La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 33 - 30 ottobre 1923

b 13¼ luternazìouale ed inneggia.;ano alla rivoluzione imminente) Bo:cliga ha sah-ato la tradizione della sinistra 1.11.:.'Uxisftao.nnulancto le note tesi snl1'antielezionisrno. Per la sua tesi antiparlamentare ed aste!1si~- nista, Bordiga ve.11ue accusato cli « infantilismo :1 ~ Lenin. In realtà, se nei confronti della politica e del programma organico de11'Internaziona1e. Comt~tista, il radicalismo cli Borcliga può cons1-derars1 una (( malattia infantile» del comunismo, valutato in sè e rifeiito ai precedenti più di.retti è invece ben diver:;a.mente spiegabile. ~ 1en:~sias1110 spiega l'auti-sindacal-ismo, la quasi d1fiidenz.a. verso i consigli cli fabbrica, come elementi politici del pote.re proletario, e lascia preYedere le linee della politica che s~guirà più tardi il Partito Comm1ista: intransigenza, accentramento, ripulsa di ogni accordo anche transitorio con quelle stesse fra1joni proletarie che non osano ancora spezzare tutti i leo-ami coll'ordine sociale esistente per porsi senZ: riserve sul terreno della. Terza Internazionale. Egli è un rappresentante del :Mezzogiorno italiano, privo di proletariato industriale, strabocc~eYole di .bracciant~to mobile e di disoccupa- ~one,. scettico e raillcale nell'opposizione politica, immaturo sindacalmente, ma ricco cli impulsi, e per tradizione rivoltoso. La ctùttu-a marxista ha ·corretto certi errori originari, ma non ha potuto distn1ggerne tutte le traccie. In Italia sono più tenaci di quanto :Ò.onsi creda certi motiTI del primo inte.i-nazionalismo espressione di condizioni reali del paese. ' Bonliga, rigido a:ffennatore della supremazia del Partito nella lotta proletaria, non comprese 11 valore nvoluzionario del sindacalismo, ai suoi tempi, come ritorno ai principi classisti contro· le deYiazioni _parlamentaristiche. Allo stesso modo Bordiga, nel 1919-20, cogliendo il valore del SQYiet come elemento del ·nuovo potere proletario non riusci a comprendere l'effettiva corrispondenza che con esso avevano i Consig.li di Fabbrica. J_a costituzione del Partito Comunista. (1921) porta 'Bordiga a11a rinunzia dell'astensione accettando tesi, tattica e disèiplina dell'Int~aziona1e. Tale accettazione tuttavia non fu sem~ pre completa.: non per politicantismo, ma proprio per la sua particoiare forma ·n!éntis, per certi suoi apriorismi, per la sua naturale rigidità d1 uomo tutto d'un pezzo, convinto come un aiX)stolo, inflessibile come un capo milita.re. La tattica del fronte unico, cioè degli accordi tra comunisti ed altre frazioni proletarie, fu da lui ccmbattuta teoricamente e praticamente osteggiata, perchè non riuscì mai a capire le esigenze della politica, perchè non potè ammettere mai un 'azione comune tra un Partito omogento e disciplinato come i.1 Comunista e l'inconcludenza caotica ài certo massimalismo. Anche se certi suoi insegnamenti possono confondersi col macchiavellismo imbastardito dei POsteri : • colpire colpire senza esitazione, bruta.I. mente e ciecamente, l'avversario; dire la verità, senza scn1poli, solamente ~e necessaria, men-· tir OYe ocrorra; Yivere la vita del riYoluzionario comunista, fredda, spietata, audace, ap.passionata, inte11igente, generosa, crudele> (La:voratore 7 marw r923), Bordiga non è un politico, è l'anti-:Macchiavelli. Tipica la sua incomprensione del fascismo come movimento politico, l'indifferenza nella lotta dell'oligarchia fascista contro lo stato liberale e democratico. Certi suoi atteggiamenti possono aver nuociuto all'affer:mazione politica del Partito Comunista, ma forse erano inevitabili, i1 meno peggio. Del resto Borcliga esprime nella sua intransigenza e nel suo radicalismo, una concezione ed una tattica rh-oluzionaria caratteristicamente intonate colla situazione italiana. A. VIGLONG0. PIERO 60BETTI - Editore TORINO Uia XX Sellembn, 60 j(ovifà èi novembre L. Einaudi: Le lotte del la-voro • F. :!11. Bongioanni : Venti poesie T. Fiore: Uccidi Generale Assum : La prima difesa del Grappa L. lO L. 8 L. IO L. IO V. Cento: lo e Me alla ricerca di Cristo !,. 6 f.hiidrlg : Le ge11,erazioni nel fascismo L. 3 Hébbel : Agnese Bernauer . L. 6 R. Artuffo: La m01'le d.elia terra L. 3 F. }f. }tartini : Un co1 lile L. 3 (Si accetta.no prenotazioni). La nostra cas:i. fornisce agli abbonati qualunque libro stampato in Italia vecchio o nuovo. Ricerca pubblicazioni esa.urite. I nostri clienti hanno diritto ai consigli bibliografici gratuiti. I libri si spediscono franchi di porto senza aumento sul prezzo di coperlina. LA RIVOLUZIONE LIBERALE FflSC1SM □ E MEZZ □ fil □ RNO Caro Professor Monti., H~ letto c.on !a. oia.ggiore atte.u.zio11c e, mi perm~tta, ammuaz1one le sue considerazioui su Fa• sc1s1no e N[ezzogiorno e sono commosso da qttesta nu?~1a prova de11a sua elevatezza morale, del suo spinto tJ·agico. lWa mi permetta di dirle candidamente, per quanto ciò possa addolorare anche me, che qui da uoi siamo sempre in tema cli com- ~e~i.a. o ~ggio e che nessull segno io vedo di vin.l.z.ta,. s1bbe11~molti di rassegnazione ilnpotente, dt chsperaz1011e passiva; nessuno che indichi cl.1e.la gente comincia ad aver fiducia in sè e sia d~smcantata dall'attesa <lel Governo. E, cli. grazia, come potrebbe aYve11ire il 1niracolo, se quelÙ che. comandano, comandano per appoggio del Gove1:n~? Insonnna} lei lo comprende .bene, tutta la q~ust1one da uoi consiste in questo· che la maffg1or parte della gente pensa solo a la.vorare ~e lavora forse più che nel reslo d'Italia, e non ha nessuna voglia di occuparsi cli am.1:ninistrazìoni ~i opere pubbliche, d'istituzioni civili, di politk~ 111'breve, nel senso più ampio, mentre una pic- ~ola parte., una esigua minoranr.,,1., sem.pre quella, nnpadromtasi dei poteri pubblici, non sapendo e non potendo provvedere al proprio sostentamento e decoro col lavoro, vi si mai1tiene ad ogni costo aggrappata, con l'aiut'o del Goven10 di qualsiasi Governo. Ora è chia,ro che· nè la ~-a11 massa, uè gli. altri ha.11110v,olontà alcuna cti rib~llarsi, quella perché non ha un filo di speranza ne q1~nd1 alcuna voglia dii far lo sforzo, questi p~rc.he, rappresentando il Governo, sono arrabbiati conservatori. Ben dice lei che il fascismo è costretto a passare quaggiù attraverso la democrazia socia.le; direi megli'o anche attraverso la democrazia sociale, come attraverso qualsiasi altro partito al potere. Ora quaggiù da noi si fa un gran parlare di sostituzione di vecchi uomini come a ve1nmo l'ingenuità tli proclamare noi com~ battenti nel '19, ma è tutta una lustra, e .i vecchi sono più vivi dei giovani e ne tirano abilmente le fila. E ad ogni mod0 se sostituzione c'è, i giovani, o corrotti inconsciamente dalla ta?e naz~onalisti~ e agitantisi ne~ vuoto del patnottanhs1uo 1tffìciale, o di già immaliziati e fatti scettici quanto ad orienta111enti ideali,' si sono assunti, per incoscienza o pagliettismo, i-1 compito di riecheggiare il più verboso sbandier~ento delle idee-paravento, delle idee, oppi?, .delle idee-c2pestr0 ùi patria, energia, disqphna, onore nazionale, produzione ecc. ecc., senz'altra preoccupazione che di stordire cl.ippiù per darla meglio a bere. Cosa questa a cui riusci.ranno immancabilmente, poichè, messi da J!a'~ ~e con _Jeminacce quei due o tre uomini capaci 1n ogm provincia cli una qualche opposizione, quella. benedetta massa voterà, come ha sempre votato, gli uomini del governo, contentandosi, magari, della posa della prima pietra di un monumento. E in conclusione a me pare che lei si illuda, sopravaluta.udo le manifestazioni d~l soldino o quelle della Campania. La Sardegna ~ un'altra cosa e potrebbe davvero coi suoi pastori organizzare sul serio una Irlanda vendicatrice: l'Italia meridionale no. Vuol vedere l~esempio di un.a città cbe del fascismo se ne infrschia? E' Bari: intorno al fascis~o assenteismo, vuoto pneu1natico, paura pel ncordo delle violenze passate, , disperazione, aspetta1-ione che la cosa passi c1a sè, che Mussolini cambi indirizzo, che comprenda finalmente l'abisso che si scava e che ci scava, voci fantastiche di dissidi, di lotte violente in seno al fascismo, tra Rossoni e Michelino Bianchi, tra l'uno e l'altro onnipotente generale, nessunissimo proposito, nessun ripensamento, una decina di socialisti rifonµisti, brava gente che aspetta anch'essa, e una voce libera, quella del repubblicano Pier Delfino Pesce, anch'egli uazion.a11steggiante, ma una sola, predicante nel deserto. L'Italia meridionale non ha capacità di ribellione, E se la sua disperazione fosse veramente virile com.e lei dice, si tradurrebbe pure in qualch; cosa. Xon c1-e<loqu.indi che se il Nord avesse fatto la repubblica sociale, sarebbe nato un fascismo da noi. Il Jlez:wgiorno è monarchico? No. 11 ~lezz.o~iorno, cioè, conie ho spiegato, quella esigua minoranza che governa, è pel governo centrale, per qualsiasi gc..verno centrale le assicuri la ~ontinuazione del mazziedsmo, della depre- <laz1011edei beni pubblici, del proprio predominio. Solo in questo senso è monarchico. 11 nuovo governo centrale della repubblica sociale, lasciate sul pr~ncipio un po' le briglie alle masse più o meno ingenuamente bolscevizzate, che si sarebbero contentate di conquistart le anuninistrazioni pubbliche per pagare meno tasse, per riversarle s1t'i signori, per depreclarvl a loro volta fatta qua.khe legge sociale a mo' di lustra di~ sperso u11 mezzo miliardo jn opere pubbÌiche ad a~paltatori e_ a cooi:erati\·e, inviati quaggil1 dal ~orcl una cinquantina di propagandisti-rappresenta.nll del governo a tener vi va la fede e a mante1Je_r l'ordine, si sarebhe subito trovato nello stc-sso imbarar.zo in cui si è trovato il governo fascista, cli vedere tutti gli uomini e tutti i partiti, pl'OClamanrlo le proprie antiche ber1emerenze verso il patrio governo, fare a pugni a chi arrivasse primo ad esserne riconosciuto be11e1nc:- rito e legittimo rappresentante, pur di potc,rc consen·are i1 potere e tenere a freno il partito avverso,_ quelli cioè che aspirano ad acquistarlo, sempre 1u nome de] governo e detle proprie be. nemerenze verso di esso. Sarebbe stato accomodante, approssimazione, nè a destra uè a sinistra, nè carne nl: pesce, come tutto da noi. E· 11011 avrebbe avuto l'ingenttità, come non l'ha j1 governo fascista, cli alienarsi le classi dominanti, con una politica pro lavoratori. Tutto questo per noi è lapalissiano e ad ogni modo i nostri uomini di governo, e fin i rappresentanti .dell'aut01;tà centrale non nascondevano di essere pronti al passaggio. Avre1nmo avuto delle violenze? Certo elle sì; violenze cli plebi, facili a domarsi, aini facili a cade.re sul nascere con qualche concessione-lustra. ìvia attribuire a1' l\llezzogiorno, anche in via cli ipotesi, la capacità di ~rea.re un proprio fascismo monarchico è donchisciottismo bel1e e buono, nobile do~chisciottismo, ma donchisciottismo. Il monarchismo del Ca.retinale Ruffo trova va contro di sè le ingenuit; 1 dei repubblicani, t1litti signori; la strage di Pisacau~ fu a1imentata dai sig-uori, timorOSi cli pe.i·- dere ~1 pote.re; il brigantaggio del '66 trovava tUl governo incapace di comprenderlo e di Yalutare i bisogni d 'orcUne agrario-sociale dei contadini, ciò che nou sarebbe stato il nuoYo governo. Che fare? Mah! Ved.remo che ci sarà da fare. Per ora bisogì1a che la gente veda operare que- • sti uomini nuo\'1, anche se uomini-paravento e si persuada al lume dei fatti, che son sem~re quelli. Ovvero, dato, com'è in parte, che ne sia già persuasa, che abbia ta11to d'i libertà c1a poter aprir bocca e far conta.re per qualche cosa la propirio opinione. Per quelli che lavorano e che, per necessità o per elezione non si ?(:Cttpauo che dei fatti loro, l'id'eale del governo non è il monarchico piut. tosto che il repubblicano, (ch_ènon si curano cli sistemi politici), ma quello che si occupi il meno possibile dei fatti nostri, che ci rompa il meno possibile le scatole, che ci faccia pagare il meno possibile di tasse, che ci àia il meno- possibile tli leggi, che· non ci dia nulla, poichè non vogliamo nulla, ma sopratutto non ci tolga nulla, che assicuri l'ordine stù serio per tutti, che non influisca sulla giustizia, che non c'imponga uomini, nè giovani n~ vecchi, nè del governo nè contrari al governo e in breve ci ignori quanto più può e ci lasci a vedercela da noi. Che sappiamo di potercela. vedere e cli saper fare ormai, se la viole11Zadall'alto, che una volta fu giolittismo ed ora è fascismo, non pretenda di stabilire rum innaturale differenza tra cittadini e cittadini, proclama.udo gli uuri salvatori della patria e difendendone tutte le canagliate, e cercando di far passare gli altri per poco meno che traditori e togliendo loro il pane e il resto. Come vede noi non otterremo nulla cli quel·lo che vogliamo. Almeno per ora, giova sperarlo. Mi perdoni lo sfogo e mi abbia. con la più deYota considerazione, suo J";el mio articolo FasdsnJ.Oe i\llezzogiorno, tempo fa io dicevo: « O io m'inganno o davvero sta a.ccaclendo 11el i\iiezzod'i qualcosa di inaudito. O io m'inganno ,o il Meizodl, in reazione ai metodi di , conquista., del fascismo, disperando cl.i Roma e del Regno cl 'Italia, si appresta davvero ad estraniarsi da quella vana astrazione che è l'Italia una ed a rinchiudersi nella realtà vicina tle11a sua vita locale. O io m'inganno o il lVIezzogiorno, reagendo al feroce 1witarismo fascista si appresta, :finalmente, a fa·r da. sè ». La Jettera dell'amico Fio~·e, altre lettere di altri amici cli laggiù, Pomaggio dei sindaci calabresi al Duce, il n1az7,0di cittadinanze onorarie offerte a Niusso1ini dai comu11i cli Terra di lav6ro, sarebbero tutte cose le qaali starebbero li a dimostrare che io mi son davvero ingannato e che il :Mezzogiorno ha tutt'altro per la testa che reagire al fascismo e disperare di Roma, e che il Mezzodì farà ancora e sempre quello che gli comanderà di fare il Centro ccl il Nord d 'T· t"lia. Veramente io, prendendo pretesto dal fatto che quei tali comnn.i sono del Casertano -t cite quei tal'i sindaci sono delle Calab1;e e che i mi"?"j corrispondenti parlano espressan1e11te del 1,!e.lzogiorno continentale, potrei arzigogolare, e far delle distinzioni, e salvarn1i dicendo che quello che non è vero per la Terra di Lavoro e Cala:Jri<:r e Pnglie e Rasilicata e Napoli è Yero invece purtroppo per Sardegna e per Sicilia, e potrei conchiuder dicendo cli voler attendere C'he il movimento si propaghi, come già altre voltt>, dalle isok al conline11te. lo inYece non voglio, 1;er sostener la mja tesi, rifugiarmi in Sicilia o in Sardegna; io non voglio neanche difender qui ora la mia tesi neppure parzialmente: io voglio riconoscere coll'am1Co Luz1,atto che è asstu-clo e pericoloso attendersi una riscossa locale contro il rovinoso centralismo roma110 fascista e prefascista da regioni economicamente invalide come quelle del Mezzodì ; io voglio a.ntmettere come vero e fatale i1 tragico aforisma " miseria è _qchia-uitù 1L Ma dopo queste e: tali ammissioni io vorrei fare a me e a<l altri una domanda. Che proprio non ci sia nulla di probabile nella tesi marxista del progressivo impo\·erimento dei ceti non abbienti e de11a loro progressiva disperar,ione, fino all~ cagInoo I an"' scoppio iucoercibile della rivoluzioue rivendicatrice cli equità e di giustizia? E se questa previsione s'è di1no5:trata falsa per .il proletariato urbano e iudnstriale, nou potrebbe essa avverarsi per un altro stato sociale, anzi, non per questo o per quel ,ceto, ma per una stirpe, per una razr.a in contrapposto ad1 un'altra? Nel I\1ezzocH si sta svolgendo non cla ied la tragedja della decadenza, anche fisica, di tutta una razza: questa tragedia nel dopoguerra pare per t,oppi inclizi che volga alla catastrofe:. gli scarsi rispanni sono andati distrutti : il protez..ionismo industriale del Nord soffoca definitivamente l'economia. e la p,roduzione del Sud agricolo; ] 'emigrazione è cessata ed è insufficient'e • l'Inghilterra sta per chiudere le sue frontiere ai prodotti tipici e peculiari del nostro Mezzogio1-. no; tornano, più neri che mai, i giorni neri del conflitto doganale Crispi-Repubblica francese. Non può c~rsi che 1a miseria, divenuta intollerabile, faccia laggiù scattaJ·e la molla faccia scoppiare la mina? ' E uu'a.ltra domanda io :vorrei fare agli annc1 tutti, noti e ignoti, del Mezzodì, alle persone cli laggiù ricche e di beni e di coltura, ai settentrionali del Mezzoàì.. Snpponiamo che io invece d'iug;annann_i, abbia ragione; supponi~o che davvero; sotto le l..:"tvespente e le ceneri raffreddate covi <:ostaggiù una eruzione; supponiamo che domani, cl 'incanto, risuscitino nei due nei d_ieci Mezzodì orde del Rufio, brigantags-:io' litico, fasci siciliani, travestiti alla [o;gia~ • tempi, insorgenti contro i detentori del poter: 1 quali essi s1 siano; voi, contradditori miei, di questo evento sareste, si o no, contenti? voi, i più giovani, vi sentireste di mettervi alla testa cl 'nn siffatto movimento per incanalarlo o per guidarlo al meglio e al reale? Oppure avreste paura di una eruzione siffatta, e vi strincrereste ancora e sempre, al gove1:no centrale e ~lo aiu: tereste, ancora e sempre, a soffocare quel movimento autonomistico e libertario? La questione importante, a me pare, è tutta. qui. Chè se veramente le aristocrazie del Mezzodì c:he esistono e che noi conosciamo, non solam.en: te credessero improbabile una reazione autonomistica del Mezzodì, ma sopra.tntto, dentro di sè, con"vinta.mente, la deprecassero o la temessero, allofa davvero anche noi dovremmo cessare di guardare al Mezzodì e alle isole per attender di là conforto e aiuto, e dovremmo, non volendo o non potendo rinunciare alle nostr-e idee federaliste, coltivarle, agitarle, e diffonderle· nelle regioni del Nord, nella Catalogna (econo. mica per ora) d'Italia. AUGUSTOMo,,T!. li'ITAliIA OEI.ì P0P0li0 0nG.1i.:•rn DELLA FEDERAZ. REPUBBLICA-SA AUTONOMA RAVENNA Via Paolo Costa., 2 - Casa del Popolo Giornale di propaganàa ntazziniana, che agita i 1n.aggi01i probl.e·m:i della rin.a.scìta. itxzliana1 per ed,ocare la coscienza politica de! nostro popolo con itn programm1.a di i.dee :serie e feC01uie. COLLABORATOROIn:. Ubaldo Comancl.ini - On. Ulderico Mazwlani - On. 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