La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 33 - 30 ottobre 1923

136 LA RIVOLUZIONE LIBERALE lometri quadrati, delle colon.ie, delle concessioni, -dei petroli 1 degli sbocchi, il « niente per niente » insomma la materialità grossolana e appariscente del programma na.1ionalista ad uso dei villani riunti. li che ci dà la chiaYe per intendere bene quel fenomeno delJa fortuna rapida e Jarga che il fa. scismo ha fatto nelle regioni, nei ceti, e nelle persone prirn ... -i più infette di neutralismo anzi di disfattismo, in contrapposto alla renitenza al fascismo di cui dànno esempio regioni, città, gruppi e persone, che a suo tempo furono alla testa del modmento interventista·. I capi del neutralismo < nazionale » dopo la guerra appaiono, con ptrmesso, incerti e disorientati. Nella polemica suscitata dal Bissolati tac. ciono. Quando Giolitti e Croce vanno al potere, la loro risurrezione e il loro avvento paiono una v:ittoria del neutralismo sull' interventismo. Il loro governo, in,ece, segna il moment.o più felice del nostro dopoguerra, perchè còn essi il « neutralismo nazionale> compie la più preziosa f11mion<:çhe gli fo55ç riserbata dal destino, quella di infrenare le intemperanze del nazionalismo esaltato dalla vittoria. Ma poi ve.ugono le elezioni del '2r. Dopo di quelle Croce si ritira dalla srena politica, ma anche in sede di coltura, nella polemica fascista ancora non ha pronunziata Ja parola che assicuri i difensori della libertà, anzi recentemente corse Yoce, non smentita eh 'io mi sappia, che egli era d'accordo coi fascisti di destra o e rerisionisti •· Giolitti, dopo un periodo di 2-:::,o-:nosticismonei riguardi del movimento fascista, ben presto fa-,oriva l'esistere del fascismo nelle zone ad esso più refrattarie, e poi pronun ciaYa la famosa sentenza « il fascismo esiste li. • Per cui non è temerario l'affermare che anche i1 neutralismo nazionale di marca superiore, come quell'altro di qualità più scadente, con l'andar del tempo, appesantito come quello delle sue preoccupazioni consen-atrici, ha finito con essere attirato nell'orbita del nazional-fascismo felicemente oggi regnante. Radiosomaggismo costituzionale Qui ades::::onon Yorrei poi esagerare tanto da aYer ! 'aria quasi di addossare al neutralismo cosidetto «nazionale • tutta la responsabi:qtà delle malefatte del fascismo. Io riconoSC'o franca.mente che 12 loro buona parte di respontbilità in quel che è occorso ce l'hanno anche gli inter...-entisti di tutti i coloriJ come riconosco che le e giornate di maggio II furono anche e, se volete, sopratutto) una ìnsurrèzione contro i poteri costituzionali dello Stato: la prima di una lunga serie, che è giunta, per ora, fino alla marcia su Roma. Ma però, dopo questo incondizionato mea cu.lpa, devo chieder il permesso di fare ancora, prima di conchiudere, una distinzione ed una constatazione. Anritutto nell 'inten-entismo - e questo mi pare sia già stato detto da molti - occorre sempre distinguere l' inten-entismo diciamo così e mussoliniano>, erede, insomma, dell' irredentismo e del garibaldin.ismo, e l'interventismo che si può chi.amare, tanto per intenderci, e aJbertiniano II o e regio 11, se volete risuscitare questa parola, o e costituzionale 11, il quale era l'erede dell'inten-entismo piemontese, se non di quello del '49, almeno certo di quelli del '55 e del '59. Dei quali due interventismi se è facile ammettere che il primo era di carattere o effettivamente o tradiz.iona1n1ente anticostituzionalE:, i:: altrettanto doYer~o riconoscere che il secondo era di carattere prettamente e gelosamente costituzionale. Anzi, e questo è il punto, proprio nelle giorr.ate di maggio si può ritrovare a=xito alla insurrezione contro i poteri statali costituiti, ancheJ e non in tùtima linea, la protesta. contro i sLstemi recisamente anticostituzionali che la opposizione neutralista e nazionale , aveva, specie ntj(li ultimi t<:mpi della neutralità, ad.operati per fa.T pre,·alere la propria opinione. E' storia di ieri, e 1'abbiamo tutti in mente. In quelle giornate io mi trovavo, per il mio :mpieg-o, in una romitissima prefettura di montagna, dov~ l'aria t:ra purissima e ]'oro straniero non poteva arrivart:: fino ad al1ora, più che la poJemi-:a, lassU c'era stata, in tutti i ccii, 1'attesa : giunta un mattino 1a notizia delle dimissioni <li Salandra ci fu, tra ]a g:enté:, stupore, costc..--rna~ zione, dlS<,rientamento; la sera una riunione quasi autom~tica di r.10po1one11a sala d'una sod!:¼ di rultura annessa alle ~zione socialista : T.Jal lù brc~\'em,-nte un professorello del luogo e i] ~ucc·o del suo discorso fu questo: • non si tratta <ii rlire • ,-og-1iamo la guerra 11, " non vogliamo 1a ~ut.-rra •, si tratta solo di sa-pere se l'Italia t an- <·ora un paese retto dalla costituzione per C1Ù i nostri padri cospirarono e morirono, o se t: invece un paese in cui, a11a dgilia <li riSùluzioni formidabili, un governo che ha avuto ancora ieri un ..-oto <li fiducia élaila Camera, possa oggi essc-r ro, e,,ciato dalla deposi'l.ione di tr~-centt, biglietti da Yisita alla portineria di un deputato •· L'oratore non disse a1tro, e la gente fJTes-tnte, anc.-lH: : n;::utralic;ti, anche i socialisti, furono d'una so}~ opitiJone, che il "\finic;tero dimissiona.rio clove'-·a tGmare a presentarsi alla Camera. Molte \·olte, dopo d 'a11ora, ho ripensato a11a orazione picrioh di quel maestro di montagna, e mi son sempre più eon,into che essa, in quel momento, esprimc:,·a una ;!rande ,-erità e rispondeYa ad una opi nione diffusissima in tutti i ceti. E subito dopo ]n guerra. quando tornò, ah11n~, l'ora de11e disc,_1s. 6ioni, io fed quell'ohbiez.ione, a \'lf'C: e per iscritto a dei convinti sostenitori del neutralismo diciamo « giolittiano :aJ ma non. riuscii mai ad averne soddisfacente risposta: « 11 Giolitti in quel ten1po era appena convalescente cli Ull.:'l grave malattia. Il Giolitti si fidava cli Sala11dra e credeva che mai più esso avrebbe djchiarata la guerra». Risposte che non sono risposte. E più recentemente, proprio qui in R. L., io tornavo a scrivere la medesima cosa: « ... quando, allo scoppio della conflagrazione europea - faccio come i gloriosi asini cli Cavalinun,r: non c'è nessuno che mi cita, mi cito da me - l'Italia si troYò nella necessità di dover. risolvere il problema della sua entrata in guerra e della scelta degli alleati e del tempo, Giolitti aveva perciò un suo programn1a; io t10-nso quale fosse e non posso quindi giudicarlo, ma un programma ce l'aveva; ed aveva anche, lui, padrone, sebbene non ministro, del parlamento, delle prefetture, delle direzioni generali, e di patte della stampa, i mezzi per far prevalere nel paese codesto suo programma, quando e come voleva. :Ma in un pa,:se retto, dopo tutto, costitu:,,ionalmente e parlamentarmente, egli d1Yueva., per imporre il proprio programma, valersi dei me;,.,zicostituzionç.ùi e parlamentari; do1Je1ia far così, se non per fede, almeno per abilità di politica interna ed estera. Invee.e egli aveva perso di tali procedimenti l'a bitudine; forse tale possibilità non gli passò neanche per la mente; credette cli poter anche questa volta 1iuscire con i mezzi anticostituzi0nali, personali, dittatoriali : lettere, gite a Roma, pronunciamenti extraparlamentari, trattative extra.ufficiali. L'opposizione, che allora era al governo col superstite Salandra, per un po' si battè con le anni costituzionali, ma poi 1 in un paese la cui educazione politica e liberale era stata cosi sistematicamente e deliberatamente trascurata, alla stretta finale, dovette, per Yincere, ricorrere a11e medesime anni <lell1avversario1 ai mezzi e.xtraparlamentari e anticostituzionali (Sagra di Quarto, giornate di maggio ecc.) ». Questo io scrh·eyo nell'ottobre del '22, assai prima che uscisse il libro del Salvatorelli, questo ripeta dopo un anno, assai dopo che quel libro è comparso: e adesso, come allora, io credo di aver ragone. E adesso come allora io dico: deploriamo pure tutti insieme il e racliosomaggismO 11, ma riconosciamo anche tutti insieme che in e5.5o non tutto fu anticostituzionalismo e i11i. beralismo; deploriamo pure tutti insieme ,ora, il ra-diosomaggis:mo, ma assumiamocene anche tutti insieme, noi che allora non eravamo mlnorenni, le responsabilità; e sopratutto, per 1a storia, riconosciamo che le e giornate radiose » non furono esse causa dei mali suècessivi, ma furono esse già efjetto di altre cause neanche molto remote, e non furono quelle giornate origine cli una serie, ma punto intermedio di una linea, ane11o di tutta una lunga catena. Per un ironie unico ~Jueste parole, forse troppe, ma certo chiare e sincere, io mi sono indotto a scriYerle qui ora, non mira per presunzione di critico e neanche per sadismo di rieYocazioni dolorose, e tanto meno per desiderio d.i oziose polemiche. La prima spinta a ripensar queste cose per metterle in carta e pubblicarle m'è venuta dalla lettura di un perio<letto breYe del libro cli Luigi Salvatorelli; a p. n6, alla chiu.sura del capitolo , Per lo Statuto e per lo Stato , , ho t1·0,·ato scritto: « Contro questo bolscevismo (quello reazion.-"lrio) occorre oggi il fronte ru1ico di tutti gli elementi legalitari e patriottici - mai le due cose sono .state talmente identiche - esistenti ancora in Italia , . Sotto queste parole c'è la data 19 Luglio 1922; ma se le pa.To1eson rimaste tali e quali ne1 volun1e, io 5Uppongo che esse esprimano ancora adesso il pensiero e il desiderio del Salvatorelli. Orbene, qui in R. L. nel maggio scorso - asini di CavaHmour soccorretemi ancora del ,·ostro esempio - in un articolo intitolato Congfu,re e opposizione, co11altre parole io ripetern la stessa invocazione -del S:1.h·atorcl1j : costituire e organ1Zr..arequello che i1 S. chiamava· v il fronte unico :li tutti gli elcmeni legalitari e paldottici contro il bolsccvfamo reazionario II e che io chiam,'l.,:o e l'opposizione c.ostituzio1Jale al fascismo ». Jo per me sono ancora di quel1a idea: se ru1che n S. ty.·n~a ancora a quel fronte utllco, io, e cre<.lo anc-h<: La Rh.:o!uzio11e Liberale, siamo qua. :\Ia prima 1ier<Jc-he elementi di origine di\·e-rsa concorrano alla fortn.3zion<: di que:!-,lofronte: unico, l· neces,'iario che essi si intcnclano bene, e che eqni\-oc-i si:111 <lissiplti, e c:he:relitti di un teinpo ormai pass.;-1to sian Lolti dai piedi. Questo mio artic-olo mira appunto, oltre che a far della sto ria, a spazr.ar relitti, a rimuon;rc ingombri, a togliere malint<:si ad agc\'oÌarc: la mulua i11tclligcnza e conoset:11r...a. .S-oi sfamo quel che siamo (: rc:...ti,rn1ù qud c·hc era\atnD; possiamo aYc.-r fallato, cliruno anche noi c-ome diceva Renzo, ma a quel nostro fallo noi yogliamo ben<:, pcrchl· per c.·sso noi abbiamo po~t<.>antht· la dta, e di quel fatto ci onoriamo più che non d ptntiamo; po!-siamo aver fallato, ma insieme ron noi, almc.-no qt11mto noi, hanno fallato a11clv::quelli che erano i 110:-..triavversari : <; ,;,e tutti abbiamo sbagliato, come clice bene Vin ciguerra, tutti del nostro sbag-harc: :1bbiam fatto una crude1issima penitenr..a. ~on ci rinfacciamo più gli t111jgli altri i no.stri falli, ammettiamo la buona fcùe reciproca. Quel che è: stato i: st.ato, bibli obianco non ci pensiamo più; pensiamo all'oggi, proYvediamo al domani. Dopo la gtterra del '14-118, un1altra guerra è scoppiata, nel nostro paese e fuori, che si sa quando e come è incominciata ma non si sa come nè quando finirà. In quell'altra guerra noi e voi siamo stati diYisi, per questa possiamo essere uniti. La méta di questa guerra, per noi è ancora quella, 12 libertà : libertà all'interno, libertà all1estero: per voi non può essere un'altra. E questa guerra si annunzia forse più aspra, certo più lunga di quella : finchè avremo vita la combatteremo, e siam felicissimi di combatterla con voi, Ma dare, o ridare la libertà ali' Idea, è cosa più ardua che negargliela o ripigliargliela: la libertà una prima volta l'ha data agli Italiani un pugno di malinconici, e la loro gesta fu definita un e eroico sopruso » ; 'per restituire questa libertà agli Italiani nolenti o iudif!ereriti, occorrerà un altro sopruso, una serie di aJtri soprusi. E per la bisogna di far , sopmsi > di questo genere, credete pure, non sarà nè inutile nè clisp1·ezzabile 1 'opera di noi quattro malincon.ici di liberali da.l tempera1nenlo di rivolu.zionarii, di noi liberali, si Licet, a: interventisti ». AUGUSTO MONTI. PlERO • EiOBETTl - Editore TORINO - Via XX Settembre, 6□ Jmminente: LUIGI EINAUDI LELOTTEDELLAVORO L. iO Questo volumè, col quale incominciamo l'edizione delle opere complete di Luigi Einaudi, è uno dei più forti saggi de;] pensiero economico ita.liano. Data l'importanza eccezionale del libro bisognerebbe che gli amici ci mandassero subil-0 la loro prenotazione e ne trovassero aJ.tre (si mandano schede di prenotazione a richiesta) perchè ci riesca più facile determinare la tiratura. Chi ci trova 12 prenotazioni avr-à una copia del libro in dono. LIBRERIA Comincia a funzionare il nostro servizio librario. Preghiamo gli amici e i lettori di servirsene. Procuriamo con la massima sollecitudine tutti i volumi stampati in Italia da qualunque editore. Li speoiamo senza aumento per le spese posuili a prezzo di copertina (salvo eventuali spese di raccomandazione o assegno). Accompagnare le ordinazioni con cartolina vaglia. Ai nostri clienti (che uniscono il fra,ncobollo per la risposta) diamo gratuitamenlé indicazioni bibliografiche, consigli di ricerche e studi, ecc. Chiunque comperi almeno 50 lire di libri ha diritto alla consulenza bibliografica-. NEI PROSSIMI Nl);l1ERI: G. Ansaldo: Il ca.,o :iof/ici ossia La linea pura sacrificata wll'allare della patria. G. Luzzalto: Liùe1'is1110pralù-o. Sumero SJJPria/e sulla situazionP tedrsra. l NOS'l'lU AMICI DEVONO: 1) trovarci nuovi abbonali i nuovi abbonali per il 192', hanno diritto a 1·iooverela rivi:~" in questi due ultimi mPsi del '23) ; 2) mandarti indirizzi di probabili abbonati ; 3) insistere perchè i lihrni della loro città espongano le nostre edizioni in vetrina e m· curino la vendita; li) pru1.ecipare e far parlllcipare gli amici alla ,ottoserizione pr,r l/iN1!?1zione Li!JeralP. POSTILLS LA GUERRA E LE DEMOCRAZIE Si discute sui meriti e sui demehti della de-- mocrazia e della dittatw·a. Già Lloyd George ha osservato che nella gran~ de guen·a hanno vinto le na7..,ionia regi1ne demer cratic!> e perduto quelle rette con una forma di governo più o meno autocratica. E a.IJche .i.11 Italia si oppone alle accuse dei fascisti contro ia clebolez:,,a dei governi democratici precedenti al nuovo regime1 il fatto che sotto il regime antico l'Italia ha potuto superare la prova tremenda e decisiva della guerra. Dopo la vittoria però abbiamo assistito a un curioso fenomeno cli rovesciamento. Nelle nazioni sconfitte gl 'imperi sono crollati e sono stati sostituiti dalle forme di governo più democraticamente perfette (repubblica, suffragio universale diretto, rappresentanza proporzionale). lnYece ne:i paesi vincitori (a parte l 'Inghilterta che per ragioni storiche e geografiche meno ~,ubisce l'influenza di mutamenti del continente) si nota il sopra~.rvento, almeno temporaneo, del• le idee e delle forme antidemocratiche. La conclusione che si può ricavare dal! 'osservazione cli questo fenomeno parrçbbe ablxl~tiiuza semplice e facile. La democrazia t la forma di governo delle nazioni deboli, imbelli e pacifiste, o per natura, o per temporanee contingenze; inYece la dittatura, il governo antidemocratico sono la forma natUl·ale di governo delìe nazioni forti e vittoriose. .\ila quella conclusione ha probabilmente solo 1'apparenza della verità. Come la Germania imperiale di Guglielmo II ha rivelato alla fine sotto 1a sua imponente armatura di ferro la sua intima debolezza, così non è la maniera forte, nè la ricchezza di armamento che conducono di per si: alla vittoria. Non ha la vittoria definitiva chi è meglio attrezzato per la guerra, chi è persuaso della propria pretesa superiorità s11:-ll 'av. versano e del conseguente diritto di sottometterlo) chi ha insomma la mentalità militarisb. e imperialista, connessa con le fonne di go·verno autocratiche: Y1nce inYece la nazione che sa valutare i rischi e la gravità della guena e non Yi si getta a cuor leggero, percbè sa e-be es...~ stes..'-a ne cle\·e scstenere i1 terribile peso e ue deve sopport2re le conseguenze; ma quando l'ha intrapresa, sa prn·e che difende non gl'interessi d.i• nna dinastia o-di una casta, ma il suo proprio aYYenire, la sa2 p1opria vita. E perchè la n.a• zione possa avere questa coscienza, è nec:essario • che essa si senta padrona dei propri destini, che il s.110 goyerno sia quello che essa stessa sl t! scelto, e non una cosa staccata, lontana da Lei; necessario, insomma, che la nazione sia retta a regime democratico. OBSERVER. IL 11\0NU/W\ENTO NECESSARIO ln che propriamente consista la riforma Genti le non saprei dire; del resto non mi interessa. Mi basta considerare il filosofo dell'Atto Puro sotto fonna di mito per facilmente intendere doYe miri la sua botta che vorrebb'essere, sembra, palingene<tica. E allora lo sbigottimento della classe insegnante, il quale d'altronde è affatto giustificabile, rn.i darebbe ragione di intimo cli-- letto. Un villaggio di Zulù che ha accolto come il Messia il conquistatore bianco s'immagini di quale spaYento sarà pervaso quando l101·dine venga c1nauato inderogabile di assumere, pena La Yita, nsi costumi e abitudini dei nuov; ~ominatori entro 15 giorni; e rinnegare, s'intende, i primitiYi amuleti e i barbari riti. Si calmino signori maestri, signori proie;...~- ri ! Gli Zulù sulle p1ime tentano lo sciop;:ro bianco 1 ma la natiYa astuzia li fa tosto persuasi che un rnetodo conciliativo esiste, meno pericoloso; h1le11dono, cioè, che i nuovi riti n~ richiedono come ogni rito del resto, che an 'ad&- sione meccanica.. 11 ritlno solo è mutato. Prima eran tre qnarti cli tempo, il valzer; ora è il fox# trot, due qu.... 'lrti. :Ma il tono è pur se1nprc lo stesso; l'elmo t! pttr sempre di Sci pio. Anche ai feticci ~i cambia solo la foggia, il nome. a,._~ta 1111 po' di Ye.n1iec e Sih·io Pellico ti dive-1.tta, che so io? Cesare Battisti. .. ::\la queste, 1nalgrado l 'eYideuza, non sono elle anticipazioni campate in aria. Quel che oggi conta 1x·r la singolarità della coincidenza. con q11c~t'alba d'anno scolastico, m1Yolosa di dubbi l: cl'inccrlei,1... 'l, {· l'inauf..,r-tt.rai1onedel mon1uncnto al Cuore, bianco e anim:ito blocco, girante stùla I.erra tra le ,enlure ordi1wle dell'aiuola pubblica. •\ra propiziatrice ai nuoYi numi? Oh! tutti d han fralenrnmente palpitato d,attorno, ue>- mini cl' ieri, nomini d'oggi! .Manc.:'lYaa11' Italia qnc~to mon11mcnto esteriore, artistico, come si clicc. (Quell'altro enonne <ln file d\ carta stampata Cosa 1'rcves sa pur quel che. ,-alga ... ). Ogni bimbo aclcsso, ogni bimbo italiano, ogni Balilla potrà riconoscersi nella fnmigliar frotta che in ritmo di hallcllo bistofiano si snoda per il ma.imo, pensosa già ciei futuri destini della patria. I~ allo spettacolo di tanto diffn ... "° civis.mo, frenH:l'tt nella tomba !._!uegli che ne fu il propugnatore;, i1 gran Sacerdote. ~oi siamo un grande popolo, una grande nazion.c: tutto fremiti, tutto palpiti, entusiasta. Tutto cuore. C'l- gente di buon sangue tra di noi: sangue romag,wlo. G. A. U.G.E.ll. - Corso Principe Oddone, 3~ - Torino PIERO GoHt:·f'~Dfreltore-responsabile

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