La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 12 - 18 marzo 1924

bi L .\ R I V O LU Z I O:,;!"', L l :; '.i f.'.. \ I. I: Origine del movimento operaio in Italia L'atteggiamento dei clerico -reazionari he delusioni dell'unità Uu ,·ero e pt·oprio movimento <li organizzazione operaia si determina m Italia soltanto <lopo il 186o. La risoluzione del problema politico è un prest;ppo5to necessario all'imposta.7..ioue -del problema sociale. L'avvenuta uuitìc:azioue dimostra chiaramente agli artigiani e agli operai, ,ossia alle più intelligenti frazioni del proletariato, che la rivoluzione politica. non ha mutato nè si t: preoccupala di muta.re le loro concli1Joui economiche; si climostrano fallad, quindi, le J}romesse degli ag~tatori politici. Col 1861, la organizzazione opera.i.a Si intCll- -sifica., le società di n1utuo soccorSO si 111oltipli- <C<'lnoe si diffondono; i tentativi cli riunire i vati nuclei in mi ~olo, diventano fatti di una importanza non più trascurabile. Questo fervore appare. tanto più notevole quanto più si conoscauo le tremende condizioni morali e materiali dei -;nostri operai di sessant'anni fa (analfabetismo a un lin:·Uo latissimo; salari di fame, orari di 1.a,~oroprohu1gatissimi). Il numero degli scioperi .aumenta., e, iu alcun.i gruppi più progrediti (esempio, i tipognJi) si fa strada l'idea delle <a.Sse di resistenza; qua e là si cominciano a im- }')Orre tariffe di laYoro. Gli elementi mazziniani cercano di prendere 1a direzione del nascente moYimento operaio, dando tma spinta ·dgorosa all 'iucerta tendenza. .-organ.i..zzatrice, additandb via via soluzioni pratiche ai molti problemi deDa ,-ita operaia indi- ·vi<luale e co11ettiYa; ma. essi credono fermamente che la risoluzione del problenia operaio 11011 potrà \:erri.re che da una grande rWoluzione 'Ili.orale reliaio&'l. instituzionale del paese tutto, (]alla r~pubblica democratica che è il fine di questa ri\·oluz:ione. E quindi tentano di servirsi dei ·nuclei operai come di centri di propaganda delle loro dottrine politiche insurrezionali, abbinano insomma il problema-politico col problema sociale; con questo, non danno tutto il possibile incren1ento alle nuove iniziative sorte "llel campo operaio (tali le cooperative di con- :sumo e di produzione) suscitano urti e scismi. La maggior parte dtille organ.izza.z.ioni operaie .li segue, nellai fiducia, non ancora su.fficiente- :menJte secssa dalla Tecente esperienza, che i1 miglioramento delle condizioni della classe lavoratrice dipenda dal completamento della rivo- ·1uzione. La minoranza che ri:6.ruta il programma maz- ·ziniano ma che non è èapace di far da sè, cad~ in braccio ai consenratori. La delusione successiva al conseguimento della, umtà politica eostitul, per gli operai, la base necessaria al primo formarsi di un vago sentimento di classe; la sensazione precisa che i decantati "Vantaggi di questa unità non riguardavano affatto le masse popolari, sibbene le classi borghe- .si e che, se mai, al popolo era riservato di sopportare il peso del nuovo ordine di cose, creò nel ,cuore degli umili il risentimento contro la borghesia, determinò o rafforzò la sensazione della società nettamente .divi~·in classi, antagonisti- •che fra loro. Questo sentimento di classe si evoh-e con molta lentezza, fra i nostri operai, dopo il '6o, e per i primi anni, possiamo rintracciarlo solo .,,egli operai della grande industria, la quale co- :mrlncia a svihtppars,i con un certo successo, nel "llord, Yerso il 1865. Sovversivismo clericale niiol;ti elcme11ti contribulrono al precisarsi al consolicla,rsi a.l diffondersi del sentimento cli das- :se; io voglio qui fermarmi ad illustrnrue uno, •del quale credO non si sia tenuto sufficiéme conto, sin qui : la propaganda clerico •rea.zio. -na.ria che, allo scopo di creare imbarazzi al ..nuovo GoYerno e determinare magari una orisi definitiva con conseguente ripristino elci vecchi regimi, si studia di aizzare l'astio o l'odio dei lavoratori contro le classi dominanti. La forma più pericolosa, e più nota, cli questa propaganda è quella che i clericali, attraverso la loro formidabile organizzazione, compiono nelle ca1npagne, tra i contadini ignoranti, sfruttandone e stimolandone il profondo malcontento, che le novità politiche hanno accentuato, Ne lk'1SC.e il brigantaggio nelle provincie meridionaH, e, pitì tardi nel 1869, la pe.,-icol•osarivoli.a cont;·o la tassa sul macin.ato, alla quale, peraltro, contribuirono - oltre la propaga,ncla cleri- •ca1e - molti altri elementi. Nelle città, i c-lerico-reazionari disponevano di wi gran numero cli giornali e pubblicazioni periodiche d'ogni genere, assai diffusi, specie nel popolo. Furon<Y questi lL1l magnifico mezw cli reazione. I clericali ebbero l'accortezza di misurare l'importanz.:1. via via crescente che 1'elemento operaio anela.va assumendo nel paese; e co1npresero qual~ tre1nendo pericolo quel 'elemento, de- .'bitamente aizzato, potesse costituire contro 1'or- ,cline sociale. In questo, si mostrairono molto più inte11igenti dei moderati e dei conservatori, i qua.li, si può dire, lgnorarouo in quegli anni il problema operaio; limitandosi a sabotare il programm.a sociale degli uoinin.ì <li sinistra, a cm.cttere, ogni tanto, e sempre pc,r bocca di isolati, timidi progetti di rifor·ma. o caJorosi inviti alla ras.segnai.ione e al la calma dcd icati agli operai, salvo poi ad agitami smisu1·alame11ie, in presenza di qualche episodio più appmiscente del processo di organin,a.zione operaia o di qualche esplosione del malcontenlo popolru"e. In quei lOJ'ogiornali, i clericali. si rivolsero soprattitto ai poveri, agli sfruttati, ai disgraziati lavoratori, compia11gend011e la sorte. Bisogna confessare che, a quei tempi, regnava i11 llalia la più sconfinata libert..'1 di stampa e di parola; tale che a noi, che vivfamo nel 1924, è ragione ,almeno, di stttpore. La base della speculazione clericale è ben nota : il nuo\-o regime, partorito dalla rivoluzione, è sorto sulle rovine della religione e, quanto mc.no, la sua esistenza riposa sulla. negaz.1one dei valori religiosi. Orbene, la religione costituisce 1'unico c-cmforto per i diseredati, i qua.li si contentano di patire in questo mondo, nella speranza e certezza di una miglior vita ultraterrena. Togliete la religione alle plebi, e queste cadranno in preda al più gretto materialis·mo, si cureranno solo della vita presente, nè più tempererauno la vis1one delle ingill.6tizie terrene nel concetto cli una giustizia superiore; reclameranno perciò la soddisfazione immediata dei lor-o clli.·i.tti, si rivolteranno contro i potenti e daranno retta a chi nella violeuza additerà loro l'tui.ico scampo per risolvere la questione sociale. Leggiamo La Gi011anc Itaiicr, Strenna per l'anno 1862 (Bologna, Tip. di S. Maria Maggiore 1861). , Chi ha allevato questo popolo senza Dio, « senza Religione, educato alla sfrenatezza? Chi , gli ba ripefuto aJ.l'orecchio le mille volte che « egli è indipendente, e sciolto dai legami dei « pregiudizi antichi?... Non souo sta.ti i mo- , derni padroni? Il popolo li ba intesi, e docile « -si mostra alle loro istruzioni; ed avendo impa- ' rat'o che !:a libertà consiste per l'uomo nell'o- « perare a suo talento, fa ogni sforzo per po1Te , alla pratica questa dottrina.». (Pag. 86), Non è lecito invocaire, solo fino a un certo p,unto, il Dio <lella Libertà; chè quello, una volta messo al centro dell'altare, incalza: « Pre- < dica$te la Libertà, la fratellanza, ed il vostro , dire mi piacque; siate dunque tutti fraltelli. , Voi proletari faccio ministri del mio supremo • volere. Andate, dividete, spartite e se essi ... , non ce<lono alla forza delle teorie da essi pre- « dica.te, sgominalte tutto, confondete, sperpe- « rate, e.d in mio ed, in loro nome superando gli « ostacoli, versate sangue, trudclate ». (Pag. 88). Dal liberalismo al sociaHS'1110,al comunismo il passo è breve; più che b-reve, logico. Ecco 1a gi ustifi.cazione postuma della lotta tenace che il Papa e i Principi cri•stia:ui, ha'llllo conddtto contro le nuove i.dee, sulle quali ili nuov01 regime si è basato. Si tratta d; , salvare la Italia dal socialismo , , p,roclama, un opusccolo intitolato La Italia disfatta dalla ri'Voluzùm.e piemontese, stampato a Malta nel 1862 (pag.- 33). Stolte, oltrechè illogiche, le classi dirigenti che si illudono qi far argine al dilagare del socialismo col proporre alle p,lebi dei palliativi. « Il socialismo - secrive Il Conser,;atore, mensile stampato a Bologna., all'insegua di Dante, « aruno I., n. 2, febbraio 1863 - non s:i com~aitie « che riconducendo l'uomo a Dio, che ricorclanM « dogli i legami che egli ha con lui, che illumi- « nandolo con la fede della sua origine e del suo « fine, che couJortandolo tra le niise.rie di questo « esiglio, colle dolci attratti'Ve di• una più dolce speranza )l. L'uomo che non riconosce più il diritto divino si rifiuterà di star soggetto a un altro uon101 .vorrà fare a suo modo e « se è più forte degli albi « si usurperà gli altrui diritti, vio1,erà la libertà « degli altri, e cosi il disordine e l'anarchiar sa- « ranno la conseguenza. in.evitabile di una società atea,. (Il Cons. maggio 1863). In queste linee, è già il nucleo fouda1nenitale della propaganda clericale. O tornare incLietro, alla religione e ai regimi che suJla religione e la legittimità si fondano, o avanti, ma. fino in fon,. do, fino al con11misn10. Qua.nel.o, nel '711 scoppia a Parigi la rivoluzione comunarda i clericali italia'.llri.gongolano di fronte allo sbig~tthnento generale. Trovano c)ie i signori liberali sono, in verità., poco logici. E la Ci1Jiltà Cattolica., s. VIII, q. 501, 6 maggio 1871, scrive: « Non si capisce che, senza dare cc nel comico, pretendano di rimproverare, in no- ' me della società e della civiltà, gli aderenti « clelh Comune cli essere troppo dialettici nel- « l'..-.pp-licaregl'insegnameuti e troppo attivi nel- « l'imitare gli esempi delle lor'o signorie libe- « ra.li e conservatrici. Noi soli che abbiam sem- ' pre detto o cattolici col Papa, o barbari col « socialismo, abbiamo il diritto cli giudica.re e vi- « tp1>era.r Parigi, senza mutare im,pirovvisamente t: il nostro 1nodo cli pensa.re». l, ha Vespa Dall'enuncfazione di questi principii più generali, si passa :illa propaganda spicciola. Cito qui alcuni passi tolti dal giornale fiorentino La Vespa, avvertendo che in molti altri giornali e pubblicar,ioni rt,a,,ionaric del tempo si trovano esprcss1 i m<:desimi. concetti e, inoltre, che gli àrtieoli de La Vcspa 60110 larg-amente e compiaeentemenle riportati da altre pubblicazioni, periodiche o no, redatte appunto da clerico-reazioJlar'j. Si attaccano le basi del nuo,·o re&rime. Ecro quel che della patria italian.a scrive La Vespa, il 4 novembre 1864 : ,Santa cosa è la patria, quando , ma.dre amorosa, provvede egualmente bé1J.Cfiea • a tutti i suoi figli, e vuole in eguali proporc: zioni clistribu:iti i premi, i comperu;i, i sacrifizi. • Dove però sotto' i I .nome di patria si consumano • i più neri eccessi dove la libertà si vtnde e si « traffica ... , dove ogni giorno si assiste al mise- ' rao<lo spettacolo cli vedere il galantuomo niulo u: e lacero e il farabulto in carrozza, qual senso , può aver mai questa parola sulle ingannate « moltitudini? •· Questo e<,ncetio della patria m,;trigna ai più dei suoi :figli, lo ritroveremo poi pari pari nel bagaglio di propaganda dei socialisti. Si stuzzicano i poveri nel punto più delicato . Le tasse. L'avete voluto, il nuovo regime - dicono agli operai i clericali. E ora godetene l'inique tasse, Prima, sotto gli altri regimi, le tasse le pagavano solo gli abbienti. Ora si è piantata la massima « che tutti e singoli i cittadini, avessero o no ricche-t.ze, clovessc...-roessere tributari dello Stato, qualunque fossero i suoi hisogni, qualunque l06ser'O i vantaggi che i cittadini potessero aspèttarsi ,la questi sacrifizi •· (Il Cons., luglio 1863). Ecco il destino del popolo credenwne e balordo, sotto i nuovi regimi. « Dopo aver fatto « sgabello col stto corpo a chi agognava rie- ' chezze e poteri, egli ba visto il miserabile sfug- , 2-ito come un lebbroso, la povertà perseguitata «: punita come \fil delitto 11. (La Vespa 2 gi1.1sgno 1864). Ci •troviamo cli fronte ad una vera e propria propaganda di odio. Il popolo è clipinto come "l'asino, che si abbevera d'acqua, mentre si , tronca la schiena per porta,;e agli altri i barili , del vino,. (La Vespa, 17 giugno 1864), J1 nuovo regime vuole peggiorare sempre più le condizioni del popolo, vuolo vederlo soffrire. , Invece di stabilimenti di carità si sono dischiu- ~ se le carceri, invece delle scuole i postriboli. « Ma niuno ha steso 1a mano al proletariato, « niUJ.10 si è ricorda.fu cli lui, fuorchè l'agente , municipale per mandargli la cartella del.le tas- « se, il precetto e i1 gravamento 11. (La Vespa 25 novembre 1864). L'hanno proclamato SOHauo, il povero popolo; ma. 01·a che i maneggiuui si sono messi a posto, . • il ~lo sovrano, dal g,1an trono dove te lo « avevano insediato, te lo piantano a sedere a , bischetto , . ( La Vespa 16 gennaio 1865). E i clericali dal cuore largo non possono trattenersi dal piangere sulla sorte della classe operaia « così mal conosciuta, così :iniq~te ,r spregiata, così barbal"amente, nel tempo della « libertà e della filanln'opù1, tiranneggiata ed op- 'pressa, (La Vespa, 2 giugno 1864), Sui malanni, della povera gente «sempre perseguitata11. E concludono cristianamente: «Finchè la dura !11 (La Vespa, 17 giugno 1864). Bisogna far entrare seinpre più questi pii con• cetti nella testa degli ignorautoui. Si fabbricanO perciò elci versi, apposta. I versi si imparano a memoria. Ed ecco: ... F:iorin d'alloro La libertà e.i costa gran denaro Tutti hanno fan1e e avean a sta,r nell'oro! ... Fiorin di pioppo Per certe gole ci von·ebbe un tappo; Chi non ha da ·mangiar e chi n'ha troppo. (La Vespa, 23 giugno 1864). ...Pagate, pagate, pagaJt:e, buffoni ! Vogliamo milioni, vogliamo milioni. ... Qua le tue spoglie, o popolo Nulla aver devi addosso ... Arroterem le forbici Finchè av,·ai sano un osso! (La Vespa, 5 luglio 1864). Si incitano i poveri alla 1·assegnazioue, spie-· ganelo che, nel beato regno d'Italia, tutto si deve pagate; la luce, l'aria, l'acqua, la ten:a; si deve pagare per vivere, morire, lavora,re, per aver diritto cli essere lenoni e infami, per cacciare le donne nelle Qase cli prostitu.7..ione. Oh, invano il popolo clo1nanda ,pane e la\"Oro• (La Vespa, 1 agosto 1864). Ma banno scritto « Fincbè la dura! >. Perchè il povero 1-i.voratore • che si tronca la schiena « col lavoro per mangia.re un tozzo di pane ama: muffito, che sì logora insomma la -vita per , prO'V'VCdercagli agi ed al lu.sso del tnilìonn- « rio», finir.à, alla prima occasione, per «miglio- « rar la propria posiz.ioue mediante un delitto». (La Vespa, rr novembre 1864), Il momento clella rivolta non può essere lontano. E' lo,gico che giunga e che giunga presto: la società, < infiammata dalle moderne dottrine, « partorirà un'era cli comunismo che già, come • cane alla catena voi sentite latrare •. I La G zo. ·cane Italia, pag, 81). E ben venga dunque. Ah, sospirano i dericali, se il popolo conoscesse la sua. potenza e se ne sapesse servire! • Xon sarebbe tanto SJ)CS60 calpestato, deriso e , ing-annato ,. (La Vespa, 23 agosto 1864). h'odio di classe l'a:role di questo ~enere venivano, non dirò a detc..-rminarc, ma a rinforzare e a giustificare, nei nostri operai, il nascente sentimento d'odio contro gli abbk-nti, ad aumentare la loro cliffiden7,a contro g-li ag-itat,,ri politici i qn.ali preu:ndevano an<:ura il loro aiuto per d.i$(:g"lli rivolu.- zion.ad cli carattc.if'e fYJlitico, dando a sperare in conseguenti tll.1g1ioramenti economici. Ciò non significa. che i clericali tendessen,, eome ultimo fine, a scak-nare la guerra di classe, Che anzi, <.-<,~i sogna vano la restaurazione degli antichi cristianissimi regimi nei quali cli questione sociale non si ragionava neppure, o la si considerava tutt'al più come un affare di beneficenza; Infatti - si legge nel c:it. op. La Italia diSjalta e=., pag, 11 - , quando un popolo trova nè « mercati come provYedere alla vita, n.è il pr.e7...zo , di g-eneri che abbisognano alla sua sussistcn,-,a < è lasciato all'arbitrio di pochi monopolisti ed , incettatori, questo popolo benedice sempre al , Principe che lo regge , . Tuttavia, pur di creare seri imqa.-azzi al Governo italiano, suscitando nel paese un minacci050 problema e ponendo il Governo nella neces,- sità di affrontarlo, i cleri.cali seppero piegarsi a fare della vern e propria propaganda susdtatrice dell'odio cli classe. La quale, wiita a molti altri elementi, forni ai nostri operai la prepara;,.lone sufficiente a far loro comprendere, qualche armo più tardi, il contenuto della propaganda socialista; e a far loro abbandonare, quasi in =, le prime guide del loro risorgimento morale e materia.le. XELLO RossELLI. G. :B. PARAVIA & C. Editori - Lil>rai - Tipografi, TORINO - MILANO - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - PALERMO :Novità DEMÒN DE L.A. BARO.A. I SIGOORIDEbb'IOFIOITO con ill1LStrazioni di B. Po-rchedd.u Vol. di pag. 252 - Prezzo L 15 JACK LA BOLIXA Jack la Bolino, l'iniziatore della rnod.er:na )et,. teratu..-a marinara italiana con quei Boz=etti che per i primi promossero fra gli italiani l'amore per il mare e l'interesse per la marina da guerra, ha dato in luce un nuovo volume: L,A STORIA DEL lM:AR:S _ Nelle quattro parti che studiano a turno il mare negli elementi costitutivi e neDe particolarità naturali; nei prodotti che se ne traggono, nella flora, nella fauna. che lo popola; nelle prime appariz1oni su di esso e nella susseguente affermazione dell'uomo, t'opera costituisce un complesso organico di tutto quanto cli essenziale e di definitivo attualmente si conosce intorno all'infido elemento. Opera scientifica e iu pari tempo opera d'artè, del vecchio marinaio. Pagine folte cli storia e di leggende, riassu.menti. le manifestazioni dell'uomo sul mare, scritte con brio e con spontanea. grazia. 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POLITICA. è una Rivista organica, completa, interessante che in due anni di vita si è solidamente affermata L'abbonamento costa per un anno L. 20 Per uu semestre L. 11 Un fascicolo separato L. 2 Per, l'Estero l'abbonamento aumenta di L. 10 Inviare vaglia alla Cl\lTICA POLITICA - Via dei Serpenti, 116. ROMA

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