La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 8 - 3 aprile 1923

bi '36 .:i:.;. scuola magistrale -verarn~nte classica, ~arà :~~i)a i:,he risolverà meglio questo probl'ema, !,Ìon q~Ì}a che insegnerà ii Ìatino a tt1tte le, fùture maestre di campagna; la nostra scuola magistnii'e d~siè~ non sarà quella che ci darà un maestro H quale abbia stu<liato oggi o ben~ o mal,;, pi.ii. _male che bene, un\'- ·lingua e una letteratura «èi tempi antichi, ma sarà quella che ci preparerà un maestro il quale faccia l'art~ sua oggi, come lo face'Va allora il rnaes'tro di quei tempi. -,È; una prossima volta, caro Gobetti, se mi vorfai dar retta, andremo a cercare nella leÙeràtura cÌassica, il tipo di questo maestro classico, di questo maestro vero. AUGUSTO MONTI. DIALOGHI VENEZIANI Lìb,trismoin sòffftta Candiiù,, - Sicchè, voi siete scettico anche su questo. Veramente, mio ottimoamico, più vì ~o.. ;nosco, e più vi trovo simigli:inte al vostro illustre antenato, e specialmente pel gusto di av- -.:ersare le opinioni più diffuse-. Pococurante. - E voi, ·caro Candido, rassomJ .. gliate anche voi tanto al vostro avo! immorta• lato non meno del mio dal grande Voltaire ....:..il quale, sia dett<? in confidenza, in questi temni sarebbe probabilmente un uomo sospetto - Con questa differenza però : c'he i,1.primo Càndido !'ra più si'!enzioso ed era più facile a persuadere; ,.ientre voi siete molto più curiosç e molto meno facile a soddisfare. Un altro secolo, ,5i S";- Candido, - In parte avete ragione. Ma così pochi sono disposti ad illuminai-mi, e vedo into'rno a me una ridda di cose strane ... Orsù, illuminatemi! Perchè sorridete mefistofelic,imçnte, qÙando io dico che voi altri liberali, liberisti é che so io dovreste attendere con 'fiducia... . P~cocurante. - Supponete di essere dava'ii.ti aila e roulette•, e che avete puntato S\11 nero. Una, due, tre volte viene rosso. Voi ·non siete un miliardari<?, non siete ~ vizioso, uon siete un manJaco: cosa fate? Dite: - Non è vento per me, Og'gi; e vi ritirate. Candido. - Sicchè voi dite che non è vento pel liberismo. • Pococu-rante. - i\1i pare così, e mi p~re anche sufficientemente comico lo spettacolo di numerosi economisti - tutti più o meno « classici »•- affannarsi a dimostrare che questo o quel decreto deroga così e cosi dai buoni principi, ma in compenso provvede a guarire tanti mali, che si possono ben mettere da parte certi scrupoli. Debbono avere una molto elevata concezione delle proprie opinioni costoro. Non vi parrebbe molto comico, caro Candido, un medico allopatico, il qualé, chiamato al 1etto di un ammalato grave, dicesse : -· La mia scienza è quella che è; però, 2. buon conto, signori famigliari, chiamate un médico omeopati~o : il caso è troppo grave. Candido. - Voi volete farmi sorridere e strapparmi l'applauso, caro Pococurante. Ma oggi io sono molto difficile, e vi domando d'illuminarmi. Chiedo le prove. Pococurante. - Ecco, guardiamole insieme, se vi pare, e correggetemi se sbaglio. Comincio dalla più controversa: il decreto sulla marina mercantile. Candido. - Bravo! Ma se è stata vantata come un trionfo del liberismo. Non Yiene in esso disposta da una parte l'abolizione dei premi di costruzione e dei rimborsi doganali a favore dei cantieri e dall'altra l'autorizzazione di far entrare in franchigia i materia.li da costruzione? Pococurante. - Certamente. E' detto nel famoso articolo 15, ·che ha fatto andare in sollucchero i nostri professori. l\1a vi ricordate che c'è una data. Tutto questo ben di Dio è disposto per un futuro non prossimo, pel 1° luglio 1926. ~el frattempo ci barcameneremo in un regime più o meno buono - non è questo che importa qui : vogliamo sapere solo di che razza t; - in un regim.e, dunque, di protezione. Ora, caro Candido, voi forse siete troppo candido per confessarlo; ma. i: una storia vecchia questa. );'on credo di dover fare professione di porfeta per prevedere quello che è avvenuto tante volte, che cioè i cantieri in questi tre auui di vita fitti,da si abbrancheranno con tutte le forze alle disposiz!oni, che do\·rebbero essere transitorie, del dec.,reto e Javoreranno cosi bene a creare una così. fitta rete di nuovi interessi industriali e bancari, per i quali sarà un affare molto grave tagJiare netto con l'applicazione del famoso articolo 15. E allora si farà un altro decreto - molto probabilmente un decreto-legge, - col quale, in vista dei supremi interessi, ecc. Candido. Ho capito. il'Ia perchè: siete cosl pessimista? Pococ-zirante. - Perchè gli esempi <ld geuerc:: sono infiniti, e perchè i] decreto appare impiantato su cli una grossa illusio11e. li legislatore proclama Ja necessità di una eHminazione: ùei cantieri, che riconosce esuberanti ; dice di vo• lere una eliminazione naturale, ed intanto prepara un piano - più o meno buono - ma indiscutibilmente artificiale, del quale profitteranno certamente i cantieri più scakinali ,per rimpolparsi alla meglio, e gridare a gran voce, alJa \"igilia del fatale luglio 1926, che sarebbe un delitto contro l'industria della cara patria ammazzarli. Non lo ha dsto tante volte, caro Candido? Candid.o. - Sl, l'ho visto. E allora, se Yi piace, continuiamo. -LA RIVO I.;U 2 I ON E L l ::\3 E-E. AL E, Pocqw.ra,,ite., - Pel resto non credo occona di• scntere. Basterà enumerare : . ~- Sistetiiazione dell'Ansaldo; cioè lo Stato che si mette a raddrizzare 1e gambe ai cani, si àssocia ad un 'industria andata in malora per imprevidenza, Per cattiva amministrazione e ~er 'me~ galomania, si obbliga a fornirle lavoro, diventa azionista di una delle imprese della società. 2. Sistemazione - diciamo così - dell 'Istitt1to nazionale delle assicurazioni, uno dei più autentici simboii d'intervenzionismo statale, contro il quale si appuntarono gli strali di un liberisti\ sfegatato nelle file fasciste : Massimo Rocca. Ironia della sorte! L'Istituto resta e Massimo Rocca viene nominato Vice-commissario! Ma i fenomeni più caratteristici d'intervento statale - con relative conseguenze fatali - sono nel campo culturale. Due pa1titi politici, per ragioni politiche, trovano opportuno di fondersi in uno. Fascisti e nazionali~ti, dopo alquante bastonature, c~edor.o meglio smettere e fare società. Ma siccome si tratta della società del leone, ai nazionalisti resta poco margine di guadagni concreti. Allora cosa si escogita? L'Associazione nazionalista .diventa un istituto di cultura e di propaganda, una qualche cosa cli mezzo tra la ca;a editrice a rime obbligate e la società spo1tiva di tipo tedesco - vale a dire lo sport col sottinteso. Tutto questo sotto il patronato del vecchio zio, lo Stato, che paga sul bilancio d~I 'i.iinistero dell'istruzione e del Ministero della guerra. E volete che aggiunga mo!'te parole sull 'iutervento statale in materia di pubblica moralità? La circolare De Bono suUe stampe oscene è ancora quanto di più esilarante poteva offrirci il regime intervenzionista. Candido. - E qui a Venezia ne abbiamo dste delle belle. Certo, caro Pococurante, questo è esilarante: ma anche molto rattristante. Oggi la mano brutale di un questurino afferra pel bavero Boccaccio, Daudet, Maupassant; ma vuol dire che domani si potrà accanire èon egual diritto su Danté e sulÌ 'Ariosto. Per lo nieno siamo coerenti. Se i nostri capolavori dell'arte e d·ella letteratura sono proibiti, perchè lasciamo ape1ti taba,rin~ e caffè concerto, e perchè lasciamo anelare le signore scollate la sera, e perchè ... Pococ,irante. - Non prendete fuoco, mio caro Candido. Calma! Certamente la conseguenza logica di quella balorda circolare dovrebbero essere le leggi suntuarie, con i mirifici effetti che simili leggi hanno sempre ottenuto. Mi è stato detto che il governo, avvertit0 cli certe goffaggini troppo palesi, ha spiegato in un'altra circolare che cosa intendeva di fare e come bisognava interpretare i suoi ordini. In ciò ha di:q10strato grande ingenuità e mancanza di senso psicologico. La questione non è di misura, ma di qualità. Non si mette il bisturi in mano al macellaio; e poi, avYenuto il fattaccio, ur1are : - A1Limale, non ti avevo mica detto cli bucnre•"-Jo stomaco a questo disgraziato! La colpa 110n è del macellaio, che, poveretto, n1e11ale mani come può, ma di chi ha armato una mano inesperta. Ora è risaputo che, specialmente in queste materie, lo Stato non ha a sua disposizione che dei inacellai, anche se si chiamano « Signor commendatore, ... Le pare? Cand·ido. - A me sl, e dovrebbe parere anche a quei teoriçi liberisti del fasGismo che si scagliavano contro lo Stato democratico-burocratico, contro lo Stato industriale, ecc., ecc. e rinverniciavano per l'occasione la fonnula liberista con ,:na intransigenza cli apostoli. Pococurante. - Eh, eh! Gli apostoli 11011 sono più di questo mondo e le formule partecipano fin troppo delle miserie di questo mondo. Così è stato anche della formula liberista ... ... Elle ttait dtt 11wnde où Ics plus belle choses Ont le pire destin ... (I due interlocutori, che hanno superato il Ponte della paglia, voltano l'angolo del Palazzo ducale e si mescolano con la folla). A UDITOR TANTO 1'·1. La politica dei filosofi La nuova. politica liberale. Rivista bimestrale di studi politici. - Anno I, fase. I, gennaio 1923. Che i fasti dell'idealismo attuale in Italia fossero strettamente collegati con la diffusione d',ma mentalità supedìcialc, povera di passioni, quanto ricea di formule, non senza specifiche attitudi11i a sfruttare i \·a?1taggi commerciali della moda: tutto ciò Jo sapevamo da molto tempo. Come pun: sapevamo che, a far la fortuna di questa schiera (che va ogni rriorno arricche:11dosi) di gio- \ 1ini pensatori, basta l'apparenza <li un liug,wggio astruso ed elevato, nel quale iu realtà i modi più raffinati della tecllica -filosofica si mc:.scola110 con le forme più hauali della retorica volgare, e la più desolante ignoranza delle tradizioui della nostra lingua. Un équipage cavalier Jail /es trois quarls de le1tr ·aailla11ce... Anche, cla qualche tempo, vedevamo le speranze clella filosofia italiana accostarsi in ,·aria modo alla politica militante (per esempio attraverso il problema della scuola). :Kon a,·evamo mai p<:nsato, tuttavia, che la loro trasformazione in politicanti dovesse essere così prossima. !\1on per altro, giungiamo iu ritardo - inesperti ero· uisti - a render conto ai nostri lettori del matrimonio testi: compiuto fra la politica cd i filosofi gentiliani. Se pur dobbiamo prestar fede alle dfusioni eloquenti del sig, Carmelo Licitra; per il quale è giunta alfine l'ora e di attuare pienamente quella intima aspirazione di tutta la fi. losofia moderna, per cui pensiero filosofico e pensiero politico, o meglio filosofia e vita politica, si unificano in un 'unica opera costruttrice del mondo umano co-me ~ondo di valori.,;. 111ag-mts ab integro sa.eclorum,nascit,n·r ordo... Nonostante le amenità della prosa tronfia e giubilante del signor Carmelo, non abbiamo proprio voglia di ridere. Non rideremo di questa gente che si appresta. a rinnovare l'Italia tutta C con lo spirito libero del filosofo, col giudizio sereno e costruttivo dello storico, con la volontà sostanziata di fede del cittadino », E néppure abbiam l'intenzione di discutere le loro teorie: le definizioni che il Gentile, padre spirituale della nuova generazio~e filosofante, ci offre del suo Ii• beralismo ( e la dottrina ... che afferma rigorosamente lo Stato come realtà etica, la quale è, essa stessa, da realizzare, e si .realizza realizzando 1a libertà, che è come dire l'umanità di ogni uomo, l'energia positiva dell'uomo,)'; le curiose applicazioni che ricevono certe formule teoriche (per es. l'equazione di volontà e legge, che serve a giustificare la politica del dfttatore Mussolini). Non discuteremo neppure certi riferimenti storici ad 1tu Cavour che vive nella c stessa atmosfera morale del Mazzini • (espressione banale oppure inesatta); nè le simpatie più volte manifestate a un Gioberti antidemocratico creato per l'occasione. Non è questo il luogo di discutere, almeno per ora. Del resto ci par più importante, mettendo in disparte la superstruttura dialettica e sistematica (pesante ornamento del poverissimo pensiero di cotesti novissimi liberali), definire i caratteri reali della loro psicologfa. La quale è troppo chiara e semplice, perchè certe somiglianze con la mentalità politica oggi diffusa in Italia non saltino subito all'occhio del bonario lettore ..E' in costoro la stessa desolante incapacità a formarsi una coscienza politica (vale a dire, utla coscienza cli libertà), che troppe volte, in queste pagine, abbiamo avuto occasione di lamentare, descrivendo le condizio·ni e le aspirazioni di questo o di quel ceto, o del paese in generale. Ma in costoio, la deficenza è pi1ì grave, e assume il colorito meschino e livido dei vizi degli intellettuali. Ecco: negli altri l'attitudine ad usare delle libe1tà fondamentali, che il liberalismo (quello vecchio) proclamò (conquista secolare e gloriosa), non è maggiore che nei filosofi gentiliani, come nou è maggiore il senso della responsabilità ciyile: ma i gentiliani, per giun~a, credouo di poter anche giustificare scientificamente, la debolezza congenita, e scoprono, per esempio, che « uno stato che presupponga la 1ibertà, la nega appunto perchè ]a presuppone, ecc., ecc. )). A ragione, i grotteschi teorici e lodatori del difetto profondo della razza possono scrivere: « Se noi fummo una dottrina contro le ideologie interna• zionalistiche che volevano impe<lire la guerra, se ora siamo una dottrina contro gli schemi mate~ ria1istici e 1uortifìcanti di ogni democraticume, lVI"ussoHnicontro le une e gli altri fu ed è un atto cli fede». Sta bene: noi, con i nostri temperamenti di piemon'tesi melanconici e misantropi non abbiamo nessun amore per le fr'anche pazzie carnovalescbe alle quali il popolo d'Italia oggi si abbandoua, ritrovando l'antica spensierata gioYialità : confessiamo ciononostante di preferire i matti che fanno i matti, ai pagliacci che si camuffano ùa persone serie. Fuori di metafora: ai gentiliani vestiti da liberali preferiamo i fascisti, con tutto il loro dichiarato antiliberalismo.• Intanto vorremmo vedere i filosofi, fnor delle dichiai-azioni generkhe, a risolvere dei problemi concreti: qualche saggio 1 ch'è in questo primo fascicolo, se mostra la ]oro scaltrezza nei giuochi di pr~stigio, è tutta\"Ìa in contraddizione co11qualsiasi professione di liberalismo. Dalla scuola cre11tilia11a si apprende certamente a impostare t:tte le qnestioui a Yuoto, per mez.zo di certi trucchi troppo facili (e ormai troppo comuni), ma si perde anche il Ynntaggio di vedere con chiarezz:1 ]e sfnmatnre e i dettagli tlei problemi politici, « per la varietà delle circumstanz.e, le quali 11011 si possono fermare con u11a medesima misura • e queste distinzioni ed eccezioni nou si tro,·a\10 scritte in stt' libri, ma bisogna lo insegni la discrezione». Ed è appunto C'iò che manca a cotesti filosofi: la rliscrezionc. i1. s. Jn vendita: P. GOllEl'rI LA FILOSOFIA POLITICA DI V . . ALFIERI Li,-e G A. DI S'1',ISO IL PROBLEMA IT.A.LIANO Ure 1,50 DOMIKOO ~l.OOAC EPISTOLA SERlvIOKEGGI.ANTE ALLA SOOIETA' DEGLI A.POTI Lire 2 BNERGIE NOVE 191» - 1920 Colloz. compi., I vol. di p. 450 in 8° grande su 2 col. Li,•e 3Q con scritti di L. ED,Aun1, G1ovA~~1 GENTJ1.-g, ANGELù 'l'ASCA, ANTON10 G1,A11i:w1, G. PtlA:ro, U. Fon.- MJ~!\'TL'H, S. 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H) la formazione e le influenze del governo ~i Kemal. La politica degli alleati, gli influssi dei Soviet e della Germania sono esaminati con cura e scrupolo : lo scopo supremo di Remai (p. 94) è l 'indipendenza turca e quindi egli si serve di c-him1que gli possa essere utile. Scoperte ed analizzate le condizioni e le risorse della Tut'chia a ttuale (cap. III) il nostro autore conclude in senso favorevole all'Islam, mentre è manifestamente - allorchè studia (cap. IV) le minoranze: israeliti, greci e armeni - grecofobo e antiinglese.- Inoltre, sostiene a spada tratta l'azi~ religioso•politica delle missioni fra.i1cesi ed è contrario {p. 201) alla separazione dell'attività confessionale da quella nazionale. • La soluzione del problema orientale (gli) sembra completamente ed esclusivamente subordinata alla composizione del conflitto che mette alle prese la Francia e l'Inghilterra in Oriente,.: propugna pertanto un accordo. Couside,:ando ill seguito (cap. V) le relazioni tra la Turchia e lepotenze nota che la Germania {p. 228) non ba rinunciato agli anti~bi progettj, come altresì - per necessità geografiche - la Russia tende a.l Mediterraneo (p. 235) e sempre vi aspirerà. Circa l'Italia (p. 258 e segg.) osserva la saggezza della politica esclusivamente economica inaugu 0 rata da Giolitti e Sforza e le modificazioni e incertezze di Della Torretta; e segnala pure lo sta- .to ·di vigile attesa degli Stati Uniti e del QiappÒn.e, che seguono scrupolosamente la questione degli stretti. Quanto alla Francia, la sua tes, non separa, come ho detto, politica e religione, e fedele alla maniera del Goyau (Cfr. Pa.pa.1tti et chrétienté so1ts Beno1t XV - Paris, Perriu ecL) il Pernot chiude il suo libro sull'iniziativa romana. Documenti del nazionalismo turco sono riprodotti in appendice. Il volume del Pernot, più che svolgere, deliberatamente una tesi, informa in modo egregio dei vari elementi ed aspetti de11a questione turca. Sono, qui come altrove, a contrasto Francia ed Inghilterra, ed è curioso osserYare l'imtnutabili~ tà de11e direttive francesi (ricordiamo L·es nations af16/1'es del Goyan) e la. magnifica e scaltra agilità ipglese, che si accosta ai turchi ed a1 greci secondo le convenienze. Gli è e:he gli interessi che lega.i10 la Francia alla Turchia s0110 prevalentemente finanziari (il risparmio francese aveva trovato anche qui una buona forma cli inYestimento) mentre l'Inghilterra agisce anzitutto per scopi politici (sicure:i;za dell'Egitto, delle Indie). Inoltre, residui sentimentali (o Loti') collegano Parigi a Stambul e la cliYiclono da Atene (Costantino, la guena, i marinai francesi). II sionismo' può essere nn ecce11ente pretesto per· dominare in Palestina - e gli inglesi l'hanno compreso - dubitiamo in,·ece de11'efiìcada dei ricordi delle Croci,tte musicati da Barrès. TIR!GHT01'. 4:':umo GODETTI - Dircttore-1·espo11sabilc O.'G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino. PIERO Ei□BETTI - Editare TORINO • Uia XX Seltemb1•12,60 Uscirà ai primi di aprile FELICE OASORATI - PITTORE 50 opere con testo critico di P. GoBEYITr Lire 31) lfscirà in maggio ADHIA~O TILCIIER GOLDONI I(ivisfe raccomandate LA RIFORMA SOCIALE Di.retla elci Lu101 E1>1Aum 'l'ORINO Piazza St&tuto, Hl Abbonamento annuo speciale par i nostri abbonati L. 37 invece di L. 40 PRIMO TEMPO Rivista letteraria mensile TORINO(12) Corso S. Maurizio, 86; Un,numero L. 2 Abbonamento alla serie di 12 numeri L. 20

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