La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 9 - 10 aprile 1923

bi ,- rinnega,re il dogma in quanto tale, e la fede nella sua 'verità a.ssolula.... La. libera concorrenza piiò propu.gnar/,a,l'eresia, _clieè nati,.ra.lmente antidogmistica.: non il dogma. che d'eve essere nssolu to ». Lo Stato, convertendo /.a scu.ola in ca111po ap'erto·alle con·,.petizionifra i partiti, ed esponendola a. diventare str-u.,nento del/.a sopraffazione di u.,ipartito sopra 11.ittigl,i altri, firma wna spaventevole cambi:ale in bianco, ed • è deplorevole che fn·oprio un governo il quale professa di voler ·ri,orislinare i. più aiti valori 1n ora.li a.bdichi a queUa funzione dello Stato che, ·insie11iecoll la gi.-ust-i.zia. 1 1'eca.sopra. f1t,tfe spiccataine-nte iinp-,·esso il caratte1'e etico. 3. - « Esame di St.~/,() »: ecco un'altra delle .formttle la1,111a.turgiche,c. he si presu.111-0-no cont.enern in. sè la ù,dicazione del sictwo 1'imedi.o per tutti i mnli. Il Mandolfo considera. l'esame di. Stato soltanlo dal pim,/.o di vùla. della infli,enza ch'esso potrebbe esercila,re sopra il funzionamento delle scuole medie: t qui la esper-ie112agli offre g/1: argo111entipiù poderosi. Esame di Stato era qtiell'esame di -magistero che vigeva in Piemonte p·rima del- ' 59 e la cHi abolizione fu salutata come una liberazione : le sue conseg,ien,ze perniciose s1illa preparnzione dei giovani furono ·iU.ustrnle in j,agine 'memorab-il~da Carlo Cantoni : ad esso corrisponde in Francia. il Baccala11.réat,nel q1wle il La-visse, ·il PoincMé t altri in-sigli i wvvisarono il P.ri.1tcipaleresponsabile dei mali della swola media. Esame di Stato è, fra 1wi, i.'esnme di maturità, che fra. i Hoslri istituti scolastici s,: segnala per a·ve-i·fin dal suo sorgere sol./eva.to più aspre e concordi censure, largame·nle convalidate dalla prova che in qi,.esti vent'anni se ;,'è fatta. Esame di Staio è quello che abilit,i all'esercizio della professione di p,row.- rntorn, e del quale non è che troppo 11.ota l'asso/1,ta in.ef!ica.ciaper la selezione dei migliori. Esame ,li Stato, infine, era quello che 1•eni-,m0•1'dinatoanmw.!·111en.tperesso le Facoltà di Lettere pe,, l'abilitazione all'insegnmn-enlo delle Lin.gHe straniere : e convien • ritene1·e che i risultati non sieno stati buoni, ·se qu.elle sessioni sono state soppresse, prop, io da Benede//o Croce, che è tra i pi,ì. ai,- lorevoli Patrocinatori dell'esa.me di Stato. Co,nbàttere questo significa opporre la pacata riflessione a una infatuazione 111iracoli.- s:ica1 che certmnenle r-,:serua l.e più a·mare delusioni. E' illiiso-ria la spemnza. che l'esame di Stato valga a portare la nostra. gioventù fuori dalla crisi m.ora.le che la t.ra- "oaglia, isp-irando quel ferv01·e intirno e cont·inualivo e q·u.ella consapev'Olezza costante del dovere e della responsabilità mora/.e, da c1.i nasce e si costituisce la disciplina,. E' illusione che il ton.o della 1.,-itas.colastica possa essere ele-va.toda una. riforma, onde ta funzione scolast.ica verrebbe a risolversi essenzialmente nella. prepa.razione !Jll'esame : il 'valore educativo di questo vien meno quando l'atto dell'esame sia distaccato dallo svolgimento degli studi : se la scuola vuol p1'eparare ·veramente alla vita, deve anch'essa., come la vit.a, essere una pro-va continua. e n.on saltuaria. E il distacco si accentua, se l'1,ffici.odi esaminatori sia conferito ,wn agli insegnanti stessi che hann.o istri,ito l'allievo, 1na a c0111.1n·issari estranei. Gli esmnùwri., alla fine, saramw pur sempre i professori pubblici; e questi, se sono incapaci o indegni debbmw essere eliminati: in caso contrario, è iniquo e pericoloso esautomrli, negando loro la qualità di giudici naturali della propria scolaresca, e argomentando dal!' esi lo delle prove che questa sosl!Ìene, la misura delle lo-10 attitudini, ed il valore dell'opera che prestan.o. Insegnare e giudicare non sono . due funzioni distinte e separabili: sono u.na stessa ed unica funzione nella concreta unùà della ·uita scolastica. Qt,esta unità che l' esa.. ,ne continuo cementa, -viene spezzata dallo intervento periodico dell'esaminatore estraneo : la presenza i,a,-visibiledi costui, l' attesa della pro-va solenne che do-<Jrdcìecidere in un'ora il risultato di molti anni di lavoro, son.o una ragione di profondo turbamento, tolgono alla vita di scuola quella serenità che è condizione della sua efficacia educativa, fanno prevalere la info-rmazione sulla formazione, l'appariscente « meublage de la mémoire » sopra l' esercizi" delle superiori attività intelletttwli. Nè si dica che ci sono esami ed esami, che l'esame di Stato sarà non somma di valo-ti eterogenei, con:-uenzionali, puramente scolastici, ma prova cli tutte le capacità che l'alunno abbia via via acquistalo, perchè si nwstrerebbe d'ignorare la psicologia così dei candidati, che pure è stata largamente studiata, come degli esaminatori, che il M. fa Oftgelto di acute osservazioni, rappresentando con efficacia il fatale dezenerare dei loro • lavori forzati» in arido meccanism.o, oscillante fra una severità cl1e può offendere la giustizia e una indulgenza che lo1tlie serietà alle prm:e. O ,!?'liesaminatori saranno legione, e la quantità sarà aécresciuta a spese della qualità : o saranno pochi, e la nwle del lavo,,o renderà i J?iudizi superficiali e la prow fretolosa e insincera. Per il controllo sul lavoro dell'insegnante esislon.o, o esistevan.o, gli organi competenti: a un corpo, scelto con retto criterio, di capo d'istituto e d'ispettori, dev'essere deleiata la - LA RIVOLUZIONE LIBERALE fwizione di conegge,-e e il!umJnare gl,: i:nesperti, di elimi1wre gl'in,deg,ti e gl'ìncorreggibili, d'inéornggiare i p,,obi e va.lent.i : e se l' effett,o delle leggi disposte al.l'uopo è stato fn.,strato da.l malvolere e dall'ostruzionismo della burocrazia, e dal malcostume del favori.-tis1110i,-l ma.le n.on s-i ri-media, con leggi 11-uov·em, a con l' appli-ca.zione intelligente e leale delle misu.re già adottai-e. Oggi l'Ispettorato può dirsi ornwi abolito, e a chi lo lrn abohto riesce più. facile raccoglie,'e consensi sulla necessit,à del!' esame di Stato,. visto che gli insegnanti hanno pur bisogno di essere c011.trnlla.tiM. a non si promuove nei maest1:i il se-n-sodella. responsab-i1.ità, con ordim,amenti ispirali alla. diffidenza e al sospetto : ,wn si eleva, ·il ton.odella scuola pubblica adeguandola, per ·1net.terlain concorrenza con le scu.ole priva.te, al live/.lo di queste, qua.ndo tu.tti sanno com'esse sia.no degenerate per essersi ridotte a. istitul-i di prepara.zio-ne di privatist~ a esami pubbrici. 4. - Ispirata al fine di stabi.lfre o alimentare la concorrenza è anche la p,,oposta del Gentile, di una riduzione de/. nmnero delle scuole medie pubbliche : propo-st.ache quando fu lanciata nel 1918 in 1ma lettera aperta a S. E. Berenini, la qual.e rispondeva negati~•a-m,mtealla domanda : « Esiste wna. scuola itàliana? » ,ft, interpreta-la come t111.a boutade satfrica, non original·issinw, e ispirata a una visione soverchiarnenl,e pessimist·ica delle cond·i.zioni dei nostri istituti di istr·uzione 1ned,:a.Ma il coro dei soliti pappaga.ll-i fece eco : e per forza di s11ggesl,ionesi propagò il convincimento che per avualorare la Swola di Stato bisogna. conservarne pochi esemplari, quasi modelli ai. qioa/.i le swole concorrenti debba.,w informarsi. Corre spontanea alle labbra la obiezione : se /.'istruzione è .funzione P·ubblica, può lo Stato limitare a,,tificioso,mente la o,O'erta,ammet/;,mdo nel.le sue scuole soltanto 1m numerus clausus di eletti, passati •ai va.glia di 1m concorso? Mai no - si replica. : la wllurn su.f,eriore è bensì funzi01,e -i1n111anentdei Stato: 1-ha lo Stato ncm deve concej,i.re la istru.z-ione p11.bblica. in forma di monopolio, che i,npone un onere insopporlabi/.e al.l'erario e, affollando 1110stn,.osamente gli istituti governativi, sopprime ogni libera iniziativa privata. Lo stesso concetto della. sc11oìadi Stato segna i lh-niti, posi.i all'obbligo dello Sl,ato : qtresto si esl.ende fi.n dove si estende l'in,teresse pubbl-ico : ma al di là del pubblico b·isogno la srnola media di-venta interesse 1'>r-irntdoi cui lo Stalo 1101, ;b,uò farsi gerente e 1'>rovvedilore. Tale è la tesi che il M. batte in breccia., dopo aver add.ot.to argo,-nenti per conl.estare che la concorrenza sarebbe feconda d·i res11 Ilati e/fica.e-i sid miglioramento qiial·itativo degli insegnanti. Jn,-f,ugna. in primo luogo la distinzione fra bisogno pubblico e inte,,esse privato: l'interesse del p-riva.toa esercitare una professione o una funzione che gli deve da.re i mezzi di 1:ita, non siissisternbbe, se non vi fosse un bisogno pu.bblico, al.lawi domanda vengo a CMrispondere l'offerta dei singoli : queUo che 1,isto da mi lato è interesse individuale, dall'altro lato è bisog110 sociale e pi,ò essere l'uno in quanto sia l'ali rn: a un'esigenza sociale, sòlf.a.ntouna ft111zione pvbblica p1iò rispondere, e no,i è ammissi:bile che se ne lasci l'adempimento all'alea d'iniziative private, che forse mancherebbero o fallfrebbero, mentre il bisogno sociale è certo cost.nn/e progro,ss·ivo. Alla utililà sociale può essere conforme lo sfollanumto del/.a scuola inedia di coltiira, co,,,,la creazione cli a.lire scuole af,posite che richiamino a sè gli aspiranti agli impieghi : ma la istit·iizione e il ma.nteniniento di queste sc-iiole non cessano di essere funzione pubblica. In secando luogo, è da dissipare la pe,,icolosa conft,sione tra servizio pubblico e monopolio : la scuola no,; è e non deve essere monopolio, che signij,ca divieto di privata iniziativa in nome del prem·inenl e diritto dello Stato: ma è servizio pubblico, cioè dovere dello Stato, senza esclusione della libertà dei singoli di conij>iere di loro iniziativa le stesse funzioni, a1tche in concorrenza con la f1mzione di Sl,ato. I criteri da applicare nell'esercizio della ftmzione non possono essere, nel secondo caso, come so;w nel primo, prevalentemente fiscali, cioè comn;ierciali o 1111dustriali. Il servizio jmbl,liço non può concepirsi se n.on come connesso e subordinalo alla visione di tutta l'eco1U>1nìsqociale; l'opera rli privati o di enti locali può essere tul.- t' al jJiù secondaria e su.,sidiaria, inferiore sempre alla natura pubblica delle esigenze da soddisfare e alla vast1tcì loro, e incaj,ace di fnr fronte alle crescenti esigenze, che possono essere sodd,isfalle soltanto dall'indirizzn dinamico. della orf?'anizzazione. Si f,otrà osservare : « Ed i danni clell' accen.lra111e11to? ». Ma il M. ritie·ne meno gra1Ji i danni di un eccessivo decentramento, e propuJ?na la amministrazione regionale delle sc-i,ole medie, sopra/ tutto tecniche e professionali restando riservate a una rinnovata a111>~inistrazione centrale le funzioni di coorrlin~- menlo e di alta direzione. Certamente egli non vedrà preparala la via al trionfo di queste sue idee dalla ,wta riforma amministrativa del Gentile: poichè questa condanna a scomparire quei funzionari che seco,ulo il M. dom'ebbero nei consigli regi:onal-irappresentare lo Stato (Provvedit01'i prov'Ì!n<:iali e Ispettor·i regionali). il mio modesto avviso, in Italia la.coscienza e il sentimento regionale so,w i~,. talimi lu.oghi e strati della. popolaz·io1ie così. poco spiccati e saldi che 1,1,n ordùM.mento a.mministrativo irn.perniat.o su,lla regione avrebbe u.,i carattere troppo artific·ioso : mentre altro. ve son così forti; e tenaci che l'ordinamento si.esso potrebbe essere pericoloso per la un,i- /,à della com,Pagine ·1rnzionale.Comunque siq cii ciò, lo Stato, limitando il numero degli insegna,nti e delle scuole, e lasciando .campo aperto alla concor·renza, ven'eb.be d,u,nque 111-enao wt suo dovere: certamente fare meno. o non fare è più conwdo; che non risolvere il problenia., ad.ot/.ando quelle provvidenze relative così alla condizione giu.1•id·icae.d economica dei professori come a.Ila.sistemazione delle scuole, che valgono a elevare nella classe -il senso della disciplina e della responsabilità, ma anche della siwrezza e della fiducia, e a.d attrarre verso il pubblico insegnamento, sempre in maggior 1wm.ero, gli elementi migliori. Il Mandolfo non fa prop.'io il c011cettopart·icolaristico dello Sta.to, coricepito come semplice strumento della classe dominante, ritenendo invece che nella dia.lett.ica storica. la dol.h'ina socialista abbia.a.1'appresentare precisanwn,te l'antitesi, /.e esigenze ideali tmiversalistiche. Lo Stato 110nè necessariamente il com·it.at; esecutivo della classe domina.nte : e invero poichè esso è; nella stia co;1sapevolezza ~d azione, il riflesso della coscienza e volontà pubbl-ica, anche la sua azione, a seconda dei vario grado d·i efficacia e d'intervento atti-u·odelle va,rie forze e tendenze, che nella società vivono ed op·erano, si. afferma o manca, resta deficiente o si presenta piena e vigorosa., e si or·ienta e si s-<JOlgveerso una. o l'altra direzione. Oggi una coscienza scolastica pubblica non c'è, j,erchè non è pienamente sentito il carnttern soc-ialedel bisogn.o a cui la sciwla risponde. Da un lato, Ì1t questa inconsape1.,'0lezza ha tro-,,•atoterreno fa.- -,,-orevole/.a campagna contro i.l protezionismo scolastico dello Stato e per la esa.!taz,ione della scuola pri·uala e del regime di conc01'renza, mentre dall'altro lato, la campagna stessa tende a rendere la inconsapevolezza più profonda. Rit.iene il M. che una coscienza scolast·ica pubbli.ca abbia bisogno, pei v·ivere e operare, dell'intervento di nuove e sane energie, che posson.o venire soltanto dalle classi lavoratrià. Egl·i crede., con Marx ed Engels, che il cmnp,i,to storico di queste classi sia dato dal loro essere parlatrici di esigenza universalistiche, onde la loro azione si rivolga a trasformare quegl-i organi e· rappo1·ti sociali, ùi cui persiste il ca.ra.ttere particola.ristico di stumenti di dominio e di privilegio, ed a sviluppare nella pi.enezza del. la loro effica.oia i germi ed.elementi esistenti di attuazione d'esigenze un,iversal-i. Un proleta1'ia.toche di queste fosse veramente ·consapevole, ,ion sarebbe i-ndifferente al pmblem.a della sc1wla media: le proposte ,·estrizioni, delle quali non si pu.ò con.testare il carattere antidemocratico - ba.sta pensare al.la diversa preparazione mentale con la qual.e si prese,iterebbero agl-i esami di concorso, per l'ammissione alla sc«ola media, i. figli del popolo e i figli dei ricchi - tendendo ad al.- lontana.re vieppiù. H proletariato dalle forme superiori della ct1.lturn, ritarda1w la formazione della coscienza scolastica piibblfra, e soltanto nel si-lenz·i.odi questa, posson essere adottate. Firenze, R. Istituto cli Studi Superiori. LUDOVICO LrMENTANI. Rooouo Mo:,;,nouo - Libertà della scuola, Esa• me di Stato e Proble·rn.i di scuola e d.i cultura. • Bologna1 Cappelli ed., 1922 - Un vol. iu-8° grande di pagg. 145 ; L. 8. m. Per noi non esiste una questioue dell'esame cli stato : per noi esiste la questione dello smontaggio della scuola regia e pareggiata: questo smontaggio non si può fare fi.nchè questa scuola conserva la privativa nello spaccio delle licenze: per abolire questa privativa le vie souo due: 1° Estendere a tutte le scuole, a.uche alle private, la facoltà di dis.1:iensare titoli con valore legai.e (a questo mirano, forse, i preti) ; 2' Togliere a-i titoli il valore_ legale, cioè svalu/.are il /.italo (licenza, chploma, laurea). La seconda via è la noslra. Come si giunge alla « svaluta2,ione del titolo »? Sostituendo alla licenza con o senza esame, l' am'missione al/.e soia/e superiori e alle carriere. Noi l'esame di stato lo intendiamo così. Croce a parole lo intendeva così, nei fatti lo voleva applicare come am1ll<issione e come baccalaureato. Gentile non si sa che c_osapensi, nè che cosa intenda o possa fare Hl proposito. Il baccalaureato, che funziona discretamente in Francia, in Italia non reggerà : ma m,i accontente1-ei anche di un esperimento ò11questo senso, perchè per esso intanto sarebbe abolito il monopolio dei titoli a f~vore della .'1Cuolaregia e pareggiata, e la non buona prova del bacca/aurea/o porterebbe, dopo pochi anni, aJla sua sostituzioae con l'aninz,i_ssione. (Si_capisce che l'ideale sarebbe: nè esaml, nè titoli, nè scuole: mn. c'è anche un altro ideale : nè cartelli, nè sfide, nè bastoni : e un altro ancora: nè Dio, nè padroni, ecc. ; ma come si fa?). (Da mia. lettera). AUGUSTO MONTI. IV. Le tendenze corporative e sindacali del dopo-guerra ci ha.uno_procurato tra gli_altri esperi,rr.enti di pohtica de, =npetent.i la :,,çoperta non nuova, ID?- tuttav.!Ja non meno allegra, di una politica scolast~ca Pt:'?posta, discussa e tentata da.i professon. Il p:m tra•- quillo liberale o -il più modesto psicolog«> avrebbero potuto indicare agevolmente l'e: qu:irvocodi queste abt1Sate sicum~re : per eh• abbia dimestichezza con la stona non sono invero necessarie nuove esperienze per dimostrare l'inferiorità della politica dei tecn!Ìk:i ò:nconfronto dei tecnici della,'politica. Invece le cose si condussero sciinoal fondo e assistemmo, secondo una logica prevista, alle più sottili trasformazioni, che nell'adegnMsi alla doppia logica del partito popolare, statolatra per favorire la media borghes1a e antistatale per seguire le trad•icziionicattoliche e autonomiste, cambiarono il programma deL la libertà della swola in una discussione professorale sull'esame di stato. Pare evidente che non debba acconsentire alla metamorfosi chr non ha perduto, nella pratica dell'insegnamento, il senso delle P,.'Oporzioni e dei rapporti tra scuola e cultnn. Il senso p[Ù palese della fornuùa • libertà della scuola» per un libe!'.a!e è per l'appun.- to la necessità e la volontà dii una liqui.clazione del dogmatismo xolastico, d~ un rùconoscimento del valore educativo contenuto nelle libere iniziative culturali che il mondo ~oclerno ha creato intorno alla ~cuola, i..s-titnto caratteristicamente sorto sotto l 'ù01flucn: za delle concezionv medioevali. La dimostrazione del nostro pensiero sca, turisce dalle considerazioni storiche più e1ementari che segnalano la coincidenza delle prime affermazioni: della libertà scolastica e dei primi istintivi ritrovamenti del pensiero e della civiltà moderna. Senza allontanarci dalla tradizione liberale p'Ìiemontes<epotremo incli<:areagevolme.r1te gli spunti di una concezione originale, anteriore ai cattohci liberali francesi suJla questione della libertà scolastica. Giambattista Vasco, economista torinese, (r733-I786) del quale anche 1,IPecchio loda la chiarezza e l'evidenza nella trattazione ilei problemi~ tecnki, Eberi\Sta convinto • non tanto per aver letto e ammirato SmJi,th, quanto per avere pensato da & », affermava pochi anni prima della rivoluzione francese che giova « sianvi scuole stabilite dal governo, potendo esse scegliere facilmente i più dotti professori procacònndoli anche da' lontani paesi, e somministrare agli studenti quei comodi che difficitlmente si avrebbero in altre scuole particolari, ,çome macchin,e,_di fisic~ istromenti di matematiche, ecc: ». Ma • ìa' concorrenza de' maestri privati coi professori (della scuola pubbJica) può essere util-is.- sima, sia per costringere questi a no.n trascurare il loro dovere, sia per formare ottimi cand-idat!i per le cattedre, quali saranno certamente coloro che con buona reputazione si sono molti anni esercitati ad insegnare nelle scuole particolari (priva.te) ». E per regolare questo pTivato insegnamento fis,sava due disposizioni: prima « non permettere ad alcuno d·i aprire scuole in casa senza una permissione speciale del governo che non s•i accorderebbe che a persone dabbene », seconda « costringere coloro che vogliono inseguare .in propria casa a farlo a porte aperte, cosicchè possa interveruire alle loro lezio.ni chiunque voglia, il che sembra uu sufficiente riteguo ». E « giammai non converrebbe spingere ]e precauzioni più oltre». (Delle Università e delle Arti e Mestieri. Dissertazi01,e di G. B. Vasco, Milauo Destefanis, 1804, pp. 195, 196, 197). ' Proponendo la pubblicità dell'iusegnam.cnto il Vasco no.o pensava alle difficoltà didattiche della sua proposta (se ne preoccupò invece nel 1876 il Bertini e risolse il problema negandolo) : fu questa della pubblicità idea diffusa e fortunata durante tutto l'ottocento e mertiterebbe forse un esame approfondito: ma noi dobbiamo piuttosto concludere dalle citazioni fatte la natura antidogmatica del pe_nsiero_liberale_ piemo.ntese. E nel 1846, agli albon della nvoluzione che doveva in Piemonte liqt~idare molti resti di medioevalismo, l' Albini, rosmiuiano in filosofia ma in politica costituzionalista, con tende~ze alla statolatria, riaffermava limpidamente con pr_ec.isioued•ugiurista l'idea cli libertà scolastica corretta mediante un eontrollo governativo. Tali professioni cli fede appaiono generiche anticipazioni dottrinali : tutto il sristema d'insegnamento vigente in Piemonte era in realtà nelle mani del governo, rigidamente cattolico, e cattolici erano n, pochi istituti privati. La concorrenza era un nome. Ma propri.o mentre l' Albini scriveva nel 1844, si svegliava quel movimento p~r le

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