La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 22 - 27 maggio 1924

8G LA RIVOLUZIONE LIBERALlt BUROCRAZIA E FASCISMO Reazioni antifasciste Una ri vol uz.ione promossa e falla veramente da reduci, iuquanto reduci avrebbe sl potuto esser 1a rivoluzione antibw·ocratica per eccellenza: ogni borghese [atto soldato, tornando alla sospirata « borghesia , , dopo tanto pat,ire e dopo 'tanto disperare, non poteva non covare uu odio feroce contro tutto quanto sapeva di « ufficio J) e di «carte», ogni reduce rientrava nella mediocre vita con un suo conto da regolare con la burocrazia, rea per lui di averglj !alto perdere la battaglia se era generale, di aver torturato lui e la sua famiglia per le licenze, per l 'esoue.ro, per i sussidi 1 per le tessere, per il congedo, in mille modi se era subalterno o gregario; « l'as.salto al :M:w1icipio » di Tommaso Fiore è la lirica di questa passione anHburocratica che animava i nostri reduci; una autentica 1 ivoluzione di reduci, istintivamente avrebbe marciato sui municipi, stùle prefetture, sui commissariati, sugli uffici di guerra in provincia, sui Ministeri ~ Roma. }la quelli che guidarono alcuni reduci nella cosiddetta rivoluzione fascista, se anche erano stati in guerra, nou erano essenzialmente dei «reduci))' erano dei politicanti, erano dei _parla.me.11tari, erano degli cr. elezionisti » : essi, gli aspiranti deputati e minisbi, i futmi conquistatori integrali dei consigli comunali, provinciali e del parlamento non vedevano in Italia che Montecitorio, e nel loro odio, nella loro « invidia », riducevan tutta la vecchia Italia alla vecchia Camera; senza accorgersi che così bestemmiandola non facevano che esaltarla. Volarnn da Fiume apposta per butta,,.·un pitale su n1onte-Citorio, si mettevan in combutta con Giolitti per andair alla Camera, si offendevano se nella Camera ii isolavano, facevano un consiglio nazionale per domandar le elezioni, preparavan la marcia elettoralmente d'accordo coi Prefetti, occupavan durante la marcia non Prefetture e Intendenze, ma sedi ili organismi politici, mollavano Roma dopo che il Duce era iliventato Presidente del Consiglio, riducevano effettivamenl:'e il primo anno e mezzo di governo fascista ad una, colossale preparazione cli ca.m. pagna elettorale. Dei simboli della burocrazia, uJ:fici, edifici, persone, nessuno ebbe nè a temere nè a sofErfre dalla :rj voluzione fascista. Del resto fra le tante illusioni che noi abbiamo accarezzato e nutrito non ci fu ma.i quella che 1a « tirannide burocratica», che l'impazienza per l'urutà d'Italia ci ha regalata, potesse venir abolita per l'opera iliretta cli un moto rivoluzionario che ne abolisse i simboli, cioè che bruciasse i Ministeri e app-iccasse i direttori generali; per noi poteva una rivoluzione unitaria e accentratdce portare una risoluzi, .>. ne di questo problema, ma. non con una sua azione iliretta e programmatica, bensi inclirettamente suscitando alla sua azione centrale delle reazioni locali e periferiche, che- fosserCI spinta o pretesto alla formazione ili effettivi governi autonomi e particolari. Questa rivoluzione poteva esser o bolscevica o fascista, la cosa non faceva differenza, }'essenziale era che rivoluzione fosse e fosse rivoluzione unitaria: ci avrebbero pensato Jc provincie, offese nei loro interessi e nei loro sentimenti 1 , a reagire con loro atti centri.fughi alla spinta centripeta, a trovar in sè medesime ragione e modo cli esistere indifferenti od ostili alla Roma dèi nuovi conquistatori. Ma occorreva per ciò, ripetiamo, che la rivolu2,io~efosse· stata rivoluzione, e che la sua azione fosse stata cosi radicale, così coerente, così spietata, così offensiva, cosi opprimente da provocare, a. pronta o a lenta scadenza, quei movimenti di difesa e di protezione e di riscossa locale, che noi si diceva. 11 fascismo, armando i suoi adepti, marciando e conquistando, innegabilmente attuò quella rivoluzione che il nostro bolscevismo aveva soltanto n1inacciato o promesso, ma altrettanto innegabi1mente di quella rivoluzfone, attuò solamente la parte pdù innocentemente coreografica: la marcia incruenta, la sfilata tripudiante ed il ritorno gavazzante; ma l'essenziale, ìa distruzione del regime, 1'installazione di una nuova classe dirigente, la persecuzione dichiarata e ufficiale e l'eliminazione radicale del1' antica, qu.esto il fascismo non fece. Mancando della rivolu7,ione il fatto tipico, si capisce che sia mancato il solito contraccolpo di ogni rivoluzione, la « cottrorivolu.zione », cioè, per usare il linguaggio più corrente, le reazioni locali e federalistiche, le quali sen1prre sogliono susseguire ai moti rivoluzionari seri. Veramente, subito nei primi giorni dopo la l\'Iarcia si ebbero in alcuni punti d'Italia dei moVimentj che parvero i siutomi o l'inizio <li una reazione al trionfo fascista, voglio dire, p. es. : i fatti' di Sardegna, e, in altro campo e altr~ senso, Patteggiamento delle camicie a7..zrn·re. La storia autentica cli quei giorni, quando la si potrà fare, ci dirà la verità su quegli avvenimenti, di cui quelli svoltisi in Sardegna pare veramente fossero pe1· assumere una certa gravità; ades- ·so come adesso io c1'e<lodi poter affermare che quei due movimenti, di cui qui parlo per ragion di esempio, non fossero reazioni immediate nè controspinte alla troppo recente e appena accaduta marcia su Roma, ma fossero invece o lo scoppio ritardato o i residui ili una agitazione antifascista, anteriore alla. Marcia, provocata .in Sardegna dall'attesa o dal timore di wla e spedi~ione » cli fascisti <'Olllinent.ali, nelle sfere monarchiche e in c<!rti d reoli militari dal!' ali.eggiamento non del lutto rassicuranlc dopo che l'agosto era11 venuti assumendo, se non il Duce, alme1.10 certi ele:menli del fascismo nei riguardi di certi istituti e di certi poteri. Quando si farà quella tale storia si ved1à quanta inilucn'l,a abbiano avuto celie rcuilenze e certi impuntamenti dell'ultima ora a determinare, ad accelerare ed a deviare la Marcia. Per ora o lavorar tli induzioni o tacere. Dunque, se mai, sintomi <l.i pentimenti, indizi di repugnanze 1 tardi tentati vi di sterzate, movimenti deliberati pri1.na cd cflettuatisi, per forza d'inerzia, dopo che era accaduto l'irreparabile; ma uon quelle reazioni eh 'io dicevo; queste non si ebbero uè allora nè poi. E non si potevano avere. La rivoluzione iascistai l 'abbiam già <letto, se conservò della rivoluzione fino all'ultimo l'apparato esteriore, non ebbe della rivoluzione il contenuto; per via, da un pez.zo, era stata attenuata e denicotinizzata. Al rapace ave\'an cimate le ali e mo-a..ate le unghie, strada facendo, tutti gli elementi conservatori della nostra vita pubblica 1 parlamentari di destra e di sinistra, industriali, agtari, banchieri, tutti insotnma gli :ingredienti del blocco gioli_ttiano del '2r, la nostra borghesia, la nostra classe dirigente; quella a etti si si può negare tutte le virtù che vogliamo, quella ili cui si può dire che ha provocato ma non preveduta. la guerra, che sorpresa claJla guerra non l1ha saputa nè stornare nè fare, che vinta la guerra non ha saputo aver della vittoria nè il seuso nè la misura, quella ili cui si può dire tutto il male che si vuole, ma. quella classe, a cui nessuno può contestare la virtù e la capacità tradizionale di stroncare i movimenti rivoluzionari ch'essa ritenga perniciosi a' suoi interessi, di derivarne le acque nei p.i·oprii orti, di captarne gli uomini ... pi~ captabili, e di far il vuoto ed il silenzio intorno a quelli più irriducibili. Questa gente nel maggio del 'rs balonLamente s'era lasciata p,-ender la mano da quei quat. tro « esaltati» dell'interventismo clii sinistra; dopo lai guerra se li ritrovava fra i piedi an• cara « esaltati », come tre anni avanti, se non di più. Per un poco non seppe che farne e ne ebbe fastidio, ma poi quando si accorse che insomma qitakosa c'era li denti-o, e che quel falchetto tenuto a iliela opportuna e convement.emente incappucciato, a volta a volta o frenato o lanciato, poteva diventar un buon strumento di distn1Zione e di preda, incominciarono a riguardar i;iù seriamente a questi « musi duri 11, e, gente cli mondo, non s'offesero di certe loro sgarberie, e1 persone di spirito, non presero troppo ,;ul serio certe loro sparate da antichi dinamitardi,- e, uomini di cuore, intrapresero la rieducazione di quegli scapestrat!i., e, come via via quell'Eolide crebbe davanti a loro a vista, e un giorno veramente minacciò di sfuggire al loro controllo 1 al1ora tutti si: confessarono che, insomlila 1 al punto a cui eran giunte le cose, non c'era da esitare 1 bisognava, repugnasse o non repugnasse, aizzato il lioncello non mollru·- gli il guinzaglio, e attaccarsi ai panni di quegli energumeni, e tener loro le braccia, chè non.. facessero tutti quegli spropositi, che bensì avevan sempre detto di voler fare, ma essi avevan sempre creduto che fosser parole. Tante ne ho udite di codeste degue persone : « Lo capisco ane:h'io.. cose da far rizzare i capelli ... ma d'ata la loro forza, anzi data l'universale debolezza 1 1'ttuica cosa che ci resti a fare è di montar su anche noi, e tenerli d'occhio, e impedire che faccian troppe sciocchezze.. intanto.. si vedrà.. <la cosa nasce cosa ... ». Difatto si è ved'uto: tante cose ne son nate.. e fra !'altre quella appunto clell'aclclomesticamento ufficiale del Honcello, il quale si, di tanto in tanto manda ancora qualche ruggito, così poiir le frisson, nia insomma davanti all'irreparabile, al momento buono, sempre finora s'è mostrato savio e ben degno di tanta fiducia. Quelli che nel movimento fascista, più che un movimento politico voglion vedere un mOvimento 1·eligioso (ce n'è anche di questi), avrebbero buon giuoco qui a parlare di intervento della Chiesa ufficiale (La Monarchia), la quale captando e co:cvogliando· nel grande alveo della sua tradfaione il movimento tendenzialmente ereticale, lo ha, ticouoscen<lolo e « redimendolo di una prim.a e di una seconda corona\), appesantito e aduggiato di regole, di conveuzionii di pa.stoie e d.i riguardi, facendolo deviru·e dalla. sua linea primitiva. La storia si fa 1n tanti modi, può anche darsi cbe don1.a11iquesta. storia sia fatta da qualcuno in questo modo. lo per me resterò sempre dell 'opinioue che anch<.:: i primi fond'atori di questo movimento, lasciamo stare se religioso o no, abbian sortito da natw·a una singolare tenden1~ a farsi ... riconoscere e appesanHre e addomesticare.. dalJa chiesa ufficiale; e1 in fondo, io non so da che parte sia la soddisfazioue maggiore: se negli infermieri, i quali han l'illusione di riuscir sempre a contenere questo e agitato, quando gli piglian gli , accessi,, o nel!', agitato, (ma non troppo), il quale pare ben contento dopo tutto di poter dire: , se non ho rotto tutto gli è che... mi han tenuto». « Tegnìùne che l' a,mmiasso/ • (tenetemi chè l' alI:fmazzo) gridavano nelle loro risse i , kamaJi, , del porto ili Genova, quando erano meno organizzati e più pittoreschi: , tegnime che' l'amma5.to/, potrebbe essere benissimo il motto di questa nostra tragicomica epopea, in cui gente che ha nel sangue l'amore e l'intcrcs~e per il vecchio regime, ha dovuto, per cercar ùi salvarlo, finger di muovere in guerra contro di esso, ed ora che gli ha messo le mani addosso e l' ha un poco bistrattato, è felidssim .. 'l che accorran dei bravi cittadini a torglielo cU mano e a k.-var essa all'imbarazzo, il regime dal pericolo. - Ma supponiamo che le cose fossero andate in quel modo logico in cui non vanno mai, e che fa rivoluzione fosse stata rivoluzione, la persecuzione persecuzione, la distruzione distruzione, ecc.; credete voi davvero che sarebbero avvenute co<leste reazioni che voi dite, o 1a vostra è solamente una speranza non su altro fondata che sulla vostra tendenza di letterati a elar corpo alle vostre fantasie? In Italia, per esempio, sono stati abbattuti rivoluziouariamente due degli istituti più profonelamente radicati negli interessi e nei sentimenti di certe regioni italiane, il potere temporale del Papa e il governo borbonico; le avete viste voi le reazioni locali? Reagiscono magari con pericolo proprio, gli organismi vigorosi e sani ; gli organismi at1em.ici 1 cachettici non ne offron di codeste reazioni immediate e spettacolose (ed è anche per ciò che talvolta superano certe crisi meglio che gli altri). - « Se fosse, se avesse, sono i padri de' m:iei... e a ragionar per supposizioni poco sugo ci 5-i cava. Quel che &i vede è questo: che azioni . violente, dichiarate e ufficiali del fascismo contro istituti, ceti, e persone che rappresentino o il passato o l'opposizione non ce ne sono state dalla Marcia in qua; il 30 di Ottobre del '23 Mussolini al conispondente romano del , Corrie1'e faceva constatare - tutto raggiante - che si era fatta una rivoluzione mentre i servizi funz..ionavano, 1nentre i commerci continua. vano1 mentre gli impiegati erano al loro posto ecc., e recentemente, qualche giorno dopo le elezioni, lo stesso Mussolini dichiarava candidamente a un giornalista straniero che « In Italia non c'era nulla da ristabilire perchè nulla in Italia era mai stato interrotto , . E questa è una delle laccie della rivoluzione fascista: la rivoluzione di Augusto 1 - salve le proporzioni e gli a11tecedenti - la rivoluzione che rispetta tutto, non scontenta nessuno, éhe riscote l1Ullanimità e non solleva opposizioni. Ma insieme io vedo quest'altro fenomeno: tacitamente, sordamente, senza ordini pubblici ma con uno svolgimento sistematico sotto cui non ci può non essere un p-iano presta bi lito ed uu volere ttnico, in tutta Italia si sono, dalla Marcia in qua, rovesciate , amministrazioni comunali, ilistrutti od espropriati o paralizzati organismi <li cooperazione, di mutualità, cli beneficenza, di pubblicità, vessaH determinati ceti cli cittailini, perseguitate determinate persone: tutta una miriade cli casi spiccioli, spesso cruenti e luttuosi, di cui una piccola parte solamente è nota 'al grande pubb1ico1 e che costituiscono effetti va. mente, vi sia o meno -il proposito e l'ordine dall'alto, lo «sviluppo, della rivoluzione, la « seconda ondata», che è in moto dopo la prima anche se nessuno 1o proclama, come era già in moto da un pezzo la prima ,avanti la Marcia1 anche se nessuno lo voleva credere. Orbene, a queste spinte effettivamente e spietatamente rivoluzionarie io credo che sempre resistano e succedano le controspinte, le reazioni locali : anche qui una miriade di fatt:Ì/ che costituiscono tutta una imponentissima rete di difese e una paurosa preparazione di controffese : mascherame,nti di cooperatiYe, camuffamenti di antichi sovversivi, costruzioni di ripari sotterranei, esigli anche volontari, e, coordinamento di risenti .. menti e di rancori. Naturalmente di questo .oscuro e preoccupante movimento 1 pochi episodi sono noti, e ,li questi solamente que1li che, più raccappriccianti per le forme, sono per sè meno significati-vi, ma chi Yive fra gli umili, chi va per le campagne ed ha per ufficio. o per mutua. silnpatia la confidenza dei perseguitati e degli offesi 1 sa dire se vi sia o no in tanta parte d'Ita· lia l'animo di reagite al fascismo, e non può pensare che con viva ansia a quella che potrà essere o prima. o poi 1 o qui OI a.lti·ove, la fioritm:a di questa seminagione cli odio e di iniquità, che va avvenendo per tutto il nostro paese. Questo è il pane che sta sotto la neve. Se i1 regi1ne ora imperante fosse un regime o di a.perta dittatura o di àecisa r'ea.zione,· ma che assumesse la re.sponsabilità delle a.zjoni sue e cle' suoi gregari, e se il paese nostro fosse politicamente meglio educato, valvola di sicurezza per questo covare di risentimenti sarebbe, com; è ovvio, l'opera dei patti ti cli opposizione; nia 1stando le cose come stanno da noi, si può creclèi-"ee sperare, per il bene del Paese e per la salute anche dei fascisti, che il malcontento antifascista possa essere tutto derivato nella azione <lei partiti? Purtroppo io credo ehe no. Il fascismo, se ha portato nei partiti avversari un pò cli chiarifìca2ìo11e e se ha obbligatO molta gente a pigliar posizione o pro o contro 1 d'altra parte continua più che mai a rimanere esso nell'equivoco e ad assorbire esso le ambiguità di cui si depurano gli altri partiti. I quali partiti poi esistono e agiscono in determinati centri e zone, che costituiscono una parte piccoussuna ili tutta. la superficie dell'Italia politica. Le reazioni locali, personali, irresponsabili, che son suscita.te dal fascismo ufficialmente irresponsabile personale e locale, non accennano affatto, per ora, a clirigersi ed a sfociare in questo o in. quello dei partiti politici orgaw.,zati, impedite a ciò fare o eia diffidenze antiche o recenti o eia 06tacoli ciecamente lr~ppo,.,t.i eia! regime imperante, Quali aspetti assumeranno queste reazioni locali ora non si può ilire. Quel che si può ilire è cbe -in provincia. ,in wne non riJevate dalle carte topografi.che della politica attiva d'Italia, le cose non vanno così lisc-ie. • La situazione in provincia t graYe » seri ve 11ex comm. Rocca a Mussolini: e 6e Io dice lui vuol ilire eh.e qualcosa nella marmitta bolle davvero. L'episoilio Cesare Forni, non ilimenti.cato né seppellito finora, le migliaia cli voti raccolti claJ partito dei contadini, il persistere del Partito Sardo, sono anche sintomi della situazione a cui accenna il Rocca: ma c'è dell'altro che non si sa, o che l10ll si clice. Che cosa SOllO queste novità ! Inizio ili movimenti loca.li d,stinati acl assodarsi e acl tStendersi, o risorgere di un vieto localismo e municipalismo gretto e inconcludente ,o ribollire sorcio di esasperazioni e di furori inconsiderati? ~on si sa, non si può dire: le carte han delle wne in bianco: l:i,; sunt leones. Solo 1'avvenire potrà rispondere a tante ansiose questioni. AUGUSTO MOS'Il PlEROBPBETTI - Editore TORINO • Via XX Settembre, 00 jYovifà di j,f aggio: NOVELLO PAPAFAVA FISSAZIONI LIBERALI un volume di ii2 pagine - L. 6 INDICE: Premessa. Liberalismo e socialismo. Popolari e liberali. Il problema costituzionale. La milizia nazionale. Il Governo fascista. Dopo le elezioni. Il Papafava svolge una pacata e stringente critica del fascismo con queste pregiudiziali: « Insistere per la rapida risoluzione degli ancor persistenti equivoci pollitico0 giuridici come quello che forma il fondamento della milizia nazionale e sostenere una vigile, assidua, intransigente difesa delle libertà costituzionali ». VINCENZO CENTO IO E ME ALLA RICERCA DI CRISTO L. 6 Con prefazione di Adriano Tilgher V. Cento già noto per i suoi studi politici e filosofici rivela qui un singolare temperamento d'artista. pi prossima pubblica;;;ione EDOARDO PERSICO IL GIRO DEL JV[ONDO I. 111 PORTO ùONT AN.O Opera di stile e di lirica d'eccezione jYovifà: CHECOS'LÈ'INGHILTERRA L. 6La più completa monogrnfia uscita in Italia in questi anni stilla vita politica inglese. ALESSANDRO D'ENTREVES Ilfondamento d lflailosogfiiuaridica hegeliana L. 7,50

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==