La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 10 - 17 aprile 1923

44 LA. RIVOLUZIONE L!BERALE I·I gigante cieco Il Fascismo potrà far bene o male, potrà sconvo]gere disastrosamente, tanto da fornirci laYoro di ricostrnzione per anni infiniti, o potrà di colpo e d'impeto, con .maggiore o minore coscienza, superare problemi davanti ai quali la nostra ragione cozzava impotente ma, fin dal suo sorgere è trionfare, a tutti coloro che in qualunque misura sapevano vivere di pensiero, ha dato un male, un senso di umiliazione e di pena, che potrà essere, sl, compreso e superato, ma che sarebbe colpa dimenticare. Tutto quel che si va febbrilmente pensando e intendendo in questi mesi torbidi, ha bisogno di essere ricordato e approfondito: poichè ora le forze oscure, che· sempre vogliono ritardare l'espressione libera entro èi noi, trovano un poderoso alleato, più ancora che in qualche transitorio divieto o minaccia, nell'atmosfera stessa, che sembra voler arrestare l'opera di pensiero e di critica in una calma rassegnazione di attesa. Lo spirito d1umiliazione, appunto, è tutto qui: che cosa vale rodersi pensando, costruire piani e schemi, o criticare i comalldi ricevuti? Un 'azione energicamente compiuta da altri cambia le forme del nostro pensiero, ne ann.ulla qualche volta :fi,n il ricordo, o lo 'fa divenir rimorso. Meglio è aspettare, poicbè tutto può darsi, e 1a sorte è caso: per intenderla, avvicinarla o scongiurarla, valgono meglio i manganelli. Per troppo tempo le azioni si esanrivano nel vano parlare o pensare : adesso c'è chi fa. Meglio tacere e cos3, attendendo, umiliarci e puDirci. Può darsi anche -ne nasca un bene. Ora, proprio questo senso di stanchezza, che ha preso, sia pure per un momento, anche i più forti fra i non fascisti, ha bisogno di essere ricordato e approfon\lito, poichè, fra tutti i fini che il Fascismo poteva proporsi, questo forse -è ·il supremo. Meglio ancora: se, per perpetuarsi e affermarsi come stabile dominio, il Fascismo tende a diffondere questo rifiuto a liberamente pensare, è perchè esso stesso sorse da uno stato d'animo strettamente analogo. _Stretta mentalità di guerra, cioè, che vuol perpetuarsi nel dopo-guerra, con tutte le sue restrizioni. • Pensiamo : per quattro anni, milioni di uomini sono stati ravvolti nella più atroce atmosfera di caso, nell'attesa o nel timore frenetico di un proiettile che troncasse la vita propria o quella -.di un esserè caro, o di una incursione, o di una epidemia, o di un ordine irresponsabile e definitiYo, o di una lettera anonima, o di una congiura, o di un odio ... Per quattro anni, il Fato non scongiurabile ba dominato sovrano - e tutta l'azione e la intelligenza degli individui singoli si limitavano a dirigersi verso qualche scopo ristretto e nettamente determinato, sì, ma enor-: mero.ente sproporzionato anche con la causa generale in cui si inquadrava. Le azioni stesse compiute, poichè assai raramente volute· nell 1intirno, dissolvendosi senza' poter più essere ricostntite, lasciavano negli animi solo una aumentata capacità. Ognuno forse aveva sofferto e vissuto più di quel che Yoleva la sua misura, ma gli elementi di sofferenza stessi, impregnati di caso, .se n'erano andati, ·o potevano essere ricostruiti solo come mito benefico : ma non si può essere combattenti e nemmeno ex.combattenti tutta la Yita. Quindi, un distacco pauroso fra l'aumentata capacità degli animi e la reale esperienza di vita, fra la maturità dei sentimenti e la cultura concreta, fra gli sforzi e le sofferenze individuali e il fatto quasi inumano, che anche dall'apporlo di questi sforzi e di queste sofferen7.e si era alimentato. In questo squilibrio, in qi;esto vuoto ogni giorno dilatato, l'indeterminatezza. delle aspirazioni vaghe poteva convertirsi poi indiflerentemente in am1etismo, o in azioni fatte per agire e sentirsi vivi, o in ricerca senza pudore del proprio interesse o piacere. l giovani, tornati dalla guerra, senti\·ano la possibilità di dh·enir tutto, per la passione e la ;orza che si era sviluppata in essi, ma, nella grandissima maggioranza, troppo scarsi erano gli elementi tecnici, nel senso letterale della parola, che permettessero a ciascuno di raggiungere la. propria mtta. - fosse assestamento pro- :e~sionale, o idea <la intimamente incarnare. O Je intenzioni si dissoh·ono ne1la loro espressione verbale, o la forza se ne va per la propria rnvida via a cercarsi il suo scopo. - Sempre, in tempo di pace, lo stesso dissidio, intuito e sorto in guerra, fra stati d'animo troppo intensi, che non si possono più rivivere, e conctizioni di vita presente, in cui non si può più vivere - dissidio che si comprende sia stato particolarmen.te grave in uJ1 popolo, che non aveva akuna esperienr..a e preparazione di guerra e di dopo-guerra. E' la guerra che non può arrestarsi, perchè fl fen·ore nato da lei non sa placarsi nel ritmo attenuato delle opere e della mentalità di pace, ma, investendo ogni aspetto della vita, lo rende febbrile e assurdo: punizione forse di un popolo che troppo breve ha la storia recente, e troppo poco ha conquistata la sua libertà. ),fa bisogua pur uscire da questo stato d'incubo. Se non si erede, si ha pur volontà di credere; se non si vuole, si ha pur volontà di volere : pur di arrestare la \·ana girandola ùi tutte le cose ugualmente possibili e ugttalmente effimere, megJio è fennarsi a qualche idea più ,·icina, concreta e nobile, e far centro li, per sentire e far sentire Il tutta la propria forza. Ecco : con un colpo di forza, il gran vuoto può colmarsi, e rivelarsi elemento di libertà; poichè tutte le forme di attiv~tà e di pensiero si equivalgono, un colpo di forza solo potrà darci la nostra forma e la nostra misura : tutto quel che si vuole si può, tutto quel che si può lo si è voluto, tutto quel che è voluto e potuto, è giusto. Cosl, da questo affidarsi all'azione, da questo p1·obabilismo e vertigine di guerra insieme, nasceva ·n Fascismo : il più forte sforzo per interpretare la guerra, compiuto con piena 111.entalitàdi guerra - senza uscir quindi da lei, ma perpetuandola e diffondendola nell'intimo. Chi crede all'elemento volontaristico del Fascismo, sbaglia, poichè grossolano errore è confondere la volontà, che sa le proprie mète e i propri limiti, con la volontà di volontà, che solo nel successo della azione può riconoscersi. Se proprio l'esperienza di guerra aveva creato una forma, una facoltà di :intendere e di vivere, più che una qualche fede o sostanza che desse un contenuto, nel riviverla passionatamente come guerra portata nell'intimo c'era la speranza di colmare questo vnoto. Si voleva far 'gllarire il male, proprio facendo ritorno al1e forme e aua mentalità di guerra da cui esso era sorto ; se proprio non si poteva fare la pace, ma tutto attorno era confusione, arbitrio e case, meglio era deliberatamente tornare allo ~pirito e quasi alla vita dì guerra, che almeno aveva una sna bellezza maschia; se il tormento di quattro anui non poleva tradursi o inserirsi in forme normali, meglio cercare, da questo stesso tormento, di estrar le forme di vita nuova, sia pure portandolo a tutto :investire e dissolvere. Veramente, a molte porte avevano battuto i giovani che poi si affidarono al caso ·e alla lotta per creare il Fascismo - e della colpa di non aver loro risposto, di non averli capiti, non vi è nessuno che sia innocente, nè maestri nella scuola; nè uomini pratici, nè partiti politici : meno di tutti, il Socialismo. In realtà, ·invece di aiutarli a esprimere le loro sofferenze e aspirazioni, li si lasciarono in disparte quasi ammorbati. :Ma essi avevano la forza : e tutto lo studio e l'esperienza di scuola e di vita, che essi non sapevano più fare, poteva rivelarsi poca cosa di fronte alla loro forza - vendetta atroce ai saggi e ai potenti che non avevano saputo accoglierli. Intimamente, il Fascismo è nato da un difetto di cultura : ma gran colpa di questo difetto è nei maestri. Colpa enorme, se essi hanno permesso che i giovani tornassero atl inasprire ed eternare il male proprio a11a fonte del male stesso, quasi le ferite inferte dalla più atroce deÌle guerre, fossero come quelle d~1la. lancia che trafisse 'Gesù. Cosl nacque il Fa5cismo: per spiegarne l'origine non c1è bisogno di ricorrere ai comuÙisti, e per intenderne la deformazione intima sarebbe inutile e forse anche falso dar troppa importanza a qualche episodio dj malvagità o di corntzione. i\!Ia il grande pericolo, la de1icatezza estrema òe11a situazione, quando in essa viene ad insetirsi l'opera violena del Fascismo, è qui: che noi siamo in Deniocrazia. Ora, tutto è possibile in Democrazia: perfino l'annullamento della Democrazia. Tanto ,Si è liberi, elle è possibile 1'a1111ullamento della libertà. C'è sempre poi un filosofo cl1e g;iustifìca tutto questo e accetta con la sua sola presenza di ratificare un Governo « di ricostruzione 11. i'I~ non cosi i1npu11emente si Yio]a Ja Democrazia: ·se essa è tantn libera da pennettere fin Ja sua soppressione, svolge poi questa soppressione stessa secondo i suoi metodi intimi: poichè folle è chi crede tulta la Democrazia consistere negli imnwrta!i principii, e non piuttosto che essa sia atmosfera del nostro tempo, ritmo della. 11ostra vita. Questo, appunto, nel suo intimo è la Democrazia: moderna ripercussione, trasmissione, fulminea come i suoi rrezzi di comu11ic:1zio11c, dell'esl'.:!mpio, delle ·conseguenze cli ogni atto per ogni più lontano indiYiduo e per ogt'!i più profondo strato sociale -- giudizio immediato che si svolge, per così dire, 1Jc1lospazio, e che e la negazione qnindi de~ regin:i individuali assolutistici. per propria natura essenzialmente storici, svolgentesi nel Tempo. (Espressione di questo, il suffragio universale: diritto di ogni individuo a far srntire la sua Yolontà nella ùirezio11e generale degli affari, poichè in realtà ogni atto ha su lui una intlueuza quasi imme· diat:i). Tutto quindi assurge a politica, tulto è oggetto di valutazione giU,ritlica: per questo,. prorligiosaniente delicato è operare, vivere poli• tiramcnte, gcvcrnare in Democrazia. Tutlo ful- ·milieamr::!1tesi c1iffonde, e, (li!fondendosi, si ingiganlif>Ce: il bc:ue come il male; il pensiero individuale e di tutti nl. di pari passo con ]'a- ~ione, e Jegitt.i111ame11tela sorveglia di continuo, per frenare, contro1Jare, appunto, questa sua tend":"nza a svolgersi all'infinito. Critica ininter• rotta, cioè diritto e necessità di critica : e tutta impn:gnata cH critka appunto è la nostra epoca, ben più c:hc volta a treare grandi sistemazioni sub specie O?lernitalis. Critica che si svolge in ogni tc,;ta, pokht su ogni testa cado110 le cousegutnzé delle ~zioni; critica che si manifesta come libertà di Ycto e libertà di parola, di pcnsierv, (]i azione. Ora, chi voglia essere dittatore o tiranno in Democrazia, prodigiosamente addentro e nell 'intimo bisogna estenda il dominio del suo prepo· tente volere: non gli basta impossessarsi degli organi dello Stato, ma bisogna sopprima nelle teste il diritto di critica e di libertà, battendo coi manganelli, e fin nelle Yiscere gli è necessario andare, con l'olio di ricino. Così si vendica la. Democrazia : portàndo, sia pure nell'annulla.- mento di se stessa, all'estremo di diffusione fulminea il principio che vuol violarla: se essa è, più che costituzione politica, critica e libertà, per ucciderla bisogna stroncarne l 1intim0 : il pensiero. Ed il priucipio di negazione continua a svolgersi così, a11'infinito: il gigante ha ucciso in sè la possibilità di vedere : resta gigante, ma cieco. Nesstrna tirannia certo è così paurosa come quella che si svolge con la spietata minuzia e col ritmo torrenziale della Democrazia. Ora, è possibile che i giovani del nostro tempo, per uscire dall'amletismo accentuatosi nella guerra, abbiano voluto questo per stroncare il vaneggiamento della libertà e della critica nel vuoJto, senza appoggio di azione, è possibile si siano risolti a non vivere, alla loro maniera, che di atti pur-i?... Badiamo : di quello stato d'animo culminato nel Fascismo, tutti siamo responsabili. Nella nostra epoca intimamente democratica le esperienze devono essere fatte in loto, per masse : qneste esperienze sui limiti della Democrazia e sull 'essenza della Libertà, che, compiute da popoli più avventurosi, prendono nome là di Bolscevismo, qua di Fascismo, vengono necessariamente quando non si sappia far sentire, a chi ne avrebbe più diritto per maggior sofferenza o intelligenza o lavoro, cosa sia Democrazia e Libertà. Guai se in epoche moderne qualche idea o funzione diviene monopolio di alcuni gruppi, ,del- tutto inc0111prensibile per altri! Ora, a questo, appunto, si era arrivati dopo la guerra, per la muraglia di incomprensione che ci teneva divisi a compromettere o ad isolare Io spirito di Democrazia, che era divenuto monopolio di alcuni, più che per volontà di accaparramento, per incapacità a tradurlo e farlo intendere nella più recente esperienza dei giovani. Tutta la tragicità del nostro momento, è qui: queste esperienze compiute sui limiti della Democrazia, per sopprimerla, ma col suo stesso ritmo, possono essere irreparabili, senza ritorno. l\riostrando come r'apidamente si possa capoYolgere con violenza una situazione, si sYelano segreti tremendi e che sarebbe convenuto tener • nascosti con ogni mezzo, si arresta quel movimento di organamento e •di disciplina intima della Democrazie., eh 'è poi il movimento e la dignità stessa del pensiero. Si toglie 1a volontà di critica, si diffonde quello stato d'animo di rifiuto a libera.mente pensare, da cui è sorto il Fascismo e di cui ·si alimenta: e si crea cosi qualcosa di mostruoso, di cieco, di metallico, con cui quasi par di non poter cotµunicare, poichè non vi è comtwanza di linguaggio e di penbiero. Poichè questo infine è il Fascismo : una tragica frana. un blocco formato da quasi una intera generazione di giovani, per la lenta erosione scavata dalla sofferenza e dalla incomunicabilità in guerra e nel dopo guerra, si è staccato bruscamente, con la violenza iudomabile dei fenomeni naturali, da quel ch'è la linea di normale svolgimento del proprio paese e della propria epoca. Enorme è la respon_sabilità di chi non si accorse della erosione, e forse ancora oggi non la intende in tutta la sua gravità, mentre si vanno spalancando baratri dove erai1 strade e tracciati di strade, e il blocco di una genera;ione, della migliore forse che potesse avere l'Italia, va rotolando per la propria china. Può darsi che, dopo, i1 terreno sia più sicuro, fecondo e solido, e che, in questo sgretolamento e screpolamento fin nel profondo, ricchez.ze insperate possano veuire scoperte; ma può darsi anche che beni preziosi possano andare per sempre perduti. E questi « pnò d.arsi » sono l 'umi]iazioue del pensiero: il cloYere immediato ora è di far argine, con la propria coscieuza libera. Qui non si parla con odio del Fascismo: la riYoluzione o la collaborazione, elle si esaurh·ano nel parlare ùi rivoluzione e di collaborazione e il Fascismo che, spregiando la parola e la cri~ tica, vuole affermarsi solo nel fatto, sono tutti sintomi ili un male inteTiore unico, uato dalla guerra. Kemmeno il Fascismo, con tutta la sua violenza, può uccidere questa sorta di solidarietà intima, nel male, coi suoi 11e111ic: i tanto meno, può impedirci di riconoscerla. 'Ma c'è qualcosa cli più profondo e umano nello stesso tempo, dell'odio, ed è. il rifiuto netto, Yigoroso, a continuare più oltre, con viltà o con pavidi i-avvicina1nenti, in questa solidarietà nel maJe. Poichè si è esclusi dalla azione e dal potere, non mendicarne le briciole, ma rivivere intimamente ogni azione compiuta dagli uomini al potere per liberamente giudicarla. In Democrazia, nul1a si può rimandare a un domani, tanto meno la libera attività di critica e di pensiero: poichè tutto in essa vive, si svolge contemporaneamente, attualmente, nello stesso spazio di tempo. Ogni azione o inazione viene fulmineamente giudicata e teude a divenire irreparabile, se si abbandona il proprio campo e la propria fnnzio11e: ora, 11e1laprcparazioue e nella salvaguardia del domani, gli uomini liberi hanno una magni- :fica funzione da compiere, un àurissimo €:quilibrio da ristabilire, solo con il rifiutarsi a tacere quando vi sia qualcosa di intimo da dire - quando vi sia una sofferenza o una pena che dia ciiritto alla parola, A~meno che non vogliamo p.roprio che, per una serie di atroci equi,oci, per deficenza di cultura intima in alcuni, di co- ·scienza in troppi, diventi di sempre quell'abisso scavatosi per la erosione e per cader di frane· fra una generazione e le altre, e in cui sembra quasi aver trovato forma- il gral] vuoto intime nato dalla guerra; e cosi con la continuità spezzata sia: irreparabilmente compromessa la libertà. Poichè forse occorreva tutto questo .dolore cli oggi, questo atroçe spirito di guerra portato nell'intimo, per far sentire come bene grande sopra ogni altro, come giustificazione unica alla Vita, sia la Libertà. MAx Ascou. . PIERO GODETTI - Direttore-responsa-bile O.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. PIERO60BETTl --Editore TORINO - Via XX Settembre, 60 :Jn vendita-- p_ GODETTI LA FILOSOFIA POLITICA DI V- ALFIERI Lir'e 6 A., Dr STASO IL PROBLEMA ITALIANO· Lire 1,50 DomNGO MoDAC EPISTOLA SERMONEGGIANTE ALLA SOCIETA' DEGLI APOTI L!r'e 2 ENERGIE NOVE 19.18 -1920 Collez. compi., 1 voi. di p. 450 in 8° grande su 2 col. Lir'e ao con scritti di L. EINAUDI, Grov,1.,nn GENTfLE, A.>1GELO TASCA, ANTONIO Gllirnscr, G. PRATO, u. FOR- :ME.i."ITI!U, 8. CARilIELL.A, ECC. Di~ponibili copie dei numei·i 1, 2, 3, 4, 5, 9, 10 (1' serie) I, 3, 5, 6, 7, 8, 10, 11 (2' serie) U.-e 0,60 ciascuno :JmminentiCollezion''e POhEfdlCli,,E N. 1 N. PAPAFAVA BADOGLIO A CAPO:R.ETTO Lire 4 N, 2 U. ~'OR>IENTINI - GERARCHIE SINDAÒALI Lire 3 N, 3 P, GODETTI DAL BOLSCEVISMO AL FASCISMO Lire 3 Per g;i abbonati alla Rivoluzione Liberale i 3 volumi Lire 8 BiblioteedaellaRivoluzionleliber,ale N, LUIGI EINAUDI CAPITALISMO E MOVIMENTO OPERAIO N, 2 N. 3 LUIGI SALVATORELLI NAZION AL-FASCISMO Lire 5 GIUSEPPE STOLFI LA BASILICATA SENZA SCUOLE Lire 6 Ediziondi 'atrte FELICE CASO RATI - PITTORE 50 opere con testo critieo di P. GODElTTI Lire 30 :Jn prepara;;:ione; CARLO CARR_, e Prnuo GODETTI ANTOLOGIA DEI PITTORI ITALIANI AD1UA..1\'"0 'l1IT.,GI:JER GOLDONI u. ZANOTTI BIANCO STUDI DI POLITICA ESTERA.

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