La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 26 - 11 settembre 1923

Let:t:e.re d.a.:p.a. S.ic:\U,a Rijm.boschirnenti In tanto fragor di riforme, in tanta libidine ri- ·costrutti:va, non sento parlar di rimboschimenti ... Eppure i bos<:thi sono proprio quello che - specialmente in quest'arsa terra di Sicilia - bisogna ricostruire o, per essere più precisi, ricostituire. Si dire i1uatti - eçl io non ho voglia di citare statistiche d'altri tempi n.on facili, per altro, ad essere scovate - che una volta ci fossero in Sicilia dei boschi, molti boschi. Si suole attribuire al malgoYerno borbonico il colpo di grazia dato al patrimonio forestale siciliano, che già i precedenti governi avevano attratto dentro le spire delle loro ... spese pubbliche. Ma è proprio vero che ai vari governi succedutisi in Sicilia e solo ad essi debba attribuirsi òl disboscamento dei nostri monti? Non vi ha per nulla contribuito il malfare dei buoni abitatori dell'Isola? Un amico mi face,·a osservare. tempo fa che i Borboni goYernarono anche in Calabria e che in Calabria ci sono ancora dei boschi! L'osservazione, senza aver ]a pretesa di riniamar la caduta dinastia, scuote un po' quell'onta che noi siamo soliti buttare addosso ai nostri padroni di ieri. Ma non bisogna esagerare: perchè mentre da una parte non è poi •difficile dimostrare che i Borboni distrussero probabilmente o, per lo meno, danneggiarono tutti i boschi - compresi quelli delle Calabrie - dall'altra voler affermare che 1a rovina. portata dalla nefanda opera di disboscamento a tutta la nostra vita derivi solo dal1' azione o dall'inazione dei governi 1 significa chiudere gli occhi dinnanzi all'ignoranza delle nostre classi rurali e di quella piccola borghesia petulante e molesta che sperpera - amministrandola - la proprietà fondiaria dei signoroni assenteisti, e quindi an ·1e la riccbez~ sociale. E' l'azione combinata delle due forze che ba prodotto da noi, in maggior estensione forse che altrm;e 1 i danni che oggi lamentiamo, azione che troYa terreno fertilissimo in quel regime di indindualismo che si vuole e si difende solo quando fa comodo e soltanto per certi atteggiamenti della vita economica. Il problema va dunque risolto con una reazione! Occorre che al diritto cli proprietà si domandi una qualche altra limitazione nell'interesse del patrimonio forestale; occorre che i governi governino nell'interesse delle collettività presenti e future e cioè secondo la loro ragione d'essere ; occorre che le nostre classi rura1i e certa nostra piccola borghesia già lodata diventino meno -ignoranti, salvo ai signoroni, ::6.ncbè sarà loro possibile, di restare assenteisti. Reazi<>ne, ho detto. E non ho forse sbagliato: perchè chitmque abbi~ yi~uto o viva in Sicilia può affermare ché a tutt'oggi, quantunque sco~parso il 1egime bo7:bonico, vi si fa azione contraria! La funzione sociale della proprietà privata è innegabilmente una bella formula, contro la quale pur nondimeno non è a stupire si sia spesso accanito alcun fiero sostenitore dell'idea liberale. Di questa formula infatti si è abusato assai di frequente: è proprio di ieri la occupazione di pretese terre incolte o mal colti-eate consentita appunto in suo nome. E non è oggi ancor chiusa - per quanto recenti. proy,·i.denze governative abbiano quasi radiato dal nostro sistema tributario l'imposta successoria - la polemica che il Rignano ha suscitato con una sua proposta di "'forma socialista del diritto ereditario, la quale si ridurrebbe poi ad una vera e propria riforma fiscale espropriatrice della proprietà individuale. Gli è che - a parte le numerose limitazioni alla libera proprietà individuale contenute nel nostro diritto pubblico e privato e di cui par non ci accorgiamo neppure - le limitazioni, che sono in parte riuscite in questi ultimi anni a far capolino nella cosidetta legislazione sociale, portano in sè impresse }e stimmate di una origine sospetta: l'interesse della collettività, inteso e nella più comprensiva estensione della parola e come continuità cli vita dell'aggregato umano, invano lo cerchereste o lo trovereste soddisfatto in quest'arruffio di pro-vvedimenti sociali. Gli è che lo stato liberale - fondato presso di noi da una minoranza elettissima di veggenti - non ha ancora purtroppo salde radici nel popolo nostro e subiSl.'e, come una r...ona sismica in periodo di assestamento, delle continue scosse le ouali di tanto in tanto lo !anno cadere ru:llo stato di polizia di marca medioevale o, peggio, in regimi di classe che, se non sono propriamente me. dioevali, non furono certo ignoti alle storie antiche e antichissime. Limitazi01ti dunque, quelle di oggi, imposte il più delle mite da esigem,e particolari, ora dette proletarie, ora dette capitalistiche, ora espropriatrici del rispannio o Cllpaci di c.-;ourire, cpl risparmio, le fonti della produzione, ora spoliatrici del consumatore, come, nelle sue ultime conscguen,,e, il protezionismo ad oltranza elernto a sistema.. Orbene, questo ge:nc-re di limita.7,.ioni non rispondono alla funzione sociale della proprietà pri:::ata, e, naturalmente, non trovcc-rete nulla tra esse che si riJerh;ca ai hosd1i, la cui utilità genraie non è mestieri dimostrare e che in Sicilia, come vantaggio immediato, toglierebbero, per le generazioni avvenire, la sete, la siccità, la ma,. !aria, facendo ubertose le terre ora impraticabili. E, invece, nella Sicilia specialmente, bisognava. fare ben più di quanto non richiedano le disposizioni della nostra legislazione forestale rimaste per altro in massima ineseguite! ' Dico in Sicilia specialmente, perchè in questa terra. ciclop,ica il problema forestale, assieme a quello delle vie di comunicazione, è la chiave di volta di tutti gli altri problemi, nella. cui voluta insolubilità si macera la Vita fisica, eco,nomica e morale dell'Isola, e perchè non vi ha del resto problema economico generale che onn abbia dei particolari aspetti in funzione della sua localizzazione territoriale. Dico in Sicilia specialmente, perchè lu qu.estione siciliana bon è stata mai affrontata nella sua essenza, fatta di peculiari differenze caratteristi• che in confronto di ogni altra questione regionale italiana e va invece risolta a sè, staccata dai cosidetti 0111:nib1t.s legislativi, che mi sanno piut• tosto di carri ambtùa.nza guidati da spirito elemosiniero. La natura chiuse dentro i mari questa terra bruciata dal sole e chiuse dentro i suoi confini, decisamente segnati dalle acque e difesi dai vortici onde son famosi Scilla e Cariddi, i suoi l'roblemi,sociali. Così il problema forestale. I nostri colli aridi e scarsi di h11,1·nu.s, i nostri monti bn1lli e infocati rovescia.no a valle tutti gli anni, sotto fonnn cli torrenti, le acque piovane. Le pendici, sotto l'azione tumultuosa e periodica di tali precipitazioni, si Yanno sempre più spogliando della poca terra appiccicata ai loro :fianchi. Le frane spesseggiano. At11nentaJ10 le zone incolte, perchè divenute incoltivabili. Le sorgenti idriche si vanno esaurendo. I fiumi s'impaludano. Le pianure r~tano via via tutte quante avviluppate dalla malaria. Le popolazioni rurali si rifugiano terrorizzate nei centri urbani. Le campagne si spopolauo. Il latifondo: anzichè disgregarsi, si consolida sempre più e una delinquenza specifica ne fa il suo campo d'azione. In città l'agglomeramento crescente di poveri contadini determina il sovrapporsi di casupole da zulù. La promiscui.tà diventa inevitabile. L1igie• ne se ne va. L'im)lloralità si espriJlle in accoppiameuti impensati. L'omicidio passionale segna le sue striscie di sangue in queste dolorose pagine della nostra tragedia quoticliana ! Le altre cause) grandi e piccine, della q·uestione siciliana completano poi, con variazioni distinte, le varie parti del quadro tristissimo e uniforme ... In qual'altra regione italiana avviene tutto questo? Rivestite di alberi le nostre pendici, i colli,· i monti, e il principio della nostra resurrezione sarà segnato. Continuate invece nella delittuosa inazione attuale, e l'economia siciliana andrà intristendo sempre più, sino a fare davvero cli que~ st'Isola quella palla di p.iombo ai piedi dell'Italia di cui ho tanto sentito farneticare nel settentrione del nostro Regno ! * * * Il problema forestale isolano va dtlllque posto senza ulteriori condannevoli indugi e va assolu• tamente riso] to. Bisogna apprestare i mezzi più idonei. Ce ne sono? Io ritengo di sl. Bisogna proporsi - prima cli ogni altro - cli mettere in esecuzione quanto è già scritto sullf" nostre tavole legislative, ma con largl,e-✓,za di vedute; occorre estendere le zone da sottoporre al vincolo forestale, riducendo al minimo le esecuzioni previste dalla legge ed eliminando tutti, o quasi, i diritti di uso cl.te inceppa.no la normale conservazione e 1 'incremento del boschi ; occorre sottoporre a preventiva autorizzazione il taglio cli qualsiasi tipo di bosco e portare 1]ei co· mitati forestali, non già burocrati con le spalle ricurve sotto il peso cli gravissime cariche pubbliche ed il collo serrato dai coi doni cavallereschi, ma uomini che dell'albero si siano fatta una religione. Occorre sopratutto fare obbligo, e 11011 già dar facoltà, ai Comuni e alle Provincie di espropriare via via i beni dei privati che risultassero soggetti al ,incolo forestale, e questo dopo che i Jin1iti <folla zona vincolata o da vincolare saranno couvenientcmct,te allargati. Io non ho fiducia alcuna nei conson~i forestali : l'interesse economico dei privali - singo1i o riu. niti in consorzi, (; att1ta.le e 11011 a1;venire. l..,'al· bero si pianta alteri saeculo cd invece la vita di un uomo /; tanto mai breve! Occorre clµ11questralciare dalla nostra legge - alme-no per la Sicilia - tutto quel che si riferisce ai consorzi. E occorre gravar le mani sulle sanzioni : i1 disboscamento deve considerarsi come 1111 delitto conti-o la sicure-a,a dello Stato! IJL~islo particolarmente sttlla costituzione dei demani boschivi comtU1ali. li demanio forestale dt Stato non può dare - come non ha dato, almeno per la. Sicilia - che pessimi risultati. Da Roma, allraverso le polverose f"lrle, le co-;e si vedono con una unif!)rntilà e una uni!,iteralità che !a paura! '.'\ientc di male, eiò nondimeno, elfo lo Stato integri, quakh~ volqi., l'azione degli PIERO Ei□BETTI - Editore Enti minori con opere idraulico-forestali che per la loro specifica importanza nazionale credesse T□ RIN.□ . Via XX Settembre, 60 cli asstl'.Illere in conto del suo demanio e del suo bilancio. €' use{('! : • Ricordo a questo proposito che nel fascicolo Marzo-Aprile 1920 della < Riforma Sociale• e J?<>i ancora nel fase. Luglio-Agosto dello stesso anno esposi tutto un piano particolareggiato di provvidenze legislative e finanziarie intese a disgre. gare - col tempo - il latifondo che intristisce la nostra vita rurale, e dissi che, però, una parte de.i fondi da espropriare dovrebbero essere destinati dai Comuni esproprianti ed interessati alla costituzione dei demani forestali. Intorno alla mia proposta ebbi da parte del Prato delle obiezioni considerevoli, che cionondimeno non mi hanno ancora indotto a cambiare opinione. Anche il De Franscisci-Gerbino, studioso assai apprezzato di economia siciliana, mi fece in privato presso a poco le obiezioni che mi erano già state rivolte; ma in lui c'era forse una certa prevenzione, in quanto egli ha sempre caldeggiato la creazione a Palermo <li un istituto unico, regionale, cui fosse affidat.-1.l'onerosa funzione cli prov• vedere alla disgregazione del latifondo mediante acquisti, esprop1~zioni e rivendite in lotti. Ad ogni modo quello che qui mi interessa per il momento cli affermare assai più eh iaramente di quanto non abbia fatto finora i: questo: che non è assolutamente possibile - ·in Sicilia - dissociare la questione dei latifondi da disgregare da quella dei hoschi e cioè dei la.tifondi da costituire). che occorre Piutervento legislativo e cioè, in u1tima analisi, d~l Governo, e che occotTe sottoporre il diritto di proprietà privata ad ulte1iori limitazioni. Si afi:idi poi il compito di dirigere le operazioni del caso ad un istituto unico o alle provncie, o a consorzi di comuni o addirit. tura ai singoli comuni, questo è secondario Per quel che si riferisce ai boschi però il demanio comunale è assolutaniente necessario. Qui l'albero è la vita e il rimboschimento non può essere che mistica, amorosa opera collettiva. Come i greci e i romani fondavano i loro boschi sotto il grazioso patronato delle Muse o sotto la formidabile protezione dei più potenti dei dell'Olimpo, qui è necèssario che i cittadini pongano in rnezzo ai boschi dei loro comuni, le are votive dei Santi protettori della città : tutto ciò risponde perfettamente alla peculiare psicologia di queste popolazioni ignorate. Qui occorre insegnare ai nostri piccoli 1 perchè, gÌ-andi, se ne facciano poi sacerdoti, ìa religione dell'albero, ed io penso con nostalgia ai tempi ormai lontani in cui la festa degli alberi era un'istituzione scolastica! In questo c'è tutto quel che cliceYOe chiedevo in principio: azione lungimirante, specifica degli organi centrali dirigenti, e cio~ azione di governo intesa nel significato più squisitamente poli 4 tico della frase; restrizione della libertà patrimoniale dei prii.-ati nell'interesse dei loro figli e dei loro nip~ti e cioè nell 'imeresse della collettività; educazione ed istruzione delle niasse, senza il c:ui intervento non è mai possibile alcuna azione ... o distruzione co11ettiva. • * * Le difficoltà? Certo cbe ve ne sono. Finanziarie e morali forse più che tecniche. Anzi, a giudizio di tecnici, il rimboschimento è possibile - dentro un lungo periodo <li tem.po, s'intende - anche ne11e " n1ontagne morte». Le difficoltà morali stanni nella pretesa scettica apatia delle nostre pop»lazioni. Io credo .invero che su questo tono si sia esagerato sempre un po' troppo anche da parte di noi stessi siciliani. Del resto, ho parlato cli educazione e di istruzione delle nostre masse, e qu.indi tanto della classe dei contadini quanto dell'altra onde esce quella piccola borghesia petulante e molesta, la quale, d'altra parte, andrebbe via via riducendosi man mano che i latifondi capaci di frazionameu 4 to andassero scomparendo e che andassero in mano degli enti pubblici quelli da rimboschire. Per quel che riguarda la costituzione e 1a C:Ot!Servazioncrlei demani forestali, basterebbero poche varianti. Anche qui vale del resto la considerazione che i sacrifizi imposti ai comuni da questa necessaria opera di redenzione restenu.1110 divisi in una lunga serie di eserci7,i finanziari e gravera11110principalmente sulle ge11erazioni av. ,·enire. Ora sarà lecito sperare che il problema forestale sici1iano venga affrontalo nc11a sua interezza in questo periodo conYulsivo della nostra vita politica, al quale si vuole che i tardi nepoti diano il nome di epoca della ricostruzione r Bisogna cominciare col ritirare dal Senato l'u.ltimo progetto sul latifondo già approvato dalla Camera dei deputati ... Si,rac,,sa, Agosto 1923. c. NAVARRA CRIML "b'Eao DEbbASTACTlPfl ,, il ben noto ufficio cli ritagli da giornali e riviste fondato nel 1901, ba sede F.SCI,USIVAMENTE in Mila110 (12) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete opuscoli esplicativi e tariffe con semplice biglietto da visita. fBùIGEGAS.OQATI .. P.ittore 50 riproduzioni e testo critico di Piero Gobetti Si spedisce racco;na-ndato, senza aumento sul prezzo, a chi_ manda_ cartolina vaglia all'editore in Torino . Via XX Settemb,·e, 6o Ediz. in carta fine, patinata, rilegata in btochure • :{.,~re 2q Edizione in carta a mano, tavole stampate a p.at'-. te accuratissimamente, solida rilegatura copie numerate dall'r al 200 Lire '50 Con questo volume ottimamente riuscito, che itlustra l'opera di uno dei nostri artisti più singolari, la nostra ca.sa comincia il suo progra nvma di arte primi giuèi~i: Vi si rivela ,mo dd, tempera nient i più o,·igi• nali dell'arte nosira. (Roma, [l Mondo, 26 luglio). L'opera è ri1,scita un m.odello di buon gusto e, dì austera eleganza e 1>ienc -veramente opporttMr.ll per spiegare l)attivitd di un artista originalissim,o e impostasi ormai ai gi"dizio del pubblico, pw,· nelle fanne più aristocratiche. (Roma, Il ?opolo, 24 luglio,. Un i1npo1·tante volume. (Venezia, La Gazzetta di Venezia, 26 luglio). Crediam,o che giustante-nte la n1w'Va casa abbia voluto inconiinciare ie sue. edizioni d'at'te o~iorando il Casorati, che attraverso t1ttte le di• scussioni 1Ja ri1;elandosi seni.pre pi'lì come il. più originale dei nostri artisti. (Palermo, L'Ora, 24 luglio). Un libro di buvua coltura artislica. Per q uelit doti di obbietti-vità e di larga infonnazione c'1r. si sono notate nel saggio critico, per l'abbonda.nza delle riprod1,.zioni che Lo documentano e per la sobria eleganza della veste tipografica, qu.esto -volume costituisce la tipica 1nonografia a.rtisUca. (E. Sobrero, Torino, Jli,1,Strazione del Popolo, 2 sett.J. Bisognn bandire e al.ta;nente lodare l'inizia. ti1>a per cui l'editore e.i ha dato 1,n riass1,nto e ha reso accessibile a tutti gli italiani, liopera d.eT loro più significativo pittore d'oggidì. (B. Allason, Bari, La Gazzetta. delle Puglie, 3 sett.). L)edizione di lusso ha le ta,."'·olestampate nwlto bene, così bene che ricordano 1neglfo l'intonazione cromaticc e il rilie"JO delle pitt1t.re casoratiane. Molto opportu.namente il biografo ha scelto, per l'1Uu111.inazione del cont-niento, cin.$ q1<a.nta tra le opere più significative. (E. Zanzi, Torino, Il ì\lomento, II agosto). Dm.aggio 1;era,nentc signorile all)artista ... -volume el,egante sotto ogni aspetto. (E. Ferrettini, Torino T,a Stampa, 3 agosto) . l1n.proba e -vm·iafatica quando la maggior parte del pu.bblico pe11sa 1 a ragione, che si tratta di un'arte arida e 1Juota, priva di conten1do, che nulla può dire oltre il suo aspetto visibile. E non sarà certo Gobetti a mutare o .correggeri questo giudi:;io. (.-\lessndria d'Egitto, )1essaggero Egi:ia11r, 30 agosto). Ricevendo q·nesto m1111oiciato libro ... ·non sappianw bene q1wle fu. il nostro primo mo-vim1,ettto: se di sorpresa o ài d.isg1l.slo. In questo nostro povero Paese... pubblicare un libro be-n sta,npato, ben illustrato delle opere di artisti dell'im. portanza. di F. Casorati ci se111bra ,ma esage• razione. (Roma, L'Idea ,\"azionale, 14 agosto). Biografia completa dell'artista novarese, q11cst.1 di Piero Gobetti - se fosse letta da molti cari colleghi del pittore e d,, q11alc11110dello scost,,__ ,nato pubblico - pot·rebbe servire a snebbrn.re molti occhi e a render un poi di giustizia a UJt uomo che lavora molto orgoglioso forse, ma au, che molto rispettoso dell'arte. (Rmna, Corriere Italiano, Ii agosto). Le nitide fotografie permetteram,o meglio di qualsiasi esegesi di penetrare l'arte di questo pittore e di appreozare oltre all'alto valore della sua opera, la -versatilità che fa ri1;bere in qtcesto a.rtista 111oder110la m1tltifvrme anima. di 1w artist0 del cin.q1,ece11to. (M. Marchesini, Gior11ale di Poesia, 15 ag.). E' 11,Scito "" bel 11olm,,e sul pittore Felice Casornti. TI fatto è i111portn11teanclte per se stesso. Un libro sopra "" giovane pittore? In Italia è mi.a cosa inconsueta. E quel che conta il volmae di ciii parliamo è di sol>ria eleganza, te,·• nicamente perfetto. Se c'è in Italia un pitto,·e che m.erilava di essere fatto conoscere al pu.bblico, qiiesti è proprio Casara.li. Egli fra gli artisti co11, tem.pormtei, che rì$pecchiano l'epoca presente, il più completo, il più organico. (A. Angiolini, Genova, Il La11oro, s setl.). ft'E~B.· - Corso PriÌ,cij>e Oddone," 34 - Torillo PIERO GonF.TTr - Direttore-responsabile

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