La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 13-14 - 25 mar.-1 apr. 1924

ressata ad asslllllersi questa forn;ioue protettrice per assicurarsi che il Cauale <li Suez, che è la Yia più breve per l'llldia, non case.bi in ma.no cli potenza capace di chiuderlo alle sue uavi in tempo <li guerra. L'Irlanda Circa l'Irlanda, la difficoltà era ed in pa,te è ancora I 'autagouismo fra il Nord-Est e il resto dell'isola ed il fatto che l'Irlanda con le sue coste frastagliate offre ottime basi di lavoro a~ som111ergibili minaccianti le linee cli navigaz10ne tra l'Inghilterra e l'Occidente. L'Irlanda e l'lnghilte1Ta formano un unico sistema strategico, le loro popolazioui sono onuai inestricabilmente miste. In queste condizioui la relultanza nel concedere all'Irlanda w1a larga attlonotuia nonostante fosse indubbiamente possibile I~ scll i.acciare - a, WJ dalo prezzo - ogni tesi stenza è cosa perfettamente concepibile. La questione è se non fosse maggiore il pericolo del persistere a trascurare il pesv dell'anglofobia irlandese in Amexica e nel resto del inondo; se non fosseYi la sperru1za di sradicarla con l'autonomia e se w1 atto di generosità da parte del più forte 11011 ,·arrebbe a cancellare tante t,;sti recenti memorie. L1esperimento ha già ridotta quasi a zero Pinflue117..aanglofoba irlandese all'estero e ha già fatto fare grandi passi allo sp11ito di conciliazione nella stessa Irlanda. Questa ha già preso pa,te alla Conferenza Imperiale; è già membro della Lega delle Kazioni e in questi due fatti ha due grandi garanzie della sua 1rnoya libirtii, çh(è è !;C,SÌ non nu:no saçra e indolabife cU quel!~ cl'oglli Dominiott è della stessa Inghilterra. L'esistenza dell 'Im· pero Biitannico ha reso possibile sia all'Inghilterra sia all'IrlancL'l. di superare la. angusta Yisione insulare, e di trovare in un tutto più vasto le garanzie dei valori comuni non meno che di quelli specifici. E' no~o infatti che il tipo sul quale è concepito il Libero Stato d'Irlanda nel suo rapporto ,erso la Gran Brettagua è il Cauadà. Vi è quindi un senso in ctù è lecito dire che il trattato anglo-irlandese del 6 dicembre è la più recente e maggior manifestazione della capacità, da parte aella tradizione imperiale, di risolvere questioni insolubili dal pW1to di ,·ista del mero princip,io di nazionalità. La politica Europea La mole hdtannico è qualcosa di ta.nto W1ico nella storia, è così flessibil'e e proteifonne, ha superato già tante Crisi ed ha già smentite tante profezie da rendere impossibile a cbicchessia il p.red.ime l'avvenire. I\1a una cosa. ci_ sem- ?ra i'icontestabile. Il suo punto più v,;lnerabile rimane in EUìopa l' Inghilterra deve riuscire a restaurare una hffiga -pace e una diffusa prosperità sul co.ntinente europeo; tenersi estranea alle competizioni ,politiche continentali, non intervenin>i che come arbitra e dal punto cii vista dell'interesse più generale e peim.anente, se yuole evitare che i Dominions se lle stacchino come già 1e colonie americane e si clis.interessino dell'Inghilterra dal cui seno sono nati non meno che della vecchia e turbolenta Europa. E l'ingresso nella classe politica dell'ala più eYoluta del partito del lavoro, i cui ideali sono più viciui a quelli dei paesi transatlantici è destinato ad allontanare questa eventualità col neutralizzare l'elemento estremo del vecchio conser\"atorismo e render p'iù diiiicili alleanze esclusive in Europa. E' ancora troppo presto per potere dire in modo sicuro il grado in cui la responsabilità del Trattato di Versailles e delle sue conseguenze economiche e degli jndugi nel coneggerle è dell'Inghilterra e Qei suoi alleati ed associati. E' per altro indiscutibile che, a mala pena il T,rattato fu firmato, l'Inghilterra iniziò7 sotto la pressione de,lla sua crisi industriale, gli sforzi per correggerlo. Essa non esitò i.nolt.re a propone la cancella,jone <li tti11".i suoi crediti a patto che le si cancellasse il suo debito americano e a patto che detta cancellazione segn~ la liquidanione delle conseguenze della guerra .e l'aYYento della pace. Di fronte al rifiuto di cancellazione da parte dell'i\.rnerica, non esitò a iui:àare il pagamento del suo debito a questa e a mantenere la sua offerta di cancellazione de' suoi crediti, tranne che per la quota pa.iie necessaria, assieme con la quota spettantele •delle indennità tedesch, a pagare il suo debito ali' America, sen1pre a condizione dell'assenso degli alleati a uµa pace rea.le. I suoi ' sforzi s'infran5ero contro la dete.n.ninazioue della Francia a esigere condizioni di sicurezza, rispetto a1la Germania, che nell'opinione inglese solo seminerebbero cause cli nuove guen·e e impedirebbe.re la restaurazione economica tedesca; e contro l'appoggio, iniziai.mente almeno, dato dall'Italia alla tesi francese dei pegui produttivi. Xel momento in cui scriviamo questi sforzi sono stati rip1·esi in condizioni. più favorevoli, con la partecipazione di un. rappresentante america;,o e con il fervore del Partito del Lavoro salito per la prima volta al Governo. Gli auspici non furono. ma.i più propizi e sia nel • campo economico che nel politico, sia nel p,romuo~:ere la iiconciliazione e la ricostruzione, sia nel da.re esempio di fedeltà a tutte le tradiz.ioni liberali sue sotto la cui egida l'Europa crebbe, l'Jngbilterra ha ripreso il suo posto di arnno-uardfa. Può darsi che l'isola madre abbia oltre;assato lo zenit della sua potenza economica, sebbeue 1nsigni studio&i ne dubitino e sebbene sia anche possibile che l'attendano grandezze di anche più nobile naturn ancor non LA RIVOLUZIONE LIBERALE tocche .E può darsi, sebbene pur questo sia dubbio, che la mole britannic-i presto O tardi si sciolga in una costellazione di st.-iti indipendenti. Pur co.sl la sua fama resterebbe i 111peirturn ed essa può già dire: 110n ononts 1110riar. :.\Ia è molto più probabile che essa rimanga conte almeno l'altare e il sae1·ru·io della vivel,)te cattedrale che le I: cresciuta d'intorno e de.•tinota a<I esse-re il modcllo e il nucleo d'un anche più larga fratellam.a di popoli intenta ad estenrlerc su tutt~ la terra il regno della pace, del diritto e della libertà, csaltallllo gli umili e debellanrlo i superbi, domani c:01ne ieri. CARLO ARIAG!IJ. RICHIESTADI INFORMAZIONI su MAHATMA GANDHI Proprio cosl. Invece di fornire informazioni su Gandhi, io l)e chiedo. Non ne ho ancora avuto di precise. In Inghilterra, naturalmente, si accorsero cli Gandhi appena fu tempo: ma lo trattarono come feuomeno streltameute politico dell'Impero Iuclìano, senza crearvi attorno quell'alone di com.n10z.io11esent.imeulale che ha fatto la sua fortuua dal ConUnente. Gandhi, uellc spoglie . in cui noi lo conosciamo, è una creazione berlinese. Berlino lo ha scoperto come Maeterlink, Romain Rolland, Sehua Lao-erloe[ Rabindranatb Tagore. Senoucl.iè gli stt7ctiosi ;pecialisti di Berliuo souo in.capaci di ·lanciare le loro creazioni con garbo. Allora succede che, da Parigi, qualchedm10 si accorge che a Berlino hanno in m.agazzino qualchecosa di interessante: e ci fa su uu libro col cachet parigino, buono per essere Yenduto iu Jtal,a, uei Balcani, ne! sud America, nella stessa Germania. L'anno passato, Romaiu Rolla.ud, costretto a son 1egliare il mercato 1ibrru·io tedesco se 11011 altro per la ragione che è orma.i l'unico ad assorbire i suoi 1ibii si accorse chE Gandhi, g,ià dirozzato biblio~aficamente, a Berlino avrebbe potuto essere u11 benissimo soggetto, da inquadrarsi opportunatamente nella cosmogonia Clarté-pacifism.o dispetti all'Inghilterra: e ci [ece su W1 libro. Qu.esto libro capitò in deposito ai librai italiani proprio al momento opportuno, mentre la prepotente Inghilterra non ci vuole dare il Giubaland e mentre lVIac Donald inizia il suo periodo di governo.' Lo scritto del pacifista Roruain Rolland fu una manna per tutta la gente oscena, che aspetta i centenarii delle morti celebri per farci w1 articolo e le novità di Parigi per tenersi al corrente della cultura mondiale. I giornali fascisti adoperarono Romain Rolland per « minacciare» l'Inghiltetra con la prospettiva deUe Indie in rivolta. Gli antifascisti, in qualche momento di fiacca, pensarono cli imitare la tattica di a non cooperazione». D'AnÙunzio ne parlò in un ,&uo messagro alla. Gente di lVIat'e. A Genova, abbiamo avuto Wl autocandidato al listone, che, costretto a rinùnciare, citò Gandhi nella sua lettera ai giornali. Ettore Ianu.i dedicò a Gandhi due coloune del Corriere della Sera, e questo è proprio il segno che Gandhi - formato Rolland - è ormai un uovo fracido. A Berlino l'hanno già archiviato, a Parigi noli ne pa1·lano già più, in Italia è ancora un tipo recevsionabile. Anche nel caso Gandhi, la tabella degli arriYi culturali ~egna: via Parigi, tre anni di ritardo. E' la metlià normale per l'Italia. Si capisce che Romain Rolland presenta 'Gandhi in compagnia cli S. Francesco d'Assisi, Thoreau, :Mazzini, ToJstoi, Ruskin, Cru]Jenter, tu.tta la troupe. Vale a c1i1·eun Gandhi fasciato nella sbavatura del pacifismo internazionale, come un. dattero nella guaina di zucchero canunellato. Ignom11tissitnodei primi principii dell'India, Romain Rollancl procede con santa semplicità. Basta per esempio questo: Son è il caso di fer- ·marsi al c1tlto degli id.oli, a111111essoda Gm1dhi. Egl-i lo considera come un bisogno rispettabil.e 1 inerente all'·infermità dello spirito 1u11ano. ?--:on è dunque niente di più. di q1wn.to -vediamio nelle nostre chiese cattoliche. Rolland, evidentemente, ignora il pullulan1euto delle adorazioni fetjciste che è uno degli aspetti dell 'Inclismo, la osctu-a peno,n.bra del culto; probabiJmente crede che l'Induismo sia clavn:ro una religione cano!lizzata, coi santi e i ritra.tti dei sru1ti. Si capisce cli 'egli abbia potuto assumersi di spiegare Gandhi: certe imprese sono il privilegio dell"iguora_nza. Io domando invece: r. Uua analisi della contaminazione delle idee occidentali stù patrimonio induistico di Gandhi. Gandhi ba stu,diato a Londra, ba viaggiato nelle colonie inglesi (Sud-AJ1~ca), ba letto il Vangelo. La sua « Nou cooperazione» è proprio conforme allo spirito dell'Induismo? Ne dubito. Ci sono degli atteggiamenti cli settario, ma di settario occidentale. I suoi procla1ui, i suoi discorsi, il contegno dinru17i ai giudici hanno una certa a1·ia di famiglia con quelli di certi protestata1ii fainosi cleJla sto1ia inglese. E' noteYole in lui il concetto della legittimità giuridica, del conformismo legale, assolutamente Il.uovo nel mondo ideologico, dell' Indusmo. Egli vede l'Impero britannico con occhi assolutamente europei: L1 Jm.pero britannico costitu:ito s1,.Uo sfru.ltamento organizzato delle razze fisicamente più, deboli della terra e su. wna. ostentazione con• venziollal.e della forza bmtale ... In confronto alla gelatinosità politica di Tago-re, 'Gandhi mi sembra più circoscritto, più consistente, più occidentale: anche se, aprparentemeute, nella polemica fra i due, Tagore abbia difeso l'europeismo letterario e culturale. 2. Quale parte gli inglesi han110 avuto nella dbellione indiana? Domando non la parte risultante dai soliti giochetti della dialettica della storia funzionante come un.a fisarmonica, ma la parte diretta, personale, di due o tre individui che lrodamo attorno a Ga11<lhi. Il primo Congresso :.\'azionale Indiano fu fondato, trenta anni la, eia alcuni liberali vittoriani : A. O. Hum.e, Sir William Weddcrbum, inglesi, fw·ono dunque i precursori. La campagna di stampa attorno a Gandhi è battuta poi, nell'India stessa da altri inglesi: \L \V. Pearson, C. F. Aud.rews, Joseph Soke. L'editore ùella Kew-In,dia, Banker, è un altro inglese ed ~ l'unico uomo che sia Yicino a Gandhi, e suo com.pagno, nel momento più alto della sua Yita, dinanzi ai giudici di Abmedabacl. Uno di questi inglesi fi.ancbeggiat01i, Andrews 1 ha l'India così cara che adotta perfino il Khadda,·, cioè l'abito dei seguaci di Gandl1i. Io vorrei .delle biografie di questi signori. L'Inghilterra ha sempre mandato in giro per il mondo di questi ostetrici dei popoli oppressi, e la loro azione fu sempre fortissima. Si tratta, per 1o più, di gente assai limitata di idee, che si appassiona per gli abitanti della Grecia, dell'Italia e della Penisola balcanica con la stessa intensità, gli stessi bèguins e le stesse debolezze d\ 1111 collezionista: e lotta pei· la loro indipendenza, com.e lotterebbe per imporre 11.lla copertina a tutti i cani londinesi nei mesi rigidi dell'inverno, se la loro eccentrica filantropia aYesse preso uu'inclirizzo zoologico anzichè politico-etnografico. Queste stravaganze cli zitelloni sono caratteristiche della più grande e potente aristocrazia del mondo, ed estremamente utili alla politica dell'Inghilterra, perchè giovano a crearle inton10 t111'aura di idealismo, e la riputazione di protettrice di piccoli popoli. Tutti gli inglesi amici cli D1azz;iuie dell"Italia, per eset'.npio, appartenevano a questa categoria di dilettanti. Oggi, l'Europa 1\ interessa meno: ce n'è an- -c01·a qualcheduno per la Grecia, per il Diontenegro: ma i popoli asiatici attirano le loro preferenze. ?iir. Anclrews con il 1?.lraddar è forse l'eccentrico mmiager di Gandhi? L' azione di questi ing_lesi è Yera azione « occidentale »: ci si mettono sul serio. Bisognerebbe essere clocu1nentati su quella che essi hanno svolto attorno a Gandhi.' Ke hanno senza dubbio rafforzato gli ele1nenti, diciamo cc.sì, eYangelici in confronto a quelli \"edici. 'Gandhi apprese a Lcndra la bellezza della Bbagand Gita. Egli stesso "lo dice: « F11. la lnce di cui a-i:e·IJlTbisogno il piccolo indiano esiliato. Pe,, me la- sal1de era po-ssib1fe solo con la religione indù». Io scommetto che fu un inglese a persuaderlo di queste ca.se. 3. ~oi sappiamo ç:_-:9.leè 12. posizione dell'indù rispetto alla fabbn-ca. I laYoratori vogliono gnaclagnat e presto un po' cli denaro, per farsi indipendenti. L'aumento dei sala.rii non proYoca affatto Ull accrescimento d'ella attività prc<lutti\'a, o un più elernto tenore di vita: ma, al con• tra.rio, determina più lunghe vacanze. 'Yon esistono in India « operai :i, : JUa solo lavoratori occasionali 1 cbe1 fatto il gruzzolo, formano il Yillaggio. « Disciplina» di fabbrica è parola vana. Difatti, solo l'industria tessile è riuscita ad affermarsi di froute alla produzione europea. Le difficoltà della grande industria non sonor tanto nelle segrega7,io11i castali, n1a nello spirito di tutto il sistema indu. Ogni scambio cli professione, ogni 1uuta.mento tecnìc-o,' portano con se uua degradazione rituale. In nessuna casta si riscontra la più lieYe traccia di irnpttlso capitalistico. Si cono chian1ati i Yania, p. e., gli « ebrei dell'Iudia »: il confronto non regge. I Vru1i.1sono dei drtuosi del guadagno, ma non Ye n'è uno che sia un capitalista nel significato occidentale della parola. Ora, Gandhi, come applicazione della « Xon cooperazione», predicò contro tutto il sistema cli produzione capit;'tlistico. La sua imposizione del filatoio a mano, ri\·en<licato di fronte alle filande meccaniche, è assoluta. Questo atteggiamento si ricollega alla formazione psicologica indu, negata. al nostro regime di produzione? Ed è destiuata a raflorwrla? Ecco, a mio a\·viso, la domanda esseuz.iale. Se sì, tutto il movimento Satiiigta1!,(l o gandhista è condannato. Ci potrà essere tllla sede più o 1 meno lunga di guerre e di carestie, ma l'India resterebbe comunqtte sotto il dominio cli una. potenza straniera, industriale e n111itare. Se no, il gandhismo t~ prh-o di ogni interesse per lo stllClioso della politica, restando di altissimo interesse pei· il diplomatico (p. e., per i bolsceYichi cbe possono presentare Gandhi come un COlllllllista., ecc.). Come ossen 1az.io11ein margine, si può rilevare quauto sono incauti i nostri protettori dei popoli oppressi, a entusiasmarsi per Gandhi, senza. essere fissati su questo punto. E' infatti estremamente prcbabile che, se il Gandhi del li latoio meccanico prevalesse, morirebbero di fame in India, qualche dieci milioni di individui. Si capisce che que.sta prospetti va non arresterebbe nè Gandhi, né i suoi partigiani, nè i suoi. ammiratori c."1.lropc,-1. 4. L'Inghilterra ha, in India, imposto la p11x britannica, riwiendo, sotto una unica amministrazione, un impero frantumato una. sodet.à poln:.dz'l...ata. ,.\-IaJa sua influenza i. stata, finora p<ilitica, inrlu~triale scientifica. Il miglù,r scrit~ Wre di cose indiane che io conosca, Sir AJfrtrl Lyall, nega che sia possibile qualunque partecipaz1rme al mr.,vimen.to religi= indiano , poichè -- c.-gli dice - noi sianw talmente a,uanzati, o almeno talmente limta,ii dalla massa del popolo che è a nnstro carico, che la nnstra su,perio-rità ingenera mancanza di simpatia, e nel nostro desiderio di condurre, perdiamo pazienza e discernimento. Compito altamente spirituale de/l'Inghilterra è dunque quello, apparentemente materiale, di man.tenere la e: pax britannica». Questo giudizio - VL-<:cbiodi una cinquantina d'anni - può essere considerato \·alido ancora oggi ? ~ on lo so. Se noi pensiamo che i nostri recenti libri di inkrmazione sull'India hanno ptess'a poco, il valore di quello di Rom.ain Rcl'. lan~, den Yoglia di crede:re a Lyall sulla parola. V, certo, però, mi pare che si possa dir questo: la ferma resistenza del goveTno ino-Jcse d.ell'I_mpc,ro Indiano e il mantenimento dclla < pax bntanmca » sono ancora le più solide premesse per la fecondità del gaudbismo. Il dominio inglese sulle Indie resta pur sempre il più confortante - goetbiauamente confortanfé - spettacolo della politica mondiale. Si racconta la storia del martirio quctidiano degli Akalis, una setta dei Sikh. Pare che, dall'agosto 1922 1 gli Akalis siano stati con,·ertiti alla dottrina della « non resisten7.a >. Essi vogliono cacciar.e da certi templi dei catth·i sacerdoti : il go\·erno, per ragioni legali, difende i sacerdoti. Ogni giorno, cento Akalis Yolontarii fanno ,·oto, o di raggiungere il tempio di GuruKa-Bagh senza usare \"iolenza, o di essere rico~dott~ prh"i di sensi. E ogni giorno la polizia bntaUU1ca aspetta la schiera dei di,oti, armata di lunghe pertiche ferrate: e ogni giorno si s,oL ge la .scena silenziosa delle percosse affrontate senza speranza e della repressione inllitta senza furore, ma conforme alla legge. I pai:t,icolari sono superflui. I giornali inglesi hanno "parlato deU'aflare, Romain Rolland ne è allucinato. Senza dubbio possibile, tutta la ammirazione del 1tolgo Ya Ye.rso i cento di.Yoti che, tutti i santi giorni, affrontano le pertiche ferrate dei poliziotti, e Yerso Gandhi che li ispira. Jla l 'ammirazion.e del ceITello disciplinato va ""'erso l'autorità che tutti i santi giorni 1 con una pazienza più forte dell'amore Wsino, comanda a una squadra di poliziotti di impedire l'accesso del tempio ai cento diYoti. GIO\"ASSI -"-'SALDO. PIERO 60BETTI - Editare TORINO - Via XX Settembre, 60 Jmminente GIO\"_"-,);I AliE);DOLA ·oNA BllTIIHHtHl liIBERA.ùE con ritratto e biografia delLrntore Ai prenotatori L. 10 • Prefazione : I. - L'Italia sulla soglia del• dopo-guerra. II. - Dare un goYeruo all'I~ postbellica. III. • Contro la proporzionale a=inistratirn. IV. - Sulla politica estera del ministero Gio-. litti. -\-. - Dopo le elezioni del '2r. Per la riso/u- ::i&He e contro la ri-voluzione VI. - Il 1iezzogioruo e la crisi politica italiana. \"II. - Sulla Rifonna elettorale. Appendice. Questo libro, che insieme a Popolarismo e jascismo di Luigi Sturzo 1:i,;,p!·esentauno dei più grandi a\~Yenimenti politici attuali, ha messo a, rnmore per il solo annuncio dato dalla stampa italiana. Chi Yuol essere sicuro di far in tempo ad acquistarlo prima che si esaurisca, mandi a noi, subito, il vaglia di prenotazione. u.G.E . .B. - Corso Principe Uddone, 34 - Torino. Pn;no GoBETTI . Direttore-responsabile

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