La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 46 - 10 dicembre 1924

186 LA RIVOLUZIONE LIBERALJ:t LA VITA MERIDIONALE Questioni meridionali e questione napoletana QuaJche a11110 fa, e proprio un pajo <l' anni prima -che Renato Fucini moris"Se, fu molto op· pot tunamentc iiesumat.a. una delle cooe più belle e fresche del Fll.cini, Napoli ad occhio nudo, elle al s110 primo appnrirc (1878) a,·cva colpito cd impn:sh1011ato ·jJ pubblico come una rivelazio11c1 come il rapporto di un Yiaggio 111terre inespl9ratc. E la co.-;a era meno straordinaria di quello eh<.:si potes.sc immaginare. ~apoli c<l il Mez:1..ogiorno furot10 gua<lag11ati all' Ik'l.lia da f;aribàldi, furono cominciati ad esplorare da un gruppo di volonterosi - uomL ui rli studi, uomini politici, uomini di cuo1·e intorno al 18i<>,e coufitllamo che ,erranno ut1 gion10 ~aperti e mcs..c;i-in valore. Quei pdmi esploratori sono commo,·cnti per lo -.lancio cli~intcressato, con cui risposero al grido di allarme lanciato da Pasquale Vil1ari, in quelle letlere indirizzate al Dina nel 18751 e che dh·ennero poi le Lettere meridio-,tali. li \"illari, cmigràto presto da Xapoli, in :-;apoli era 1~rò nato ed aYeva trascorsi gli anni gio\·auili. L'c~perienza di co...c:.eben presenti alla memoria nei loro particolari, da\·a a lui un'autorità che pochi altri poteyano avere. Egli ebbe il merito di mettere alla luce quei fatti, così come a lui erano noli, e con quel,; suo stile piano, limp:ido, ragionevole additare senza sottiutesi il sostrato so..::iale di quei fenomeni. Con quegli scritti il 1mala1mo del )Iez.zogi91--no fece ufficialmente ingre~so nella clinica politica ed ebbe il suo nome: la questione meridionale. C'era il malanno, e c'era anche il malato. Quest'1ùtima circostanza. <:: stata troppo spes.so trascurata· nel fervore cli di~cussioui teoricamente sorprendenti, ma che spiegano però perchè da1 tempo ctei pdmi « esploratori » del :Mezzogiorno atteudiamo ancora che scocchi l'ora della scoperta. L'opera del \."illari non si fennò alle Lettere meridionaU. In quel tempo egli era deputato, e varie volte prese ocC:Sione da questa o quella discussione parlamentare per portare alla Camera, e lumeggiare sotto \·ari aspetti la dolor.osa questione che gli staYa a cuore, e per invocare l'attenzione del pubblico e i provYedimenti del Governo. L'una cosa e 1 'altra non Yennero .presto nè in larga misura; ma tra gli uomini nuovi, che salivano sulla scena politica, il Villari trovò consensi e simpatie in que1 gruppo di stu_<liosi ed uomini politi<'i insieme, che si raccoglievano in Firenze intomo alla Rassegna settima·nale ed in Parlamento sui banchi del centro sinistro. ·Ma oltre che l'apostolato del Villari quella che fu detta la < ,;voluzione parlamentare, del man.o 1876, già preceduta dalle minacciose elezioni del novembre '74 e suggellata in modo così clamoroso da quelle del noyembre '76, contribuirono indirettamente a richiamare l'attenzione sulla questione meridionale, poichè la leYa, su cui l'opposizione aveva fatto più forza, era_;,.ppunto il Mezzogiorno. Da circa duecento collegi, dei quali si comprendeva la deputazione meridionale, non erano mandati alla Camera cbe cinque deputati di destra! Spartaco raccoglieva UiD.' aftra volta le sue ciurme intorno alle falde del Vesuvio! A pochi anni di· distanza dàlla definitiva costituzione del Regno, il fermento di miseria accidiosa e di rabbia mal repressa, che già aveva mostmto i tristi segni nel fenomeno del brigantaggio, ribolliva ora minaccio'samente. Una folla mescolata e confusa di insoddisfatti di ogni sorta, ma soprattutto di poveri insoddisfatti, strascicava le sue ciabatte dietro le mal note insegne del par· tito che s'era fatto paladino di tutte le ;nsod. disfa7..iO!li, ed agitava in aria i suoi cenci, come iu una Yisione di Callot. Fu uno spettacolo impres6ionaute, che per la prima volta fece comprendere agli uomini che dirigevano la cosa pubblica, ai « Piemontesi • troppo chiusi entro certe formule poli tiche del liberalismo classico, che le folJe semiselvagge del mezzogiorno erano un pericolo reale e 1vicino per l'equilibrio generale del paese, e che quel pericolo non si poteva sperare che si andasse dileguando da sè, ma reclamava cure intelligenti ed amorevoli da parte del Governo. Se non che la destra apriva appena gli occhi a questa verità che li chiudeva alla vita. Saliva baldanzosa la sinistra, che aveva ottenuta la schiacciante vitt.oria pr0prio come vindice di quelle miserie misconoS<'iute. Ma, ahimè! i primi atti di riparazione che credette necessario di fare furono le famose liste di decorazioni, con Je quali il nuovo ministro per gl' interni, Giovanni Nicotera, ricompensava le compiace1i.ze elettorali di vecchi amici rivolw..i.oll.3ili e di nuovi. amici borbonici. Si tirò avanti cosl per altri anni, fino a quando la Corte dei miracoli della vecchia Napoli si trasformò in un ammorbante carnaio, davanti all'Italia atterrita. Occorse il colera del 1884 per. chè non dico la questione meridionale, ma appena la questione napoletana facesse un primo passo. Durante quegli anni, a scuotere l'indifferen7.a ostinata ed egoista,- il falso ottimismo dei più, rr:olto valse l'opera amorevole ed assidua del SonninoJ del Franchetti e degli amici che si :t'accoglievano intorno a loro nella Camera e fuori. Se non che il carattere comune di quel gruppo di uomini politici traspari fin d'allora in una vi~ione troppo rigida.mente schematica éli fàtti sociali, che, per la vastità del territorio su cui !-.i svolgcva110, per le- profond(: difk-rc..-·nze nella \'ita cli ciascuna delle regioni, :1.ssumcvano c::LTattc:rislichc peculiari, c·he andavano studiate con un senso di maggior<.: assimilazione dei fattod sociali. Il primo studio del Franchetti ;. intilolalo: Su,lle condi~io11i econm- 1/lche ed c11nmi11'1.slroli11edelle prcn:incie meridi<ntali; di fatto, uoi sappiamo che il s-uo campo di csp<.-ri mc11ti furono poi per la massima parte le pro d11cic dcll'Abruzw. Poi Frn11d1dti e ~01111ino passarono a studiare la Siciha. Erano <·erto :i.1tuni clementi molto importanti <ldla questione 111criclionalc, m.a 110n era .- la que.<;.tionc m<:iitlionalc •· Purtroppo questo difetto di visionedi coloro che per primi impOt'tUirono il problc:- 111a si l.: perpetuato, con grn.dssimc co-nscguc:n'l..<: per una retta e sollecita soluzio11t'. Si ddero fare i medesimi tentativi su pro\"incie <'he reagirono in modo tutt'afiatto divC.rso ,ed allora cad. clero le braccia per lo s.c:oraggiamento. ):on r,j \·idc a tempo e cbiaramentt\ forse non si vc:.de a11corn dal gran pubblico, che noD ha 1111'esperienza di_retta, che, per essere esatti, 11011 esiste u11a « questione meridionale•, ma ci sono alcune S\·ariate questioni - economiche, sociaH1 morali _,_ che si riferiscono a questa od a quella parte del Mezwgiorno d'Italia. Così nel libro ùel Fucini non appaiono che alcu.ni lati della cr que5tione 11ar.,oleta11a•, una delle \·a1;c e questioni meridionali», risolta oggi in parte dai grandi lavori operati nel veutenuio tra il 18go e il 1910, allo scopo <li metter<:: 1a città nelle condizioni igieniche indispensabili per una popolazione civile. Non bisogna illudersi: quello che si è raggiunto è ancora il minimo richiesto dalle regole dell'igiene. Le grandi arterie stradali, che oggi• occupano il suolo, dove si ammucchiavano i • melmosi formicai umani dei e fondaci)) di 1e Basso porto", queste grandi ru;terie, dove oggi ride il sole e scampaneliau.9 i tram vai in corsa, sono tuttavi;i degli altissimi paraventi, dietro i quali si vedono profilare nell'incerta Luce i budelli tortuosi, paYesati di stracci, che aspettano invano un'ora di sole e distillano pazientemente la loro miseria. Tuttavia può dirsi che il libro del Fucini, come « quadro impressionistico » abbia un !'alore quasi completamente storico. Non ci sono più certe topaie della vecchia Napoli - topaie nel vero senso, perchè abitate più dai topi che ••dagli uomini, che vi facevan la parte degli intrusi -, come certe forme bestiali di povertà che il Fucini ci descrive, come non ci sono più quelle fosse pestifere del vecchio camposanto dei poveri, la cui descrizione è una delle più belle e più commoventi pagine d'arte che il Fucini abbia scritto. ' C'è un breve scritto oramai seppellito tra i monti di carta, che corrono SOtto i 1 nome di Alessandro Dumas e che forse t>arrebbe la pena di rileggere per .intero. Il Dwnas, venuto a Napo1i insieme con Garibaldi, vi dimorò per circa un anno, facendo un 'atti va opera cli propaganda liberale: fondò e diresse il giornale L'Jndipen. dente, che combatteva fieramente i resti del partito borbonico; fu talvolta consigliere - non sempre buono - di Garibaldi, durante la dittatura; stette per farsi nominare direttore del :Museo di Napoli, se certe strane, rumorose manifestazioni di piazza di inequivocabile eloquenza napoletarnesca non glielo avessero impedito. In fondo fu ospitato abpastanza bene e con al. quanta larghezza dalla città di Napoli. Questo non gli impecil però di lanciare, poco dopo la sua partenza, u.na -specie di pamphlet intitolato: Le fiéau de Naples. Il flagello di Napoli è la meudicità. Napoli è un paradiso, ma i poveri di Napoli la rendono un Inferno. Voi vi trovate al balcone dell'albergo, ad estasiarvi del mare e del cielo, sentite un mormorio confuso ... « Vous baissez les yeux et vous voyez une dizaine de pauvres vous tendant qui un moignon de bras, qui un reste de jambe, qui un débris de cha· peau ,. Gettate u.na moueta: si precipitario all'assalto. Il più forte la strappa agli altri, che ne reclamano un 'altra, con un baccano iniernale « et ce tout hideux grouille, se contowne, s'enlance, se groupe, s'isole avec de telles cont.orsions, que vous avez une idée anticipée de h fameuse Géhenne ,. In una gita a Posillipo: < A la Villa Barbaia la route monte; votre co. cher met les chevaux au...-xpas. A l'instant meme, sort des e:x.cavations de la montagne un peuple de troglodytes. Ce sont des enfants àe l'§ge de trois ans à l'§ge de douze. Lés plus jeunes de trois à cinq aru,, font semblant de pleurer. Les autres, de c:inq à sept ans, vous crient qu'il n'ont pas mangé depu:is la veille. Les autresJ dç sept à neuf ans, jouent des castagnettes ave.e ]eur menton. Les plus gral'lds enfiu font la roue •. C'è pwrtroppo del vero anche oggi ; ce ne era molto di più nel r86o, e c'è una visione più chiara della povertà, che al Fucini parve quasi tutta una povertà, diciamo cosl, natw-a.le, mentre in molti e molti casi si trattava di povertà professionale. Aveva ragione .il Villari, nel r/375 e nel r884, dr dire : - Non andate tanto pel sottile. Lo sappfamo che il problema è comp•lesso, ma co. minciamo ad attatcarlo. Puliamo, allarghiamo, diamo aria. Poi si passerà ad altro. Ma è pur ,·ero che la parte fondamentale <lei problema napoletano non s' intaccava col picèone, pe:rchè era, .di natu.ra non tangibile. J I problema. n:,pokt.antJ i: JJroblema eminentemcntt morale, e: r:.u questo terreno siamo poro meno che nelle co-ndizi<.>nidel 1875. A vedc.~r• questa J>iaga ry;.cura non bas.t...'l.vano j pochi giorni rii vi,ita del Fwini, tanto più che gli sfug~rl anche 11n demc--nt.rJ importanti56lmo di giudizio. , Sappi dunque - dice nella se<onda lettera che .. inl<n.do s<,ltant.o parlarli rkll'ultima pleb•. lll un J"1CS<: dove i quattro quinti della popolat-lonc sono rappn:S<..'11l.ati<la questo ceto, è na• turale <·be un viag-gjatorc:, il quale, n.>me me, non s-c ne propong-a una SCOfJO di s.t.u.di.o,non veda :tltro C"hequello•· Qut.-st.a era una vJStone erronea, <:d ,'. inv('c ~ vero rhe nei tempi pa86ati com.e nei fJ'l"ffi(..-ntiuna numerosissima. piccola borghesia, oggi infinitamente più po\.'era del pro. lcL'lriato, <·o~,tituis.ce col suo numero, c:on la sua inadattabilità a lavori più proficui, <·on la sua deprimente grctl(:'1,-7,auno d(;l fati sempre dolorosi e sempre più urgenti del problema clc11a città di );apoli. Anzi, t-ol pt'ogredire del tempo si l· visto ehc mentre il tradizionale lav..a.rone a piedi nudi i: andato a grado a grado scomparendo, assorbito l,ene o male entro certe prime forme di vita industriale; la piccola ed fnfima borghesia, che si cs.::lUrisce in un lavoro avvilente e sterile tra uffici municipa.Ji, aule asfis. sianti di tribunali I stanze gravc--olenti di preture o <li usurai più o meno decorosi, ha finito per esercitare, pj;!r cause storiche differenti, funzioni molto simili a quelle dei clienles romani. La questione napoletana è sopratutto questione morale; e già 11c aveva visto l'intimo sense, il conte di Cavour, quando nel suo lucido vancggiamellto, sul letto di morte, disse ad un tratto : • - I' Italia del settentrione è fatta ... ma vi sono ancora i Napoletani. Oh ! vi è molta corruzione nel loro paese... Bisogna moralizzare i1 paese, educar l'infanzia e la gioventù .. ma non si pensi a cambiare i Napoletani coll'ingiuriarli. Essi mi domandano impfoghi, croci, promO'.cioni : bisogna che lavorino, che siano onesti ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma sopratutto non lasciargliene passai- uua : 1 'impie.. gato non deve nemmeno essere sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son buoni di govern.are collo stato d 'as;edio. lo li governerò colla libertà ... •· Chi ha raccolte le ultime parole del conte di .MARTO VI'.'\'CIGOERRA Note all'appello In breP2 - a rapidi tocchi - la unificazione del '6o credè fondere parti, molto dissimili, che erano state s....ompre mondi diversi; ne venne fuori un non bt!on intiero, che rappresentò, in realtà, più la somma dei inali, che dei beni di ciascuna parte. Qui, da noi, le nuove idee, i nuovi indirizzi furono, veramente, di una minorruv..a, di una élite, cui s'uni U1l buon numero di o: o-ree chianti •, più o meno incoscienti e, spesso, veri « profiteurs •, come: del resto, purtroppo, sempre avviene in questi cambiamenti. Il regime borbonico, con tutti i suoi difetti, talvolta financo eccessivamente criticati, era riuscito a formare un « sistema•, un « equilibrio • eoonomico.sociale-politico-amministrativo. Il feudalesimo non era stato, da noi, annientato/ superato, come «fatto,, nè COllJ le idee della Rivo. luzione francese, nè con l'oper'a! del dominio francese; è il guaio delle o: rivoluzioni•, in contrasto con la necessaria « evoluz:io:ne 1 ; se al1'uomo non si può add.ossare quel Yestito che si voglia, molto meno gli si possono :imporre regimi, anche perfetti ... sulla. carta - idealmente. L'ordinamento unitario, sen.z.'adeguati ... grani di sale, peggiorò le cose. Il feudalismo continuò a ,~vere di < fatto,; ca.n'!biò la nomenclatura: i Baroni si chiamarono • Deputati •, con i relativi feudi e vassalli -m.ajores et m.i-nores~· ecr .... Lai nostra borghesia, in massima, era stat.a assuefatta ad un « pacifismo l), o meglio • quie--- tismo ,,, « immobilismo 1 1 una specie di nirvana, anche economico; e quieta noni movere » ... per paura, di peggio. Aggrappata ad un.a terra già esausta e poco coltivata, ma11tene\'a il suo grado economico-sociale a furia di sacrifizi, del pllt rigido piede d,i casa; niente slanci, niente alee: tradizionalismo rigido. Il popolo era plebe. - La nobiltà, generalmente, ignorante, bigotta, vuota, sciocca, miSOneista. Non mancavano élites dell'ingegno, della coltu.ra, quasi sempre nella media borghesia, che manteneva acceso, come le antiche Vestal~, il fuoco della vita spirituale fra l'oscurantismo, -imperante anche come mezzo di governo. Coltuni prevalentemente speculativa,, filosofica. - Esiste\·a 11na c-erta ricchezza, 111.:'l morta; tirchia, non operosa-dinamica, non fecondatrice, non motrice di progresso, di novità.. Noi di quaggit1 eravamo, quindi, dei sei o sette vati popoli italiani fusi nel '6o1 fra i meno preparati al « novus ordo » e fummo nellai nuova (I'. società• formatasi, fra i più deboli, e come tali subimmo, nattLrallnente, la sorte di tutti i deboli; fmnmo come conquistati, sottomessi, sfn1ttati; ecco, comiucia da qui... la qu:iSticme m.eridio-nale. :-;è è a trascurarsi il coefficiente geografico, [avoreYole pel Nord, a contatto di popoli più progrediti; sfavorevole per noi quasi isolati dal mare e, al di là cli esso, popoli meno civili del nostro. Una miniera da.vve.,•opreziosa per conoscere e comprendere le cose nostre prima del '6o, specie, la nostra mentalità, sono i verbali del Pru-latnento napoletano del nonimestr'e '20-'2r e le correlative discussioni nella , stampa , coeva. Per me - e n= da oggi - un.a delle quistioni fondamC:rttali pc.-r questo }fe,,2,c,giorno, il punto centraJe del pr<Jblerna economico, e che i:. poi bur,na parte della , Questic,ne meridionale,, è il dazio sul gra?W. Qu<:Sto dazio che dovrebbe rappre,,entare la contropartita del protezioni..,mo industria1e del ~ord, per noi r-,,-:;icsJt-iale1 f.'.' 1 S<:<:-undome, il nostro cancro. ES60 benefica, a m0<!r, ,suo, tutte le altre parti d'Italia, fors,: anC'be r.riu di, n<Ji, ma noi lo paghiamo con le più dure cunscgu.enze pel nostro sviluppo econr,mico- . w,·falc: ed anc-be politico. Bi.s<Y,a;-neràu.s,ire da queste um,.lizi<Jni di cr.lSf:, che finisce e:o1 toglier<"i ,,gnj più 1111lurale proficua libertà ,jj mr,. vimenti; c.'(JJJl<::? ('. quanto scriverò di propo,;ito. Per tutto il resto, o per gran parte del resto, 1a ricetta. vera. è, per nv-i, una sola: laiSSer /aire, lai<ser passer fis1r.wraticamente per· ebè tutte le w.,Jte che Go-vernr.,e Politica vi ha.n mffib<.1 i] piede, abit11J1 !, sr.mo stati etftDe l'ugna riel cavali<, ,Ji . \ tlila ... Xon p<l550 fi.IDr.é questo rapidr., sunto senza rilevare che questo nostro popolo, sempre il più sfruttato in ogni senso, che non ba conosciuto finora i trionfi dd capitaJkm<J, i: r,ur :ima..;to nella sua onorata po,ertà la più sicura, abbon· dante ris<.~va morale della . -azione; \'e:rità ru.m camp·aniJistica, che, d'altronde, non f: r.liffidle di mostrare, pro\.·are; ma... ho già ;ritto tr.'.1pff.J. CwrA:ssr (...\R . \~<.rI.J•'JS'.ITO G.B. PARAVIA & C. Editori • IAl.n-wi • Tipografi TORINO • MILANO • FIRENZE • BOMA • NAPOLI • PALERMO .Biblioteca Paravi a « Storia e P n,iero,, GIUSEPPE ZO:S-T--\. L'anima. de11'8( io r vol. L. 10 ... determinate criticamente le basi spirituali del pensiero filosofico nell' 8oo, attraverso u.I1 rapido excursus dal rinascimento italiano, an· :I. luminismo francese, al criticismo tedesco; I' J... espone secondo una sua originalissima concezione, l'affermaxsi e lo svolgersi del concetto della creazione pura dell' io nel primo ottncen~ nella formazione spirituale dei maggiori : Foseolo, Leopardi, Manzoni, ~Iazzini . Opera necessaria al letterato, al filosoio, allo storico, ed a quanti vogliano avere u.na chiara idea dei fenomeni spirituali e culturali dai quali le odierne correnti di pensiero direttamente derivano Nella stessa bibUote ca CARLO PASCAL LE CREDENZE D'OLTRETOMBA 2 voli. L. 20 PIERO 60BETTI - Editore TORINO - Uia XX Settembre, 60 Ha pubblicato ALBERTO CAPP.-\ VILFREDOFARETO L. 5 La prima monografia originale e completa del grande sociologo. SoMMARIO: Bibliografia - I. Un si.gnare della scie-n.::a - II. Il trattato di sociologia generale - III. Le crmjerme del trattato ne'- La guerra e nel dopoguerra - I\". I possi"bili sviluppi deU' opera sociologica di Pareto. GE:-;ERALE S.-\RD.-\G~J. Il DISEGNO DIGUERRA IT LIANO Aell'ultima guerracontrol'Austria L. 12 Indispensabile per poter pronwiciare un giudizio definitivo sui meriti e sulle colpe del gen. Cadorna "b'EC!ODEbhfl STAffiPA ,, il ben noto uflicio di ritagli da giornali e riviste fqndato nel Igor, ha sède ESCLUSIVAMENTE in Milano (r2) Corso Porta Nuova, 24.

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