La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 46 - 10 dicembre 1924

.. ta.ie avvenuta a Forll nei giorni dal 25 al 30 &ettembre 19u, l'arresto e poi la condanna a oinqu.e mesi di reclusione al suo promotore por. larono lo sconosciuto agitatore provinciale alla nibalta della vita politica nazionale. Uscito dal carcere (12 rnarw 1912) Mus.solini »on era più un ignoto. Nel partito di già s'era a<::qu-istatala sua fazione: in Romagna i combattutisaimi repubblicani intensamente l'odiavanoamavano, poichè non ingiustamente Jo sentiTano dei loro e mentre i giovani lo segui vano, i ribelli e gli anarchici lo obbedivano. ANTIMILITARISMO INSURREZIONISTA Il cemento che tutti univa questi disparati elementi, era, oltrechè la violenza verbale e l1apcxalitticismo, l'antimilitarismo, come ne] 1914 s'è visto colla settimana rossa. L'eccidio avvenuto il giorno dello Statuto ad Ancona non fu che il pretesto per l'accensione della polvere a IMghe mani disseminata nelle masse romagno. le; da Benito Mussolini in prima, e poi da Maria Rygier, da Armando Borghi, da Pietro Nenni (che allora trovavasi a Jesi a dirigere il Lucifero) e dagli altri agitatori minori i quali nei comizi e sui giornali apertamente incitavano alla ribellione. La propaganda fatta con la lotta d.i c/osse di Forlì da Mussolini, coli' Agitatore (anarchico) di Bologna, da Domenico Zavattaro, coll'antimi. litarista Rompete le file! di Bologna dalla Rygier e dall'allora sindacalista-anarchico Armando Borghi, aveva indotti molti fra i più semplici operai alla disubbidi,enza ed alla diserzione, non. chè alla rivolta. Nei giornali sovversivi di quei tempi è spesso fatta la cronaca di processi per tali reati militari; i quali poi non erano che lo sfondo dal quale spicca vano i maggiori reati, quali quello -del soldato Masetti che sul finire del 1913 in una caserma di Bologna sparò vari colpi di fucile contra il suo colonnello e del soldato Antonio Moroni che fu aggregato ad una Compagnia di disciplina ed internato nel forte di S. Leo (Rinùni) per aver scritto articoli antimilitaristi. Il comizio di Ancona che diede origine al conflitto e dal conseguente sciopero generale, fu per l'appunto indetto per protestare contro la , ingiusta » detenzione di questi e di altri condannati per reati di natura militare. Nella generale infatuazione antimilitaristica neppure i re- ·pubblicani seppero trovare nel loro vantato patriottismo il modo di resistere. In quei tempi per i trentennali commemorativi di Oberdan l'irredentismo era diventato una cosa ridicola e spregevole ; se al congres,;ò nazion:ale repubblicano tenuto nella primavera _del 1914 a Bologna, Malatesta fu invitato a parlare e dopo il suo discorso nel Congresso s 'inTei 1 contro i fautori della guerra ravvisati nei massoni, si respinse ogni e qualsiasi col_labora.. izione colla Monarchia e si gridò infine , Abbas60 Trentò e Trieste , . IllREDENTISMO ADRIATICO " Come ~piegare tutto ciò? Abbiamo detto che lA guerra libica aveva valorizzato la scarsa pattuglia nazionalista la quale dalla recente avventura africana s:i credeva in diritto di trarre illazioni imperialistiche evidentemente ispirate da ricordi letterari. Clìi sognav3. l'impero non si dimenticò di rievocare Duilio. La conquista della Libia doveva essere il prin,. cipio della padronanza italiana dei mari, oltre ' al bacino mediterraneo-J onico·, l'erede di Roma doveva signoreggiare l' amarissimo Adriatico,. mediante la riconquista dei territori dalmati già posseduti dagli antenati. Nella propagazione del nuovo verbo anéhe l'archeologia -fu utilizzata; mentre il cantore delle Odi No""ali riprendeva la lira per magnifica.re le ,r novissime gesta• e odor di sangue e di lauri pregll6tavano le sue raffinate nari nelle ClZttVzoni d'Oltremare. Qn.anto tale propaganda fosse esiziale agli scopi della nostra guerra non è qui del caso parlare : basti accennare al fatto che tale propaganda era molto ben accetta in Austria, poichè serviva col dualismo Italiano-Slavo che veniv" creando, a consolida.re sempre più la Monarchia abslru.rgica. Se l'inconsistenza di tale irredentismo non 'fosse subito risultato evidente dall'arbitrarietà delle richieste nazionaliste che sulla buona fede dei suoi pubblicisti richiedeva territori abitati da stranieri, mentre territori abitati da italiani (l'Istria p. es.) erano o dimenticati o tagliati fuori, ba,sterebbe per chiarirlo la nostra appartene= alla Triplice, e la parte che in essa vi facevamo di terzo incomodo e di parente povero. Chi non avrebbe dovnto vedere che in un contrasto coll'Austria (in cui noi saremmo stati :,oli perchè abbandonati dalla Germania e per- ,che non aiutati dal! 'Inghilterra e dalla Francia •la. cui politica Balcanica osteggiavamo), all'Ita" lia sarebbe toccata la peggio se pur le fosse ba.stato il coraggio di battersi ? PERPLESSITA' POLITICA Evidentemente questo interiogativo turbava l'animo irredentista dei repubblicani, al modo stesso che in quello di qualcuno fra i più consapev:oli democratici (citiamo per tutti Salvemini e Bissolati) faceva riviv'ere il ricordo della politica balcanica mazziniana; mentre nei più semplici e nei più passionali, il pericolo d'una nuova immancabile disastrosa gnerra svegliava irresistibili repugnanze, variamente mascherate ed espresse dai partiti in cui questi passionali LA UVOLUZIONE LIBERALE erano iscritti, setI7...a peraltro riuscire a far ctimenticare la loro comune origine, che era il diffuso sentimento di sfidncia e di preoccupazione derivante dalla schiavitù tnplicista e dalla man. canza cli un.a qualsiasi direttiva in fat'~ di poUtica estera da parte del Governo. Se la impossibilità di un qualsiasi sbocco impediva un.a serena valutazione delJ'opera dei vari ministeri, il couti11uo aumento delle spese uùlitari per l'esercito e per la marina (che in pochi anni awuentava del doppio), non faceva che accrescere ancor più la preoccupazione delle masse, che s'ingrandiva in proporzione che l'orgoglio nazionalista triplicista cresceva. Questo parallelismo che spiega l'intensa propaganda antimilitarista dei partiti sovversivi corrente su.Ilo stesso binario di queLia nazionalista (va ricordato che nella primavera del 1914 i nazionalisti &i radunarono a congTesso, mentre pochi giorni prima gli sloveni facevano una dimostrazione anti-italiaua [1' maggio] a Trieste), è stato da noi lumeggiato perchè chiarisce uno degli aspetti della neutralità mussoliniana: l'induttibilità psicologica, la nec-essità di vedere la realtà sotto i due soli aspetti del bene e del male, nettamente divisi. Teni~mo presente questo dato, perchè ci servirà ancora per chiarire gli ttlteriori atteggiamenti di Mussolini. LA SETTIMANA QOSSA Ora proseguiamo nella rievocazione della famosa « settimana rossa» dopo che abbiamo visto quali sentimenti erano nelle masse. Abbiamo già detto che il comizio tenutosi in forma privata ad Ancona il giorno dello Statuto del w14 era sb1to indetto per protestare contr<;> « l'ingiusta > dete;nzione dei soldati Masetti e Moroni, come abbiamo già detto che l'eccidio cui esso comizio diede h1 10go (I? militi feriti dalla folla nell'aggressione ch'essa fece alla forza pubblica, e 2 morti e 5 feriti nella difesa che i militi opposero all'aggressione )non avrebbe assunto le proporzioni che assunse se una vasta propagandq di sovversione non ne avesse facilitato \o scoppio e la propagazione. Abbiamo anche detto che in tale propaganda di sovversione si fosse specializz.ato il Mussolini; 1 non abbiamo detto ancora quali caratteri assumesse in seguito ed a quali avvenimenfi si riallacciasse. E' noto che non appena diffusasi la notizia dell'eccidio fu proclamato lo sciopero generale al quale aderirono anche i ferrovieri. Nelle altre regioni d'Italia lo sciopero generale non durò che tre soli gi;,rni (dal martedì mattina al giovedì sera) e f'f fissato per ordine della Confederazione generale del Lavoro e della Direzione del P. •S. I.), e non assunse forme così gra' ·, come nelle Marche e nella Romagna che portarono avanti lo sciopero (che avevan cominciato prima) per J>iù giorni; imprimendo alla loro protesta _ i caratteri veri e ·propri d'una insurrezione. La rottura dei pali telegrafici e l'incendio delle ·stazioni, il guasto delle linee ferroviarie e i tentativi d'incendio di chiese, che formavano il clou· della propaganda rivoluzionaria di Mussolini, furono largamente praticati; senza che risultati molto· seri fossero ottenuti e senza che apocalittici scontri avvenissero colla truppa che fu fatta rimanere asserragliata nelle caserme, _,,..... oppure fu messa di guardia. alle stazioni ed alle chiese quando erano già stato oggetto all'ira plebea; se ptLrenon fu obbligata a rendersi oggetto di scherno in seguito alla cattura d'un generale d'esercito (il generàle Agliardi di stauza a ForB) d'un capitano di corvetta e di quattro ufficiali, i quali, circondati dagli l;nsorli si fecero senza resistenza, prendere e disarmai·e durant~ una passeggiata in vettura nella frazione Savio di Ravenna! La rottura delle comunicazioni ferroviarie, telegrafiche e telefoniche avevano isolato le due • regioni dal resto dell'Italia; e fu forse perchè in Romagna non giungevano più, assieme alle notizie, gli ordini del Governo, che il generale, Agliardi e gli altri ufficiali stimarono bene di farsi prendere qnali ostaggi ; giacchè lo stesso isolamento fu quello che determinò il breve sogno repubblicano dei Marchigiani-Romagnoli, sugli spiriti dei quali non invano era passata la propaganda anarchica.federalista di Malatesta. Il quç1.le,in quell'occasione, cercò di trar profitto dai disordini per imprimere ai moti insurrezionali il carattere d'un violento dista.eco d'una parte della Nazione dalla tirannia del Governo cèntrale; contro il quale, assieme ai repubblicani che di detti moti furono i protagonisti maggiori, tentò di dichiarare quella che per ischerno fu chiamata la , Repubblica romagnola, e la « repubblica di Fabriano>. Mussolini che stimò bene di fronte alla reazione del governo e della popolazione che istituì plotoni di difesa (in anticipazione delle squadre fasciste), di , darci un taglio> e di lasciar nell'imbarazz.o il vecchio rivoluzionario napolitano, che dovè ancora una volta emig'rare a Londra, ed il giovane repubblicano Pietro Nenni oratore del oomizio.miccia e duce in wttorcline dell'insurrezione. Questi nella loro semplicità i fatti. Ora, pensando che appena 14 giorni dopo avvenne il misfatto di Sarajevo (28 giugno 1914), noi dobbiamo chiederci : quale importanza ebbero i summenzionati fatti nella politica interna ed esterna dell'Italia? Per rispondere a questo interrogativo, bisogna tener presente il fatto che la rivolta di Romagna, come abbiamo Vlsto, fu principalmente sostenuta dai repubblicani, i quali le· impressero coi ripetuti tentativi rii incendio di chiese e distrwione di oggetti relativi al culto ed alla fede /questo avvenne specialmente a Forlì ed a Ravenna, fortilizi repubblicani), uno spiccato carattere, oltrechè: antidjnastico, anticlericale : il primo contro i nazionalisti fatti simbolo della monarchia , traditrice della causa nazionale ed usurpatrice,, il secondo contro i preti, loro alleati nella lotta contro la , libertà di pensiero, (leggi Massoneria) e nella campagna irredentista a ba.se di richieste di un più equo tratt.arnento dei nostri fratelli d'oltre f_ so11Y..oe, di sogni impetialistici wlla Dalmazia; -· campagna che, come abbiamo "'·isto, finiva per essere favorevole all'Austria in quanto sull'opposta sponda adriatica s--vegliava l'odio degli slavi contro l'Italia. '.'i"on è improbabile cbe il la di tale campagna partisse da Vienna; comunque a Vienna era molto ben accetta; come non è improbabile che il la della rivolta Romagnola fosse partito da .Parigi, traverso la compucente trama delle Loggie, il cui organo bolognese di quei tempi, il , Gi<miale del Mat/:inO , , di detta rivolta si fece subito vessillifero e porta voce, mediante le prestazioni dei suoi redate tori, le cui corse in automobile traverso la Romagna servirono da collegamento e da incitamento. LA SETTIMANA ROSSA E LA GUERRA Questo non può essere che un nostro sospetto. !Ifa se si pensa che il delitto di Sarajevo fu voluto dall'alta banca francese padrona della Massoneria internazionale, non meno che della politica balcanica e della dinastia Serba (della cui Mano nera si servì per fare' uccidere l 'arciduca Ferdinando, come è dimostrato in , Rassegna Internaz. ,, 1921, pp. 517 e segg.), non è azzardato supporre che se non fu voluta, la ri- ,,olta di Romagna fu però vista con molto buon occhio d.all'anzidetta, in quanto, nell'imminenza della grande conflagrazione doveva servire a gettare il discredito su un esercito alleato al nemico e lA sfiducia, del Govenno che tale esercito doveva manovrare. Non è inQltre fuor di lu.ogo avvertire che tale rivolta e l'ostruzionismo che poi ne seguì alla Camera da p--..rte dei socialisti, fu.rono dne fra lee cause determinanti della nostra neutralità : Utile, come si sa, agli Allea.ti, 'che sarebbero stati disposti a pagarcela più cara se la generosità dei ministri d'allora non avesse obbedito più ai pregiudizi che all'interesse. La parte che ebbe Mussolini in! questi avvenimenti è nota, quanto la sua indecisione e debolezza d'animo. L'INTERVENTISMO E MUSSOLINI La roruagnolesca bellicosità che di froute alla g,.ierra si risvegliava, silenziosamente cozza.va contro gli impaiaticci della sua pseudo-cultura e contro i limiti che ancora aveva della sua moralità e del suo carattere; -- ed avrebbe .durato per un pez.zo se dal n:tldiano « Resto del Car- 1 lino', Libero Tancredi, e da altro giornale Giuseppe Lombardo-Radice, non l'avessero obbligato a trarsi d'impacr:io ed a cavarsi la maschera. Il , forte , Mussolini fu schiacciato dalla irruenza polemica dei suoi avversari, di fronte ai quali cadde come un pulcino; allo stesso modo che cadde di fronte ai suoi ex.compagni che ebbero mille ed una ragioni di schiacciarlo col loro disprezzo, non. per il suo interventismo, ma per la sua doppiezza. Quel che avvenne dopo questo tempo è anche troppo noto, perchè meriti di essere ricordato: lo troveremo documentato nelle memorie di Barrère. MUSSOLINI CONTRO-LUCE OSSIA LA FRANCIA NON C1 ENTRA Converrà alla luce di queste p~emesse studiare lA più recente politica estera italiana : è evidente che la, politica di Mussoliui nella questione della, Ruhr (dato che l'Italia sarebbe a quest'ora al pareggio perehè libera dei debiti di g,.ierra se invece di do-ver da,r retta a Poinca,ré, Mussolini avesse dato retta alla voce dell'interesse nazionale, che lo consigliava di seguire la politica riparatrice dell'Inghilterra consistente nella cancellazi:one dei debiti di guerra) non fu che la continuazione della politica filogallica inter·ventista, e poi fascista, contro Nitti, Sforza e la democrazia vera, fautrice della sola politica est.era degna di un Paese uscito vittorioso d.a una guerra quale l'Euro];<'3-; - consistente, nella mazziniana val01izzazione delle Nazioni piccole, la cui federaz:ione l'Italia sarebbe stata destinata a presiedere quale arbitra: come risulta dal Patto di Roma che, benchè in ritardo, fu non solo il riconoscimento della fondatezza della politie2 Salveminiana, ma una delle più importanti cause determinanti, e lo sfacelo del1'Austria eJ conseguentemente, la nostra vittoria . La campagna mussoliniana contro i « rinunciatari , non fu che la prosecuzione della campagna contro i neutralisti; allo stesso modo che prosecuzione di essa è oggi la campagna contro gli anti-nazionali. Tutte non, sono soltanto l'espressione della già notata indnttilità p,;icologica, ma benanche della fumosa e rornagnolesca scarsa intelligenza. mussoliniana., negata a comprendere le questioni, dai vapori sulfurei della passione. I MERITI DEL BEL TENEBROSO Per notare i danni di tale incomprensione, noi dobbiamo cominciare dapprima col rilevare che la dualistica legnosità della psiche mnssoliniana passando dal socialismo neutralista il piu rigido, aJl'interventismo intelJettuaJista, scavò in seno alle masse qnel solco che poi i bolscevichi riscopersero nel 1919-20; dando il pretesto al la debole reazione fascista ed ai malumori dei piccolo borghesi della media cultura, i quali oon. tro la nuova barbarie proJeta.ria, voJ.l.c1'orivendicare i diritti dell'ingegno, e non riuscirono invece che a far ritornare la barbarie vera, coli 'ingrossare che fecero le file dell'esercito aero. :K"oi perciò diciamo che a Mussolini va la colpa degli eccidi avvenuti durante la campagna interventista per lo spirito di faziosità che in essa immise: faziosità che se pure fu voluta dall 'on. Salandra (il quale si proponeva di ricavar da essa la giusti.fi=ione del suo modo di agire; alla borghesia attonita volendo far cr<cdere che l'int.ervento deJJ'ItaJia in guerra - già firmato fin dal 26 Aprile! - era, oltre ché reso necessario da.i nostri interessi, divenuto indispensabile per la pressione della pia2za.J, non per questo riuscì meno nociva, in quanto resenecessarie le demagogiche promesse della terra ai contadini e dei fini rivoluzi.onarii del grande conflitto che doveva es.<;ereaffrontato per correre in aiuto ai più deboli e della libertà; non doveva durare più di tre mesi, e costare I_)lù di un miliardo e mezzo ! A Mussolini quindi, ed ai saland.rini col loro capo in prima fila, va la respcmsabilità di ciò che lu poi chiamato disfattismo durante la gu.er. ra e che in parte condusse i soldati delusi alla sconfitta di Caporetto) e bolscevismo nell'immediato dopoguerra. Per questa ragione Bucro non meno di Bombacci sono legittimi scolari dell'uom,; di Predappio. Non parleremo invece dei meriti di po{itica. estera per la già detta ragione che conviene attendere la parola ai Barrère. Noi diciamo ancora che la sua sete di dominio l'ha guidato ad utili2zare tutte le occasioni spremendo dalla realtà tu.tto ciò cbe poteva servirgli e rivendicandoselo come suo; creato da lui (abbiamo visto che nella settimana rossa squadre di cittadini s'erano costituite a Bologna, Modena, ecc. per la difesa dell'ordine; potr,-..mmo aggiungere cbe squadre di liberi lavorat<,ri armati apparvero negli scioperi agricoli di rsrrera (1907) e di Parma (1go8), da altri è stato notato che le squadre di agrarii esistevano gi.à nel Polesine e nel Novarese allorché i Fa.ad di combattimento fnrono costituiti (1919) : quaJe merito ha du,nque Mussolini nel confronto dello squadrismo? Quello di averlo avvelenato per utilizzarlo ai suoi fini, non badando nè a bene né a male, ma tutto sfruttando dallo spontaneoconsenso dei reduci alle convincenti ragioni dell'olio di ricino, dell'incendio, poichè alla sua propaganda d'odio risalgono tanto i 234 (cifra accertata) fascisti, che il qualche migliaio (cifra itt "ia d'accertamento) d'anti-fa.scis-ti morti nella disonorante lotta fratricida. Aggiungiamo infine che alla sua pseudo-cultun,, nietzchiana ed individualista risale la colpa di aver ridotto l'Italia a quello che egli vanta come un_redivivo Medioevo: soppressione delle garanzie costituzionali per cui la vita ed i beni dei pàcifici cittadini sono dati in balla dei ras locali, e la lotta politica è ridotta ad. una lotta fra selvaggi; mentre il pubblico denaro è lasciato in balìa degli ultimi arrivati, privi spesse. d'onestà quanto di titoli per amministrarlo: solo forti di quelli che ~ pseudo- violenta presa di possesso del Potere ha loro conferiti quali membri d'un esercito d'occupazione auto-autorizzatosi ad amministrare la Nazione secondo il èiri tto di guerra. Vano quindi parlare di normalità con una concezione di tal genere della vita ix>litica; meglio parlare il linguaggio di un antenato di Mussolini: e Guai ai vinti! • e gettare sulla bilancia il •pesante sciabolone della milizia fa-- sciSta · Giunti ,a questo punto ci riteniamo in dovere di rispondere all 'obbiez.ione che/' poichè è sorta in noi, crediamo possa sorgere nell'animo dei nostri benevoli lettori : « Ma con tutte queste qualità negative come ha potuto Mussolini risalire dal tozzo di pane carpito a Gine,Ta ai fastigi supremi del potere? , . Essendo già da altri sl:ate messe in rilievo le eccellenti qualità di tempista dell 'on.. Mussolini, noi non possiamo che accettarle e dichiararle vere; aggiungendo per conto nostro eh'egli av1ebbe potuto altrettanto che in politica raggiungere il sue- • cesso in qualsiasi altro ramo dell'attività uma. na, dove tali doti sono necessarie: nel commercio, nei romanzi d'appendice, p. es., come aveva tentato in gioventù; o nella carriera del teatro come si prefiggeva allorchè si mise a suonare il violino; se non proprio nel commercio come si proponeva nei momenti neri di sconforto e di bolletta. Dobbiamo concludere che non altre che queste qualità unite ad un particolare fiuto (la sua vantata sensibilità politica), possieda !'on. MUS6>0lini, e che non ad altro che ad un es-empio di barrerismo si debba ridurre l'opera politica sua, mentre non ad altro che ad un caso di psicologia va ridotto il suo pensiero? Noi saremmo inclin,i a rispondere senz'altro di si, se noo. avessimo qualche dubbio sulla efficacia conoscitiva della seconda ipotesi. Non potrebbe, per esempio, trattarsi, anzichè d'un caso di psicologia, d'un caso di psicopatologia? ARMANDO CAVALLl PIERO Golll!TT1- Dìrettore.respo-nsa-bilt O.G.E.B. " COI"SQ Principe Oddane, 34 - 'foRINO

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