La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 7 - 15 febbraio 1925

.. Nella Città dolente ~cn;,_,L,·ol.er meuom.a1't:.e uepptu-c menoma111eu,... te ,liscutere « la pit\ fascistica delle rifot11Je :1, L'1 sia lX:r'tnesso, .solo per LW bisogno spirituale, di ~pon·e c01J1enol, ot'atnai passatisli, comprendcv;\nlO la rifonna della scuoLa mccUa. S-i sarebbe lrnttato secondo noi, 1nodeslissimi, di una riforma di una sen1plicità addiritbu'a ... 111ern.vigl.:i0$-a. Le sc,wlc, conJ,e ordinamento, diciamd la vel'lt~, erano ttLtt'altro che qu.ellc che si è voluto, o J)C:I' ig-,wn.lnza o per malafede, dipingere; dico in pa.rtlcola,·e cldlc i;cuole medie. l difetti, le rn-.,1Dchevolezze 1 se mai, non erano nel loro ord:inamento: ~l'ebbero bast.-1.ti dei ritocchi, di cui qu;_ e:sponian10 i pdncipali. ll gi1u1as-io classìè:01 anzi il clas.s.-ico, l'antico glorioso ginnasio sarebbe clovato d:i.vcnm.te la scnOla media inferiore- « unica. i,, lli quattro mmi, an21ichl: di cinque. AllR fine del. qu-<-.rto anno si. s.1rcbbe con.seguita la licen::a g'i.n1w.si.afc, O$]a la licew..a della scnola media infCJiore w1ica. Co11 tale licenY,a si ~-.u'ebbe avuto I'acces:-:o in lnlt.e le ~C'uole meche di secondo gi-a<lo, e cioè : al liceo classico (Li quattro :inni (passando lri, V gin11'1~10attuale a l liceale); al liceo scic.ntifico; aUa Ragioneria, al Connnerc:io, all'Agrin1e1.1.sura, a11:1;Elc:t.trolec:nfra, ecc. Le ntt.t.L<:'lslei t.1.0le ✓,nedie di conunercio s-i sarebbero pohLt.e abolii-e, istit.uén<lolc aC'vlllto all'attuale sezione (U Ragioneria, che è anche di I( Ragioneria e Conunetcio ». :--ìi sarebbe dato così alla. sc1.10lamed.i.:1d.i grado ~u.p~riore molto dell'attuale ordinamento univcr- :_..itario: n.n solo Istituto con tt.ttte le <liverse S( :;ioni (così C01ue le diverse Facollà wri.versitaric), un solo 1tffic-locli segretelia.,,un solo Presi<le co:n tanti Vicc.Pre~icli qÌ.1a.ntele sezion,i; un W•lo corpo ~li bidelli; 1ullficat.i e migliorati i 1 gabiJ10tti, le biblioteche, ecc. Le antiche scuole tecniche abolite, o, per clir mc.-glio, trasfonnate, co!L teL.1-ti,·a facilità e con rehtivo dispendio, in gi,,nasi (di quattro anni)i os...~ in scuole med.le cli grado inferiore. Si 5arebbe avuto così, oltre il ,c.mta.ggio della 11era scu1.0la,nni.ca i11ferio-re, l'altro vantaggio del più /ra:o.,·nmnero di esse a clispos-izione di og.ni pilì mottf'Sto C01mrne e della più po,·era gente. .'(g-gimtgia.mo che la licen.1..a del grado inferiore, o~.s..i,d1el ginnasio qnadrienuale, si sarebbe d'.iehiaJ·ata a: t.itulo -. non solo per 1'ammissione a qu~ lnnque scuola o sezio11c del graclo superiore, ma nltre;ì quale th'.ol~ per detenninati pubbl.lci 1mpic:ghi (poste, telegrafi, -fen·ovie, esercito, ecc. ecc.). E' inutile fa.e dclla ... filosofia, e chiu. cl.eregli occhi alla realtà: sono pochi, pochissimi quelli che stnrliano per fonuarsi un passaporto pèr ~ali1·e nelle nuvole-, come qncl mattacchione de] Signore cli. Bergerac, o pçr· as&uirgete al.la 0011t'emp1azione della « idea pura». D'altronde, molti p.-.ul.ri di faTI1iglia mandano i loro figli a SCTlola.con la speranza di spingerJi il p:iù avanti ~i bile; se veng-a110 loro 1neno le forze, che ~mo almeno i loro figli uti1izzàre· i quattro annj di studi in(erior'i: quando non riesca loro facile, per tante e tante ragioni, di tom.:1.re indiEt:r'o a scegljersi ed impru·are un mestiere 1nanu~le. }i.. sna Yolta Ja licenza del gradb superiore, di qu-alrmque sezione, essendo sta.fa preceduta dalla licen.7..ag:inna~iaJe, con la relativa sufficiente couo€C",en_;,p.,eal latino e <l.i m1 taintino anche di greco-, drtrebbei adito a qualsiasi Facoltà universit-:;r_11icaa,.sì come orn la licenza liceale. Chi saprebbè indicarmi la ragione per la quale llll lic~Jiato dal lice.o possa es...c;ereammesso perfino ad. 11J1a Scnola superiore di Coµimercio e d~ Agri. co!wa e 1m licenziato in Ragioneria non possa e.-:rere amn1CR~oalla Facoltà di Ghu·isprudenza, pnre avendo tante no-.t.ioni cli Scienze giudiriche ed. ecònomiche? Qnandb ne.i quattro anrui cl;i ginn..'-tslosi studiasse il latino, cosi co1ne... si studlav.a una volta ... , se ne saprebbe già a s.ufficiene:a per le necessità, del resto assaii lim,itat.e, degli studi uni-ve.rsit:'lri. }..fl Scuola normale si sarebbe potu.ta abolire: ogni diplomato della Scuola media superiore po- \ treb.be beniss::imo fare l'in~g,.iaute el:ementare,· coo l'ag,giunta della Pedagogia ed-i qualche an110- di tirocinio. E, dopo questo, non sarebbe occorso altro in linel> principale. Problema capitale sarebbe stato invt<:e e sarebbe la d,iminuzione co1·aggiosa dei lWfl.ghi or(l!ri scolAstìic-i, connes·sa, nattm,ahnente, coo. lo sfrond.a.mento dei programmi. La scuOl·a anche rne.d.Uli, segnatamente quella c1:i secondo grnd.o, dovrebbe avere come c-6mpito foudamentaJe qaelJo ar'insegnare il rnetod.:o, di segnare l'imlirizzo. Non· si dovrebbero avete più di ciuqnc J:rorn.i di scuola alla settimana; il giovedì destinato oomp.Jetamente alla ed'u'ca.zione fisica1 e militare. In. 01_.r,m11dieoi giorni tli scuola. nou più d:i quattro 01·e di lezioni, divise in due periodi cli ditte oT'e ciascu110, con- l'intervallo d,i quaJche me-a/ora. r\ 11e ore 13 tutti a casa! - p,ranzo, pa.6seg"gj0'C ore cLl Studio a casa. O J)'reSSO [Sf:ituti p,ri,tnti (qu.esta s.irebbe la vem 1ttilità e importaJJ;,..a dell'inseg11.a1nento privato: aiutare, integrare l'in:segu.amcnto pub1Ylri.co). -Con le att11a1i cinque e sei ot',e cli scuola, che, volt-1..e girn., teng.ono, occu..pati o p:t'eoccupati gli 0lnnui dalle 8 r /2 fin verso le 16 a che si ricLuce lo ~tlt<lio cametaJ.c, specie per q,iei. giovani, e ~10 moltiss,imi, che vanno avaJJ,ti e ind.iet1·o, con, ferrO-Wc tramvie, qu0"tid:i.anan1ernte, in tutte le ragioni cl,'ltalia, dal piccolo Comu11<ealle S<:uole flt::1 1 Capoluogo? lli è ognorti vivo nella meute u.no sc.dtto COme sem;>re magistrale d<el•Prof. Eiuauili contro gli orari lumghi. gppw·c qua.ndo il Prof. Einaudi ~crin:,·a conlro gli orari hmg-hi, egli 1u.m im111aginava neppure l'assurdo orado c-ui oggi sj t gilmli per da della più fascistica delle riforme 1uoprio ncll'iLL<;(:gnamento delle sue Scienze eco11omh·he. Oggi inc:reàibilc ma vero un l11sej.ptante di Hc-ienz.t" t'<.:011cm1khc dl"L'e fare fino a 1,•e11ti ore cl.i lezioni alla sc:ttimana (m<.:utre per colmo clL. giustizia uu l11begua11tc di Sciem·.c gi1u-idkhe, nella stessa.. .-.cuoia e a J:X:Lrilà di compe11so, ne fa dodici soltanto - jncredibilc., ma.. veI'o !). Che direbbe ot'a in. proposito speciale il Senatore Hinaudi? - IJn altro Sct11at.orc,che fu com<.: l' J,:i11a1.td~insegn;inte.dj Scicuzc eco11omichc nei R. Jstiluti tec11fri, dichiarava: K veali ore:. <l' i11scg11amenlo uelle die sc-ipli11ecc011omicl1e, qu.ando vi si atlenda con , la don1ta cosden.7.-a, n1pp·resc:nta.110una fatica e improba e log-onwte; non si c:scc clal dilemma: e o ci si rimette la salute o ci rimette la scuola !11. E che dire dei poveri fn.scgn.anli di ~vrate1çia.- lica e di Fisica, costretti, con due 1na.teric cli. verse, a ,·culidue ore scltimaUc.'lli, mcntrc: vi sono llL'c;eg11antidi Disegno pè.rfino con sei ore so1la.nto alla setti maua? E insegnanti di Francese nei RR. [stituti tecnici inferiori con 24 ore di obbligo alla settimana, qua.nel.o i loro Colleghi ciel ginnasio ne ha uno qu.iudici !--ùltanto? E gH Insegnanti <li nt.:.'\terie lettera.rie (italiano e storia) dell' Istituto tee-nico su,pe1:iore, che ham:ro \·enti ore alla settimana, mentre i loro colleghi tlell' Istil.1.tto infe1-iore ne hanno fino a tredici s-emplicemcute? Ebbene chi 11011 sa che le ultime o~e po,meri. • d:ia-n.edi SC110la souo, peggio che 1u1a perdita di tempo, 11udisastro addiiitllu-a per lo sto1naco e W-1 cerveilo, per il co11,o e per lo spirito? O s.i rimane digiuni fiu:o a qnelle ore, sia cla prute degli alunni che da pa1te degJ'•insegnanti, e si soffre tl'ined.ia, o si mette qualche piccola , cosa nello stomaco e.. stabis a1,t f,eniter a-nibu,.. labis ... E dire che si predica tanto altresl per la igiene del corpo, per J:a ginn,,_-istica,e si chiac. cbiera tanto altn~sì pe.1· la igiene dello spirito, mentre poi cou gli orQ:ri lu:nglz:i, barbruici, s-i demolisee tutto e.. peggio.! Quando i nostri posteri leggeranno i vigenti ordinamenti scofastici, non potranno fare a meno dii. dichiarare.i.. pa7+i. 1Jn Insegnante di condizioni nonnali, che non sia llllO sterratore o l1.n facchino di porto, non può fare più (mass.imo) di 3 ore al giorno, e J><.:<r -ii1qu<'g. iorni della !-,(;ttim.ana {oltre le ore p<:r n,n-<·z..ioni di cOmpill, JJTcpar::i:z,jrJllf'" <li temi e: di c..~rci7,i, <.."Cc.); <..."<·cc:-1..ic.m fatta, ..,'iuten.cle, degl 1 in'",Cgnanti <Li maU..-rie grafiche, d:i lavori d.01111csd1i <..-e-en.,ei qua.H n(· la tc::sta, nt: i J:X>- n·n polmoni Sùtlù -;ollJJlY">:-a.ti co<il dura JJrùva, co11 lutl.r; il n .-.-...todcll'orga.111Smo. Si hs..si JJ(:n·iò un orari<; d' obblig'O pari per luUi, col relativo sti1x.1Hliù , lY.u;e,.; fJUtgP fn .. sqc;nanti i quaJi voglia110, o, mcgJio, abbiano hhogno di ~uad;tgnare d1/più, ..;jan.o fJltr favo-r1ti, si fa(-riano fru·c loYo finr-.)a 2r1on:: (abbfomo già detto <'he dovrcblJé t--ssen: <JU<;.';t.ù l'orario massimo scola';tic:o, ciCX- 4 on:: al giorm:,.,, per cinque: gion1i alla s<.-t.timana) pagando loro, a p-.irté, le orc:: in più, oltre 4uelle dj obbligo. Quell'Jn. .. &eg-nanlc:invc<·e che: per l10rdJ11.amt:11tdoclla propria cl:isciplina {X>S&a timantrc con. un orario in .. fcdore a quello medio, su cui è: calcolato lo sti... pendio 11. base», lo si lasci tnl11ui11ament<.:U: bero a su.o agio <: gli si detraggano dallo stipendio i<' 01·c in mc:::11d0elJe obbligat.orfo, computandole alla stessa mi.::Htra, allo stesso importo pagat.o· JX:r le on: i11 p-iù <lell'orario <l'obbli~o. E' cosi semplice e C"biaro ! - emiuc..--nt.c....-men.t<:: logi<:o ed equo, s<:Jl'l...cal.anno per chichessia. ! .\nzi col vantaggio <lell'i11segnante studioso e quin<li deUa sc-uola e della. cultura 113.7_.ional.e ! ).°011 (~ con gli orar:i <la forz.ati cbe si eleva la coltu.ra uazionale e la scuola; 1n qu.e.b'iomodo si riduce, soltanto, l'insegna.mento a... un me. sliere qualsiasi, e le lezio1U, senza entusiasmo, a sfiatate ... grammofonate. Si ric;olverebbe così anche, per molti, o alme110 per alcuni, l'altra grave questione, e relativo... tormento, degli abbinamenii di discipline. & un e insegnamento» da. solo importi un numero di ore 111.feriore all'ora1io «base" e l'Insegnante, piuttosto che subirsi l'abbinamento, si contenti della riduzione del lo stipendio, per le Or'e in me110, lo si accontenti. Kon è tanto fadle trovare pers01Je che per la testa sacrifichino 1.,,. tasca; se se ne trovino ,pochi o pochissim.i, non sj osteggino, &c.-irà semp1·e tanto di guadagnato per la coltura personale e quindi, ripeto, per 1a scuola e per ~ stessa coltura naz:ionlli.e. Qu~i i c-apjsa1cLi cli twa rifprma, che noi .abbiamo qui esposti, ripetiamo, come un bisogno 'dello spirito; sono modesti e pii pensieri, che, pit1 che agli uomini, noi affidiamo umilmf:"Iltea.. Dio., G1ovA:-,;N~rCARA::,..•o.DoNvITo IL MAESTRO DI 0'0-NATI Come abbiamo· eletto in un prec:e<lente articoletto Moll5. Francesco La.nzonii è i·l 1 maestro~ di (\iuseppe Dona,ti direttore del Popolo di Roma. L'accenno ivi fatto delle eminenti qua1ità di storico e di agiografo e del metodo del Lanzoni non poteva che essere fugace, sl .da indurci a 1 parla.t'ne più d'iffosameu,te ora. Abbiamo detto che il Lan=ni come metodo è u.n positivista. Si tenga presente che questo ha, per noi grrund.is.c;ima importanza; per no± che crediamo di aver Sufficientemente deriso il semplicismo acefalo degli anticlertica:li che sotto il pseudo.sistema filosofico che dà tale aggettivo prendeva 110me tentavru1 nascondere la lol'o vacuità demagogica; per non esser autorizzati oggi a dire che il meglio, ciciè l'awimius age-nài di tale pem;iero, è stato trasfuso nel realismo dà noi accettato e professato, dopo ch<eanche degli astrattismi idealistici abbiamo scopeiita la vacuifà e inf011da.tez;za:,e ce n~ siamo liberati. Oggi vorremmo anche noi loda.re q1 uesta. singolare figura di sacerdote e di uamo, e dichiarare d'i considerado Ull() dei nostri 1uaestri, come li.a fa.tto qualche anno fa il Donati, in, un lodato a1ticolo dell·• Avvenire d' I ta-Lia. a cLichiarata sco11fessi011ed'elle pd..role noll' eccessivamente riverenti S0-ritte nd 1909 nella, Voce. A questo pt'oposito vogliamo col Donati anche noi ricordare gli articoli in. qu'.ell'anno pubbli. catr nella stessa Vo'Ce (e poi in vohw1e col titolo La s_alvezza è in/ noi!-) cl.a un gruppo di rnoderm.sti ·romaguoh ex-conV1,tton, da quanto personalment.e ci risulta, del Semina,rio Faentino cli cui Mons. Lan,.,oru era allora Rettoi.-e. Non è . questo il luog~ per fa.re dei nomi nè sarebbe oggi necessario: basta sol.o dire che Donati non era fra i redattori del vo.lun1etto1 anche se per ragion-i polemiche ne accet.tò in sostanza la e.riti~ dei Seminaa:i come erano ordinati, clell' insegnamento in essi impartiW e d·el metodo di tale insegna.1.Den.to, pmticola.rmente indugiandosi sul lnetodo dell' insegna,mento storico, materia allo. ra trattata eia:!Lanzoni. La critica. che il Donati mov'eva in con1un.ella ~i modernisti al suo maestro-, è tutta racchiusa: nelle seguenti parole: « (il Lanzoni) per essere oggettivo falsa alle volte il concetto· d!i storiai, e sminuz.z,.1.sminuzza ·aggi1•andos:i intorno agJi avvenimenti senza penetrarne la J:""eaJ.tàc,he tr'atto tratto lascia 1ntPa'Vvedere con timidezza pudica-.. E<l aggi ngeva : « Poi g.ranJ parte dell'inefficacia del su.o 1nsegnan1ento va cercata nella stanchezza e •n,eU'avvilùnento in cui è caduto in questi~ ultimi a'nni, per cui sembra contraddire ogni forma di ·risvegl-io int:ellettuale iu. quel'! 'ambiente cl.ove egli tiene il piimato, con una indiffei--enz:a.pigra cli dù.singarunato , . Il Donati finiva cbl dire che: Il i1 clero e il sein±na,rio di Faenza errano _anni fa quasi risvegliati ad una volontà di stuùio prima ignorata; oggi sono ricaduti ne111inerzia p.rimiti,·a, e Ia senilità anticipata del Lanzoni è causa. prindp'ale di tanto rilassamento, (Voce, 25 no-, vembre 1909, p. 2n). Jl , risveglio intHlettuale , di cui parlava il Dona.ti non en1 nient'altro c:he il risveglio d\clla filosofia idealistica, allo stesso modo c:he l'incapacità del Lanwni , <li penetrare_ la realtà degli a,·venime:uti .1 non era nient'altro che l'esercizio d'una super.iore 1n0Talità. di studioso e di erudito che gli impediva di abbandonarsi agli arditi voli della fantasia ·ed alle vistose allegorie dello sto. deismo neo-llegeliano ed idealista ;oome faceva il suo conterranro e contemporaneo Alfredo Oriani. In questi c1ue nomi si ved.rnm personificatili capi.scuola delle due cora-enti cu1turali neo-classica e romantica cti c~i abbiamo fatto cenno nell'articoletto che avremmo voluto sviscerare cli più ed approfondire, .4 lfredo O1'ia.n.ie Fae-nza. Comunque, L'esti. ben fermo e.be il senJinario di Faen7.a è stat.o fin cful suo 501·gere il vivaio delle forze della ctùtu.ra ned-Guelfa in, Romagna ; e che soltanto molto tardi, e cioè d.opo la Rivolu7jo11e Francese, trovarono una concorJ'ente ed un 1avversaria nella oultù.na e nell'animo giaco. bi110·e romantico della classe borghese cittadina. Nei di versi st.:1ti d 1aniimo da cui le sopra dette concezioni I move'11,ll0, sta poi il fatto n0n. solo delle diverse conseguenze a cui sono giunte, ma principalmente del div:ei1soangolo visuale e me. todo con cui la 1'ealtà e la storia sono considetate. La s_péciale categoriardi sttrdiosi che anche il Pa.pini una volta ebbe ad o-.sservare: quella degli eruditi : espressicne dle::llacu.ltuxa 0ecclesiastica basat.:~ sulla scolastica. e 1ivolta prec1pua. mente alla riforma. del coshw-1e, agli accertamenti analitici (oggettivi), ed aJ raffinamento del gusto estetico mediaJ1te ] 'arte e Parli:fic:io; che altro è se non la matrice storica del riformismo socialista e popolare (che il. M-issiroli chiama fom:l~tamente monarchico al 1nod'o stes{,O' che potrebbe chiamarsi J:Xl])ale); mentre il giacobinismo romantico che altro è se non rivoluziouarismo, esalta;cione dell'io soggettivo cH fu--0nte alla realtà. definita, idealis.1110infine e scetticisn10 e relativ.isnio ed anarchismo? (Qui· si 1von-ebbe dire che le scuole nelle quali abbi.amo diviso i letterati roma,,,o-nolipotrebbero ri~evere da ciò ttu'ulteriore g:i:us,ti:fica.zione; S()l che si a,vesse la bontà di colloca:re i J)'1.scoliani fra i romantici, ed1i C3.!rduccia.ni fra i neo.classici. Questo infine potrebbe ancora = volta suffragare quanto da noi è sta,to detto sui repubblica1ù, al moc!q. stesso che potrebbe chiarire l'esigenza eruditista di 1nolti canlucciaui :romagnoli e ciel. Ca.rclucci ste..sso). Ma lasciamo gli argomenti ai questo punto per ritonta.re a mons. Lanzoni ed al suo critico, contenti che anche qui lo sfondo ci aiuti a meglio chiarire l'impo1tan7,a dello sttxdioso fa.enti. no. Abbiamo visto c:ome il Donati rilevi la « stancbe.?..z..a e l'avvilimento " dello! storico Faentino senz'arrivare a capire il perchè di tale stanchez.7...ae di tale avvilin1ento. , Si pensa, alla chiustt;·a del periodo donatiano « in.dlfiere!l23J pig,:ra di disd.ngannato ». Di che e di chi? Atton.10 al J)limo lustro del presente secolo come già altri di parte cattolica prima di lui (Duchesue, Wsy, Newman, Minocchi, Frac:assin:i), anche mons-. Lanzoni si ~ messo a stucl.iare la J!ibb,a con int.t-11.tis.torico--po,:,itivisti, per1;, 1rtare in essa, mediante l'a.nali~i, (1uel contributo di luce c:he si lnwna prova aveva già <lato 11Kibrevi magistrali ;,aggi ù 'agiografo e cli storia ecc:k.~i.astica. e civile Jocale: • gli ~rninuZ?..a..- m.cnti • rimpro\·eratigli tla.l Jx..,na.ti. Credi:uno rli ;arA-re che il lavoro dd Lnw-..oni /0$(; già molto avanti allorcbl: la politica anf:idemoc.·ratl<'a ~Ji Pi<_, X, <.:olpl in pieno il giuva.. 11ile movjmeutc, d.i rifonna, oon un ocu.Jato sca.n... d.aglio nd ¼.-minari ché. fun.mo m.es5i. a ~qua.- rlr(.) e ttrrorizz.ati da.i Revi~ri Eccle;ia.stici, e c-r,J vi<,knto alkm.tanamento dal seno della Chiesa dei fedeli c-he si in alt.e.,ebe in Jy,,sso Ic,s1,ero stati pr<.>fA'TlSl all'aec.·oglimento clcll€:teorie ereti.c---dli. Svno, com<: ognuJlfJ sa, rii q1.1.ell'epc,ca,le svesli.zi,mi ,lel .\.!Ul()(t:hi e dd Jfu..rri e le s,:fJlllUiri<.·her::<..:.ig0l-,pcnK.--ntdiel j.,'lova.ru::ma diffw,o mo-- viment.o c::rc.-ticaJc::. In tale frangc.-n~ .\1ons. La.11.7..r.ma.di,flolorato, sfiduciato ext anche pr(:.(.x..:c-up-At.o, 11f..JJJ tanto per ~:,; quanto ~ i ~uoi scvlari, abban.d.ooa l'a.c..-ca.. r~z,,atr, progetto per dedicarsi alla lenta e pesante fffeparazione dello studio 511 J...e r.nigin'i dette antiche diocesi ftoliam. J->er dire la veri ta n.es51.lllfJ meno di Mon-;.. Lan- ;,,on.i avn::bbe dv\·ut.o pre()ccupar.si, in qua.nto se v'è:. un uom.o alit111J pc.-r natura dai gesti inconsick--rati e::. da1Je fac.-ili a...,trazioni, q1.Lt:Sti f: proprio lui. Y1a forse non di questo si preoccupava I 'illu. str<o storic:o faentino, quanto dell'altrui intolleran'l.a, cecità e spirito cli vendetta, e d<:::l tenace livore con cui i bigotti solevan (e soglwnoJ combatte-re gli studiosi che col freddo alito della logica e ddla ragione, fan evaporare nel nulla le variopinte bolle elci. miti e delle leggt'll<l.e. Il i,aw..<>ni éonosceva per manifesti segni il livore <li questa gente, sin c1a quando i ~u.oi primi" studi d1agiogra:6.a v;dero la luce. Aveva ora. ragio~ di temerlo, clappoichi: s'era unito allozelo di sacerdoti spietati e intolleranti. Si spiegano quindi la « stanchezza e l'av,oilimento , lamentati dal Donati, non quale una < preroce se. nilità, ed. un infiacchimento delle capacità intellettuali, sibbene quali l'espressione di un dolente stato d'animo, non durato d'altronde eccessivamente, se nel/1923 gli i: stato ])06Sibile pubblicare il poderoso volume delle Origini e se un altro studio non meno poderoso sta ultimando s1ùle J...eggen.de. Ci si voglia perdonare se ci siamo forse un p,p troppo soffennati si.ùla preparazione runbientale faentina; ma si creda che ciò era necessario per un tùt.eriore chiarimento e delle singole in. d:!vidualità di Donati e di Mons. Lanzoni, quanto della mentalità neo-guelfa e riformista romagnola. Riprendendo l'interrotto ragionamento, dobbiamo onestamente riconoscere che, se ciò che vole-va fare vent'anni fa Mons. La.nzoni, e cioè la edizione critica della Bibbia, è stato possibile farlo in questi ultimi anni ai RR. PP. G<,suiti; e se lo studi.o sulle Origini delle diocesi è stato possibile, inserirlo nelle edizioni della Casa e<lihice pontificia posta sotto il diretto patrocinio cli Sua Santità ; bi$>g]ia, d.icev--amo,riconoscere., che Io spirito della Chiesa si è anch'esso mod'ifi_ lirato, col cogliere il meglio e l'attuabile dell1esigenza. storica modernista. Che la Chiesa non avesse nessuna ragione di temere riguardo alla perfetta ortcxlossia del sacerdote faentino, è oggi più che mai chiaro, non solo dal fatto sopl'ariconfuto, quanto claJ fatto che in esso libro Mons·. Lanzoni, adempiendo ad un suo dovere dì studioso e di fedele c:ompone la piil bella apologia. della, Chiesa colÌo sto. ricamente dimostrarne la. sua apostolicità e ro. man:ità. Ma non solo per qu·esto il libro delù;, Origini è pie:no d'interesse ; sibbene anche pe1 fatto che COll esso vie.ne ancora una volta. ad essere dimostrato che i fatti e le idee hanno una loro storica conb.nui tà., nonostante ma anzi traverso i Yiolellfti trapassi, che non sono mai altrimenti rivoluzionari se non nel senso e:he hanno lo scopo di adegruare negli istihtti politici ciò che già vive nell'ombra discreta dei fatti sociali; che solo valgano, e che solo hanno la rapacità di far tabula rasa delle superstrutture che li impacciano. Che Donati nel 1909 non fosse in grado di capire ciò è tma cosa che non può meravigliare se si pensa alla sua allora giovane età, e se si riflett.e che appena reduce dal seminario faentino, aveva iUico et imm.eàur:te, abbracciato con fede di neofita la filosofia idealistica, quale si diffondeva. nel ce:na.c.olovociano fior'entino; e se a httìn ciò s1aggiunge, che, come il figlio nei riguardi del padre, primo impi.ùso de.1 giovane che sa di dover clire qualche cosa, è quello di rinnegare e combattere il proprio maestro. Ma al modo stesso nonr deve meravigliru·e il fatto che, anziano di anni e di es)?"riema (tutta la guer'ra in mezzo!), il Donati sia con 1in11ovata fede ritoina.to at suo vecchio maestro e al gio- ,an'ile jnsegn~mento: all' efficace rifonnismo Lanzoniano, per ritrovare in esso la rioonfenna dello storicismo imparato claJ Salvemini, e per dlstruggere con esso il suo ideologismo idealista ; per consolidare infine e concreta.re la sua giovanile concezione della democrazia. C:recliamo di aver anche dato con ciò ragione della st01i-ra necessità dcli.a de:l)locrazia cristiana quanto alla s,ua :identità col riformismo· e no~ voglia-mo altro aggiungere, certi che in• quanto abb;amo detto, non solo la figura dj Mons. Lan. zoni risuiterà più scultorea e c.hiara, ma benan.. che quella di Donati, ed, in grande parte, quella del Partito Popofa:re a ctù appia,lltie:neoggi, e della democrazia cristiana, alla quale ha aJl'P<lrtenuto ieri. ARMANDO CAVALLI

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