La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 25 - 17 giugno 1924

Inviti al sbvversivismo l'otrà seni.brare a tal u..no che le co-nstialazioni d.et nostro Jv!<rnti 1.1enga110un poco in ritardo. La Rivoluzione Liberale ha capito che si poneva ineso1'abilmen.te il problema, del regùnie sin. dalL'ollobre 1922. Ma. nella coscienza di 1nolti cilladini il dramnUJ è sem.prc aperto e 110n è uno degli epi'sodi meno gravi provocali da/. fascismo. . .. I cronistj di Montecitorio, parlaudo de11e prime sedute della Camera non han mncato di nota.re come una curiosa novità <lella recentissima legislatura il fatto che per lo straripare della maggioranza dai banchi del1a destra e dal centro, la minoranza, tutta la minoranza, era stata resp-.inta a sinistra, sempre più a sinistra: l'an. tico centro era clivcnulo la sinistra e la sinistra s'era confusa con l'estrema. Il solo che in questa vasta emigrazione.. topografica aveva potuto ritrovare, e rioccupare, il suo posto, sempre quello, era, dicevano i precitati cronisti, l'on. Giolitti. Ma questo spostamento della minoranza non dovrebbe e-;ser solamente un feno111eno topografico e quindi contingente e privo di reconditi significati, ma dovrebbe aucbe essere w1 fatlo politico, e gravi<lo quindi di profondi significati e di notevoli conseguenze. Cosi almeno nei di- .scorsi, e forse nei p;opositi, dei principi e dei consiglieri della maggioranza. Per i quali i popohtri sarebbero divenuti tutti, compreso l'on. Montini, degli sturziani, e gli sturz.iani tutti quanti, Longinotti compreso, dei migliolini ; i demo.liberali di opposizione, con Amenrlola e Di Cesarò alla testa, sarebbero del noviS6imo sovversivismo i rappresentanti tip•ici ed i teorizzatori, fregiati tutti quanti a11'occhiello ecl al cervello del simbolico garofano fiam.mnnte 1 offer:to ad essi con infinita buon:i grazia da quell'altro sovversivo che è Pon. Tu. rati; che, a sua volta, non si saprebbe più come possa andar distinto dai più che mai compagni Ve1la e Lazzari e Geunari. . * • Si sapeva oramai <la un pezzo che, da qua;lo il u.azionalfasC1smo aveva ..,. scopetta e requisito l'Italia 1 tutti gli altri partiti e organi e uomini eran venuti in mucchio a costituire ..... l' antitalia, la tedeschèria, anche se~ specialmente se, di codesta Italia codesti individui e organi e portiti ·avessero benemeritato in ogni ;empo ed in ogni' maniera. Ora dal giorno, non remotissimo neanche qufst.o, se t:pai non m'appongo, in cui il fascismo ha scoperto la Monarchia, e si è di essa Monarchia còStituito in Compagnia della Morte, ~tta la minoranza., tutta l'opposizione, è divenut:al an.Jtimonarch-ica, non esclusa l'opposiz.ione costituzi~ nale, anzi questa più delle altrè; e se qualcuno osa discutere il discorso deUa Corou.~, che, come si sa ufficialmente, è stato scritto dall'on. Acerbo, questo qualcuno per ciò solo, è <la riporsi fra i nemici della Corona ,e tra gli effettivi violatori del giura.mento; e' se qualcuno, comme111tando il diS<:orso su<ldètto, dice,' magari per celia,, <le.! Padre putativo di quell'orazione· un pb' meno <li quello che della ·6-tessa Autorità ftt detto, e sul serio, ·da parecchi dei suoi odierni panegiristi, questo qnakuno rischia magari di far la lìne di Miguel de Unamuno o peggio anoora,. E da quando finalmente i suddetti discovritori e co11quistaùori hanno compiuto queste loro spedfiche l11uz.iQlli ~nch~ nei nguardi del ParIameuto e son divenuti tutti, o quasi tutti, • di 'JXOfessione deputati >, Dio ci salY:i ! guai a dire che questa Camera è stata costituita in un modo -inconsueto~ guai a dubitare che essa sia, proprio 1n tutto e per tutto la genuina espressione della .« volontà del paese » ; guai a p0rlar male.. del Pn.rlamento: chiunque s'arrischia a tanto, costituziouale 'o no, pru·lamen.tarista o no, diventa per lo men.o un. petroliere, e, per usar la loro prosa, tenta di ix invalidare quel\ senso cli stabilità funzionale delle istituzioni che 1a v:ittoria elettorale ha aggiunto alla stabilità di vita statale e sociale ottenuta dalla ri\·ohl7...ionefascista 11. * * • Twtti antiparlamentari, tutti antimonarcbicl, tutti sovversivi gli oppositori - dicono loro - ; tutti quanti, anche gli unitari ex ministri ~li S. M. il Re, auche i popolari decorati al valore, anche - e specialmente - i liberali dell'opposi. 1..ione costituz:ionale. Ebbene: non s~ può neg~e che talvo1ta veng.11 la voglia di pigliar in,parola questa gente, e <li accettare il loro inv1to al sovversivismo, e dir loro Sltlla faccia : " Ebbene \sl : se voi siete l'Italia e noi sarcnio l'antitalia, se voi siete il Parlamento, e noi saremo l'antlparlamento, se \Oi -siete ... •. - Bravo merlo! Non aspettano altro: e così vi avranno compromessi, e vi potranno squalificare, parahzzare, respingere ne] titubo dell'illegalismo. E ,oi avrete fatto il loro gioco. Qui, veramente, non è question di giuoco: e, se. fosse, 1'ultima parola in proposito sareb~e ancora da dire. Ma, ripetiamo, qui per noi noh è questione nè di gìuoco, nè eh ta.ttica, e non è poi neanche questione di scienza politica. Qui per noi, almeno per ]'opposizione costituzionale, almeno per noi d:i Ri-uoluzione Ltber.:.ale, almeno per me sottoscritto, è questione di sentimento, di' eredità, di irrazionale. Quando didam6 1,talia LA RIVOLUZIONE LIBERALE diciamo febbre, tormento, passio11c o tabe che si ha nel saugue e <li cui t..emiamo d-i non poler uè guarire nè quetare se non dopo 1.:Jorti. Torinesi non lo siamo per niente: tutti i gion1i passiamo davanti a Palazw Cariguano e~ a Palazzo ?vladama, e uon possiamo cosi facilme11te dimcuticare che nella nostra capitale sedette già un Parlamento, di cui veramente si polè dire ciò che quell'antico ministro-forestiero riferl al suo re - fo1·esliero - i11,to1110 a quel- ] 'altro piccclo grande parla1t1e11to dell'antichità. E, Piemontesi, ricordiamo che nostro padre nel nome del Re si faceva il segno della Croce, e che uua sola volta abbiamo vislo noi bambi11i piangere nostro padre già \·eccbio e fu quanJo dalla bocca del nu. :tro fratello maggiore, adesso feclele rnu-;soliuianv, sfuggt uua parola men cite tispeltosa Sttlla Jl,:a_està del Re e sul <lestiuo <lella Corona. Da uu pezzo in qua, è vero, tanta acqua è passata sotto i ponti e tanti valori anche noi abbia.- mo cominciato a rivedere; ~ finora, nouostaute lnt..lo, irremiss.ibilmente delusi e nauseati di tutte quelle ... belle cose ancora nou poss-iamo dire <li eS'jerlo. • .. , Finora ", perchè nott è mica detto che, persevera11ùo, quegli alh·i non abbiano a riuscire anche iu questo. Alle classi cd alla lotta cli classe, u11a volta, finchè ne leggevo sui libri e ne sentivo sbraitare nei comizi, io non ci credevo; ma da quando Ja nostra borghesia nazional[ascista questo dramma me l'ha rappresentato al vi\·o ed ha cosl vivacemente agito là clo,·e gli altri si conteutavan <li p,rlare, da•allora io c~·edo nella loLta di classe, come quel santo diffidente credette, dopo quel tal esperimento, nelle vicende del Cristo. Che questa gente continui : che ci <limostri pratk:amente che davvero Patria, Istituzioni, tutte quelle cose in cui abbiam creduto, non sono altro se non la loro Patria, i] loro Stato, ecc., allora a noi non resterà che ricavar le nostre conclusioni, e su queste conc1usiolli regolare il nostro atteggiamento verso ... quelle belle cose. E noi sia.mo in quattro a fare il giornale, ma a ragionar così, si badi bene, in ltalia potrebbero essere assai p-iù di tanti. AUGUSTO MONTI. Momenti del processo capitalistico Il _regime capitalistico, per le ragioni stesse che sono a11J. b=,se della sua costituzione, tende alla dil!;1tur.-,, è, anzi, la dittatura in atto. Ec~ nomica o politica, o politica ed ecouomica insieme. Vel,ta o brutalmente dichiarata. Ma dit'- ta_tura. In quanto tende a conservare il principio della. pn,prietà privata e a mantenere a consolidare, meglid, 'ai fortunati che li det~no-ono i m~zi tutti di procfuzione •e di scambio, è . ,r~ gan1camente negato alla comp,reusion~ alla ela-rg-iziO'ne di un assetto democratico. L~ democrazia politica che p1·escinde dalla necessità marxis~ica1:11enteproclamata di trasformare gli crgantstt)t produttivi e di umanamente e giustamente distribuire i profitti che si sprigionano dal tessuto delta produzione, altro non sono che momenti del processo capitalistico, che aspetti del ritmo sociale . Il Considérant (r) ba di1110Strato, su la scorta di abbondanti citazioni e di una fitta m.oglia di deduzioni, come la formula fourierista della nuova feudalità aJ>plicata alla borghesia non sia una formula gettata là ·a caso, o tratta dalle fumose alchimie di un barbos.o bibliotecario misantropo e misogino, ma il risullato di ~na acuta analisi dei rapporti sociali quali si vennero formando dopo la rivoluzione borghese.\ Sostanzialmente lo stesso Mar~ha11 ·aderisce a questa definizione qu.ando, in Prin.ciples of Eco-uo·inics: riconosce che, pur essendo il movimeHto verso· Palto di molto accelerato o ·facilitato daNa intt-oduzione· nei metodi lavorativi, della maccMna e di tutt; le altre specializzazioni mecCaniche e tecniche che dalla macchina derivano, la possibilità di ascesa è però limitata a pochi fortunati od audaci proletari, la grande maggioranza dei lavoratori essendo costretta a logorarsi entro le strettoie deJl'edificio sociale uscito dalla rivoluzione inglese e completatosi C'Oni risultati di quella ft;'ancese. Una nuova aiistdcra+ia si è sostitu1ta a quella nobiliare e guerriera del tempo feudale. A reggere le sorti dei popoli e a tenerli a freno e pron-i, è la nuova aristocrazia del cap-itale e dell'industria. La Germania repubblicana - non discuto qui le responsabilità della socfa.ldemocrazia - fu dominata. e vinta dal gn1ppo Stiunes. La scuola,socialilìtaquale fu attuafu dal filo, soJo di Treviri, in questo appunto si distingue cA.allealtre che si applicarono ai fenomeni sociali : ne] ritenere che, ferme restando le preme5:>e su le quali poggia la civiltà di oggi, è assurdo pensare che possa essere resa giustiria n.lla maggioranr,a degli uomini. La interpretazione· paretia~ del movimento socin lista è esatt.'l. solo se riferita,, se applicata ai risultati più appariscenti dell'attività llei partiti proletari. Ma poi che non ne intende Pa11tm1.is e non ne ace~~ la :filosofia, è originariamente errata. Le famose gerarchie circolanti che si mu.ovono ed operano, senza trasfonnarle, su le basi della costru1.ione capitalistica, possono accordarsi e si açcordano cli fatti solo con l'annacquato demo. craticis1no politico, appe11dice della plutocrazia finanziaria. Del socialismo sono la negazione. n riformismo cli Bi~o]ati e di Bonomi, se, nel momento in cui fu espresso, aveva un con.tenuto e poteva avere una funzi()llle, ,trova la sua condanna in quello che è il sU:o merito: cli avere cioè elevata questa o quella categoria cli salariati, mai fn0endo leva, u11itaiiame.11te, su ia massa tutta degli sfruttati. • • * .\rturo Labriola (2) rifacendosi nel suo 1tltimo libro alla genesi del capi<talismo e alla formazion.e delle cott.<:iC!:,.1l.leuti s pe1~truttt1rc, à certo inteso di avvalorare questa tesi, sviluppandola e climostran.dola: il capitalismo è la dittatura, contro h. quale ben poco possono e il sindaca.- lismo puro a113.Sotel e il riform.ismo sociale alla Mac Donald. Gli elementi d~l processo che conduce alla: dittatura capitalistica, sono contenuti ne11a stessa composizione sociale della borghesia. Nel primo tempo della sua ascesa, 1a borghesia è portata a concedere aumenti cli sa1arip e diritti ci'vi1i agli operai 1 e ciò pér migliorarne e affinarne 1e capacità lavprativc e tacita:ne il tnatumore. Ma ad un certo punto, con il diffondersi della cultur'a e con lo sprigionarsi ne}Jp m;1s.se di nuovi bisog,d, gli operai s0110 sp•,... 1 reclamare un più ampio posto al ba11chct ,la dta, sono costretti, dalla dialettica che è ue1la loro funzione, a domandare, acl esigere una maggior corresponsione della. loro fatica, cosl che la borghesia, messa di coutro alla diminwdone se non p.roprio alla C'aduta, del saggio del profitto, ri- ·ccn~e•ad u11 insieme cli provvedimenti ap,parentemellte co11tn:1ddittorl che le assicm·ino la rea. • lizzazione totale del . plusvalore prodotto da] plnslavoro degli operai. Tali provvedimenti si identificano, via, via, successivamente e contemporaneaineute, 11el protezionismo doganale, nel sindacalismo iuclustriale, nell'imperialismo, altim.z. fase, quesila, del1o sdluppo capitalistico in quanto a questa svolta clel suo essere come classe diligente, la borghesia si identifica, forma tutt'uno con lo Stato (3). La frase di Marx, dunque, lo Stato è il comitato di affari della borghesia, à un innegabile valore attualistico. L'imperi,alismo, per le forz<:;cui obbedisce e' per i bisogni cli cui è esponente, c011cJucealla guerra, ritenuta anche un modo di stornare il pericolo che su i possessori· cle'i mez1j cli produz.ione incombe mi11accioso: il pedco1o cioè della scom• parsa ciel J>rofìtto, nel quale profitto riposa tutta la ragion d'essere della borghesia come cla.s.,e economica e comé organizzazione sodale. Non riuscendo ne' suoi disegui~ manco con la guerra, per la resistenza che oppongono i lavoratori uniti in sindacati di mestiere, essa ri\mlge allora. la sua lotta contro essi sindacati, prendendo pre- • testo a.lla sua offensiva questo o quel concetto politico o morale, ma in realtà mirando a distruggerli unicamente iu quanto sindaca,ti <li classe e quindi stn11n.euti, forse inconsci, di vol~ntà , rivoluzionarie. Questa lotta, per essere vinta., presuppone nella nazione la dittatura della classe che la con<luce: <littatura puramente ~onom~~ negli ~tati Uniti, economica e politica m Itaha, Spagna, Unghetia. e La fusione _ scrive il Labriola - del capitalismo con lo Stato, la plutocratizzazione dello Stalo, offre i termini della soluzione capirt.alisticn della dittatura, la /ornw della. nuova situ..1.zioue•nella quale la borghesia tiene direttamente il potere con lo scopo dichiarato di impedire una dh·ersa soluzione di classe del problema ..politico ed economico cioè con lo scopo di m,antenere, mercè la fon,<~materiale dello Stato, la divisione fondam.entale delle classi ed il proprio predominio». La forza annata vigila i sindacati. I più elementari diritti sono abrogati. Le libertà sono cli fatto abolite. Gli operai sono fçrzati a curvare la schiena. Siamo al fosc-ismo. Abbiamo il duce il padrone nel quale è principio e fine. I11'Ponte 1 fice cui tutti debbono inchinarsi, che si incarna, a seconda della convenienza, in questa o quella forma di governo, che esau,risce in sè la hwzione dei partiti, rigido e feroce, o sorridente e giolittiano. li dittatore tipo: Hoc solo, s1c iubeo, sii pro ratione ·vol1mt.as. ... La tesi dei vari momenti del processo capitalistico qui schemnticame11te enunciata, è certamente, nelle sue linee ge11erali e teoriche, giusta. Abbisognerebbe pe.rò1 cli u11a più sicura documentazione e di u~ta più solida argomenLuionc. Il Labriola à abbo,.zato, invee-e. E non tutte le incertez1.e e 11ou tutti i fondatissimi dubbi che sorgono ai margini <l'ella sua logica, sono alla fine neg~ti. Comunque, arriva.ti a questo puuto, si desidera sape1·e come vincere la dittatura borghese, poi che <la essa dipenderebbero tuitti i mali di cui soITrc la società e segna l'inizio della rapida cleca<lcnza della civiltà. Nella diagnosi del male tutti possono anche concordare, ma è nel iimeclio, ma è 11ello stabilire la cura che sorgono le contestazioni. Il Labrioln, per conto suo, non fiata, sembra che tema ,di compromettersi. Eppure il problema che è di pregiudiziale a tutte la attre tratta7..ioni, che tormenta e assilla tutti gli spiriti liberi, si pone in modo pe. reutorio: come uscire dalla situazione? Come 99 scompaginare, come sommergere Ja dittatura che tutti avvi!iS<Oee i J>ÌÙ abbrutisce? Che e.ssa debba finire, siamo tnlli <l'accordo. Che occorra ripercorrere, in u11 certo senso, in Italia, il cammino che in Franc-ia ft1 speditamente cam.mjnato prima del 1830, pnò anche, ò eletto: anche, am, mettersi. Che si debba dare agli italiani una coscicnr..a. poHlica, nessuno nega. Che il regime pat<:rnalistico con quanto à di più odioso debba crollare i11 nn domani non lo11t.Jno, è evidente. :Ma è &ul come e il qua11do che \·ariano e diversifkano le opinioni. C'è chi crede che sarà Ja stess:'l borghesia i11CJustriale, e per sue necessità e per il cessare dclJa presente deprcs.:;ione eco11011dca, ad imporre una modifir.:.·azione nei modi del reggimento pr,litico. C'è chi spera nei co1t1batlcnti e negli stu,knti. C'è chi si affida al proletariato. E c'è infine chi reputa che la salute verrà dal bisogno di assestamento delle nuove gc:nerazion!. ~on so. Certo è che il Labdola 11011 risponde ad una sola di queste domande che pur debbono ~ersi affollate al suo spirito. Egli parla, e non di proposito, ma di &fuggita, incidentalmente, del <.:òmpil.o affi,fato al proletariato di riconquistare all'Italia le ]i. bertà ci vili e, quindi di ridarle un regime Lberale democratico ma non specifica e 1;on indica il mezzo o i mezzi cli questa attuazione pro.. grammatica. e Il ritorno alle istituzioni della libertà - argomenta il Labriola a pagina 325 - per opera della classe laoratrice orga11iz,..ata, diviene inevitabile. Le conseguenze: si comprendono. Il m.oggiore ostacolo che alla libertà umana si oppone, è il poS6esso privato di mezzi di produzione, fatto necessario ed utile in una fase della s,toria, ma che da un certo ))'Unto in poi sequestra in una classe tutti i vantaggi del progresso sociale, 4 obbliga questo a fermarsi là dove lo stesso possesso privato di mezzi di produzione può essere intaccato. Perciò la restituzione della libertà umana coincide con la so-- cia.lizzazione dei mezzi di produzione. L:1 classe lavoratrice non opera questa sociarzzazioue i_.;tan- • taneamente, nè pe.r mez.z.o <li una sua dittatura, che sarebbe forse meno noci,·a di quella della borghesia, ma pur sempre nociva. Dal momento in cui l'amministrazione <le1loSt:J.to e degli Enti lcr...ali passa nelle mani dei suoi rappresentanti, essa opera un insieme di proces~i che conducono gra<luahnente alla coincidenza del prodotto con la rimunerazione e rendono pcssibile la m ssima e più raziofiale utiliz.zazione delle forze produttive>. E va hene. Ma come 1'Amministrazione dello Stato /J)assa nelle mani della classe operaia? Con il met-Odo Laburista o con quello comunista f"'" Con la tattica complessa suggerita dalla dottrina liberale la quale considera il socialismo come un moment<. del liberalismo, o con quella prettamente insttrrezionale? Con le elezioni o con la /rivolta arm.11a? O C'0H l'11u,1 e l'altro istr11mento insieme, senza a priori nulla rifiutare? Si deve poi aspettare ad agire _ e cvmllllque si agisca - che il processo produtti~o accrescendo in uno con la possibilità di soddisfarli, più ampi bisogni nelle èL,ssi lavorntrici, generi da sè la propria continuità sino al famoso punto critico della previsione marx.istica nel quaJe il proletariato, posto nella posizione di rappresentante dell'int'eresse generale, \·enga irresistibilmente e rivoluzionariamente a cozzare con ~a classe capitalistica la quale, sempre al punto critico, <la strumento cli propulsione e di sviluppo si trasforma iu grn,·e ostac-olo delle forze produttive? Ma1 allora, bisognerebbe dare opera alla ricostn1zione capitalis.tica percbè conduca alla maturità delle condizioni che sarebbero di premessa alla socializzazione e quindi alla 1iberlà, e cool incominciare <la capo, aggirarci cioè in un circolo vizioso, pern1ettere al capita.- lismo un bis in idem. nel senso di ripetere -i mom~ti del suo processo sin qui esaminati ... Mah! Arturo Labriola non risponde. Dopo avere fatto il processo alla concezione riformista, di essa concezioue mostra di accettare i dettami, tanto che, se bene ò capito, tra le righe si ribella anche alla definizione chiarificatrice che il Bauer (4) à dato della formula mru-xistica della momentanea dittatura proletaria: ditta,t1tra dell'1d~a del p·roletariato. ~a del modo di uscire dalla crisi, se ci sarà concesso, vedremo di parlare noi, modestamente, nei prossimi numeri. GUIDO MAZZAL! Discuteremo volentieri le condusì.oni del iiaz.- zali a mano a mano che egli ce le esporrà. Qui ' ci accontentiamo di notare che il torto della concezione del Labriola è di prendere tanto sul serio il fascismo da elevarJo a dignità di reazione capitalistica. Come $arà lecito classificare in una stessa sede la reazione C'tpitalistica amei;cana e il fascismo? Per noi qui co1nincia l 'errorc: e si finisce per non intendere e-be il fascismo è un fenomeno italiano, di immaturità storica ed economica, tUl riaffiorare di medioevo. In questo senso tra noi 11 il processo capitalistico :1 è ancora di là da venire. (1) V. Considérant: .\fa»ijest de la democratie a,i XIX siècle. (Paris, Libr. Phalansteriénne). (2) Arturo Labriola: La dittatura della bO'T. ghesia e la decadenza della società ca,pitalistica. (Napoli, Alberto Morano, editore). (3) K. Renner: Marxism.us 1 pag. 130-140. (4) O. Bauer: Bolscevismo O democrazia. (EdiL trice , Avanti!•).

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