La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 13 - 29 marzo 1925

56 LA RIVOLUZIONE LIBERALE La Vita I:n.tern.azio:n.ale LA FEDERAZIONEBALCANICA politici, i· l'oJigan·hi:1 finanz.i::tria e plutcr.:ratica, le cricche- degli 1,pc-cufatori e dci capitalisti, che rubane, la ricche-aA del pop<,lo, tutti quei paras,;iti cc,me i bey, i bojardi e i proprietari fonr di&ri thc: 11-(:llamaggiùr p:irie dei ry,ico:;;biakani<·1, dhf>01lg-<Jnùrk-lla v1t;1, dd fo.voro, d.eJle donne e dei figli dc:i lor,; r·<;nta<.Hni&crvi. Que• ste b"nd<: di !;,dii e di si ruttawri del po]X>lo &eompanranno presto nel fongCJ e nella putredine in c.ui viv<Jno; l'itl.Capadt.ù di cui danno prova li aiuttrà a prec:ipHarvL Qu,esto saggio di un nostro collaboratore balcanico offre un quadro e 1ot tenlali7Jo di soluzio,ie dei problemi poliUci della penisola. Senza una sistemaziane popolare degli Stati balcanici la pace ewropea sarà sem.pre 1ninacciala. Oggi gli Stati p1-evalenti nell 1 equi/,ibrio balcanico, Se1bi.a, Ru11iewia1 Grecia, cercarno di risol-uere le difficoltà interne sempre più tragiche col diversivo deU'im.perù1lismo: ossia l'endon 0 più gra-ve la minaccia alla pace. Di f,·onte al pericolo di questa reazio1te_Ja p,olitica dennocratica de11eessere mu1loga a qic.clla seg1dta dal 1815 "in poi contro l'A11stria: oppo1Te ai popoli oppressori i popoli oppressi. Anche qu.esta pol.ilica ,1wzzù1iana no-n è senzd pe1·icoli; sopralu,Lto non potrà dare Jru,tli immediati: 1,ui indebole11do gli ir,iperialism-i doJJ/,i11.anti P,1t,Ò preparare la solu.ziune de1J1ocrath;a dello Stato federale balcanico E' -vero che anche i So-viet la'Vonma per questa soluzione; 111a110n ci par questa. uma b-iwna m,... gi011e per di-ventare austriacmili e rea.zionari. Furono necessari secoli di lotte, di sofferenze, di ptigione, cli fame e di schiavitù per distruggere due nemici della libertà e del progresso dei popoli balcanici : l'impero fwdale d.i T11rchia e l'impero feuda/e-wpitalista del/' A u.StriaUngheria. Con Pann..ienta111ento di questi due nemici i popoli balcau.ici credettero di conqttistare la loro libertà nazionale, l'inclipendeuz.1 dei loro Stati e insieme la libe.raz.ioue sociale e le condizioni favorevoli per il loro sYilup,po culturale, economico e tecnico. Essi speravano la fine delle guerre e dei massacri red prod ; desideravano la pace nei paesi balcanici e l'attuazione del principio: i Balcani ai popoli balca1licì. Lottavano, in una parola., per l'aru1ientamento di ogni reazione e pei· la vittoria della libertà - nel senso più largo della parola. ìvia con la distruzione di questi due nemici i , popoli balcanici non videro tuttavia realizzate le speranze delle loro lotte secolari. Base dei loro Stati rimanevano 1'oppressione nazionale e lo sfruttamento sòciale; l'ordine giuridico si fondava esclusivamente sulle baionette militari, l'ordine economico riposava da un lato sulla farne e sulle sofferenze delle masse contadine é operaie, dall'altro sull'arricchimento di una casta privilegiata, gli usurai delle città e delle campagne. La scienza, il diritto, la politica, la filosofi.a, la religione e le arti erano rivolte soltanto a comSolidare il loro potere. Alla fine della grande guerra imperialista, i popoli balcanici formarono cinque Stati artificiali, reazionari, imperialisti: la Jugoslavia, la Rumania, la Grecia, la Bulgaria e l' Albania. Ma in verità i loro nomi dovrebbero essere - malgrado il trattato di Versailles: la Grande Serbiw, la ·Grande Rwrnania, la Gnrmàe G-recia, la Bulgaria ,nutilat,a, e l'Albania ridotta, alla miseria. La rovina degli imperi turco e autro-tllilgherese e la loro sostituzione con cinque successori è senza dubbio una conquista storica, una tappa verso l 'emandpazione completa dei popoli balcanici. Ma i cinque successori hanno ripreso dai predecessori i metodi cli governo e di dominio : l' oppressione delle nazioni e la. sfruttamento delle masse contadine e operaie. I cinque odierni Stati balcanici si fondano sul militarismo e sulla reazio-ne sociale e politica. Un nuovo dovere s'impone oggi ai popoli balcanici : iu nome degli stes,;i principi che li guidarono . alla distruzione degli imperi turco e autro-ungherese, in nome dei loro interessi vitali, devono distruggere la Jugoslavia, la R11mania e la Grecia imperialiste, la Bulgaria reazionaria e l1 Albania feudale; e sulle loro rovine realizzare l'unione dei popoli balcanici liberi e indipendeuti, in mMCia verso il progresso e la civiltà: sì tratta di costituire la Federazio-ne Balccmica. Insistiamo sulla necessità di distruggere le cittadelle della reazione balcanica, poichè chi è capace cli abbattere uno stato di cose d:aitnoso, sarà ugualmente capace di costruire pietra su piett·a un ordine nuovo, più giusto e pd'"ogredito. L'epoca attuale impone enormi doveri ai popoli balcanici. I cinque Stati faranno sforzi inauditi per rimanere a,l potere e continuare ad opprimere i popoli, ma la disfatta avverrà ugualmente, e ben presto vedremo la scomparsa della Grande Serbia, della. Ruma.nia dei Boiardi, della Bulgaria reazionaria. La guerra tra le nazioni, la lotta di cla.sse e la guerra ci-vile sono nei Balcani al lo-ro punto cul1ninante. Pasic, Zancoff, Bratiano, Mi.ailopulos e Ahme<l bey Zogu non potranno resistere alla collera. popola.re e combattere con successo la rivoluzione che si avanza. Se i popoli balcanici dunque non hanno ottenuto ciò che era lo scopo rlelle loro lotte, hanno tuttavia conquistata l'esperienra di cui furono privi finora e che è indispensabile per vincere 11 nemico. Hanno compreso eh~ invece di obbedire, come fiuo ad oggi, alle classi privilegiate, debbono unirsi nella lotta comune per la libe:·a2ione di tutte le nazioni schiave nei Bakarni, per la Fcc!en.1zione Balcanica e il gow·rno degli Opeiai e de1 contadini. Nessuna idea è mai stata accettata con tale unanimità e entusiasmo da milioni di operai e contadini oppressi dei Balcani. Per la prima -volta nella storia i papoli balcanici si accordano e si uniscono per la realizzazione di wn.a grande idea politica: Serbi, Bulgari, Albanesi, Sloveni, Il d <Yrcci, Croati, R.umc:-ni, Maceclom, Turchi, ecc., tutti s.1 raccolgonc- con f dc e con sicurezza wtto la bandiera della Fe<k--1'a,done Balcanica, ut1ione che ha grande importanza e valore morale e politico. Lo spirito di combattidtà e cli sacrificio delle masse è i I pegno migliore della sua -vicina realizzazi011e Pe1• una superficie <li 8oo.ooo kilomctri quadrati, che comprende la Jugoslavia, la Rumilnia, la Grecia, la Bulgaria e 1'Albania, vivono circa 40.000.000 d'abitanti, appartenenti a più di ,5 iiazio11ii, storicamente sviluppdte e iu lotta per il diritto (li autogo,·c1ì10 1 per la fonnazionc delle unità nazionali libere ed indipendenti. !JI alcune regioni, come ad esempio nella Macedonia oppressa, sotto i Serbi e i Greci, in BosuiaErzegovina, in Voi\oclina, n E1·del1 nella Bucovina, in Dessarabia, in Dobrugia, in Tracia e altrove le uazionalità sono miste a tal punto che la delimitazione geografica è impossibile, senza danno dcll 'una o cldl 'altra w.1ità nazionale. Prima delle guerre balca.nkhe del 1912, la Serbia, la R,unania, la Grecia e la Bulgaria erauo Stati cli 17.000.000 d'abitanti. La nazionalità dominante comprendeva il 95 % della popolaziouc di ogni Stato. Dopo le guerre balcaniche - e sopratutto dopo la grande guerra imperialista - per l'applicazione del trattato di Versailles, la Serbia, la Rumania 1 la Grecia e la Bulgaria hanno più che raddoppiati i loro territori e accresciute le loro popolazioni di 20 mi• lioni d'abitanti, appartenenti a diverse nazionalità. Le nazioni oppresse dall'ìm,perialismo serbo sono: i Croati, gli Sloveni, i Macedoni, gli Albanesi, i Turchi, i Tedeschi, gli Ungheresi e altre minoranze nazionali, in tutto otto milia1ii; sotto l'nnperialìsnio ru1neno: gli Ungheresi, i Tedeschi, i Russi, i Bu.Jga-ri e minor~, nazionali, ·in tutto cinque milioni; sotto l'imperialismo greco: circa due 1nilioni di Macedoni, Albanesi e Turchi; sotto la reazione bulgara : 650.000 Turchi, Greci e altri (1). FATTORI D'OPPRESSIOSE Il trattato di Versailles, concluso in nome della • libertà delle nazioni »1 della « liberazione dei popoli oppressi •, della. pace ew-op<:a e di infinite altre men.rogne, che nascondono l'imperialismo della Pie<:ola e della Grande Intesa, in realtà ha avuto come risultato la servitù e I 'oppressione di, circa dieci nazioni e minoranze nazionali; ha stretto con le catene della. schiavitù circa una metà della popolazione dei paesi balcanici. Il trattato di Versailles ha creato una situazione così intollerabile che nessuna critica. è sufficiente per smascherarla. L1unica critica efficace sarebbe la su.a-pwra e seniplice abrogazione. Il trattato di Versailles è il primo nemico delle nazioni e dei popoli balcanici; le loro lotte per 1' autodecisione sono nello stesso tempo lotta contro il trattato cli Vel'sailles, lotta che non sarà abbandonata prima eh~ sia riportata la vittoria su quanti impediscono i1 cammino verso la comprleta emancipazione. I secondi nemici delle na.zi011i e dei popoli oppTessi sono il militarismo e l'imperialismo balcanico : le camarille e le dinastie di Serbia, RumaiD~a e Bulgaria, i feudatari d'Albania e la cricca dei condottieri greci; i poliziotti e gli spioni, capaci di tutte le infamie. Su 40 milioni della popolaz-ione dei paesi balcanici, i governi reazionari trattengono almeno due milioni, di soldati e poliziotti sotto le a·rmi. Si è calcolato che su ogni ventina di abitanti eè, ill1 soldato o un gendarme sotto le armi. La Serbia, la Ruman.ia e la Grecia spendono la metà dei loro fondi per l'esercito; la Bulgaria e PAlbania ~· mantenere le bande reazionarie e la polizia segreta. Questi fatti ci prov~no che i governi dei paesi balcanici mantengono eserciti enormi per nuove guerre che ve:ngouo preparando, per nuove car• neficine e nuo·ve devastazioni : la pace nei paesi balcanici è quindi impossibile con le attuali con- -cli1..i.onipolitiche e sociali: i popoli imperialisti dei Balcani si arp:tano fino ai denti per disputarsi la. Macedonia, la Tracia, l'Epiro e Salonicco, la Dobrugia, la Voivodina, la Bosnia• Erzegovina, ecc. Pasic, Zaucof, Bratia.no, Miailopulos e Zogu, sostenuti da una folla di funzionari stipendiati, fanno credere in El11""opache tali eserciti sono 101·0 necessari per difendersi dal nemico interJlO ed e.sterno - ipocrisia di moda presso tutti i governi reazionari. Il ne1nico interno di cui essi parlano, sono le nazioni opp<esse che lottano per la loro libertà nazionale, sono le gr.3,udi masse contadine e operaie che lottano per la liberazione economica e politica, per il prodotto intero del loro lavoro e oontl'o ogni forma di sfru.ttmnento. Sono 30 milioni di contadini poveri di tntti i paesi balcanici e 5 milioni cli proletari industriali e cli artigiani, che lotta.no per i loil·o diritti alla vita. ll nemico esterno contro cui si arma la reazione balcanica dovrebbe essere l'imperialiesmo dell1 Intesa, che ordina ai suoi vassalli balcanici di anna.t'si e prepara1·si per la nuova guerra. Ma i popoli balca.1ùci comprendono ortnai che non avranno mai libertà e indipendenza nazionale, nè pace e tranquillo progresso se ndn distruggeranuo per sempre il lor'o più pericoloso nemico : il militarismo balcanico. Il terzo 11emico - e non meno .,J?Gricoloso - dei popoli balcanici, dei loro diritti sociali e Accanto a questi 1>.emid dei pq><,li balcarud \'e ne sono altri : profos.sori, ltU;c.,rati, avvocati, );iornalii;ti, funzionad corrotti, organizza✓.iùni reazionarie coi loro irlc:ologi, parr0<-i1 pn.-1:i <:d c:migrati 'l.aristi russi che tutti, cosc.:icnQ-mente: o incoscient.e:ménte, e-on o scn'l...apreme<Litaz.ione, si sono venduti ai nc:mici dd pop<;Jo mei;si al sc:1dz.io del regime rca,Jmwrio balcanko e d.cll 'oscurantismo medioevale. IA1TOJU /J/ L/IJJ:,R1A' Sono anzitutto dieci nazioni e 1nin0ranze nazionali oppresse, la cui lotta JX-1' la libertà nar,ìonale non può essere impedita da alcuna reazione, nè vinta da alcuna fon.a. li diritto del• l'aut.o<lisposizione <lei popoli, e la loro volontà di entrare nella Federazione Balcanica, sotto governi popolari sara una delle loro maggiori conquiste politiche. Il secondo fattore della dislrnzione della reazìo-ne baf.canica, più esattameute il principale fondamento su cui si costituirà la Federazione dei popoli balcaruci, è lo slancio irresistibile dei contadini verso la conquista della terra che colbvano e il godimento dei prodotti del loro lavoro. Jl contadino acquista ora una coscienza di classe, si rende conto della sua. forza e della sua potenza. Le ri-votte dei contadini rumeni contro il g01Jerno dei bojard-i, t.e inswrrezioni ar-mate dei contadini bulgari contro il governo reaziona. rio del professor Zanca/, la resistenza orga,nizzata dei contadini croati contro Vimperialismo pan.serbo, le ri-volte incessanti e le eroiche lotte dei contadini di Macedowia contro gli oppressori dì Belgraào e di A tene, le insurrezioni dei contadini albanesi contro la casta dei bey feudali, la formazione del fronte unico rivoluzionario delle nazioni opp,·esse con le classi oppresse delle nazioni dominanti contro gli oppr~ssori comuni - t'liUe queste I-atte e questi 111-ovùn.entisano segno di ris-ueglio e di malu.rità. Il regolaniento defir . nitivo dei conti con gli oP,pressOri non tQlrderà a ~venire. Con Pimprigionamento dei cinquemila contadini in Jugos-lat 1ia, il massacro cli quindicimila contadini in Bulgaria, le persecuzioni e i massacri dei contadini rumeni e albanesi, le cinque cricche domiria.nti scavano la propria tomba, in cui i popoli balcanici le sotterreranno. I tren.~ milioni di co-ntadini po-veri e med'i di tutti i paesi balcanici sono una riserva inesauribile della forza e della potenza popolare iu lotta per la Federazioue Balcanica. I governi balcanici specula.no sul loro basso livello culturale sapendo che vi sono più cli 25 milioni di/ contadini analfabeti. E questo per merito dei regimi balcanici che, quando giungerà l'ora, i contadini sapranno ben giudicare. Le masse contadine sanno che i loro go\·erni non hanno la capacità di risolvere b grande questione vitale per essi: la Riforma Agraria. Abolire le grandi proprietà fondiarie, dare la terra a chi la lavora, perfezionare 1'economia rurale e il livello tecnico, elevare l'idologia dei contadini, liberarli dalle grosse imposte facendole pagare dagli speculatori e dai banchieri, proibire la speculazione sui prodotti agricoli; sono questi problemi che i governi balcanici sono incapaci di risolvere. I contadini degli Sta.ti balcanici, sia ddle n=ioni opim,sse che delle nazioni dominanti, non hanno nessUll interesse alla conservazione dei regimi esistenti, nel cu,i quadro non, pptrebbero mai ottenere condizioni economiche e cuJtruraJi favorevoli. I dirigenti della reazione balcanica nella misura in cui furono costretti a compiere la Riforma Agraria non fecero mùla. nell'interesse d'elle masse contadine. Lasciairono quantità enormi di ten·a ai proprietari fondiari e ai feudatari e quella che fu confiscata, venne P"- gàta e indennizzata sotto forma. di diminuzione delle imposte e di altri contributi, che gravano d! nuovo sui contadini. La terra non· fu data ai contadini poveri, ma ai privilegiati delle cricche dominanti e ai membri dcl..le organizzazioni reazionarie. Nella maggior parte delle provincie i contadini sono ridotti alla fame mentre la terra coltivabile potrebbe nutrire il dojl'.Pio della popola2..ione esistente. L' ema,ncìpazione economica e cultural-e dei oonL.1.dini sarà opera loro e non dei pa:rlamenti fal$ti o altre riunioni .ingannevoli. La conquista del potere e la costituzione delle repubbliche federali operaie e contadine sono la sola salvezza dei contadini balcanici. Il, terzo fondMn.ento della federazione delle repubbliche operaie e contadjne libere sono i p,;oletari delle città, gli opera.i industriali, gli artigiani e i piccoli funzionari dello Stato, in tutto 6 milioui cli uomini. La borghesia reazio1iaria dei Balcani credeva, con la proibizione del1'attività legale dei partiti proletari, di soppri- •1Tiere le rivendicazioni delle masse operaie e di impedire le lotte per la conquista del potere e la creazione delle repubbliche federative operaie e contadine. Mettendo fuori della legge i partiti proletari, i reazionari credevano di poter arrestare l'ondata rivoluzionarig, ma si sono grossolanamente ingannati. La volontà degli operai e dei conta,Hni di sterminare i tiranni, conqui.;t.are il pottre e liberan.. Je nazioni e Je e.lassi soggette, in una parola la fotta per la wstiluzione del!,,. Repubblica federale dei Balcani i: più /orte che mai. La cricca reazir.maria dominante nei Balcani c:red<::che noi godiamo dello S<:oppiare de!ie guerre civili e , i rhiam:1 pe.':,C_~.. turi in acqua torbida. Er.,r.r1.1ren<Jn sono for:,C i nn-stri fr.ateIF ur:dsi e torturati, non slamo noi 1 pd.::.cguitati, i fuori kggc: lnH:oc di Jament;Jrd, teniamc, tonto rlel1a realtà, qualunque essa :,ia. Vediamo r·he:::la reazione tontro-rivofuzfrJnaria raddoppia il terrore, che il caos va <::,emprectescc:n.do; e d Jq.-iamo c:c.mtroqllf'.Sta reazione, po-icbe sappiamo che essa non può governare con metodi div~l da quelli w;ati e che _.,<.,n~oim-iH - la ">te.riaJn.segna. fft"~SO tutti i govt,rni ehe opprlmvno le r12z.fr.m.a1-itei1 1c da.66i. / contadini e gli operai deJ Balcani sono .,uJJa via eh<~con.due.ed.al ··pCChio al nucrvo monclo, daJla vecchia aJla nuova .:,,/X:ieta. E fina.Jmente dobbiamo contare a:nevra tra i combattenti della Federazione ,]elle Repubbiì· be op<..--raie e.onta.dine b&k:anicht: g-li illteliett·rnH onesti, eosdc.-nti dei lùro do·.·él"i ·er5-<.iJl J?0f.>0io. ,·~. 'I.I SJ·i L I popo1i balcanici, ben co1108Cetldo i :oro nemici, non abbandoneranno la lotta prima ,~ell'annullamento del Trattato di Ven;a.illes, èell'imperialismo e del militarismo di Serbia, Rumania e Grecia, della reazione bu.lgara e del feudalismo albanest:. Le rivolte, 1'azicne illegalè', l 'iru;urt<:Zion.e e le rivoluzioni non avranno fine che con la i::onquista della loro libertà economica, svciale e cuL turale, condizioni indispensabili al progt'!:,:;o di 30 milioni di contaditti. e 5 milioni di Of.rtrai. Le prOGSime lotte richiederanno sacr:rizi • ..,ormi che soli renderanno possibile la ~i.tt.uria. I J)OJX)!ibalcanici sono certi dell'aiuto mr.,raìe e materiale dei contadini e degli ope:·ai ètl mondo· intero, e di quanti seguono con simjX!t:a i movimenti di libertà. La ro,jna di tutto il sistema della .ecci:Jia società europea t: prossima; mutamenti economici ed iòeologici profondi s' impongono aE 'umanità contemporanea. Abbattenào i nostri nemici è neces6ario cD.e, dal caos e dalla miseria di og~. rilbciamo a formare la libera, ricca e forte Federazione Baicanica di domani. Sofia, gennaio 1925. B. (r)- Ecco i dati : Jugoslavia 250.000 km. q. 13.000.000 abitaoti V Rumania 300.000 17.000.000 Bulgaria I00.000 5 .000.000 Grecia Albania 120.000 35.000 &,5.000 5-000-000 8oo.ooo 40.8oo.ooo Ju,gosla1:ia: Serbi 5.000.000, Croati 4.500.0::,0, Sloveni 1.000.0?0, Macedoni 1.000.000, Albanesi 450.000, Turchi 150.000, Tedeschi 200.000, Cn- 'gheresi 400.000 1 diversi 300.000. Ru-rnan.ia: Rumeni 12.500.000, Ungheresi 2 :n.ilioni, Tedeschi 500.000, Russi 8oo.ooo, Bu!gari 400.000, diversi 8oo.ooo. Bulgaria : Bulgari : 4.350.000, Tu.rchi 500.000, Greci e diversi 150.000. Grecia: Greci 3.500.0001 Macèdoni 300.000, _-\.L banesi 200.000 1 Turchi 500.000, di...-ersi 500.000. Albania : Albanesi 8oo.ooo. G. :B. FARAVIA & C. Editori • IAl>rai - Tipografi TORINO - MILANO - FIBENZE - BONA - NAPOLI - PALERMO La nuovissima collana. Libretti di Vita o.:imprende volumetti che raccolgono scritti ricavati dalla t:ra.cliz.ione spirituale italiana o cli altri popoli. Dei volumi usciti IL TALMUD L. 7 contiene il I-rutto migliore della sapienza rabbinica e ::id e&.c:-.o si deve ricorrere per la comprensione del giudaismo. SCRITTI DI RELIGIONE di JACOB BOHME L. 6 1iverberano la fiamma del fuoco interiore che por+.ò alle rigide affermazioni della riforma. LA FEDE DELL'AVVENIRE di GJOVANNI MARI/1. GUYAl" L. 5 esprime le ansie cli un forte pensatore nel travagliato periodo spirituale e filosofico della ..,_ conda metà del secolo scorso. LA REGOLA DI SANTO BENEDETTO L. 6 getta un fascio di luce sull'organizzazione monastica che tanta influenza ebbe sulla formazione educativa e spirituale in Italia specialmente. "b'Eao DEbbA StAmPA " il ben noto ufficio di ritagli da giornali e rivi* fondato nel 1901, ha sede ESCLUSIVAMENTE in Milano (12) Corso !_'orta Nuova, 24. PIERO GOBETTI - Direttore.responsabile 0.G.E.B. - Corso Principe Orldon~ .ìd . TORINO

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