La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 29 - 2 ottobre 1923

LA RIVOLUZlOi••:E LIBERALF hfl hOTTfl DEhhE EiENERflZl□NI riel numdo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muo-re... •. (I" manifesto del Futurismo). IJ. ::S:onè naturalmente possibile di precisare sempre, quando, cessando il moto sovver- &ivo, una generazione giovane s'inquadra nella funzione conservatrice dei padri scomparsi e dove s'.irnizia l'agitazione dell'altra che segue ; in che periodo tma gene.razione giovane esaurisce il suo slancio distruttore, e si adagia in una linea di equilibrio, e quando, com])'Ìuto il suo ciclo di vita attiva, è sbalzata dalla generazio11e che la incalza. La lotta si interseca cli nume.rosi elemeuti; gli episodi cli sovvers;i.v.ismo, con cui la generazione dei figli tenta dii rompere l'ordine paterno e di salire, si stt.SSCguono,dapprima più tenui, p<>ipiù forti, per concludersi nell'incendio e nella conquista violena dei 1,oi;ti, quando ottengono il fa,·ore delle circosta11ze. Se non tro,-auo il favore delle circostanze, gli episodi di sovversivismo hanno il risaltato di immettere ad ogni ondata nei vecchi quadri della ge.nfrazione paterna con ft111z.io11econse,-vatrice, gruppi di giovani. AvYie:.e allora un mutamento graduale di quadTi. ?:\on badando alle idee, considerando unicame11te l'energia delle giovani ge.nerazioni, che, per esprimersi nell'antagonismo contro la gene.razione paterna, può assumere qualunque bandiera, quel che importa sopratutto essendo la soddisfazri.one dei bisogno di lotta, si comp,-ende bene iJ. ventennio di storia italiana, dopo il 1895 sino al r9r5, e si chiariS{Ceanche il moto fascista in certi snai lati, apparentemente contradditori e che ha.uno originato tanti equivoci. All'inizio del periodo i padri al governo sono la generazione giolittiana ed immediatamente, postgioj,ittiana, inquadratasi nella vita coll'esperienza di Adua,: generazione, caratterizzata dalla politica del piede cli casa, dedita unicamente a procurare ed aumentare il benessere nazionale! Giolitti la sinterizza. col suo regime paternalistico, çhe preme saldamente suJI' incip'ieute sovversivismo dei giovani della ])'Ìccola e media borghesia e concede prlÌlv:i.legi a.i grup,pi operai, che si vanno costituendo :nelle organizzazioni operaie, e si svilupp-dno su 1,na base particolaristica e locale. Pane, lavoro, tranquillità, benessere, pace; è quanto assi<::ura il regime patr;ia:reale di Giolitti, che non tollera i casi di coscienza dei moralisti di professione, dei teorici intransigentri, dei melanconici dalle idee :fisse, che tentano di mettere i ba.stoni nelle ruote dell'ordine. Chi sorge con simili propositi, col fine di moralizzare, di innovare, di riformare la realtà, viene presto liquidato coll'ostracismo dalia vita !)'.)litica, facilmente conseguito con provvedimenti di polizia coi mazzieri elettorali o so=ergendolo nel discredito pubblico. La diguùtà nazionale consiste nella prosperità ottenuta, che bisogna difendere ed aun~ei1tare. Quando i bilanci si chiudono inl attivo e la 1ira è alla pari, la generazione giolittiana esulta : è l'ideale. che si· realizza. Il largo m,;rgine, la relativa facilità delle condizioni di vita, predispongono ali' ottimismo, alla transigenza. E' l'età dell'oro della vita .italiana; è il ])1"imop,:riodo di calma e di benessere, conseguito dal fe'.rmento delle guerre per l'unità ed è anche il periodo aureo della democr;,zia; della democrazia dei fatti, che si risolve nei favori ai gruppi più miserabili ,e nel produrre un tenore di• vita largo che consenta di eiargire elemosine ai ceti bisognosi. Le lotte parlamentari sono uu giuoco infantile; c'è qualche malinconico democrati- .-co, o,;sessionato dalla religione del progres- .w; che invoca la democr·afllia, quando la demc<::ra?.iaè veramente in atto, realizzata nel- . la pratica quotidiana e tenta di turrbare la ca.Ima agita.ndosi per l'irredentismo, ma non lo fa troppo sn.1ser.io, che in caso contr.ario ne otterrebbe l'isolamento e l'allontanamen- .to eia!la vita poli ti'ca : il regime paterno e poliziescc di Giolitti, non tollera attentati aì benessere e li. reprime spietatamente! Ma l_age;1eraz10ne dei figli, dei ventenni, comincia àct ag1lars1. Il P. S. è l'unico partito che esista in, Italia, il resto è grigiume parlamentare, gruppetto, frazione che ha la sola sua base di azione nell'alchimia cli Montecitorio. Il P. S. sta all'opposizione e sci proclama rivolu- .zionario, 31nzj' la rivoluzione è la sua mèta. E' quanto basta perchè tutti i giovani pass,ino per le sue fila, vi esercitino il loro soVV"'...rsivismov, ii-agitino ogni loro passione ed entusiasmo. . Veramente il sovversivismo del P. S. è -t11tto formale e decorativo: è sorto e si è sviluppato in antitesi di quello garibal~ino e mazziniano, è _uno stendardo che, agtt~to .al momento opportuno, aum·enta e consoNtla il regime cli privilegio delle minoral17..eoperaie del l\orcl, organizzate nei sindacati, è insomma un sovversivismo di maniera, che .non chiede cli meglio che cli non esplodere e di contribuire alla conservazione de.I regime patriarcale, al cui margine s'è prodotto ed in cui trova la ragione prima cli vita. Ma la fraseologia e la forma. attirano e soddisfano i giovani, ed ogni giovane che, aperti gli occhi, sentendosi ricco di energia, vuole agire o più precisamente agitarsi, entrerà nel P. S. No.u vi è uomo della generazione che fece I.a guerra, cli quella che conta oggi dai 50 M 30 anni, e che ha il suo esponente in Mussolini, come quella passata lo ebbe in Giolitti, che, avendo fatto in gioventù della politica nOtLabbia partecipato al P. S. o non lo abbia almeno sostenuto colla sua simpatia! E' il sovversivismo d'obbliigo della generazione, oggi inquadratasi nella funzione conservatrice, di nuova genera.zio.ne paterna, e che, con una definizione, solo apparentemente ironica, si può chiamare generazione socrialista. Ci sarà chi come Salvemini vorrà farne uno stnunento per moralizzare l'Italia, altri per instaurare la democrazia pura, altri sogneranno di farne la leva della rivoluzione: tutti i sovversivismi•, i più opposti, entreranno nel P. S., vi si agiteran.no un po', quindi se ne andranno altrove, vinti, sopraffatti dalla realtà delle organizzazioni operaie, che continua.no a, svilupparsti nella lotta qnoticliana, base di azione delle vertenze salariali e dell'aumento del. tenore di vita ai ceti operai. EsamJinando con uno sguardo generale la storia degli n.ltimi• ve.nti anni, il P. S. si mostra come una grande scuola sperimentale dei futuri politici del Regno d'Italia, come il grande vivaio, il'I1 cui La fut=a classe politica si addestra, esa'llrendo in gran parte il proprio estremismo, p,er rappresentare ])'ÌÙ tardi con, maggiore esperienza la funzione di conservatrice ! Il P. S. appare come una. specie cll P,lllI'- gatorio, per cui è passato il maggior numero di politici, che si agitano oggi sulla scena politica italiana! E' stato il P. S., che, istruendo la classe politica attuale, ha condotto alla decadenza cd alla fine della vecchia classe politica dei funzionari e dei professori universitari, da cu.i, per il cinquautennio del primo periodo unitario, son.o usciti gli uominw di governo· italiani! Strano fatto, di un Partito che, restato sempre formalmen.te all'opposizione, preparò le riserve politiche al regime! La ge.nerazione cleir 40 anni, che ha in Mussolini il sno esponente e col moto fascista ha compiuto il suo inquadramento nello Stato; rovesciando definitivamente la generazione paterna, per occuparne i quadri e compier.ne la stessa funzione, quella generaz-ione di pollitici nella sua grande maggioranza, è passata per l'antica.mera del P. S. in cni espresse il proprio rivoluzionarismo giovanile, invano tentando di spingerlo a compiere azio.ni :t1Ì,vuozl ionarie. Pe.rchè netta.mente conservatrice è la realtà del P. S., espi-es.sa dalle organizzazioni operaie, in cui è enucleato dalla massa lavor:a.trice un ceto politico, inquadratosi nello Stato con funzio- _ni di nuovo ceto m:edio. Il sindacalismo è stato il pr:imo scoppio sovversivo della generazione che più tardi produrrà il mot@ per l'intervento: piccola fiamma spentasi subito, P,er .le circostanze contrarie, e per l'errore de] suoi prop111gnatori, che volevano servirsi, per rovesciare l'ordine giolittiauo, di ceti tradizionalmente co.nservatori, come i ceti operai, organizzati iu sindacati, e che del regime giolittiano godevano i più larghi favori ed erano i veri prri,vilegiati. Più tardi ecco il fu.turismo. Non si potrà fare la storia dell'ultimo ventennio italiano senza studiare attentamente le manifestazioni caratteristiche del futurismo, senza rilevare la.· funz:ione principale, che ebbe questo movimento nel fermento delle generazioni dei giovani, oggi divenuti padri e conserva tori. Marinett1 col suo linguaggio esuberante e colla sua violenza formale, in cui~v'è però una logica profonda di vita ecl un preciso intuito delle proprie esigenze, fu veramente l'interprete del tormento giovanile, dell'ansia di azio.ne e di distruzione del!' odierna generazione paterna, della generazione mussoliniana e socia lista. Non legato alla coerenza formale delle dottrine dei partiti politici, Marmetti si fa esaltatore tanto della guerra, e del militariSlrno, q=to della violenza anarchica; ogni gesto di dristruz.ione è buono, purchè attenti al regime giolittiano; nulla importano le ideologie ecl ì prog1-ammi, cli cui si colora e che formalmente ne sono le cause : « Noi vogha.mo glorificare la. gu.erra - sola. igiene • Qui è espressa tutta l'energia di guerra, l'ansia di azione e di w.ta, che non bada ad etichette di idee o di partiti, di una gen.erazioue giovane che vn.ole conquistare i posti, politici e letterari, artistici che tengqno i padri; • ... i più anziawi fra noi hanno lrenl' anni; ci rimane dwnque almeno un decennio, per compiere l'opera nostra ... ». (1"manifesto del Futurismo). Si trattava appunto, per la mutazioJJe mussolinriana, di esaurire nell'azione l'energia che l'agitava. I manifesti del futurismo, nella loro caratteristica precisione di linguggio, com.e tutta l'opera di Marinetti, sarà certo ampiamente esaminata, da cbii vorrà conoscel'.e come si espresse il fermento che condusse ali' intervento italiano nella grande guerra. Infatti il futurismo ha gran parte nella preparazione dell'atmosfera per l'intervento, anticipando l'intervento nazionalista. La generazione giovaruile si ingrossa, il fermento aumenta, si estende, i giovani premono con mille mezzi contro il regime patriarcale, che scuotono ad ogni momento! Tutto ormai cospira contro la pace : il benessere pesa, sembra eccessivo alla generazio.ne dei g•iovani, che nulla hanno fatto per conquistarlo od aumentarlo e non hanno co11oscinto i periodi di miseria e di stenti ed il peso della sconfitta. Giolitti regala l'espediente della guerra li1:)ica, nella speranza che possa costituire nn sufficiente sfogo al sovversivismo giovanile, disposto ad attaccarsi alla bandiera nazionalista, come a quella internazionalista, pur di esprimersi, di afferma.r.s.iJ. Al contrario La guerra libica contribuisce ad aumentare il fermento della generazioJJ.e giovanile, a dargli un indirizzo più omogeneo e preciso. D'altra, parte avvicinati alla generazione paterna nelle ambizioni nazionaliste - ed espansioniste, i figli sentono più forte la differenza tra il loro stato d'animo e quello dei padrir. Le circostanze aiutano il sovversivismo giovanile. &ca lo scoppio della! guerra mondiale, ecco i moti per l'intervento che .si svolgono e si compiono con successo in un'atmosfera già preparata cli precedenti tentativi. La. generazione giolittiana e postgiolittiana dei padri, impotente a frenare l'ondata,. è trascinata a.Ila guerra, e vti.aderisce, per mantenere i posti di comando. L'intervento basta per ora alla generazione giovanile, che vi trova. la prima ernancipaziqne ciel regime paterno : quel che importa è che il vecchio ordine è rotto e le gerarchie cominciano ad essere rovesciate. Spezzato è infatti il quieto vivere, finito il benessere, la prosperità. I figli si apprestano a passare il penoso purgatorio della gue!Ta a esaurirne le ultime impulsività giovanili, ogni cieco sovversivismo per entrare nella vita nazio:nale in veste di padri, di conservatori. III. La guerra itali.a,na da questo punto di vista è cosrì lo sfogo della giovane generazione che col sindacalismo, il futurismo, il nazionalismo aveva ripetuto le sue ondate contro il regime patriarcale giolittiano, che fi:nalmente infrange, contro la pace ed il benessere· che finalmente annienta. Rimescolando le generazioni giovà.ui ed unendole al fronte in una .stessa. vita di sacrifici, i più anziani della gene.razione giovanile, i quarante.nnil, i quarantacinquenni si ringiovaniscono, mentre ai più giovani la visione delle più dure realtà çlella vita dà un senso maggiore di calma. . Ai posti dii comando; politici e militari, di questa guen-a, voluta e fatta dai giovani, seno tuttavia. ancora i padri le ultime risorse, le appendici della generazione giolittiana. Le sue deficienze, risoltesi nell'aver condotto la guerra con metodi dell'èra di pace, si manifestano sopratutto alla Conferenza della pace, ove non un solo postulato del program'ma nazionalista di Orlando e Sonnino, per cui con dimostrazioni e cortei si agitava.no nelle città i giovani ufficiali, riesce approvato. La ·guerra sembra mancata : la nausea, lo scoramento dilagano e, nello sfacelo del programma nazionalista dell'interventismo, pensando di far crollare in questo modo l'incrostazione tenace del vecchio mondo politico che mantiene i postr dii ·comando, la geneI1azione giovane guarda ancora una volta al P. S. ! Come si fa a capire qualcosa delle. fluttuazio.ni del dopo guerra se ci si irrigidisce nell'esame e nelle disquisizioni delle ideologie e dei programmi dei partiti, anzichè badare sopratutto ai sentimenti ed alle passioni• della giovane generazione, i temi fondamentali e dominanti delle lotte politi<:he? 119 l\eutrali.smo e interventismo, nazionalismo ed internazionalismo, repubblicanesimo e monarchismo, non sono che antitesi formali : alla generazione che fece materialmente la guerra, importa sopratutto di dare .finalmente una soluzione alla propria energia, cli inquadrarla in nuove consuetudini di vita, che sa.nzionino il trapasso dalla gioviru:zza alla maturità. Gli e-.<: sovversivi vent€:llni, ora quarantenni vogliono arrivare : questa è la mèta; il programma e le idee vengono cl.alle circostanze e possono acl ogni istante essere mutati! Quanti di quelli che poi costituirono i nuclei più attivi del movimento fascista, non guardarono al P. S., non gli diedero consensi, adesioni, non lo sostenJJero nel 'r9 e JJel '20, nella speranza che si agita.sse, che operasse il mutamento radicale, che spodestasse definitivamente la generazione pater.na ! Il massimalismo non è altro che quest.o ! Ecco il <:angresso di Bologna. che modifica, per l'impulw ed il rivcluzionarismo dei nuovi inscritti, il vecchio programma del P. S. Il quale tuttavia non si muove, perchè i ceti che vi si .9QI10 formati sono nettamente conservatori e perchè i p051:i di comando, le gerarchie, i quadri del .P. S. sono tutti occupati dalla generazione paterna. : sono i resiidui, i prodotti del regime giolittiano, i più vicini al vecchio crdine, di cui furono i migliori sostenitori e che ripensano con nostalgia. Pertanto la chiesa socialista non si muove : ha i suoi ordini, ha i suoi statuti, i suoi quadri, non può valorizzare l'ondata improvvisa, che ha ingrossato le fila del Partito, anzi i· vecchi inscritti, i padri, la deplorano, vedendone contaminata la purezza della Chiesa e pensa.no con nostalgia ai tempi in cui erano pochi, e potevano svolgere comodam.P...:ntlea loro funzione di critica, in una atmosfera placida. . Sono essi, ancora, i padri, che si difendono dagli assalti dei figli, la cui ondata rovesciandosi nel movimento fascista, si risolverà nel Ministero del Presidente quarantenne. Troppo lento è i.I vecchio partito socialista, troppo rigido nelle sue gerarchie, nella sua dottrina formaie, nella realtà concreta delle organizzazioni operaie, cristallizza.tesi• nelle agitazioni salariali, per muoversi; è troppo dominato dalla ge.nerazione paterna, il suo periodo aureo è stato durante i.I regime gi'olittiano; i suoi dirigenti, i suoi uomini più tipici e rappresentativi com.e Turati, esaltati ed avversati, ma in trent'anni, sempre dominatori e 5eguiti anche quando com.- battuti ed apparentemente sconfitti, hanno troppo l'ottimismo dei tempi di pace, la calma, la prudenza e le riserve della generazione pa.te...-ua,perl!!)Oteroperare nel momento tumultuoso, afferrarsi alle circostanze, utilizzarle al massimo, buttando quel bagaglio che li può ostacolare. La loro nostalgia è. per il règime di pace: si tratta di un nucleo di persone troppo ·paghe dei posti che occupa per desiderare seria:nente di muoversi. Il vecchio Lazzari, segretario del P. S. nel r9r9, nel momento di 'maggiore efficienza del vecchio partito, guarda con diffidenza ai giovani ex ufficiali, agli ex combattenti, che vengono nel Partito, agitando entusiasti, febbrili programmi estremisti, chiedendo mutamenti radicali, esigendo di agire. Egli è diffidente, come sono diffidenti Turati e gli altri, perchè han1w sessant'a.nni, perchè ormai la loro formazione mentale è quella tipica. del conservatore, la loro massima aspirazione è soltanto di conservare col P. S. la posizione che ha.uno, la loro energia si è volta e. ,i è esaurita nel produrre i fatti del passato, del periodo prebellico. La lotta che si svolge _tra il r9r9 ed il r92r nel P. S. è tutta una lotta tra la generazione paterna, che tiene i posti dirigenti del P. S . ma non ha l'energia, la fiducia cieca, ne<:essa.ri:a.per agire e si .balocca tra la nostalgia del passato e la contemplazione delle vecchie tavole programmatiche e la gene.razione dei figli <:he vogliono agire, e sp"...ranoe tentano di fare del P. S. lo strumento. per lo sfogo della loro energia. I padri vincono il contrasto, resta.udo ai posti cli comando del P. S., ma la generazione giovane andrà a risolvere la propria energia nel moto fascista, preceduta dai primi nuclei che, fidandosi del P. S., vanno coa D'Annunzio. • Soltanto un esiguo nucleo, distaccandosi dal P. S., resta fedele alle direttive dottrinarie, adattandole alle nuove situazio.ni e costituisce il Partito Comunista. grildrig .

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