La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 1 - 11 gennaio 1923

b 4 sale in Cagliaa-i, con l'incarico di riscattare, ·con una apposita ·circolazione a corso legale, la massa di carta a corso forzoso che ancora si usava rn;ll'isola, ~bbligandosi d'altro lato il tesoro a Pipa.game rat,ealmente l'importo al banco, nel tetmine di un ventennio. Consenziente nella necess1'tà di liberare quel mercato di un così dannoso residuo, il Ferrara insocrge contrn le modalità dell'operazione finanziaria attraverso la quale sò propo_ne di attuarla, e specialmente contro )a concessione di un interesse del 4% 11,ll11, banc<1,sulle somme anticipate per conto dello Stato, ii) forma di biglietti. Il totale della carta circolante in Sardegna è forse d; 450.000 lrre, che si vogmono estingue.e s-µl;>ito 1 salvo a ~:ibita.rsi verso la. !:iàftéàéòn 20 rate annuali cli ~2 mi\a lire, fra ca.pitaJ.e e inreret!Si. Si può invece ritirare ogni anno direttarrH•nw per 32.000 lirsi di biglietti, sopprimendoli così tutti in 14 a.nni. Ne! primo caso il tesoro pro·de 189 mila lire, che vanno a pro della banca, in corrispettivo di un servizio ipotetico, non essendo punto drnu,skata l'urgenza di operare il ritiro tutto a m· tratto. D'alko lato alla banca viene accordato il privilegio di pori-e il piede in Sardegna, « pese sitibondo di credito», ciò che pure va.le qualcosa. Si pro,,i sul serio a provocare la concorrenza di altri oapitalisbi, e si vedrà che più C:'uno sarebbe dispostissimo a pagare per ottenere tutte le 450 mila Ere necessari'è all'operazione di riscatto. Dunque l'intenzione di favorire illecitamente gli azionisti dell'istituto prediletto rjsulta anche troppo palesa. « La legge è una di quelle piçcole leggi le quali pare. che tutto adoprino per pas.sare inosservate: .. Un titolo modesto, anzi locale; un'intenzione, 11011~ chè innocente, benefica; un intererne di. pochi milioni, da. cui lo Stato non raccoglie. che agevolezze e profitti; una materia vecchia quanto può essere vecchio e triviale un povero ~h.e i~- pronta ed un ricco ohe presta; sono menti tali, che quasi parrebbe importunità sprecare il tempo per discuterla». Ma nell'apparente modestia si nasconiìe l'insidia. Perchè tutto il progetto non è che un contesto di monopoli, subdolamènt~ instaurati, quasi ad eludere il voto ool quale il parlamento ne pronunziò la condanna nel 1E52. «Il ministro delle finanze, tra cento meriti incontrastabili, pei quali non gli neghiamo la lode d'uomo di Stato non mediocre, ha una rlebolezrn, cioè un amore indomito per i banchi privileg'ati; amore sfortunato, grazie ~I J)rof. Giulio, al Senato; e pare che, come tutti> gh 111l'a.morati, non potendo entrare per la porta, voglia ontrare per la finestra. Non mi voleste concedere il gran monopolio dell,i Banca-mostro nello Stato, datemi una Banca privilegiata .in miniatura a Cagliari. Datemi il principio, le conseguenze verranno da sè ». La Sardegna deve fare le spese dell'operazione. Bisognosa di capitali per J.asua redenzione economica, essa dovrà pagarli al tasso usurario imposto dal banco esclrusivo. • Il solo fatto che essa co'IIIÌerà moneta, cioè getterà in commercio carta con corso legale, basterà ad impedire qualunque altra: intrapresa: di credito che voglia stabilirsi in Sardegna. Sappiamo che la grande· dotkina della libera ccncorrenza è uno degli articoli di fede del nostro ministro delle finanze, m,a qui veramente cade in taglio domandare: qwid fide,. sioie o_pe: ribvs?.:. Noi certamente n<>nfaremo g,amma, a1 nostri legislatori l'oltraggio di suppone che pe_r ~si la Sardegna s',a un campo libero d1 spenmenti strani, qu,asj l'animon vilem degli empinei; ma, se s( ama tanto sperimentare, l'unico sperimento veramente grande e nucvo cl~ fare in Sardegna, e da cui un ministro raccogherebbu larga messe di gloria e ben,idizioni, sar~b_be quello d'un-a. libertà eco~omi.ca franc~t, ?omp1uta, illimitata, come la scienza lo cons1gha e natura lo comanda. Paese senza commercio, fatene il portofranco dell'universo. Paese•povero, dovete aprirgli le cento porte de! credito hbero e 1 universale ... P.aese senm industria, dov~te sprcnarlo all'cpera co!l'a~tività della r.onc~rrenza, non coll'oppio del pnv1leg10; amenocbc non vegliate imitare quegli altri singolari_ ci".'lizz,atori della Sardegna, i quah, per d1mmmre I 1gnorenza del popolo, non sanno specular m~glio che climinu.ire il numero delle )SCUOie,e per accrescere la sapienza, abclire l'Università di Sassari,. I banchi liberi, più cha coi prestiti, cl.a,. ranno impuiro all'economia, dell'isoJa educando al deposito la diffidenza dei piccoli rispa1 miaton. 1\"elrambiente primitivo della Sar:!egna, la banc;,., se non rn,onopolistica, potrà ripetere i prodigi che compie nel nuovo mondo, dove • appena il pioniere ha diradato tar.(,o della s~lva da potervi piantare una capanna, al domaru le si alza daccosto un uffic-iopostale, un banco ed una cappella, cioè ne prendono p0€S€SS-Ol'industria le comunicazioni, e la religione; e con questi tre genii dell'umanità, wtto le ali deHa libertà, in mezzo a] deserto, sorge la Repubblica degli Stati Uniti>. L'inccngruenza•dei criteri accolti dalla propùéta ministeriale emerge d'altronde anche me: gl'o quando, nella discusswne p~rlame~tare, 1 fautori del progetto (fra cm Bolm1da_e Cavour), dopo aver esaltati i benefiCl _eh.e_un !Orte oanco ceLtrale assicura all'economia di un paese, respinoono la richiesta di chi vorrebbe renderlo a·ltre';;ì collettore di depositi fruttiferi. La superiorità dei grandi banchi uni_ci sui molti _picccli è una vieta super-st1ZJone; 1 mag1;1on d1sse- ,;t: si ebbJro nei primi ; mentre il sistema scozzese della pluralità e !ibfftà fu un magmfic_o si:cccesso. V6ro è che pc;steriori emendamentL m1glicrano a_poco a pece, il teste primitivo, acocLA RIVO LU Z I ON E LIBERAL I<: gli1'>ndosidtalla camera buona parte delle idee ,s,olte dal Ferrara (indipendenz;,, clell'operùio- ;,e finanziaria dal coµcorso della banca; precarietà del corso lega.le, partecipazione dello State agli utili eccedenti un Illinimo; .autorizzazione, con certe cautele, dei depositi fruttiferi) ; non perciò egli disarma. « Noi una cosa sola avremmo anco-ra desiderato: che la legge si fosse definitivamente n»pinta. Percbè è indubitato che essa ingrandisce e-consolida J,a Ba•1;ca,nazionale, che gode di fatto un privilegio esclusivo, rendendo illnso,ria quella libertà che nominalmente si ha nel paese ,di mettere su delle nuove isti-· tuzioni di credito. Or questa situazione è perniciosa. Dovrebbero i legi,latori combatterla sempre invece di consolidarla; dovrebbero, a forza ~i te<listenza passiva,, costringere il Conte di C'avonr a rivolgere in favore del sistema di lib~rt_à l'ingegno, le cognizioni,.!a. potente dialèttica, 11 cdore tah,olta àella passione che ha sapute così bene impiegare, o, secOndo noi, così sventuratamente di8,,PeDdere,in favore dei monopolio. Il Senato è ancora a tempo a frapporre 1! s-..oveto, e veramente, se volesse non oplia.re i suoi precedenti, sarebbe tenuto di lìa.rlo. Noi non siamo neanco ce,rti che il co·nte Cavo\ll' prenderebbe come una disfatt,. per sè un tal r;sultato, perohè abbiamo diligentemente seguìto il filo delle sue idee, pesato le sue parole, e ne riportiamo fa convinzione che egli non _è_conte~~ d1 ~~va:nn trascinato a difendere un s1Stemi.a, 1n cw e ben lontano dall'aver la fede che il bisogno della difesa gli ba fatto espr~ere. Niuno meglio di lui sa il lato debole degli argomenti che ba scelti; e noi siamo pratici assai dell'indole sua per saper lusingarci che non potrà l=ga.mente _persistere in una linea che non è fatta per !uu>. • Deluso nella speranza (forse ironicamente espressa cli_1ma resipiscenza. clell'onnip=te ministro, il c,,~t.ico1'.ivolge i su?i, st'.·ali contro_ c~, loro che della legge eI1ansta.ti I più ascoltati_ d1fen:sori: primo fra tu,tti il ba.nchiere Bolm1da, contro il quale egli inizia 11n'aspra campagna allorchè, poco dopo, un gruppo da lu.i capitanato (Bolmida, Barbaroux e De la Rue) ottiene dallo Stato vaste concessioni di terre e di privative per la colonizzazione sarda. Nel parlamento italiano si offrono al Ferrara, nel 1867 e nel 1874 nuove occasioni di combattere con foga giov~i{e il_ ~on~polio ba~cario e Ja att~ib:zione del servmo d1 tesorena. Ma, dopo 1] l. 80, anch'eo-li rinuncia, di fronte alla Teait-à, all''. llflessibi'Ìe ne,,.azion" della banca cli emissione uni- ~ e privilegifl.ta. lV[iglior riabilitazione certo 'non ?vrebbe rotuto sperare il inagno spirito del m.inistro, a.ua.. lemizzato, trent'anni prima, pe1'fjl suo ve~:.;:Qp.j:e relativismo. GIUSEPPE PRA'!'O. VIAGGIO IN ITALIA li lago di Scanno. Sca111no, 22 Settembre. II laghetto di Scanno alveva per l' ad~ietro certi pesciatel!i j:,astard1, d1 sapore un po_ fangoso. ma insomma, la gente di Scanno, d1 V,1!- l,, lau:o di Frattura se ne contentava, e come! d,.LC:a~noscorso, la stazione di Piscicoltur~ dipendente dal Ministero di Agricoltura, s1 accorse de!l'esisèenza di questo Lago e di quei. pe: s~iatèlli: e decise cti fare felici gli abitanti di Scanno, di Villalago e di Fratturn. Fece dunque immettere nel lag9, a due riprese, ava.notti di anguilla e avanotti di trota. • _ . . Gli avan,otti di anguilla sono vora.o1:::611:111, ~ ma.ngiarono immediatamente gh avanott1 di tutti gli altri pesci: poi si mangiarono fra. _loro, e $guille non se ne v,dero. Gh avanott1 d1frota, immersi dopo, scamparono allo stennlD.lP, : crescevano bene: m.a- il 1ago di Scanno, ogni tanto, va soggetto a piene torrentizie, e l'acqu_a diventa torbida. Queste cose, la Stazione d1 Piscicoltura non le sapeva: perciò gli avanotti dli trota che non possono vivere nelle acque tor- 'bide,' alla prima, piena morirono: e il Lago di Scanno è ora senza pese,-i. La aiovane donna che ci racconta questa sciagura. del suo paese non aggiunge nessuna deplorazione. Sotto la tacque nera, segno d1 lutto, 1! suo viso ossuto è immobile, le labbra sottili serrate; solo gli ori dei pendagli si muovono un poco. La depopolazione del lago, per questa donna cli Scanno, rientra evidentemente nelle funzioni normali del governo. Ma siccome s'avvede che ur ragioniere milanese fissa con intensione il suo collo nudo, sopra i! pizzo bianco della gorgierin.a, g:li pianta addO"..sogli occhi grigi e seve~l, poi s, alza e se ne va. (Caro il mio finto italiano, il tuo concittadino :.Manzoninon. fu mai italiano così vero, come quando scrisse i suoi due versi più belli: "C' onxacra delle 8JJ08e, il verecondo amor,). II ragioniere milanese, a proposito di quello che ba udito, si diffonde sui funesti effetti dell'ingerenza statale nel lago ili Sca11110,e :1e _de_- duce la necessità di un governo che restituisca « tanti servizi pubblici II all'iniziativa privata che « eapisce» qutSte cose. Egli non sospetta nemmeno di es.sere un villanaccio zappaterra rn confronto di quella terrazzana dell'inclito borgo murato di Scanno, da lui offesa. Frattura. Fr.attura è un paese. . Un paese vicino a Scanno, a destra del Sagittario. Di fronte c'è Villalago. Un paese come ce ne son tanti, in questa Italia, tanti, che molti italiani hanno perfino perduto la nozione della loro terripili tà. Perchè Frattu~a è terribile. Il suo monte non è soltanto arido, le sue lavine non sono soltanto bruciate dal sole. Questo è il trionfo delle pietre, è l'apoteosi della roccia adusta, è la cava d, tutti i sassi del mondo: si oorca un po' di terriccio, non si trova, non c'è. Qui si, ha sete di un po' di verde: tutta questa. petrai? prende alla gola. Le ~ase di Frattura paiono detriti, ciottolame ammucchiato bizzarramente in vetta: oppure una fioritura, una scagliooità lebbrosa del monte. Ma superato il primo spavento, a guardarle di sotto, dalla riva del Sagittario, rr.entre il sole del tramonto ci ~.atte - ancòra ! r- e a pensar che son case, che dentro vi nascono uomini, ci sentiamo più ossuti e più asciutti, ci liberiamo da tutto il colaticcio verdognolo e ammuffito che ci si è ammucchiato in cuore nelle città del nord fasciate di nebbia, dinanzi alle cattédrali trasudanti umori dalle umide co.nnessure sotto un cielo piovoso,_ sopra una terra grassa. Ci ritroviamo sempre figli di questi sassi, e ci voltiamo a cercare il sole crudele e caro. Eccolo a.I disopra del monte opposto, oltre le riquadrature pieti·ose che si profilano dalla vetta suI cielo. Anche lassù son case .cli uomini, le case di Villalago, affooa,te e bruciate anch'esse: piì, alte, più grandi, più tragiche della merlata oscura che corona le torri crematorie dei Parsi, sopra cui il fedele cerca e vede lo splen~ore della fiamma samia. Le energie meridionali. Opi, 26 settembre. E allora, se il commendatore dà uno scudo alla guardia, la guardia segnerà ,d,i più, e segner~ i più belli! _ Eh, signorino, quante domande 1 Il lupo sta nellu bcscu ! Quante domanj;le, quante doma11de! Il lupo fa il suo mestiere! E ,il vecchjo coi calzerotti ride and1e lru, pr<>- pr-io come il commendatol"e. Ridono tutti: ri& il parroco di Opi, rappreGentante di uno dei oo-· muni proprietari: i·ide il segretario della , fan-. n8, e della flora». Si capisee a colpo che i canzonati siiamo no•i, venuti per questo empiastro del Pa.rco, mentre qru tutti quelli che ridono sono d'accordo, d'accordis,;,;mo per abbattere questi ultimi boschi di Abruzzo, e papparsi, quei pccbi q, att.rini. Il commendatore è cort.esi~Gimo: ci offre vermouth e gallettine. Poi fa il brindisi. Con un bello accento ambrosiano, egli pa,rla delle ricchezze, delle energie st.erminate ili queste t:e,-re di Abruzzo, che, attendono solo. la valorizzazione audace del capitale settentrjonaJe; parla dei &acrilici della sua <litta, per impiantare qui stabihmenti meccanici, come questa &egheria, destinata a sfruttare e< razionalrhente, 18 immense riserve del Parco Nazionale; infine leva il bicchiere all'avve-nire dell"Abruzzo, che, continuando così, sarà splendido non sc.Jo dal lato a.gricolo, ma anche dal lato industriale: perchè q~,i - cenci ude i1 commendatore con un gesto radicale - ugb'e tutt da fer,, c'è tutto da fare. Gli abruzzesi applaudono, applaudono, e vaia.Itri, povere d, Abruzzo, poveri malinconici flora,, sie~e beli',,, fregati. i settentrionali estreme faggete orsi, « fauna eGIOVANNI AxsALDO. Nel 1923 pubblicheremo numeri speciali sulfa vita spirituale e politica, delle regioni italia,ne dedicati a La Scirde!(IUl, la Venezia Giii,lù,, Il p,:emonte, CC<'. ; e nun,eri di studi internazional,i su La· • Il Parco Nazionale degli Abruzzi diventa una es.sessione, qui nell'alta valle del Sangro. Hanno pitturato le tre pa.role fatidiche su tutti i roccioni della provinciale, )'hanno dipinte a lettere rosse sotto la rocca di Pescasseroli, hanno Germania, 1./lngltilterra. già scolpito una specie di lapide commemorativa sopra la fontana d,i Santa Venera, sempre a PescasseroJi. Il segretario di questo comune, a una precisa domanda in proposito, si fermò di botto, e alzandosi sulla punta dei piedi, disse scandendo le si11abe: • Il Par-oo na-zio-narle di A-bruz-zo è la fau-na e la flo-ra,. Preci-sa risposta, di cui pos.so citare i te~ stimoni .. L'on. Sipari, cugino di Benedetto Crnce'. fu meno sibillino. Egli ci spiegò che si tratta d1 un consorz.:o fra nove comuni abruzzesi, i ùove coV&Temo esaminando di proposito la storia italiana dal 1870 in poi. Miglioreremo ed esten-• deremo la ccllaborazi9ne pur conservando come s'è fatto sinora una rigorosa unità di indirizw. La Rivoluzione Liberale ha cav'uto nel primo anno di vita sessan,tadu,e collaboratori, tra i q1.,ali i mi_qliori scrittori politici d''lta]!E_ da Luigi Eitnaudi a V il/redo Pa,reto; cla Gaetano Sal-- vc-rnin,i ci Gaetcvno Mo·sca, da Mario jjfissiroli a muni abruzzesi che su.i monti dell'alto Sangro, Gù.seppe P1·ezzol-ini. 'abbiano ancora un po' di boschi al sole. Scopo: una condotta foresbale qui in Pescasseroli per sorvegliare meglio questo residuo di boschi, e'. sa fosse possibile, per infrenare le battute d1 ca~cia grossa che (dopo la • magna.nima, rinunci-a del re alla riserva di caccia, e La conseguente non magnanima abo,lizione dei ·guardacaccia) minacciano di sternnina.re fin l'ultimo orso delle boscaglie del Marsicano e del Monte •Amaro. Insomma, ora basta: randiamo a vederlo, questo Parco Nazionale. Con l'automobile si giunge a un certo punto della strada, in cui m1 ponticello sul Sangro conduce a una costruzione. Sopra il panticello, un festone porta ancora ],i, scritta: < Ingresso a_l Parco, Nazionale d'Abruzzo,. La costruzione e una segheria a vapore. Il proprietario della segheria, OomJnendatore O., è un be.I milanese, con una faccia e una dentatura da papparn.,ne dieci,' di parchi nazionali di Abruzzo. Il commendatore è concessionario per lo ~fruttamento - razionale razionale, s'intende! - del Parco: e lo sfrutta' di buona lena, a quel che si vede. Centinaia di tronchi di faggio sono qru,. attor,10 .alla Segheria: e dentro, non fil sente .altro che il lamento del leg110sotto l'acciaio: buon acciaio lombardo su legno abruzzese. - Commendatore, e il Parco dov'è! Il commendatore, con un ampio gesto, segna i vicini contralfortii del Monte Amaro: faggete e abetaie. - Ci si potrebbe andare con la déoauville, ohe ci serve per il trasporto del legname. Come pure av:rei organizzato in loro onore una battuta di caccia: ci sono ancora gli orsi, sicuro: anzi, ne aboattei nno io pochi giorni fa. Il Commendatore ride, e pc,,isi affretta a farci da ·guida fra gli impianti della sua segheria. Siamo venuti per vedere un Parco Nazio·nale, « la f,auna e la flora, 1 come dice il segretario di Pescasseroli, f' invece ci si mostra con orgoi;:lioil m~llo della flora e le spoglie della fauna. E il Paroo7 Ne chiediamo a UJl vecchio barbuto, coi calzerotti, che ci guarda con malizia. - Il Parco è là. Anche lu.i segna verso i monti. ' - Ma, dopo che hanno tagliati di questi fnKgi ccsì grcssi, ne <0resconodegli altri 7 - Eh, signore, questi alberi sono vecchi quanto lo munnu ! Mai, mai i fìgli nostri 11e vedranno di grossi uguali! Bisognerebbe aspettare ohe passassero tanli anrri, ccmc dal principio dello munnu ! - Ma chi segna a questo commendat01·e i fusti da. abbattere! , - Li segna la, guardia. LAT1PaGRAFIA Sac1ALE PINEROLO (Torino) ESEGUISCE LAVORI TIPOGRAFICI - OPERE - OPUSCOLI A PREZZI DI CONCORREKZA. PRE V 1!,NTIVI A RIOHIES'l'A In corso di stampa:. AUGUSTO MONTI Scuolaclassica e. vita. moderna E' il testament() spirituale di un professore che ha dedicato· venti anni di lavoro a vivere la.,..scuofo, classica come fattore di moderwità. Un libro che farà rimpiangere r1,rnolti di non essere stati a imparare greco e l,atino con AJU onti. Parlare poi delle doti di scrittore arquto e fine che v,i si ma-_ nifeslano è superfl·uo per • lei ton della • Rivol~1.zione Liberale • eh e bene le conoscono·. LIHE 8 - AT P.RENOTATORI LIRE 6 Mentre rinnovate l'abbonamento speditecii L 6 in più e r!ceverete insieme· UBALDO FORMENTINI Collaborazionismo in vendita a L. 8 E' indi.~pensabile per comprendere la sostan.·ut economiw e psicologica del movimento fa.scista e rlelle sue aspirazioni 7iformiste. E' stato gi1'- dicato « interessant;.'-/,si,,10 e Jondam.entale » dall'on. Dino Grandi. TÌi si rive/e, 1'710 dei più forti 71rns,t1ori della politica contemporanea, che non è lecito igno,·are agli uomi'IIIÌcli cultura. G. B. GoBE'rTI, gere?ite responsabil, PINEROLO - TIPOGRAFIA SOCIALE-

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