La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 38 - 4 dicembre 1923

li4 Ma questo 1naguifico edificio pogg.iava evide.11teruente sopra un colossale equ.ivoco che Pllnminente avve.ni1'e do,-eva scalzare d'al1e basi; in qu.."Luto,mentl"e lo Stato prestuneva ormai di avere definitivamente aggiogato aJ. suo carro la Chiesa e fattala stmruento· della prop,:ia af!ermazione1 la Chiesa, ·viceversa, mirava attrav~rso lo Stato, cli costitui,rsi le co11.di.ziou.inecessarie cli autodtà. I snccessori di Costantino - successori al suo trono e uou alla su.a mente politica - si mos,trarono incapaci di domi.na.i· ancora stLlla Chiesa, la quale - dileguatosi gradatamente il primo senso d1 riconoscente devozione per Colui che l'aveva tratta dalle Catacombe e illlpostala dom.inat,rice sulPocliato paganesimo - andava acquistando maggior coscienza del la p1"opria dignità e sopratutto della propria forza. E mentre da un lato tentava l'assurdo deUa sua posì1...ione di su.dditanza religiosa dall'Impero e costittùva con serena fe1~ezza la pl'opria atttonoruia spì1ituale, concepiva dall'altro l'à,ttçl:a.ce_ ù:isegno di rovesciare la poslzione e •di asservire essa Io Stato, anzic11è esserle serva. Djsegno straordinario e audacissi1uo, e.be tuttavia resero possibile l'irrimediabile ùecadere dell'Impero e l'oscurarsi de] concetto stesso di Stato nelle 1nen~ ti che più avrebbei' dovrnto possederlo con lucidezza; e poi l'abile insinuarsi che la Chiesa fece nella rozza roscienza dei barbari in'l[asori, consacr3.ndone il dominio sulle rovine della latinità, e sopratutto la. tenacia indomita con cmi la Chiesa ne persegnì l 'attuazi01;1.e. Fra la molteplicità degli episodi che in proposito ci offre la storia moderna mi piace ricordare il tentativo napoleo.uico di appoggiare la Chiesa al carro della sp.a fortunata potenza. •P'ersuaso della inYincibile resistenza del sentimento religioso specie negii strati popolari, e del possibile -valore politico della organizzazione ecclesiastica quando gli fosse asservita Egli 1111r'ò ·,,_persuadere la Chiesa a collabor.are alla consolidazione del prop,~o potere. E appena potè disporre liberamente delle cose dello Stato, inaugurò una politica di conciliazione, che la coscienza popolare esigeva ormai con crescente ansietà. ~aturalmente Napoleone era guiidatO, come già Costantino, da un, criterio esclusivamente utilitaristico, vedere in Napoleone un disinteressato ' o comunque uno spontaneo esaltatore dei valori religiosi, quasi dalla sua stessa c~cienza religiooa gli venisse l'impulso per la ricostituzione del Ca.ttolicismo, sarebbe grave· errore, come fu errore credere per lungo tempo che Costantino fosse indotto allà politica filocristiana da una.,. personale simpatia verso i principi costitutivi della nuo,a religione; dal desiderio di rispondere "ad una specie di' imperat'h-o catègorico della propria coscie1V..adi presunto neofita. Xapoleone non vide nel sentimento religioso E: ne11a organizzazione ecelesiastica che un ottimo strumento di go...-erno. Comprese che la massa del popolo francese, stanco ormai di lotte e persecuzioni e stomacato dall'abb.iezione di cui la Dea Ragion.e aveva desolato le pure navate di Xotre-Dame, gli sarebbe rimasta grata, e éhe riçonoscente e devota doveva anche rimanergli la massa del Clero sollevata dalla sua miseria economica, liberata dalle s,ue angustie sp:iritua1i. La po1itica di conciliazione condusse al Concordato del 15 luglio. :\.[,a fu una .J conciliazione > soltanto apparente. In quanto se la Chiesa, pur di sollevarsi dalla burrasca sanguinosa che l'aveva schiantata, afferrò 1a mano che si tencÌeva miserie.orde a ricomporl.e i brandelli dispersi del suo corpo; essa d'altra parte sentiva risanguinare le 'ferite anti• che, costretta a sanzionare la menomazione dei suoi diritti più gelosi e a vincolare la , figlia primogenita, all'autmità di un despota. Sì che il concordato meglio si sarebbe potuto chiamare compromesso, in quanto effettivamente in ciascuna delle parti contraenti c'era la limitazione mentale cli non attenersi ai patti e di cercar di sopraffare l'avverso amico. ;\apoleone ne cleite per primo e qua.si subito l'es~o, aggiungendo di proprio arbitrio, con uno di quegli atti caratteristici in cui il despota si sovrapponeva all'uomo di Stato, i famosi "articoli organjci ». Xapoloone instaurava e praticava fermamente 1a politica del] 'utilitarismo religioso, che trovava partigiani ferventi perfino in un.a parte del clero, economicamente interessata al prevalere napoleonico, e aveva anche in Italia un teorizzatore acuto in l'lelchiorre Gioia, per cui Ja religione è nulla più che una istituzione sociale, sottoposta elle leggi dello Stato e alla volontà del principe e « i ministri del culto sono funzionari pubblici che l1 principt sceglie o rigetta, secondo che promuo\·0110 o no Pistruzione mora1e che è ]o scopo del loro ministero li (I). L'autorità del Papa sul cl.c-rofrancese e perfino sulla costituzione dogmatka della Chiesa era, così, ridotta ai m.lnimi tenYJini. :'\apoleane poUc cantar vittoria. }la fu bren::, il trionfo cozzava contro l' Infrangibile. ll Cattolici,mo si può pie-gare - e con Pio Vl 0 si piegò - ma non si spea,a; (flectar, non flan~ gor ... ). La Chiesa poti: nelle tristissime continsen1.e ln cui il suo potere era ridotto, abdicare L A R l V O L U Z I O N E L 1 .B E R A L E. a grra11parte dei suoi diritti religiosi, pu,r di conservare 1wa parvenza di autorità politica; ma non poteva tassegnar~i a.lla sua condizione. 11 suo assoggettamento non potere essere che u.na questione di· tempo. Napoleone conobbe più tardi - non occorre che io mi attardi a illustrarlo - il peso di quella mano, che non sialza soltanto per benedire! La realtà è, che canup.rimere un poi:ere che ha rachci così salde e diffuse è cosa, se pu,r mggiungibile, arduissima. Ancor più arduo è far sì che iL g,iogo non si spezz.i, che sia soave tanto che non aippaia come giogo-. , La Chiesa romana ha lottato ancora più aCcanitinuente contro i tentativi di dissorluz.ione e cli costruzione della sua autonomfa .. religiosa e del sno imperialismo spi,rituale, che contro quelli i quali cou-i.battevan il suo pote.re territoriale: o co,111.unque·politico. Se la su:a invettiva è aspra quando si attenta ai suoi diritti politici è addirittura lacerante quando si toccano i suoi di.J.itti ecclesiasti ci. . E se talvolt.a, sotto la pressione c11 eventi ina'eprecabili, essa cede, accettando patti lesivi della sua ,autorità ecclesiastica, il suO convenirJb;,,.a sempre implicita la volontà di riaver&i e cli rjico11qui.stare i:11teralibertà. Qualsia-si compromesso imposto a,l Vaticano, anche se uffici9-lmente accettato, rigermina fatalmente la loJtif, E' evideilte che non piegandosi mai e per .nes· suna ragione il Papato a farsi stnime1.1.to della Nazione, non vi si piegherà neppure il clericalism'o, il qua•le noll è se non, l'esercito devoto e disciplinato del Vaticano: E il problema si rip,-esenta, al,lora, in questi termini : o si lascia che l'avversario penetri gra,. datainente i11 tutte le branche de1Vorgall1smo nazionale cogli intendimenti e i metodi che noi stiamo speritnentando èol governo di Nlussolini fino a compromettere o a distruggere l'organicità e l'autonomia dello· St.ato; o si costringe violenten1ente la Chiesa, come tale, ail dominio dello Stato, manomettènclone 1'auto1'i.tà &phitnale e i1 patrimonio dogmatico : riradendo in quella politica d1 persecuzione antireligiosa che, col C'tttolicis~no Nazionale, si presumeva di evitare. VINCENZO CENTO. Itll .RifORJA I~ ltllhlll Conscientia nel riportare qualche periodo dcl mio articolo Sagre e Palli (R. L. n. 34) travisa sostanzialmente il 1.uio pensiero, facendomi dire quel che non ho 1nai pe11sa.to, e cioè : « che l 'acco1noclanti.smo sociale ltallano si spiega, sia per la deficienza industriale italiana che contribuisce aUa mam:anza cli una viva coscieri~ di crasse, tanto capitalistica ~he proletaria., sia pel m.a:ncalo a,v11entodeb radica.lisnio evangelico il cui Ja'lli-niento « si li deve « alla » Chi'esa catiol1Jca che dopo CostantiJno, «si)) spaccia conie cristianesi,nio e non fu (sic) ef!et/Jivomiente aUro che pagamesi·mo travestito ». Ora, quest'appulnto che la Chiesa sia essa la responsabile della mancata attuazione del radicalismo evangelico, è la tes:i. protestante, ma non è 1a mia; perchè mia è invece quella che ved'e in Costantino il ·trasfonnatore del racl'icalismo cristiano, il quale da elemento di disgregazione e cli rivolta, mercè sua divenne prima un elemento e poi l'intera sostanza clel'1 1ordine costituito e crello St:ato. Qui.1tdi, non alla Chiesa, lll..:1. a Costantino si deve 1a « im.m,unizzazione » del r,adicalismo cristiano primitivo. Questo per quanto riguarda la responsabilità della « immunizzazione >> medesima. In qu:anto poi alla illazione che da ciò ricava il1 miio chiusatore, e cioè : che tutti i mali della società politi~ italJaJia., derivino da quel primo supposto tradiirnento·, io non mJ sono ma.i1 sognato di pensarla; poichè invece credo che la Chiesa, in quanto di'retta ei-ede della romanità, abbia av,utb ed abb,ia. un.a missione di dviltà, la difesa della quale rientra più che nei suoi diritti, nei suoi doveri; avendo essa avuta la uece.ssità di farsi va- • lere anche come potenza ci.vile e temporale quan- •lo tale fu da Costantino in poi. Come tale io l'ho considérata senza sentire il l;>isognodi entrare in liizza per combatterh quale d'eposita1ia delh Divina Rive1azfone. • Natura11nente se anche con! ciò io ven70 a riconoscere alla Chiesa il suo carattere temporalistico e ciivile, nondimeno io p"Ossod,imenticare che . dessa è sempre la Maestra delle genti· in qllil.Ilto dep'osi ta.ria d'ella verità diivillia, per accettare il pensiero, unilaterale del Soffici che la considera ·esclusiva.mente sotto ~il primo aspetto. {I) Caratteristico esempio delta concezione che Napoleone aveva della religione a suo personale uso e consumo è il Catechis1no nazionale da lui. Tanto meno P'Oi posso accetta.re le sue conclusioni letteraria1nente feroci; giacchè dopO' anatu,raln1ente composto e impo st o, di cui mi pia- ver anunesso quanto sopra io posso col Croce ce riportare una delle domande : riconoscere la legitttmità deH 'Inquisizione quale D. - Perchè siam tenuti a questi doveri verso stnuneuto e m.e".1.zdoi difesa 11011della fede, 1na l'Imperatore? del romanesimo, dopo però aver riconosciuti i R. - Prin1.o, p~rchè Djo che ere.a, gli .imperi~ molte.pllci ineriti ·di -esso, ro1nanesimo. n.cl pe1-pee li d~stribuisce a volontà, colmando l'Impera- tuar-si delle libere istiot1tzioni rournne e del sento-re di doni in pace e guerTa, lo stabilì nostro sovrano, lo res~ n1inistro della sua potenza e sua immagine in terra. (Non c'è male, è vero?). Ono-, rare e servire il nostro Imperatore è dunque, (modestia a parte ... ) onorare e servire Dio stesso. Secondo, perchè nostro Signor G. Cristo con la dottrina e con l' esempio ci insegnò quel· che dobbiamo a.il nostro sovrano : nacque obbeden~ do ( ! !. .. ) all'eclitto cli Cesare Au~usto; pagò l'im)posta; e come ordinò di rendere a Dio quello che è di Dio, così ordinò di rendere a Cesare quel che è di Cesare. In verità, secondo l'augusto pensieYo del Cesare na.poleonico, ben poco resterebbe di pertinenza divina. :Jn preparazione: Numer<? dedicato alla Germania con articoli di G. ANSALDO; G. V. AMORETTI~ A. CARIATI, u. COSMO,· M. Gnrnco, G. LuzzArTo, A. OBERDORFER, L. S. .\I,VAT0RELL, L. VINCENTI. G.. :B. FARAVIA & C. Eaitori - IAbrai • Tipog1·afi TORIN- OMILAN- OFIREN-ZREOM-ANAPO-LPIALERMO BibliotEdciaFilosofia E Pedagogia G. A. COLOZZA IL GIUOCO nella Psicologia e nella Pedagogia 1 con prcfa:done di X. FÙRNe1,u e le note <li C1rn. UPER all'edizione Leùesca Preozo (l:11 Torino) L. 7 - (fuori Torino) L. 7,50 GINO CAJ,PONl PENSIERI SULL' EPUCflZIONE nuova edizione con introclu'l.. i011c e note cli G·TùVANNJ. VrnA1u Prezzo (in Torino) L. 6 - (f,wd Torino) I,. 6,50 Novità: EMANUgLE KANT. FOHDAZIOHE DELLMAETAF !SICDAECI OSTUMI Trru:luzione di G. VrnARr Prezzo (i1>Tori110) L. 6 - (In.ori Torino) .T,. 6,.50 tiu1ento nazionale, prima attraverso i Comllilli che come il Solmi ha dimostrato sono di origine latina e romaJJa, e non feudale-teutonica; poi attraverso 1a lotta per le inve8tibue, 5-,tccectuta.all'incoronazione c1i Carlo 1'1agno ed alla creazione de.11'impero d'Occidente; infine nella promossa rill.ascen~ umanistica, che f11 il vero an,ticloto della Rifronn.:-i,nonchè la più valida cli!fesa della / latinità e 4ella naz.ione. Noi vincemmo la Riforma. colla superiorità delta nostra cultura, al tempo stesso che la superstite romanità impedà la. possibiilità dLuna occupazione politica dell'Italia da parte cUun.a nazione barbara. Se allora 1111 m.~gnifi'co despota avesse attuato i] pensiero unitatio, itaJiano e laico del Machiavelli, l'Italia si sarebbe rjspa1·miata quattro secoli di servitù, ed oggi potrebbe senza scherzi essere alla: testa dell'Europa e della civiltà. l?urtroppo invece la Contro-Rifonna., quando già l'atie, la. letteratura, il pensiero e lo spirito sereno del più romano dei Sa11ti, il fiorentino S. Filippo Neri, avevano incorporata e sorpassaita l'esigeuza riformistica in una. più armonica visione della vita, some e si accan.ì contro g.Uesigui residui del mov.i1nento rifoi-1natore, non riuscendo colla sua cieca persecuzione che ad essicare le fouti della latinità ispiratrici cli bellezza e cli libertà, ed a d~struggere il po, cli ca.rattere civile che era rimasto nei nostri istituti politici e am~ mi111Strait'ivi, per determinare la co11traffaz.ione dei valor1, !a mancanza cli una coscienza politica unitaria, e lo scetticismo che rese possibile la nostra servitù. Alla Contro-Riforma dobbiamo perciò i1lperiodo cl'oscura.mento del sei e settecento, annullatore così della nostra coscienza e libertà politica che dell'originaHtà della no'ìtra cultura e del nostro pensiero; e noi possùtmo ben clire che quello fu per noi il vero medioevo, durante lo svolgimento del quale i poch·i che serbavano 11ei Jo,·o pett-i il ricordo e l'amore clella. libertà hnono necessariamente degli isolati, poichè 11011 trovarò110 nella società trna rispondenza qualsiasi. N011 bi.sogna d'altra parte credere che proprio tutto durante esso fosse galante morte e fastoso 8quallore: oscuri preparatori lavorava110 ne!Pombra ner tener viva e rirn:;a1cla:re,mediante le i11novazi~ni amministrative dei Con1i1.mi,l'al• larg,unento e 1'accelerazionc clei mezrJi di comu• nicazione, la raz·ionalh-~,.azione dell'agricoltttra, il passaggio dall'artigia11ato all'industria, ecc., la coscicn,...a 1111itmiae politka la lente; di 111()(1c0he quando 1,m"Jll'.lt.anapoleonica \·areò le Alpi per conquistare l'Italia, trovò già qtwsi del tutto P.viluppata 1'an11na nazio11alc, com.e risulta evidente dall'insegnamento e dall'esempio dell' A.Hìe. 1"i, nel pensiero del quale era già chiara la soluzione liberale del problema ~clesiastico, quale scaturi più tardi dall'opera legislativa del conte di Cavour. Ecco coSi a grandi linee indicata la giustificazione laica dello Stato monarchico, in difesa del quale io ho 'crecluto di spendere la. mia povera parola; fermamente credendo che, per contrapposto, dall'indipendenza dello Stato derivi l'i.nilipenclenza della Chiesa, la quale, finalmente libera da preoccupaz,io.ui temporalistiche, può pertanto, amata ed ascoltata, più efficacemente esplicare la sua benefica 'missione di ~afità e di amore. Ciò che poi nel mio a.ticolo, molto inesattamente forse, chiaJno paganesimo, è il fondo utilitaristico evidente nel modo e nello spirito con cui cmti riti sono adempiruti dal nostro popolo, inguaribilmente rim.asto egoista e ba1nbino, anche nonostante il Cristianesimo, com 'è noto a tutti gli studiosi dli demopsicologia, d'agiografia e di folk-Jore. Piuttosto da quanto ho detto su.! perpetuarsi della romanità attraverso ia coscienia unitaria e comunale si potrebbe ricavarne una cOnclusione in favore deìla teoria evoluzionista; cosa che io faccio per constatare che ciò che io chiamo 1'accomodantis:mo fideista-utilitarista del nostro popolo è l'equivalente storico del paganesimo in quanto è fatto religioso-morale; e1 in parte, del romanesimo in quanto è fatto poli.tico, inevitabilmente c,ontra.stante con ciò che chiamo il radicalismo cristiano, il quale è r.ivolutzionarismo, sovvertimento della base dei valori sociali e politici, e in ultima analisi, comunismo; c01ne 1o·climostrano i ripetuti tentativi ereticali dei poveri di Lione, dei rigidi Fraticelli ,italiani de1 '200, degli Anabattisti cli Miinzer, ed ultimamente dei Doulihobors in Russia, ai quali s'è, com 'è noto, ispirato H Tolstoi, il cùi orist:ianesilllo pacifista ed anarchico senz'akun dubbio si riattacca al catarismo lon1bardo di origti.ne orientale esso pure. Perciò 11contrasto è anc6ra e sempr,e tra Roma (che innalzata all'universalità del simbolo potrebbe essere chiamata, sec0ndo la terminologia agostiniana, la Città terrena), e l'Oriente : rigidam~nte ispirantesi all'insegnamento divino dell'eguaglianza fraterna in Dio, vale a d:iire la Città celeste; - d'alla cu:i lotta non può non scaturi.re una sintesi, che è quella storica della nostra vita civi1e. Impostata in questi tennini la questio~ si app,rofouclisce e s'allarga, ~in quasi a divenire una propedeutica della storia, di fronte alla quale le confessioni personali sono inutili. Destinata perciò a ·tallire la pretesa di voler a1·Cificiosamentè creare un movimento riformista in seno al cattolicism'o, se questo movimento non si prefigge di s~lzare dalla radice la base religio~ e sociale della vita civile; se questo movimento non si. ispira cioè alla pretesa disperatamente assurda ma logica del comunismo e dell'anarchia. Ora, soltanto se i protestanti italiani avrainno il coraggio di dichiarai-si' com;nisti, rivoluzionari ed atei, e tali farsi• valere, potranno contare qualc-he cm:a nella vita italiana ed essere degni di avere quel rispetto che si deve a qualunque persona conseguente e sincera~ ma all'infuori di ciò poco o nulla possono sperare, perchè se anche s'affannano a dichiararsi italiani, noi sentiamo. nondimeno che sono, come educa?...ione e com~ •spirito degli stranieri. In Italia il partito popolare, ispirnnd95i alle idee sociali della Rernni 1w11a,,-mn, ed ai principi politici della gloriosa democ1Jazia cristiana, ha attuato .il m.eglio dell 'esigeuza rifotmistica, col fan: rifluire nella vita politica. italian.a le ingenti masse cattoliche che l'odio dei settari multicolori del Risorgimento aveva isolate ed infamate! • DevO' infine aggiungere all'« occorrerebbe riagiitare la questio11e deUa Rifonna 1 ecc.. » del mio articolo, un giu'stificato punto interrogativo, immediatamente seguito da un reciso: No! con punto affermativo, giacchè st>-no sicuro che gli egregi scrittori del periodico protestante di Roma si rifiuteranno di accettare l'inevitabilità della consegnenza scaturente Llalla logica st'essa della loro Protesta. ARMANDO CAVALLI. NOTA Il pen~iero del Cavalli stùla Riforma non ci sembra del tutto. chiaro. Certo non. è il nostro. I dilemmi che egli p011e tra cattolicismo e anarchia, 1'idcutificazione di protestantesimo e comunismo ci lascia.no incerti c01ne tutti i d'ilernm.i eapziosi. E l'antitesi tra Città te.rreiia e Città clivina, tra Oriente e Roma non basta a illw11inare i ·piroble111istorici affrontati dal'. Cavalli. In effetto all 'asse1na di ttna Rilonna in Italia non si J)'ltÒ riparare con ttn tanlivo feno,1neno cli hnita,,ione, oggi che nel ritmo della vita sociale il fatto politico prevale sui fatti religiosti, m.a continua a rimaner viva w1'esigen:i::a di protestantesimo come novhiato cli libertà, di serietà mdr:a,le, cli eclacazio11c moderna. E anche Con.scientia iu qua11to rip,-ende le tradizioni laiche naz.lonali, in quanto illumina tutti gli sf.orzi storici durati per far entrare in Jt,ilia le idee di toll<,ram.a, cli libero esame, cli moralità produttrice, cli libertà politica ha la sua funr~ione evideite e pro-fìc,_ia,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==