La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 11 - 24 aprile 1923

LA R I V O L U Z I O ,; E L I B E R A L E 47 LB7'1'ERBSCOLRSTICHE V (e ultima) La scuola '· aro Gabelli, F:r,o a 11011 molto te1npo addietro la questione clel miglioramento della scuola elementare in Italia 't'1=niva intesa praticamente cmnc « questione del miglioramento della scuola già esistente • e, pHt praticamente ancora, come « questione del nu;.;lioram.ento economico e giuridico dei maestri insegnanti nella scuola già esistente•· ln tempo più receule alla pi-eoccupazioue del miglioramento econon1ico e ginddico, per opera di alcuni bencm<:riti studiosi del problema, si è 101ita1 per non dir sostituita, quella del u1igliora1uento in· tclletlua!e, o, altri1ne11li1 della cu.llwra del maest,o. ~fa sempre la questione è stata dalla com1111eposta e intesa, ripeto, come « miglioramento delh scuola e,;istenlc cli fatto iu Italia•· l:n~ece, come da parecchio tempo a11che qui si va precEcauclo, beucbè n1cuo utiln1e11te, da qualcuno, in Italia, per ora e per uu pez1.o, la quest!or.e non è tanto quella di migliorare la scuola ÒO\t: _già c8iste, quanto quella di creare la scuola clc1ncntare do\·c ancora nou esiste; la questione 110:s Ì:- tanto di migliorare le condizioni ecouomiC'ht: !-,rinridicbe iutellettnali del maestro inseguante nella scuola attnale, quanto di dare alla nuov~ -..cuola, (e in parte anche a1l'a11tica)i il suo maestro stabile de,·oto fedele. Per una buona 1nctà dell'Italia, a esser molto ottimisti, l..1. scuola elementare non esiste : il mezi-Odì agricolo non ha ancora la sua scuola elementure: non ce l'ha in modo,..assoluto il mezzodì agricolo del Sud (persistenza e aggravamento de1l'21.rnlfabetis1110assoluto) non ce l'ha in modo relativo il mezzodì agricolo del Nord (classi riunite, orari ridotti, calendari assurdj, mutamenti di i:O!-=eguauti,aualfabetisa10 relativo). A codesto 1ne2,130giornosettentrionale e meridionale non si potrà mai dare una scuo1a, se a questa scuola non si riesce a dare il maestro suo; il maestro di tipo moderno, di tipo governativo, fatto a maccbina nell<t nonuale regia o pareggiata, , equiparato• nella. carriera e nello stipendio all'c impiegato governati\'"o ]) 1 non è il· maestro di questa scuola; « migliorate • questo maestro fi.nchè volete, raddoppiategli lo stipendio, riformategli il Monte pensioni, fatelo movibile entro la regione anziché entro la provincia, insegnategli il latino in una normale liberale e umanistica, voi avrete aggravato lo stato di cose; un maestro ben pagato, ben «garantito», bene addottrinato, sarà, nella scuofa del contadino basilisco o camuno, uno spostato; non ci andrà, se ci va non ci rimarrà, se ci rimarrà ne sarà sempre assente o:on lo spirito e con l'affetto. J1 problema posto cosi nel senso di , dare alla scuola rurale il su-0 maestro•, o, più modestamente, dì « assicurare ai borghi calabresi e alle frn.7..ionivaltellinesi il maestro stabile e devoto • non si può risolvere altrimenti che tornando al sistema dell'• assunzione di personale del luogo indipendentemente dal .titolo legale•. Io co.mincia:i a persuadermi di questo, stando, per ragioni d'11fficio, in paesi del mezzodi, in paesi dei due mezzodl, e sempre più mi convinsi della bontà di questa idea ragionando di queste cose con persone innamorate di questi problemi ed esperte cli questi luoghi, purch~ naturalmente non fossero impiegali degli uffici provinciali scolastici. Ognuno che sia stato nel mezzodl con occhi aperti a queste cose sa dell'esistenza della ma• stra (si chiama ,nastra anche se è un 1nastro, come al reggimento la lavandaia è la lavandaia anche quando è un lavandaio) : questa mastra non è che la persona la quale, con o senza titolo, più senza che cmi, tiene una scoletta privata che va claH'asilo alle ultitne classi elementari. L'istituzione della 111asf,ra è dai pitt tenuta in 11011 cale e considerata quasi come un documento della miseria scolastica locale: le autorità, naturalmente 1 1a ignorano o la c01nbattono, invece a .me e sempre parso che tale istituzione meritasse non il disprezzo o l'ostilità, ma ~ attenzione più viva di quanti si occupano di questi problemi : anzi ora io ritengo eh<;_l'istituzione della « mastra • sia da considerarsi in senso largo come 1a base su cui fondare l'edificio della scuola popolare del mezzodl, come l'albero selvatico e nativo su cui innestare il polloue più domestico e fecondo. Anche nel Nord accade, o almeno accadeva, qualcosa di simile: assai numerosi erano specie -nelle scuole di piccoli e medi comuni rurali i maestri pervenuti al11inseguan1ento senza a;er fatto la scuola normale, muniti d'un titolo di studio anche modestissimo, abilitati poi io seguito; nè mancavano gli insegnanti provvisori. non « a- 'bilitati > del tntto. Le autorità scolastiche, dopo l'approvazione della legge Daneo-Credaro sono state inesorabili contro questi irregolari dell'insegnamento; io,· facendo qui in Brescia un'inchiesta di questo genere, bo udito dichiararmi con fierezza e orgoglio dal factotum di questo . ufficio scolastico che • avanti l'applicazioue della legge vi erano iu provincia di Brescia ben settanta maestre senza titolo, ·a legge applicata non ce n'era più neanche tlna, se non forse qualcuna su_perstite anuidata iu. qtialche spregiabile comudel popolo ne aulonot)'lO >; proseguendo l'inchiesta presso persone non «impiegate•, sebbene anch'esse colte e ragionevoli, 1ni convinsi che 1'elimiuazio11e degli irregolari non aveva per nulla migliorate le sorti della scuola rurale, nè della Bassa nè <le11 1!\ Ila Bresciana, chè anzi le nuove maestrine prodotte dalle normali di Cremona o di Brescia o di Rerga1no erano sl graziose, ben cal1..ale, bene incappellinate, ma, troppo spesso, l'umi1e « tollerata • <li prima, nata e cresciuta 11el luogo, che si reputava annobilita da quell'ufficio e ci sofferse tanto quando ne fu esclusa, , faceva la scuola .. assai meglio della e siguorina , che va e viene col tram., che manca spesso e volentieri, e che si cambia tutti gli anni o magari due ,·olte l'anuo. ... E di fatto lutte le volte che nel campo della scuola elementare rurale si è voluto fare in Italia qualcosa di buono e di concreto per dar la sciwla a chi non l'aveva, anche recentissimrunente s'è dovuto venire, o tornare, a questo dell'assunzione clel personale insegnante indipendentemente dal titolo cli studio. Nell'Opera delle Scuole pei contadini dell'Agro Roma.no « Passunzione degli insegnanti è libera e volontaria ~ e insieme coi diplomati vi sono altri insegnanti e non» ancora forn.iti di diploma, i quali se lo sono procurato... studiando e compieudo il loro tirocinio, utilmente, nelle scuole per i contadini ... ; altri i q-uali non posseggono il diploma, ma hanno una sufficiente cultura avendo frequentato, quasi tutti senza compierli, i corsi secondari ... ve n'ha alcuni che provengono dalla carriera ecclesiastica,. Nell'Opera contro l'analfabetismo, istituita col b. L. del 28 agosto ;921, gli insegnanti sono scelti dalle Associazioni delegate inclipendentemente dal titolo di studio, ed è anche per questa libertà cli scelta che l'Associazione per il Mezzog]orno, delegata per Sicilia, Sardegna e Calabria, riesce a impiantare in dieci giorni una scuola che lo Stato con i suoi organi non avrebbe messo in piedi neanche in dieci anni. Il disegno di legge che Benedetto Croce aveva allestito per mantenere, anz.i1 per restituire alle popolaziolli del1a Valle cl'Aosta e delle Valli Valdesi la loro scuola elementare progressivamente rovinata dalla 1'0Utine e dalla uniformità. burocratica, conteneva appanto, fra le altre, una disposizione la quale permetteva alle autorità di assumere all'insegna~ mento elementare nei comuni dd circondari di Aosta e Pinerolo • persone del luogo -anche non abilitate ,. Tre esempi, uno per l'estremo Nord, uno per il Centro, uno·per l'estremo Sud, da cui risulta che necessa1'iarii.ente, per ora, in Italia, se qualcosa si vuol fare di concreto per la scuola del contadino, si deve venire, an:iì tornare, al sistema eh 1io dico della « assunzione locale, e revocabile, se si vuole, di personale non abilitato]), Eh! lo so; la prevedo l'obbiezione cbe molti mi faranno. La coitura di questa gente. Renato Fu.ciui. e I niaestri della vecchia guardia, i maestri improvvisati_ subito dopo il r859, quando venne la frenesia di aprire scuole popolari, quando uOn c1erano nè maestri nè scuole normali;_ uno zuccone, un idiota qualunque, basta che sapesse scrivere la sua firma senza metterci troppi spropositi, era braccato come un Pico della Mirandola » ; i 1naestri come quello che dei suoi scolari zucconi diceva : « Ènno solida li, ènno co1ne l'ova: più si cociano e più ind.u.. 1'iscan.o 11. Lo so bene, ma il titolo a che serve? era bene laureato, era bene avvocato il sindaco di quel co· mune pistoiese, di cui parla ancora il Fucini, il quale, volendo dire che nella popolazione non c1era più l'accordo d'un tempo, diceva « che dopo l'affare c!ella fonte, c'è entrata la dissenteria, e 11011 è possibile metterli d'accordo]). Scherzi a parte, oramai è , pacifico • che il titolo non vuol dir niente: abbiamo avuto cinquant'anni di « titolomania », devono venirne cinquanta di • titolofobia ,. Del resto dal '59 in qua, volere o no, il livello della ·coltura media o poco o molto si è inalzato, e non è difficile ora trovare in tutti i comuni rurali persone che, anche senza aver la patente, sono in grado, se ben dirette e ben vigilate, di tener bene una classe elementare nel loro paese. Sì tratterà, se mai, questi insegnanti, non solo di assumerli ma an~ che di guidarli, di migliorarli (come del resto van facendo la Direzione delle Scuole del!' Agro, e l'Associ.azione pel Mezzogiorno) con visite, suggerimenti, corsi di perfezionamento a base, non cli conferenze pedagogiche, ma di lezioni modello, libri, ecc. Anzi questa potrebbe divenire la scuola uormale ideale, la « scuola in azione l'J, la scuola del a doce-ndo d:iscitu,1' » : l'u.11ica scuola capace di darti i maeshi <:ome Arcangelo Verta, « pastor:e cli pecore fino a dieci o dodici anni. .. allievo di chiunque potesse inseguargli qualch~ cosa,, poi maestro, poi etnigrato; poi soldato al fronte, mutilato, poi ancora maestro 1 o: maestro in casa propria, colla lavagna rotta e i banchi preistorici ... per tutto arredo scolastico », qµindi sognatore della , scuola bella» per· il stto villaggio cli capre, e finalmente creatore, •con l'aiuto della brava gente, della Scuola Torino di Sant'Angelo di Cetraro. Del resto, se anche non persuadono quebti ra· gionamenti e questi esempi, bisogna farsi capaci di questo: che per dare al mezzodl della bassa e dell'alta. llalia la sua scuola rurale, per ora, si de,·e passar di Il : assumere in luogo e pro te,n,.. pore personale 11011 abilitato; se non altro per q11esta ragione che, se anche fosse possibile trovare oggi t1<tU gli insegnanti abilitati che occor• rono per tutte le classi che si devono creare nei vari Sanl' Angelo di Cetraro e Fumero di Sondalo delle varie Calabrie e delle varie Valtelline d'Italia, non ci sarebbe, con gli stipendi attua• li, nessun bilancio di nessun ufficio scolastico nè provinciale 11è regionale capace, nè per oggi, nè per domani, cU reggere alla spesa uecessaria. E questa del risparmio che si potrà realizzare col sistema eh 'io predico sarà forse, in u.n avvenire ucanchc lontano, la ragione che farà adottare, anche su scala 1nolto vac;ta, il sistema stesso. li materialismo storico e la paura del fallimento fanno, alle volte, di questi miracoli. Ed ecco io torno, a1 momento di concludere, alla mia idea: creare una scuola libera. La mi.a idea fissa, dirai tu, un poco indulgente e un poco spazientito. La mia idea fissa, sia pure, ma tu, caro Gobetti,. hai torto di sorriderne e di spazientirti. lo ho sempre creduto, e l'ho detto auche su R. L., che la libertà della scuola è la sintesi di tutte le libertà, e l'azione per questa scuola libera è la sintesi dell'azione liberale; tu, -allora, non hai detto di no. Ho detto più di recente che la reazione della scuola libera locale interessata, alla scuola-laico-retorica ribattezzata iu iscitola nazionale sarà una delle forze su cui si potrà contare per la riscossa contro il fascismo predominante; non capisco perchè ora queste affermazioni non possano più avere il carattere di· verità e di attualità che avevano prima. Anzi, se il colpo di stato fascista è in parte, come ho dimostrato e ammesso, un rafforzamento del regime vecèhio, una « riacutizzazione , di, quella dittatura cronica che ci deliziava da decenni, io credo addirittura che qnella che prima: era m,a verità adesso sia la verità, e che l'azione per la scuola libera, che p1 ima poteva ancora parere o accademica o differibile, adesso sia divenuta praticissima e improrogabile.' gbesia quella che ha fatto maggior profitto, mc-ntre quelli del • proletariato , non appresero bene quell'arte? Le mgioni saranno molte, mi son risposto, ma /.a ragione tni pare debba essere questa: che una borghesia. in Italia, o bene o male, esisteva, un proletariato, no; la borghesia. italiana da,1 ',il! al 'r8, attraverso una rivoluzione e una guerra, con llllA mentalità teoricamente anticlassista, aveva acquistato figura propria. e autonoma coscienza di classe : un proletariato it'.!- liano, in cinquant'anni di preclicazione classista e in venti cli pratica collaborazionista, non s'era potuto creare. In Italia, la prova chiara e lampante se n'è avuta ora, nella crisi fascista, 1lOll esiste il proletario, esiste solamente il • popolano ,. Siam.o , ancora là: al popolano che, nelle convulsioni po-- litiche o guerresche, segue il borghese, come lo scucliero il cavaliere, dividendone i rischi senza comprenderne gli ideali; al popolano che, al tempo delle sette e delle congiure e delle occu• pazioui, accoltellava • l'alemanno• nei fossi di Alessandria. o nei trivii di Livorno, come, dopo l'unità, andava a caccia di « polizzi », la notte, lungo le rive cli Porto Corsini. Per un pezzo io ho creduto che codesta figun, ciel • proletario • non. ci fosse, nè da noi nè fttori, ritenendo che non ci potesse essere iu natura un • proletario•; e pensavo che, essendo la borghesia una cl.as6e , a ruoli aperti >, a mano a. mano che dall' kwmus della plebe qua.J.cnno si sollevava per ricchezza di danaro o di cultura, questo qualcuno sùbito ,·enisse naturalmen.te ad. essere collocato nella borghesia, che era, in sostanza, la classe « 01nnib1ts •, che, anzi, non era una classe ma era la -nazione. Questo l'ho creduto sino a ieri: oggi non lo credo più. Vedendo il fascismo all'opera, e cogliendo, nei giorni del colpo di stato, non le parole, chè poco si parlava allora, ma le espressioni dei volti intorno a me, io ho a vnto netta la sensazione, anzi la visione., che la « borghesia -, non era la nazione ma era una classe, cioè nn individuo sociale con una sua anima, con una sua. maschera, con un suo ,·olere, con un suo parlare; e che questa persona • sociale , , e forse anche e etnica» non era larga e invitante, e accogliente, ma era, adesso, esclusiva e rinchinsa, era « o con o contro di noi,. E contro dì lei, l'altra classe, il quarto stato non resistette perchè non esisteva : o, per lo meno, se esist.eva, era aurora qualcosa di incerto, di amorfo, di - nebuloso. Ci sono molti in questo momento in Italia i Ma quello che non è, sarà, quello che è amorfo quali •ripensano ai tempi e ai luoghi in cui una e nebuloso piglierà forma e consistenza, in un maggiore o minor parte del nostro paese era sotto domani più o meno lontano; è la legge: la borio .straniero, sotto • gli Alemanni • come diciamo ghesi.a ha trovato se stessa quando fu stretta alla in Piemonte; ebbene ripensiamo anche noi a gola, non dico dal proletariato, ma dal e popolo • quei tempi, e ricordiamoci di quel che. fosse la travagliato dalla gestazione del proletariato; il scuola, libera e locale, per quelle minoranze di proletariato troverà se stesso sotto la pressione Itali.ani viventi in servitù; scuole comunali di della borghesia infellonita. Trieste, scuole della Lega Nazionale in Istria e via; pensiamo, sempre senza uscire dai nostri confini, a quello che è divenuta la questione della scuola nella cimose tnistilingui del Trentino e della Venezia Giulia tanto per gli allogeni che per gli italiani; e, senza uscire dal nostro Piemonte, pensa a quello che è ridiventata la questione della scuola elementare per i franco-italiani cli Valle d'Aosta. Ora, facciamo conto che esistano ad.esso in Italia delle tninoranze, che, per mutate, o peggiorate condizioni politiche, vivano, o si presumano di vivere (che è lo stesso) in istato di minorata libertà, e che siano, o si sentano, tra le maggio- . ranze od ostili o inerti, delle vere e proprie tniuoranze allogene, se non per lingua, certo per origini etniche o sociali e per finalità ideali; ebbene, quale questione più urgente per codeste 1niuoranze che quella di organizzarsi la propria scuola, per foggiarsi, o affinarsi, in essa la propria coscienza, e prepararsi a conquistare il diritto di vivere la vita propria nella compagine statale? Perchè io sono cosi entusiasta dell'opera che Lombardo Radice e Isnardi van facendo da due anni in Sicilia ed in Calabria, lavorandovi per conto dell'Associazione del :Mezzogiorno e per delega dello Stato a crearvi la scuola elementare in regime di libertà e di regiona.li,s,na? Specialiuente per questo, perchè quel Siciliauo fedele alla Sicilia e quel Piemontese inuamorato della Calabria, lavorano insomma per dare a quelle due isole, o meglio ai çontacliui di q,ielle due isole una coscienza I.oro, una persoualità loro. senza della quale non potranno mai vivere la loro "Jita (conquistar la loro libertà) uella compagine nazionale. Fino alla vigilia del colpo di stato fascista, che per me, è entrato nella sua fase risolutiva col ministero Bonomi, dopo le elezioni del '2r, io duravo fatica a credere a.Ila fatalità e alla realità della a lotta di classe•; adesso, clopo il colpo, ci credo, perchè, mentre prima la udivo soltanto predicare sconclusionatamente nei comizi e nei giornali, adesso io l'ho vista combattuta effettivamente per le strade e per tutti gli organi della vita pubblica. Ma dai recenti casi io bo ricavato anche un altro insegnamento, oltre quello della realtà e fatalità della lotta di classe: ho iuteso cioè che mentre la p,·edica della lotta cli classe era venuta sempre dalla parte del • proletariato • alla resa dei conti il regola.mento di codesta lotta, quello serio, è venuto dalla parte della • borghesia ». E perchè mai, mi son domandato, alla scuola della , lotta di classe » è stata proprio la bor-' E qui le vie, almeno teoricamente, sono due: o il perdurare dell'c infelloni.mento>, cioè la persecuzione, o il riprenders], anzi l'iniziarsi dell'apostolato, dell'ed1<cazio11e. In Italia alla -possibilità di una persecuzione lunga, sapiente e sisteIl.latiea d'una razza contro un'altra, d'una classe o d'una credenza contro un'altra classe o un'altra fede, io ci credo poco; ad ogni modo staremo a vedere. Più credo nella necessità di battere la seconda via, quella dell'educazione. E per questo fine, fra i mezzi più acconci, tu non mi vorrai negare che uno dei più acconci sia la scuola, e che tanto più acconcio torni questo mezzo, quanto meno aperte sono, in !egime di non libertà, le vie che a t~ paiono maestre, clella stampa e della lotta politica. Se un proletariato in Italia non c'è, ma se c'è invece l1ll , popolo> sempre più inclinato a di- \·entar « borghesia minuta », una delle ragioni \"a anche cercata nel fatto che in Italia non c'è stata, noncbè una scuola del proletariato, neanche una scuola del_popolo. E se per il • popolo >, e anche per la borghesia, in fondo, e anche per l'Italia in sostanza, è bene che da questo popolo, di fronte a questa borghesia si esprima questo proletariato, uno dei mezzi per ciò sarà anche la creazione di questa scuola del proletario, del! 'operaio, del contadino, di cui son venuto dicendo in queste lettere. Senza perdere d'occhio tutto il resto, io credo si dovrebbe sùbito tener in tnira anche questo punto della scuola. Anzi, siccome per ora, e forse, per un pezzo a tu.tto il resto poco si potrà badare, ic;>credo che converrebbe cementare ora tutte le uostre attività nella creazione di questa scuola, locale1 tecnica, interessata, libera. E la libertà? mi dici tu? Come esser cosi ingeuui da attendersi una libertà da. chi toglie la libe,tà? Al che io potrei anche rispondere, ritorcendo, che è forse troppo aprioristico, ritenere che possa togliere la libertà chi par disposto a concedere una libertà. "Ma queste non sarebbero che inutili schennaglie di parole. 'Io dico, e ho finito: poniamo pure il caso della pitì perfetta eclissi di libe1tà, perchè una nostra unione per una nostra scuola nou potrebbe divenire il col/.egimn Uci.twn mediante ii quale ottenere le ùn1nunità necessarie per lavorare, come intendiamo noi, alteri seculo? Se in quest'altro medio-evo accanto alla chiesa sorsero le scnole, alcune delle quali furono anche le prime séuole del popolo, perchè, in questo nuovo medio-evo, all'ombra della scuola non si potrebbe tener in vita la nostra Chiesa? AUGUSTOMoNTr.

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