La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 23 - 3 giugno 1924

92 LA RIVOLUZIONE LIBERALE L' U MAN I TARI A indiretto delle di&posizioni emanate dal RavaBeccaris e dcli 'opera della Congregazione di Ca. rità. In un prec-edente articolo abbiamo teùtato d1 mettere in lu<X:.quale fosse il carattere e..c;sc,1ziale dell'Umanitaria e quale la minaccia di snaturamento che le sovrasta da quando, come necessaria manifest.azioue di una concezione poli- -tica antitetica a quella che ne ha sin qui accompagnata la vita, la sua arn11ùnislra.z.io11e è stata affidala, con provvedimento di dubbia co- ~tituz.ionalità, ad ttn Regio Commissario. A questo furono concessi i più ampi poteri straordinari; appo~ito decreto gli conferì anche quelli spettauti all'assemblea elci soci e sebbene la hransitorietà de11'incarico dovesse costituire un freno al compimento di alti tali da moditicare radicalmente o in parte l'orie.11tamento dell1istituzione ,non v'è dubbio che sono ormai in corso di attuazione provve<limen.li e iniziative che questo mutamento realizzano. Basterebbe in. fatti accennare alla a1111U11Ziata sistemazione dei suoi servizi per l'emigrazione i quali si trasfor. meranno in semplici scuole per gli emigra1)ti abbandonando ogni altro compito al Commissariato Geu=le. Dalla tutela sindacale dei lavoratori espatrian: di si passa cosi alla tutela di Stato con un processo e,·idente di inYo]uzione dspetto agli insegnamenti che potrebbero essere tratti daj ristùtati della più recente politica migratoria italiana. Poicbè però l1opera dell'Umanitaria, che si compendia specialmente io quella personale di Augusto Osimo, per quanto vasta è ~o conosciuta nella sua vera luce, crediamo •ai dovere tornare sull'argomento cou,·inti che se nulla potrà arrestare lo sforzo trasformatore dell'attuale amministrazione provvisoria e cli quella, che con eguale orientamento politico, la sostituirà con 'carattere permanente, pure bisogna fissare ùt memoria cli quello che è stato uno dei più ardui e organici tentativi. fatti per suscitare nella clas. se operaia italiana una salda coscienza di ca. pacità, di forza e di dignità. Compito questo solo in apparenza agevole an. che in tempo di riconosciuta 1 se pur più o meno sicura democrazia, poichè tutta l'attività dell,Umanitaria non è stata che un seguito di battaglie dirette precisamente a neutralizza.re le forze interessate a scalzare, a demolire,· a soffocare quel principio liberale che si era in essa Yenuto affermando, trovassero esse origine in tendenze confessionali o politiche. Di fatto l'Umanitaria fu istituto laico e apolitico e solo entro questi due termini crediamo possa e potrà esercitarsi l'opera sua. E 1 necessario però 1 per evitare ogni dubbia interpretazione di quanto veniamo dicendo ed ogni apparente contrasto con le asserzioni più sopra esposte, ricordare che 1'apolicità della Società Umanitaria non~va intesa come decisa volontà di &traniarsi dalla lotta politicità della Società Umanitaria non va intesa pi nei quali il prevalei:it7 tecnicismo permette la finzione della irul!ifferenza di fron"te ad essa, ma ,..come tendenza a determinare nella classe operaia specialmente quelle forze pskologiche e quella consapevolezza che sono su,bst-rato neces. sario dell'azione politica in genera.le, c01nunqu,e essa poi si manffesti e si concreti nell1inquadra. mento dei diversi partiti. Fedele a tale principio l'Umanitaria ha aperte le sue_porte agli uomini di buona volontà senza chieder loro quale fosse la confessione religiosa o la fede politica seguita e se essa ha avuto,in questi tùtimi anni un orientamento prevaleutèmente socialista, ciò si deve al fatto che la gran massa degli operai milanesi non era altrimenti ,,orientata. Solo oon questa premessa si può interamente e rettamente comprendere il significato delle due lott~ vittorose ( e ci limitiamo a ricordare le più memorabili), che i suoi amministratori sostennero nel 1906 contro un tentati. vo di conquista da parte delle orga.n.izzazioni cattoliche e nel 1914 contro la Camera del La- , voro la quale presentò una lista di candidati al Consiglio scelti in quanto socialisti e con programma di ben dec;isa intransigenza di partito. Acerbe furono le polemiche, anche a carattere personale, che si destarono intorno all'istituzione governata da un Consiglio d 'Am.ministrazio ... ne composto di elementi rappresentanti tutte le diverse tendenze dell'ambiente politico cittadino, con prevalenza di democratici e riformisti. Il blocchetto radico.riformista-massonico, come fu definito, sostenne allpra senza iufingimenti la apoliticità dell'Umanitaria e le elezioni diedero in definitiva pieno consenso a tale impostazione dell'opera sua. Se ne può concludere che l'aver visto in apparenza da parte ogni principio liberale, che rifugge dagli ibridi connubi e dalle dubbie alleanze, che la '!Pparente ,più che reale, struttura borghese. dell'i&tltuto lo abbia salvato dal pericolo di tma degenerazione settaria ed abbia contribuito a conservare alla classe operaia un suo proprio organismo tecnico, impedendo di porre allo sbaraglio nella lotta di ogni giorno . l'ente fatto più per Id studio e per la paziente ricerca di pratiche soluzioni ai problemi del lavoro che per dirigere l'urto delle masse animate da una decisa volontà di conquista. Cosl = prassi riformista e collaborazionista ha potuto soltanto velare l'effetto mediato dell'opera che si tradusse di fatto i'n una continua seminagione di forza cosciente e nella preparazione di sempre più ampi sviluppi autonomi dell'a.. zione operaia. _ Abbiamo ricordati i duè episodi separandoli da quello che net 1898 m·enò, all'allora appena nata Istituzione, il primo colpo mancino poichè questo <la essi si differt11zia nettamente per le catt"iCche lo provocarono e per gH dfelti che ne seguirono, mentre può essere e.on più e.salta in. tcrpretazione ravvicinato al più recente cbe i lettori già conoscono. Dobbiamo però ricordare anzitutto come I 'Umanilaria nacque e come arrivò all'infausto '98. Nel 18g2 moriva il mantovano Prospero Moisè Loria lasciando crede il comw,e di Milano del. l'intero suo patrimonio, dieci milioni •di lire, affinchè costitu..isse Ja • Società Umanitaria • scopo della quale avrebbe dovttto essere la creazione di uua « Casa di Lavoro JJ pei disoccupati e l1esercfaio di alti vi.là di verse al fine di mettere i diseredati in condizione di rilevarsi da sè medesimi. Formula questa esplicitamente espressa negli opuscoli che il Loria stesso (il qual~, ahban.<lonati gli affari che gli avevano permesso di raccogliere l'ingenle palrimonio, aveva preso a studiare akuni problemi sociali con animo di 6 lautropo) scrisse nel 1884. Nel 18gr il testatore già aveva offerto al Municipio di Milano Pannua rendita di 1ire cinquemila perchè fondasse un~ casa di la,·oro. L'offerta fu respinta per diverse ragioni n.o-u ultima quella dell'esiguità della somma rispetto all'alto costo del tipo d; istituzione progettata che già era stata all'estero oggetto di ,studi e di espe. rienze esaurienti,- ma come dicemmo fu sostituita di poi col lascito testamentario che il Co. mune accolse accettando 1e condizioni che ]o accompagnavano. Il testamento infatti prescriveva che 11 Comune curasse il pagamento di alcuni lega.ti e che l'Umanitaria avrebbe dovuto essere riconosciuta in Ente morale entro il dicembre 1893. Qualora ciò non fosse avvenuto l'eredità avrebbe dovuto essere devoluta ad un'opera Pia di Torino o ad altri istituti indicati. Un mesè: d~po la morte del testatore il Comune costituiva un comitato di 15 membri incaricandolo « di promuovere la costituzione della S. U., e più di novemila soci venivano convoca.ti per una prima assemblea il 15 gennaio 18g3. Mentre la nuova Società studiava di darsi uno ~tabile assetto gittriclicq e tec11ico1 l'opera pia di Torino, i parenti del defunto e gli altri eventuali coeredi impugnavano la validità del testamento e questa solo con seutenz.a del Tribunale di Milano, emessa nel 1896, veniva finalmente riconosciuta. Il Consiglio, nominato il 3 1naggio 1896, potette pertanto passare ad un'opera fatti va fnori dello strettò campo della preparazione tecnica e della difesa giudirica della società dopo aYer portato a buon -fine una trau. saz1one con gli appellanti oppositori testamentari tacitandoli mediante il versamento di un milione é duecento mila lire. Ebbe così inizio il faticoso cammino sulla via della ~ realizzazione e subito fw·ono affrontate questioni (studi sulle condizioni dei lavoiatori, collocam.e.nto, coopérazione, ecc.) che meglio si riferivano alla necessità cli destare fra i lavoratori una indipe11d'ente· capacità a Wgliorare sè steSSi ponendoli direttamente di fronte ai problemi più urgenti della loro travagliata esistelll...a, e spe1imentando le possibili soluzioni c.he essi poi avrebbe:ro dovuta portare ai uecessa1i sviluppi. Il cam1uino però non doveva portare lontano n.ella sua prima tappa poichè il generale Bava•Beccaris, commissario straordi. nario per )o stato d'assedio dichiarato a Milano il 7 maggio 18981 valendosi dei pieni poteri conferitigli dichiara-va Sciolta I 'amministrazione della Società Umanitaria e ordinava la perquisi. zione della sede sociale , considerato che ... nelle ultime elezioni è venuta ... nelle mani di persone notoriamente affigliate ai partiti estremi co,i serio pericolo che ne -volgano ~ mezzi a fine setta.rio per la propaganda di idee sovversive e per la preparazione della rivolta contro gli ordini costituiti , . Evidentemente era stato dai più in• telligenti reazionari compresa l'intera portata soci~e e politica dell'opera umana, culturale, e tecnica svolta dalla Società, non altrimenti d'altronde di quanto è accaduto nell'anno di grazia 1924 e terzo della idillica pacificazione tra operai e imprenditori nel nome santo della Nazione. Prese così le più prudenti assicurazioni c.ontro le possib1li intenz'loni degli amministra-· tori il Commissario affidava Pamministrazione provvisoria dell'Umanitaria alla Congregazione di carità. La quale obbedendo ad un ordine pe.- rentorio del Co=issario stesso procedeva alla rjfonna dello Statuto sociale riducendo le funzioni della Società alla coordinazione delle isti. tuzioui cli beneficenza cittacline ed alla creazione della Casa di Lavoro. Solo in linea subordinata l'Umanitaria avrebbe dovuto1_occuparsi dei problemi del lavoro e « ciò con una azione, di regola., puramente morale». Venivano _inoltre ridotti a tre, su undici, i rappresentanti dei soci, portata da una lira a sei, (con l'obbligo di tre versamenti consecutivi) la quota annuale e soppresso ii referendum dei soci. Il Consiglio Comunale, la Deputazione Provinciale, la GiWJta Provinciale a.mmiuistrativa e il Consiglio di Stato diedero pronta approvazione al progetto di riforma formulato. Ad ,esso, in segu;to al parere del Consiglio superiore della Previdenza ,interpellato dal Ministro dell'Interno, fu portata qualche ulteriore modifieazioue, e sarebbe stato tradotto ad effetto se i vec. chi amministratori non avessero nel frattempo presentato ricorso alla quarta sezione del Cou- =,1glio ci-i .;rato ii q~e: .:v:: ::=:~::.= :--: "':'-ril~ I<)Ol, annullò quanto "ra stato effetto diretto o L'T'manitaria proced<:tte alla nomina di un nuorn Consiglio di amministrazione e dal luglio 1901 &i può dire abbia avuto inizio la sua vera esistenza sotto l'egida dello Statuto originale. E' intere%ante vedere colla guida delle più vecchie refozioni c:ome e56a sia andata via \.'ia assum<..·11doquc:i caratteri che già abbiamo messi in luce sin nel campo tL--o,ico che in quello amminfatrati\·o. Già nel rendiconto storico morale 1891.1903 che precede il bilancio consuntivo per I 'eserci1.io 1902 è ad esempio ricordato, come, essendo stato riconosciuto anche dal Con.siglioSuperiore della Previdenza il carattere specia,. lissimo del/' istit;uzione, si sia presentata immediatamente la neces,;ità d; dare agli organi e:;ecutivi suoi un ordinamento diverso da quello di una comune Opem Pia sca.nsan.do , il subitaneo prestabilim.ento di un congegno burocra. tico, che avrebbe potuto previamente inciampare l'azione genuina della Società e pesare inconsul.. tamente sulle volontà, sulle teuden1,e e forze che potevano emergere dalla pratica esplicaziune delle esigell7,e e attività sociali , . Ciò basta per farci conoscere le origini della struttura amministrativa dell'Umanitaria che su~tò più volte biasimi, sca.nclaJi, inchieste, finiti tutti però col C011Sacrareal ridicolo coloro.stessi che li procurarono, ma che permise all'Istituzione di svolgere cou impareggiabile agilità l'opera sua in campi vasit'i quali mai si videro fecondati da una pubblica o privata organizzazione consimile. Essa era tutta permeata da questa tendenza alla prova sperimen_tale, al tentativo teso verso nuoYe applicazioni, verso nuovi orizzonti; nel ritmo stesso del suo funzionamento era un senso dell'inco1npiuto, del provvisorio, della incontentabilità di chi raggìunta una meta se ne !a sgabello per un 'altra più lontana, e non è a meravigliarsi se, mentre essa fu campo delle prime esperien1..e di uomini che andarono di poi molto lontani, fu inesauribile stroncatrice di individili proclivi alla cristaJI:izzazione, eterni aspiranti alla sonnolenta regolarità dell'orario, dell'organico, del posto modesto ma sicuro. L 1 energia indò1uita di Augusto Osimo, che . parve per un ventennio il direttore di un centro di mobilitazione, le impresse pàlpiti di vita talYolta esuberanti rispetto ai mezzi :finanziari disponibili e certo insopportabili pel trepido cuore di un contabile bennato. L'azione precedette sempre la preparazione dei mezzi e pur si vide il miracolo dci mezzi affluire in quanto l'azione veillva coraggiosamente impostata. Politica eroica e rischiosa ma che ebbe fortuna. Il che sta a dimostrare che ] 'opera dell'Umanitaria rispondeva a bisogni profondamente sentiti e che nes. sùn alti-o, mezzo avrebbe potuto meglio servir€: a scuotere dall'abitudinaria r01dine diseducatri• ce masse operaie ed industriali fuot' che l 1azione Creatrice senza vincoli formali presentata quasi come il dono di chi più sapeva prevedere ed osare. L'Umanitaria fu nel pensiero dei suoi reggitori e nella realtà creatrice di feconde energie operaie; ma. la cq_scienza politica e sociale, la digni.tà e la consapevolezza\ non si insegnano alle masse Con la sola conferenza o con ]a sola scuola 1 col solo opuscolo di propaganda o ce,I solo conti zio; esse maturano in ogni !X)SSibile campo nel quale l'operaio si inserisca purchè si sappia alla sua attività conferire quella universa.lità di intenti che Augusto Osimo tanto bene \'icle e sep-pe perseguire con la complessità di un'azione che ,volta alla formazione tecnica e civile del lavoratore, lo segui,·a dalla sua infanzia su su nella vita in ogni eventuale oontingenz.a materiale, plasmandone a poco a poco l'animo ed educandolo ai più nobili sensi. Il programma dell'Umanitaria presenta perciò un quadro complesso ma sostanzialmente e. quilibrato nelle sue diverse parti sebbene alcune di queste possano ad un esame retrospettivo apparire preponderanti per aver attratto a sè forze. eccessive ed isterilite altre iniziative interrompendone lo sviluppo. Nel precedente articolo abbiamo detto quali foss~o le ragioni determinatrici del iaHo identificabile con la mancata od inesatta comprensione dell'opera del. l' i'stituzione la quale invece nella riforma dello Statuto a!}provata nel 1906 non aveYa esitato ad annullare l'art. 7 - col quale e:ra sanzionato l'obbligo di far funzionare tutte le istituzioni da essa fondate sotto la sua esclusiva direzione - sia per mantenere all'opera propria la più efficace elasticità., sia per concedere alle sue nuove e vecchie iniziative la più ampia autonomia perché il loro svilttppo si adeguasse compieta-' mente alle reali necessità della vita operaia. La vastità degli intenti, che spesso è germe di disgregazione e di rovina, fu la forza del1' Umanitaria; ma ogni nuovo passo da essa compiuto sulla via ardua della realizzazione è sempre stato conclusione di studi accurati. Essa può vantare al suo attivo numerose indagini sulle condizioni delle classi lavoratrici, condotte con grande obiettività e i risultati delle quali tengono un posto non trascurabile nelle esigua Jetteratura italiana in materia. Nè può far me. raviglia eh 'essa abbia tentato la costituzione di un Museo Sociale considerandolo come vivo strumento di studio del movimento operaio. In altra sede abbiamo esposte le ragioni per le qlfali il Museo di fatto non pofè essere che un ufficio s-tudi dell'Istituzione; la sna attività però sta a dimostrare appunto come quest 1ultima si sia ognora preoccupata cli tentare l 1attuaz1one ue.,. suo ampio programma senza trascurare le precedenti esperiem,e altrui e stabilendo opportuni mezz.i di osservazione e di controllo scientifico sulle iniziative interne confrontandole costante. mente con quelle parallele che si andavano c:oncretando in Italia e all'est<cro. . *. L'opera dell'Umanitaria può essere di.stinta in tre grandi branche: quella a caratten, assist,117Jale, quella rii perfezionamento della cla.sse lavoratrice, qùella di preparazione. delle più gio. vani nuove for7..eoperaie. Alla prima la capo: l'opera di a.55ist.enza ai disoccupati esercitata me<liant.e la costituzione e la direzione di uffici di collocamento dai quali si rroò dire usd 1 'ordinamento ;taliano della lotta contro 1a disoccupazione; in linea subordinata, e solo voluta per tener fede alla volontà del testatore, il tentativo della Casa di Lavoro della quale fu anima Alessandrina Ra,·izza; l'assistenza agli emigranti esercitata nei centri di sviluppo delle correnti migratorie mediante Segretariati ed Cffici di corrispondenza loeali e in quelli di destinazione delle correnti s1:esoe medianti appositi uffici di confine e all'est.ero; !a assist.enza legale e medico-legale. La seconda, per molti aspetti stret.ta=te coordinata alla prima, si è sviluppata tanto nei riguardi dei più urgenti bisogni materiali degli operai (costruzione (li ease popolari/ quanto nella loro difesa di classe con l'attiva opera di creazione e di integraz..ione del movimento oooperati,·o e di quello sin.ruw,Je !ricordiamo a mo' d'esempio, l'Istituto di Credjto delle Coopera. tive, che compie in questo mese vent'anni di lavoro, e l'azione a favore dei lavoratori deila terra), quanto infine nel campo culturale con ie multiformi iniziative per la coltura e per 1" biblioteche popolari, col Teatro del Popolo e con le Scuole di Legislazione del LaHrro e di Cooperazione - annesse al Yluseo Socia.le - per la preparazione di ispettori del lavoro, di organizzatori sindacali e del personale deile cooperatiYe. Vi si. può aggiungere ancora l'actirità esercitata per la preparazione di maestri per le scuole popolari e profession.al.i e nell' Opera contro 11analfabetismo. Alla terza si riferisce tutto il vasto IDO\imento delle scuole professionali diurne e serali, maschili e femminili, che per lunghi anni furono a Milano gli unici efficienti organismi per 1a preparazione te=.i~ delle maestranze. La costituzione dell 'Uni.versità per le Arti Decorative cli ~lonza ne è il degno coronamento. Un gruppo di attività particolari che forma, categoria a sè è dato da quelle s,olte durantee dopo la guerra a beneficio dei profughi e degli· orfani a :\iilano e nelle Terre Liberate. Attività in parte indipendente in parte esercitata in unione ad altre istituzioni fra le quali però l'Umanitaria ebbe azione preponderante per la sua particolare struttura tecnica ed amministrativa e per la mirabile sua capacità di adattamento che la fece trovare pronta a nuo~i còm. piti quando pareYa che tutto do,esse essere improYtisato alla meno peggio. Intorno a questa ossatura andarono di pari passo affermandosi iniziatite seconda.rie., con ,aria fortuna, tutte però fuori dal campo caritativo e sempre fondate sul criterio che ogni beneficio deve essere effetto di una conquista dignitosa e che l'elargizione è profondameniediseducatrice e creatrice di,,. parassiti.. C0:::--ìsi spiega com.e la Cassa disoccupazione respingessei non organizzati per etitare che gli egoisti i quali si sottraggono durante i1 periodo di la"\oro al pagamento del contributo personale potes....::.ero assorbire in nome di una falsa pietà il frutto del sacrificio e della JJre,idenza altrui ; cosi si spiega come l'Umanitaria non abbia mai attratto intorno a sè i postulanti ed i professionisti della mendicità che ben sapetauo di non trovarvi alimento alla loro neghittosità. * ** Che errori nelPopera sua siano stati com.me....,;s.1, che lo sforzo costante di indjpendenza sia Yeuuto talYolta meno in particolari secondari, nessuno YOn'ebbe negare; ma. fe lie,; mende e:he un severo inquisitore pctrebbe rileYare non rie-- scono a deformare la linea sicura della solida 1.rnpalcatura che la resse sin qtù. L'esperienza. d~l passato suggerisce ai più ottimisti la speranza cli rivedere presto ripresa la sua ascensione verso nuove méte; confessiamo inYece di essere molto· scettici sulle sorti future di quella ardita costruzione alla quale si sta - sia pure sotto il Yelo di rma bolsa retorica filo-operaia e di unh10se affermazioni esal. tanti le glorie passate e il salvataggio presente, le benemerenze di Augusto Osimo contrapposte al settarismo dei suoi collaboratori - tentando di sostituire le travi maestre togliendole quel carattere sinèeramente democratico che fu la sua forza più viva . D'altronde se la sorte vorrà che de.li'Umanitaria non resti fra breve che un'ammuffita Opera pia non ce ne dorremo più oltre; abbiamo: vo... luto analizzare l'opera di manomissione che a suo danno si va compiendo non per vanità di critica o di sterile recriminazione, ma per precisare a noi stessi un dovere indeclinabile : quello di riprendere e di continuare, non appena sarà possibile, l'opera geniale di Augusto Osimo. RICCARDO BAUER O.G.E.B. - Corso Prfocipe Oddoue, 34 - Torino. P'F•O GonETTI - Direttore-respon.sabil,

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