La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 19 - 6 maggio 1924

b 76 imposte mello piacevole' degli anteriori, fece uu;1 caccia a sangue contro il vecchio nemico e creò cosl quell'atmosfera nella quale si preparava l'assas sinio cli El1izberger; seni.a tt1rbarsi <li q11csli effetti scatenò una stess:i. persecuzione contro Rat1wnau, t:011 lo stesso effetto. Appunto nella giorna la precedente all',cssassinio egli attaccò al Reicl,. stag il ministro degli P.steri in una maniera veramente minacciosa e si ebbe l'impressione di un.a perfetta provocazione quaudo all'im1oma11i uno studente gli portò m1 gran mnzzo di fiori in omaggio al Suo discorso mentre Rathenan 11011 era più che uu cadavere sanguinante. ;\ou, climcnlìchcrò tu.ai questi giorni febbrili. li Governo spaventalo dal destino del suo twmo migliore: a\'cva subito a11nuu7.iato lo stato d'asse dio. ~el Rcichslag c'era un 'aria di trÌncea c-olpita <la u11a bomba a gaz. Il nemico sta a destra - dis~e il cancelliere \\Tirth. V'era una gra.11 curiosità: t Sarebbe venuto Helfferich al Reich stag? 11. Venne. Nervoso, iuqnieto come sc.."lnpre. lo ho ancora nelle orecchie le grida « assassino 1 via, via, che lo salutavano. Ma Helfferich voleva perfino intervenire alla secluta fttnebre solenuemcntc te11ut..1::-dRcichstag e desistette soltanto dopo le ius~tenze dei suoi amici politici. Queste proteste si ripetevano tutte le ,·olle che égli faceva un di.scorso. Tuttavia egli rimase sempre iu prima linea. Quando Cuno, divenuto J, \ RIVULUZIO~E LIBERALE cancelliere iniziò Ll slla cli ){LM.Ì;iLl 1<.::-;1:-tto17,a passiva, Helfferich In tni 1 suoi u)llsiglic:ri p1u influc11ti e fu sua la colp:i p1i11cip:1lc<k11a man can7..a di provvedim<·nti fim111zian nella Rhu1 Non aveva. nieutc studialo <· lutto dimenticato. Propose più tardi un progc.:t.l" ,li una nuova mo1;1etabasata ~ul pre-n.,o del fi umc11to la quale sarebbe slata esclusi v::un<.:nlc· i u fa vor(" clcg-li a gricoltod, ri,·cnclicò la pate111ilà <lei m:1rco rendita (una questio11c più c.:011tro\·ersa dell'origine cli Omc1·0) e volen, :t"-~u111c1cil poslo di l'rcsidc11tc della Banca <li Sté.llO anche a pre-1.zo di ri1ntt1ciare per scmp1·c a qualunque attività po litica. i\Ientre si occupava della proJY«ga11<laeletto1·ale da lui coud.olt.a i11 modo purameute demagogico contro l'accet.laz.ionc del memorandum dei peiili la morte fermò questa carriera inqufo:ta e i 11con.cl.udente. E' finita una ,·ila sto1·icame11te senza importanza. No, uou è m1 alt:ro Versailles. Però non è solamente la storia di una VlJtti., è la. storia di tut_ to un ceto sociale, cli una intera classe teclcsi:a che 110n vuol mettere le sue esperienze a1nmini ~trative e ucuìmeno le sue qualità scic11tificbe a clispo!;izionc della odiata repubblica ma preferi- ~cc pL:r t..:goism.oe riscutime11to combattere contro 1111:i politica che certo dipenclc più dalla situazione inte111azionalc che dai partili repubblicani. Procopio. strano ili nou avei c:omprcso, o per es.sere più esatti, di :,vversarc con c]diber~to proposito perchè in t-,;~o appnnt,, c;ta ogni motivo dl dissenso ideale che separa il movimC"nto fasc-ist;, rfa r,gnl altro a base~dc:mocratica. L'UMANITARIA L'Umanitarfo, rhen·hl- ,c. ne: H1glia dire, ten ta11do Ja rie!,umrudcme e l'C:."ìegesi del pensien_; dc.-!suo fondatore, non i: una istituzione pubblk.a di beueficie:m.a. M cli là dell'indefinito e inrldi nihile programma del te:s-taton.: il qualf' '.;i pro pose: di dedicare i1 proprio ingc--n.tc:pntrimvnio ad un'opera cli aillto alla classe lavoratrice considerata c0111<.·maq.sa amorfa. di disereda.ti <"hesoJo dal pa.terno, caritatevole animo degli abbienti pu,1 sperare di ottenere qMnto può rrugliorare le sue condizioni, esiste una attività vc.-ntennale la quale del rampollo uscito dalla mc,nte del filantropo ha plasmato con opera quotidiana la fi,;ionomh1 definitiva che invano si vorrebbe ricercare all'atto <lel1a nascita. Que:sta, rame tutli sanno, t suita seguila da fatti che han110 ben presto messo in luce come il rimanere fedeli alla lettera della volontà di P. M. Loria sarebbe stato ripetere sen7..a scopo e sen7.a risultato la secolare e in-101.! esperie1n.a di enti che::, costretti nella ferrte::a di sciplina di immutabi]j statuti, segnano -il passo nel campo dell'assist.e::nz:, curntiv;,. Bac;tcrebbc a questo proposito rifare la -;toria della Casa <li lavoro per l 'assislc:11za ai d.isoccttpati pc:r COJI· vincersi come la fortuna dell 'I."manitaria sia dovuta all'aver saputo coraggiosamente rinunziare a. molti dei principi che a,-rc:bbcro dovuto cementan1e le basi. Le teudcnze paternalistiche del fascismo d1e da uua astratta e nebulosa affermazione di disciplina e cli subordinazione alla. Nazione trac le norme che reggono i rapporti fta lo Stato e le classi operaie, non potevano evidentemente ammettere come ,·alido lo spitito animatore del1a tenace ope1·a svolta, durante un intero vente11nio1 dalla Società Umanitaria 'per dare ai lavoratori tutti una chiara coscieuza della loro forza, per stimolarli, per allenarli ai proble1ni tecnici e spirituali, e quindi anche politici, come prepara.zione necessaria affincbè essi possano assumere nello _Stato le funzioni e le responsabilità di GoYerno che loro competono. Ragioni di basso opportunismo, che ·non è ù caso d'analizzare per ora almeno, han ritardato di più d'un anno un intervento che s'è poi verifl. cato ccn tutto un esteriore apparato diretto a porre bc.--ne in C\.;clenza la necessità sorta pei nuovi tutori del proletariato cli curare l'interesse dei Ja_ voratori mistificati dalle aberrazioni di falsi pastori che la longanime soppo1ta;,J'bne del partito dominante aveYa lasciati indisturbati al loro posto. Bisognava naturalmente dare la dimostrazione pa1ese della improrogabile, urgente necessità ùi tale intervento, giustificare cioè come dinanzi ad una situazione di,·enuta insoste11ibile 1 l'opera del governo e dei suoi emissari non fosse imposta che dalla. volontà di sah-are un organismo pre- :doso, sacro patrimonio de11a classe lavoratrice, giunto ormai sull'orlo di un abisso nel quaJe avrebbe altrimenti trovata irreparabile rovina. In altri termini, bisognava dimostrare che l'Umanitaria, la quale di fatto lottava contro non comuni difficoltà dovute allo stesso noncurante valore con <'Ui in tempi cHfficili aveva mantenuto fede al suo programma, non mrrebbe potuto sai- ... -varsi in v1rtù delle sue fo1'ze auto-nome. A tale bisogna si accinsero con lena febbrile i Commissari governativi, ma essi, dopo tre mesi di affannose e minuziosissime inclagini, uel dare conto, in una dettagliata relazione, dei rilievi fatti, palesemente dimostrano che se la situazione finanziaria nella quale l1Umanitaria si trova è senza dubbio deficitaria, quella patrimonialE è tale da permettere la co1itinuazione dell'opera. sua sen1..a bisogno di rimedi eroici e tanto meno di interventi diretti a togliere ai suoi legitlimi amministratori e<l ai suoi componenti ogni potere statut.ario. Caduto il più forte dei pretesti che avrebbero potuto essere addotti a giustificazione della violenza commessa a. danno di una privata istituzioue, l'avvenuta distruzione cioè o almeno la decurtazione del suo patrimo11io1 non restava, per. coprire il movente politico determinatore di tutta la mauovra, che valersi dei pochi fatti criticabili accertati e, opportunamente ingrnuditili, presentarli genericamente come indici cli una . i tuaztone di eccezionale gra'vità tale da suscitai'\: legittime preoccupazioni negli enti che da anui all'Umanitaria davano i loro contributi, sebbene essi di fatto si fossero sempre mostra.ti paghi dei risultati da essa taggiunti mediante l'erogazione e l'uso de-i contributi stessi. L'opiuione pubblica usa ormai a subire passi. vamente ben più pericolose iniziative dei ricer stiuttori, non ha mostrato di essere molto scossa dall'avvenimento c-he d'altra parte si presta a considerazioni non prive di interesse sia per quanto riguarda l'opera. passata. dell'Umanitaria, sia per quanto si rife1isce al suo avvenire che potrebbe apparire irreparabilmente compromesso. Anzitutto vog1iamo rilevare che giudicare i criteri contabili e amministrativi dell'istituzione confrontandoli col modello fissato per l'ordinamento delle opere pie e di conseguen1.a cousi<le- <rare grave colpa l'adozione di metodi che si pensano vo1garmente proprii delle imprese industria. li private, potrebbe essere utile cosa e necessaria qualora però si potesse ritenere esistà fra quelle e la p~ima sicurn affinità il che invece, come vedremo, nel caso specifico non si verifica; avrebbero dovuto ad ogni modo gli inquirenti chiedersi se le deficienze amministra.tive rile,·ate siano sostanziali o non rappresentiuo p-iuttosto fonne patologiche s<::condarie in, un or• ganismo volutamente non burocratico e che in definitiva non infirman<t la convenienza di mantenere in esso sistemi di controllo· e d'azione più agili di quelli escogitati e voluti dalla legge per altre 1istituzioui le qua.li, sia pure con trn movimento cli denaro più esteso, godono dell'incomn1ensurabile vantaggio di agire secondo una unica direzione, per scopi ben determinati e sopratutto costanti. Le itTegolarità e deficienze ,·istc dalla Commissione cd esposte nella sua relazione erano già·state d'altt·onde rile\'ate e fatte oggetto di severa critica interna per cui erano ormai allo studio gli opportuni rimedi; se si volesse sostenere ·si sia di fatto proceduto alla loro a.pplicaz.ioue con soverchia lentezza e se::nz.asufficiente energia ciò non potrebbe egual.mente far apparire legale lo scioglirµento clel vecchio consiglio e ia sua sostituzione con un Regio Commissario. 11 quale avrebbe dovuto in secondo luogo porsi e risolvere il prnblema se le difficoltà finanziarie nelle quali l'Umanitaria si è venuta a trovare dipendano realmente e solamente dalla inettitudine dei suoi dirigenti o piuttosto da cause esterne che uon dovrebbe essere difficile individuare quando si ponga mente ai compiti complessi che ad essa furono ;tttibuiti nel recent~ passato e che svolse raccogliendo am,pia lode. Diremo di più, ci sembra che non si possa onestameute giungere a una qualsivoglia conclusione, ad uha obbiettiva valutazione dell'efficienza dell'Ente che si volle porre sotto coritrollo (e questo soltanto dovrebbe essere scopro di una inchiesta) qualora accanto alle risultanze 1contabili non sì presenti in modo ben chiaro, ciò che invece la relazione tralascia di fore, quanto può dire cosa effettivamente l'Umanitai~ia sia, quale ne sia l1intima. struttura, il pensiero che la regge e l'importanza dell'opera compiuta. Tacere di questa presentando aJ pubblico piccoli fatti slegati e deformati perchè tolti da tale più ampia cornice nella quale logicamente si inquadrano, lasciando supporre che il constatato disordine amtninistra.tivo sia effetto e causa. tùteriore di un pessimo orientamento tecnico, quasi che l'Umanitaria si fosse ormai ridotta ad una vana espressione, ad un nome sei12a risonanza, si che ::.ia generoso passarne sotto silenzio i risultati raggiunti, significa conunettere una vera e propria mistificazione a danno della pubblica opinione. Escf.itso a priori ogni 11l1evO che implichi responsabilità pena.li per detenninate persone~ una cdtica limitata ai fatti amministrativi non ha senso se non in quanto si riesca, con UIJa integrale valutazione dell'opera dell'istituto esaminato, alla dimostrazione di uno squilibrio fra spese compiute e risultati raggiunti vale a dire quando si tenti cli dare di questi un giud1Zio esauriente. Su questo punto fondamentale la relazione tace. Nessuno può negare che la multiforme attività dell1Umanitaria abbia toccato campi disparati, E:i sia svolta secondo direzioni molteplici estemleu. dosi in super.fide più che in profondità. Essa appunto per ciò ha dato vita a manifestazioni che più intimamente hanno risentito gli effetti Ji quelle difficoltà di ordine finanziario che nell 'ttltimo decennio sono state fenomeno comune a tutte le armministrazioni pubbliche e private. Qualora si dimostrasse che tale sviluppo estensive non è che diretta conseguenza del carattere stesso dell'istituzione, non sarebbe difficile giustificare quegli accorgimenti amministrati vi che iu essa fttrono adottati e che, poichè urtano con la loro insufficienza formale contro i sacri canoni della. scienza del controllo, divennero, in quanto diedero occasione ad errori senza dubbio degni ili biasimo ma nOn certo essenziali, comodo bersaglio per chi non vuol dconoséere che l'Um~mitaria non potrebbe agire qualora fosse impastoiata con un ordi~amento che ne ra11entasse ed appesantisse l'azione. Il punto centrale di ogni discussione non può essere che neUa esatta defini:done del carattere clell'lstit~ione, carattere che i ~uoi giudici moL'Umanitaria co11ccpit.a dai suoi primi realik :1..atorie retta. costantemente come organismo au scitatore <li autonome energie nella c1asse operaia. considerata come fattore sociaJe che si deve neJl'orclinamento politico-Economico couqu.istare un suo posto a prcz;.,,0 di un costante, inesausto sforzo di intimo miglioramento e della imposizione di m1a volontà che nasce solo dalla perfetta coscie11:;,~della sua reale efficienza, è stata e non avrebbe potuto essere altrimenti, un istituto di sperimentazione socia1e disposto a tentare in ogni campo il nuovo, pronto quindi ad affrontare ogni più ardita incognita, a non rimpiangere mai le forze de<licate ad esperimenti quando ancbe questi conducessero a conclusioni negati ve, poichè la conoscenza della. mancata con. venienza di battere nella realtà certe strade piuttosto che altre è Iisultato che lo sperimentatore accoglie poichè ue riconosce la utilità. Siffatto p-1ogramma è in apparenza costoso e in realtà arduo per difficoltà materiali e morali anche perchè facilmente esposte alle critiche sciocche degli stolti. Diciamo in apparenza cer stoso poichè solo rìgnaro della complessità della vita sociale può valutare le realizzazioni che riescono ad affermarsi in modo definitivo senza in esse veder proiettato il valore dei tentativi che le hanno precedute, che hanno servito a preparare, sia pm~e traverso successive dolorose eliminazioni, il campo del loro successo. Come istituto cli sperimentazione sociale in intimo contatto con la ,·ita dssuta e perpetuamente .rinnovantesi 11ei suoi aspetti sost...'rn7~ia:~. l'Umauita1;a non poteva chiudere la propria at- 1 tiyità entro limiti predeterminati nè procedere sul suo camminò con la. cautela imposta. ai saggi anun.iuistratori di una Congregazione di Carità o di un Pio Istituto Ospita1ie1·0 che al primo gennaio cli ogni auno souo in grado di prevedere a puutino quali sara11110i fatti più salienti della gestione nelPultimo trimestre dell'esercizio iniziato; un suo successo d1alt1~011cle,fuori del can1po tecnico, 110n pote,·a nascere che dalla e· satta rispondenza dell'opera sua di iniziatrice, di seminatrice con le forze in atto nell 'ambientc esten10. Ora, è bene dire alto e forte che questa rispondenza non si è avuta. e non si rnggiunge che assai leutamente ed incom.pletameute. Non s.i dica che ciò è dovuto ad un errore di prospettiva, a deficiente interpretazlone delle for1.e agenti nell'ambiente sociale italia110, acl una troppo ottimistica valutazione della nostra vita economica e delle sue reali possibilità; chi lavora per il domani è sempre esposto alla necessità di gettare più sementi perchè una sola attecchisca. Nè si cerchi: cli cop,rire di biasimo il seminatore per la tarda comprensione 1 per l'ignavia altrui. Non gli industriali hanno capito la utilità di ere.are forti e salde maestranze, forti, Sc1.lcle dignitose nell'ambito professionale e in quello moraJe ed intellettuale, utilità che ]'Umanitaria lia sempre .iuvece affermata e ha sempre cercato di realizzare. In Ita.1ia viviamo in u11a fase cli imperfetto capitalismo che spiega l1esistenza di una larga schiera cli imprenditori i qua.li credono di poterse11e stare tanto più lieti e sicnri e di meglio assicurare le sorti delle proprie iudustde quanto pili miseri e .ignoranti sono i bvorntori impiegati. Nè hanno compreso l1opeia dell'Umanitaria, i Sindacati operai i quali videro in essa uno stru~ mento atto alla formazione di gruppi pri,dlegiati, u.u istituto cli lusso ottimo nei periodi di abboudauza economica e non ne capirono forse il programma a lunga scadenza illuminato e sicuro; altrettanto si può dire dei partiti proletari che si affannano oggi a difenderla dall1illegale prov. vedimento cha l'ha colpita. CoSi però si spiega come essa, nata •quale Istituto dedicato allo studio e alla creazione di organismi nuovi destinati ad' autonomi sviluppi, sia stata spesso costretta a mantenerli con le sue sole forze come solu1.ioui integra.li dei problemi pei quali aveva ad essi dato vita, pur dovendo nel contempo continuare l'opera su.a di ricerca di nuove applicazìoui secondo lo sp!rito informatore della sua azione. >-'on oc-,.orre iJJustrare tutte le iniziative >U-K:!- tate e 'KJrrette dall'Umanitaria per coufertr'...ar. questo nostro asserto sia per quanto si rireri.;(e al suo carattere iondam,:,11tale, messo ass:11 tx·n-e in luce in 11n brc:vc: ma ~1gnificativo r·apitolo twi volttm(· 11 L't,;mamtaria e la .;ua oper.t.:. nel q_~:r \ugrn;t.o 0simo ha fissato Je mete raggiunte t: <Juc11tfuture, eia per quanto riguarda )(-.difficoltft tbc ne hanno ,_·ontrastat.a l'azione. C1b_"lc-m-.,. >olo rluc cs<:mpi c::,tremi rhc ci sembrano as~i ~ignificathi. . ·e1 190,:; l'Gmanitaria <lii., acr..·1J1g('11- ,l05i al1a costru1jcmt. d1 u11 primo gruppo d1 ca;;e popolari, la dimostra,-ione irrefutabile della pos- ,;;ibilita e: dcJJa convenieny~ economica di co.stnure all0'6gi decorosi, saJii e: ·1 buon mercato ;,,t; le <·lassi meno abb.it:nt, );on più tardi ,?,-..! 1909 ha inizio quel J)1"ogramma edilizio r-ht:, c:u.rato da un istituto ad hoc, l'Ente autonomo per !e Case Popolari, ha, dc,t,.1fola ,-ittà di perfetti quac. tieri dando al prcblema dell 'a ll0ggio opr·r· ,.., una brillante ed estesa soluzione. F:i dscontro invece quanto,·. :t\.·vttrnt,; ~r l':u~ segnamtnto fJ'f'ofessfouaJe. >'"el 1904 qu.andr,; ilJ ltalia nessuno ancora pensa al proble:m;+. della prerYarazione k-cnica e c11.1turaJe delle :naestran:;,..c,l 'Umanitarja apre le sue sc!lole proff"..ssi-onali; si tr:atta d€:lla. prima ce11ula di un v·J;tc, organismo che dovrebbe prosp<....Yarcu,,• -=ntrc industriale più import.ante rlell'intera 11a1.ione. Orbene, soltanto dopo 200 anni ci si :1.Ct..·orgc<.h~ essa non può da sola risolvere il problema m<i. che tutte le forze diret.L1.mc11teinteressate devono ncorrervi, non pertanto si criticano le su.e seuolt e se ne denuncia la decadenza, ma si dimen.tia cli ricordare che es~, c:he di fatto avrebbero donito costituire: delle scuole modello nelle quali di versi mEtodi di insegna.mento ùo\·evanc, ve.:Jire proposti) applicati e ,·agliati, hanno dovuto .i.ccettare, per la colpevole incomprensione attrui, compiti che le- hanno poste su di una ,tra.da per la quale non erano state es-plicita.me:nte L. deate. Xi: vale continuare l'esemplificazi<Jue poicbè chi conosce l 'Lmanitaria sa come la deformazione impos.taJe, e rontro la qua.le Augu..c:to Osimo ha tenacemente combattuto insistendo 2iu.st...amente nell'eccletismo che oggi alla .::;.ua ~ ria si biasima, non può avere diffi.coità ad a.'"Dmettere quanto abbiamo asserito. Coloro tnvece elle 1a vedono traverso il riYestimento ooliticcche si.tè: voluto e si ,·uolt: attribuirle sc.--n~ por}o uella sua luce più esatta, difficilmente accette. 1an110il riconoscimento, che t implicito in qua.n~ to abbiamo detto, della colpa che grava sY. totto il mondo polifico, economico e culturale milanese per non aYer Yoluto esattam.ente comprendere le funzioni c-he l1Umanitaria esercita.va e non a,·er voluto, non diciamo porgerle a.degua.to aiuto perchè essa stessa potesse mantenere e s,·iluppare le pr<.,gettate nuove istituzioni, il che, ripetiamo, sarebbe stato gra,·e errore, ma raccogliere g1i embrioni di queste ulti..me e sia pure fuori di ogni Yincolo coa la creatrice, realizzarli in pieno così come comporterebbe l'intensità della yjt.,1,industriale e sociale lombarda e itaJiana. In questo stesso fatto è tutta la giustificaz.ione dell'opera pers011ale di Osimo che fu dipinto, enon inesattamente, come formidabile energia. accentratrice nell 'az:ione; ma solo una lucià.a., ostinata volontà pote,·a superare lo sconforto derivante dal dover procedere setJJ.pre contro oorrente fra i superficia.li consensi di molti, fra ('ostilità e l'indiffere1v..a dei più, con l'aiuto dtica,ce. e sincero di pochi. R. BAU8ll. "b'Eao DEbbfl STAillPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e ri'i"i&te fondato nel 1901, ha sede ESCLOSI\IA ~ENTt i~ Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. O.G.E.B. • Corso Principe Oddone, 34 - Torin<> Pnrno GOBETTI • Dfrettore-responst1b:r::

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==