La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 16 - 29 maggio 1923

66 sono ugualmente buone, -se inSomma socialismo, comu~is1no, liberalismo, individualismo e nazionalismo non sono che diversi ma altrettanto necessari momenti dialettici della storia, sarà assurdo opporsi a una qualsiasi di queste teorie ed invece sarà logico concedere la più ampia libertà alla loro formazione- ed al loro sviluppo. Se l'errore non esiste., perchè non ammettere la più- ampia libertà? Ma in realtà l'idealismo oscilla politie<1mente fra l'assolutismo e l'anarchia. Infatti, ptu1to oscuro dell'idealismo è il rapporto fra io empirico ed io assoluto. Ossia, l'immanente razionalità risiede nell'ìo empirico o nell'1o assoluto? So benissimo cbe, per un idealista, questa domanda è idiota poichè l'idealista ritiene che io empirico ed io assoluto formino una iu• scindibile unità, in quanto l'i.o empirico è il particolare dell'io assoluto e I 'io assoluto è 1'universale delho empirico. Ma io persisto nella idiozia e domando: la razionalità, la verità è immauente nelle singole persone, nei singoli uomini? L1idealista risponderà che questo sarebbe astratto pluralismo individualista e dirà cbe l'assoluta razionalitài l'uuivers..qle verità è immanente all'io assoluto la cui espressione è lo Stato Etico. Allora si domanderà che cosa sia e che cosa rappresenti questo Stato Etico. Avuta una risposta più o meno precisa se ne dedurrà che l'individuo (re, presidente di ·repubbiica, Lenin, D1 Annunzio, Mussolini, ecc. ecc.) o la classe (fascisti, nazionalisti combattenti, fiumani) cbe rappresentano lo Stato Etico, sono i depo;;itari della assoluta verità e che appunto per questo vanno assolutamente obbediti. ' Ma l'idealista non sarà ancora contento e dirà che questa sarebbe una concezione teocrat~ca, un iniquo residuo di dogmatismo e che il vero Stato Etico deve essere vissuto come intimamente immanente e non come una imposizione trascendente. Ora da queste premesse è molto facile sci- • volare nell'anarchia e nelta tirannia (il tiranno è un anarchico che riesce a legare i suoi simili). Infatti se ciò che è immanente in noi non è una nostra particolare convinzione che tenteremo di far valere in confronto del prossimo, ma è la verità assoluta, ossia l'eticità universale dello Stato, sarà molto facile cbe molte persone, nella ricerca piuttosto difficile della propria vera immanenza, scambino il loro io empirico con l'io assoluto (che non si vuol mai definire per timore di ricadere nella trascendenza) e perciò ritengano di possedere l'assoluta verità, ossia di essere i veri rappresentanti dello Stato Etico. Ora se non si crede più nello Stato, ma si crede solta!lto nel e proprio• Sfato, si cade appunto ne)l'anarchia, e se il proprio Stato è il solo vero Stato si passa alla tirannia. Insomma, è molto difficile con~iderare ali altri come io empirici e se stessi come io assoluti e questa è appunto la filosofia dei tiranni! Vediamo ora il rapporto fra il liberalismo e le filosofie realiste. Il realismo presuppone una realtà, un fine, nel raggiungimento dei quali consiste la Yerità e la felicità. Esempi di realismo sono il cattolicismo, il socialismo, il na· zionalismo. I cattolici ritengono che soltanto nella Chies3 si possa trovare la salute, che la Chiesa sia la sola arca di Noè con la quale ci si possa salvare dai dilud; i socialisti sono convinti che tutti i mali del mondo derivano dai capitalisti, dai risparmiatori; i nazionalisti non vedono la pos· sibilità di salvezza fuori della Kazione, della Patria. Dunque i realisti (per loro fortuna) sanno esattamente che cosa è male e che cosa è bene e perciò, siccome sono anche dei buoni altruisti, tentano di sal,are il loro prossimo dal male e di gettarlo nel bene. In questo appunto consiste il missionarismo, l'apostolato, il proselitismo e naturalmente i realisti di diverse fedi e di diverse certezze si detestano fra loro poichè ritengono infernale ogni dogma contrario o anche soltanto diverso da quello nel quale essi credono. Che atteggiamento deve avere il liberale in confronto delle fedi-filosofie realiste? Il liberale come tale può essere indifferente alle singole verità dogmatiche, egli invece deve badare soltanto al me, todo col quale le teorie realiste dogmatiche tentano di propagarsi. Infatti, sempre [erma restan- '10 ]a djstinzione fra bene e male1 vi sono due metodi differenti per difendere il bene e combattere il male: l'imposizione forzata e la persuasione libera. Credere che il secondo metodo sia migliore del primo significa essere liberali. La logica del dogmatismo assolutista è questa : siccome chi non è nella mia fede è nell'errore e siccome essere nell'errore significa andare verso la rovina, io devo salvare il prossimo dall'errore e perciò con tutti i mezzi, ossia anche colla violenza, devo imporre a] prossimo la mia fede ed bo l'obbligo di impedire, anche colla violenza, il propagarsi di qualsiasi lede che, per essere dt versa dalla vera, (ossia dalla mia). sarà falsa. Insomma, il dogmatismo assolutista si comporta come un medico che per salvare un ammalato grave lo costringe, anche contro la sua stessa volontà, a prendere la medicina salvatrice. Ma si può essere altrettanto dogmatici ossia avere una eguale certezza in una assoluta verità e sostenere che l'imposizione violenta è un cattivo metodo per propagarla. Tnfatti si può credere benissimo che le verità morali e le medicine spirituali siano di ordine diverso delle medicine materiali e che le verità morali non ottengano nessun stabile effetto se non sono accolte con sincera, ossia con libera L A R I V O L U Z I O N E L I B E ·R A L E adesione. Perciò questi dogmatici sosterranno la necessità di propagare, esporre, spiegare la vera fede al prossimo per condurlo alla salvezza, ma escluderanno l'imposizione violenta poichè la riterrru.1110dannosa alla loro stessa causa. Ed escludendo l'imposizione violenta verranno a riconoscere anche alle fedi ritenute errouee il diritto alla materiale esistenza. Insomma tutti i dogmatici devono credere alla esistenr.a di wi bene e , di t)U male e perciò hanno l'obbligo morale di difendere il primo e cli combatter~ il secondo, ma cvide11temente vi può essere un ampio dissenso su quale sia il mezzo ed il metodo migliore per combattere il male. Alcuni crederanno che sia possibile estirpare il male con la violenza, altri credendo che questa sia una pericolosa illusioue, concederanno « al male 11 (pu.rcbè esso uou neghi la libertà « al bene ») una materiale libertà, couvinb di poterlo meglio vincere in 11.na leale e libera lotta ad armi uguali. Se il liberalismo non può accettare i dogmatici assolutisti, può invece benissimo accordarsi con questa seconda forma di dogmatismo. Il liberalismo che, come tale, è indifferente a tutti i dogmi etici, chiede soltanto che ogni fede nel!a lotta contro il suo « male 11 elimini la coercizione e la viole111.a. E siccome ciò che è « male » per una lede è , bene , per la fede contraria, in un regime liberale, non si può eliminare con la violenza il « male 11, ognuuo potrà essere almeno sicuro che nemmeno il « bene , potrà mai essere oppreSso dal «male•· Dunque ogni dogmatico, invece di ,,edere nel liberalismo sociale una difesa. del male; pub veden 1i invece la garan~ zia della difesa del •bene,. Si dirà che il liberalismo si fonda tutto nella promessa che il «bene» debba «naturalmente,. prevalere e che questa concezione ottimista è sbagliata. Ma il liberalismo non significa affatto cieca fede nella bontà innata dell 1uomo natur;le. 11 liberale può benissimo credere che l'uomo lasciato a se stesso possa tendere al male, che gravi su lui il peccato originate e che perciò sia necessaria l 'educazione e la redenzione, ma allo stesso tempo ' crederà che l'uomo abbia la facoltà di riconoscere il bene e che perciò la vera educazione e la vera redenzione consista nel convincerlo e 11011 nel costringerlo al bene. E il liberale ha anche una certa féde nell 1esperie1w..a ossia confida cbe l'esperienza del male sia la miglior via del bene, e che a parità di condizioni di lotta il bene debba prevalere sul male. Concludendo, il liberalismo come semplice teo· ria sociale è indipendente da qualunque scuol::i. filosofica. Può conciliarsi con l'idealismo e col realismo ed è per se stesso indifferente di fronte alle cliverse forme di realismo. Tanto se si concepisce la storia come perenne, attuale1 immanente dialettica, qua11tose si crede in una ultinià perfetta e trascendeute finalità, tanto se si crede che quesla firn11ità consista nel polarizzarsi di tutta l'umanità attorno ad una nazione o ad una classe eletta, quanto se si spera che cou l'affie,·olirsi di ogni seutimentò particolarista si possa giungere ad tÙrn perfetta società di eguali, è possibile essere liberali: basta credere che il miglior metodo sia per lo s,·olgersi cli una dialettica, sia per il raggin11g-i111e11todi una finalità ideale, consista nel rispetto del prossimo e nella libera conversione dell'avversario. Non è vero insomma che il iiberale debba credere che tutto ciò che liberamente si ;ittua sia « bellt :.. Questa sarà convinzione del liberale immanentista per il quale ciò che è reale è rnzio11ale,ma che tende a sostituire alla dialettica della rivalità violenta quella della libera concorrenza (ed appunto in questo è liberale), Ma può essere liberale anche chi crede in una idealità trascenc.leute e perciò ritiene che ciò che vi contrasta sia male anche se avvie11e liberamente. Questi dogmatici saranno anche dei buoni Jiberali se tenteranno di attuare il loro bene in libero confro11to col relativo male. lnsomma si è liberali tanto se si crede che ciò che liberamente avvie11e sia bene (immane11lismo liberale) quanto se si crede che cr il bene:. possa liberamente avvenire (dogmatismo liberale).' Gli anti liberali irriducibili sono invece tanto coloro che ammettono che tutto ciò che avviene nella storia sia bene (immanentismo anarchicb) q11a11tocoloro che ritengono che sia possibile abolire violentemente il male (dogmatici assolutisti). Naturalmente i dogmatici liberali sono conviuti che il bene possa liberamente prevalere sul male, purchè anche il male rinunzi alla coercizione e alla violenza. Contro la violeuza non si può combattere che con la viole111...a.Dunque secondo il mio mo<lesto parere il liberalismo è 'Soltanto una teoria, pn credo che riguar:da il problema della convivenza sociale. Come tale 11011 deve e non può pretendere di affrontare i grandi problemi etici individuali e storici che esso appunto presuppone; questo è invece il compito delle filosofie e delle religioni. Col solo liberalismo non si risolve nulla, ma senza liberalismo forse non si risolve niente. 11 liberalismo vero non ha un suo proprio contenuto etico; esso pretende soltanto di insegnare il miglior metodo perchè un contenuto etico si realizzi stabilmente nella società. E soltanto in questo senso di metodologia sociale il liberalismo è realista; infatti esso sostiene la obbiettiva bontà di un metodo, in confronto di altri, per l'attuazione della dialettica storica sia essa attuale che finalistica. NOVJH,LO l?APAPAVA. Al prossimio numero conclusione e obbiezioni. It'UltT~lYIODllll\IABTE Il • Fiorentino •, il quarto diamante del mondo per grossezza, è ormai l' ultima importante risorsa dell'imperatrice Zita.· (Dai giornali). Fu a Granson, nel fondo del cantone -di Vaud la sera, mentre le nebbie pietose del lago cli Neuf'. chatel si alzavano a ricoprire il campo della battaglia. Uno svizzero del cantone di Uri, rovistando con una sua chiaverina tra {1 . velluto infangato e gli arazzi mel~osi della tenda di Cru·lo il Temerario, sconfitto e fuggito, trovò incastonato il diamante su l'impugnatura di una e: misericordia •· Quello svizzero ave,·a la nostalgia di tornar presto sulla grande alpe, a pascolar le sue mandre : e ,rendette il diamante per un gu/den di Olaucla. La gemma viaggiò, più dell'~omo. Bianca Capello, nelle feste di Poggio a Caiauo, se ne adornava la gola candida - cosi candida, che le mani di Ferdinando dei Medici in un impeto cli crudeltà e di gelosia, brancica~ vano spesso il pugnale, nascosto sotto la porpora cardinalizia. Dallo scrigno di Palazzo Pitti, il diamante ebbe il nome; e quando Francesco Stefano di Lorena lo acquistò per eredHà dall'ultimo dei Medici, }o chiamò « il Fiorentino,. Maria Teresa di Absburgo portò poi, nelle fauste nozze, un Impero come dote: il Lorenese, vigoroso stallone destinato a rinvigorire l'esangue schiatta, portava poco più che la gemma. La guerra per la successione d'Austria pareva aver inghiottito l'impero: alla vedova, il diamante solo restava. Vestita in gramaglie, col primogenito in braccio, l'imperatrice si present,) implorando soccorso alla Dieta dei ribelli Magnati ungheresi, in Pressburg: la d~nna piangeva, e il diamante, incastonato nel diadema, mandava sprazzi nuovi e di versi ad ogni sussulto della testa bionda. Nessuno dirà mai se furono le lacrime di una donna o i riflessi di un diadema a fare inginocchiare i ribel1i vincitori: perchè nesSuno saprà 1nai se sul cuore delPuomo sia più potente la maestà che còmanda, o il dolore che supplica. Ma quando i ribelli si alzarono, sguainarono le spade, e innalzandole al disopra dei dollmann scintillanti, protestarono dì voler morire per Pimperatrice: I'. Vitam e·t sa11.g1tine1npro majestate Vestra. Moriamur pro rege nostro Nlaria Theresia )). E il diamante riposò ancora a lungo, nel tesoro di Schonbrunn. • *. Non vendetelo, signora. Quand'anche la miseria battesse alle porte della vostra casa di esilio, dove voi attendete, con i vostri otto figli, uno almeno degli antichi regni, non vendete il diamante di Maria Teresa. La mistagogia delle pietre preziose, l'ermeneutica di gioielli, coltivate nel medioevo dai monaci che seri vevano dotti commenta rii sulle vesti e sugli adornamenti della madre di Dio attribuiscono concordi al diamante un solo ~ignificato simbolico : quello della costanza nelle avversità, della forza e della pazienza regali. I re banno l'obbligo di credere alla mistagogia e alI 'ermeneuti'ca delle pietre preziose, come a tante altre scienze cui i sudditi non credono più. I terreni, il denaro, le macchine, le pietre preziose, sono categorie del pensiero umano, come lo spazio e il tempo. Il contadino pensa in terreni, riduce tutta la sua vita, i suoi lucri, le sue fatiche, le sue vittorie, sotto questa categoria. L'uomo d'affari pensa in denaro: l'industriale pensa in macchine, il re pensa in oro e in brillanti; l'oro e i brillanti della sua corona. Nelle mani di uno zebedeo americano, il diamante degli Absburgo sarebbe ridotto a segno rappresentativo di un certo numero di banconote : nelle mani di vostro figlio è pegno di un impero. La ricchezza dell'umanità sarebbe diminuita di troo. po, se il diamante passasse dalla mani candide dell'adolescente, in quelle cosparse di cespuglietti pelosi dell'uomo dalle mascelle quadrate. Rileggete in Grillparzer, il poeta della vostra casa, !3 tragedia Ein Bru.derzswist in I-I absburg, una contesa fraterna negli Absburgo. Che cosa rispon~e Rodolfo, l'imperatore malato e misantropo, racchiuso nello Hradschin di Praga a specolar sulle stelle, che cosa risponde a chi gli dice che il mercatante fiorent_ino, venuto a corte, ricbied~ per le sue gemme prezzi troppo alti per poter essere accettati? Una sola parola: e Sciocchezze •· Ai sensali che verranno a cercarvi 1 per rapirvi il diam.ru1tefamoso, e vi offriranno prezzi che al volgo sembreranno troppo alti per poter essere rifiutati, rispondele la stessa parola: « Sciocchezze ». E se la tentazione di vendere, di vendere per essere finalmente al sicuro dalle strettezze crudeli è troppo forte per il \"ostro cuore di donna, rimettetevi al vostro primogenito, quel ragazzo biondo e vergognoso nel vestito modesto alla marinara, che vi portate dietro, a braccetto, sui boule11ards parigini, su per le salate e amare scale delle ambasciate straniere, quando andate a chiedere almeno uno dei vostri latifondi croati, sequestrati dal vincitore. Rimettete la decisione al capo della famiglia, a Francesco Giuseppe di Absburgo-Lorena. Ah, se quegli occhi neri, fissando il diamante alzato contro il sole dell'esilio avranno un lampo più vivido e caldo di quelli freddi e taglienti della pietra sfaccettata; ah, se quegli occhi neri vedranno, nello sfolgorio adamantino, un riflesso di splendori ignorati, e @ant'è dolce il rubino còlto in fondo alle coppe di rosso vin dj Tokai mesciute àlla mensa- dei re, e quant'è casto il turchese, sepolto in fondo a.lle acque azzurre del Danubio, fiume regale: e quant'è immutabilmente paziente il g_iaspide, senza macchia possibile, come l'alta erba della puzsta, che sopp01ta le cavalcate gioiose, e quant'è umile la calcedonia che impallidisce alla luce del sole e brilla uell 'oscurità_ della notte, come i pochi magnati fedeli del_regno, trascurati nei giorni della fortuna, e pur devoti nella sventt:.ra; ah, se negli occhl di vostro figlio vedete che l'ultimo diamante rimasto concentra e irraggia i ba.rbagli di tutti gli scrigni perduti, non vendete, signora, non vendete! Come la te1Ta grassa e nera, fermentante di grano, chiama di sotto la neve il mietitore, come la catena infame, dal fondo dell'ergastolo, chiama il delinquente, cosl )a corona di Sant• Stefano, custodita sulla sacra collina di Buda, chiama un re: vostro figlio. • *. Tutto possono comperare gli uomini dalle ll>ft· scelle qttadrate, nella vecchia Europa. Hanno gravato di ipoteche le foreste e le mi• niere di Russia. Hanno razziato i castelli della nobiltà baltica, ,;:,;idre dei più bei cavalieri del mondo." La repubblica di Austria li ha pregati di accettare i~ pegno gli arazzi della Hofburg, le memorie del principe Eugenio. Ci sono stati degli italiani, che hanno pensato di affittar loro Posillipo e Mergellina, perchè si possano barcheggiare in acque quasi territoriali. I loro stucchevoli settarii, i loro metodisti, i lroebeliani della salvazione delle anime, banno comprato Monte Mario per erigervi un grande albergo diurno ben provveduto di bidets spirituali per sguazzarci-dentro le superstizioni cattoliche. Hanno arruolato per i loro caffè-concerto le odalische del sultano. I troni dei palazzi di Versailles e di Coblenza, ci si seggono sopra con lazzi degni della loro alta valuta. Con l'obolo di S. Pietro, riducono il papa di Milano ad essere una specie di Cappellano delle marchese Travasa di oltreoceano. Se voi .li costringete ad arrestarsi sulla soglia della vostra casa, avete riconquistato il regno a vostro figlio. L'Europa è stanca di re cbe si sforzano di pensare in banconote. E' stanca dei re che portano il cappello a lobbia, fanno_ gli ingressi solenni in automobile, invece che a cavallo, scrivono con uno stile da cartolina illustrata, regalano le loro vi Ile per non dovere mantenere i custodi. Che cosa è il sovversivismo, signora? E' la delusione di tanta povera gente che cerca un re e non lo trova. Il sovversivismo è la protesta dersudditi, che affermano il loro diritto ad essere comandati da un re. Che cosa' chiedono al re? Che esso si rifiuti di ridurre il mondo al comune denominatore della banconota: cbe ~o ami i diamanti più del Jenaro, la dinastia più di se stesso. Le folle ,·ogliono che in questa vecchia Europa ci sia qualcosa che non si può ·comperare, che non si può affittare, cbe non si può liquidare. Solo un re che difenda la propria corona può appagare questo desiderio. Se voi, signora, vi rifiuterete di vendere il Fio• rentino~ sarete nobile come l'operaio che sopporta la fam-e, piuttosto che cedere alle pretese esose di un padrone che vuol et rompere :a uno sciopero. La conquista del pane e la riconquista dei troni sono grondanti di lagrime e di sangue. Ma un giorno voi \·edrete sfolgorare il diamante di Maria Teresa sull'elsa di una spada. La spada di vostro figlio, che entrerà in Budapest a cavallo, per esservi incoronato re. GIOVA.:'lNI ANSALOO. PIEROBOBETTI- Editore TORINO - Via XX Setlembfe, 60 ILPENSIERO DIUNCONSERVAT i volume di pagine 600 circa L. 30 Ai prenotatori L. 20 CONTIENE: I. - La conservazione e l'evoluzione naturale dei partiti in Italia (1879). II. - Relazione finale sui risultati dell'inchieSta agraria (1885Ì. III. - Pensie~i sulla politica italiana (i889). Con mtroduzione e note. Il primo avviso ci ha procurato i più insperati consensi. Bisogna tradurli subito in azione. Noi non possiamo iniziare la stampa di questo volume se non avremo 500 prenotazioni. Chiediamo duuq~e agli amici di mandarci subito la loro prenotaz10ne e di ricercarne attivamente a1tre nuove. Non è necessario che ci spediscano subito il denaro: basta che, se l'edizione potrà farsi ce lo mandino in settembre. '

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