La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 18 - 12 giugno 1923

b 74 LA RIVOLUZIONE LIBERALE lh D15EiRE6flMENT□ Rif□RMISTfl Il riformismo contro l'economia Il rifonnismo ha una linea di sviluppo normale fìnchè sia conforme agli interessi deilo stesso capitale industriale. Le assicurazioui sociali liberauo il capitale dalla preoccupazione della sorte personale del lavoratore e dalla necessità cli provvedervi con ·l'assistenza diretta. Le mu• lllcipalizv;i.zioni e le statizzazioni, neutralizzando . l'ambiente economico, impediscono, ad esempio, elle una ditta, a cagione di particelari intese cou una compagnja ferroviaria, ottenga una con• dizione di privilegio sul mercato della concorrenza. L'assorbimento delle forre economiche eh~ il regime del1a riforma sociale attua, disciplina il mercato della forza di lavoro, assesta la società economica, al lontana da essa i pericoli d\!lle avventure. Sostanzialmente il sistema capitalistico non potrebbe vi vere seuza Ulm dose molto larga di riformismo civile; tanto vero che tutte le società capitalistiche molto sviluppate, l'lnCon q,iesto fran1,mento di 111, più a1npi-0 sag, gio su Le due politiche (fascismo e riformismo), Arturo Labriola reca l'a11to,·i./à del/a s·ua rnltu.ra 111-(lrxista lle indagini della. R. L. sulla più rece•ite sto1·ia italiana .. La s11,a analisi del rifor- ;,.ism.o è per noi perfettamente accettabile. Le in.certezze del gi·ud.izio sHlle premesse fasciste invece dipennono da-l fatto che questo st1'd·io fu- scritto p,ima del colpo di Stato, ossia pri111a che il nuovo 111-01Ji11iento rh.1elasse le sue contraddizioni e l}intima stnttt·1tra piccolo-borghese, 1i• forrnista. e pamssitaria. Socialismo di Stato Il riformismo, come sistema di politica sociale, può esse·re racchiuso in due termini: 1° uu complesso di misure atte ad assistere e tutela.re il lavoratore come entità economica e come persona, 2° una politica diretta a modificare la distribuzione naturale della ricchezza, nel senso di sottoporre al controllo dello Stato varie manifestazioni dell'attidtà economica privat:a. - In tale categoria rientrano auche tutte le mi• su.re, che si propongono di attuare municipalizzazioni e statizzazioni delle forme economiche. Altri parla del riformismo come di un metodo, come d'un processo che sostituirebbe la gradualità alla rivoluzionel l'esperimento democratico, cioè consentito, alla imposizione. E certo, dal punto di vista filologico, anche qL,esto può andare. Ma allora il riformismo non è più nulla di specifico uè dell' epoca, nè dei partiti nostri. Ogni ideale lreazionario, conservatore o progressi-ta) darebbe luogo ad una distinzioue di rivoluzionari e di riformisti, perchè ogni ideale (il comuuismo, come lo Stato • dei pochi> predicato dai fascisti) può attuarsi tanto per vie rivoluzionarie, quanto per vie riformiste. Gra• dualismo e riformismo coinciderebbero, ed auche l'on. Graziadei, che è il Leader dei comunisti italiani, sarebbe un riformista! - Non è in questo senso cbe del riformismo si può parlare come di un fenomeno specifico dei tempi nostri. Il riforruismo è invece quel sistema di politica sociale, che altri chiama di Socialismo di Stato, il quale tende ad attuare tutto un sistema di inte.n'enti economici a favore delle classi lavoratrici, per iniziati,·a degli organi dello Stato e sotto la pressione dei partiti politici a ciò disposti. La questione del metodo della realizzazione degli ideali sociali è differente (r). Definito in questa maniera il riformismo, esso ha tre di\·erse e confluenti scaturigini: a) l'in• te.resse clel sistema capitalistico é-taegli stessi imprenditori, b) l'azione delle classi lavoratrici, disorganizzate in tm primo momento, organizzate poi, c) lo Stato, che pure essendo l'espressione della lotta delle classi, assume, ad un certo momento, inclipen<lenza di fronte ad esse, ed avendo bisogni propri, tende a farli valere. Il riformismo e il ceto degli imprenditori Che il riformismo risponda ad un interesse delle stesse classi capitalistiche e del ceto degli imprenditori, l'esperienza e il buon senso sug• geriscono. Ma per comprende.re queste cc.se, con un esempio, è forse utile riferirsi ad una teoda del Yecchio Proudhon. :K el r8,i8 Proudhon diceva che la proprietà essendo stata considerata come responsabile del, la miseria contemporanea, si era creduto di dover propa6andare come soluzione una forma ài comunismo, di:esa da Louis Blanc e da la maggior parte dci repubblicani socialisti. Egli notava: < Invece di prendere la società per la testa come face\·a Louis Blanc, o dalla base, come' fa la proprietà, bisogna attaccarla dal suo ambiente, agire direttamente non sulla fabbrica, sul lavoro, ciò che significa sempre agire sulla libertà, la cosa al mondo che meno soffra che vi si tocchi; ma sulla circolazione e i rapporti dello scambio, di maniera da poter toccare, indirettamente e per via d'influenza, il lavoro e la fab• brica. In uua parola: cambiare }'amb1ente •· (Proudbon, Solution du problbr.e socia!, p. 170182). In altri termini, egli distingueva fra l'organismo (la fabbrica, l'azienda, l'impresa produttiva) e l'ambiente (scambio e circolazione). -- Secondo la sua opinione, le riforme non si possono applicare all'organismo fondamentale, ma all'ambiente in cui vive. Riformare signi• fi,ca agire sull'amb1ente economico. Quali sono queste riforme, delle quali parla il Prnuohon? Egli ne parla nella sua seconda memoria sulla proprietà, e le indica cosi : 1° misure dirette a separare i poteri dello Stato, 2° decentramento, 3,, l'imposta, 4,, regime del <lebi:o (r) !Juesto metod_o, del re~to, ra~somiglia alla tattica nel comb1tt1mento. Esso è imposto dalle circostanze. l.Jn partito semt>re legalitario è una accolta di imbelli; un partito sempre rivolu,ionario è un manicomio di agihlti. Non c'è: partito legalihrio, che in certe <?re!1on div~nti insurre-,donale; e 11011 c'è ~arhto 1_nsu_rrez1wona~e, ch_e in tutte le altre non sia legahtano. l,n n onrnsmo sistematico, nel senso del ]egalitarismo, è la concbnna all'impotenza. Nessun partito ha mosso m1i in ltalia tante fone quanto il socialista turatiano. Il suo organismo le;;alitario lo ha completamente disarmato; ed ora è senza influenza sulla vita pubblica. pubblico, ipotecario e commanditario, 5° banche di circolazione e credito, 6° organizzazione dei servizi pubblici, 7° associazioni iudustriali ed agricol'e, 8° commercio internazionale. - Secondo lui è possibile migliorare queste varie manifestazioni dell'attività sociale, senza punto offende1·e la proprietà dell'azienda fondamentale. In un certo senso, esse migliorano la proprietà plivata, la rendono più eu_ergica ed espansiva, più resistente e più robusta. E perciò Sorel diceva: « réformer, daus la société bouxgeoise, c'est affirme.r la prop1ieté privée •· (G. Sorel. - lntroduction, à l'économie 'i~toderne, Paris, p. n). Se la riforma modifica l'ambiente e rinforza l'organismo, che. vive in esso (la proprietà pri• rnta), si spiega che la stessa classe capitalistica sia favoreYole alle rifonne. La riforma elimina sopravvivenze, parassitismi, sfruttarnenti incom• patibili con la pura esi.;tenza del capitale. Una buona riforma tributaria, trasferendo i tributi sulla proprietà in ragion progressiva, semp1i· fica il calcol·o dei conti di produzione e cousente di comprendere quale sia il reddito effettivo del lavoro e del capitale. La statizzazione di certi servizi pubblici, delle assicura1,ioui, delle ipoteche, ecc., eliniina la concorrenza sn punti ac· cessori, e pone iu esistenza il puro principio capitalistico, come consistente nella trasforma· zione dei beni e nel guadagno che risulta dalla più convenieute trasformazione dei beni. - Inol· tre tutte le pronidenre stabilite per il lavoratore, liberano il capitale dalle noie dell'assistenza; senza dire che gli dànno u11 lavoratore più agile, piìt fort.e, più sicuro di sè, miglior produttore, più redditizio. Le classi lavoratrici l\Ia del pari il riformismo promana dall'interesse del lavoratore a migliorare la sorte propria, ad evitare che oltre la dipendenza del padrone, dall'imprenditore, qualche altra tirannia si eserciti su di esso. La neutraliz1..azione dell 'ambien• te economico gli può portare vantaggi evidenti. Lo sviluppo del regime delle assicurazioni (infortuni, invalidità, vecchiaia, disoccupazione, malattia) lo pone al riparo dell'evento incerto. Per tutte queste ragioni, il sistema del riformismo è incoraggiato e p~trocinato dalle classi lavoratrici, anche se siano rivoluzionarie, cioè se mirino alla trasformazione radicale dei rap• porti di proprietà nell'impresa economica. Il solo punto è questo. Bisogna che esse non confondano i fini riformistici con i fini rivoluzionari, la neutralizzazione dell'ambiente con la trasfor• mazione dell'organo fondamentale; che non ~. sino, cioè, che un accumulo di ri~orme produca la rivoluzione (r). Le due cose non hanno nulla di comune. Lo Stato E poi lo Stato. Per quanto prodotto dalla lotta delle classi e dei conflitti esterni che ne risultano, esso possiede autonomia e fon.a propria. L'esercito dei funzionari comincia presto ad acquistare una psicologia distinta da quella della classe da cui proviene, e della classe i cui in• tenti lo Stato protegge. E poi nello Stato c'è un che di duplice: ci sono le esigenze di classe e le esigenze di civiltà, indipendenti dalle classi, e che spesso prevalgono sulle stesse esigenze ài classe: la cultura, la 'giustizia, la stessa pubblica salute, l'ordine giuridico inteso come polizia, ecc. Il ceto funzjonaristico acquist~ una psicologia indipendente dalle classi economiche da cui prodene, e come tutte le classi si pr0pone fini imperialistici, cioè non si contenta di essere ciò che è; vuol invadere e prevalere, vuole aggregare ai propri i domini e le giurisdizioni delie altre categorie. E' esso che straripa ed in• cita a straripare. Vivendo appunto nell'ambiente della economia (sfera della circolazione economica e de11'ordine giuridico), esso tende ad assorbire 1e svariate sfere che costituiscono questo ambiente economico; e<l è prodigio!=o incitatore di municipalizzazioni, statizzazioni, assicurazio• ni, monopoli e controlli. La sua forza concen• trata i, superiore a quella di qualsiasi altra classe di cittadini, perchè trova una naturale O\J'ani1_,,. ;,,azione nello stesso meccanismo burocratico, ed una capacità cli a;rione, che consiste ne· lo stes-·o organismo dello Stato. L'organo non solo tende a creare la funzione, ma ad estenderla. E lo Stato, diventato anche organo economico, ha fame di territori economici : ed ecco la corsa alle statizzazioni e alle municipalizzazioni, al1e assicurazioni ed ai coutrolli ! (r) « La sostituzione della fabbrica socialista alla fabbrica capitalistica non si . p11ò ~ompiere per gradi, ma d1 colpo ... Questa nvo}uz1onc non è però arbitraria, cioè non può compiersi a disegno, sempre che piaccia . .Suppone rc1lizr.ate due condizioni : 1<> 1'mcapacità del sistema capi• talist.ico a reggere: ulteriormente la produzione; 2° e per opposto la stessa capacità nelle classi lavoratrici>. Arturo Labriola. - Ri/. e riv. sociale, 2• ediz., p. 243. - Sull'equivo-o del valore della parola , rivoluzionarismo,, inte!-o ge• neralme.nte come sinonimo di botte e di spari, /: parso ad alcuno che ci fosse contraddizione fra il mio pensiero di ieri e quello d'oggi. Si può essere ri'ormisti quando s'l! rivoluzionari? Evi• dentement.e ! Come si può essere avvocati e persotJe di buon appetito, italiai,i e filosofi, rivolazionari e Ministri del La•1oro, etc., etc. t ghilterra, la Germania, la Francia, adottano mi complesso sistema d'interventi statali nel processo economico a vantaggio delle classi lavoratrici. Ma il riformismo sociale, diventato iudipen· dente daHe cagioni del suo formarsi, non si contiene automaticamente eutro i limiti dei vantaggi che può prestare sia al lavoro, sia allo Stato, sia al capitale industriale. Esso teude a svilupparsi per couto suo, imponendo sia al lavoro e sia, sopratutto, al capitale du1issime falcidie. Lo stesso Stato uau si sottrae al n1alefico influsso del suo sviluppo anormale, perchè la riforma sociale, con i complicati meccanismi che forma, con la organizzazione di un esercito di funzio• nari propri, instaura uno Stato nello Stato, e indebolisce lo Stato politico ufficiale. Quest'ultimo è nato in servizio di una determinata forma <li società; ma la riforma sociale, creando un esercito burocratico indipendente dalla classe domiuante, svigorisce ed anemizza lo Stato uffi. ciale, da cui il fatto imlisCL1tibile che nei periodi di rifonnismo sociale, lo Stato riveli una sua JY<irticolaredebolezza. E tale debolezza dello Stato ufficiale non giova nemmeno alle classi rivoluzionarie, perchè l 1organismo di funzionari e di istituzioni creato dalla riforma sociale, come fiacca e diminuisce il vigo,.re dello Stato politico, atteuua lo sforzo dei Sindacati di mestiere e degli organismi politici della classe rivoluzionaria Degenerazione capitalistica e degenerazione so• cialistica ... Tuttavia giova rilevare che il riformismo sociale i suoi colpi più vigorosi li vibra proprio al capitale industriale prodttttivo, e per questa guisà agisce in maniera antisociale. Esso attua una distribuzione del capitale fra i vari impieghi, che non è quella corrispondente al principio economico del maggior rendimento. Pigliamo, ad esempio, i1 fe11ome110della cooperazione. Quan• do per ragioni politiche lo Stato si mette ad incoraggiarla, si provoca un passaggio di capitali ad imprese, che non sono as.so1utamente indispètLsabili, ma che prosperano solo per un fine polittco dello Stato. Il capit~le rimasto disponibile è più scarso, rincara, e con esso rincara i1 costo di produzione, cm:.tituenclosi una cagione di inferiorità, 11e1laco11corren1...ainternazionale, per il paese' dove questi espedienti si praticano. Tale inferiorità è risentita più particolarmente dalle classi lavoratrici non impiegate nelle im• prese sottoposte al regime della riforma sociale; onde il riformismo sociale, se opera in 'danno delle classi capitalistiche produttive, agisce non n1euo sfavoreYolmente in danno delle stesse classi lavoratrici. - D'altra parte 1a distribuzione politica del capitale fra i Yari impieghi, agisce a dam10 dello stesso accumulo del capitale, poi• chè un caoitale distratto dai suoi impieghi più procluttid: è anche un capitale che si accumula scarsamente, e che perciò fornisce al la\·oro impiego sempre più scarso. Si ha perciò una con• tinua distruzione di canita]e, che impedisce l'arricchimento ciel paese ~loYe la rifonna sociale si applica su più larga scala, AIla quale distruzione di ricchezza partecipa poi il metodo che il riformismo consiglia nella rimunerazione del lavoro. Consistendo 1a sua giustificazione sociale nel fatto che esso protegga e difenda i larnratori di fronte alla ingordigia del capitale; esso pone la Sua fon.a a disposizione di una tesi del più largo rimuneramento de} lavoratore, anche al cl là del suo prezzo di mercato nom1ale. Ciò si può per un certo tempo, ma a spese dell'accumula• zione capitalistica, cipè dello istesso fonclo dei salari; poichè pagandosi il lavoratore più del valore della sua forza di lavoro, la parte destinata all'accumulazione del capitale è intaccata, e con ciò si raccorcia e diminuisce i\ fondo su cui si j¼\gano i salari. Per il momento il lavora• tore sta bene, ma poi esso sconkrà a caro prezzo la cuccagna d'uu gioi no. La plutocrazia e il capitale produttivo Questa politica troverebbe ostacoli insormontabili nella forza ,li resisten,.a del capitale, se non fosse un fatto che riguarda la stessa composizione di capitale. - Una parte di questo capitale - il cosiclello Finanzlwpital dei tedeschi - vi ve inoperoso, lontano dagli impieghi indust,iali, fondali sulla trasformazione fi~ica dei beni. E' il capitale di intermediazione in un senso molto largo; è quel capitale che alimenta le speculazioni di Borsa, le imprese bancarie, e vive di affari. Ess.o dà origine a quel ceto della . plutocrazia, che è una sottospecie della borghesia, ma non si confonde con essa; ceto -rapacissiwo, senza scrupoli, avventuriero, che specula. su tutto, sulla reazione come sulla rivoluzione. sulle merci come,sulle. coscienze, sulla fabbrica come sul socialismo. A questo ceto capitalistico è indifferente se esso alimenti la cooperazione socialistica, anzicbè l'impresa capitalistica. Vivendo esso cl 'intermediazioni e di speculazio:°1, le municipalizzazioni e le statizzazioni gli convengono, perchè anticipare quattrini agli e11ti pubblici e il trafficare nei loro titoli fu sempre il suo affare particolare. La plntocrazia trova nella riforma sociale (assicurazioni, statizzazioni, monopoli) un largo campo per le proprie imprese, .ed esso l'asseconda. I suoi interessi sono molto diversi da quelli del capitale industriale vero e proprio, ed è questa la ragione perchè essa non provi ripugnanza ad allearsi col socialismo. Solto la pressione combinata della plutocrazia e del socialismo statale, il regime della riforma sociale si sviluppa sempre più. Si hanno leggi sociali della specie più varia. Ne esultano i socialisti, che veggono ridursi il campo dell 'attività economica privata, ma non veggono che intanto il capitale produttivo si accumula sempre più stentatamente e quindi si riduce il fondo dei salari; e nel contempo si rallenta la molla del progresso economico della società, la quale con• siste apptwto nello accurnulo del capitale. Sguazza lh plutocrazia, che si innette territori inattesi per le proprie speculazioni. Essa si dà arie di modernità. Proclama di non teme.re il sociali~mo. La cooperazione le è tanto indifferente quanto .I' impresa capitalistica, e forse la predilige, pe.rchè i coperatori son gente semplice e facilmente ahbindolabile ... Chi ne soffre è la società economica intesa nella sua totalità. - Infatti u1w sviluppo anom1ale del socialismo di Stato può rappresentare un ostacolo insormottabile opposto al progresso della Società (r). Il capitale industria le nou soggiace volentieri al destino che la plutocrazia, cioè il capitale intermediario improduttivo, e il riformismo ~ ciale gli apparecchiano. Ed esso prepara un 'energica riscossa contro quello di essi, che gli sembra il nemico più terribile, cioè il riformismo sociale. La lotta che il capitale produttivo industriale e il capitale improduttivo alleato al riformismo sociale si muovono, assume presto aspetti drammatici. Il capitale produttivo combatte risolutamente il capitale improduttivo, che si cela sotto la maschera della riforma sociale. lu Italia assistiamo ad uno dei più singo1arl episodi di questa lotta, nella guerra cruenta e crudelissima che il fascismo combatte contro il Partito Socialista, da esso scelto ad esponente di quella lotta politica della riforma sociale. Alle apparenre il fascismo combatte il bolsce-- vismo, i cosidetti e eccessi a del socialismo rivoluzionario, il comunismo pratico, e cosl via; nella sostanza il suo vero nemico è la riforma sociale. il riformigmo socialistico, i1 socialismo delle realizzazioni e la cooperazione proletaria. - Gion adesso vedere come ciò sia accaduto nel nostro paese, e quali conseguenre possa avere. Il fascismo contro il riformismo Il Pantaleoni, nonostante l'antico suo liberalismo, diventato il solo teorico serio del fascismo, rivela abbastanza chiaramente che cosa i fascisti chiamano bolscevismo. Sotto la sua penna il concetto di bolscevismo riceYe una estensione indefinila. Bolscevico è il nostro go\·erno. Bolscevico è la nostra burocrazia. Bolscevica è la organizzazione delle assicwazioni ,;oçiali. BolS<:evica è la cooperazione. Bolsceviche sono le re-- strizioni imposte al commercio. Bolscevico è il miglioramento del tenor di vita delle nostre classi lavoratrici. (• Per opera del bolscevismo è anche venuta meno quella mo:lestia nel tenor cli vita che distingue\·a l'italiano•). Il comuni• smo è appena una delle forme del bolscevismo (- • cioè quella tras onnazione giuridica della società, per la quale il socialismo ha modelli ognora cangianti, e di cui uno fra tanti è il modello bolsce,·ico comunista>). Ed infatti anche il modesto disegno di legge sul latifondo è bolscevico. L'on. ~1icheli, proponente, è e un popo· lare e vuole gareggiare in demagogia con I 'on. Miglioli e con i socialisti •· L•aggressione socialista all'ordinamento capitalista attuale prende, secondo il Pantaleoni, due !onne: e la forma clella violenza e I'altra della legiferazione a. Quel• la della violenza si è: vista in Russia ed in Un• gheria su larga scala, e nel Ferrarese, nell 'Emìlia a Milano, Torino e Firenze, su scala più ri• do;ta; ma , quella della legilerazione e della penetrazione nella amminisartziouc e nella buro-- crazia si è veduta <la quaranta anni a questa parte un po1 o,·unqne, ma particolarmente in Italia•· Il gover110 italiano è un governo socialista. , Alle interro~a;~ioni e interpellan7e SO· cialiste risponde il loro (dei sociJlisti) campar.o da r5 anni, il Corradini. Al potere è il medesimo Giolitti, per il quale la occupazione delle fahbriche era una 1. contravYenzione 11; il medesimo Giolitti che ha favorito il socialismo ferroviario, ( r) Tutti i marxisti hanno sempre combattuto il so~ialismo di Stato come incompatibile con la dottnna generale del loro maestro. Vedi: Arturo Labriola. - Il Socialismo contemporaneo, 2• edizione, cap. X, p. 263 e seg. Ma gl'ignoranti (- o i fttrbi? -) delle due parti contin11.ano a cou(oudere marxismo e socialismo di Stato ...

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