La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 18 - 29 aprile 1924

b 72 SINDACALISMO E "STATALI,, Gli articoli di A. Monti mi banno non meravigliato ma persuaso cb 'io lo conoscevo - un tempo - sotto diverso profilo. Lo conoscevo? : credevo conoscerlo. E certo il torto è mio. Nel 1921 (preistoria!), durante certe lotte po.- litico-sociali, erami parso ch'egli condividesse - almeno in parte - le mie vedute di sindacalismo apartitico (come c1itica e come costruzione) cui si accompagnava un affiato mazziniano cd uno stato d'animo combattentistico-vittoriale, che, ron1e non ci faceva indifferenti al fatto-nazione e al liientimento-patria, confortava la nostra ribellione al demagogismo imperante. Ed ora il brillante ed abbondante scrittore pern1elta a me grafòfobo e difficoltOSo divincola.tore di idee, qualche appunto a ... qualche punto dei i uoi seri tti. Il Monti non è persuaso della infallibilità beue:ficeute del paterna1is.mo, sia d 1 un monarca assoluto sia d' u11a oligarchia. Se ne fosse persuaso, ai sudditi (impiegati statali compresi) dovrebbe negare qualsiasi atto di non subiezioue. Non è persuaso della infallibilità, dal momento che concede una non-Sttbiezione teorico-pratica ai sudditi ( « statali », in ispecie) attrascrso I'organizzazione pal'titica. l\1a il Monti àicbiara di preferire il mo\.·imeuto degli a: statali • 01·ganizzato dai partiti che non dal sindacalismo apartitico. A questo punto 1 la questione teorica diventerebbe più alta 1 diventerebbe, cioè, generalissima. E bisognerebbe cosi porla : il produtitore, per il suo cammino verso -il nomis ordo deve attenersi al siudac.alismo apartitico o seguire u.n partito che faccia del sindacalismo? Su tale questione io mi limito a due osse1·va- :r.ioni. Non è vero che il « partito » sia meno temibile allo stato del sindacalismo: meno temibile .. ~Ilo stato attnale - ehe non è... stato di grazi<l e stato-nazione. S1io dico il vero l'effetto nol nasconde di quanto è avvenuto nella storia del dapoguerra che parmi - a proposito degli , statali , - il Monù ucn sempre ricordi non tenendo, fra 1'altro, • conto come gli « statali )) siano stati in gran parte organizzati in sindacati partitici. La traduzione in pratica dei canoni sindacalisti non può essere demagogia, lllcompetenZ-a, facilonismo, perchè sindacalismo è compete.ntizzazione, spirito di saccri.fìcio, superamento spiritua.le, eroizzazione. Il sindacalismo apartitico non prende le cotte, non ba le scalmane del partito, che vuol prendersi il mestolo in mano. 11 sindacalismo apartitico non ha imperath·i di ·« concorrenza:& come l'hanno i vari partiti che fanno del sindacalismo. Ho già quasi esposto - con qnanto sopra -- auche il mio secondò punto. I partiti da.,rebbero - almeno secondo il Monti _ un afflato <li idealismo al pancia.fiebismo piccolo-borghese degli impiegati! Ma forse che il sindacalismo (competentizzazione, sp-irito d'i sacrificioJ superamento spirituale, eroizzazione) è senz'a.fflato di ideale? Forse che il sindacalismo non è una religione palingenetica e pandinamica? s'intende il sindacaJismo e non il pa.gnottismo ven1iciato, antebellico e postbellico, di questo o di quel colore ... Nota Bene. - Nè s'inibisce la vita del partito al cittadlno-porduttore: no; 1na., in quanto pro- «iittote, egli viva la vita del sind1lca.to al"'rtitico: Ubaldo Riva. POSTILLA D sindacalismo a.partitico dell'amico Riva è il sindacalismo soreliano che i teorici italiani e francesi ci presentarono come rimedio alle degenerazioni paternalistiche del riformismo. Senza rimettere :in discussione tutto Sorel, anzi accont.entandoci di giudicare dai risultati, si può constatare che gll scarsi gruppi di organizzazioni sindacali che in Italia si ven'llero formando per ispirazione soreliana non riuscirono a cr,eare un movimento completo ma rimasero ai margini della classe operaia, confusi ora con gli anarchici ora coi comunisti. In omaggio al dog- • ma.-na.a;ione ci fu chi finì per rivolgersi al fascismo. In realtà, parla.ndo di interessi e di competenze ~ sindacalisti italiani non seppero nascondere le loro provenienze ideologiche: un i11tellettualismo talvolta addirittura estetizzante, canoni critici e schemi di costruzione nega.ti poi per una mistica esaltazione del fatto. E' t'equivoco che vizia l'opera sotti.1e e corrosiva di Sorel. Ma non è soltanto per l'esempio d1 questi esperimenti falliti cbe nòj non credianro più a un'icTeologia che pur ba servito a spiegarci molti fenomeni cTello società cou:tiemporanea. Ormai, in pieno fascismo1 noi sentiamo di dover rifiuta.re proprio l'essenza. della critica sindacalista. a] parlamentarismo. Accettiamo Sorel per que1 che è parola d'ordine rivoluzionaria alle tna.sse ,scuola di intransigenza. Ma ci sembra inC0111pleta.la. sua visione della realtà turtta limitata tra interessi e competenze. La politica ha dei diritti contro e sopra l'economia. Non si tratta soltanto di sommare gli egoismi e di radunare gli individui. C'è nella partecipazione dell'individuo alla vita sociale un fatto più proLA RIVOLUZIONE LIBERAL~ fondo, più spiritnale, ebe soltanto la politica spiega e domina. Nella concezione del politico c'è più larghezza, più realismo, più disinteresse. Le classi lotta.no su: qnesto terreno, non su: quello meramente sindacale. Esclusivismi, intransigenze, egoismi, ip_dividualismi trovano nella realtà politica l'ultima sentenza di appello_ Un noviziato solta11to sindacale, un' educazjone di classe in cui la. psicologia del produttore sia separata da.i rapporti che lo legano con l'esterno e con altri tipi spiritnali, finisce per essere una scuola di egoismo, una deformazione dell'attività socia.le. C'è la politica al disopra dei politicanti. Dove i com.petenti cercherebbero schemi, dove i prod,u,tlori si irrigidirebbero in problemi tecnici, ba,. sta il ritmo più vasto della vita del partito, il senso degli orizzonti sociali, che i: istinto ciel politico, per superare ogni difficoltà. Contro i sindacalisti insomma noi rivendichiamo la legittimità di un'arte dei fatti sociali, di un'arte politica. Anche dal punto di vista mora!~ viver<· la vita politica nella classe, nel partito è qnalcosa di più che fermarsi al contrasto dc-gli interessi più pers6na.li; è portare i propri iukressi a contatto degli altri. Ere<li dello spirito •sorelia.no, o almen" della. parte sana di Sorel non sono infatti le variopint:<: organfa7.,azioni di mestiere, ma. anzi j bolS<:evicbi instanratori della dittatura ciel proleta.ria.to. E u:n tal testamento l'ha scritto proprio Sorel. p. g. LA RIFORMADELLA LEGGE COMUNALE E PROVINCIALE E' com-inciata parzialmente ad andare in vigore, e col r. luglio do\-rà avere· piena attua. zione, la. riforma della legge col)Junale e provinciale approvata con Decreto 30 dice1nbre 1923 N. 2839. Dell'opera legislativa del nuovo Governo e del nuov0 regime, la quale, secondo le affenuazioni nel neo-barone, suo principale collaboratore, pnò essere paragonata all'opera della rivoluzione francese, ma soltanto pe1·mettere in evidenza la. maggiore rapidità e organicità della nuova legislazione fascista: di quest'opera immane la rifo,rma della legge comnuale e provincia.le avrebbe dovuto essere una delle più importanti, perchè investe gli 01°gani e le funzioni vitali della nazione e regola i rapporti fra cj_uestiorgani, cioè fra gli enti locali e lo Stato. Non occorre poi una competenza specifica sull'argomento per sapere che qnando si parlava della necessità di riforme dell'organizzazione sta. tale e dell 'amministrazioue, uno dei punti sui quali maggiormente si ritornava. e si insisteva era il decentramento (parola nella. quale si confondevano almeno due cose diverse fra loro per natµra e per importanza), I 'autonomia degli enti locali, l'abolizione di organi inutili, fra i quali si citavano le sottoprefetture e il Consiglio di Prefettura. tica, i sottoprefetti esercitavano, per delegazione dei prefetti, la maggior parte delle funzioni che sa.ra.m1-0ora attribnite loro di diritto. In gran parte quindi la nuova legge 11011 farà che sar1zionare giuiidicamente uno stato di fatto. Decentramento istituzionale Di una vera e sostanziale riforma, questa sarebbe stata la parte essenziale. Invece in questa materia le innovazioni si potrebbero dire introdotte , per debito di ufficio,, tanto per dire che si è fatto qualcosa, dopo tanto parlare. Alla regione uou si accenna nemmeno più, e la Provincia, oltre ad occupa1•si delle strade e dei manicomi 1 sue quasi uniche funzioni per l 'a<ldietro, provvederà anche e all 'assistepza dei tubercolotici, dei ciechi e dei sordo1nuti in quanto non provvedano i consorzi o altre istituzioni autonome». Una certa impo1ta117,a, che solo potrà essere giudicata dall'applicazione pratica, può a.vere la. facoltà accordata ai Comuni di unirsi in consor. zio fra di loro o con la Prov;ncia, per provvedere insieme ai pubblici servizi e alle provincie di riunirsi in consorzio pe1· provvedeie a servizi di comune interesse. E1 questo un germe che potrebbe avere benefico sviluppo, se fosse seD1..lnatoin terreno adatto, ma ehe ha poca probabilità di dar fiori e frutti in un amb-iente statale impregnato di spirito gerarchico milita.re e dittatoriale. • pnò qnindi affermare che col nuovo sistema l'autonomia. dei Comuni è più malsicura. e minacciata che con l'antico. E ciò non deve far m.era viglia, percbè la. gerarchia com'è intesa dalla pseudo-dottrina, che i.-;pira il nuovo regime, n,,o. può tollerare nè concepire che qualcuno - iudividno o ente - viva di vita propria e non sia rontinuamente a.Ila merci, delle gerarchie supreme. Riassumendo, i] decentramento burocratico attnato dal nnovo decreto ha per effetto principale l'istituzione rfi nnovi orgafli bnrocratici; il decentramento i.-;tituzioua.le si riduce a una Ji_ nùtatiS6ima estensione di funzioni della Provincia, e neppure si riesce a capire perc-hè sia chiamato decentra.mento istituzionale, non vedendosi quali funzioni siano state < decentrate , da. centro, cioè dallo Stato, alla Provincia; la nforma. cl.egli ordinamenti comunali sopprime ntilmente alClllle snpc-rflue e ingombranti formalità burocratiche, ma aggrava pericolosamente l'ing-erenz.a governativa in senso minar:cioso alla ~sa libertà di vita delie amministrazioni romuna:i. La conclnsione è che il concetto dc:.ll'autonomia non ha il valore di un distinti\.-o qualsia.;i che si mette all'occhiello o si leva, secondo che torna comcxlo: esso ha valore soltanto se i: alla. base, se costituisce lo spirito informatore di tntta una mentalità. E d'altra parte è va.no aspettare il decentramento istituzioua.le da nna riforma o ;la una legge. L'autonomia, l'autarchia sa.ranno nna cosa viva e non una parola vuota di s05tan.Y.a qna.ndo saranno sentite da.gli enti locaii, quando diventeranno un loro programma e una !oro conqnista, qnando la libertà e l'autonomia cappresenteranno per le amministrazieni locali qu.estioni di dignità e di vita. Tutte cose alle quali na.. tnral.mente è inntile pensare in regime paterna.-- ]istico e casermistico. travetSl.)n. "b'Eao DEbbAST.AffiPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e rivista fondato ne] r901, ha sede ESCLUSrvA:.r2-.;n in Milau0 (12) Corso Porta Kuova, 24. G. B. PARAVIA &, C. Editori • Uln-ai • Tipografi TOftlNO - MILANO - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERMO Sarebbe quindi parso legittimo, a chi avesse atteso in questo campo conseguenze. corrispondenti alle premesse, ritenere che il nuovo decreto avrebbe portato uno sconvolgimento radicale specialmente. nella costituzione e ~1ellefunzioni dei cosidetti enti rurta..rchici. Vedremo invece come, per un singolare caso ironico, la riforma che molti, •ripet~ndo un. luogo comune, facevano consi-' stere quasi unicamente nell'abolizione delle S6ttoprefetture, si sia ridotta quasi unicamente· alla creazione di nuove Sottoprefetture. • Biblioteca di filosofia e Pedagogia Riforma degli ordinamenti comunali Per esaminare il nuovo decreto, seguiremo la traccia della relazione di S. E~ il Ministro segreta.rio d1 Stato per gli affari dell'interno, secondo la quale il progetto raggiunge i fini che si projmne con tre mezzi : il decentra.mento burocratico,. il decentramento istituzionale e la riforma degli ordiuanrenti comunali. ' Decentramento burocratico 'E' uot01ehe il decentramento burocratico consiste nel trasferimento di funzioni dagli organi statali ce111:ralia quelli periferici. Questo trasferimento può avere una certa utilità pratica unicanrente per la maggiore rapidità dell'azione amministrati-va, ma non tocca nè la costituzione degli organi nè i rapporti fra gli organi statali e Pamminis.trazione degli enti locali, sicchè non può stup;re che lasciasse indifferente il Cattaneo, la men~e che vide con maggiore chiarezza e concretezza il problema delle a.utouomie loca.li, e che meglio ne seppe valutare la fondamentale importanza. • Il decreto, nella parte concernente il decentra.- mento ):>Ùrocratico,ha principalmente per oggetto le funzioni delle sattoprefettu:re, delle quali sa.ranno , ridotte nel nu:mero quelle esistenti di scarsa importanza amministrativa o politica, e altre invece ne saranno istituite anche nel circondario sede del capoluogo di provincia. Nou. essendo ancora attuata la riforma, non è possibile p,·ecisare quante sottoprefetture sa.ranno abolite: si sa invece che dovranno esserne istituite 76, e si può quindi ragionevolmente presnmere che· per questa parte la riforma, auzichè giungere a una. riduzione di organi btirocratici, ' porterà a un notevole aumento di essi. Qnesto risultato è stato nna conseguenza. delj 'idea di istitui1'e localmente due gradi per i ricorsi gerarchici, il che non si sa,rebbe potuto otteµere se anche nel, circondario sede del capoluogo della provincia non fosse esistita la sottoprefettura. E' presumibile che col nuovo sistema, essendo decisi i ricorsi dr secondo grado dhl Prefetto anzichè dal Ministero, essi abbiano una trattazione e una deçisione più rapida; ma è discutibile se il raggfongimento di un fine cosi limitato, dato lo scarso numerd d~i ricorsi, giu,. stificasse l'istituzione di tanti organi nuovi. Qnanto al passaggio ai sottop1·efetti di funzioni, prima· attribuite dalla legge ai prefetti, esso è certa.mente u.tile e razionale, e solo in tal modo p,uò essere legittimata l 'esisteuza delle sotto1l<'efettui-e. Non bisogna però nascondere che solo apparentemente un tale trasferimento è un portato del nnovo decreto, giacchè, fosse o -no legale la cosa, anche per il passato, nella p!'aIl nuovo decreto, a qnanto si legge nella relazione tende a due effetti : « ad accrescere 1'autonomia d1 el Comune e a semplificarne l'azione per darle prontezza ed agilità. )) In questo =po sono state abolite molte formalità il cui effetto utile non corrispondeva cer. , tam.ente al lavoro necessario per compierle, e riuscirà specialmente un notevole alleggerimento dell'opera degli uffici comunali la soppressione dell'obbligo di inviare a.I prefetto o al sottoprefetto le deliberazioni prima soggette al visto. Si ha anche un,_"I.molto timida attuazione dell'idea della classificazione dei Comuni, cioè della gra.dnazione della tutela e dell'ingerenza a-overuativa a seconda dell'importanza del Comune. Ì Alla S6ppn·essione di qualche formalità burocratica fanno però riscontro\« i sostituti vi necessari » per « Je guarentigie indispensabili, a tutel~-- della legge, del patrimonio degli Enti Ioc.ali, e dell'interes~ superiore dello Stato». E, messo a confronto ciò che è tolto con ciò che è aggiunto, sarebbe molto ardschiato dedurne clJe l'auton01nia dei Comuni sia realmente accresciuta dalle nuo,re norme. In.fatti, se nulla. vi è da eccepire al • sostitutivo» che consiste nel dar maggiore rilievo alle opposizioni delle minoranze, perchè esso tende a ìimi'ta!re la tutela e l'ingerenza governativa ai cast in cui.i è chiesta. da una parte degli stessi interessati, non altrettanto può dirsi delP « aggravamento delle sanzio~ni repressive ,, il cui effetto, secondo ogni ragionevole presunzione, sarà di aumentaTe la già eccessiva ingerenza. politicro del Governo nel, funzionamento delle amministra1loni locali. Particolarmente pe1;colosa, perchè facÙe a. pi'etesto, ad arbitrii, la disposizione dell'art. 105, iu base alla quale « quando ricorrano motivi di w·- gente necessità, il Prefetto può, 111-a.ttesa del Decreto Reale di scioglimento, sospendere i Consigli! comunali e provinciali, provvedendo per· la provviso1iai amministrazione, a term-in-i dell'articolo 102 )1, cioè « a m.ezzo di a.ppositi commissari». Con un a1ticolo cosi concepito, siccome solo il Prefetto è in facoltà cli' va.lu'taire se « riconano i 1noti'Vi di tu~gente necessità», l'esistenza delle. amministrazioni c0munali dipende unican1.eute dalla volontà o dall'a.rbitiio, del Prefetto. Teoricam'eute si può SUipporre il caso che un'ammi11.istrazionesos,pesa. dal Prefetto non sia poi sciolta dal Governo, ma normalmente l'atto preventivo del Prefetto costituirà una specie di vincolo morale per H Governo e quindi rn decreto 1'eale di scioglimento non sarà ordinariamente che una sanzione forma.le di un atto già avvenuto. Ciò posto, fra una maggiore libertà di 1novllllenti e, del resto non eccessi-va, e l'aumentato pericolo di perdere violentemente, in qualsiasi istante, . l'esistenza stessa, quando si incon·a nel disfavore d~l Pl'efetfo, non pare crubbia la scelta, e si R. W. EMERSON LAGUIDADELLAVITA Trad uz:ione e introduzione di Decio Cettoello Un volume L. 15 L'Emerson si potrebbe dire un lirico de! pensiero filosofico, affine al suo grande amico Carlyle e autecessore e ispiratore del ì'via.eterlinck. Questo duplice ravvicina.mento può fa, intravedere al lettore dt qual natnra sia l'opera deil'Emerson. Gli S"ritti dell'immortale .Amtsi.c:ano sono più suggesth·i che sistematici, pil.J.profondi che organici : ma. for~e che le miniere tt"ogL 110 già pronto il materiale estratto, raffiuat.o, disposto in bell'ord.ine come i \olumi d'una biblioteca.? Questa Guida della Vita. è appuu 1,0 urra mi~ niera di pensien, e di poesia ,ài concezioni ed espressioni origi. 1.ali a volta a ...-oEa ardite o solenni. n libro si intitola. cosi perehè i mic<teri della. ,;ta - i quali vi sono espressi con una potenza che ci impressiona e ci lascia pensosi, qua.si fossimo dinanzi ad uno spettacolo natnnale o ad un mistico rito - ci si presentano nella ferrea legge del Fato, eui la. Potenza della volontà e della libertà nmaua. contra.sta, nella. forra della ricchezza. liberalmente usata e della Coltura e del Bene, n~ Religione immedesimata con la altezza. morale, nel sorriso della bellezza e delle lillusioni: e tale visione ci guida a meditare sulle più• nobili cose. In questo senso, sopratntto, l'Eme:rsou è un educatore, perc:hè eccita in noi le nobili forze Yitali del pensiero e d:ei sentimento. E le eccita in modo attra.entissimo : il lettore potrà constatarlo. O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. PmRo GoBETTI- Diretlore-resp01,sabile .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==