La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 6 - 8 febbraio 1925

LA RIVOLUZIONE LIBE:RALE PISTOLA AD OMERO Al re11ere11,doPad,te Prsn:LLl Professore all'Università di FIRENZE. Che foste, e da tempo, dalla parte opposta della nostra, lo sapevo: e non mi meravigliavo., Lo studio in<lelesgo d'ei papiri egiziani, in c:ui ,:oi eccell.ete1 è uua cosa diversa e lontanissima dalla politica : potrebbe giovare, tutt'al più·, ad ottenervi il voto plurimo, ma non giova, di per sè stesso, a far comprendere qualche cosa della dta italiana. Leg;i anche, su Battaglie Fasciste, gli ammouimenti che voi avete impartito ai prer fcssoTi vostri colleghi: in cui dichiaravate cli « n.on a"ver più rispetto neanche per le P,ersone ) , e che d'allora in avanti non avreste fatto più uiente per impedire ai vosbi giovani e impetuosi amici cli bastona.i-li per bene. Io pensavo: la politica militante, ai papilfologi, gli piglia per questo verso. Ma ora mi dicono che, :in occasione della so~ lcune • inaugurazione del rinnovato Ateneo fion.:ntiuo, avete fatto di più. Mi dicono, che, mentre/S. E. Fede.le rotondamente parlava) si vedeva il .Padre Pistellii cioè voii additare a certe squadre di bastonatori gli studenti sospetti di essere a.:scritti alla U·nio-ne Goliardica per la Libertà: a: Quello e quello i e queU 'altro ancora: giù i di :;anta ragione! :t. E quello, quello e quell'altro di santa ragione le presero: e voi, o dotto Paclre, giraYate per il cortile del palazzo di piazza Sau 1\1arco, reggendovi la tonaca sotto il braccio per esser più libero nei movimenti.i contento meglio che se aveste trovato un nuovo rotolo ùi papiri egiziani, colla definitiva lezione del Protovangelo di Tommaso o di Jacopo o dello p.seudo Matteo. Percbè voi s.ietei sì, Padre delle Scuole Pie e ordinato sacerdote, ma specialmente ,·i dedicate allo studio dei Vangeli apoc,~fi: e questo spiega taDte cose nella vostra vita. Nei \'angeli apocrifi non si trova più il Gesù Bambino benedicente, ma un altro Gesù Bambino, irascibile e manesco : nel Protovangelo di Tomrnasoi per esempio, il piccolo Gesù è w1 enfant tcrrible, Che tira la pialla di'etro ai compagni cli giochi, è org-oglioso di possedere tutta. la sap~enza divina, e vuol conve:l'ti•re il mondo a ~uon di legnate. Voii reverendo Padre, risentite forse l'effetto dei vostri prediletti studii; siete cristiano, imitate Gesù : ma non il Gesù dei \"angeli canonici, bensi quello dei Vangeli apoc1ifi, da voi con tanta sapie.m.a ~frati. L'ultima vostra impresa in difesa della patria è que11a che mi induce a scrivervi. Voi non vi ricorderete p-iù di me : ma io ho piu.r diritto a ricordarmi di voi. .-\nni fa, quando Va7iiba. faceva a Firenze il Gio-rnali,w della Domenica., parecchie migliaia 4i ragazzi, sparsi ttn po1 per tutta Italia, attendevano di settimana in settimana, le Pistole di Omero. Erano certe lettere, che un ragazzo fiorentino inidirizzava al direttore, e in cui si canwuava un po, tutto: le scuole 1 gli esami, le Lectu,ra Danti.s, Guido Biagi e la sua bellissima pel1iccial Orazio Ba.cci et colla, pelliccia anche lui ma non inù;a bel.la 001ne il Biagi », le facce «: p1·oprio leiterarr-ie " delle signore intellettuali, le < me:,ze signorine li del ti: Galileo », e poi « un vecchio coli-a barba bi.anca che quando sta a sedere si tira su i calzoni e gli si 1.1edono i calzini bianchi~ e ogni ta·nto di'(e: Bene! al conferenziere li e che doveva esGer'e il tosc:anissimo e cruBChe\·olissimo Isidoro d~l Lungo, insomma tutto il piccoio mou.db accademico, tutta la fanciul1aia dei gin.nasi-licei, con riférimenti speciali alle figliolanze dei professori. Lettere vispe, seorbellate, pispoli ne; tirate giù nella parlata fiorentina, da non par'et' q~si nep;>urè studiate, e firmate con uno scarabocchio, che voleva dire a: Omero Redi li. O1nero Redi erava1te voi, reveH:ndo Padre : e sotto questo pseudonimo siete stal-0, da parecchi anni, uno degli scrittori più desiderati dal pubblico più ingenuo, più fresco, più pronto e sensibile, cioè dal pubblico dei rarnggi : di quelli che allora, tra il '905 e il '9ro-, eran ragaz2ii. Molti, ce n'erano: ho sfogliato i vecchi volumi, e dalle 0 :fitte pagine mi è venuta incontro una •folla di vostri corrispondenti e di vostri ammiratori di allora: i più fervidi che abbiate mai avuto. Quella generazione fui sui diciotto o vc:nt1anni 1 sfornata calda calda. per la guerra) e prese in pieno 1'impeto della crisi, i11 cui ci troviamo tuttavia. Di quei ·nomi, molti sono ormai più alti di tutte le nostre discordie, nè voi, revere.ncb:) Pa<lre1 potreste più fume bastonare i titolari 1 per nessun.a ragione; molti altri si sono perduti nel.la folla anonima; ma un piccolo grùppo, solcando animosamente gli anni e la bufera degli a,rvenimenti, è pervenuto a1l_a notorietà ' 11011 più qu.ella ristretta del giarn.ale per i raga;;,.zi, ma quella larga d'ei giornali per i grandi, o quella pacc-hiaua addirittura dei resoconti parlamentari. A to-nt se?'.gneiw tout hon11e11r: da quella folla ne è uscito un poeta vero, :'.11illy Dandolo; e poi <lu.e deputati fascisti e uno dcll)opposiziotte, giornalisti a dozzine, coma11d-a.nti di spedizioni punitive come lo Zamboni di Firenze) o commissarii straor'dina1i del Fa.-:>cismo, come il Targioni di Livorno: tutti e1"anuno mescolati 2llora, di tutte le razze, e com1rnicavamo nell'ingenua ammirazione dehle Pistole di Omero} cloè l'ammira;;,.ione di voi, che sapevate - allora - interpretare bene la s,pieb-lta e con-osiva critica che i ragazzi esercitano suH mondo de.i grandi. Fra noi, dietro a voi1 lettore, certa.mente) anch 1egli assiduo del vostro corsivo, e la front.e Ilbn peranco marchiata. da uua fama sinistra, c'era 1.1.Il! altl(o ancor'a: colui e:ie, più di tutti, doveva seguire a perfezione il Protovangelo di Tommaso, di cui anche voi siete seguace, ed uscire, un.a mattina, col pugnale alla mano, <li tra noi, di tra. dietro a voi, dico Amerigo Dumini. Lui, in persona. Il povero Vamba raccoglieva racconti ed aneddoti di biricchinate : e si vede che il piccolo Amerigo dovea essere un ragazzino di scarsa !anta.sia, perchè, nell'Annata 19()8, 1° semestre, N. 8, troviamo nella corrispondenza la seguente risposta: AMERIGO DUMINI, Ivrea. - Grazie; ma io desidero invece delle barzellette vere. Accadono tanti episodi interessa,nti e curiosi nelle scuole e nei collegi} e si sento-no ta~ti spropositi da ridere e anche tante osservazio·ni e 'Yisp_ostespiritose! Se ciascuno dei miei corrispondenti -nie ne mandasse qualcwna, si potrebbero mettere insienie delle pagine deliziose nel Giorna.lin.o ! Mai suggeiimento più innocente cadde su animo più pt·onto ad accoglierlo e a svisarlo: il piccolo Amerigo ci deve aYer pensato su, e sedici aJJJJ.idopo si prese la sua rivi ucita : diventò lui il p.rotagoruista di un episodio « interessante e cu-,'ioso • i che diede materia da solo, a pagine intiere 1 se non precisamente deliziose, ai giornalini e ai giornaloni .. Voi vedete dunque, reverendo Padre, quanto fosse promiscuo il vostro pubblico di quegli anni, e quali diversi destini attendessero i vostri corrispondenti. Le scorbellature delle Pistole cl/O-mero prod.11.'5sero 1 in ciascuno d.i noi ragaz.- zii effetti diversissimi: e voi, poverino, non avete. certamente colpa nè degli effetti buoni 1 nè di quelli cattivi. Può essere che il pàglio sbaraz7,ino delle vostre osservazio~ abbiano indotto un filo ironico di più nel 1anguor,e'._cinereo cqµ èui Milly Dandolo ripensa e <lescr-i,vecontinuamente la. sua casa paterD:3-di Castelfranco Veneto, e può essere che abbia rafforzato le convinzioni cli quel tale individuo - c4e a me ripugna nominare dopo il poeta - suJla opport:unità di sciogliere le questioni con due .buone pugnalate. Può essere, che tutte le beffe contro la povera Lectu-ra Darotis abbi.ano J}repa.rato in molti ragazzi d'allora quello stolto e rovinoso di. sprezzo della vecchiaia, quella sciocca esaltazione sistematica della giovii;iezfa, c~e oggi contraddistingue:, per esempio, l'on. Laudo Ferretti e !'on. Araldo di Crollalanza, vostri ,lettori di un tempo;. può essere, che quegli stessi scherni contro la scienza affìciale ed. accademica., e quelle sassate contro l 'i1,1nqcuo Biagi bonanima, abbiano predisposto t.-1,ntialtri, come me, .a1 disgusto per tutte le sagre e al sospetto contro il contrabbando nascosto .iliet.ro le parole ,rotonde e gli sbandieramenti. Infinite sono, reverendo Padre Pistelli, le vie del Signore : dice> \l~ Signore, secondo i Vangeli callonici: e nessuno più di voii ~he avete parlato e insegnato a migliaia di ragazzi una dottrina suscettjbil~ di tante, e cosi ,diverse interpretazioni, dovrebbe starsene spettatore in disparte, trepidando n.el cuore. Voi non fate cosi: arrivate perfi,no1 invece, a farvi organizzatore cli bastonature accademiche. Po~ O1nero! Anzi, povera memori<). diOmero ! Lo -JJ6eudonimo <li Ul1 tempo è scomparso: si conosce ormai soltanto più, il padre Ermenegilck> Pistelli, delle Scuole Pie, docente nella R. Università di Firenze, ecc., ecc. Noi, i ·mille e mille ragazzi di venti anni fa., che voglia si aveva di sapere se J»'Oprio Oniero Redi era il nome vero1 e· chi c'era dietro quel nome, e chi era quel e professore prete», di cui si parlava continuamente nelle Pistole : e cli vederne il ·iitratto 1 di scoprire l' uomo di ciccia, insom. mai dietro il ragazzo cli carta : tutto un piccolo mistero editoriale e -red:azionale su cui migliaia di occhi e migliaia di cervelli si appuntavano a frugare! Adesso, più giovani di noi, cresciuti 1 e arri vati alPUnivertSità, si cavano tutte le curiosità, davvero. Compare il Padre' Ermenegildo Piste.Ili, col bastone in mano! Omero Redi, invecchiando, s'è incattivito. Il p,afriottismo, l'irredentismo, il gqribaldinismo, • che in quegli anni delle Pistole si tenevan cosi per 4 'aria, sulle generali, hanno acquistato una p,iega settaria e legnaiola : si sono inei prignitì uelle vicende della lotta politica e nel turbine delle frasi : Omero Redi non ride più, non aanzolUl piùi non è più- un padre delle Scuole Pie di maniera larga, amico d.el Dolfi e di Gigi Minuti e di un mucchio di frammassoni, spiritoso e buon compagnone; non pirla più dei gelati di Castelmur e dei pasticcini del Gilli come di cose molto importantii non si diverte più a combinare dispetti e burle con i bambiui dei professori woi •colleghi, col Pimpi e col Riri e con Gigi di Vicchio, non fa. più scampagnate a Pratolino con l1amico che « sonal'l)a l'ocarina che non pa1·e1.1aliti m.a con l,a bocca perchè la canna l1 a1.1e1.1raotta » : Omero Redi, rivelatosi iutiero in Padi·e Pistelli, papirologo insigne, piglia tutto 9Ul sei•io, hai pronta. una grinta. lunga due palmi per ogni cerimonia e per ogni sagra, batte anche lui le mani a comando, e perde l'appetito solo a sentir nominare l'Unione Goliardica per la libertà : un nome - e una cosa - cosi ingenue, cosi giovanili, cosi «giornali'neschi:. 1 Dio mio! Spettacolo ratb.istante: di inaridimento, di accartocciamentoi di vecrhiaia, vecchio risecchito e astioso, stridente e cattivo come un papiro rltrovato negli scavi di Aschmunèm. Vi ho sçritto questa pistola, per dirvi appunto tutta la p•ietà che mi fate. Quelle bastonature di piaz• za San M:a.rco, e voi che segnavate le vittime: che pen,, ! Vi voglio ripetere un aneddoto) che Vamba mi contò quando stava in via Salaria, a Roma : e se non vi salva l'anima questo 1 non ve la salva più niente. In una gita ili Vam.ba a Palermo, centinaia di giovari amici lo aspettavano al treno. Scende con lui un prete $idliano, suo occasionale compagno ùi vi.aggio. La voce che Omero Redi, il famoso autore delle Pistole, era nn prete, si era già diffusa ria tempo in quel pubblico singolare, che Vamba s'era saputo creare attorno: e J-,astò che i ragazzi vedessero quo,l prete, percbè cominciassero a p·rerulerlo itt mtzzo con granW urla di evviva, e certe mezze signorine a pigliarlo sottobraccio, e a dargli del tu come s'usava in quella repubblica giovanile: e Viva Ome,·o ! , Viva. Omero!, quel prete dovette credere cbe tutta la raga,-..zaglia ili Palermo fosse impaz'l.ita. Tanto eravate conosciuto allora, reverendo Padre, e voluto be,-11c, :Wa ora, col bastone in mano; ora che gridate iroso i nomi dei ragazzi - ma sì., sono ragazzi! - che volete far punire; ora, che &iete il papi. rologo Ennenegil<lo Pistelli, e che combinate le rabbie isteriche del prete esacerbato e scontento della su.a. sorte, colla faziosità del toscano rinsei vatichito, chi vi saluterà più? Avete un distintivo, avete una tessera: ma nè i ragazzi di un r:,rion10vi possono più ..riconoscere, nè qu.clli ili oggi vi possono più amare. G. A. LA PROPORZIONALE Si può discutere se sia un bene o·un male, che un paese si divida in molte opinioni, espressa ognuna da un partito. Ma è certo che, quando un paese è diviso in molte or.tinioni, ogni tentativo di costringerlo con mezzi artificiali a governarsi come se ne avesse due soltanto, è funesto. Perciò il Collegio wnin01ninale è lo, scrutinio che va bene là dove ci sono due soli partiti; la proporzionale, lo scrutinio necessario là dove i partiti sono molti. Ma là dove i partiti so-rw molti, quali avranno il maggior vantaggio dalla proporzionale ? E' chiaro: quelli che han-rw poco seguito·n1lle masse, e che possono compensare il minor numero con la ricchezza e la cultura. La proporzionale protegge questi partiti dal pericolo di essere soverchiati negli scrutini dalla forza cieca del numero. I partiti. di massa - socialisti e popolari - possorw approfittare del numero così con lo scrutinio proporzionale come con il mag. gioritario ; in certi casi con questo meglio che con quello. I partiti cosidetti borghesi, no: lo scrutinio maqgioritario li conduce alla distruzione. Segue da ciò che in Italia qli avversari più accaniti della proporzionale avrebbero dovwto essere i più ardenti fautori. Come sf. spiega questa paradossale inversione di parti? Perchè le classi ricche e colte non hanno capito ancora che la proporzionale ha salvato, nelle elezioni del 1919, i partiti che le rappresentarw, da un annientamento totale? Perchè uscite, come Ulisse, dalla caverna del Ciplope, voqliono a tutti i costi rientrarci ? Questa singolare illusione dimostra due ·cose. Che· le classi qoverriate non hanno ancora capito che cosa vuol dire, per uno Stato moderno,. passare dal suffragio ri.stretto. al suffraqio universale; e che sono state sorprese impreparatissime dalla catastrofe politica, preèipitata con la querra. Non è meraviglia, quando si pensi alla spaventosa decadenza della cultura nel ·primo quarto dal ventesimo secolo. Ma la difficoltà presente è tutta qui; ed è purtroppo una difficoltà - grossa assai. Quando incomincieremo a rendercene conto? GUGLIELMO FERRERO. CHIESA I gioruali fascisti hanno ri]}ubblicato una frase contro l'on,. Chiesa di un articolo di Rivoluzione Libera.le dell'anno 1923 n. ro ded!icato ai ,epubblicani. Lo spirito <li quell'articolo tendeva a most.rai'e come. il partito repubblicano prima della guena non fosse riuscito a trova.re la sua funzione sociale e si esaurisse in episodi retorici di p,refasdsruo, irredentismoi campagne moralistiche, lotta politica identificata in lotta all'uomo. Si notava poi quale esempio di ironia della ~toria come questo moralismo si trovasse a « dm-- ci lo spettacolo di Eugenio Chiesa paladino di purità, _implicato nel più disgustos~ degli scandllii ». Si alludeva 1 come tutti capirono, allo scandalo dell 'aseonautica su cui chi seri ve non poteva conoscere aw:::ora.i risultati della Commissione d'inchiestai che sri. pubblicarr-ono in quel tempo e che concludono: , Che 1'opera del Commissario Generale Onorevole Eugenio Chie&'l, concordata sempre aPprovata e mirabilmente secondata ck,lla Commissione Centrale tecnico amministrativa) oltre che caratterizzata da, una attività prodigiosa .da parte <li Lui e inspirata sempre alla scrupolosa correttezZc'li sia politica che amministrativa, fu giustificata in massima dalle circostanze e nel su.o complesso illuminata e fattiva; e avrebbe mostrato risul~ti notevolissimi se l'evento, fortunatoi dello armistizio DO'llJ l'avesse arrestata nel momento del suo migliore sviluppo». Intanto è evidente che nel nosti-o accenno non c'era intenzione alcttna di unà polemica morale su E. Chiesa : certi attacchi non sono nel nostro stile. Se fosse il c.aso <li far un processo all'on. Chiesa- la nostra più forte acou.sa sarebbe come al solito, politica - per la sua colpevole' indulgenza verso i primi anni del movimento fascsita. In quanto all'inchiesta la prova della sua iudiscatibile onestà dà nuovo argomento alla nostra ironia sul suo moralismo generico vittima delle stesse armi scandalistiche da lui usate. Gli accusatori di E. Chiesa non possono scendere su questo terreno politico e di stile: la loro banalità sarebbe disarmata. Perciò di fronte aUe armi meschine di certo giornalismo noi,· critici spregiudicati, sentiamo il dovere di attestare al deputato re)?ubblicano la nostra stima per la generosità garibaldina delle sue battaglie, disinteressate anche quando fmono e:nfutiche e ingenue. P.. g. 27 Bibilogra.i:ia La coda di Minosse Denandri sig. Daniele: il tenente della 12•, la 12• <li f.-rro. Gn bell'u.fficiale. ln linea dal '15. Plava, Oslavia, Zagòra, Pednka, Passo Zagradan : tanta mai trincea ha mangiato che la metà sarebbe bastata. Ferito, decorato. Scampato per miracolo all'az .. ione sul ..Pecinka, adeS60, siam sul finire del '16, è andato a sbattere con la brigata fino in faccia a Tolmino . .Ed ecco che, un bel giorno, a ricompensa dt1 valc,re mostrato in quell'offensiva 1 gH arriva lassù nientemeno ... nientemeno che Ul1 mandato <li cattura. Che roba è questa? Abuso d'autorità. Ah ecw: or gli s,xviene. Alla vigi1ia dell'avaw.-ata. sul Ptcinka, in oo' del ponte di SdraUS6ina, quella sera a--eva , mc.-sso a po5to > un imboscatello di soldafo del genio sorpreso a dormire sul lavoro t rise:ntitu5i arrogante ai richiami dell'ufficiale e trascese, fino a stringere i pugni sul viso del superiore. Rr,ba da sparargli; e lui s'era accontentato d'un ca7.,,.. zotl-0 e d'un rapporto. E a<ksso da Gradisca arri va va las6ù H mandato, a tirar via iJ tenente Donan.dri dalla sua trincea di fronte al caser. mone biancastro di Tolmino, dalle due gobbe dd passo di Zagradan, per Val Camenca, Drenchia giù sino a Gradisca, al Tribu.nale di Guerra del Corpo d'Annata, al Carcere militare là dirimpetto. Quella veramente era troppo grossa. , Partito sereno, cosciente di ciò cbe andava a compiere in guerra, decorato, ferito in combattimento, assai deperito in salute per i quindici mesi di guerra.cd.a vera1 ed ora forse condan.n2to '. , . Questa veramen.te passava la misura. Tante illusioni aveva perduto Denandri in quei quindici mesi. La guerra, vista davvicino, gli era parsa un'altra cosa da quella che s'era immaginata. Non mica per l'af!.are del patire e del morire: a quello ci si abituava e questo, se ha da venire: viene una volta per tutte : ma per tante altre cose : trowa miseria morale. negli uomini, trOJ}- pa ignoranza, troppa viltà, e, sopratutto, troppa ingiustizia. Ne avea "iste d'ogni colore ogni giorno: adesso anche questa gli toccava di Ye. dere : andar sotto processo per aver fatto il proprio <lcvere. Enorme era, ma intanto doveva striderci. Come luride e lercie e maleolenti le cucine della Giustizia, <li quella Giustizia! Per esservi calato dentro cosi d'improvviso il candido Daniele Denand.ri ne ha tutta l'anima. rivoltata. Miserando in quel carcere lo spettacolo dell'ignominia di quei cento disgraziati 1 ammucchiati là dentro a<l aspettarvi la morte o l'ergastolo, scorie dell'esercito, detriti di umanità; esaspenu,.te la scoperta che, in mezz.o a quei codardi e a quei ribaldi autentici, tanti buoni soldati son tenuti aguistarsi e ad inasprirsi; ma più dolorosa, più 1 desolante, più preoccupante la rivelazione <lel1' indifferenza) del mussulmanesimo, dell'amora.. lità di tanti tra coloro che sono stabilmente preposti all 1amministrazione di. quella che si chiama Giustizia di Guerra . .-:Il maggiore, l'avvocato militare, il 1Iinosse che spicca i mandati ili cattura o proscioglie a seconda dei casi ,dirige gli uffici del Tribnnale e comanda il Carcere del Corpo d'Annata , è U11 • neghittoso ruminante,. E il segretario è un "tenente ben pettinato, elegante, partenopeo, l', in.. dispensabile e insostituibile , di là dentro, che fa tutto lui e l'altro firma, ed è U11 pokerista feroce1 e quando perde diventa bestiale) ed ha Ul1 anno di galera per capello. E ufficiali ci sonoi addetti al tribunale, incaricati d'una difesa, che pochi minuti prima del dibattimento • c-hiedono affannosamente, con molte carte fra le mani, al collega segretario di che cosa in breve si tratti », che non han potuto studiare il processo, e non '?'8pevan che fosse quel giorno, e « smoccolano seccati :e, e finiscono con compicciare certe difese, che per i disgraziati affidati a quel patrocinio) sono addirittura il colpo di grazia; tutta gente che sta lì a far passare il tempo, giocando a chi lavora. cli meno, in quella torpida oasi d )inerzia, posta all 1ingresso dell 'infernale deserto carsico passeggiato dalla morte. Ma cosa più terribile di ~utte e più penosa per Daniele Denand.ri lo scoprire che, se a tanta miseria ed iner-Li.a qualche personale YOlontà dall'alto presiede, questa non è la Yolontà di chi è direttamente preposto a quegli l!:tituti di Giustizia e di Pena, ma è il sovrano arbitrio delle supeiiori autorità militari 1 onnipotenti nella zona. Il Minosse che dirige il tribunale e comanda il carcere , ha una paura ridicola del Capo di Stato Maggiore del Corpo d'Armata, e non alzerebbe un dito senza ottenerne il consenso :t. A sua volta il • feroce Capo di Stato )faggiore »,· terrore del luogo, è tutt1tl.ll0, si capisce, con I 'Eccellenza del Comandante del Corpo d'Armata, maestosa nullità che « posa a tormentato genio di guerra •. Ed è di lì che partono gli ordini per le sinistramente teatrali fucilazioni, che tanto giovano a « tener sù il morale» ai combattenti; di Il dipende che tanti innocenti sian stritolati fra il formidabile ingranaggio di quella Giustizia. Ed è di lì - ora lo viene a sapere il tenente Denandri - eh i era stata discretamente l11sinuata a e-hl cli rld, e.re 1' idea lunrinos.:1. di spiccare il mandato di cattura conb-o l1impaziente combattente del Pecinka, colpevole <l'aver <lato un caz.. zotto a quel tal soldatino ribelle ma , aggregato allo Stato ìllaggiore del Corpo d'Annata, il primo farab~1tto del Quartier Generale, che figua-a come attendente cle! Capo di Stato Maggiore, ma c'è chi dice che sia suo nipot:e ».

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