La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 13-14 - 25 mar.-1 apr. 1924

I r b L\ RIVOLUZJO-:-iE LJBERALF, LA SITUAZIONEIMPERIALE Ma pur questo è un ixricolo in decrescenza. Speric ,1opo le c:.le7ioni <lel 192,3, indette ad hoc, i Dominions devono pc.--rsuaders1 che, non solo la Gran Drelta;pia ha clidtto in mak-ri.a fiscale ad O'Jni libc.-rtà da essi goduta, ma ancora che la cosa è:. c:conomk:amc..-11ti<m:'.JY)"-sibile. C'na prefercn7..a .. !-'-eria• ai pr6dottj coloniali impJic:hercbhe altri dazi su grano e matc..-rieprime, che elcvercbb(~ro il costo della vita p<.,--l1e" masse inglesi e il r:osto d-i flt'oduzi011c delle industrie inglesi a un li \.·el o tal che renderebbe alJe masse odioso l'Impero e danneggerebbe il commercio d'csport;lzi0nc <licui l'Jnf{hiltet·ra vive, col risultato di accrescere invece che ridurre la diso<> cupazione. ;'\ parte queste considerazioni puramente economiche, ve ne SOW) <li carattere politico non meno importanti. L'Jmpc.--ro sarà tanto più saldo quanto più le relazioni economicbe tra le varie sue parti saranno spontanee e nessuna parte avrà sia pur solo l'ombra di un pretesto per 1-itcntre che conceda troppo e riceva troppo poco. r Dominions godono già di una immensa natuxale preferen,..a a cagione della Wm1glianza. di lingue, cli leggi, di costumi e del fatto cbe contribuirono nulla nel passato e contribuisco110 ben poco pur ora alla difesa imperiale ed alla comune organizzazione diplomatica. Inoltre l'Impero sarà tanto più volentieri tollerato dal resto del mondo guanto più sarà un esempio di libero scambio piuttosto che di monopo1io economico. I modi migliori di consolidase economicamente l'impero sono quqelli che la scienza offre per ridurre lo spazio e il tempo fra le varie due parti e quelli compatibili con µna a un tempo çauta ed. audw:<; fi.- naw.-a di ptestiti per lo sviluppo di risorse immense fin qui nemmeno scalfite in ogni parte ove .sventola l'Union Jack. E al di sopra pur ili questi gode di grande importanza. una politica cli comune legislazione commerciale e scolastica ed una politica intesa a favorire l'immigrazione inter-imperiale in confronto dell'emigrazion.e all'estero. La Gran Brettagna è sovrappopolata; 1 Dcm·inions sono ancora assurdamente sottopcpolati; occorre mirare - e già molto si fa in questo senso - a stabilire un certo equilibrio tra questa e quelli. Concluderemo questo paragrafo ricordando che il trattato anglo-irlandese del 6 dicembre 1921 e lo Statuto della Lega delle Nazioni sono fin qui i soli due documenti costituzionalj della esistenza dell'Impero Britannj~o. Sopratutto lo Statuto della Lega delle Nazioni in quanto avvince la Gran Brettagna e i Dominions con legami eguali a quelli avvinc~ti tutti gli altri membti della Lega è un docunrento che esclude la possibilità che l'Impero possa perseguire •scopi esclusivi antitetici con! quelli della Lega stessa; e che garantisce L'Impero e i suoi pericoli Quando nell'agosto 1914 scoppiava la guerra mondiale era almeno lecito l'avere dei dttbbi sulla solidjtà dell'Impero Britannico; non erano solo Treitzschke e von Bernardi che vede\·ano ju esso una mole caotica ed eterogenea. che sarebbe andata in pezzi al primo u1io esterno; anche emi.neuti pensatori e storici ingle$i, come ad es., Lord Morley ave-..-auo espresso la convinzione che era follia attendersi che Austi-aUani e Neozelandesi si sarebbero scomodati per venire a difendere la metropoli impegnata a difendere la violata iuilipendenza belga. , Quando la Inghilterra è in guerra, ;1 Canadà è in guerra». « L'Am;tralia sosterrà l'impero fino all'ultimo uomo ed all'ultimo scellino». Questi ed altri consimili iuunortali telegrammi lan1peggianti attraverso gli Oceani tolsero ogni dubbio, ed ora noi sappiamo che la pjù grande prova di solidità è stata felicemente superata e che perfino l'eccezione coufenna la regola. Tutte le parti dell 'Impe:ro c.he godevano il massimo di Ubertà diedero tutto ciò che poterono senza 1a coscrizione; l'Irlanda che legalmente era parte de.Ila mole del Regno Unito e che non si sentiva libera 1iuscì a rendere inapplicabile la coscrizione applicata in Gran Brettagna e a dar meno che non· potesse dare : la libertà iliede j) massimo ùi lealtà. Ma questo stesso felice esperimento suscitava un nuo,·o problema. L'impero si era- ru1dato conse,lidando negli ultimi decenni sotto la pr'essione del pericolo esterno; non ern.d, non vi è anzi pur ora il pericolo che la scompafSa di questo scateni in tutte le pru Yigorose nazioni autonome, irrefrenabili en.iergie •centrifughe e separatiste? Non sono segni della realtà di questo pericolo gli sforzi -coronati d'al successo dei Dominions, per avere una distinta rappresentanza nella Lega delle Nazioni? O p~ avere speciali rappresentanze commerciali presso le altre Nazioni'? Un esame della situazione internaz.i011ale del dopoguerra mostrerà che il' pericolo è reale, ma assai meno grave che non se.mbri e in ogni probabliità cli ..carattere transitorio. Quel che è avvenuto a Versailles si è che lo ,sfo~w iJtlico ha indubbjamente accentuato il .sentin1en~o nazionale in tutte le maggiori parti dell'Impero Britannico e le ha spfote a chie-_ -dere - e ad ottenere senza la menoma resi-· stenia - piena eguaglianza.- di stat,1,5 di fronte alla Metropoli e quinili il diritto ad essere consultate e ad aver voce nella detenninaz,ione della c9mune politica estera, militate e navale. Esse, a cagione delle enormì distanze che le separano dall'Europa, sono lente a .comprendere la situa- .zione europea in ,tutta lai sua complessità, deli- .catez:za e ricchezza ili pericoli; ma appunto per questo non hanno tutti i torti di, cercare dì non essere coinvolte in questioni puramr11te -.eruropee, interessanti sola nazioni continentali .europee. Esse hanno in comlllJe con gli Staj:i· Uniti fa determinazione a non parteggiare per ·un gruppo di potenze europee contro l'altro e I 'interesse a considerare l'Europa come un tutto economico e politico non meno che geogra1ìco. Esse· hanno insomma in comune con g.Ji Stati Uniti l'interesse che l'Europa vi'va in e-e, con la massima libertà e sicnrezza di traiJici per terra e per mare e che essa non cada scotto egemonie mili.tari ed economiche. Esse sono quindi contrarie a.c1alleanze con chicchessia; sono per la amicizia con tutti; e non desiderano alcuna egemonia britannica in· Europa e sono ostili a che S<Yrgaalcuna ege:moùia altrui. Ma sono queste loro determinazioni ragioni di debolez7.,a O non piuttosto cli forza per l'intero Jmpe-ro Britannico? La funzione dell'Impero Co:minciamo con l'osservare che, ad es. l'Australia e la Nuova Zelanda,, senza 1; flotta brir tannica cascherebbero quasi automaticamente in ma.no al Giappone, che il Canadà sarebbe anche più debole che ot' non sili. di fronte agli Stati Uniti; che l'Indi'a cascherebbe pur essa in .ma;no al Giappone. Tutte le parti dell'Impero. Britannico godono Qra, mercè tal flotta, ili una sicu.,rezza che, separate, non potrebbero consegud:re, dat~ le loro se.arse popolazioni e vaste aree, nemmeno sacrificando tutte le loro risorse ;agli, armamenti; conterebbero meno ciascuno che la. Danimarca, il ne1gio o la ScaJ.1dinavia. Per esse l'alternativa non è tra una pretesa clipendew...a attuale ed nna possibile indipeuderu-...a .separata; ma tra una i11d:ipeudenza associata ed .una comù.ne sicurezz.,.1,da un lato e dall'altro la ,ce.rtez.za. od estrema probabilità di perdere ogni sostanzfaJe inclipeu<lenza o sicttrezz:a in un, mon- .do in cui lo sfasciarsi. de.11'Im,pero Britannico rafforzerebbe enormemente le tendenze del 11a.,don.a- ·1lismo e del militarismo.. Ora esse godono nella .situazione mondiale cli un peso ·che, separate, :scenderebbe auton1a.ticamente a zero. A Parigi e . a Washington esse non avrebber◊', separate, avuto più peso che il Brasile, la Rumenia, il Paraguay, che non furonq ne1nmeno constilta.ti. Associate, pesarono più della Frani:::ia e dell'Italia. Pur se per popolazione e potenza econo.rnlca e militare le altre parti fossero già pari alla Gran Brettagna, Piuteresse a stare insieme ,a parità di condizioni resterebbe pur sempre 1.mt.n-enso: l'unione fa la forza. Per di più, nel mentre per ora aessnna parte de1J'Imf)..7ro Drit:an;n.ico può attenders; dalla Lega delle Nazio11i una frazione della sicurezza e ùel peso di cui gode assieme alle consorelle, questa sua cotJlinu.ata cooperazione con ei;se serve a creare un grande precedente ecl esempio per la Lega e serve a dai- peso a questa. Nella misura pertanto in cui il massimo di autonomia va col massimo di cooperazione, l'a..ç,sw-gere dei Domin10ns ad cguaglia,117.adi slal1.t,5 con l'Inghilterra non può che rafiorzarc in ogni s<:uso la solidità dell'lmpci-o. i\·on solo; il conferimento della piena autonomia all'Irlanda ha ridotto a zero le agitaziotii a11tibrita11niche negli Stati Uniti e rese le relazio11i con questi cordiali come uou furono mai. Esso può non rafior7..are tale solidità specie se si considera che la scomparsa del pericolo tedesco non implica che esso non possa sorgere di bel 111tovoin un 'altra forma. I Dominions non potrebbero non perdere 1'attuale loro sicttrezza se tal p<:J;colo risorgesse e H cuore delPimpero soccombesse politicamente ed eco110111icamente; ed esso non potrebbe uon soccombere ed economicamente e politica1neute se l'attuale anarchia. politica ed economica sul Continente non potesse essere ric0'11lposta in orcliue o se l'ordine rinascesse solo dal rinascer~ di ditt.."lture o d'aut~azie rnilitari appoggiate al prot(>Zionismo. I Do1ninions e l'Inghilterra hanno quindi in comtrne tra di 101·0e hanno in comune con gli Stati Uniti e con tutti i piccoli Stati e1u·opei l'interesse a rendere autore- ,-ole la Lega delle Nazioni, a vedenii accedere pure gli Stati ancora esclusi e a \'èderne tiformato lo Statuto in guisa che vi occupi la posizrioue centrale, il principio dell'arbitrato, già Yigente tra America e Gran Brettagna. La funzione storica dell 'Im,pero Britannico è tutt'aL&o clJe esauxita; dopo avere reso possibile il fiorire dentro e fuori di sè ili tutto un mondo ili libere nazioni ed istituzioni, esso si trova ora innanzi a sè il compito di difendere queste conquiste per sè e per tutti con l'educare le nazioni ad accettare nei loro rapporti reciproci quella supremazia della, legge che in s·eno ad ogni Stato civile regola i rapporti tra individui: con l'educare le nazioni al concetto della sola sicurezza ormai possibile : ttna sicurezza non pJù solo nazionale, ma comune, ma garantita dall'impegno di tutti di sottoporre ogni, • disputa a soluzioni giuridiche, di accettar queste soluzioni e di contribuire a farle valere contro chi loTo si ribella, chiunque egli sia, 1 alleato o no. Le ragiÒni quinili dì solidità dell'Impero sono immense'. ' • I problemi tecnici dell'Impero Jl pericolo transitorio nasce solo dal fatto che le varie parti dell'Impero sono per orq, ciascuna e tutte troppo assorte ne; loro problemi postbellici internii e non djsposte a dare alla politica estera 1'attenzione che era facile darle sotto la minaccia di un pericolo imminente; Vistializzabile; donde un ricadere della respnosabilità della politica estera sulle sole spalle della Gran Bret1:agna. IU problema &ella. stab;tizzazione del mondo non è così rapidamente visualizzabile per tutti come fu quello dell'urgenza di abbat- • tere la Germania; eppt1lI'eesso non ,è men grave. Ven-à per altro un momento nel quale, presto o tardi, ogni parte dell'Impero airrivera à rendersi conto che i suoi problemi economici sonÒ solubi.Ji solo in termini del tutto imperiale e che i problemi imperiali sono solubili solo in termini del problema della sicurezza e libertà legittima. di tutte le •nazioni; un momento in cul ognuno si renderà rontd del fatto che la scelta è tra il lasciarsi andare alla deriva verso un'altra guerra e l'associarsi con. tutti i popç>li disposti ad accoglie1·e il regno de11a legge con.- tre quelli che ancora in fondo credono solo nella forza. Verrà un momento in cui ogni parte si renderà conto d'el fatto che la scelta non è tra « l'indipendenza » e la servit'.ù, ma tra la interdipendenza attua1e od accresciuta e la perdita d'ogni reale indiipendenza, dignità, sicurez7..,ae peso ne.I mondo; tra una m1nore _e una più assidua, vigile ed' operosa coscienza delle antiche e d~lle nuove responsabilità. In quel mo,mento tutte le difficoltà méramente tecll!iche· dell'organizzazione della consultazione e copperazione perenne parranno trascurabili. Ora paiono grandi percbè i problemi de11a pace non sanno ancora suscitare la stessa devozione che i problemi della guerra.· Essi c 1ella, pace 11011 sanno ancora suscitare la stessa devozione che i problem1ni vanno suscita11<lo una clevordone cresceute; ma vi è il pericolo che una nuova crisi ve11ga prima che ta1'e devoz.tloue sia adegnata alla nuova prova. Nel frattemipo' si può far molto per perfezionare il nteccanism.o della cooperazione. Con ogni probabilità si verrà a1la e:reaz.ione cli una s,pecie di diplomaz.ia inter-imperiale, di corpi diplomatici accreditati di ogni Do1n.i11ion presso ogni altre e P1'·esso la MetropoH, sì che in ogngi parte vi sia al co1-rente dei problemi e dell'opinione pubblica d'ogni altra. Qualcuno ha suggerito anche Co1ti Arbitrali supreme. Non vi è nessun,1. diffic'o1tà a che, in quesioni cli interesse puramente particolare, ogni Dominion possa finnare trattati con potenze estere; in tutte le altre deve intendersi con tutti gli altri e con la Metropoli. Un altro pericolo è quello nato dal ripehtto tentativo, specie da pa1ie dei conservatori inglesi, di connettere la, causa imperiale con l'istituzione cli tariffe preferenziali a favore dei prodotti -imperjalj contro gli <èSteri. • che questa è ii simbolo di direttive che saranno sempre più all'uniSO.IlO con quelle del mondo · britannico pur :::e quesfu risultato non fosse garantito 1 d'alla. impossibilità di trascinare in una guerra, ingiusta una mole cosi ingente, discontin na ed ~terogenea, nonchè dall'esistenza di un trattato d'arbitrato tra Sta,t!i,Uniti e Gran Brettagna. Il fatto che la guerra non ha potuto esser vinta senza il concorso degli Stati U1:,Ìti, fatto espresso nelle disposizioni del Trattato di Vilashingtou, con cui quindi innanzi la supremazia navale viene egualmente condivisa dall'Impero Britannico e dagli Stati Uniti, conferisce virtualmente a questi una posizione arbitrale tra l'Impero Britannico e il resto del inondo, la quale basta a garantire - in aggiunta all'accennata comunanza di mentalità tra America e Dominions in quanto paesi nuovi e transoceanJci - che l'Impero Britannico non oserà mai :2erseguire una politica egemonica e illiberale, la qu:al:e inevimbimente schiererebbe l'America col resto del mondo contro di esso e con risultati fata1.i1 E vice~rersa l'Impero Brit'annico gode di una posizione arbitrale tra l'Europa e l'America ove un in1probabile imperialismo economico cli questa si sviluppasse a scapito degli interessi europei. In realtà tutto accenna alla probabilità che la scissione del secolo XVIII ti·a il vecchio ei il nuovo tronco del mondo britannico s.ia destiuata ad apparire solo un episodio di guerra civile in uno sviluppo s_torico di sostanziale cooperazione tra qnesti c1 ne rami d 'u.n medesimo albe1·0. « I quali hanno un. comune interesse a c.rea1·e le céndizioni di sicurezza necessarie al processo d'educazione richiesto a che tutt'e le altre nazioni arrivino, ciascuna nel modo più confacente al suo genio, allo stesso livello cli maturità e civiltà politica conseguito dal mondo che parla la lingua. di Shakespeare e di ?ifilton e quindi al livello in cui ognuna potrà 1~ecareil suo massimo c~tribttto alla costruzione della Gerusale.mme teiTestre. Occorre quindi esser cauti nel profetizzar catastrofi e decadenze. I compiti che ancora attendono Popera del genio britannico e che1 per quel che ora è dato vedere, esso solo può assolvere, sono molti e visibiH ; e avere grandi visioni e hadizioui è già fonte non inconspicua di fede. L'India Anche in Asia ove da quasi un secolo e mezzo esso sta attende.nc~o all 'im.presa colossale di creare le condizioni dell'unità politica e dell'autogoverno dell'India popolosa e mistica, esso è lunge dal d.isperare e dal sentirsi o coniessars..i esaurito.' Pttò darsi che l'esperimento iniziato nel 1919 di introdtLrre gradualmente il regime rappresentativo nella. te1Ta in cui è plù radicata la tradizione del dispotismo paternalistico fallisca e che in tutto o in parte si debba tor- ,55 nare al governo burocratico cli ieri. 11 mero aver preservato la pace e l'orcline interno in India durante l'ultima crisi mondiale, l'aver elevato l'India a compagjne rappresentata nei con.se;si imperiali e mondiali; l'aYer liberata tanta parte del mondo arabo dal giogo turco e gettate le basi d'un eventuale federazione panislamica è im.presa rivoluzionaria dell'antico spirito dell'Oriente. Se un giorno verrà in cui l'Oriente e l'Occidente s'intend(..--ranno e coopereranno assieme al bene comune, qnel giorno sarà stato di non poco affrettato, sia pure attraverso molti errori dall'opera britannica durante l'ultima guerra. Scl giudicare dell'opera britannica in India occorre kner presente che nel corso dell'nltimo cinquantennio la ~ola, la scienza igienica, l'agricola, l'industria., ]'avvento d'el vapore, del telegrafo, del telefono, ddl'elettricità, dell'automobile, della motoc1cletta, d<:lla stampa, della Jibe;rtà <li cliscussion.e hanno operato in India, nella società più tradizionalista dt:1 mondo, una rivoluzione terribile ndle idee e ne11e abitudini di tutti; e l'India è un mondo di razze, di nazioni, ili religioni. Il mira.colo i: che la scossa cagionata anche in Inilia dalla grande guerra, ne,-n sia maggiore di quella che è. Oggi l'India /: irremissibiltIK-nte sulla via della civiltà europea; senza la scienza e l'industria. eu• ropea. essa non potrebbe più da sè .sostenere le sue popolazioni; almeno un t.er7..odei 320 milioni de' suoi abitanti morrebhe di fume, Il problema della politica indìalia è quello ili un graduale deferi=to ~d 11Ssemblee provinciali, r~- sponsabili a un corpo elettorale Ìnd.efinita.merite espandibile, delle funzioni fin qnì compittte dalla efficiente burocrazia britannica; deferimento che presuppone cbe il Governo centrale, pur permettendo esperimenti sempre più pericolosi, può .impedire g1i irrimediabili e in ultima istanza corregger<, gli errori. E' il problema del saper cedere a tempo e del saper essere fenni ove è necessario resistere e se cocorre reprimere e sopratutto del come trasformare una burocrazia imperante in una burocrazia che dirige col consiglio e con la fiducia che ispira e prepara i proprii eredi. Se or son cencinquanta anni uno avesse profetizzato ai Governatori della Cctmpagnia delle Inclie l'attuale Impero Indiano. H profeta sarebbe stato considerato un pazro. Quando nel 1859 dopo il famoso ammutinamento l'Impero passò dalla Compagnia alla Corona britannica, Stuart Mill fece lugµbri profezie ili disastri. Abbiamo noi reali motivi di pensare che le attuali Cassandre siano per es· sere più veriilicbe delle passate? E' un problema che si confonde con quello del deddere se la classe dirigente inglese, quel- . la. che in fondo da We:stÌninster controlla Delhi, è ora più o meno politicamente capace che non sia stata fin qui. E' un problema che solo l'avvenire potrà decidere e di fronte al quale l'autorità dei pessimisti non è forse mezw secolo od un secolo fa : è un pro-maggiore di quella dei ~angloss·. Elites di libertà La sola cosa che si può dire si è che in un paese in cui è SQvrana un'opi.nione pubblica di 1unga formazione storica di continuo rinnovata dalla più libera iliscussione e in cui la classe dirigente non è una casta chiusa ed ereilitaria ma una élite di contj,nuo reclutante nuo"ç"e cellule delle classi sottostanti, questa ha più che altrove la probabilità di essere all'altezza delle nnove situazioni. La politica. imperiale ed estera dell'Impero Britannico è insomma oggi più che mai dominata da esigenze ben definite : la ne- •cessità di proy·ye<lere con un commercio internaziQnale crescente, di cui solo all'incirca un quarto col mondo britannico, alla esistenza e al tenore ili vita ili una popolazione sempre crescente, di cui solo una metà al più potrebbe essere maittenuta dal suolo inglese; la necessità. di provvedere alla sTè;,,.ezza dei traffici per terra e per 111aremediante la polìtica na,ale ed aerea combinata ccn una politica di amicizia con. tutti, cli legami esclusivi con nessuno e di promozione dri.accordi tra gli altri; la conYenienza di affretta.re al più presto possibile in ogni parte dell'Impero l'aYYento dell'atttogoverno, perchè questo è il modo men costoso e più sicuro di pro,·Yedere mediante la solidarietà tra. popoli liberi alla difesa della comune libertà contro minaccie esterne; e la convenienza di far pesare moralmente e materialmente 1'influenza del nome britannico a favore dei popoli liberi o lottanti peT la libertà ovunque essi siano; e ciò per la stessa ragione. La necessità di moderare e reprimere moti di impazienza non toglie che questa sia la linea direttiva pre,;;-alente. Le stesse apparenti ecce,Joni - l'Irlanda e l'Egitto - confermano il nostro asserto. L'Egitto Circa, l'Egitto è bene tener p~eseute che tecnicamente almeno, esso fu sempre consi<le;ato indipendente e che l'opera cli Lord Cromer e Lord Kikhener, contribtù euorm€.lnente a creare le condizioni di una indipendenza. reale. Le difficoltà nascono dalla circostanza che in pochi altri paesi esiste u.ua cosi potente ed eteroge- , nea colonia europea ed americana, con potenti interessi costittiiti e che non si fida della capacità del Goven10 egiziano di proteggerla. Non se ne fidano gli Stati Uniti, non se ne fida la Francia, non se ne fida l'Italia. E non se ne fidano molti altri. Se se ne ritraesse del tt,tto all'Ingbilterm subentrerebbe P'ronto qualcun, altro. E l'Inghilterra è più di tutti inte.-

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