La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 17 - 22 aprile 1924

66 lo Stato, e l'altra metà per una parte (66o milioru) all'azieuda ferroviaria, e per l'altra ad una imposta sui trasporti (290 milioni) e sulle indu- •tne (300 milioni). Ma assai probabilmente quella distill7ione è »tata suggerita dalla necessità di provvedere alla raccolta immediata dei 40 o 50 miliardi di marchi oro con due prestiti distinti, cla collocarsi l'uno all'interno e l'altro all'estero. Coi 1250 miliardi tratti amuw lmeute dal bilancio orclinario dello Stato si dev'esser previsto di provvedere agli interess.i di uu prestito interno pe1-pctuo di 25 miliardi; mentre i banchieri esteri potranno fornire i restanti 15 o 20 o 25 miliardi con un prestito e.mmortizzabiie, solla.nto a condizione che esso trovi una garanzia reale, rap,p1·escnlat.a. da. u.ua ipoteca ~ugli impianti ferroviari ed industriali o da un pegno sttl. reddito dei trasporli e stti pro-· fitti delle industrie. Intese in ques~ se11s0, cioè con1e fissa.1..ionedf!- finitirn del debito della Germania e come mezzo per ottenere, per la via di due g1'andi prestiti, il pagan1ento imn1ediato cle1l'intera somma, le proposte della Con1missione devono essere apparSe o.ccettabili a qttella parte dell'opinione pubblica tedesca, la quale iu buona -fede rkonosc.a la necessità di non sottrarsi totalmente all'obbligo delile riparazioni e di liberare il proprio paese da una. situazione di incertezza e di minaccia continua, che finirà per mettere a repentaglio la sua stessa e,;jstell7,a. cli Stato indipendente. La Germania, è stato giustamente osservato nella relazione, con la sua recente bancarotta •i è quasi totalmente )iberata del suo debito pubblico pi-ebellico e del debito di gue1Ta, per una somma che alla fine del 1918 non doveva valutar- •il molto al disotto degli 8o miliardi di nwrchioro. ~on è dnnque per essa un peso eccessi\·o, quando sia superata la. crisi presente e sia definitivamente stabilizzata. la moneta, l'addossarsi i1 servi.zio di un nuovo prestito cli soli 50 miliardi per pagare le riparazioni di gtterra. E' Yero che la desti.nazione oggi richiesta sottrarrà completamente alla economia nµionale, i 25 miliardi che dovrebbero ricaYarsi da un prestito interno e che ad essa do\-ranno ptllre sottrarsi i 1250 milioni destinati agli interessi ed e.ll'ammortameuto del prestito estero. Ma, se si pensa che soltanto in qttesto ultimo periodo di precipizio ciel marco si è calcolato che siano inTestiti ali 'estero 8,5 miliardi di marchi-oro; se ii<i. considera la, rapidità con cui si era moltiplicato il capitale in Germania nel periodo della ~a massima floridezza industriale, e se ne deduce la probabilità che lo ~tesso processo si rinnovi quando all'industria ed aJ commercio tedesco siano assicurate le necessarie condizioni ùi •icurezza, di libertà e di tranquillità per.l'avvenire; si concluderà che non sarà diJfi.cile per la Germania crearsi in breve tempo le contropartite di eredità verso l'estero, che equilibrino la bilancia. dei stroi pagamenti. Per questo non è forse ottimismo eccessivo j] ritenere che l'adesione ufficiale di massinw della Germania al progetto Dawes possa essere stata in buona fede. Resta ora & vedere se gli/ Stati dcli 'Intesa, e la Francia in primissima linea, Togliano fare il passo decisivd verso la pace e la ricostruzione, accettando la limitazione delle riparazioni a 40-50 miliardi, facilitandone il pagamento immediato con la conseguenrt'e liberazione cli tutto il territorio germanico dalla occupazione militare; o se invece esse vogliano attaccarsi alla disgraziata proposta del supplemento annuale secondo l'indice di prosperità, per tenere indefinitamente la Germania sotto la mina.cci.a di nuove dichiarazioni d'inadempienza e di tutte le sanzioni conseguenti. _ Ma qui dalla finanza si ricade nella politica e non è d1 questa che io volevo parlare. GINO LUZZATTO. PIERO □□BETTI - Editore T□ RIN □ - Via XX Sellembre, 60 € uscito: ALESSANDRO D'ENTREVES ILFONDAMENTO D LLA FILDSOfl IHIRIDICA di G. F. HEGEL L. 7,50. Un'esauriente esposizioue critica. del problema della libertà in Hegel - .studiato nelle sue derivazioni da Kant e nelle sue conseguenze nel marxismo. Jmminenfe GAETANO SALVEMINI DALPATTO DILONDRA AlTRATTATI DIROMA ai prenotat01i L. 12,00. E' i,n.,lispensabile per comprendere La questione dell'Adriatico. Raccomandiamo vivamente questo importante ..-olume del più grande storico della nostra politica estera. Preghiamo g;li amici di lavorare attivamente per trovare p,·enotazioni e diffondere quest'opera con la maggiore larghezza. LA RIVOLUZIONE LIBERAL~ lJOMINI E IDEE li signor Albertini • Ebbene io affenno che non si può c,-,ntestare il diritto agli italiani ben pensanti di chiedere al signor Albecti,ti _ parlamentare, g1omalista e cittadino, dall'etichetta nazionale - conto della responsabilità che si è assunta col su.o atteggi.amento di pas,;ività nemica, al cospetto di una battaglia elettorale con cosl preciso significato politico. Credo che il fascismo italiano non dimenticherà tanto presto l'afironé-0 alla causa della pace interna e del trionfo delle forze nazionali, e-be detto signore, vittima di u11a presuntuosa e folle aspira;,Jonc politica, ha cousumato con freddo anituo domenica scorsa,. Quest.e sono frasi di una intervista concessa dal comm. Cesare Rossi, capo dell'Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio, al Corriere Italla·no. Xou potevano essere dette in w1 moniento più opportuno. L'esito delle clcz.ioui ern accolto con un certo sbalordimento, non si sapeva com-e far entrare nel coro degli inni osannanti la nota che seguaase il dispetto e il raucore per la \·otazioue milanese. Ora va bene : c'est la Jnute à Voltaire. Non solo a questo modo si fa la storia, che è operazione assai i1111p0.rtant'e e lusinghiera per i nuovi adepti alla fi1osofia dello sph-ito, ma si crea ptu-e quello stato d'an.imo - inducente ad a.z.ionL e a reazioni - che è quasi una riprova e una gi1.1.stificazione « a posteriori , de11'accusa lanciata. Il linguaggio - o il silenzio - del signor Albertini potrà d'ora in poi es....,;:,e,r 1neno temperato e guardingo, e servire a diffondere Lra « gli italiani ben pensanti • la persuasione che sia da puni1·e con estremo rigore « l'affrout',o alla causa della pace interna•· Incapaci di scoprire, degli eYenti odierni, 1e cause ultime ecl elementari, e di precisare, con sagace occhio clinico i loro responsabili autori~ vogliamo sorivere a commento poche note J-i cronaca (idealistica). Gli italiani ben pensanti, cbe sarebbero poi i borghesi, hanno letto le pao·ole clel comm. Rossi, e benchè inclini a prestar fede a una voce che si fa sentire su la soglia del potere, rimangono allibiti. Hanno conosciu,.. to il senatore Albertini come persona rispettabilissima, c,he è salito con indefesso lavoro alla ca,rica di direttore del più d'iffuso quotidia,no d'Italia., e s'è meritato, nel momento cui.minante della sua attìività e quando poneva tutta la sua forw di indirizzatore dell'opinione pubblica a.I servizio .di una causa altamente patriotÙca in età inconsueta.mente giovane gli onori èle{ laticlavio. Lo hanno visto sempre primo a rivendicare l'onore nazionale di fronte agli stranieri, e e-. saltatore anche i!n pat!ria di uomini, e cli sentimenti che tanto spesso, per ragioni di bassa politica, erano miscO'IlOSciuti o trascurati. In tempi calamitosi lo hanno inteso serenamente, ma a vo~te con cupa e profetica insisteuza 1 invocare il riprist'ino dell'autorità del1o Stato; e allorchè 'altri tentavano transazioni e e.ran pronti, a s'uperare pregi,uKliz.i e a offrire 1:a giustificazion storica di qualunque forma più offensiva e ripugnante, 1d hanno ammirato incapace dì pieghevolezze, sicuro di salvare, con i suoi principi e con gli interessi aderenti, l'onore-, incontrastato rappresentante di una c1asse che, quando i più la s1limavano strema1"\ e costretta a patteggiaire, si appresta.va invece a difendere sopra t11tto il suo patrimonio ideale, :Ma pitù s<:andolezzati ancora sono i suoi concittadini milanesi. Ess.i ricordano la difesa del comune contro l'assalto, e poi la vittoria, socialista; la continua e inte11igente opera di chiarezz.a negli argomenti economici e finanziari, che era come un gratuito patrocinio del contribuente di fronte alla lontana, insensibile burocrazia fiscale. E' quel suo nobile spirito d'iniziativa, per cui in ogni campo, dal] 'arte alla beneficenza, dove ci fossero riconoscimenti da. ottenere, la città primeggiava, la ricchezza., la capacità, l'avvedutezza, il cuore dei' milanesi venivano portati a esempio, era.ii iragione di degna gara e di salutaire invidia'.. Sicchè è una sola voce di sgomento e poi di sdegno ttt'ai i cittadini migliori, tuttll, nel club dell'Unione, al CO'Va,in Galleria, per 1e strade, si risentono delle impruden~ e demagogiche parole del commenda.tor Rossi come di Ul1 'offesa personale, subito si costituisce un apposito Comitato che invia a S. E._ Mussolini, PreSidente del Consiglio, un vibrato se pur de-ferc.nte telegramma, nel qttale gli chiede che non venga più oltre concesso, ad un pubblico funzionario, di vituperare un Senatore del Regno ... Ma, nell'immaginare questa cronaca, s'era dimenticato che in Italia i clifensori clel senatore Albertini non esistono: quando sono al dunque, al punto di prendersi una qualche responsabilità, &i disperdono, si camuffano, sca,ppano. Tutti lo leggono, lo approvano, se ne servo.n.o: nessuno lo segue. Nessuno, dei suoi per modo di diTe educati vicini oserebbe ins1ùtarlo: nw il primo cbe capita può inveire contro di lui, che tutti, buoni e wnili, o magari ipocrita.mente inferociti gli dànno ragione. Figurarsi quando parla. un quasi membro ciel Governo! Come farebbe a aver torto ? Venisse ditta.tare Gramsci, sarebbero tutti disposti a applaudirlo. I borghesi d'Italia non sanno esser conservatori, ma minist,.,-riali; pronti, invece che a difenderlo e a amministrarlo, a frodare l'erario. Questo al senatore Albertini deve spiacere più di tutto: che a cl..ifencl<.-rlo,, perchè non gli suoni ingiuria, a capirlo e a consentire con i suoi altcg&rfamenti, non ci siamo che noi. Si tratta, d'una posizione di coscienza e non importa più nulla; non la clist,1n7,a che da lni ci separa intcllclttmlmente, le rose cli lui che ci clan noia che egli consideri Boito un grande musicis.ta o Tito 11n gran pittore, ospiti la prosa di Fraccaroli, induca Sacchi a scrivere come wt artista da caffè concerto; o abbia continuamente sconosciuto gente come, mettiamo, Sorel Croce, Pareto, e contribuito a respingere fuori della .:,;azione, con perfetta mancanza di senso storico, ma anche di sempHc:<:simpatia umana, i prole-tari fedeli ai loro miti. Liberismo il suo e non liberalismo, filisteismo borghese in tutti i toni, e non mai comprensione, adeguazione verso le manifestazioni e passioni umane, religione, arte, pensic..--ro; chiarezza quasi bottegaia o contabile di sC1ittore a scàpito di ogni eleganza, modi di ragion.are pedestri o banali, incapacità all'ironia. Lo sp<:<:- chio cli questi difetti, lo sappiamo, è la tc-r7,a pagina del Corriere. Ma siamo noi romantici, inafferrabili, quasi evanesceTiti, scettici, dubbiosi nelle sue fedi, rovescia tori dei suoi idea.li; borghesi spurii, o tanto letterari - e infrolliti - da esser pronti a « rendere • le uost1·e pOGiz.ioni per il mero gusto di assistere a una prova storica o di sperimentare Ja disfotta nel nostro intimo; siamo noi che gli stiamo v-ie111.ie gli sarenuno fedeli. ~on ci può curare, n,on ci può redimere; non aspiriamo nè alla sua serietà, nè alla sua disciplina; l1equilibrio 5uo ci pare wi giuoco e certi schemi di diritti e doveri ci fanno sorridere. Siamo convinti d'un ordine futm·o, per il mondo e per le nostre anime, alla cui'. str·egua t'utti i problemi che lo investono e in nome dei quali egli tien testa all'odio e a.Ile minaccie smetteranno d'aver valore. 11a quando è unico al stto posto e forse l'insidia che gli tendono non è retorica e vana, non si saprebbe desiderare altro che d'esser riconosciuti come suoi compagni. U. M. DI L. Gramsci Antonio Gramsci va alla nuova Camera fascista come rappresentante degli operai del Veneto. E' davvero 1a Rivoluzione, sconfitta, che va 111 Parlamento a predire sciagure ai'vinci,t.ori. E' il primo rivoluzionario che entra a Montecitorio! Altro che -rompere le urne e provocare scandali rumorosi ! Bombacci e Misiano erano delle riproduzioni fotografiche di Enrico Ferri; era la rivoluzione dilettosa per le cronache dei buoni borghesi. Il piano ideologico e lo stile di. questi agitatori assomigliava stranamente a quello cli Mussolini. Se Gramsci parlerà a Montecitorio vedremo probabilmente· i deputati .fascisti raccolti e silenziosi "1. udire la sua voce sottile ed esile e nello sforzo di ascoltare parrà loro di provare un'emozione nuova di pensiero. La dialettica di Gramsci non protesta contro i brogli o le trufl0 ma ne documenta dalle pure altezze dell'idea hegeliana, la insopprimibile necessità per un governo bòrghese. I suoi discorsi saranno condanne meta.fisiche, le -invettive risentiranno dei bagÙori d'una palingenesi. Bisogna pensare a tutta la sua formazione spirittta.le negli anni di Università a Torino per spiegarsi il suo odio contro la soci~tà. L'odio cli Gramsci ~ uno degli esempi più convincenti che io conosca di orgogliosa nobiltà e qi d'.ignità ferita. Il suo socia,lismo è prima. cl1 tutto una risposta contro le offese della società alla sua solitudine di sardo emigrato. La sua sociologia ascetica, l'assolutezza filosofica dei suoi atteggiamenti giacobini sono nu-- mti dl sofferenza personale. Una sofferenza diventata cosi intililalilen.te aristocrazia di carattere che può deridere 'tutti i compatimenti della morale borghese e documentare la sfacciata crudeltà della filantropia. E' difficile t!rova un tipo cosi caratteristico di schietto marxismo, una coscienza cosi superba e ferma di plebeo che non si rinnega. Ma già nell'istinto c'era il disprezzo per tutta questa semi-borghesia, e l'istinto :maturò nelle campagne isolane, dove le opinioni politiche g>ungono logicamente sino ali' abigeato e alla pratica de11'assassinio vendicatore. Tuvieri mostrava cent'anni fa ai repubblicani della penisola, cbe fuori di ogni ipocrisia la logica era coi mona:rcomachi : anche Gramsci invoco. delle conclusioni fedeli alle premesse, senza 1nezze misure. Pare venuto dalla campagna per dimenticare le s'ue tradizioni, per sosti. tuire l'eredità malata dell 'arwcronismo sardo con uno sforzo chiuso e inesorabile verso la. modernità del cittadino. Porta nella persona fisica i1 segno di questa rin1111ciaalla vita <lei campi, e la soyrapposizioue quasi violenta di un programma costntito e ravvivato dalla forza della disperazione, dalla necessità spiritnale di chi ha respinto e rinnegato l'innocenza nativa. Anter nio Gramsci ha la testa <li un rivoluzionario· il suo ritratto sembra costruito da.Ila stta v;_ lontà, tagliato rudemente e fatalmente per una necessità, che dovette essere accettata senza discussione : il ce<:'1io ha soverchiato il corpo. Il capo dominantle ,.sulle membra malate sembra C03truito secondo i rapporti logici di una grande utopia redentrice, e serba dello sforr..o una rude s.:-rietà impenetrabile; solo gli occhi mobili e .ingenui ma contenuti e nascosti dall'amarezza., interrompono talvolta con la bontà del pessimista il fermo rigore della stta razionalità_ La voce i: tagliente come la critica d.iswlvitrice, l'ironla s'avvelena nel sarcasmo, il dogma vissuto con la. tirannia della logica toglie la consolazione dell'umorismo. C'è nella stta sincerità aperta. il peso di un corruccio inaccessibile; dalla condanna della sua solitudine sdegnosa di conJidenze, sorge l'accettazione dolorosa cli responsa,. bilità i,iù forti della vita, dure come il destin.c, tiella storia; la sua rivolta è talora il risentimento e talora il rancore più profondo dell'isolano che non si può aprire se non con l'azione, che non può liberarsi dalla schiavitù secolare se non portando nei comandi e nell'energia dell 'apostolo qualcosa di tiranico. L' istnto e gli affetti si celano ugttalmente ne.Ila riconosciuta necessità di un ritlllJ'.>di vita austera nelle forme e nei nessi logici; clove non vi può essere unita serena ed armonica supplirà la costrizione, e le icle<:domineranno sentimenti ed espansioni. L'amore per la chiarezza categorica e dogmatica ,propria dell'ideologo e del sognatore gli interdicono la simpatia e la comUllÌcazione sicchi: sotto il fervore delle indagini e le esperie117,edel!' inchiesta diretta, sotto la preoccupazione etica del programma, sta un rigorismo arido e una tragedi.a cosmica che non consente un respiro di indulgenza_ Lo studente conseguiva la lilx:razione della ·retorica innata nella razza. negando l'istinto per la letteratura e l'agile gusto nelle ricerche ascetiche del glottologo; l'utopista detta oggi il su.o imperativo categorico agli strumenti dell'industria moderna, regola colla logica che non può fallire i giri delle ruote nella fabbrica, come un amministratore fa i suoi calcoli imperturbabile, co,;,_e il generale conta le unità organiche apprestate per la battaglia: sulla vittoria non si calcola, non si fanno previsioni perchè la vittoria sarà il segno di Dio, sarà il risultato matematico del rovesciamento della pmxis. Il senso etico è dato qui dalla tolleranz.a e dalla sicurezza silenziosa : c'è la borghesia. che lavora alacremente per la vittoria del proletariato. Più che un tattico o un combattente Gramsci è un profeta. Come si può e:sserlo oggi : inascoltati se non dal fato. L'eloquenza di Gramsci non rovescierà nessun ministero. La. su.a poleutica catastrofica, la sua satira disperata non attendono consolazioni facili. Tutta l 'uma.nità, tutto il presente gli è in sospetto. Chiede la giustizia a un fer<X:efuturo vendic:atore. P. g. PIERO Ei□BETTI - Editare T□ RIN □ - Via XX Settembre, 60 ;Yovifà: F. HEBBEL AQNESEf:JERNA\JER Tragedia in s atti. Prima tradu7..ione italiana diretti. di G. Neoco. L. 6,oo. P·ri1ni giudizi della 'rta1npa: «_Opera interessante e cudosa. Agnese Bernau.er si può definire: il cartone medioeYa.le di un au~e di~tore; il poeta di genio vi appare ad mtervalli , . A. CAJUMI,Torino, La Stmnpa, 8 gennaio 1924 e Bella traduzione •. A. TILGHERJ Roma, n Mondo, 12 gen.naio r924 « Su :1 gn.ese Rernauer noµ c'è da dir parole vane; bisogna, leggerla. E' l'opera \-asta colorita e felice, accessibile al gran pubblico;' incanterebbe la folla clet teatri popolari e piega alla meclitazwue la mente del lettore più intento. e ... Giovanni Necco ba dato alla sua versione un tono vigoroso e alto, senza cadere (che sarebbe stato facile) nell'enfasi ; e di ciò gli ,a data lode,. SILVIOD'AMICO, ld,:a Nazionale, 29 febbr. 1924 • Giovanni Necco assolse il compito con lode quasi sempre ... E' augurabile a questo libretto una fortuna cli pubblico. Chè il nome di Hebbel ~on deve ~ser solo noto in quanto nome, ma tn quanto titolare di llll'opera. di poesia casta, fervida, umana , . • A. BTANCOTTI, H Cqntemporaneo, Torino, 15-3-'24 « Solo da una fant.:'lSiaitedesca poteva so-oro-are 1a tragica ingenuità di questa Agnese Be;ia1~r » Il Cittadino, Genova, 14 febbraio 1924 a: ~'elemento quasi fiabesco stranamente colora 1a vicenda•· La Rì-vista di 1Wila110, gennaio. Altri notevoli articoli di p.Jauso a questa decorosa traduzione eh nn capolavoro indiscusso del t'eatro hebbeliano cìedicarono IL P-iccolo di Par- ~' il_ Lan~one di Faenza, i( Piccolo di Trieste, L_Ordine d1 Como, il Popolo di Catanzaro L'Ora cli Palermo e molti altri giornali e riviste italiane.

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