La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 4 - 22 gennaio 1924

/ 16 LA RIVOLUZIONE LIBERALE LA VITA REGIONALE Il "bloccdoE,, IIsEourimpostE comunali Con decreto del 13 febbraio 1923 il Ministero delle Finanze ordinò il cosidetto , blocco, delle sovrlmposte comllllali, prescrisse, cioè, che Ja sovrimposta comWJa.le sui teiTeni e fabbricati per l'anno 1923 non potesse eccedere quella applicata per l'anno 1922. ll decreto veramente a=-etteva anche il caso dell'auto1izzazione di w1a « super-eccedenza i, di sovrimposta in confronto a quel.la applicata nell'anno 1922; ma sicc01ne quelPaLttorizz.azione è riservala al Ministero, il quale l'ha normalmente rifiutala per l'anno 1923, è probabile che l'esperieJ.J.7..afatta nell'anno scorso, consigli ai Comuni di uon rite11tare la prova in avven.ire, e quindi può clfrsi che praticamente l'effetto del decreto è il divielo pressocbè assoluto ai Comw,i di applicare una sovrimposta fondia1ia maggiore di quella autorizzata per l 'anuo 1923. ) Il fine del provvedimento è comprensibile. Siccome il Governo aveva l'intenzione di aumentare per proprio conto le imposte, per colmare, o almeno rid;urre, il disavanzo del bilancio dello Stato, e, fra le altre imposte, voleva istihrire èruelia sui redditi ag1·ari, che grava sugli stessi tedditi già colpiti dalla sovrimposta comWJale, pensò di porre 1lll freno alle sovrimI){);~tecomullillli e provinciali, per riserva.re allo Stato i maggiori proventi ricavabili dalla tassazione della ·proprietà fondiaria, e nello stesso tenipo dare :il co11.ti-ibuenti una specie di compenso, dicendo loro : « io vi impongo una nuova tassa, ma vi garantisco che i Comuni non ..potranno colpin 1i con una so,-rinlposta maggiore di quella che avete~ pagato finora n. L'efficacia del provvedi mento, per arrestare :1. un tratto l'aumento della sovrimposta, è i11.dubbia, e il ministro delle Finanze ba potuto vantarsi cli aYer bloccato le soYrimposte, e qualche :finanziere, come 1'on. Einaudi, ha plaudito al decreto. Vediamo un po' quali ne siano stati g1i effetti per le finanze dei ComUlli. Se il decreto fosse stato emanato in un periodo normale per le finanze comunali, probabilmente non avrebbe prodotto gravi inconvenienti. M:a. in..-ece esso giunse in un mom~to in cui le condizioni :finanzia.rie dei Comuni erano a,ncora in istato di grave squilibrio in conseguenza dello scon\·olgimento portato dalla guerra. A seconda delle particolari condizioni economiche di ciascuno, dei danni subiti, o anche della prudenza e della p,revidenza usate ·dag1i amministratori durante il periodo bellico, era giunto a 1111 grado cliverSb l'opera di risanamen- • to o cl:i ricostruzione. Quakh.e raro Comune più fortt:1.n.ato,aveva potuto approfittare delle circostanze della gueJTa, perchè, per esempio, aveva potuto vendere ad· altissimo prezzo il legname dei suoi boschi, e dopo la tempesta si era trovato più. ricco di prima; altri, aumentando gradualmente le imposte, erano giunti alla fine della .guerra col bilancio quasi in ordi11e, e con un piccolo sferro erano riusciti a liquida,:e definitivamente le ultime passività ri'ttlaste: la maggior parte avevano quasi lasciato andare le cose alla deriva, sia durante )a guerra che negli anni imniecliatamente successhd, quando le spese aumentarono enonne1nente per l'aumento dei prezzi, e specialmente per la ne<oessità di migUorare gli assegni al personale e di conceder loro l'indennità di caroviveri. Nel 1922, alla data del decreto, molti Comru.ni avevano provveduto con mutui al pagmnento delle maggiOci spese degli anni arretrati, per le quali non erano stati sufficienti i mcezzi ordinari di bilancio> e, con l'aumento delle imposte, avevano ricostituito il bilancio su nuove basi che potevano servire anche per gli anni futuri. Ma pei una gran parte dei ComWJi l'opera di sistemazione o· era appena iniziata o non era del tutto compiuta. Per compiere questa sistemazione, i Comuni rurali, che sono la maggior parte, non avevano altro mezzo che l'aumento de11a sovrimposta. E giunse il blocco delle sovrimposte a chiudere loro quell'unica via. I prnp,·ietari di _tei-reni e di fabbricati, naturalmente, trovarono provvidenziale il decreto, ma bisognerebbe sentire se uguale giudizio ne abbiano dato molti amministratori comunali, trovatisi improvvisamente co11 1e mani legate e nell'impossibilità di mettere in ordine le finanze del Comune e di°riscuotere le entrate necessal'.ie per far f1ronte al1S=spese. 1Si è parlato di. :finanza demagogica, di finanza di classe, a proposito dell'aumento eccessivo . delle sovrimposte, e può essere che in qualche ·caso l 'aun1ento sia effettivamente stato dovuto al proposito di colpire la propnietà e alle spese ecces·&ive a curi. qualche Comune si. era abbandonato; ma bisognerebbe tener presente, da. un lato che la p,rnp~ietà fondiaria aveva subito ago-ravi minimi da parte dello Stato e che gH at- ~-tali tributi diretti ·era.r'ia.1igravanti sui terreni e f.abbrirati 1 secondo i calcoli del Cabiati, sono inferiori, tenuto conto della svailutaz.ioue della 1110neta, del 70 ~{ a quelli pagati nell'antegtten·a; e dall'altro lato dev'essere pure osservato che alla clata <leidecreto lo spirito pubblico, e quindi anc'he quello deg1i amministratori comunali, era ormai cambiato, e che sarebbe stato sufficiente, per frenare gli eccessi delle sovrimposte, imparlire nuo,·e norme restrittive agli organi inc:arfrati della tutela e del controllo sugli enli locali. lnVC<:'C, in seguito al blocco dcJle c;ovrimpow stc, i Comuni, ixr le condizioni in cui sono venuti a trovarsi, si possono clivide;re in tre gruppi : quelli che alla <lata del dcercto avevano gi.a riordinato i loro bilanci e applicalo una sovrimposta cqu.a e sufficiente ai bisogni del Comune, e per essi i] nuovo decreto è stato inutile, pc.'1'- chè 11011 11e hanno aYuto nè danno, nè vantaggio: quelli cbc nel 1922, o per le cosiddé'tle ragioni (lcmagogiche 1 o, come è avvenuto p:iù frequentemente, per far fronte a spese straordinarie, specialme:nte arrc:lralc, avevano applicato una sovrimposla a1lissim.a. Questi Comuni hanno, per effetlo del decreto, una condh.ione di privilegio. Siccome banno esageralo nell'applicare la sovrhupost.a per l'anno 1922, hauuo il di-ritto di continuare ad esagerare per gli anni successivi, e il decreto del blocco esercita per essi un effetto analogo a quello delle tessere il bellica memoria, quando molti compravano, per ese111pio, lo zuccbero 1 non pe.rcbè ne avessero biscgno 1 m.a percbè avevano diritto a ricevere quella quantità e giudicavano sciocco rinunziarvi. Così il decreto cbe blocca J-e sovrimposte costi-t tuisce una specie di incitamento a non <liminui,re la sovrimposta in confronto a quella del 1922, anche se una sovrimposta minore sarebbe sufficiente. Il terzo gruppo cli Comuni comprende quelli che nel 1922 avevano applicato una sovrimposta insufficiente. Ciò poteva essere dipeso o da riluttanza o esitazione degli amnùnistratori ad elevare i ti; buti alla misura necessaria, o da circostanze speciali (entrate straordinatie) che in quell'anno avevano consentito <·., pareggiare il bilancio con una so,-rllllposta minore di quella normalmente occorrente. Molti di questi Comuni si trovano GTa in diflico1tà pressochè insormontabili. Alle richieste di aumento de]la sovr1mposta, il Ministero risponde invitando a ridun-e spese, che in molti casi non possono essere ridotte, perchè già eseguite o llJ!._ dispensabili, e ad auinentare le tasse esistenti o a istituirne di nuove. Per i Comuni rurali, nella maggior parte dei casi è impossibile trovare altri cespiti che possano sostituire la so- ,'limposta. A parte il malconknto a cui dà luogo 1'applicazione delle tasse di famiglia e sul bestiame (le tIDiche che nei pkcoli Comuni possano dMe un gettito non tr.a,scunlbile), non s1 comprende percbè, nei Comuni dove la grandissinia -maggioranza della popo)azione è costituita da piccoli proprietari, • si imponga di non aumenta.re 1.a sowi1nposta, per ricavru.~e le stesse=. somme, che essa. potrebbe fruttare, sotto la forma di tassa sul bestiame e di famiglia, dal '!)9.1. ,,;ento che quelli che pagano sono sempre ì'l stesse persone e preferiscono infinitaniente pagate sotto forma di sovrimposta che sotto forma di altre tasse. La questione centrale è che le leggi si fanno uniche per tutto i1 Reguo e che chi le prepara è quasi sempre qualcuno che vive in città e non conosce le condizioni dei Comu-ni di campagna o non se ne cura. Ora i Comuni, che contavano su.Ll' aumento de11a sovrimposta per far fronte alle spese per l'anno 1923 e che no:n hanno avuto l'.atl.torizzazione all'aumento, si troveranno alla fine dell'anno con un disavanzo che si aggraverà pe1· gli anni" ve-nturi, se il decreto continuerà ad a.vere la stessa app1icazione. E si verificherà il caso di contribuenti che banno la miglior buona voÌontà di pagare e di sistemare le finanze élel )oro Comune, ma non potranno farlo, pe:i·chè il Governo glielo impedisce. Nè sembra che con la riforma dell' amministrazione si sia pensato ad elimllla're gl'inconYenienti non lievi p>"odotti dal deereto 18 feb; braio 1923. Anche se non si vuole abolirlo, .un rime<:lio sufficiente sarebbe quello. di trasferire la facoltà di autorizzare la super-eccedenza della sovrimposta in confronto a quella del 1922, dal Ministero alla Giunta Prov. Ama:n., i:n rurmoIDa al c~ncetto di decentramento, al quale pare che la rifo,,'.na sia ispirata. Le Giunte provinciali, che hanno, fra i loro membri, rappresentanti degli enti locali e sono più a contatto con essi e coi loro bisogni, sono maggiormente in grado di valutare questi bisogui e quindi comprenderebbero meglio 1a necessità di applicare il decreto c1wi grano salis~ ciò che non si può spe-rai·e finchè 1 bila11ci sarallllo. sottoposti a un impie,.. O"ato del Ministero la cui unica preoccupazione :arà di trovare qu~lunque pretesto, per quanto infondato, per' negai-e l'autorizzazione alla superecceclen.7... a, in obbedienza agli orctini inesorabili del suo feroce ministro. l\1a i1 rimedio radicale non si avrà, :finchè non sa.rà entrato nella testa dei d:i..rig=ti (e il moJne11to sembra il mene propizio) che dev'essere bensì esercitata su.i Comuni un'a,ssistenza tec-- nica e giw·idka, ma che dev'essere loro lasciata una larga autouomiia in mate'ria tiibutaria, e che, cl'ete.r'Ininata la materia imponibile risei--· vata a.i Comuni, dev'essere lasciata lorp la facoltà (quando esiste il consenso degli amministrati, da considerare l'unica base di legittimità) di appliicm·e le imposte che essi ritengono più adatte ai bisogni e alle condizioni locali. 0BSERVER. vO IdlVIIJl IN TE~NllZIONllùE L'Albania economica r. - J ,e ture sono quasi tutte proprietà dei bei musulmani. La pércentualc delle tc.,rre incolte l elevatissima, forS<;.1'8o %, ma occorre tenere presente cbe il maggior prodotto dell'Albania ~ l'al1cvamc... 11to del bc..stiame, ovine., in fapecie - e J)('.rciòsi rc.-ndenecessario di riservare estesissime wne al JY<1.scol(oquasi una metà delle terre). La pkcola proprietà non ~ diffusa. Si pratica il sistema cli affittanza a IUllga seadem..a. Molte terre demaniali. Anche Jc comunità reUgiose hanno notevoli cstensionj <li terre. 2. - L-'a]banese, come il greco, non E; buon con1.a<lino e non si affez.iona alla terra. 3. - Le imposte si pagano in gran parte in natura versando allo Stato il decimo del raccolto. Questo decimo vielle però appaltato e gli appailatori pagano allo Stato WJ canone fisso, concordato di volta in volta. Il bilancio dello Stato ricava inoltre i suoi fondi dai monopoli (fiammiferi, carta sigarette, sale, carte da giuoco, porto d'armi, permessi di caccia, ecc.) noncbè dal1e dogane le citi lasse sono elevatis.sime. In questo la Albania segue la legge di tutti i piccoli Stati fermi ad una pratica di intervenzioill$mo esoso. 4. - L'Albanese emigra volentieri, specialmente nell'America del Nord, dove esiste una numerosa colonia. All'estero sa farsi una discreta fortuna, non grande, poi ritorna in patria, dove riprende le antiche abitudini. 5. - La m.ano d1opera non .manca, ma è poco redclitizia; compensi scarsissim.i. 6. - Prodotti cereali insufficienti per i bisogni locali di importare ogni anno grano e granone. Neanche le zone piane si prestano alla coltivazione granaria perchè d'inverno sono allagate e d1estate estrema.mente secche. Piove tutto l'inverno; da aprile a settembre, normalmente, siccità. Nella regione costiera, agrumi (ma non si esportano), olivi da cui si ricava olio ottimo. La lavorazione nel paese, però, non è curata, e si espòrtauo di preferenza le oli ve in Puglia. Tabacco purn più di quanto occorre per i bisogni. 7. - L'esportazione albanese è costituita dal bestiame ovino, bovino e equino, in maggior quantità ovino, e va :in Grecia. Da qualche anno si esportano mche maiali di razza piccola. Inoltre pelli secche, lane grezze, formaggi. 8. - La fabbricazione del formaggio, specie nel1' Albania MeridionaLe, ha assunto una speciale importanza ed è esercitata in preminenza. da industria], greci di Cefalonia e Zante, i quali in marw comperano tutto il latte che trovano e lo laYoranQ all'aperto fabbricando burro, formago-io bianco e pecorino uso romano che poi mandano in America dove viene per la maggior parte consumato dalle colonie greche ed albanesi. Nèl 1923 si sono fabbricati nella provincia l\.'rgirokastro e venduti in America venti milioni di lire italiane di formaggio. 8. - Le provincie di Valona e Berat dispongono di notevoli quantità di buoi, bufali e cavalli che si esportano pochissimo non essendo troppo • adatti per macello. 10. - L'Albania importa tutto quanto occon-e alla sm1 vita dall'Italia ad ecce2ione del le,,o-name eia lavoro e del ceineuto (Jugoslavia). TI. - Le cave di bitwne di Selenizza sono esercite da una società italiana. Non danno molto rendimento ma. ii prodotto è ottimo. Non vi sono alte industrie all'infuori di qualche piccola fabbrica di alcool e di sapone. 12. - .Foreste di q=lcbe importanza; ma dappertutto è assai malagevole lo sfruttamento per le difficoltà dei trasporti. Nel Nord vi sono foreste estes1, ma. 1e coste molto basse di quella regione rendono difficile l'imbarco dei prodotti. Xel sua foreste .cli1 minor valore ma di più facile sfruttamento. 13. - La pesca è esercitata in modo intensivo a Vivari dove esiste un lago comunicante col mare e dove i pesci -affluiscono nell'epoca della ripro- <luzione. Questa peschiera, tenuta con metodi razionali potrebbe dare un forte reddito. TI governo l'ha affittata per mezzo- milione di lire all'am,o. L'Albania politica 1. - La costituzione albanese è ancora provvisoria e consta di quattro membri con eguali poteti, cli un ministero responsabile e di una camera di deputati. lu questi giorni si pr(?Cede a.Ila elezione della costituente cbe dovxà stabilire la forma di s;overtio e lo statuto. 2. - La popolazione è di circa 1lll milione di abitanti, cli cui metà mussulniaJiri,. Le città più importanti sono Scutari, Korizza., Dtrrazzo, Tirana, Berat Elbassan Fieri, Kavaja, Argiroka• stro, Valona. I porti sonO a Santi Quaranta, Valona, Durazzo, San Giovanni di Medua. Sono tutti privi di opere. 3. - Sugli ttom.ini di governo non si può dire ancora uuUa; le 1otte che si combattono sono piuttosto di natura personale che cli ptincipio. Uom.ini nuovi, llon compromessi con i vecchi regimi. Per rlue anni Amet Zogolli ha tenuto saldamente la presidenza del consiglio, domando due rivolte: è un giovane di 26 anni, energico, inte.1Jigent<: e gode incondizionato appoggio della regfone di sua origine (Mati e }Ialis,;ia). Oggi la sua posizione è un po' scossa. 4. - Scuole poche, coltura generale limitata. A Tirana è sorto un collegio americano. A Korizu funziona un gjnnasio con direzione e insegnanti france,;i. Circa duecento albanesi frequentano però i corsi di studi in Italia, ed una ventina son,, inscritti nelle università. 5. - L'amministrazione della giustizia è qnelfa. lasciata dall'Italia dopo lo 5" 6ombro. E' cioè diviF-a in preture e tribunali che funziona11.r.,sec-ond• gli usi locali non esistendo ancora codici propri. 0, - L'esercito esiste solo sulla carta; ma =>l deve tenere conto che in complesso vi sarann~ .5000 soldati. 7. - La politica doganale ave,·a questo priru:•- pio: tassare al massimo le importazioni per limitarle al più stretto necessario ed impedire cr.r i 1 'uscita del denaro e conseguent<: impoveriment• dell' !\ lbania. Su questo principio si sono fissate delle tar1ffe enormi. Ora e in corso un tratta+• commerciale con l'Italia. e si attende a giorni .i conoscere il risultato dt:gli accorcli. 8. - !\iente opere pubb)iche, niente ferrovie; l• viabilità ordinaria è in pessim<:: condizioni. ... (Notizie originali raccolte da una nostr,; diretta inchiesta spec-iale). PIERO □□BETTI - Editare TORINO - Uia XX Settembre, 6□ € uscito GE,-ERALE ASSUM LAPHIMDiIlFEDSEA6LRAPPA r Yolu.me con ;i, carte - L. 10,50 E' j] primo libro che compare in Italia su un.a degli episodi culminanti e più oscuri della ncstro. guerra. Il generale Asswn dimostra che la primo. difesa (13-26 non:mbre 1917J de\·e essere esaminata a parte nella storia del monte Grappa., e fu Ja più epica e decisiYa. 'Documenta contro le af.- fe1:maz?oni dei generali Cadorna e Ludendorf o di 'Gatti e Valori che il Grappa non era apparec• chia-to a difesa; espone le risorse di valore e Je condizioni in cui dovettero combattere i soldati. E' un libro .sobrio, preciso, documentato; rappresenta una pagina nuova ii.ella storia della. nostra guerra; _può insegnare qualcosa ai tecnici, ma è scritte anche per il pubbTico. ~----- J'(ovifà' EDOUARD BERTH LA FRANCE .A.GMILIEU DU MOND~ L. 3 E. Ber1:h, cliscepoJo di Sorel, è uno dei più forti scrittori francesi d'avanguardia. In questo saggio eg1i esamina il problema centrale della Francia contemporanea., offrendo una critica affasciuante e oggettiva delle illusioni nazionaliste. Jmminenfe L. STURZO POPOLARISMO E FASCISMO Ai prenota tori L. IO Libro coraggioso e documentato di critica e di storia T. FlÒRE UCCIDI L_ IO L'esperienza viva della guerra sentita in trincea:: niente BarbuSGe,niente dilettantismo di giomft.- lista; ma un atteggiamento cristiano di osservazione ALESSANDRO D'ENTRÈVES ILFONDAMENTO DELLFAILOSOFIA GIURIDICA G.6.F.HE6El Con prefazione di G. Solari L. 8 GIUSEPPE ScroRTINO L'EPOCA DELLA CRITICA L. 3 La rpi ù serena sintesi degli stucli critici mode.mi.,. O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino PTERO GOBETTI - Direttore-1·esponsabile

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