La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 15 - 8 aprile 1924

LA RIVOLUZIONE LIBERALE I :o.chiesta. su.11.'in.d.u.stria. L'INDUSTRIALANIERAA PRATO Origini L'ì11<lu:ìtria Janiera toscana vanta nobili ante11at.e: le antiche a1'\d della Lana e di Calimala che parteciparono alla fortuna della repubblica fiorentiJ1a e con essa decaddero. Nel s<XOloXVHI furono \Ìnle dagli avveuimenli polilici e dalla con<.-01re111.astraniera uè si rialza.r0110 più; ma nei di11torni di Firenze, e precisamente a Prato e nelln sua \·al cli Bisenzio restava viva Pindustria 1'micra casa.bnga aulica quanlo la città (noo) rendeuclo possibile la rinasèita. Infatti il lavoro della lana è difficile e 11011 può essere improYn~to, esigendo maestrru1ze a.<ldeslrat.e da lunghi anni di pratica: è qttesta una delle principali ragioni del localizzarsi di questa industria in ri~lrette e detenni.nate 1·egioni. .:\i primi dello scorso secolo i 1Iaz1..ouie i Pacchiani (come i Sella nel Biellese) impian1a.rono a Prato nuove macchine iniziando cosl la m~ derna ll1<h1striapratese; condizioni politiche e ùi ambiente ritardarono lo sviluppo avvenuto inYecc r311'idame11lein Piemonte e nel Veneto; i p1;111i fabbti.canti cessarono e avviarono ad altre impre..._e i figli. Altri do\·ettero ti.cominciare la difficile opera; le più antiche fabbriche tuttora esistenti risalgono al 186o; la maggior parte sono del periodo 188o-18go. Sviluppo e potenzialità ln Pmto esiste una sola importante tessitura di petti11ati, fondata da una ditta straniera dopo la i.J1tr<xh1zio11ed i dazi protettivi del 1887, occupando circa 1300 opera.i; non ha nessun rapporto rolla re.stante industria pratese che fabb6ca esclusivamente ca.rdati. I te..ssuli cardati· pratesi sono fabbrica.ti con cascami e lm1e. meccaniche, ottenute colla sfilacciatu.r.a.degli stracci; nel commercio degli stracci e nelle successive la\-orazioni del filato e del lessu to sono impiegati non meno di diecimila opemi. Le statistiche ufficiali del 1918 danno un rlumero inferiore perchè tengono conto deUe sole fabbriche organizzate dalle Associazioni sindacali. Caratteristiche Pralesi L'industria laniera pratese è frazionata in circa duecento piccoli stabilimenti. diretti personalmeute dai proprietari.; poche fabbriche banno ltttti i repa1-ti ; 1a maggior parte hanno la sola· tessitura. Esistono poi Filature, Stracciat1u'e 1 Tintorie e Gualchiere che lavorano per conto delle tessiture; la Rifinizione Yiene fatta. quasi tutta in un solo grand~ stabili.mento per conto di terzi. Questo sistema di laYorazione per terzi (insieme al non grande e-osto della materia i1npiegata) ha facilitato e facilita il sorgere cli un gran numero <li piccole ditte impiantate coi capitali appena occorren.ti per l'acquis-to dei primi stracci e. pe-r la prima lavorazione. Dato l'assoluto predominio della piccola industria donei ripetere pe.r Prato ciò che qui da altri già è stato egregiamente detto per il Biellese: e cioè che l'organizz.azione è famigli'are, che DlMlca.no graudi società anonime 1 che l'industriale si fida più della propria pratica che dei tecnici. Anche il fabbricante pratese è come il biellese più un fortunato e tenace operaio che un borghese legato a banchieri e finanzieri; anche i lanieri prates1, industriali ed operai, sono male organizzati; 1e loro fabbriche hanno bisogno di un rinno,•a,nento Ji materiale e di dire-L.ione;nè per questa si mostra adatta la genera..7.ioneche cresce. Rapporti con l'Estero e previsioni L'industria dei. cardati è naturale ed e.sporta i . snoi prodotti; non avrebbe qtùndi bisogno di protezione doganale; quella dei pettina~i invece impiantata cla b1·eve tempo, importatrice delle materi.e prime e venditrice all1int'.e:1110doV1·à forse per alcuni aun.i essere protetta dalla produzione estera organizzata <laantico tempo e già padrona dei mercati. • 1.., 'argomento meriterebbe naturalmente tm esan1c assai profondo. li rinnonmento del materiale è molto ostacolato dal costo ecces-sivo del macchina.rio nttOYO, fabbricato quasi esclusivamente all'estero e. gra- , Yato da inattditi dazi protettivi; per esen1pio una « ran1euse it (apparecchio per la rifinizione non fabbrie;,to affatto in Italia). è gravata da quaTru1ta1 foe oro per quintale, U/1.1 telaio pme tedesco è gravato da ventotto bTe oro al quintale! Tutto queste aumenta il costo di almeno i.I trenta per cento senza ri1t1.scire a far fabbricare macchine slJn.ili in Italia; infatti un telaio fabbricato qui Yiene ve11dultbsempre a prezzo superiore al costo del telaio tedesco gravato da dazio e da enorme .spesa di trasporto. Per le previsioni 11011 posso che associ.anni al già ~-it-to per il I~iellese; l'industria lanieta ba capital'i hon grandi ma sufficienti, ha buone mae.. stranze, dovrà 1·iw1ovar'e molti impianti, basta già al consumo interno ed ha per adesso bu011i 1nercat.i esteri i ma il futuro è incetto. L'i'ncerte2,1..a.,è data dalla c,;si de.Ile materie prime che scarseggiano e dalla fomrid.abile concorrenza estera. Pe.r la mancm,za delle 1naterie prime rJporte.rò alcune cifre dagli tùtimi bollettini deU' Associazione aell 1indl1stria laniera: nel_ 1902 g1i ovi11i erano circa 700 per ogui. mille ahi.ialiti dei principali paesi consttmatori di lana; nel 1923 son.o scesi a circa 550. La media degli stracci animali esportali dall'Italia ogni anno anteguerra era <li circa mille quintali contro circa dieci.mila importati; nel 1923 gb stracci animali esportali dall'Ilalia sono s-tali tre11taircmilacinqucCC11t..oqui11tali conlso circa tredicimila importati! Tali cifre dimost.l'auo l'enorme rkhicst.a delle materie prime dell'industria l.-'tnic.raestera; Ja fuga di queste male.rie daJl'Jtalia ha provocato un impressionante rialzo <li prcn..i con conseguente ripercuf.sione sul mercato dei tessuti finiti, contrazione di consumo e incertissime pròspettive per il fulmo. STATO E L'articolo di A1tgusto Mcmli intitolalo • Organizzazioni di statali 11 com.parso 'llel numiero del 4 Marzo"· s. ci ha procun-alo molte risposte e repliche : ne scegliamo d1te che ci son parse particolarmente significali-ve fra le altre; iwvitiamo intanto gl4 amici a meditare sul problema, ed, e-uen.tualm.ente, a scriverci le lo-ro opinioni i,. proposito. La parola di uno " statale ,, , Caro ~\1onti, il tuo articolo sulle Associqzioni di e statali •, pur non convincendo1ni perfettamente, non mi ha destato sorpresa, sia perchè mi· avevi già e.sposto i concetti ai quali ti saresti ispirato uello scriverlo, sia perchè ho ritrovato in esso tutta la tna personalità, con,trrui.a a ogni forma di neutralità vuota o ipocrita, a tutto ciò che uon ha un'idea propria. Ti dico subito che questa volta non sono d'accordo con te. Le Associazioni degli statali - di.ci tu - non devono essere apolitiche, perchè altrimenti sono pe-- ricolose per lo Stato, e, per evitaJ·e qttesti pericoli, dev0no inquadrarsi, «smistarsi» nei partiti 1 perchè in tal -modo suborc~eraru10 i loro in- ,te.ressi a quelli del paese. Ora noi, nel nostro passato recente, abbiamo ,avuito la fortuna, n.on so quanto invidiabile, cli aver attraversato e di continuare a ptovare esperienze inte.ressantiss:iane dal punto d'i. vista politico, e particolannen.te in rig\ta.rdo alle associazioni dei dipendenti. statali. Una delle conclusioni di queste esperienze è da te formulata in questi termiui: «il più grande sproposito commesso dal partito soci.ali.sta italiano dal StlO nascere ad ora, fu quello di avere sempre appoggiato gli « statali • mettendo a disposizione di essi le forze del proletariato libero,. Cioè i tanti guai cleriYati dall'azione delle associazioni statali. apolitiche, (la quale sarebbe anzi la causa principale del sorge,·e del fascismo, a quanto tu clic.i) sono dovttti al fatto che un partito politico ha appoggiato le « rivendicazioni » degli statali come se fossero dei suoi adepti. Quale il rimedio a questo stato di cose? Fa.r iscrivere nel partito quelli che finora er/LU0stati apoliitici ! In tal modo essi si pei'meano immediatamente delle idee del partito e t,.tto è sa.!Yo. E' possibile che tu non ti accorga cli questa contraddizione.? Supponiamo che durante il periodo bolscevico gli statali avessero seguito le idee che ora esponi e, invece cli forma.re associazioni apcr litiche, le avesero costituite- nell'in,te1110dei partiti, compreso naturalmente i.I socialista. Siccome il rapp:resentante più atttentico de.Uos.pirito bolscevico er'a il part~to socia1ista.1 ad esso sarebbero affluiti. in gtau parte gli statali iscritti alle associazioni apolitiche, e, fra essi, certamente gli elementi più vivaci e che esercitano maggiore influeum stÙl'inclirizzo e sull'azione dell'associazione. Non riesco a vedere come le disastrose oonseguenz..e da te deplo1·ate sarebbero state evitate. Il partito socialista nou avrebbe certo appoggiato le rivedicazioui degli statali meno di quanto le abbia appoggiate qlliln<lo erano avanzate dalle flSSociazioni apolitiche. Se questo ragionamento è esatto 1 la soluzione che tu proponi, esaminata dal punto di vista pratico, non ci libererebbe dai inali che. tu hai lamentato. ** :t: Più grave ancora si presenta la questione dal punto di vista che mi pare di pote1· legittimamente chimn.are liberale. Siccome nori.na cl' aziope dello stata.le ha da essere la gerarchia e la subordinazione, ed è quindi asswrdo (sic) che m1 fun~ionario si organizzi, si associ « non per altro che per criticare l'opera dell'.1-\..mm.iuistrazi011e per discutere l'opera dei capi, e quiudi per infirmare qttel principio d'autorità ché solo può reggere l'immane edificio cli u.na ammiui$b·azione statale, gli statali stessi dovrebbero rinttciare alla facoltà di organizza7_.ioni proprie, neutre, apolitiche, cli categoria. e. simili , . Dato il punto di pa1te.n,,a, io non so se non sarebbe ugualmente legittimo dedurne che, sicc0111elo _statale è uri soldato 1 i soldati non devono fao·e p<Yliticae dovrebbero da sè, senza che venga. una: legge adJ imporlo, rinunziare alla , fae0ltà, cli i.scriversi ad un partjto. La potenzialità dcll'indu.,tria laniera può vedersi dalla statistic,, approssimati.va seguente: l'Italia (con circa 65 mila op<.-rai)ha un milione di fu.si e diciottomila telai; la Francia due miliolli e mezr...odi fusi e 6o mila telai ; la Ger• mania 5 milioni di fu.si e 70 mila telai; l'lnghilterra 6 milioni e mezzo di fu~1 e 12r1 mila telai! L'industria laniera estera è organh~:7...... 'lla in modo differente dal nostro : i veri reparti esistoru, come i nel ustrie. SJX"<'ialfazatea parte. : laval,ura delle lane, sfilaccial,•ra, filatura, tessitura, liri, loria, petlinalzira, cc:c. BiS<Yt{ncràa.n<.:hein Italia studiare se non convenga una migliore divisione del lavoro; migliorare il macchinario; incoraggiare Pi11segnamento professionale già e.(._islt611tc;organizr.are l'esportazione Cosl l'industria laniera p<>trà avviar;si ve:r.;o J..,iù sicuri destini ,Iivenendo una e grande iru1usiria • padrona dcl 1ncrcato interno e bene introdotta all'estero. F. STATALI Tu invece non solo non ammetti questa seconda incon1patibiJìtà 1 ma anzi trovi utile e consigliabile che gli statali si iscrivano ai par• titi e fonnino associazioni ne1l'interno di essi. Non so se ttt ti sia soffennato sulla gravità delle conseguenze che cle.riYerebbero dall' attuazione della tua idea. J dipendenti statali uon avrebbero altro mezzo per far sentire la loro voce, per difendere i loro interessi che quello di iscriversi a un partito, magati. sovversivo. Lo Stato dovrebbe dir loro: • io non posso assolutamente permettervi che mi parliate come funzionari, perchè lo ,~etano l'ordine, la disciplina e la gerarchia; voi siete però liberissimi di iscrivervi al partito comunista o al partito anarchico e allora, come delegati e rappYe.sentanti di quei partiti, sarò ben lieto e onorato di ascoltarvi con deferenza e di concedervi tutto quello che desiderate , . Il sistema. è fol'Se concepibile in uno Stato in eui i partiti politi.ci comprenchno la quasi totabtà degli adulti, ma sarebbe evi.dentemeute inadatto per noi, non solo nelle attuab condizioui pobti.che dell'Italia, ma nelle condizioni normali dell'anteguerra 1 data la proporzione i'llfima degli inscritti ai partiti politici in con,fronto al totale de.Ila popolazione. E resta ancora da dimostrare che gli aderenti ai partiti siano moralmente, intellettualmente e tecnicamenlte migliori cli quelli che ne rima.ngou fuori. Mi pare quindi. che ripugnerebbe al più elementare senso cli libertà costringere una categoria di ·persone ,e soltanto quella, a entrare in partiti, cli cui si riconosce lo scarsissimo valore, o a rinunziare alla tutela dei propri inte- -ressi non solo materiali, ma anche ideali, perchè uon è detto che fuori dei partiti pi>litici non possano vivere le idee1 anzi potrebbe forse sostene1·si che le idee cessano cli' vivere quando diventano il progr'amma di un partito, e si tras-· foruiano in insegne o maschere di interessi non sempre legittimi . • * * Ttt vedi la necessità di viebare le associazioni apolitiche cli statab, per la difesa -dello Stato e percl1è, nel caso cli conflitto fra A1nministrazione pubblica e dipenclenti, la massa dei dipendenti si trova di fronte 1u11asti·azione che in ultima analisi si risolve nel dipendente iu Yeste cli funzionario, cioè il dipendente non si trova di fronte ne.ssuu altro che sè stesso. Qui l'identificazione di Stato e di burocrazia giunge all'estremo di ignorare addirittura l'esistenza del Governo e quindi, indiretta.tnenfe, di quei partiti che devono essere, nel tuo pensiero, la base cli ttttto, e dei quaii il Governo è l'espressione. Eppure i fatrt!i hanno climostrato che di.verse erano le condizioni, e quindi le aziç:mi, delle as· sodazioni clegl' impiegaiti, a seconda dell'uomo che'si trovav.a a.I Go;,.,erno. Per esempio Luzzatti, ministro dell' l11te1no, aveva saJu.tato con simpatia il sorgere cli un 1associa.zione fra i fw1zionari di. prima categoria del suo Ministero. •Giolitti, appena sttccedtttogli, sciolse telegraficamente la associazione, da lui ritenuta incomp_atibile con le funzioni di quella. cate-goria. Ed è inutile citare ·-altr; esempi. La resistenza alle domande dei dipendenti statab non dipende dai eapi gerarchici dei dipende.uti stessi, ma dal Governo cbe, quando è vera1nente tale1 ha per resistere mezzi molto inaggiori e più fonniclabili di quelli che hanno le organiZ?..azioni padronali per resistere alle riehieste degli operai._,La soluzione 1 a 1nio parere 1 dev'essere chmque cercata, non nel proibire le associazioni cleglj i11.11piegati,lll..c'\.nel tracciare confini definiti alla· loro a2,ione e nel colpire esse e i si.ngoli associati qum1do esorbitano da quei confini. Si tratta dunque di dat1 forza allo Stato 111011 di sopprimere le associazioni dei suoi dipendenli, perchè si ammette a priori che esso non possa loro resistere. ** • Un'ultima questione riguarda il confronto fra la « sttperba accolta di forze libere• costituita dal proleful;ato e « gli appetiti. indiscreti , delle associazioni cli statali. , tipicmnente piccolo-borghesi ». Confesso che la mia intelligenza 1 se111:-- plice fino a essere pedestre, non è mai a1Tivata a capacitarsi di qu.este distinzioni e opposizioni fra operai e dipeudenti statali .Intanto• fra i cli59 pcnrk-nti statali, le cui associazioni avTebbero concorso in linea principale a creare l'irritazione • fa.. c.ci .;ta • ci sono i ferrov-ieri che nella massa si chiamano operai quando le ferrovie sono gestite dall'indu,;tria privata. )fa anche limitandosi a parlare rle.gl'impiegati, io non vedo nelle loro oondizioni in confrcmtp di quelle dc,gli operai altr,, che una rlif!erenza nel genere cli lavoro; per il resto sr,n gente che lavora tutta per mangiare, e che prende, per il suo lavoro, una paga, si chiami s-tipendio o salario. E non so perchè l'ar.i<me dr•½li opc..-raiche cercano di migliorare le loro con,Jizkmi debba essere =~iderata. eroica e. alt:.ni<:-ntek-"kvole e benefica, e quella degli impiegati ri<:bbacostantemente essere descritta come un arrembaggio, un assalto brigantc-.-sçoalle ca.- se rieIlo Stato. A meno che si pensi che gl' impiegati entrando al ;ervizio dcl1o Statr,, oltre al rinunziare o ai diritti politici come, seC'<mdote, stabilirebbe i1 nuovo stato giuridjr:o, o a] diritto di orga.niz1..arsi in sindacati ccowmifr::i (rliritto riconosciutr, a tutte le altre categorie) come vorresti tu, debbano pure rinunziare a soddisfare il volgare bisogllJ) del cibr, materia.le e cibarsi soltanto della gioia e dell'onore di e56ei'e soldati al servizio della c-o!lettività, e di altri consimili sostanziosi nutrimenti. Pinchi: il dipendente statale sarà considerato un essere inferiore, la cui c-siste117,aè tollerata, purchè si adatti a rin1111ziarc a una parte di essa, che ttttti gli altri possono vivere liberamente, t vano di.scutere di solui,ione del problema bttrocratico. Come l'ascensione della classe opera¼. è cominciata quando essa ha potuto e voluto prov- • vedere da sé stessa ai proprii interessi dentro e fuori dei partiti politici, così la questione burocratica continuerà a rimane.re allo stato cancrenoso, finchè all'impiegato non sarà riconosciuto il di.ritto, fi.nchè esso stesso non sentirà il dovere, il bisogno di essere un uomo completo come gli altri, di essere sè stesso, e uon di foggiare la propria anima e la propria condotta su quella degli altri; cli non essere nè una macchina per lavorare o girare a vuoto, nè una macchina per Yotare; di sentire cli avere una funzione ed un'utilità sociale e di potersi dedieare, associandosi. con i sttoi compagni di categoria, al perle7...ionament.o de11e proprie condizioni, senza che quest'azione sia considerata deleteria e delittuosa. Scusami se t1bo annoiato e credimi tuo G. P. La pa·rola -di un organizzatore In risposta al citato articolo del ,)fonti, Batta.- gli.e sindacali. (Organo della Confederazione generale del Lavoro) nel nu,nero del 14 .1Jarzo u. s. p1tbbl-ica-aaun articolo segnato A. e intitolato Storture. Dimno dell'articolo le parti essenziali_ Pare impossibile che .-\u,,,oUSto)fonti non abbia riflettuto sulla assurdità di • costringere>, è i.I termine esatto, centinaia di migliaia cli la,oratori e impiegati dipendenti. dallo Stato ad inscriYersi in partiti pobtici per far ,ale.re i propri interessi di categoria, e sul fatto che, qualora il suo progetto do,esse realizzarsi, la fisionomia dei partiti ne uscirebbe falsata e la loro funzione deviata.1 imper~è - stante la grande massa dei dipendenti statab - i ntto,i Yenuti non tarderebbero a determinare un sopravYento degli interessi economici cafegoriali e intercategoriali sulle ragioni ideali e dottrinali. dei partiti stessi. Gli impiegati e i dipendenti statab hanno fatto sempre sentire. la loro inflttenza sui partiti standone fuori, figuriamoci quanta ne farebbero sentire se ci fossero dentro e in numero ragguardevole seppure. non preponderante! Il male che il llionti vorrebbe evitare col suo progetto, nella applicazione prati.ca di esso aumenterebbe a dismisura. - I partili, poi, non potrebbero più contare su delle forze vere1rea1-i 1 stabili. Xon occorre proprio nessun sforzo d'intuizione per prevedere come i fun?..ionari - inscrittisi nei partiti, non per propugnare dei principi ma per difendere degli interessi - prenderebbero facilmente il Yolo per altri Ed.i ogni qualYolta parrebbe loro di troYarema.ggiore e più immediata difesa con l'acquisto di una diversa tessera nel momento più quotata. Si potrebbe fin, d'ora dar per certo che - attuandosi il progetto i\Ionti - la lll..c'lggiorparte dei funz-ionad fluttuerebbe nelle acque dei partiti che stanno al potere o sono prossimi a conquismrlo, e ben si comprende. E' facile i1nmag-inare1 poi, che questi partiti - se vorranno eYitare cli esse.re continua.m.ente disturbati dall'intervento nelle discussioni generali dell'elemento impregnato di interessi particolaristici - doYrauno provvedere a creare nel lord interno delle se.parate sezioni. sindaca.li : ed ecco il Sindacato che si ricostruisce, sia pure frazionato in clive.rse sedi politiche, a rivendicare il ~uo diritto di esistenza! Gio,·a invece discutere. delle misure per eliminare i.I più che sia possibile il ricorso all'arma dello sciopero da parte degli addetti ai pubblici servizi. Premesso c-he ogni rinuncia alPuso cli 1u1'ann.a 1ite11uta dannosa agli interessi generali (nel caso lo sci.opero) i.mpbca - quando non si voglia porre il rinunziante in istato di inferiorità rispetto agli altri che ne possono usare - l'offerta cli ttn mezzo cli difesa che sostituisca l'ar- ,na dimessa, è necessario creare. degli istituti di conciliazione, d'arbitraito e giustizia, che diano garanzia che i legittimi interessi dei lavoratori

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