La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 15 - 8 aprile 1924

e I 6() dipendenti dallo Stato non saranno 11è calpestati nè ttascutali. !Si. k.nga. poi pl'c.<;ente che 11011 Culli i dipendenti _st.alall sono addetti a pubblici servizi, menln.: n sono moltissimi clipcnclcnti dell'industria pri\·ata che ai sen i7,i pubblici attendono. Gli elettricisti, ad esempio, non ilipcndono dal1~ Stato, lutta\'ia un loro sciopero potrebbe cag10~1.areagli interessi generali - pubblici e prin1li - 1111danno i11finitame11t.e superiate di uuo sciopero degli opemi delle offici n.e cati.e e valot·i che sono « clipcndenli slat.al.i "· ' . lJ:10.sc.iopc1~0g~ncrale dei mugnai e dei panettten (mduslna hbera) colpirebbe molto di più la. popolazione che non uno sciopero d:i sigaraie (di.pendenti. statali). Il problema degli scioperi nei pubbl1c1 servizi me.i~ita ben altra trattazione che quelL~ fatta da Attgu.sto MO'nrtlie , risol.la, col fa.re iugttrgitare dai partiti politici centinaia di migliaia di dipendenti dello Stato. .½1-. funzione di passare gli interessi pruticolansttc~ al vaglio degli i.nit.e.ressigenerali, che il Monti Y011'ebbe affidare a.i partiti politici, è di pertiuen7,a della Confeclernz.ione dei Sinclacati (pei: noi 1~ Confederazione ·del La,voro), la quale ba Ll_ preppuo compito di funzionare da equilibratnce degli interessi delle singole categorie, 111 modo che l'azione dell'm1a 11011 torni a danno di ttu 'altra o delle altre. Il Mouti sbaglia, inoltre, quaudo parla di apoliticismo della Coufederazione del Lavoro, quasicchè questa si fosse essa ~ure socchiusa in un angusto concetto corporatt,·o, Niente di più errato. La Con.federazione del LaYoro è « apartitica •, che è qualcosa di ben differente di • apolitlica.,. La Con.federazione è libera da Yincoli con partiti; ma svolo-e una • sua » azione politica in difesa degli. « ~teressi generali • della classe lavoratrice. Contro gli "statali ,, apolitici ~el mio articolo « Organizzazioni cli statali .,. oltre a dire alcune cose inedite, o quasi, m'è toccato anche di ripetere cose già dette su questo argomento o in R .L. o altrove; è naturale che, ripetendomi, fu, abbia solamente/accennato a certi argo1ne11ti, e certi altri io abbia sottintesi: 'per cui è successo che m,olti lettori ha.n trovato uell'a.rticolo motivi di dubbi e di obbiez.ioni e qttakuno ha troYato in esso cose che io non a\·e~r9 mai_ pensato di metterci. Riespongo dunque m suce1nto e più chiaramente che posso le idee cl1e, stù problema della buxocrazia noi sia1n Yenuti finora esponendo a varie 1ipres~. Ripensando su.I problema deJla libertà politlica in Italia e dell'ingerenza esercitata dalla burocrazia nel governo d~ll~ cosa pubblica io ero venuto, per ora·, a queste conclusioni : Il Re,,ono d'Italia non è mai stato U11a , monar_chia costituzionale • ma è stato sempre una « dittatura burocratica » in cui, neg1i intervalli fra due o tre Go,·erni personali, dal '6r in qua, le vere e proprie funzioni governative, sono state tenute dai funzion.a.ri. Nell'Italia odi'ern.a a: governo )I vuol dire et governo della burOCT'azia » cioè dell' « alta burocrazia·»; la storia dei nostri ministeri, ancbé politici, si potrebbe fare intitolandone i vari capitoli non come si crede d'al nome cli questo o quel ministro, ma d'a.l nome cli q_uesto o quel direttore, di questo o quel segretano generale. Gabinetti ministeriali, Camera dei dep:1-tati, Senato: tutte lustre, tutti paiJaventi, tutti spoh:erini per dissiilllulare o sanciir'e l'opera c1~1 dittatore politico, quando c'era, o dei dittatori burocratici negli intervallH. / Recentemente anc-he la burocrazia minuta era venuta esercitando iniziativa ed opera legislàtiva, era ,·enuta partecipando al governo i ed organi di questo effettivo governo erano appunto le organizzazioni rli statali, salariati, e, principalmente, impiegati, le quali, sorte con il prnposito im.mediato di curare gli initeressi giuridici ed economici dei loro aifig1iati in antagoni:sn10 con gli interessi àell'alta btu-oc1Jazia centrale e provinciale, in progresso di ten1po, a poco a poco, pe1· necessità di cose, si e1·an trovate a combat-· tere a lato dei gros bon:nels1 per conservade e per estendere l'influenza della burocrazia nel reggimento della pubblica. cosa e nella usllT))azione effettiva di poteri legislativi e governaiti vi. Prima de1la guerra forza e arma cli queste organizziz.ioni era il lor'QIprogramma di a.politicità1 che permette,·a loro di raccoglie.re nelle proprie file la gran maggioranz degli statali, di pa,la.re a nome cli ttitli e, cosa pit1 peTicolosa, cli premere indiffereutemeute ·sopra i pa.da.mentari di tutti.i partiti, per far prevalere i cosi detti desideratai della classe. RicordiamO' bene come andava.110 le cose: congressi, riunioni, ordini del giorno, campague di stampa, e fin qui niente cli male; poi bombardamento di memoriali e di lettere prrivate~sul Parlame.11.to; nell'immineru-...a delle discussioni fuoco tambureggiante di telegnunmi personali ai deputati o a, senatori di tutti i partiti; al gio1'no della .... battaglia i varchi érano apertli, le posizioni conquistate in anticiP'flzione, la maggioranza dei deputati spe.<;sissimo si trovava impegnata, magari co11 dichiarazioni scritte e firmate, ad approva.ire quella ta.1 legge, anteriormente, non solo ,alla discussione, ma anche alb determinazione dei p,ropositi e delle pos-- sibilità del coside1!to Governo. Dopo la guerra codeste organizzazioni apolitiche divennero tanti punti fraincbi in cui i vari bolscevismi che agitavano, come tutti gH Italiaui,, anche gli stataJi e gli assimilati, deposti i mutui ra11cori e conclusa una diabolica tregua, costituivano il fronte unico per dar battaglia al'- lo Stato e ai cirenei' dello pseudo-governo. LA RIVOLUZIONE LIBERAL~ E anche CJlll 1 metodi erano intonati con i tempi: semp1Je più diffidi<:, sempre più a s.inistn1 anche quamlo si tralta.\'a cli... dcfi.Lris$,.imi;ootr111._ionismi,scioperi cli 1111'ora,scioperi di 11 1asett1_111a.na,e, cosa rnc110 s1x:it:.acolos:1.ma più ron11osa ancora, la 1·c.-sistc11r ... -i JYctssivae sotlc.-•rnmea all 'approvazionc di leggi che tcad('!ìs.ero a ridurre la strapotenr..a e ad i11fre11arc]'i1Tc.......,po11s..1bilità et.ella burocrarja, a rui l'odor del go\'er,10 dfctL1va111c11t:c cse1·cilato c1uranle la guerra aveva dato <lcfinilivamcnle aJla lesta. l'crchè, diciamolo francamenlc, Ja apoliticità degli statali e delle loro organiz,,azioni, I: sempre stata una lustra buona per attirar ge11.tc e consem;i e per gara11t.irsi l'impunitàj cffeUivamcntc apolitiche rodeste ol'ganiz7..ado11i non sono mai state nè potevano essere: prima della guerra eran .i'osee, e gli slalali flLrono l'anim~ dei famosi « blocchi popoL1ri • di nathaniana memoria; subito dopo 1a guerra si tl11se.:rodi scarlatto i ma già nel '92r e più nel '22 il col.ore era diventato azzurro o nero. « NTarznaro su,g110!,: l'apoliticismo degli statali e delle loro organiz1~zioni è l'apoliticismo delle nostre classj medie c~i_cui l'impiegato forma il tipo: pitt che apoli~ t~c_1smoè amorfismo politico, è ineducazione pohttca; è la storia, se:117..aoffender; nessuno del « bestiame imbarcato,, che, quando il m~re è mosso, balena e si rovescia come lo spinge 1'011da e, se ~u_akbe sauto non aiuta, la barca sbanda e lutto va in bocca ai pesci. RiJmedi: educazione, Mazzini, ecc.: ottima cosa, ma cosa lunga. Seguitando •intrunto a meditare e ad indagare su questo problema. io ero venuto notando il fatto cli alcuni gru.ppi di impieg~h e salariati statali, che,- invece cli aderire a quelle tali organizzazioni aI}Olitiche, aderivano ad organismi sindacali concorrenti ai primi, ma diversi da quel.Lipel loro carattere dichiarata.mente politico : questa specie di , snùsta:mento , degli statali fra le varie organizz.a.zioni, -iniziatosi prima della guerra, io notavo che s'era andato intensificaudo dopo la guerra, iu seguito e per effetto- specialmente della proporziO'llale; e meditando sopra questo fenomeno e studiru1done le conseguenze più o n1eno 1·eJ11ote,ero venlLto nella convinzione che questo « sblocca1-si » del f1Jon.te unico apolitico degli statali stessi in variJ sindacati di 1narca politica, fosse cosa in_ defìllitiva giovevole e agli interessi dello Stato e agli interessi, specie morali, degli st.:1.tali: e questa 0011vi.inz.ione....io aveva espressa qui e altrove, in a.r'- ticoli e stucli concepiti fin dal '21 e pubblicati non p.iù tardi <lel maggio del '22. ~1a siccom.e dà allora in qua, pe1· effetto del ciclone fascista è successo che molti cli quegli organismi &i't1cl'a~li han ritirato le corna della !aro fede politica. e tendono a dissimularle con l'eufeanismo della «apartiticità»; così 1 ritornando nel m1o tùtimo articolo su.il' a1--g·omento,per essere più rigoroso e non lasciar adito a scappatoie, invece di parla~e cdme prima di , Sindacati aderenti a questo o quel partito », parlavo di « grulppi che si fol'- rnano nei partiti , , intendendo tJire che nella o-rg~zzazione sindacale 1.'elemento che a me 1;nagg:ionnente pren1eva era l'elemento «politico», non l'elemento 'I sindacato », e volendo insistere sul principio che libertà sindacale è compresa e subordinata alla libertà politica. Ma anche in questo, da paa:te mia, non ci voleva essere a1t.ro che indagine di real,tà e 1ded.:uzione di nonne, non niai affermazione astratta e apr'ioristica di un principio, nè proposito (del resto assurdO') di piegare la realtà a questo principio e di costringerla in UJ1 tipo preconcetto. Io m 'c'lccoutentavo di esprimere anche qui la mia aY\·ersione per i Sindacati a.politici ,amorfi, gelatinosi, timi<li e accomodevoli e la mia simpatia per le organizza.z.ioni dichiaratamente politiche, le qu.al'i, se non a.ltro, pTetendono dai loro iscritti, se non la prro:fessione, almeno la dichiarazione cli una fede. Nel ca.so degli stataJi poi le mie simpa,tie per le organizr..azioni a tiruta. e a pregiudiziale politica. si aumentauo ,percbè io vedo in queste organizzazioni 1tno strumento adatto a conseguire u,DJfine che per n1e è importantissimo: qttello di trasfonnare il funzionario italiano in cittadino italiano. Come la trasformazione del cittadino in funzloa,ario è nelle storie passate l'indizio più preciso del degenera.re di una libera repubblica in ttn go,ren10 assoluto, così solo la trasformazione del funzionario in cittadino sarà nella presenrt:e storia d'Italia, se non la prova, ahneno una delle prove che veramente, anche da noi, a.no Stato autocratico si è sostit;tito lo Stato liberale, al Regno Sardo la repubblica d'ItaJia. * * * Con questi chiarimenti io credo d,ncbe di aver risposto, o esplicitam,.ute o implicitamente, alle p1ù importanti obbiezioni de' mie1 oppositorL Natu1.-almente essi potranno esser p,iù o 1neno persuasi secondo che avranno o meno accettate certe nostre pregiudiziali, e s~ondo che, per esaminare questi pi-oblem1, si mettera1u10, o non, dal punto di vista di Rivoluzione Liberale. Resta che si risponda partitamente a qualche altra obbiezione. Dice G. P. • « ainmettendo con a. m. che norma <l'azione dello statale ha da esser la geratcliia e la subordinazione e che senza il principio d'autorità non si regge l'amministrazione sfu.tale, io trovo legittimo dedurre da questi principi non solo il divieto agli statali di creare o-rganizz.-izion.i apolitiche ma anche il divieto di iscrirversi a parti bi ;,oliJt.ici e di far delta politica ». Rispondo: mc.>1Jiln11<lo, n n ~nl g<.:11eri<'opnJhkma. dei rap. porti_ c.-si.c:.tc:11ti fra i fun,;.ionari e lo Stato, ma sullo spe<·1firn prnblema <lei rapporti che corrono fra me; funz.1011.ario rli stato e ]'amministrazione èa cui dip<:ndo, io mi SùJJ <lo\·ulo più d'una volta prop<>rrc qu0;to tormentosissimo caso di coscienza: • io dipendente dalla tale ammini.straziO'lle bo il <liritt<J di <'riticare, come faccio, gli ordjna1nc11ti attuali del1'am1ninistraz.io11e mia e di discutc,·c gH uomini che allualrnente sono i miei superiori? Facc.'1tdocos1 come io faccio non manro forse ad uno de' miei niassimi doveri di subordinato, cli gregario, che è quello di obbedfre Lacen_do?•· _Ioson riuscito, per ora, a tranquillare la mia cosc1e1w..asolo face11d-0 1a distinzione eh 'io feci aeJl'a1ticolo che ora si discute, e ragionand<;> cosl: in quanto impiegalo in devi obb<:<l:ireed eseguire e null'altro: potrai discutere e criticare in qu.anlo libero cittadino i ma organizzazioni tipiche di cittadini e organi di discussione su11'0- ~rato del governo, organi di disclL<r.;ionepoH· t~~• son? i. partiti e i giornali politici: nei part1~1e nei giornali politici tu potrai, anzi dovrai, discutere e ciiticare l'opera del gO'w,rno serondo le tue idee e la tua capacità i in una organizzazion.e che ti accolga so1o in quanto sei un impie~ato, tu resti sempre soltanto un impiegato; se rn questa sede e in questa veste t!u. vot1 un ordine del gionw che discuta, che critichi, che deplori, tu manchi ad llll tuo doYere, tu non sei più a posto con la tua coscien7.a.. Distinzione sottile, casistica, da avvocato o da teologo, tutto ·quel che volete, ma distinzione, ripeto, con la qua1e, finora, 10 mi son tenuto in pace con la mia coscien7~. Nell' articolo • Organizr.azioni di statali • a questo proposito, io non ho fatto che o-enerai-izza.re il mio caso ~iale, e proporre ad altri la soluzione cli cui m'ero appagato. Tanto più volentieri poi lo facevo in quanto la soluzione che io proponevo rispondeva ad un;antica 1nia convinzione: che la que;tione della , clisciplina dei dipendenti dello Stato, è una questione di « cc-- sci~.a e di conoscenza dello Stato•, cioè una questione essenzialment.e politica (o religiosa, se v~lete; ma, in fondo, è lo stesso), cioè una que• st10ne alla cui soluzione possono ottimamente contribnil'e i partiti politici in quanto, richiedendo, alineno teoricamente, ai loro iscritti lU1a fede poilitica, appunto esigono da essi una coscienza, magari uni!aterale, ma effettiva, di ciò che è Stato, Lo scrittore d'i , Battaglie Sindaca.li • reca alla discussione un notevolissimo contributo quando sostie11e che a proposi,to di Stato, di disciplina, <l1 01rdine e cli Sindacati « giova ... discutere delle m.is1.1reper eliminare il più presto che sia possibile il ricorso all'arma, dello sciopero da parte degli addetti ai pubblici senrizi :o. Non saremo certo noi a sconoscere l'hnportanza della questi0ne a cui accenna l'A. cli Battaglie Sindacali; anzi siamo g1Jati all' oppositore che abbia sollevata. tale questione rispoud'endo ad un articolo nostro e riconoscendo così tutta la gravità della discussione da. noi sollevata, come sare.1111nolietissimi se 1'A. stesso oc1 1 altri volessero sulla nostra rivista trattare con la loro nota competenza l'importantissimo problema. Ma· nel caso particolare alla ..... diversione dell' A. clobbia1no rispoudere cosi : problema importantissimo qttello deJlo sciope1·0 dei servizi pubblie-i, ma problem-<-'l.illverso da quello che ora ci interessa. Noi, nel note articolo 1 ci volevamo occupare "dei rapporti fra Stato e statali; la questione dei servizi pubblici entra nell'ai:g01nento nostro solo per i servizi pubblici eserciti dallo Stato; per noi nessllll dubbio che lo statale, il quale per qualunque motiv~ disturba o interrompe il servi1io che gli è aff1d·ato, deve essere pìuli1to con ogni severità ; ma per noi lo statale che sciopera è pu.nibile perchè , stataJe iudisciplinato » e non petchè « sciope1'ant:e » ; per noi è da perseguirsi 1'offesa allo Stato, la violazione della disciplina statale, non l'offesa all'interesse dei privati. Chè se poi i capi della. Confederazi,one del Lavoro voo-]iano identifica.re « l'interesse del pubblico» con,: ]'i11teresse dello Stato», e gli addetti a:i servizi pubblici con gli addetti ai servizi statali e con o-li impiegati d'ello Stato, epperò vogliano estend:re anche a quel1e cait'eg.oriedi opei-ai e di impiegati il rigor'e che noi desideriamo solo per i salàriati e per gli impiegati statali, a,llora pru·llno pure chiaro, deducano pure tutti i debiti corollari dalle loro premesse socialiste, noi li staremo a sentir volentieri e, quando si saranno sp:ieg;ti, diremo anche noi le nostre ragioni. Un' u1tin,a osservazione diretta tanto a G. P. quanto ad A. Nell'articolo mio sulle a: Organizzazi011i di statali » io non ho mai sognato di far dei {{p1·ogetti », e 11011ho mai pensato che si potesse {{costringere :o gli statali a fai· qualcosa o a non far quakosa1tro in rispondenza alle mie ubbie: il vedet·e iu ogni trattazione di probleJDe. una relazione per llll disegno di legge è indizio di schietta. mentalità riformista, come è da rifarmi.sta l'itnprestare agli avversali i proprii propositi di migliorare il ntondo e cli risolvere i problemi con degli articoli di legge. Niente di' più lontano dai nostri propositi e dalla nostra forma di mente : per noi la legge 11011 h3. mai il còmpito di costringere ma solameute quello di , prender atto , , cli estendere ai molti indiffer;,uti quel!~ cbe è· stata per llll pezzo la pratica spontauea e libera degli elaboratori di realtà; noi non oi preoccupiamo mai della possibilità che intervenga la legge a, piglia,· atto di quel che noi ' facciamo o diciamo; anzi, quando, per avventura, la legge sopraggit111ge a rironoscere, o a deformare, la realtà elaborata " praticata da noi, noialtri, donato un regno al sopraggiu1W/ re, SU,- bito d S<?nti:imodi\'enuti estraue:i a quella realtà dj pdma, e ri\·olgiamo i nostri sforzi a rieet'rarne e a pn.·pararne w1'altra. E e.osi avanti fino a consumazjone. .A, GGUSTO }fo~n PIERO 60BETTI - Editare TORINO • Uia XX Selhimbre, 60 € uscito: ALESSANDRO D'EJ\"TREVES Il FONDAMENTO DELLA FILOSOFIA G URIDICA di G. F. HEGEL L. 7,50, L'n 'esauriente esposizione critica. del problema della iibertà in Hegel - studiato nene &ue derivazioni da Kant e nelle sue consegu.enze nel marxismo. Jmminenfe GAETANO SALVEMl~I DALPATTO-ITTTOIORA AlTRATTATI DI ROMA ai prenotatori L. 12,00, E' iru:lispensabile per corn,pre1uJ.ere la questione del!' Adriatico, Raccomandiamo ,-i~amente questo importante volume del più grande storicò della nostra politica estera. Preghiamo gli amici di lavorare attivamente per trovare prenotazioni e diffondere quest'opera con la maggiore la.rghez,,a. G.B. FARAVIA & C. Editori • Librai • Tipografi TORINO - MILANO • FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERIIO Biblioteca di filosofia e Pedagogia ROBERT DE LA SIZERAJ\"~F RU5KIN e la religione della bellezza. Versione dal francese di Ben,·enuto Uu Yo1ume L. 12,50. , Reynaldi. E' un libro di pensiero e di poesia nello stesso tempo, "-in cui il problema est~tico ci oongiunge a quellQ_morale. Ruskin ha nel suo gmnd.e apostolato di educazione riaffermata la parola profonda di Platone, che il bello è lo spleudore del vero! Uno scrittore francese ha detto recent.emente dell'opera di Roberto de la Siz.eranne: « Quand on a lu ... et quand on essaie de se recueillir après la lecture, on croit voir surgir un grand paysage bleu et or, plein de lumière et de séréllité, conime ceux qui se d~uvre:nt subitement au touxnant d'une route en c01-niche, ou du sommet d'un col, daus les hautes montagnes. Les plus beaux édifices de la terre s'y mirent dans !es fleuves ou dans des lacs .... ». Paesaggi splendidi, - architetture superbe, quadri, statue, ogni cosa sotto' l'occhio dell'estetica finisce per perdere il suo carattere particolare cli spazio e di tempo per non lasciare trasparife altro che il suo comune valore di beJlezza. D reguo della bellezz<> è un altro aspetto del regno di Dio, che i 1 gran<l.e iniziato schiude coll'incanto della sua parola alla nostJ"a commossa amn1irazione. M. G. GUYAU ABBOZZOD' U NAMORALE SENZAOBBLIGO NE'SANZIONE Traduzione di Angelo Biancotti, con prefazione di A1111iba1ePastol'e. - Un volume L. 12. O.G.E.B. - Corso Prin~pe Oddone, 34 - Torino. PIERO ConETTl • Direttore-respou.rnbile

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