La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 18 - 29 aprile 1924

70 CRISI DI CULTURA Appunti I tempi nei quali viviamo sono, se per fortuna o disgrazia nostra non so, tali che non c'è Yerso di poter entrare in casa di gente amica o starsene seduti in un caffè, senza imbattersi in qualche braYo giovane iu preda ai più via. lenb disturbi spirituali di una e1;si di coscienza pro.ssima a scoppiare o già in corso. Niente cli allannante, ben che la malattia sembri - orai'nai - epidemica ed 1 casi di maggior violenza si riscontt-ino nelle migliori famiglie borghesi dove s1 è, in ogni tempo ,avuta molta cura del]' igiene spirituale. Le cose finiscono bene, in genere; con la scelta 1 cioè, di un buon direttore ài cosdenza e con un certo numero di esercizi patriottici - accompagnati, nei casi più gravi, da solenni atti di abiura - sulla soglia delle Sezione cl' un Fascio : dopo di che si rientra 11ella religione dell'Atto Pttro Nazionale, e si riacquista la _pace dell'anima e la sicurezza deUe spalle. E' un vero peccato che la cerimonia della solenne bevuta di olio di ricino sulla piaz1...a del paese, preYia lettura di una formula magica sui peccati di opere e di omissiouei sia caduta, a poco a poco, in desuetudine. Sono assolutamente convinto che essa fosse la più pronta e speditiva soluzione di tutte le crisi di coscienza; cosi per quelli che bevevano come per quelli che facevano bere. Era, anche per coloro che stavano ' a vedere, o leggevano sui giornali i particolari della cerimonia, una felice occasione per applicare, ancora una volta, ai fatti conc1'eti le leggi del concretismo storico; per essere, insomma, storicisti di fronte alla storia veramente in funzione ed in atto; e per applicare - anche al- ] 'olio di ricino - il saggio principio dell'unità degli opposti. Infatti l'olio di ricino prncura disturbi violenti e disgusti e nausee: fa male. Ma ripulisce visceri ed intestino e vi fa vedere per pMecchi mesi 11mondo in tutti i suoi aspetti e colori be11i e brutti, buoni e cathvi, dopo averYelo fatto vedere - per ventiquattro ore - di un colore solo e sotto un solo aspetto; nero e brutto. Insomma, fa bene; fa bene perchè fa male. Proprio cosi ! ::Molti casi di coscienza, molte crisi spirituali sono stati cosi risoluti anche pdma che la marcia su Roma aprisse l'era delle ·conversioni in m.assa e della trionfante assunzione degli apostoli sulle cattedre universitarie e dell'elevazione dei martiri sugli altari degli ordini ca calle reshi. Quelli che sono rimasti fuori del culto riconosciuto e q11e-llic-he non sono ancora convinti dai tangibili miracoli delle conversioni ci annoiano ancora con le loro ihguaribi1i crisi di coscienza, e inappagabili stati di perplessità : ma troveraÙno anch'essi le vie della salute. E, del resto, cosa può importarci la sorte loro? A meno che, nel loro nlllllero, non fosse anche qualcuno d.ei nostri, o non proprio, adqirittura tutti noi, 'della generazione idealista e storicista: dà qualllllque professione od arte, di q_ualsiasi scuola o partito. Può darsi- che sia così? E se fosse non avrem.mo anche noi 1 una buona volta il dovere di deciderci e di uscire da questa famosa crisi di coscienza, che dura da alllli, e dalla qu.ale non pare ci abbia guarito nè Santo :Manganello, nè Sant'O1io di Ricino, nè altri santi adorati e adorabili s·ul cah·ario delle redenzione? Ma, questa che chiamiamo crisi di coscienza è, poi, veraménte tale? C'~ una crisi di coscienza della nostra generaizone di fronte ai fatti che si sono svolti contro di noi e no11ostante i1 nostro volere? O noi non riusciamo a renderci ragione di taJi fatti e li prospettiamo ancora a noi stessi in una luce ambigua per cui ci appaiono, di volta in volta, salutari e benèfici, o malefici ed esiziali? Questo è il punto da risolvere. Se noi sia.mo o non capaci di decidere di fronte ad un fatto storico ad un evento matui-ato e com.piuto, delle sue qi:aÙtà intrinseche e della sua storica natura, e quiudi della sua dw-ata e delle su.e conseguenze; se siamc, cioè, veramente in condi- • zione di emettere un giudizio sen1,a. sentirci, nello stesso momento, giudice e parte; insomma, ed irn parole antiche e povere, se siallno capaci di dire che un fatto è utile o da1moso, buono o ·cattivo. So benissimo che un .filosofo soniderà a questo punto; e vedo, anzi, molti amici adk:1ritarmi, con qualche ironia, biblioteche intere di volumi, sag. gi, storie e memorie critiche, sulla validità od oppugnabilità dei giudizii di valore. Ed io sono dispostissimo ad accettru·e la lezione ed a sopportare l'ironia. Però - e qni 1isolvo, per conto mio, questa .che si chiama crisi di coscienza - sono decisissimo alhesi a non 1imuovermi da questo con- <:;ettoelementare e sempUcissimo; che, di fronte ad un, fatto compiuto, il mio còmpito e dovere di cittadino è di determinare la mia a2lone cli fronte ad esso, in seguito ad un esame delle cause che l'hanno prodotto, degli elementi che lo costituiscono, delle conseguenze che ne scii.turiscono. Pro o contro. Da una parte o dall'altra. Questo è il còmpito e il dovere clel cittadino nelle vicende della vita pubblica. Lo storico ven·à più tardi a realizzare l'unità degli opposti, a ritrovare e tra.celare il corso dell1 idea universale. Ma il compito e il dovere del cittadino è quello di ave.re la sua idea, il suo volere; di adoperru·si aJla creazione di mezzi adatti ad un determinato - LA RIVOLUZIONE LIBERALE scopo; di commisurare le forze all'obiettivo. Comp-.ito di politico; opera, cioi:, di passione e di ragioue. Ora nella nostra generazione non c'è una crisi spiriluale, perchè la passione non è entrata mai i11 lotta ed in contrasto con la ragione, in ordine alle vicende sl01i.cbe del nostro paese ed ai falli politici che si sono prodotti. Badiamo bene: questa della crisi spirituale l:, pel' la maggior parte cli noi, wia comoda scusa, per mistificare, ai nostri stessi occhi, la paralis,i che ci ha colpiti; per non svelare a noi stessi H vero carattere della crisi che ci travaglia. La quale nou è crisi spirituale, ma crisi di cultura; o, meglio, è crisi spit;tuale in quauto sofiriamo e moriamo quasi delle deficienze cuJturali del!' intellettu.aHsmo. La nostra ragione non riesce priù a fissar:;i su di un fatto determinato sellza perdersi tutta in quel fatto stesso ed invee.e di ricavarne i caratteri e le funzioni, di tracciarne i limiti e descriverne gli aspetti, vi sman-isce i suoi criterii, vi si perde in un 1iconoscimcnto generico della realtà. Ora se è vero che nella filosofia e nella storia conoscere la realtà è crearla, è altrettanto vero che, nella politica, la conoscenza del1a reaJt~, e la sua creazione, si ritrovano nell 'a.ziooe che tende ad impa.drouirsene ecl a modificarla. Qui lo spirito, se è concreto, incontra le sue precedenti creazioni, ed anche le sue attuali creazionj - altrettanto concrete e posi ti vamente espresse, in leggi, istituti, costumi i e rappresentate da uomini cbe vestono panni e dicono parole. Panni e parole che 11011 sono labari e simboli ; o, almeno, non sono soltanto questo; ma circolano nel mondo come uomini veramente vivi - che conqufat.ano, cioè, quotidianamente, la loro vita - e come pensieri in cui la verità si mescola, naturalmente::, all'errore, ma dai quali na. scono i grandi moti religiosi, i grandi movimenti sodali. E' possibile rimanere nella posizione passiva dello spettatore? E se non è possibile chi i: at.. lore, non è: forse tale, appunto perchè ha la su.a parte? Parte; cioè divisione: affermazione o ne-- gazione; cHscorde concordia; lotta. Ma t possibile avere una parte se h ragione non ne sostiene e convalida la bontà, ma, invece, ne ammette, riconosce, proclama. ] 'indifferenza di fronte ad ogni altra )Y.JrteoJ)'POSla0d avversa? Se questo non è possibile, la crisi che attraversa la nostra generazione è appunto una crisi di .;,!tura politica : e consiste nella incapacità dell.a ragione cli suscitare p1·onti e definiti\·i motivi d'azione. MARIO .FERRARA ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI TEDESCHE DA LUDENDORFFA MAX HOLZ Sebbene i partiti non abbiano ancora finito cli: compilare le loro liste, si può già avere un certo quadro della lotta elettorale in Germania. Se si volesse ,trovare un titolo riassuntivo di questa preparazione si potrebbe dire : Les Dieux restent o piuttosto les Dieux revierznent. Con ciò non parlo dei noti parlamentari invecchiati nei ludi ca,,,tacei delle elezioni 1 dei programmi e.. dei discorsi, ma degli Dei veri dell'antica Germania imperiale cbe recano Q1'ail loro splendore un poco sciupato nella rappresentanza del popolo mediante le schede Che preferirebbero aboli.re. Cosi aJl 'estrema destra si presenta come capolista Ludendorfl che da qu.alche tempo ha cambiato il mestiere del generale in quello di tribuno. L'antico Generalquartiermeister, purissima incarnazione del militarismo, del più iistretto ed. esclusivo militarismo, è ce1iamente il tipo più antipatico dei ci-c!eva,,,t kaiseristi. I suoi critici lo a.ccUS'1no cli non aver visto 111.ai che quella sola fronte alla quale egli si trovava. E' certo\ che non ha rapito la psicologia essenzialmente democratica della grande guerra. N6n ha cap-ito neanche che l'esercito tedesco del '18, esercito di anziani quarantenni, non era più lo stesso di quello dei giovani del '14. Ma a parte la su.a athvità militare, Ludendorlf ha ripetu,éamente dimostrato in politica la su.a incapacità assoluta. E' stato Ludendorff il prosecutore ostinato delle idee più fantastiche come un'insurrezione in India o la conquista dell'Asia d.el sud e dell'Africa del nord-est. 0 E' stato Ludendorff a lasciarsi sedurre dalla politica del! 'industria pesante verso la Francia. e il Belgio. E' stato L11dendorff l'iniziatore e il solo responsabile della politica fatta verso la Polonia e dei trattati di p,ace..con la Russia. e la Rumenia. E' stato Ludendorff autore della guerra. dei sottomarini. Sempre e soltanto Ludendorfl. Poich~ i ·cancellieri, i ministri, il Reichstag, il Kaiser stesso non avevano più. alcuna iufluenza di fronte allo Stato Maggiore che faceva tutto; e persino p.romuon:. va alle più alte cariche dello Stato. Tornàto dallai Svezia ove era fuggito durante la rivoluzione con. un paio di occhiali bleu e sotto uu falso nome, Ludendorlf ha scritto tre grossi volumi stupidissimi, in cui ingiuria il suo esercito che ba avuto unr milione e me-7...zo di morti, accusa iE ebrei, gli ultramon.tani di aver pirovocata la guerra, la sconfitta, la rivoluzione; dà la _colpa a tutti quanti tranne che a sè stesso. Quest'uomo senza cultura e senza visioni generali è il degnd duce clei Deutscb-Vollkischen tra ex-ufficiali illusi e squilibrati, anbebrei dei bassi fondi clell'intelligenza, carrieristi e condottieri d, ventura. Questo partito nato da una fusione tra i· socialisti nazion'"ali di Hitler e la Denrt'5ch-V61lkischen Freiheitsparlei di Von Griife, antico deputato conservatore - partito con una ideologia molto confusa fortemente influen~ zato dal fascismo, che vuol ristabilire 1a.vecchia Germania 1 ma. senza la « sen··itù clell' interesse l' e sopratutto sen.za ebrei, marxi.sti e ultramontani, se il lìnguaggio par.lato da cenrt:.inaia di assassini organizzati pe1· gran parte nelle sue società segrete non fosse tutt'alti~o che romantico. Accanto a ì\ila,rte scende nel campo cli battaglia, dal monte Ida anche Nettuno. I tedeschina-zional-i presentano in una circoscrizione l'ex grande ammiraglio Von Tirpit'z, che era stato prescelto come duce del direttorio che doveva rovesciare le istitttzioni repubblicane dopo il colpo di Hitler. Il Tirpitz gode di tuia ce1i:a fama anche nell'ambiente moderato perchè nei suoi « ricordi » accusa atroceinente la politica inde. cisa e confusiouruia del vecchio regime. Innegabilmente egli, conservatore di vecchio st-'l111po, è molto più intelligente, colto ed esperto di L1c clendoi-ff. lVla se Ludeuclor:ff ha la massima colpa deli,;_ fa.Isa direzione della. guerra, TùJJitz è il colpevole della politica p1·ebellica che con la co.- struzione della flotta, sua opera persona.lissima, veniva a creare inquietudini in Inghilterra, senza preoccuparsi mai della Russia sempre più ostile per la politica tedesca in Oriente e per l'appoggio incondizionato dalla Germania dato alle avventtu-e austriache. I tedeschi-nazionali del resto sono una specie di Massimalisti di destra, trovandosi in una perpetua incertezza se debbano dirsi un partito rivoluzionario o conservatore. Tra i suoi variopinti elementi si trovano agrari: industriali, piccoli borghesi, Jwnker, vecchi conservatori, professori liberali, e persino un'ala sinistra che sogna un.a politica di tipo uniouismo inglese. Gli ex-ministri imperiali come Hergt e Helflerich si sforzano di navigare attraverso tutte queste correnti, da un lato con la speranza cli prender parte ad un prossimo ministero 1 dali 'altro col timore d.ella cpncorrenza dei Deutsch-V6lkischen. In un dubbio eterno si trovano anche i tedeschi popolari, i quali fm·ono definiti, quan'do ancora si chiamava.no nazionali liberali, il partito del disco girevole. E' il )Y.lrtito dell'industria e rispecchia pel'ciò appunto la lotta tra industria pesante, favorevole in politica alle correnti estreme e la più moderata industria della seconda lavorazione. Stresemann, ex-sindaco di una parte dell'industria di seconda. lavorazione, appartiene all'ala sinisfra e nell'ultimo congresso del partito è rimasto vincitore sui destri. Una parte di questi è andata coi tedeschi nazionali. i\iia la vittoria di Stresem.ann è stata una vittoria tutt'altro che definitiva, e il ministro della riconcilL1z.ione colla Francia deve fare una lotta elettorale con ·una propaganda abbastanza reaziona1ia :n favore della vecchia bandiera e con forti accenni contro i socialisti che pure hanno preso parte ::il suo primo Gabinetto Non si sa bene se i tedeschi popolari siano un partito di Centro o di Destra. Questa incertezza sussiste anche un po' riguardo al vero e propdo centro, i cattolici. Questi, come una. volta i popolari italiani, sono gli arbitri cli tutte le situazioni parlamentari, ma ancora 11011 si sa se, uscita dalle elezioni w1a Desb:a rafforzata, non prenderebbero parte a un gabinetto reazionario, di cui si prepara ad essere il capo il cattolico Stagervald, leader dei sindacati bianchi. Il presidente del partito, Marx, 1'attuale cancelliere, è in fondo un uomo debole e, dopo l'assassinio di Erzberger, non. ci sono all'ala sinisti-a altre persoue autorevoli che l'ex cancelliere Wirth, non ancora ristabilito da una grave malaiftia. Oggi si deYe riconoscere che il partito fa le elezioui cou un program.m.a assolutamente repubblicano. Ma chissà che i cattolici, capaci di tutto anche in Germania, non cambino domani i loro atteg. giamenti. Il Centro presenta candidati propri; per la prima volta anche in Baviera, dopo aver rotto tutti 1 ponti coi popolarì bava-res-ì, il IXtrtito ai Von Kahr, che ·senza L-t ma.lattia del suo leader Heitn - gran demagogo del resto. anche lui - forse non si sarebbe cosi completamente compromesso in una politica più reazionaria di quel che non desid.erasser'o da principio gli stessi promotori V 'è diso1;eutamento put'e tra i democratici, t1ua parte dei quali guarda sempre ai tedesclii-popolari, dove son.o seduti i colleghi banchieri e industtiali. Nella circoscrizione del defunto Naumam1, vero idealista della democrazia, presentano il grande industriale Van Siemens, mentre un'altrn parie è cli autentici ed entusiasti repub blicani democratici come Erkelenz, leadet dei sindacali democratici e Preuss, creatore della costituz.ione repubblicana, il quale tuttavia nel passato Reichstag uon aveva un posto. I democratici dopo le ptime elezioni della rivolnz.ione hanno sempre più perduto terreno e continueranno a perclerlo Q.nche questa volta. In quanto ai socialisti non riescono a coprire 1 se non con difficoltà i. gravi dissidi che 1i tra- \·aglia110. La maggioranza è indubbiamente rivoluzionaria e un congresso di rappresentanti locali voleva buttare a mare presso a poco due terzi degli ex deputati. I , Bonzi > del partito e dei sindacati lo banno saputo impedire, benchi: non fossero più nella condizione di presentare un uomo come Noske. Saranno nelle liste socialiste quindi tutti gli uomini conosciuti della vecrhia m.aggioraw..a. Schei.dem.ann, Wels, nno dei due presidenti del partito, Loebe, ex presid.en. te del Reichstag, David, Benn.stein, Wissel, Landsberg, l'ex ambasciatore a Bruxelles, Leipart, presidente della Confederazione generale del lavoro, accanto agli antichi in.dipendenti Breitscheid, Hilferding, che JJDD era ancora nel Reichstag perchi: soltanto da poco tempo ha cambiato la su.a cittadinanza austriaca in quella tedesca e i più radicali Crispien, I' altro capo d.el partito, Dissn:tann, presidente d.ei sin.dacati dei metallurgi.c.-i, Toni Sen.d.er e l' «x leader dei comunisti Paul Levi. ~cherà inve,:e la bella testa di Adolfo Hoffmann famoso come Francesco Barberis per le sue burlesche interruzioni in un tedesco sempre perfettamente sgrammaticato, che ha rifiutato una cand:id.atura perchè i dirigenti riformisti di Berlino lo hanno degra<lato da capolista e relegato in u.n pasto inferiore e dubbioso. Non si sa ancora se Kautsky accetterà una candidatura. E' possibile che col prossimo congre&So il partito si trovi in piena crisi specialmente perchè mancherà, dopo l'assassinio cli Ha.a.se, l'autorità di un capo ca.pace di conciliare e sinte~ tizza.re le varie tendenze. Liste proprie avrà infine il piccolo resto degli indipendenti dei quali è ca.po il bel temperamento del giovane settantenne Ledebour. Nelle nuove e1ezioni, contemporaneamente all'Estrema Destra, per la quale si prevede una rappresentanza di circa trenta seggi, aumenteranno anche i rappresentanti comunisti. L'aumento è dovuto in parte a una vera estensione della loro influenza, in parte al fatto che sui candidati comunisti si riverseranno i voti di buona parte degli ex indipendenti che non hanno preso parte alla fusione coi maggioritari, e non sono neanche rimasti nel piccolo partito di Ledebour. Non si può dire tuttavia. che i comunisti stessi siano tra loro perfettamente d'accordo. Nell'ultimo congresso, coucesso segretamente pochi giorni fa, l'ala destra capeggiata da Clara Zetkin. e da Brandler (influenzati da Radek) ha ricevuto una prima sconfitta. dai sinistri influen. - zati da Zino,;ev e capeggiati da Maslov e da Fritzi Friedlaender. n risultato di qnesta vittoria dei putschisti è la candidatura di !.i.a.x H0ltz, romantico poYerello che ora paga con i lavori forzati a vita il suo tentativo di portare i 1nasna:dieri di SchiUer sulla scena politica. Dubbio è perciò se la vecchia Zetkin sarà tra i rappresentanti comunisti. Si può dire insomma che in Germania tutti i partiti sono in crisi. La Germania repnbblicana non ha ancora troYa.to una forma stabile alla 1 sua vita sociale. QuaJe sarà il quadro del nuovo Reichstag? Non facciamo i profeti di ttn fatto che si saprà fra pochi giorni. :Ma si può dire con sicnrezz.a che la Sinistra uscirà indebolita 1 tuttavia non tanto che le organizzazioni della Social-de:mocrazia1 superato il periodo dell'inflazione non. possano impedire 1111a vera sconfitta. E' possibile che si salvi un Governo più o meno di centro 1 con o senza i socialisti. Ma è anche possibile che nei quattro anni del prossimo Parlamento nasca un Governo con una partecipazione dei tedeschi nazionali. Invece non crediamo in nessun caso aUa probabilità di nn sostanziale =biamento della politica estera: gli stessi tedeschi nazionali di fronte alla realtà dov'Tanno consenrare le vecchie direttive, anche se con più lirismo e con più rumore agli occhi dei proprii seguaci. Nella politica interna si può invece prevedere un orientamento più reaziona1;0 che continuerà con qualche esagerazione l'atteggiamento o piuttosto la mancanza di atteggiamenti del defunto Reichstag dnrante la sua. agonia che dU.rò press'a poco metà della sua vita. Precopio. PIERO 6□BETTI - Editare TORINO - Uia XX Settembre, 60 J{ovifà: CHECOS'LÈ'INGHILTERRA L. 6La più completa monografia uscita in Italia in questi anni sulla 1.rita, politica inglese. ALESSANDRO D'ENTREVES Ilfondamento dellfailosogfiauridhiceageliana NOVELLO PAPA.FA.VA. fi!SSA.ZIONI L>IBE.'RAL>l L. 6-

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