La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 22 - 27 maggio 1924

bi 88 La Francia e la pace Il dogma della patria Le meschinità, i pregiudizi, le velleità cli tirannide che la Fra1Jcia rivolu.z.ionruia ba co111battuto un tempo nel clerica1isn10, si incarua110 oggi nel 11'12,ionalismo: ne è prova il raggruppamento istintivo di queste a.nttiche e nuove forme della reazione. Ma la direzione della crociata è passata in altre mani; il radicalismo si inganna continuando a perseguitare sopratutto i suoi antichi nenùci. La vera religione della nostra epoca è il culto della Patria: e<l, è nostro compito liberarlo dai cattivi servito1ii. Contro questa nuova intra.uslgenza Volt.aire rivendicherebbe la libertà cli peusiero, contro questo nuovo dogmatismo Galileo potrebbe proclamare leggi economiche e psicologiche universali. Oggi, per nutrire il proprid cu1to, la nazione divora se stessa. Da tutte le imprese co~Ìinciate per esaltarla, essa esce esaurita ,llnpoverita e schiava. Gli sforzi patriottict vanno' oltre il loro scopo e gli si rivoltano contro. In com.penso, sorge in molte coscie:i17..e il desiderio di un regime cli pace e cli equità interna~ionale che gli statisti non hanno saputo affermare. F.' compito della nostra generazione è.a.r vita a queste aspiraz.ioni piive di corpo che errano inri.ppagate nel mo:ndo. Tale imp1·esa non ~ in nulla. contraria alle dottrine repubblicane. E gli stessi conservatorii dovrebbero comprendere che possono mantenere il regime sociale solo tras.formand() i rapporti internazionali. Il capitalismo legato alle guerre periodiche è altrettanto impraticabile che il comunismo, al quale d'altra parte, necessa1iamente conduce. ALFRED FADRE LUCE. Il pacifismo francese Il francese, accusato comunemente di amare il pennacchio, l'u·niforme, tutto ciò che è glorietta e travestimento militare, tacciato all'estero di spirito imperialista, dà prova, in realtà, di santa indifferenza per tutte le questioni riguardanti la Difesa nazionale. HÒ letto molti manifesti eletto.ali, ho ascoltato candidati di tutti i colori nelle riund.oni più eterogenee, e mai ho udito la minima discussione sull'orga... nizzazione mil.itare. Qualche rara volta, un uomo di sinistra rlmproverava al Gov~no dì aver trascltl'ato la nazione armata, ma l'argomento cade. va nel ·vuoto senza. risvegliare l'intelligenza del pubbliC'O. . E' stra0r<linario constata.re come, nella yita politica di questo popolo, conti poco la preoc-. cupazione della difesa. Fondamentalmente pacifico, il popolo francese non sopporta neppure lo spettro degli anni terribili in cui ha, sofferto e "sanguinato per la sua salvezza. Dopo il 1870, sino al 1895, gli elettori solevano affrontare i candidatr con questa frase fatid.lca : « Che face-_ vate durante la guerra?>). E scoppia.V.a l'ilarità generale quando il candidato dichia<rava di essere ancora a baUa mentre Parigi subiva gli orrori del] 'asseclio. . * * Oggi, a neppure sei anni dal.lai gi;erra, nessuno pone una simile domanda. Nella r~cente campa,,ona elettorale, pareva che per partito preso si lasciassero nell'ombra i :ineriti guerre. schi dei candidati. Per scarico di eoscienza ognuno fac~va figurare sui manifesti i propri c.i.toli di gloriai, ma gli elettori, evidentemente, non ne tenevano conto alcuno. A:rago é.!-vrebbe potuto a &uo agio inscrivete sui suoi progra=i dodici citazioni aJl'ordihé del giorno nell'esercito: ciò non avrebbe impedito al pubblico d.i fischiarlo ad ogni sua apparizione e di gridargli : « Andate a pag~re le vostre imposte.! ». Spiace terribilmente agli elettori che si parli troppo del valore guerresco. Il nome di imboscato ha perduto il suo potere cli esecrazi0ne. Ho visto un candidato ,riuscito capo-lista nelle elezioni'. del '19 per la sua abilità nello sfruttare la sua coraggiosa COudotta, perdie:re a poco a poco la popolarità ootinandbsjl a seguire la stessa via. Quattro anni pr son.o, rispondeva ai fischi e alle interruzioni: , Mucchio cli imbo. scati, facevate mend chia.Sso dinanzi ai boches » suscitando vive acciamazi'oni. Quest'anno la. sua apostrofe gli valse un radd'oppia.mento di stre- ,pito e per poco non lo si cacciò dalla s~. Per questo, sen1..a dubbiO', i comnnisti espongono tranquillamente le loro dottrine nei· qu.artieri più moderati. La foll'a li ap,plaude suo malgrado qua11do proclamano l'onot'e per la guerra e il loro proramma te\>rica di sopprimerla tra le Nazioni. Un argomento tooca.nte è quello delle somme enormi che richiede la mobilitazione generale de~ paese, L'istinto risparmiatore del fràncese si rivolta all'idea cli rovinarsi per far fronte alle spese dell'armamento e delle munizioni. Il miliardo di spese per l'occupazione della Rlihr serve di contrappeso alla sodd!isfazione che l'impresa ba generalm.'ente suscitato nél paese. • Un abile cimdidato eomttnista ba,fa.tto stampare ,uno specchietti:> in cui il prezzo cli costo cli nn C'Olp<>d1 cah<none per i diversi èalibri è 'parn:gonatò at •numero cli giornate che con la stessa som.ma si pott'ebbero pagare a un, ope- ·.-aio. ~1• pubblico deve ricordare ogni momento l'attitudiné bellicosa ·del!iassui-d:a Germania per non cedere alla tenta.zione di applaùdire le idee anti.truilitarlste. QJ o' 1ar LA RIVOLUZIONE LIBERALE E dobbiamo riconoscere che è abbastanza scvio per non abbandonarsi, nello stato di non sicurezza :in cui viviru.no, grazie all'esasperato nazionalismo dei nostri vicini d'oltJ•e Reno, al suo ardente desiderio di pacifismo. La campagna elettorale diede l' imp,-essione netta che il francese sentimentale e patriottarde, è un tipo che va scomparendo, As.sistiamo oggi a una curiosa evoluz.ione della nostra mentalità. Il senso delle cifre, l'interesse, lo spiri.lo pratico iusom.ma si sveglia in noi e mo<li.fi.ca il nostro temperamento. Sovente vediamo contadjni e, perai occupati alle questioni di diritti di dogana e di cambio. l candidati comunisti non recitano più tirate i,Jealiste sulla felicità dei popoli, ma discutono a, colpi di statistiche, E tutti in generale si disinteressano delle questioui militari, poichè ciascuno pensa nel suo intimo che si tratta cli questioni che non producono rkchezza e distruggono l'equilibrio economjco del la nazione. Possano i Tede.-;chi, stimati il popolo più pratico del pianeta, seguirci per questa via feconda, in cui noi abbiamo il grande onore cli precederli. JEAN DE PIERREPEU, L'avvenire marinaro della Sicilia La rigeuer'azione economica della. Sicilia è un problema che siu'oggi è stato generalmente veduto solo dal puut'o cli vista dell' agricoltura. Sui giornali e snlle riviste si è ripetuto le mille volte che il latifondo è la ragione pi'ima dei malanni sic-ilia1ù; che nel sistema latifondista debbono ricercarsi le cause dclla caratteristica deUnq1te117..i.saolana, che la colouiz.1..a.zioueagricola e una sufficiente istruzione agra.ria potranno sollevare le condizioni economiche della Regione. Anche noi, rit'enenclo esiziale l'attuale organìzzazio-;,e fonùiaria, abbiamo portato la nostra Yoce in quel grnn mare <li idee; ma non potremmo ferma.rei solo a questo, perchè a chi guardi non la prima storia della Sicilia, ma quella dei popoli orientali, che dal ma.re e dalla lol'o alti vità marinara trassero la fama di popoli fiorentissitni; a chi gu,arcli!la forza commerc:ial'e dell'Inghilterra, che fino al 1905 aveva una flotta mercantli1e di 11.040 navi, più che un terzo delle navi cli tutto il mondo (1), viene spontaneJ il domandarci cqme mai la Sicilia, circondata da ogni parte dal ma.re ,non abbia conservato e sviluppato le sue t-radizioni marinare. Le condizioni in c-ui l' Isola ha vissuto durante il servaggio po1:i:ticodi molti secoli rispondono es·~urienfemente. Oggi, però, si vive sotto un libero regime; oggi, per quanto si cerchi spesso di soffocarla con forme strane e dannosi'Ssìme di monopolio statale, l'attività econ0mica si afferma, sempre più libera da ogni specie di consorteria; òggi, dunque, la Sicilia dovrebbe con tutte le sue forze promuqvere 1 'iu:;· d'u~tria marinarn, la quale potrà mirabilmente integrare quel moviment'o di rigener'a1ione che molti credono debba solamente partire dal migliore assetto fondia1io della regione. In qu'eSti ultimi anni, merito del.i' organizzaz,ione delle popolazioni rurali di parecchie provincie siciliane, la produzione agra.'T'ia isolana è effettivamente cresciuta; essa però non ha a.vuto uno sbocco im;rn.ediat'onei mercati esteri e continua piu,ttooto ,ad a1i.mentare il commercio interno <Th,cl ontinente, dbnde pa.rtqno pèr linee diirette i carichi numerosi verso le lontane Ame• riche e ogni aJtra pa,-te del mondo (2). ~ Ma il comn1er'cia interno, basandosi stùle ta. riffe delle ferrovie, aumenta di tanto il costo di produzione dei prodotti, da non far loro sostenere e vincere nei m<ercati esteri la concon1e11za d1, a1"tri.prodott'i simili. Se invece aJ, movimento agtruio s:i fosse 1·eso correlativ0 il movimento nia.rinaro, i prodotti agrari si po~rebbero portare direttamente sui mel'cati esteri determinando così verso la Sici1ia! tw flusso di' cap~ta.li che ne mci.gliorerebbe maggiormente la situazione agraria. e quindi ancora il commercio. marittimo, e aiutando, con 4anaro dato a saggio minimo per lai sua àbboruianz:a, il sorgere di Società Siciliane che si facessero promotrici cli qt1elle affittanze collettive da cui è lecito sperar molto pel miglioiament:o della produzione agmt'.ia. E' logico che tutto ciò n011 possa ottenersi in pochissimo tempo; ma sarà sempre bene che si cominci a svolgere un programma ispirato a queste ve1ità, onde nel giro <li pochi anni si possa risentirne i primi effetti. La rigenerazione economic:a della Sicilia, come ogni altro problema del geneie, non dev'es. ,Il (r) Vedi H.ic/mi-a,,in'sUnivr:rsal Taschen Atl.M, Non è possibile subito dopo la guerra: europelll dar"e una statistica, anche approssimativa, del! tonnellaggio mondiale e cli quello inglese in particolare. (2) Ad agevolare tale commei'cio fu recentemente istituito e poco di poi sqspeso un servizio statale fet'roviario-marittimo (il ferro-,;ia.rio sta acù indicare che la gestione era tenuta dalle Fen'ovie di Stato) Genova-Livorno-Napoli-Pa1enno-Messina-Catania e vicever·sa, che aveva p,rincipalm.entie Jo scopo di decongestionare il servizio che si fa coi ferry~borots attraverso lo stretto di Me1'1ssina. « Il nuovd servizio» -;- diceva il Bollettino Convnierciale delle Ferrovte dello Stato (1921, N. 1) - , renderà possibile di dare sfo?"Oad un maggiore quantitativo di trasporti dal continente a1la Sicilia e viceversa, ed e$Sendo accordata alle spedizioni. l'er le quali sarà l'ichiesto il perco't'so f,etroviano. marittimo la precedenza nella fornitura del materiale nei limiti di disponibilità delle stive, rispetto a quelle che percorro·no -esclusivamente la via ferrata, l'istitru,endo servizio offre pertanto anche una maggiore rapidità nei tr~porti. Particolari. di. •·sposizioni assicttr'a.no l1im1nediato proseguimento delle derrate provenienti dalla Sicilia e dirette all'interno e al11estero, venendb appoggiati a Livorno-porto t'utti quei traspo,t"tj eh.e possono essei·e. ino1trati coi treni' derrate diretti ai transiti internazionali ». Buoni propositi sebbene in~ sufficienti ad assicurare a.lla. Sicilia e sòpratutto a. procurarle il ~uo m.igliore a:\rvenire economico, ma. semplici prqpositi, perchè -nel bt~evissi.n;i.o tell),- 1?9 in cui il sei-v]zj,o ebbe vita nàn ci furono ,nep- -piu•e i' iéntlini di un esperimento. sere studiata e auspicata unilateralmente, perchè la vita sociale, sia pura quella di un'isola, che è pur sempre parte del mondo, è un fenomeno complesso. I ,e varie manifestazioni d'eJ1a vita sociale sono così intima.mente collegate, che non si può fermarne artificialmente alcuna senza arrestare il movimento <le1lealtre, e ciC>fs:enza provocare una crisi; come d'altra parte 110n si può accelerat'e il movimento <li una senza avere preo1'dit1ato analoghi movimenti delle altre, perchè anche in questo caso avremmo ,alirimerih, una crisi. E proprio questo avverrebbe in Sicilin se si continuasse a procurare sia pure in modeste proporzioni l'increment0 della piccola propriet1à s...~za. dan::: uno sbocco proporzionato alla cresciuta produzione che ne deriva (3). Ora per la Sicilia, che può realmente dominare tut.. to il Mediterraneo, la vià. più naturale allo sbocco delle merei è.: il mare, che rende assai piccole le distanze da un capo all'altro del mondo. F. R.ATZJ,;L (4) diceva che l'importanza sociale e politica del mare è così grande come la. sua importanza fisica e che dalla ristretta baia del Trave, d"a Lubecca, si può dominare il Mar BaL tico, come dal fondo del Mare Adriatico, da- Venezia, il Mediterraneo. Perchè non si dovrebbe dunque dalla Sicilia, la quale ha nn'importanza geografica. ben maggiore· che non la breve costa - di Lubecca o il lido cli Venezia, dominare il mare c:i.t·costante, che conduce met'avigliosa1nente al traffico più facile con tutto il mondo? S'è detto che manca in Sicilia la forza di sviluppa.re un'attività che cosl gl'ande •influenza benefica avrebbe sulla vitla nazionale: mancano le foreste che <liano materiale da costt"~zione; nìancano le miniere. Ma tutto ciò non basta a giustificarne l'inerzia. Il rimboschime1.1to dei monti siciliani non comincia ancora a sembrare un problema in via di soluzione, però n-;.o1tise· ne preoccupano - ed è già qualche cosa (5) ; il trasp'Ortu dei metalli e dei macèhinari potrebbe poco per volta cootituire un dispendio sempre minore, :man .mano / che l'industria 1narinara fosse maggiormente sviluppata e stabilisse linee dirette fI'a ;- centri di produzione metalhu·gica e i cantieri siciliani avvenire. E poi, non è detto che tutte le navi dovrebbe1·0 essere costruite in Sicilia. Basterebbero qui anzi solo dei bacini dl carenaggio per eventuali riparazioni. L'essenziale sarebbe, in s<:>sta11zac,he l'ind'ustria 1narinara tosse ese:tci. tatai in Sicilia da armatori o società interessate all'economia agraria dell'isola. 1viaresterebbe un'a1tra questione• assai più grn.-- ve da risolvere : quella dei porti. li Go,-erno non ba saputo vedere nelle lotte che si fannq da vari comuni dell'Isola perehè si mettano i porti in coi:tdizioru cli più facili approdi per og1ù ti.po di nave, un movimento che ha un signi:fìcato sociale cli grande importanza, poichè il problema dei porti e delle comunica.- zioni è llllO dei coefficienti decisivi. della Yita economica. siciliaiJ..a. (3) Senza star qui a trattare della dottrina ge-p.e:rale delle crisi, che sarebbe un fuor di luogo, è opportuno però avvertire che si avrebbe +n•simile ..eventualità, non una surprod.tl!llone generale (di tutti i prcdotti di qualsiasi specie) ma un eccesso specifico stùla produzione delle derrate. In quanto noi çliciamo non vi ba: dunque richiamo alcuno alla teorica onna.i superata del Malth1is ed. a quella del Sism-O'ndi che è J?Oi una edizione riveduta e corretta. della teorica malthll!iiana. E d'altraJ parte q,ri la crisi di. surprç>d.'ttziouesarebbe caratt'erizzata non già da una quantità di merce che rimane invenduta ~ difetto di domanda, sibbeue da nnai quantità di derrate che non trova sbocco per mancanza cli mezzi idonei a farla giungere 1n tempo e nelle condizioni volute nel luogo in cui' potrebbe es~ sere utilmente consumat!a. Si potrebbe osservare che. essendo iu genere le procluzìo.ni agrari·e di facile deperimento e cli volume troppo grande iu confronto d'el suo valore di sc·ambio, basterebbe ad eliminare ] 'eventualità di simili ·crisi che i prodotti si trasformassero stù luogo stesso di produzi:one in àltri meno depe,:ibili, come ad esempio le conserve ,o in altri d:i minor volume come le farine. Ma questa bella massimll, che ha tanta importanza nell' economia rurale, specie per quel che riguarda i, foraggi, fa sorridere.i conoscitori dell 'e,conomia siciliana. Chè, se questo fosse possibile, il problema siciJiano sarebbe già i-isolto, In Sicilia manca appunto l'indnstriali:z:- zazioue dei: prodotti 1 agricoli ed è anche a questo che si vuole ru:rivare attra,rerso il rinnovamento integrale dell'economia fondiaria e allo sviluppo della marineria mercantile. (4) Vedi: Il ,,,:are origine d'ella:gnmdezza de'> popoli. Torino, 1905. (5) Alla , Pro montibus et Silvis , si debbono interessanti iniziative di rimbos.chimento specie nei dintorni di Palermo>. D'altra parte però è bene che gli isoiani non si attemlano tntto dallo Stato; ci sono de, porti in Sicilia, come quelli di Angusta e di Siracusa, che, malgrado la lorn vastità e 1a loro sicurezza, sono sempre deserti come una spiaggia dell' Africa equatoriale. Questo dice che le JXIPO!a.zioni sono ancbe un po' i1'.erti e sonnolente, malgrado il turbinio assai rUJDoroso del la vita moderna. E' necessario dunque che tutte le forze unite ùel1a Sicilia, con la integrazione che può venire <la un Governo cosciente della. -missione cui è preposto, e non vago di facili popolarita, 5em.-- pre dannose alla vita economica della lla7.ione e quindi alla sua vita politica internazionale, 000perino a promuovere l'attività marinara, che in Sicilia può dirsi vera,mente quasi sconosciuta e ~be sarà certo feconda di benessere sociale. G. );Av).RR.t CPrxr PIERO 60BETT1 - Editare TORINO - Uia XX Se1tembre, 60 :Jmmfnenfe: FRANCESCO l';"ITTI ùAT~lHrnnrDnE. ùh'EUROPA C!lECOSI!Fl!Qi! .ù'llf!!El!IC!l.? L. 14.00 Ai prenota/ori L. r 2.00 con ritratto e autografo È un libro organicamente pensato come programma delle democrazie europee. Esce contemporaneamente nell'edizione inglese, americi:na, tedesca, russa, bulgara, ungherese, ecc. É ·la più forte teorizzazione del sistema di politica estera di pace e cli accordi internazionali che sta per prevalere nel mondo. G.E. F.ARAVIA & C. Editori • Librai - Tvpog1'afi TORINO - MILANO - FIRENZE - ROMA - NAPO- LI P'Alf!!Mò GiliSEPPE BARETTI PROSE scelte ed annotate da Luigi Piccioni L. 12 , Buona la scelta fatta dal Piccioni, ed opportuna. a far conoscere il Baretti intero, anche nelle passioncelle sue men. degne e nelle imprese sue men serie (come, p. e., nelle vendette contro Biagio Schiavo); e buono l'apipio apparato di note 1llustrative, storiche e bibliografiche, nelle quali il Piccioni ha trasfuso la sua lunga e diligente p,reparazione di studi e ricerche intorno al Baretti e intorno alla letterat!ura nostra del secolo XVIII. Utile anche l'titdice delle cose nota.bili da lui aggiunto in fine». (G'ornale Storico della Lett.erat11ro Italia:n.a.. - Fase. 150, pag. 45r.) GIUSEPPE- PARINI LE O.DI a cura di Giuseppe Finzi L. 6. La prima stampa di. questo commento usci in lttce trentacinque anni or sono. La presente ristampa, informata alle condizioni· e alle necessità odierne della scuola, si presenta in forma più .agevole e pratica, avendo il Finzi. rimesso le mani nel suo primitivo la'Voro, rammodernaridolo e miglim:'andolo. .O.G.E,B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. PIERO GOBE'l'Tl - Direttore-respo11sabile

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