a delle città, e col deYOlvcre allo St to ed ag-li albi minori Enti politici che esistono o elle eventualmente avessero a sorgere (ProYincic, Regioni), quauto si riferisce alla vita pl', ica, militare, igienica e ciYile dei cittadjni. Solo in tal 1nodo noi pensiamo che si potrà parlare d'autonomia, e smettere u.ua buona volta la JX>litica dei cerotti che da lungo tempo vig·e nel campo della legislazione tributaria. ARMANDO CAL\J.,[.,I " b'EC!ODEbbfl StflffiPA ,, il ben noto ufficio di 1itagli da giornali e riviste fondato nel H)OI, ba sede ~SCLOSIVAtrENTE in Milano (12) Corso Porla Nuova, •~-

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