La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 8 - 19 febbraio 1924

ijQMINIE IDEE Secondo elogio di Farinacci I• Cre·m-o= Nuo1Ja del 12 febbraio l'on. Fa.rima.cci. 9Cri.Te : , Nessuno può e de.-e dimenticare che il leader ègli oppositori, Tvanoc Ilonomi, fu successivamente antifascista e fascista : antifascista nel mi- _..i.tero Giolitti; fascista nel periodo elettorale. Ri- «>rcliamo, fia i molti, un episooio che lo cara.tte- ~u... e lo definisce. Eravamo una sera a Man- >ovo., quando giunse la notizia delle v:iolenze so- •Li.ste a Poggio Ru.sco; fu Bonomi - minisl.ro pdcnte - che mise la automobile ministeriale a .ti.oposizione dei fascisti che nella notte stessa doTevano distruggere la cooperativa di quel paese! E nelle giornate meravigliose della lotta elettollO.le del 1921, lo vedemmo marcia.re sotto i nostri :e,gli.ardetti, ~ assistemmo. ai suoi comizi ben protetto dalle balde nostre camicie ude. Coll'aiuto dei nostri Yoti r.i,uscl capolista nella circosc:riz.ion.edi Mantova-Cremona >. , Nel 1919, durante quel burrascoso periodo elettorale, noi fummo a fianco di Leottida Bissolati. Questi - mentre in automobile si portava con alcw1i ainici a Piadena per tenervi un cotniz:i.0 1 che poi non tenne perchè impedito v:iolentemen-- te dai socialisti di Garibotti, Turati, Treves e compagnia, i quali lo insultarono, lo sputacchiarono e gli usarono ogni sorta cli violenze, e peggio gli sarebbe occorso se attorno a quegli che 1Ul giorno fu il nostro maestro non s.i fosse serrato un forte gruppo di fervide anime giovanili - discouendq del ministero Orlando, dal quale •i dimise per ragioni di coerenza, definì Bonom; 11:11 < uomo la cui ambizione lo rendeva compassionevole >. Bonomi e Berenini avevano dichiarato a Bissolati di essere completamente solidali con, lui nelle direttive della politica estera assiwrandolo jnoJtre che lo avrebbero seguito in ogni sua decisione. Bissolati si dimise, ma Bonomi rimase al Governo, pronto a mutare pensiero ed atteggiamento , . L'on. Farinacci è il tipo più completo e rispettabile che abbia espresso sinora il mov:imento iescista. Non solo come uomini politici, ma come coscienze, per clisinteresse e austerità personale, i 1'as Farina.cci, Barbiellini; Baroncini, Forru, sono superiori a tutta la schiera dei ciarlatani del revisionismo. Già il revisionismo è nato a Roma, all'Excelsior, confortato di ricche prebende, mentre i ra-s rappresentanQ la provincia, m battono per esigenze concrete, si sacrificano come disperati, non si sono parlamenta.rizzati, •ono rimasti barbari, sdegnos; di Ca pu.a o delle mollezze romane. Farinacci non teme di parlare di Bissolati con1e del suo vecchio ma.estro; e un demcx::.ratico autentico nQn può esitare a sentirsi oggi cento ~olte più vicino a Farinacci che a Massimo Rocoo.. Farinacci è certo meno schiavista del commendatore Libero Tancredi, e i patti di lavoro ;spirati da lui nel Cremonese, come quelli di Forni, Baroncini e degli altri e ras>, non sono nn tradimento per il movimento proletario, sono i migliori patti di lavoro vigenti oggi in Italia. Altro che sind.aca.lismo di Rossoni e di Michebt10 Bianchi! Farinacci è nemico del prefetto, non può ·soffrire gli ordini di Roma, di quelli che non vedono e credono cli vedere, e risolvono tutto con schemi teorici e leggi generiche. fo fionte al prefetto Fadnacci rappresenta la rivoluzione, il principio dell'atttogoveruo 1 la so>Tauità popolare. Rendiamogli onore: lo spirito di Bissolati è in lui, almeno nei limiti in cui può esserlo un fascista. E' UD discepolo onesto : non ha venduto Cristo per i trenta denari di UD Ministero d:i Lavori pubblici. Si dice che Farinacci non abbia cervello. Senonchè quando il cervello serve ai sindacalisti fascisti per diventare deputati e agli ex-anar 0 cbici per diventare commendatori, non ci dovremo rammaricare se al posto del oervello e delle filosofie politiche troviamo in un uomo dell 'intransigenza. Forse è qualcosa di meglio. L'Italia ha più bisogno ili taratteri che di pseudo-filosofanti. Nell'invettiva di Farinacci contro Bonom.i si sente il fremito di una coerenza; un fatto piò nobile e più ideale di tutte le teorie trasformiste dei troppi neo-Fera fascisti. fisiologia del fascismo sloveno « Gli sloveni sentono e godono il benessere della discioljna essi che dell'Austria ammirarono sopra t~tto la disciplina e da Cj)lesta virtù che si palesa traggono. ragione a giudicare l'Italia molto cliversa (quale effettivamente è) dal p,iese spregevole che avevano additato sempre µlla loro inimicizia l'Austria prima, gli agitatori 11utriti di ,;iru.s austriaco poi,. (Dal Resto del Carlino del 10 febbraio). Vengono in men.te le parole di Obliubek, raJ>- pres~11tante dei sindaci sloveni al prefetto di Udine, in commemorazione della marcia su Roma. « Jn.- ricorrenza dell'a.Ilniversario della vittoria fascista, rinnovatrice di spiriti e conquistatrice del diritto italiano, anche noi sindaci raJ>- presentanti della popolazione allogena, orgogliosi di appartenere alla potente Italia, salvata, e guidata dal Duce, rinnoviamo il solenne giw-a~ mento di fedeltà e promettiamo di proteggere teLA RIVOLUZIONE LIBERALE ucemente il fascismo e cli collaborare sinceraxicnte col Governo fa.scista. Quindi porgiamo alla eignoria vostra, d.eguo rappresentante del forte ed equo Governp fascista, ossequiosi saluti ,. Ecco due testimonianze solenni di ausl.ri.aca11tismo fascista. I.e parole del Resto del Carli-no sono un giusto elogio alla saggezza di Obliubek che conosce esattamente il suo podrone. V eramerite nella serietà impassibile di questo amministratore c'è ancora la sagoma del suddito fedele dj Francesco Giuseppe. Invece il lealismo strisciante e untuoso, e la retorica prepotente del cortigiano rivelano già l'italiano di ele-✓-ione, S<:rvitore accomodante dei paT1Jen.us. Il signor Obliubek e i I ti po ideale del suddito vagheggiato dal nostro amabile presidente. Esemplari perfetti di questa specie in, Venezia Giulia si possono solo trovare tra gli sloveni . Io ne ebbi l'impressione esattissima. osservando le prime reazioni alla politica fascista, a Gorizia, nel dicembre 1922. Le industrie e i commerci, condotti in gran parte da italiani, ma con molti operai ed artigiani sloveni, definiscono UD ambiente di media borghesia più attivo e intraprendente che avventuroso, educato dalle leggi austriache sulla piccola indust,ia alle abitudini della parsimonia e del rispannio. Il proletariato ha avuto con l'Austria i più rari istituti di legislazione sociale (per es. : le Casse Malati), uon pensa da straccione, ha la sua dign:ità, è comunista in polìtica, transigente in economia, poichè il ritmo cli vita non permette le forme più v:ive di lotta di classe. L'ambiente ha il suo pensatore: TUDtar, un ideologo p1imitivo con una sete tutta slava, quasi viziosa, di concetti e di sintesi st.oricbe. Prima della marcia su Roma l'amministrazione comunale era nata da un accordo salvem.iniano tra gli artigiani s1avi e i commercianti italiani, a capo del blocco stavano alcuni giovani intellettuali e professionisti, prima della guerra nemici dell'Austria per un ;stinto liberista e bbertario; poi ad annessione avvenuta 1 alquanto sconcertati, privi di quella che era stata 1~ loro idea centrale: l'irredentismo, ma ostinati in una fede democratica e nel culto della probità ammini- &trativ--a. Inerte tra i salvemi,niani e i ·comnnisti, il fascismo dovette cercare i· propagandisti dei suoi metodi cli paterna v:iolenza tra gli antichi austriacauti. In un secondo tempo importò dal regno un po' di gente seria, nà.poletana o bolognese, affezionara borbonicamente allo stipendio. Ho potuto parlare con uno dei cap;, meridionale, gaudente. In un mese di S0ggiorno a Gorizia aveva avuto un duello per una cocotte, e = processo per stupro. Un uomo che si sapeva immun.e da crisi di coscienza. Mi parlava dei goriziani come di gente minorata, stroncata dalla tisi, e perciò ossessionata dalle idee e dhlla risoluzione dei problemi. Egli si proponeva di risolvere tutto con la cura del manganello. A questo assalto dci regnicoli cadde l'amministrazione comunale, ma la città rimase antifascista. E s; ebbe in dicembre il fenomeno più divertente. Il fascismo assoldava bande slovene per ma.rciare contro gli italiani. Da Gorizia la cosa sembrava buffa: i fasci- ~ti sloveni della città erano figure equivoche, impiegati par3.56iti. Invece nelle campagne si poteva vedere subito la grav:ità del fenomeno. Si videro presto dei fatti curiosi : gli sloveni armati si affrettavano a regolare i vecchi conti, sospesi <lUrante il dominio austriaco, con gli antichi irredentisti italiani, adesso ostili al fascismo' Chi medita st1. questa curiosa situazione può constatare come il fascismo erediti lo spirito del Risorgimento: messo davanti ad un caso di contrasto tra austriacanti e patrioti il suo spirito è squisitamente reazionario, la sua ferocia è ine-.sorabile contro le minoranze illwn.inate e liberali. agricoltura. Erede di tutti i beni immobili suole essere il primogenito per evitare le divisioni del fondo. 11 coltivatore cerca quindi di ricavare dal sno lavoro quel che gli basti: lievi.55imo ~ il dE:Siderio di migliorare la produzione, come •~arse sarebbero le sue possibilità. Più che le tnvlizioni vivono in ~eneraz1oni siffatte I misoneismi: orvJe le superstizioni e il culto idillico Ili. un cattolicismo sociale. L'Austria riu.scl, favorendo lo spirito delle tribù, ad affievolire il sentimento nazionale di questi ceti. Es,;i si acmntentano della lingua, e la cosa è tanto piu c:nriosa se si pensa che il t0110 della cultura - diciamo cosi, letteraria - di questi contarJiJ1i i assai elevata e scarsissimi si trovano gli analfabeti. Come in tutte le classi st.·udonarie ed escluse da ogni circolazione lo spirito di incUpenden,.a è quasi ignorato, fuor che in 1111 gretto senso utilitario. JI contadino se11te anzi continua la sua dipe11d.en;,..a,talla città, dal mercato, dal fisco, e rinuncia, per la sua tranquillità momentanea, ad ogni più intensa indu.stria. Si ba quindi questo caso singolare che l'agricoltura slovena non risolve il problema famigliare e appena può dare i meza.i di sussistenza al primogenito. Se non interviene il governo paternalistico non si sa come provvedere agli altri figli che non possono vivere di agrico1tur.a. \ impieghi, gli arruolamenti, le indennità devono fare il resto e questo parassitarismo è pagato con la fedeltà più filistea, nei servigi più delicati della politica dei padroni. Se MU&solni i, come l'Austria, non rifugge da questi piacevoli provvedimenti retrivi, gli sloveni saranno orgoglio. di appartenere alla potente Ita/4a, sal1Jata e guidata dal Duce. Assicuratisi il pane essi saranno i più fedeli custodi del regime. Tanto meglio se tra i doveri della custodia si tratterà di buone bastonature a quegli ostinati italiani cli Gorizia eternamente malinconici, irredentisti sotto l' Anstria e tutt'altro che fascisti ortodossi sotto l'Ita- -lia. Gli ideali di tutti i servi è di trovare UD capo e un ordine. Col nuovo governo gli sloveni, conservatori di istinto, ritrovano qualcosa di simile alle gerarchie di Francesco Giuseppe. Chi sono i disinteressati? , Il rag. -Baroncini, al quale era stata offerta la candidatura per la circoscrizione emi.liana, non l'ha accettata> (cùri giornali). Gli uomini della campagna revisionista sono i puri, i democratici, i feroci contro i ras perchè i 1·as rappresenterebbero loschi interes.si privati, camarille locali : all'ora dei conti Bottai, Massimo Rocca, Dino Grandi si trovano acL avere un posto. nel listone : e chi dà le lezioni di disinteresse è Baroncini. C'è una bella distinzione di razza tra questi uomini. Tl rag. Baroncini si firma ragiorriere1 non ha vergogna di €Ssere rag., non ha la libidine del comm,., come un parvenu e...""\:.-anarchico, non continuerebbe, come Dino Grandi, a chiamars; on. dopo essere stato messo fuori dalla Camera perchè m.iruorenne. La differenza è questa. Grandi, Bottai, Rocca sono professionisti della politica; sarebbero stati politicanti, in tutti ; regimi, con VVilson o con Lenin o con i junker di Guglielmo II. La loro attitud:ine più specifica sta nel parlare sempre di idee per sembrare disinteressati ed idealisti, di trescare con la dialettica, per jnventare delle tendenze, delle correnti, delle eresie, e trovarsi di punto in bianco capisetta. Non è lecito tra persone jntelligenti credere sul serio che quelle di Bottai e di Rocca siano idee : seno d:etriti e spazzature di vecchie jdeologie che soltanto i buoni borghesi mussoliniani e antifascisti possono prendere sul serio; e quando si trovano sol~ questi mu.rriani e borelliani mancati non possono che f.are le più matte risate delle proprie scoperte filosofiche. Un pcrofessjonista della politica si serve di tutto per arrivare. Elaborare filosofie pe:r il vincitore o farsi paladini di idealità è UJD. metodo facile e comodo. Giolitti aveva Fera, Mussolini ha LibeUna riprova ·dello spirito retrivo del fascismo ro Tancredi. Polidcanti,&mo, senza pudore, senza si ebbe nella questione delle provincie. coraggio, trasfonnismo, senza decoro persona- •Gorizia città aveva. risolto dignitosa.m.ente il ,. le e senza intransigenza~ problema delle minoranze allogene. Lasciando Esaminate per un momento un tipo: Dino GranLa provincia a Gorizia si permetteva a questa di volle fare tra il 121 e il 122 l'anti:Mussolini: città italiana di ctiJtura, ma sensibilissima aili la cosa poteYa sèm.brare coraggiosa e persino noi spiriti ed alle forme di vita e di pensiero &Ja.vo ci mettemrrìo a guardare con curiosità cosa sadi esperimenta.re -successivamente tutte le pos- rebbe successo di un fascista che faceva il missibilità di scambi, di rapporti, dti assimilazione. siroliano. Successe che Dino Grandi avversario Goriz;ia avrebbe avuto il compito di diventare della marcia su Roma ne fu per strano caso il un'avanguardia del Risorgimento e di farsi col condottiero, come per strano caso e quasi per suo lavoro capitale naturale delle campagne che sbaglio era diventato fascista proprio nei giorni la circondano. in cui si apprestaYa a far propaganda sovversiva. Con,Ia provincia a Uc1ine le campagne slave Mal ricompensato dal Duce (gli si diede un vicevengono a prevalere contro le minoranze po- commissariato d'emigrazione!) Dino Grandi riliticbe più evolute delle dttà, e il governo ne prende la fronda salvo a ridiventa.re ortodosso in lusinga le ambizioni retrive. tempo di elezioni. La provincia a Udine sarebbe stata una fe- Ba.roncini invece fu fascista per esasperazio1ice soluzione se tra -i popolai~ del regno 1 ed i ne ribelle; non è una persona colta, ma ha il fiudemocristiani allogeni si fossero coustatate coin- to dell'uomo pratico, dell'uomo di fegato; non ciden7..e cli interessi ~onomici e la possibilità si prestò a giochi schiavisti, fu inesorabile con cli una collaborazione politica. Altrimenti non i mezz-i-fascisti come Qu.ilici1 e con ; lestofansi tratta che di UD rapporto di schiavitù in cui ti come Naldi. Messosi a capo dei sindacati fail governo fascista esperimenta quei sistemi tu- scisti, ha cercato di fare sul serio, non si è latori che cercherà poi di applicare a tutta la pe- sciato addomesticare. Questo ras h:1 <lell'euernisola. gia se non della preparazione! ]\fa eh i può ereGli sloveni, a oriente di Goriz;ia sono piccoli dere sul serio che Dino Grandi sia più colto di e medi proprietari di vi1,t1e e di boschi. Il ter- Baroncini ì re-no è collinoso, medio-::-nm1ente fertile. I .si- ..L. e ingiurié ili Baroncini contro Gra'D.disono un sterni di cultura sono pdmordiali. Basta pen- poema; quando si arriva a calunniare cosi Paveare all'ordinamento della famiglia per aYere versario pur sapendo che non si potranno soste- = idea della psicologia alimentata da questa nere le accuse con prove giuridiche ci deve e:§. sere sotto un nobilè sdegno! Lo sdegno che no11 si prE:Staa cavilli di avvocato; che preferisce risolvere l 'insolnbile con una sciabolata. Ecco la antitesi del professionista dcli.a politica : il politico per necessità e per passione. Anche il pensiero di Baroncini è mediocre, una povera cosa: è pensiero ... fa.S<.-istit com.e quello di Grandi e ,!j Bottai. E perciò, per capirci, bisogna guardare agli uomini. Si propone un'inchie&ta: guanto guadagnano i ras, qual'è il ten,-,- re di vita cli Baroncini e di BarbieUini; quan.te prebende si sr.mo invere aca,:parrati gli intel1ettuali, cli quante socict:a Y.>no <'011.sigHeri,di quali affari mezzani. Vogliamo 'la.pere chi sr.>00 i dJsinteressati. P. ~- PIERO 60BETTI Editor~ TORINO - Uia XX Settemhve, 60 Jmminenfe GIOY A:,Sl 4-ME:~DOLA UNfì BfiTTfì6Llfl hlBERfìhE ai preuotatori L. J () Il pensiero costituzionale·e liberal<; deil'cm. Aniendola ha in questi giorni UD •:alore documentario e rappres-!!lta.tivo. Que;to ;ibro ca.r.atterb.,;,..a una delle c.orrenti piU r;in.gvlari della politica contemporanea. Rreghiamo i lettori di prenrkrsi subito a quest'opera importante e di adopra::,i perclùc ,i si prenotino gli anùci. Chi trova 12 prenotazioni ne riceverà copia in dono. Si spedisce in settimana: LUIGI STURZO POPOLARISMO E FASCISMO 400 pogine - L. 14 fai prenotatori L. !O) Saggio completo di teorja, di critica e di storia. "h'Eao DEbbf! 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E' quindi opportuno ricordare le due opere pubb1icate recentemente : VINCE~ZO GIOBERTI PAGINE SCELTE EDITE ED IXEDJTE con prefazione e note di PIER AJliGELO i'f1ENZIO Due illustrazioni ~ Un Yolnme di pagine 450 s L. ?O GIUSEPPE MAZZThT SCRITTI scelti, ordi11atei annotatiCCIpI rafazione~I HOSOLl:G10UASTAJ..U Quattordici illustraz. _ Un voi. di pag. 300 _ L. l! L'uno e Paltro Yolu.me sono una pe..rfetta esposizione sintetica àelle opere dei due dominatori dello spirito italiano nel meradglioso i:.-entennio 1830-1850,e da essi app3:re come il pensiero gi.obertiano e il pensiero m,:,.zz.iniano concordino nella affermazione fondamentale del rnlore supremo dello spirito e (~ •,2nsiero per la ~uoTa redenzione d1Italia, per il raggiw1gimento del suo primato nel mc.ndo. O.G.E.B. - Corso Principe Oddol'le, 34 - Torino. Pil!RO GoMTTI - Direl!Me-rs,p1m.1abil•

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