La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 19 - 6 maggio 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE 7/J VIAGGIOATTORNOA GOBINEAU Dichiarazione Goomeau : uno scrittore che io amo. .Amo questo francese di Normandia, nobile di ""'-l fine ed antica, dalle poche squisite anoo:oìe: Prockesh, l'uLtimo scolaro di Metternich, Don Pedro, l'ultimo imperatore del Brasile! f";iorrgio V di Hanuover l 'tùtimo re cieco · dai_ RT,andi viaggi attrav~ i , paesaggi in; diti > del Brasile, della Persia, delle Isole di Tero-anova battute dal verde mare; dalla vecchiaia pon,ra dispregiata dai ret01;. Fu un ingernw, che si entusiasmava per la sposa dell'.arimam10 barbaro, castamente sedente al giovaru, :locolare, ravvolte le tre.ccie bionde nelle band.elette di lino. Fu tll1 mite che parteggiò per 8illa, studiò i caratteri cnneiformi dei IDJr 11u:meni:ias,,iri, e non volle mai essere eletto de- ;putaioo. 'Nell'opera ~ua maggiore, l' « essai su,r Pinegalttè de,s rages hu·maines :», egli vide la storia unlversa.le con1e un. immenso ricamo di Kacheruyr. Le due varietà infe,;ori della specie umant1.., la' razza nera e la raz7...a g-ia11;8,s,ono il fondo ~ossolano, che le famiglie secondarie deJle rny.za biru1c.:.'slollevano e sfumano mescolandovi la lor seta : mentre il gruppo ariano, facendo circo1are i suoi fili p-iù sottili attraverso le ge.J1erazio11i nobilitate, applica alla loro superficie, i suoi arabeschi di porpora e d1oro, raddolci\1 da una patina 1norbida e fusa, cu.i ogn ì secolo aggiunge una tonalità·' preziosa. Tutti i ricami a telaio, si sa, sacrificru.10 taJYolte ; principii del realismo a.lle esigenze del1'ar1nonia dei col01i.. Nei: Sou.1Jenirs de voyage, Gobinerm ha questo piccolo dialog-o delizioso, fra 1l.1la bambina che, appuut..oi ricama, e sua madre-: - ,. Mammina} non credi che se facessi la lingua. dd cane di 1tn verde più chiaro, ,s,tarebbe megiio? ,. - ~ Sì, bimba mia : ma. io la preferirei violette.: è p1u naturale ». F.,bbene di questi caui con la lingua violetta -ne corre più d'uno nell'. « Essai swr l'lnegal'lté des r4ces ll:u:m.aines , . Ma piacciono : e amma1iati dal ricamo magico, aru.che noi ricouosciamo -in t11tta. serietà: « Sì, sl, è più nattu·ale ». L'apoealissi di Gobineau 11 • p-rogra.mma , che Gobineau prospetta al1iumaaità, è noto. Caos etnico, disfacimento pul- ,·eruleuto delle tazze, contaminazione universale:. H iii lo cl 'oro della razza ar:i.c"lllasi pe.rd!erà1 sul grande telaio della storia, fra i colori più Yil:i. Forse verrà ancora Tamerlano, forse tutta l'Europa. e l':\.merica cadranno in una corruzio11e -d.i sangue e di fibra, in una metli.cceria verbosa, oppure « ì centri, 1nantijatt1l'rieri cresceranno sem,- pre pii, diffondendo la, miseria. e la d'.em<Jralizza.zione nelle basse classi» (Ép. p. 162) : i ca- -miciotti- bleu degli operai diventeranno sempre -più numerosi, e i territori già conqnistati dagli arianì saranno una enorme verminara di popolaccio sanguinario e imman<lrillito, buono per la -ripreea dei sacrifici umani, della pl"OStituzione aacm, e per un dissolvimento babilonico. Gob:lneau si mnove fra queste profezie sinistre come se ci guadagnasse un t!atnto. Le-mette in rilievo co,11gusto teti-o. Si cOlllpiace di battere ,i popoli con verghe di ferro. Ha la capacità di ·-Od.ìare intellettualmente intiere generazioni. Con~ damJil la razza negra a « raniper eternellem,ent ,1 dinanzi agli A.da, guerrieri e signori : lascia ili s.levi « à l,eurs hu·nibles tra'lJa.ux »; parla delle caste inferiori indiane in q11-e.sit!tieJrmini : , L,a le.ctures des li-vres sac1·ésleitr jUit interd,1.tc . -ils ™ jurent pas Consicìerés co-mm,e,purs~ et rien de p&us fuste ». Ha un debole per il linciag-gio. Jm<t:ile chiedergli il perchè di questa sua spec:ia}e , giustizia». Egli si è messo al principio dei secoli, alle scaturigini della. sto-ria, sedendos1 al posto del Padre Eterno, ed ha deciso, nella ~ua ~aggez7..a, cli affidare alla l'azza bianca -e a;, biondi Aria tutta la, parte nobile della storia avvenire. Perchè ai bianchi, e non al .gialli? :\'on si sa. La 11 giustb..ia » cli Gébineau è imix,--rscru,tabile come la teoria della grazia di Calvino. Egli ba introdotto la predestinazione delle sorti <lei popoli, come Calvino l'ha introdotta nelle .sorti delle anime. Perchè ci sono delle anime cla.nnate al peccato e alla petdiz1one? :Kon si sa. Perchè ci sono dei popoli di ~azza nera o gialla <llestina.ti a « ra1mpe,- eternetlem,e-n.t »? )fon, si sa. Calvino pcesenta q=ta sua ineso-- -rabtle e misteriosa <( giustizia n come una cert~ teologica. Gobil1eau la presenta come ,wa d.i.:ag;oosimedica. La teologia di Calvino vale -tanto quanto la scienza etnologica di "Gobineau. Ma, al .di là di ogni confutazione, resta l 'a.ccento 1neta.llico con cui hanno intimato: « voi sarete dannati » oppure : « voi morirete li. Tale aceento è identico,. Leggo Gobil1eau, leggo Calvino~ sono in una chiesa pa:rata di nero, dalle pro&pettive in.finite, schiaccia11,ti. Ma sono _0:rgog-lioso di fissare cosi bene il destino tagliente, che è anche il mio destino. Sono - per usare la terminologia di Gobineau (Plèsaaes) sono , Ptgli,o di re,, bo la ·se.nsazi01ie di poter sfuggire alle insidie della decadenza e della cornt7Jione.t di poter essere pari a1 destino, ch'Ludeu- -domì ne11'accettazione del dolore e cfull'eserciz.io ,!ella volontà. Q1'esta im<pressione fu ben risentita da llllO elci p<'imi lettori ddl' Essai: J;ocqueville. :e;g,li scriveva a Gobinea.u: « Voi avct.e ragione di negare di essere materialista. La vostra dottrina è piuttosto una specie cli fatalismo, di predeslinazwne se volete: differente tuttavia da quella di Sant' Agostino, dei Giansenisti e dei calvt,n·1stl : questi sono quelli che vi somigliano di più per l'assol1,lezza della dollrina, in questo, cbe per voi c'è uno strettissimo legame Ira il latta della predestinazione e la materia , (Ep-. p. 189). Le fonti dell' "essai,, Ma questa sua inesorabilità, avanzata con pretese ed apparecchi scientifici, è una vernice. Da qualtmque pavte la si raschi, vien fnori l'h·111neu1' conlre le si~cle ». Nel castello di Bredou, :i.11 Normandia, c'è un vec-cbio ge:utiluer mo imbronciato, antico ufficiale d'orclinan7...a,del Conte di A1tois ,che passa lunghe serate con un ragazzo di dieci anni: suo fig1io. « Con:versazlO ni intenn.in.abili 1,n cui le questioni storiche erano trattate a fondo ,e in cui c'era un grande profitto reciproco •. Quelle serate, tenute sotto la restaurazione e ]a Monarchia di luglio, sono molto nere. (Press'a poco, il tono di un pranzo famigliare in casa dl un nostro deputato del1 'opposizi.one costituzionale : si capisce che ne debba scaturire una apocalissi). Ce n'è per tutti, di condanne : per i Borboni, per la nobiltà, per Luigi Filippo, per i ma.,,ants che rubano, per la silenziosa congiura dei campagnuoli, per i giaoobini, per gli operai, per le macchine, per Parigi. Padre e figHo sono due signori della. Lega o della Fronda: fanno tutte le opposi12.ion.i,quella aristocratica e quella morale, quella <lei sangue e quella, della virtù. « Non c'è più religione ». La sensibilità violent.:'l chefa del padre un pensi6nato frascibile, farà Gc--! figlio un grande scrittore. Le invettive che il padre ha lanciato contro le donne impudiche della capitale, voi ve le ritrovate nell' Essa.i a proposito, per esempio, deUa Grecia : « J e ·ne dis 1ien den concours de jewnes fi.lles nues dans le stade, je n'insiste pas sur cette exaltation officielle de la bea·ntè phisiqiw ... mais je dis que la. fin de toute cette bestialitè était de créer un ramas de miséra-bles sans fai, sa.ns probité, sans pudeur, sans hwnwnité ,capables de toutes les infmnies, et façonnés d'avance, escla1Jes qu'ils éta.ient, à l' acceptation d.~ toutes les turpitudes ». Perchè la carta, che è muta, parli cosl contro la degenerazione dello stadio greco, bisogna che l'autore abbia ben gridato contro h plebaglia parigina. Tutta l'opera di Gobineau non è che llll rimug1namentoJ virile o senile, di questi sdegni. Una scrollataccia di spalle, uno sbatacchio d'u• sci ,un tintinnio di speroni. Che l'umanità si impicchi, che la Francia sprofondi : tanto, non/ ci son più gentiluomini. Troppo appassionato per essere uomo d, azione, egli trattò la storia universale come un afiare di famiglia, complicato ·di rancori e di vendette: c'è un grande affare, sottinteso in tutto l'Essai:_ ed è la genea.- logia della casata dei Gobineau. Il dispregiatore deila patria E poi, invece, egli fu di coloro che a.mano la patria col selvaggio furore del profeta ebraico, e l'amano di più quando salgono sui tetti a conclama.re « Maledizione su cli te, o popolo dalla dura cervice». Ostentò di accettare il ;e. condo Impero, regin1e di bastone e di zuccherino, conie l'unico possibile per u.n popolo contaminato, per un lombricaio umano. Civettò rnn gli Ariani di itutti i secoli, con quelli dell'Odel barbarico e con quelli del furgone del Fax-West, per fare dispetto ai francesi che non gli pare- \·ano più com' ei li voleva. Adulò i persiani di Ciro e dei SassanicU (I-listoire des Perses), i pirati norvegesi, gli anglosassoni moderni (Sou.... venir de Voyages, Les Plèjades)i come surrogati dei francesi ch'egli aveva in testa, e che si ostinavano a non voler nascere in Francia. Passò cosi per un dispregiatore del ptoprio paese : e 1 'amore dissimulato sotto l'ironia o sotto il disprezzo, dà stringatev.,a e veemenza a tutte le sue condanne, accentua ]a crudeltà delle sue apocaJissi universali, e la assolutezza del caldnismo latente nella sua storia. dei popoli·. Ma. in una sola frase gli si piegarono le ginocchia, come a un e.ree: ed egli chiese perdono: « Il faiit a-i.mer sobrement sa pa1tr1:epoiw pmrnoir liti pardo11ne1' beaucmip )). Stabilità Con Gobineau si fa il giro del mondo e il giro -della Storia, e si ritorna sempre in lL1l castello cli Normandia, saldo e autoritario in mezzo alle toppe arate della campagna piatta, l'ingresso p~dronale coi pflastri adorni cli due cani di, terracotta, i· pometi per il e-idro di uso famigliare, e quattro lecci scapezzati, ammaestrati a la.r da parco per i signo1i e p-ad.rooi. Noi siamo nati qui. Questo castello è PampHameuto della curtis rustica dei carolingi, la curtis era l'amplia.mento della easa franca, ben piantata sull'ode! barbarico, la casa franca era semplicemente il carro delle trasmigrazioni ariane, cui era.no state tolte le ruote, quando i conqttistatori si fissarono su un terreno pingue. « L'abitatiOn roulante s'est attachèe aw sol et n' a plus bougé , . Tutto quanto abbiamo veduto od· appreso lontano, è meticcio, è infetto: minaccia la nostra casa, minaccia k s,tato che ne è fiooto, mfoaccia la nostra civiltà di occid=te, cosl circoscritta e òelicata e tutta congegnata. L' Essa; su,,, l' vnegaJ>té des races è la più grande raccolta delle opinioJJi rebarbative di provincia sulla storia universale. Esso resta la misura non dell'ariano di razza, ma del conservatore di raz7..a, dell'uomo d 'ordj ne assoluto e integrale. Gobineau in Italia Gobinea,1 ha scritto da qualche parte: e La décmnposition pul11erulente des raçes dans les régions du royaume des /3ourbmis de Naples .... Si: ci sono degli uomini delle regioni del reno dei Borboni che in certi momenti - fauno credere a Gobineau. Uno: l'ex presidente della Cam,::-raitaliana - De ~icola. • .. Invece, vidi un giorno a bordo deJ Duca degli A brwzzi un gruppo di ragazze siciliane cli Ranclazzo, che si erano imbarca.te per New-York. Erano delle spose, negoziate per lettera, da siciliani emigrati laggiù, ch'esse non conoscevano se non attraverso le persuasioni mediatrici del parentado. Non dimenticherò mai la pudicizia c.ou cui guardavano il motido nuovo .::ittcrno a loro, il piroscafo, il porto 1 e poi i} mare non navigato. Niente cli meschino, nessuna curiosità banale, nessuna emozione fattizia, nessuna. domanda sciocca sulle cose non essenziali. Partivano, non liete nè rattristate, verso gli uomini del loro sangue, diventati dockers, barrnens e Jar1ners, ma non disposti a diventare «mogli», come si usa nel più babilouico impero del mondo. Erano, forse, le creature più nobili, più secondo il cuore di Gobineau, che la vecchia Europa esprima : sorelle di Akrivia Phrangopou1os, dei Sou1Jenirs de Voyage: « la donna dei tem,pi americi, che non. Vl-ve, non esiste, 1t.-0n ha altra ragione d'essere che per l'amb1ente Ja,. migli.are in cui si tr01Ja: figlia, sorella, esclusi, vamente, in attesa di di-ventare, in modo -non n1.eno assoluto, sposa e m.adre •· L'adattamento alla vita L'obiezione gli veniva posta subito da Toqueville, in nome della fede nel progresso, nella • migliore educazione, dei popoli, ecc. Scriveva, Tocqueville, a proposito dell'Essai: « UnioJ>era che cerca di pr01Jarci che l'uomo ubbidisce quaggiù alla sua costituzione e n,m può quasi niente sul proprio deslino mediante la sua volmità, è dell'oppio dato ad un- malato il cui sangue si arresta di per sè ,. Il Tocqueville credeva davvero che se l'Essai fosse stato letto in Francia, tutti i francesi, mort:ifica.tissimi di aver• nelle veDe tanto sangue melanico e semitico, si sarebbero accosciati sempre più sotto il &rona,, Impero. Tocqueville, di fronte a Gobinmu, assumeva J 'identico atteggiamento di coloro che oggi cercano di insufflare agli italiani nn po' di calor di vita ,raccontan.clo loro cb'essi SOtJD un g.rande popolo, e che quindi non ])06SOno piegarsi sotto il mussoliuinsmo. In tale sua obiezione, il Tocqueville si manteDeva singolarm=te terra a terra. In realtà, non esiste nessuna necessaria connessione fra il valore filosofico di una idea e il suo significato per la vita. Il pensiero della predestinazione è_una mostruosità : eppure, esso ba. forgiato i più forti uomini della storia: tntta la efficienza di azione dell'uomo moderno è riconducibile alla concezione teologica di Giovanni Calvino. La concezione luterana della religione è stranamente flaccida e volgare: epp-ure dentro di essa è cresciuta la più profonda cultura sentimentale di Europa. Una peripezia analoga doveva toccare alla ideologia gobiniana. GIOVANNI ANSALDO. HEI-FFERICH BERLINO, aprile. Dinanzi alla morte tragica di Carlo Helffedch tace necessariamente ogni mala fede dell :osservartore e 11giudfaio acquista una naturale serenità. Volontieri gli si att'esta non solo la buona volontà - questa infine si ricònosce anche nel più provinda1e dei' parlamentari - ma anche una grande intelligenza e una solida base di cultUTa. Quando però il Lokal A nzeiger parla a propo6ito della sua morte di una vera sconfitta tedesca, di qualche cosa. come un altro Versailles, si tratta di w1 lirismo che ha una tromba esagerata e perfino ridicola. In fondo Helffedcb era uu isterico, Lo vedo ancora al Reichstag seduto in una delle prime file della Destra, laborioso ascoltatore di lllOlte tornate, sempre nervosissi~o; batteva ogni momento sulla tavola rispondendo con voce stretta e tagliente agli attacchi della sinistra di cui egli era. il bersaglio prediletto. Questo isterismo, espressione della sua grru1de ambizione limitata e squilibrata, lo portava di ufficio in ufficio, da carica a carica. Ai suoi grandi talenti mancava la visione sintetica.: cominciava tutto con un im-- peto brillante, e non concludeva mai niente. Multa non multu,n. Cominciò la sua. carriera di professore di Università, sotto auspici eccellenti : il suo libro sulla moneta 1n cui polemlzza. felicemente sostenendo il carattere di merce della moneta contro la teoria della moneta come puro medio circolante ciel vecchio Knapp è uno dei testi fondamentali della scienza commerciale in Gennania. Da quan·- do egli lasciò la Cattedra per entrare al Ministero delle Colonie, stimato allora come una stanza liberale nel palazzo conservatore, per i suoi a- -bitanti poco per bene, per lo più nemmeno utili - Helffe,~ch non ha ma.i portato fortU1J.a alla sua patria. Il dicastero delle colonie in quell'epoca era molto tormentato da una serie di scandali scoperti dal giovanissimo deputato Erzberger e si dice che l'odio morta.le fra j, due statisti sia nato di qui. In seguito Helfferich abbandonò l 'uf:ficio min.isteriale per passai-e alla direzione della Deutsche Ban.k ove presiedette agli affari orienta.li e lavorò per il famoso espansionismo versa il pi.ano ferroviario a Bagdad, uno degli elementi più efficaci se anche più nascosti che prepararono la guerra. Durante lai guerra ebbe il posto di nrinistro de1le Finanze, salutato clall'opinione pubblica cmne una crca.tiu~a liberale e una promessa della parlamentarizza.z1one del regi.me. Non c1è dubbio che in quel tempo era ancora fedele alle convinzioni della sua giovinezza quando aveva SC'litto un 1dranun.a. su lTirico Uttn gran ribelle e precursore della dvoluzione protesitante. La sna politica finanziaria però era spaventosa. Finanziava la guerra esclusivamente con prestiti interni che veni vano a pesare sui piccoli proprietari per le conversioni delle bancj,e e dell'alta industria che cambiava sempre i titoli vecchi alle nuove emissioni.. Non introduceva nuove imposte dichiarando che l'onere di questa guerr::t doveva essere sopportato dai nemici. Dai suoi continui rifiuti di ~cguire il buon esempio della Inghilterra e di tassare almeno i più grandi guadagni di guerra dsulta per buona parte la miseria finanziada della Germania cli oggi. Quando le difficoltà di questa politica che pre:J)Q.Cava la inflazione mortale del dopo.g-uerra cominciavano a farsi sentire Heliferich abbandonò le finanze e diventò ministro degli interni salutato anche qui si capisce con grandi accoglienze. Sostenne nel primo tempo, in serietà, la politica liberaloide cli Bethman Holweg il quale invano cercava di difendersi contro le scervellate decisioni dello Stato Maggiore. Fu contro il piano della guerra dei sotto ma dn i della cui inopportunità e inefficacia voleva convincere i dirigenti militari e i suoi obbedienti statistici civili. C=prendend• però l'impossibilità di contrastarvi cambiò aria e ne cliv=tò anch'egli fautore. E dichiarò al Reichstag : , la g-uerra dei sottomarini è il nostro ultimo a.f;(,ut. Se non si tira il popolo tedesco sarà perduto forse per secoli , . Ep}!,ure al Ministero degli Interni fu una delusione: non realizzò nessun progresso verso una amplificazione dei diritti parlamentari. Invece stava benissimo accanto ai Comandanti di Corpi d'Armata nel mantenere lo stato d'assedi• nella forma pi.ù rigida e crudele. Dopo la caduta di Bethmann Holweg, IlOll essendb diventato Cancelliere come aveva desiderato, rimase qualche tempo in riposo per andare poi a Mosca, successore del conte di Mirbaclt p1jrno Ambasciatore della Germania. alla repubblica dei Soviet, assassinato da alcuni socialistirivoluzionari proprio nello stesso palazzo che oi-:il senre all'Ambasciata italiana. Però Helfferich che nella sna vita privata era 1lll ammiratore della scintillante personalità di Ra- <lek da vicino non trovava nè piacevole nè sicuro il suolo della rossa capitale e si ritirò a Kief dove uon si trovavano già u.ffici del Governo russo ma la protezione dei soldati tedeschi. Lasciata dopo qualche tempo aucbe la carica diplomatica Helffmch assunse il posto cli commissario per la preparazione della smobilizzazione perchè era uaturahnente impossibile lasciare da parte , le qualità di questo eccezionale mgegno ». Dopo Ia rivoluzione la sua carriera politica parve finita. Non appartenne alPa.Ssemblea nazionale, anzi il Parlamento lo chiamò di.nanz.i a, una. commissione di istruttoria per la futura Alta Corte di Stato contro i colpevoli della sconfitta. Doveva preseutarsi alla Commissione anche H1ndemburg a cui si rendevano tutti gli omaggi cou. venienti a un marescfallo ed a cui Helfferich dava un'ospi.talità politica. Cosi avvenne che nella Repubblica tedesca davanti al portone della casa nel 'fi.ergarten (quartiere àell'alta finanza) dove abitavano i due indiziati fac:eva..110servizio due sentinelle d'onore dell'esercito reE"nbblicano. Helfferich si mostrava più superbo di tutti gli alti; accusati, rifiutò di lisponderc a1le domande di un membro della Com.missione, deputato <le\~'estrema sinistra giungendo addirittura a chiamarlo alto traditore. Multato perciò cli 300 marchi per rifiuto di testimonianza· egli prese tre biglietti dal portafoglio e li buttò con gran gesto sul 1nvoro. Proprio cosi come aveva fatto quando era stato ministro delle finanze. Del resto la Commissione -Jnorl di una bella morte lenta e pacifica come le persone che sopravv·ivono alla propria golria. La sua attidtà politica diventò sempre più demagogica e senza fondamento. Egli si fece po1tavoce dell'odio dell'ambiente ca'pitalistiro contro Ertzberger, iniziatore di un sistema di

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